Incendio alla Grenfell Tower di Londra: polemica sulla sicurezza

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Incendio alla Grenfell Tower di Londra: è polemica sulla sicurezza. In un’intervista l’architetto Stefano Boeri spiega che “negli ultimi anni sono stati fatti enormi passi avanti” ma “quanto accaduto dovrebbe spingerci a effettuare una campagna di monitoraggio sull’edilizia popolare anche in Italia”.

Stefano Boeri : “Anche da noi più controlli su quei palazzi”

MILANO – Dalla tragedia della Grenfell Tower di Londra deve arrivare un insegnamento e uno stimolo, anche per l’Italia, a monitorare la condizione degli edifici popolari costruiti fra trenta e quarant’anni fa, che potrebbero presentare potenziali pericoli di incendio. Lo dice l’architetto e urbanista Stefano Boeri in questi giorni impegnato in veste di direttore artistico della Milano Arch Week.

Architetto Boeri, a sedici anni di distanza dall’11 settembre i grattacieli tornano a fare paura, a diffondere un’immagine di insicurezza, di trappola, alla luce di quanto è avvenuto a Londra?  

«No, anzi, dal 2001 a oggi le normative antincendio sono diventate molto più stringenti e ogni architetto e costruttore vi si deve attenere. Parliamo di rivestimenti, di materiali ignifughi, di compartimentazione interna dell’edificio, sia verticale che orizzontale, in modo che il fuoco non possa propagarsi all’interno. Di sensori che segnalano immediatamente il pericolo, perché in caso di incendio anche pochi minuti possono essere fondamentali, di ascensori di emergenza riservati che vengono utilizzati solo dai vigili del fuoco e dalle squadre di soccorso, il cui intervento non deve essere ostacolato da chi fugge».

A Londra però tutto questo non c’era, parliamo di un edificio dei primi anni Settanta.  

«Esatto, risale a un’epoca in cui le norme che oggi sono in vigore e che hanno alzato l’asticella del livello di sicurezza, purtroppo non esistevano».

La tragedia di Londra può essere uno stimolo per sollecitare interventi sulla sicurezza degli edifici, in particolare per quelli che si spingono a grandi altezze?  

«Sì, è proprio la riflessione e l’invito che mi sento di fare, anche in considerazione del dolore e dello choc causato dalla perdita di molte vite umane. Quanto è accaduto alla Grenfell Tower di Londra dovrebbe spingerci a effettuare una campagna di monitoraggio sull’edilizia popolare che è cresciuta anche in Italia negli anni Settanta e Ottanta, penso a Genova e a edifici come il Biscione o Begato, alle Torri del Gratosoglio a Milano, alle Vele a Napoli. Dall’incendio di Londra dovrebbe partire una campagna di monitoraggio e verifica dello stato di salute di questi edifici. Oggi esistono tutte le conoscenze per mettere in sicurezza antincendio un grattacielo».

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