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Pescara – V. Lanciano: la storia di un derby a senso unico

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                                                                                                                Non c’è stata storia nel derby d’Abruzzo

I

l risultato di 4 – 0 maturato sul campo, rende perfettamente l’idea sulla storia del match tra Pescara e Lanciano, da molti non accreditato come derby, sebbene la geografia attesti che entrambe le formazioni rappresentano due comuni della stessa Regione: L’Abruzzo.

Derby o non derby, il verdetto del campo è stato inappellabile: di quelli che ti lasciano riflettere. Un Lanciano irriconoscibile, praticamente mai pervenuto, si è fatto prendere letteralmente a “pallate” dalla formazione Dannunziana, in una gara dove il Delfino ha veramente messo alla frustra i malcapitati cugini.

I motivi di questo, per certi versi clamoroso blackout, sono veramente difficili da spiegare. Nemmeno il tecnico dei frentani, Primo Maragliulo, è riuscito al termine dal match a dare numi in merito. Proviamo, allora, noi ad azzardare qualche ipotesi. La squadra rossonera avrebbe dovuto giocare la partita della vita contro il Pescara, ed, invece, si è trovata completamente in balìa dell’undici di Massimo Oddo, che ha maramaldeggiato per tutta la gara al cospetto della formazione rossonera, disattenta e vulnerabile in tutti i reparti. Dal naufragio generale dei frentani, l’unico a salvarsi è Di Francesco, generoso e mai domo. Cragno non ha particolari responsabilità sulle 4 reti, ma dare la sufficienza ad un portiere che in una gara si vede servito un poker, ci pare eccessivo.

Cosa è successo? La squadra della famiglia Maio, forse, ha accusato il colpo dopo la stangata di 5 punti inflitta dal Giudice sportivo? La partita era troppo importante ed i frentani hanno sofferto di ansia da prestazione? Le “scorie” della gara contro l’Avellino dove  qualche episodio arbitrale ha, forse, penalizzato i rossoneri non erano state del tutto smaltite? O cos’altro?

Per noi rimane complesso spiegare questa clamorosa dèbacle, al cospetto di un avversario sicuramente di grandissima caratura, ma che ha dimostrato di avere dei punti deboli nel corso della stagione. Il tutto visto e considerato che la squadra di Maragliulo ha giocato in questo torneo alla pari contro formazioni del calibro di Cagliari e Crotone, già promosse in serie A, e dello stesso Novara, battuto al “Biondi.” Il gap esistente tra la due formazioni  abruzzesi è veramente quello visto in campo? Ai posteri l’ardua sentenza.

I tanti interrogativi da noi sollevati, non serviranno certo a cambiare la situazione in casa frentana, che ora si fa veramente delicata. La squadra rossonera accusa 3 punti di ritardo da Modena, Latina e Salernitana, tutte formazioni appaiate al quartultimo posto in classifica. Questo significa che i frentani non sono più padroni del loro destino, ma che oltre sulle proprie vittorie dovranno anche contare sulle “disgrazie” altrui, per potere sperare in una salvezza che a questo punto avrebbe del miracoloso. Questo, tutto il popolo frentano generosamente accorso in quel di Pescara, lo sa molto bene.

Chi, invece, è diventato padrone del suo destino, è gioisce per la conquista momentanea del terzo posto, è il Pescara di Massimo Oddo, che si è detto soddisfatto della prestazione dei suoi ragazzi. Chissà se si sarebbe mai aspettato un Lanciano così sottotono. La formazione biancazzurra ora è attesa da 2 classici testa – cosa, dal momento che dovrà affrontare prima al “Braglia” il Modena, e, poi, in casa il Latina: entrambe le formazioni sono in lotta per retrocedere. Con due successi la squadra del Delfino si garantirebbe l’accesso a les barrages come squadra meglio classificata. Un vantaggio non da poco. Anche il popolo pescarese lo sa molto bene.

Mancano 180’ alla fine di questo campionato: ancora poco, e sapremo il destino delle due compagini abruzzesi che militano in cadetteria. Almeno per quel che riguarda la stagione regolare. Anche se qualcosa già si è delineato dopo il posticipo di domenica pomeriggio.

CHRISTIAN BARISANI

 


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