Il mese di maggio ha visto improvvisamente diminuire l’occupazione permanente colpendo entrambi i sessi particolarmente la fascia tra i 25 e i 49 anni.
Lo ha reso noto l’Istat, che ha spiegato come “dopo la forte crescita registrata tra febbraio e marzo e la sostanziale stabilità di aprile, a maggio 2022 il numero di occupati è sceso sotto i 23 milioni per effetto della diminuzione dei dipendenti permanenti“.
Complice anche il quadro economico imprevedibile nonché le difficoltà legate alla carenza di materie prime e al rialzo dei prezzi energetici.
A diminuire sono stati: i rapporti stabili a tempo indeterminato in un solo mese in particolare l’occupazione nella fascia tra i 25 e34 anni, seguita dai 35 e 49enni.
L’Istituto ha evidenziato che l’occupazione è salita per gli autonomi (+33 mila), i dipendenti a termine, i lavoratori sotto i 25 anni e gli ultracinquantenni.
Maggio: 49 mila occupati in meno
Rispetto ad aprile, ci sono stati anche 44mila disoccupati in meno. Il tasso di disoccupazione è sceso all’8,1%. In Europa l’Italia si attesta al 6,6%. Tuttavia sono in risalita gli inattivi, più 48mila persone in un mese, che dimostrerebbe una sorta di scoraggiamento nella ricerca del lavoro.
Più articolata la situazione al di sotto dei 25 anni ove l’occupazione è salita con un più 34mila occupati, presumibilmente ciò collegato all’avvio della stagione turistica che tutti i dati riportano come in buona ripresa.
Di contro il tasso di disoccupazione giovanile rimane ancora elevato, 20,5% seppure in miglioramento, tanto che l’Italia è tra gli ultimi nella classifica dell’area UE, peggio fa solo la Grecia con 36,8%, Spagna con 27,1% e, improvvisamente la Svezia con il 21,9%. Mentre rimane al primo posto con un basso indice di disoccupazione giovanile la Germania con un 5,3%.
Un altro campanello d’allarme era stato dato dall’Inps sempre a maggio poiché la CIG (Cassa Integrazione Guadagni, un istituto previsto dalla legislazione italiana consistente in una prestazione economica, erogata dall’INPS a favore dei lavoratori sospesi dall’obbligo di eseguire la prestazione lavorativa o che lavorino a orario ridotto) risultava in crescita del 19,8%).
Inoltre i contratti a termine sono aumentati nello stesso mese di 14mila unità rispetto ad aprile, più 258mila nell’anno, tanto che risultano complessivamente 3.176.000, il numero più alto dalla statistica del 1977.
Confcommercio e i Sindacati hanno espresso preoccupazione per questa parziale battuta di arresto nel mercato del lavoro. Insomma, si fa notare: non basta dire ci pensa il Pnrr a creare occupazione, Politica e Governo devono spingere l’occupazione.
Metti “mi piace” alla nostra pagina Facebook! – / Sebastiano Adduso / Redazione
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