Elly Schlein vista da Jason Horowitz, giornalista del New York Times

Jason Horowitz, corrispondente del New York Times, ha scritto che Elly Schlein, la neo segretaria del Pd, "vuole rilanciare l'opposizione di centro-sinistra a Giorgia Meloni, sempre che il suo partito riesca a sopravvivere"

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Jason Horowitz, corrispondente del New York Times, ha scritto che Elly Schlein, la neo segretaria del Pd, “vuole rilanciare l’opposizione di centro-sinistra a Giorgia Meloni, sempre che il suo partito riesca a sopravvivere”

Elly Schlein vista da Jason Horowitz, giornalista del New York Times

Nel suo articolo intitolato “Elly Schlein, la donna che scuote la politica italiana”, pubblicato sul New York Times, Jason Horowitz ha descritto la neo segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, come una donna che sta cercando di rilanciare l’opposizione di centro-sinistra alla destra nazionalista di Giorgia Meloni.

Horowitz afferma che la nuova segretaria del PD ha messo in evidenza la necessità di riformare il Partito Democratico per far sì che sopravviva ai tempi difficili che la politica italiana sta attraversando.

Horowitz osserva che la neo segretaria ha una visione chiara dei problemi dell’Italia e che sta cercando di creare un’opposizione più allargata, che comprenda sia i moderati che i progressisti.

Ha anche sottolineato che sta cercando di promuovere la partecipazione dei giovani alla politica, in particolare delle giovani donne, e di incoraggiare le donne a candidarsi per la carica di primo ministro.

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Traduzione estratto dal New York Times, tradotto

Nel suo articolo intitolato “Elly Schlein, la donna che scuote la politica italiana”, pubblicato sul New York Times, Jason Horowitz ha descritto la neo segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, come una donna che sta cercando di rilanciare l’opposizione di centro-sinistra alla destra nazionalista di Giorgia Meloni.

Horowitz osserva che Schlein ha una visione chiara dei problemi dell’Italia e che sta cercando di creare un’opposizione più allargata, che comprenda sia i moderati che i progressisti.

Ha anche sottolineato che Schlein sta cercando di promuovere la partecipazione dei giovani alla politica, in particolare delle giovani donne, e di incoraggiare le donne a candidarsi per la carica di primo ministro.

“Adesso lo scenario è diverso”, ha detto la signora Schlein, che aveva l’aria professorale dei suoi genitori professori mentre sfogliava i giornali.

    • «Le due donne non potrebbero essere più diverse. Amo un’altra donna. Non sono una madre, ma non sono meno donna per questo”.

La Schlein ha sostenuto che la signora Meloni rappresentava un’ideologia che vedeva le donne solo per i loro ruoli riproduttivi e di educazione dei figli.

La signora Meloni “non si è mai descritta come antifascista”, ha detto la signora Schlein, sostenendo che invece ha gettato carne rossa alla sua base con politiche “disumane” e “illegali” che rendono più difficile salvare i migranti in mare. È probabile che questa carne rossa liberale sazi la base dei progressisti e dei giovani elettori che la signora Schlein ha portato all’ovile del Partito Democratico nelle primarie di domenica scorsa. Ma ha fatto poco per la sinistra nelle elezioni che la Meloni ha vinto facilmente a settembre. Il partito della signora Schlein ha ora circa la metà del sostegno di quello della signora Meloni.

I critici moderati all’interno del partito profondamente diviso della signora Schlein temono che lei piegherà la sua grande tenda perdendo il centro politico, spingendo il partito all’estrema sinistra, sventrandolo della sua reputazione di competenza sobria e fondendolo con – o alimentandolo a – il rinvigorito, populista Movimento Cinque Stelle.

Reintrodurrebbe le tutele del lavoro, tasserebbe i ricchi, ricollegherebbe i sindacati, investirebbe in un’economia più verde e spingerebbe per i diritti dei gay e degli immigrati.

Questa settimana, ha visitato il luogo di un mortale naufragio di migranti in Calabria e ha interrogato efficacemente il ministro dell’Interno della signora Meloni per aver dato la colpa alle vittime.

È emerso come il principale oppositore dell’Italia alla promessa della signora Meloni di continuare a inviare armi in Ucraina.

Ha descritto il suo partito come un sostenitore totale dell’Ucraina contro “l’invasione criminale” da parte della Russia e ha osservato che aveva votato per l’invio di armi nel corso del prossimo anno, perché “è necessario ora”.

I sostenitori dell’Ucraina, tuttavia, sono preoccupati per il costante impegno della signora Schlein a causa del suo parlare di essere una “pacifista” e di ciò che alcuni considerano la sua ingenua argomentazione secondo cui l’Europa in qualche modo aveva bisogno di convincere la Cina a costringere la Russia a porre fine alla guerra.

Suo nonno era ucraino, ha detto, e dopo essere emigrato negli Stati Uniti, stabilendosi infine a Elizabeth, NJ, la sua famiglia rimasta a casa è stata quasi certamente spazzata via dall’Olocausto.

Suo nonno italiano, che alla fine divenne un parlamentare socialista, rifiutò di indossare le “camicie nere dei fascisti” durante la sua laurea ed “era un avvocato antifascista” che, disse, avrebbe “difeso gli ebrei nei processi”.

La stessa signora Schlein non è stata educata come ebrea, sebbene si definisse “particolarmente orgogliosa” dei suoi antenati ebraici.

In un’amichevole intervista durante la campagna, ha detto a un sito italiano che il suo cognome e il naso pronunciato, quella che considera la sua caratteristica fisica distintiva, hanno attirato odiosi attacchi antisemiti.

Alla domanda su quel commento, la verbosità della signora Schlein si è bloccata.

La signora Schlein ha detto che affrontare tali ingiustizie l’ha attirata in politica.

Allieva stella del suo liceo di Lugano, racconta, ha voluto portare i suoi talenti in Italia, “perché ho sempre sentito che questo Paese, il Paese di mia madre, ha un forte potenziale che deve solo essere liberato”.

Quando ha lasciato il Partito Democratico per protestare contro la perdita del suo modo liberale, ha sostenuto un movimento per “occupare” il partito.

Adesso occupa il quartier generale della dirigenza vicino a Piazza di Spagna, e dopo una breve passeggiata verso il palazzo della Meloni, la signora Schlein, la progressista che nessuno ha visto arrivare, si è divertita ad occupare anche quel posto.

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