14 politici stabiesi rischiano l’incandidabilità per le frequentazioni e parentele con boss stabiesi: sono l’ex sindaco Cimmino, 5 assessori e 8 consiglieri.
14 politici stabiesi rischiano l’incandidabilità
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aetano Cimmino, Fulvio Calì, Antonio Cimmino, Antonella Esposito, Sabrina Di Gennaro, Giovanni Russo, Emanuele D’Apice, Annamaria De Simone, Lello Tito, Barbara Di Maio, Enza Maresca, Eutalia Esposito, Francesco Iovino, Giovanni Nastelli.
Sono questi i politici che il 5 Luglio dovranno comparire davanti alla prima sezione civile del Tribunale Di Torre Annunziata.
L’Avvocatura dello Stato illustrerà i motivi della richiesta di incandidabilità e gli avvocati difensori dei politici potranno eventualmente presentare le proprie memorie difensive.
Da specificare che nell’atto notificato dal Tribunale oplontino non viene citato nessun riferimento alle eventuali responsabilità dei politici nei fatti che hanno portato allo scioglimento del comune stabiese per infiltrazioni camorristiche, ma mette in rilevanza i legami parentali e confidenziali con diversi esponenti della malavita locale.
Per farla in breve, l’accusa, nonostante non siano state rilevati collegamenti tra l’assegnazione degli appalti finiti nel mirino dei commissari prefettizi e la responsabilità della politica, sostiene che la fitta rete di parentele e frequentazioni abbia favorito l’ingresso della camorra a Palazzo Farnese.
Nello specifico Gaetano Cimmino è coinvolto per le frequentazioni con la famiglia De Iulio; Fulvio Calì e Giovanni Russo per aver avuto contatti con imprenditori finiti in inchieste di Antimafia; Antonio Cimmino, Sabrina Di Gennaro e Antonella Esposito, poiché durante il loro assessorato sono stati assegnati appalti dove lavorano loro stretti parenti o nelle quali avevano lavorato prima di assumere l’incarico politico; gli 8 consiglieri comunali, Annamaria De Simone, Emanuele D’Apice, Barbara Di Maio, Lello Tito ed Enza Maresca, Eutalia Esposito, Francesco Iovino, Giovanni Nastelli per parentele dirette o indirette o frequentazioni con boss della camorra stabiese, o per collegamenti con parenti gravati da precedenti penali o finiti in inchieste giudiziarie.
Vivicentro già vi aveva parlato di questi collegamenti
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Francesco Iovino e quell’incontro con Bellarosa
Dalle indiscrezioni del quotidiano Metropolis, Augusto Bellarosa (considerato l’ambasciatore dei D’Alessandro per gli affari con la politica) nella sua auto, con un suo parente, si sarebbe incontrato, in piena campagna elettorale, con un esponente del Pd.
Era il 2013, alla corsa per la poltrona di palazzo Farnese competeva per il Pd Nicola Cuomo, poi vincitore al secondo turno ai danni del centrodestra, capitanata da Antonio Pentangelo.
Durante il colloquio, durato pochi minuti, l’esponente democratico richiedeva al Bellarosa conferma sull’avvenuta consegna del materiale necessario per la compagna elettorale. Il Bellarosa conferma.
Il tutto è stato intercettato a loro insaputa dai carabinieri di Castellammare di Stabia tramite una cimice installata nell’auto del ras di Scanzano.
Il nome dell’esponente del PD è quello dell’ex consigliere comunale Francesco Iovino (non indagato), delfino di Mario Casillo, capogruppo DEM alla regione, comparso insieme a Gennaro Iovino, padre di Francesco, nell’inchiesta Olimpo.
Ricorso scioglimento: oggi la prima udienza a Roma
E’ in programma oggi a Roma la prima udienza sul ricorso presentato dal sindaco Gaetano Cimmino ed altri componenti della sua amministrazione contro il provvedimento del Ministro dell’Interno Lamorgese che ha decretato lo scioglimento del comune stabiese per infiltrazioni camorristiche.
Gli avvocati Angelo Clarizia e Domenico Siniscalchi puntano a smontare la ricostruzione fatta dai commissari prefettizi basandosi sulla non individuazione di responsabilità dirette da parte degli amministratori della giunta stabiese nelle procedure ritenute viziate dalla commissione d’accesso.
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A cura di De Feo Michele / Redazione Campania
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