Piemontese, avvocato, parlamentare, assessore, ma i voti erano della ndrangheta

Visite : 0Assessore ai diritti civili della Regione Piemonte ed esponente di Fratelli d’Italia, arrestato...

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Assessore ai diritti civili della Regione Piemonte ed esponente di Fratelli d’Italia, arrestato in un’inchiesta con l’accusa di voto di scambio.

Otto misure di custodia cautelare in carcere, tra cui anche Roberto Rosso, assessore ai diritti civili della Regione Piemonte ed esponente di Fratelli d’Italia, nell’ambito di un’inchiesta sulla ’ndrangheta che ipotizza anche il voto di scambio.

“Secondo le risultanze delle indagini Roberto Rosso è sceso a patti con i mafiosi. E l’accordo ha avuto successo” ha detto Francesco Saluzzo, Procuratore generale del Piemonte. Aveva trovato un accordo con la ’ndrangheta per ottenere un “pacchetto di voti” in cambio di 15 mila euro: di queste somme concordate con gli intermediari delle cosche, Rosso ne versò poco meno di 8 mila, in due tranche da 2900 e 5000 euro.

Gli investigatori hanno documentato anche con immagini e diversi incontri tra Rosso e alcuni presunti boss, tra cui Onofrio Garcea, esponente del clan Bonavota in Liguria, anche in piazza San Carlo a Torino.

Roberto Rosso, assessore ai Diritti civili della Regione Piemonte, è stato a lungo parlamentare di Forza Italia, per cui all’inizio degli anni ’90 è stato candidato sindaco di Torino, di recente era passato in Fratelli d’Italia.

“Roberto Rosso ha aderito a Fratelli d’Italia da poco più di un anno. Apprendiamo che stamattina è stato arrestato con l’accusa più infamante di tutte: voto di scambio politico-mafioso. Mi viene il voltastomaco. Mi auguro dal profondo del cuore che dimostri la sua innocenza, ma annuncio fin da ora che Fratelli d’Italia si costituirà parte civile nell’eventuale processo a suo carico. Ovviamente, fin quando questa vicenda non sarà chiarita, Rosso è da considerarsi ufficialmente fuori da FdI” ha affermato la leader di FdI Giorgia Meloni.

Roberto Rosso ha già rassegnato le dimissioni da assessore della Regione Piemonte. Secondo quanto si apprende da ambienti politici, la lettera è stata firmata in carcere ed è nelle mani del governatore del Piemonte Alberto Cirio.

Adduso Sebastiano

Piemontese, avvocato, parlamentare

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