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’ex campione in disgrazia (falso Nicolae Negrila) abita a Roma, su una strada avvelenata dagli scarichi delle auto che assediano i Musei Vaticani. La maglietta gli strizza la pancia e dai sandali spuntano calzettoni orribili. Ogni volta che il semaforo diventa rosso, lui conquista il centro della carreggiata e si mette a palleggiare, incollando la sfera alla nuca e da lì facendosela scivolare lungo la schiena. Poi passa tra le auto per riscuotere l’obolo. A tutti racconta la sua incredibile storia di ex terzino destro del Craiova e gli si inumidiscono gli occhi mentre ricorda gli scudetti vinti in Romania e il gol con cui nel 1983 trascinò la squadra alle semifinali di Coppa Uefa.
Sulle figurine è Nicolae Negrila, ma si fa chiamare Negoro, il soprannome datogli dai tifosi. Lo imbarazza passare in rassegna le tappe del declino: i risparmi evaporati tra alcol e donne, e una malattia rara ai polmoni a cui è miracolosamente sopravvissuto, ma che lo ha ridotto in miseria. La sua parabola, da campione romeno a mendicante romano, finisce sul web e approda in patria, dove trova un lettore particolarmente interessato: Nicolae Negrila, quello vero. Che è sì malato, ma vive con una certa agiatezza a casa sua. Rintracciato al solito semaforo, il finto Negrila conferma di avere rubato all’originale tutta la biografia. O quasi. I soldi spesi in alcol e donne erano i suoi. In tanti anni di mestiere ho incrociato un vasto campionario di pazzi. Ma uno che, non riuscendo più a cambiare il presente, si cambia il passato e prende in prestito quello di un idolo della sua gioventù, fa tenerezza. E poi palleggia davvero bene.
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