Nainggolan e il video del tifoso. Radja sotto accusa?

Visite : 0Sotto accusa le dichiarazioni di Nainggolan riprese da un video amatoriale Roma- In questi...

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Sotto accusa le dichiarazioni di Nainggolan riprese da un video amatoriale

Roma- In questi giorni Nainggolan è stato protagonista di un video “amatoriale” diffuso sul web e passato nelle varie reti televisive in  breve tempo.
Il campione giallorosso, fermato in auto da un gruppo di tifosi, esprimeva il suo “pensiero sportivo” sulla sua diretta antagonista in classifica, la Juventus. Incalzato dalle domande di un tifoso (juventino?), il Ninja ha liberamente manifestato il suo “odio” per la Juventus, per la squadra che non si riesce a battere in campionato perché sa sfruttare bene “rigori e punizioni” a favore.

Le confidenze contenenti le battute a caldo, sono state riprese con un cellulare e il video è stato ignobilmente diffuso in rete ed è subito diventato virale. In poco tempo il popolo del calcio si è diviso tra moralisti, che sono insorti contro il calciatore belga invocando perfino il deferimento per le parole pronunciate, e i fautori della libertà di pensiero e di espressione.

C’è chi è passato alle offese pesanti contro il Ninja, anche sui social, per la pseudo-offesa ricevuta (passando di fatto dalla parte del torto, comportandosi allora peggio di colui che avevano accusato), c’è chi si è elevato a giudice giudicante, c’è chi lo ha difeso a spada tratta, c’è chi (anche tra le fila giallorosse) si è limitato a dire “è un calciatore, non si fa”.

Se è vero che non bisogna offendere il prossimo -e su questo non ci piove- è altrettanto vero che in ambito calcistico si può provare interesse o disinteresse, antipatia o simpatia, amore o odio per una squadra, purché il sentimento sia puramente sportivo. Se poi a provare questo sentimento è un calciatore, ricordiamoci che “l’abito non fa il monaco”, soprattutto in questo campo. Radja Nainggolan sotto accusa? Dopo questa analisi possiamo asserire che la sentenza potrebbe essere la seguente: il ragazzo è assolto perché il fatto non costituisce reato.

Maria D’Auria

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