Marcello Bruzzese ucciso a Pesaro era fratello di un pentito ed era sotto protezione. In azione due killer incappucciati, su vittima 30 colpi calibro 9.
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a pista privilegiata dagli investigatori per l’uccisione di Marcello Bruzzese, 51 anni, fratello di un collaboratore di giustizia che era già scampato a un agguato nel 1995 a Rizziconi in provincia di Reggio Calabria, agguato in cui morirono il padre e un cognato, è quella di omicidio di stampo ndranghetista.
Bruzzese, che si trovava Pesaro proprio perché sotto un programma di protezione speciale, è stato ucciso verso le 18:30 nel garage sotto casa sua, in una stradina del centro storico di Pesaro, da due Killer incappucciati che gli hanno scaricato addosso una trentina di colpi di arma automatica calibro 9.
Marcello Bruzzese non aveva cambiato nome e viveva con uno stipendio messo a disposizione dal ministero dell’Interno ed era conosciuto solo di vista da alcuni residenti che lo descrivono come una persona gentile e riservata. Nella notte tutti gli altri familiari del collaboratore Girolamo Biagio Bruzzese sono stati portati in rifugi sicuri.
Nella notte c’è stato un vertice in tribunale, al quale hanno partecipato il capo della procura pesarese, Cristina Tedeschini, i sostituti procuratori Fabrizio Narbone e Maria Letizia Fucci e Daniele Paci, della Dda di Ancona: un pool di magistrati per andare a fondo su autori, mandanti e movente dell’omicidio.
I carabinieri sono al lavoro sulla raccolta delle testimonianze: un’attività complessa perché il delitto sembra non aver avuto testimoni diretti. L’analisi delle telecamere, poste ai varchi della zona a traffico limitato, potrebbe dare qualche indicazione in più agli inquirenti.
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