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Castellammare di Stabia

La Resistenza a Castellammare di Stabia, medaglia d’oro al valor civile.

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ggi si celebra la Festa della Liberazione, per ricordare la Resistenza del popolo italiano all’oppressione nazista.La lotta iniziò l’8 settembre del 1943, data in cui fu reso noto l’armistizio di Cassibile, firmato qualche giorno prima, che prevedeva la resa del Regno d’Italia agli Alleati.

L’annuncio ebbe come conseguenza l’invasione del territorio italiano da parte dell’esercito tedesco e la Resistenza, una lotta lunga e dolorosa, culminata con la liberazione di Milano il 25 aprile del 1945.Il 25 aprile iniziò la ritirata dei tedeschi e dei soldati della Repubblica di Salò da Milano e Torino, dopo che gli Alleati riuscirono a sfondare la Linea Gotica.

Su proposta del presidente del Consiglio Alcide De Gasperi, il Re Umberto II a guerra finita emanò un decreto con cui la data del 25 aprile veniva dichiarata festa nazionale.Quando si celebra la Festa della Liberazione, il nostro ricordo va subito alle vittime innocenti di Marzabotto, di Sant’Anna di Stazzema o delle Fosse Ardeatine, ma una resistenza all’invasione straniera, con le sue stragi, c’è stata anche nel Sud.

Per lungo tempo, infatti, si è pensato che la lotta di Liberazione fosse stata combattuta solo dalle popolazioni dell’Italia settentrionale e che quelle meridionali avessero aspettato inerti l’arrivo degli Alleati.Grazie a più recenti studi dei vari Istituti Storici della Resistenza su documenti che fino a pochi anni fa erano stati volutamente nascosti, si è scoperto invece che non è stato affatto così.

Col ritrovamento del cosiddetto “armadio della vergogna”, che occultava ben 13.000 pagine sui crimini commessi dai nazifascisti durante la Seconda guerra mondiale, si è chiarito come la Resistenza contro l’invasore sia nata proprio nel Meridione, dove molti avevano impugnato le armi già nel 1943.La Liberazione del Mezzogiorno si svolse nell’estate del 1943 e culminò nelle cosiddette “Quattro giornate di Napoli” dal 28 al 30 settembre dello stesso anno, quando la popolazione si liberò da sola dai nazisti, prima dell’arrivo degli Alleati.

La città di Castellammare di Stabia, all’epoca importante polo industriale della provincia, alcuni giorni prima delle “Quattro giornate” di Napoli aveva già preso le armi per difendere le sue industrie e la sua gente dalla violenza nazista.Come testimoniano numerosi studi, i cittadini di questa importante città campana furono tra i primi a cadere vittime della barbarie nazista nei giorni che precedettero l’arrivo degli Alleati (29 settembre 1943).

Per gli Stabiesi i giorni tra l’1 e il 30 settembre del 1943, furono tra i più tragici della loro storia, perché vi furono 32 morti, 16 feriti ed oltre 2000 deportati nei campi di concentramento di Germania, Austria e Polonia.I primi segni della Resistenza stabiese all’invasione tedesca si ebbero già dal 1° settembre del 1943, quando con una manifestazione di piazza circa mille operai dell’Avis Meccanica sfilarono in corteo per le strade del centro, chiedendo “pace e pane”.

Erano presenti alla manifestazione anche molte donne e ragazzi, ma furono dispersi con i lacrimogeni e vi furono alcuni feriti e 80 arresti.Con un tumulto popolare organizzato dalle donne stabiesi, dopo 17 giorni i prigionieri furono liberati dal Carcere circondariale di Salita S.

Giacomo e salvati dalle deportazioni nei campi di concentramento.La data più triste per gli stabiesi fu l’11 settembre, perché in questo giorno persero la vita valorosi civili stabiesi e marinai della Regia Marina, nel tentativo di difendere i Cantieri Navali e le navi ancorate nel porto dalla furia dei nazisti.

In questo giorno i soldati tedeschi tentarono di entrare nei cantieri per distruggere i macchinari e far saltare le navi, ma furono fermati dal fuoco dei marinai agli ordini del comandante Domenico Baffigo.Si unirono ai combattimenti alcuni coraggiosi stabiesi, che cercarono di ostacolare l’avanzata del nemico.

La parola d’ordine era: salvare i Cantieri Navali ad ogni costo.La lotta iniziò a Piazza Quartuccio: una bomba a mano lanciata dal tetto di un palazzo colpì una camionetta tedesca e civili e militari iniziarono a sparare, da Piazza ferrovia a Piazza Quartuccio e a Via Gesù, con perdite da entrambe le parti.

Si ebbero degli scontri anche nei pressi dell’Avis e dei CMI e, nelle azioni di guerriglia urbana, tra i civili persero la vita il meccanico Agostino Circiello e l’operaio dei Cantieri Navali Santolo Contaldo, eroici cittadini stabiesi.Resistevano al nemico i pochi marinai nei Cantieri Navali, ma i nazisti li catturarono con l’inganno: alzando bandiera bianca e chiedendo di parlamentare, dissero che, se i marinai italiani si fossero arresi, sarebbero stati risparmiati e con loro i Cantieri, ma purtroppo non fu così.

Venendo meno alla parola data, i tedeschi catturarono il Comandante Domenico Baffigo che, fidando nelle tradizioni militari, era uscito dalle mura dei Cantieri per trattare col nemico.Nei giorni successivi, l’eroico comandante Baffigo venne fucilato insieme ai tenenti Francesco Bottino ed Ugo Molino e al marinaio stabiese Vincenzo De Simone.

Non sappiamo dove, forse a Napoli.Altri marinai di cui non si conoscono i nomi vennero giustiziati sul posto.

I Cantieri Navali vennero distrutti e le navi affondate.Analoga sorte toccò a tutte le altre industrie stabiesi: la Cirio, l’Avis, il Cmi, l’Oleificio Gaslini, la Voiello e gli altri pastifici, che dal 26 al 28 settembre vennero bruciati e saccheggiati.

Dal 21 al 28 settembre, furono deportati circa 2000 uomini tra i 18 e i 45 anni e, a guerra finita, solo 627 tra essi fecero richiesta per i benefici pensionistici, gli altri morirono nei campi di concentramento.Le armate tedesche si ritirarono il 28 settembre, lasciandosi alle spalle “terra bruciata” e vittime innocenti: otto furono i civili uccisi a Castellammare per rappresaglia, tra cui un bambino, il 21 o il 22 settembre.

Furono fucilati a Largo Pozzano: Gaetano Aprea di anni 31, Vincenzo Curcio di anni 34, Antonio Gianniello o Giannullo, Liberata Infante, Pietro Longobardi di anni 25, Umberto Palatucci di anni 8, Vincenzo Pennarola di anni 44, Luigi Santaniello di anni 21.Due stabiesi furono uccisi dai nazisti il 30 settembre e il 1° ottobre nei pressi di Castellammare.

Altri cittadini stabiesi vennero trucidati dai tedeschi per rappresaglia o persero la vita in combattimento nei comuni vicini o in varie località d’Italia.Tra essi ricordiamo:

Manfredi Talamo, tenente colonnello dell’Arma dei Carabinieri, nato a Castellammare di Stabia il 2 gennaio 1895 e trucidato con altri 334 civili o militari nell’eccidio delle Fosse Ardeatine a Roma, il 24 marzo del 1944.

Renato Rajola, cittadino stabiese nato nel 1916, comandante partigiano in Emilia Romagna, fucilato dai tedeschi in provincia di Piacenza nel 1944.Attilio Uvale, partigiano stabiese di 23 anni, fucilato a Firenze con altre undici persone.

De Martino Antonio di anni 41, De Martino Ciro anni di anni 3, De Martino Luigi di anni 24, Paone Maria di anni 32, cittadini stabiesi, furono tra le 393 vittime della strage nazista a Sant’Anna di Stazzema il 12 agosto del 1944.

Comandati dal generale Mark Clark, i Rangers della 5° armata neozelandese, entrarono nella città soltanto il 29 settembre, dopo la partenza delle truppe naziste, dispensando sorrisi e generi di conforto.Essi, sbarcati a Salerno il 9 settembre e stanziate ad Agerola, aspettarono la ritirata tedeschi, abbandonando Castellammare e i Paesi limitrofi alla loro tragica sorte.

Per questi tragici eventi del settembre 1943, dall’ex Presidente della Repubblica Italiana Carlo Azeglio Ciampi alla città di Castellammare di Stabia fu conferita nel 2006 la Medaglia d’Oro al Merito Civile, con la seguente motivazione:
“Importante centro del Mezzogiorno, all’indomani dell’armistizio, fu oggetto della violenta reazione delle truppe tedesche, che, in ritirata verso il Nord, misero in pratica la strategia della terra bruciata, distruggendo il Cantiere Navale simbolo della città, altamente difeso dai militari del locale presidio e gli altri stabilimenti industriali.Contribuì alla guerra di liberazione, con la costituzione spontanea dei primi nuclei partigiani, subendo deportazioni e feroci rappresaglie, che provocarono la morte di numerosi concittadini. 1943, 1945, Castellammare di Stabia.”
Ai martiri per la libertà stabiesi va il nostro doveroso ricordo e la nostra riconoscenza.


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