Applausi scroscianti per la Tosca – affidata alla regia di Carlo Antonio De Lucia e alla direzione musicale di Carlo Palleschi, andata in scena ieri sera al Vittorio Emanuele. In replica domenica 5 marzo.
V
ideo, intervista al regista Carlo Antonio De Lucia.
Attesa sin dallo scorso anno – in cui era prevista originariamente la programmazione – la Tosca, prodotta dall’E.A.R. Teatro di Messina, riempie finalmente il Vittorio Emanuele.
Dopo il successo delle prove generali di giovedì aperte agli studenti, rimasti colpiti ed emozionati, l’opera lirica si dona a tutto il suo pubblico.
L’opera in 3 atti di Giacomo Puccini, ispirata al dramma di Victorien Sardou, dal 1900 continua a conquistare gli animi di appassionati e non, per la modernità delle sue atmosfere musicali, sempre arricchita, però, dalle numerose citazioni classiche, soprattutto a Verdi e al suo Otello.
La nuova produzione del Teatro di Messina, con l’allestimento di Opera Production C.D. GmbH – Austria, affidato alla regia di Carlo Antonio De Lucia valorizza pienamente l’anima dell’opera, mantenendone la sua identità precisa ed evidenziandone la modernità, per mezzo del lavoro attento del video designer Matthias Schnabel, del light designer Giuseppe Calabrò e delle scene di Daniele Piscopo.
Carlo Palleschi (di ritorno al Vittorio Emanuele dopo il successo de “La Traviata”), ha evidenziato tanto l’energia quanto la dolcezza melodica intrinseca dell’opera.
Il Maestro Carlo Palleschi dirige l’Orchestra del Teatro Vittorio Emanuele , il Coro Lirico “Francesco Cilea” diretto da Bruno Tirotta (presente anche nella produzione della Tosca messinese del 1999) e il Coro di Voci Bianche “Bianco Suono” diretto da Agnese Carrubba (anche loro di nuovo sul palco dopo la “Carmen”, prodotta dal Teatro nel 2018).
La passione, il dolore, la tenerezza e il dramma di Tosca vengono interpretate da un cast d’eccellenza: Diana Lamar, divina e sopraffine nel ruolo di Tosca; Stefano Secco, protagonista della lirica internazionale, nel ruolo di un Mario Cavaradossi eccellente; vigoroso, il baritono ucraino Vitaliy Bilyy come interprete barone Scarpia. Molto apprezzati anche gli artisti Lorenzo Barbieri nei ruoli di Cesare Angelotti e di un carceriere; Davide Scigliano come Spoletta, Alessio Verna il sagrestano/Sciarrone, e Sofia Ciuffo nel ruolo di un pastorello.
“La Tosca è un “prodotto sferico”, non si basa sulla singola performance o su un elemento rispetto all’altro. La sua forza sta nella sinergia fra le parti che la compongono, nella loro unione varia e piena di sfumature”, ha dichiarato in conferenza stampa il regista.
Questa circolarità virtuosa si sviluppa su due livelli diversi. Da una parte, vi è l’omaggio all’opera classica, nel pieno rispetto della scrittura di Puccini e dell’intenzione dei librettisti Giuseppe Giacosa e Luigi Illica; dei codici e dei significati di Tosca; dei suoi temi, dal rapporto Stato e Chiesa al gioco della Storia e del potere, su tutti i quali, però, la primazia è sempre quella del sentimento, dell’aspetto emozionale.
Dall’altra parte, la materializzazione concreta di quanto espresso nello spartito, di tutti i suoi aspetti e della potenza dei loro sentimenti, attraverso il lavoro di video mapping.
Due livelli che mettono idealmente in moto la rappresentazione e che, nel contempo, ne costruiscono concretamente l’allestimento. Nell’avanscena, infatti, la vicenda avanza fedelmente alle indicazioni del libretto e alle sonorità pucciniane; da metà palco, invece, la narrazione musicale è riempita da video e immagini. L’ausilio dei mezzi tecnologici di video mapping dà materia e forma alle emozioni, ai sentimenti dei personaggi e al loro sviluppo.
Il pubblico, piuttosto numeroso, ha lungamente applaudito tutta la compagnia artistica, riservando il successo più caloroso a Diana Lamar che ha interpretato una pregevole Tosca sia dal lato vocale sia da quello scenico.
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