Al 16° giorno di sciopero della fame sviene Vincenza Gagliardotto che insieme alla collega di Palermo, Sabrina Argiolas, sta attuando tale protesta.
Vincenza Gagliardotto è un Giudice onorario in servizio al Tribunale di Palermo, 54 anni e in sciopero della fame da 16 giorni. Regolarmente seduta in aula, anche ieri – ultimo giorno di astensione dei 5mila Magistrati onorari precari – contro la condizione di “braccianti della Giustizia” in cui versa da decenni la sua categoria, pagati 98 euro lordi a udienza e privi di assistenza per malattia e previdenza.
La Giudice Vincenza Gagliardotto è svenuta, nell’esercizio delle funzioni, trasportata in ospedale poiché il suo fisico ha ceduto e nell’assoluta indifferenza delle Istituzioni.
Della vertenza dei Giudici onorari ci siamo occupati già dagli anni scorsi “7 Aprile 2018 Continua la battaglia dei Giudici onorari di pace (G.o.p.) Con l’entrata in vigore della legge delega n. 57/2016 e del d.lgs. n. 116/2017 le figure dei giudici di pace e dei giudici onorari di Tribunale sono stati sostituiti dall’unica figura dei giudici onorari di pace (cosiddetti G.o.p.). Permane, nel settore requirente, la figura dei Vice procuratori onorari. La Giustizia Italiana si regge infatti sul lavoro quasi gratuito di circa 5500 Giudici onorari di pace”, “14 Gennaio 2019 Giudici di Pace di nuovo in sciopero dal 12 gennaio al 9 febbraio 2019. Una categoria marginalizzata I Giudici di pace sciopereranno un mese per chiedere che si rispetti il Contratto di Governo che prevede il totale ripensamento della riforma Orlando”, “11 Febbraio 2019 Giudici di Pace, finito lo sciopero. Attendono una convocazione del tavolo tecnico L’Unione Nazionale Giudici di Pace ha incontrato a Chieti il Sottosegretario alla Giustizia, Avv. Jacopo Marrone, per la convocazione del tavolo tecnico“, “1 Maggio 2019 Giudici di Pace dal 6 maggio in sciopero. Una categoria penalizzata Giudici di pace, vice Procuratori onorari e i Giudici onorari di pace, da anni, incomprensibilmente, vengono marginalizzati e mortificati” e “7 Luglio 2019 Sciopero dei Giudici di Pace dall’8 al 12 luglio. Gli Avvocati il 9. Bonafede, riforma Giustizia in CDM Lo sciopero è per la mancata revisione della precedente legge Orlando (governi Renzi-Gentiloni) che tratta da “braccianti” i Giudici di Pace”, “1 Dicembre 2020 Inizia da Palermo e Milano lo sciopero dei Giudici e Viceprocuratori, onorari” e “12 Dicembre 2020” Flashmob dei Giudici di pace e Magistrati onorari”.
Nell’articolo del 7 Aprile 2018, di cui sopra, si riportava una frase detta in una delle tante proteste della categoria: sembra che lo Stato italiano nella Giustizia abbia rivestito i panni del caporalato per assoldare dei braccianti della Giustizia.
In quello del 1° dicembre 2020, anticipavamo che Vincenza Gagliardotto (Giudice onorario di tribunale di Palermo) sarebbe stata una delle due donne che capeggiano la protesta, l’altra è Sabrina Argiolas (anch’essa Giudice onorario di medesimo tribunale) e che avrebbero iniziato, come hanno messo in atto, un duro sciopero della fame.
E nell’articolo del 12 Dicembre 2020, si opinava che queste figure della Giustizia italiana, i Viceprocuratori e Giudici onorari, sono chiaramente importanti, al pari di quelle togate delle fasi preliminari o di primo grado, poiché anch’esse parimenti giudicano e decidono su altri cittadini. Eppure queste categorie sono in modo evidente, quasi deliberato, marginalizzate specialmente nel profilo economico e previdenziale dai Governi e dal Palamento. In tutta Italia da decenni per ogni categoria di lavoratori del sistema pubblico, nazionale, regionale e comunale, sono stati attuati percorsi di formazione, stabilizzazione e persino promozioni a livelli superiori, anche in Magistratura (noto un famoso Pm) attraverso concorsi interni.
La categoria dei Giudici di pace e Magistrati onorari sembra invece l’unica verso cui, al contrario, la Politica abbia un manifesto indirizzo antitetico che oggettivamente non si riesce a capire. Come pure non si comprende quale possa esserne la ragionevole motivazione dopo la pronuncia della CGUE (Corte di Giustizia UE), Seconda Sezione, sentenza 16 luglio 2020, causa C-658/18 (le cui decisioni sarebbero sovrastanti anche alle norme nazionali) favorevole alla stabilizzazione e la sentenza della Corte Costituzionale N. 267 depositata il 9 dicembre 2020.
La Consulta della Magistratura Onoraria, di cui l’A.N.G.d.P. (Associazione Nazionale Giudici di Pace) fa parte unitamente ad altre associazioni rappresentative di Giudici di pace, Giudici onorari di pace ed Vice Procuratori onorari; tutte le associazioni sono presenti nei ventisei Consigli Giudiziari presso le Corti d’Appello, a dimostrazione della loro effettiva rappresentatività della categoria, in una nota di ieri esprime tutto il proprio dissenso su come viene condotta questa lunga vertenza dal Governo e dalla Maggioranza Parlamentare.
<<Mentre il Ministro (Alfonso Bonafede, Movimento 5 Stelle) resta silente, prossimo a riferire in Parlamento del proprio operato, non ha mancato d’intervenire la Senatrice Valente (Valeria Valente, Partito Democratico), con esternazioni che lasciano sgomenti. Di quel testo, avverso cui Vincenza (Gagliardotto la Giudice onoraria in sciopero della fame che ieri è svenuta) lotta con i propri colleghi, la Senatrice (Valente) rimarca invece, assolutamente sorda e indifferente alle pesantissime critiche, la bontà. Un impianto, quello del DDL Valente/Evangelista (Elvira Lucia Evangelista, Movimento 5 Stelle) che, ripetiamo, è inaccettabile, definito reiteratamente illegittimo, inadeguato alle richieste della categoria e alle esigenze di efficienza del Sistema giustizia, violativo delle Direttive europee e delle sentenze della Corte di Giustizia.
Gravissimo è che in un momento unico, dove il comparto giustizia così male amministrato rischia di bloccare l’accesso ai fondi europei, la Senatrice insista con un testo a finanza invariata, che insulta 5mila magistrati – non passanti occasionali prestati alle aule, bensì magistrati europei – mantenendoli privi delle tutele che spettano a ogni lavoratore e centellinando loro le risorse, invece generosamente spese ovunque per interventi, in alcuni casi, finanche avversati dalla Commissione europea. E, siccome non pare esserci limite al peggio, la Senatrice ipotizza di trasfondere il proprio testo in un decreto legge, senza immettere un solo euro, distribuendo a caso le risibili risorse mai implementate, come la classica coperta troppo corta, qui praticamente un fazzoletto, mantenendo il trattamento a cottimo, col canonico gettone lordo pari a 98 euro, ma per 8 ore di servizio, anziché le attuali 5 ore!
Questa è la risposta che il Governo riserva a un servitore dello Stato accasciatosi nell’espletamento dei propri doveri istituzionali, deprivare 5mila lavoratori della dignità quali cittadini, della garanzia d’indipendenza e dei diritti giuslavoristici quali magistrati europei, un impegno a senso unico teso solo allo sfruttamento.
Chiediamo e chiederemo senza retrocedere di un passo la decretazione d’urgenza che, in pochissime e chiare lettere, riconosca ai magistrati precari in servizio le tutele giuslavoristiche loro spettanti di diritto e una retribuzione che ne garantisca, nell’esercizio delle funzioni, indipendenza e serenità, condizioni indispensabili per il rispetto dello Stato di diritto, conforme alle sentenze eurounitarie e all’illuminato e dirimente monito formulato dal Presidente della Corte Costituzionale, affinché si accantonino tombalmente le attuali disposizioni discriminatorie.
L’irragionevole contingentamento orchestrato dai tecnocrati che hanno redatto la Legge 57/2016 e il successivo D.lgs. 116/2017, pensando di mascherare con tale limitazione il precariato giudiziario ed eludere i correlati obblighi retributivi e previdenziali, è stato congegnato senza neppure comprendere che, in tal modo, si stava consegnando la giurisdizione ordinaria al default certo.
Rifiuteremo ogni ipotesi di normazione emergenziale che non includa l’immediato riconoscimento di tutele economiche e lavoristiche adeguate, che persista nell’indecoroso solco tracciato dalla Orlando (Andrea Orlando, nei precedenti Governi di centrosinistra ministro della Giustizia, Partito Democratico), così come ogni escamotage per perdere tempo, tentare di evitare la paralisi egli Uffici giudiziari costringendo 5mila lavoratori a permanere nello status quo, attraverso rinvii della stessa riforma Orlando: sarebbe come far scorrere in avanti una corda strangolatrice, non accetteremo che sia il nostro collo quello carezzato dal nodo scorsoio>>.
Nell’immagine di copertina: il soccorso alla Giudice onoraria del Tribunale di Palermo, Vincenza Gagliardotto, dopo che si era sentita male svenendo per il prolungato sciopero della fame in segno di protesta contro l’annosa precarizzazione della propria categoria; e la manifestazione con astensione dalle udienze dei Giudici e Magistrati onorari innanzi al Tribunale di Roma.
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