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Castellammare di Stabia

Libia, il governo: le basi degli scafisti non saranno colpite

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Il premier Serraj: non sarebbe una soluzione. E il suo ambasciatore a Roma spiega che non verrà permesso l’intervento della flotta europea nelle acque territoriali. Dove ogni giorno i migranti affogano senza possibilità di soccorso

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rima la Libia, poi i migranti. Nonostante le stragi, nonostante l’ondata di corpi che si riversa sulle spiagge del Mediterraneo, il governo unitario non intende permettere interventi stranieri nelle sue acque territoriali. E dice no alle azioni della flotta europea per colpire le basi degli scafisti. Fayaz Serraj, presidente dell’esecutivo voluto dalle Nazioni Unite, ha dichiarato che “distruggere le imbarcazioni dei trafficanti nei porti libici non sarebbe una soluzione”. Il problema – ha aggiunto – va risolto nei Paesi da cui partono i migranti.

Ancora più esplicito l’ambasciatore a Roma Ahmed Elmabrouk Safar, che ha sottolineato il punto di vista del governo di Tripoli: “Invitare forze navali straniere nelle acque libiche potrebbe essere visto come un importante progresso per diminuire il numero di persone che attraversano il Mediterraneo, ma in questo momento aiuterebbe a unificare la Libia?”.
Secondo il diplomatico, adesso è più importante trovare una “soluzione a lungo termine”: costruire consenso intorno all’esecutivo Serraj e ristabilire la sicurezza nell’intero Paese, superando le divisioni tra milizie e soprattutto i contrasti con il Parlamento di Tobruk che controlla la Cirenaica e non ha riconosciuto il governo unitario.

Le autorità di Tripoli quindi non chiederanno di estendere l’attività della flotta europea nella acque territoriali, né le permetteranno di colpire i rifugi dei trafficanti ma si limiteranno a domandare assistenza per addestrare la nuova guardia costiera libica. Un progetto già avviato, che comunque richiederà almeno quattro mesi prima di potere avere mezzi ed equipaggi libici in azione. E nel frattempo?

I naufragi della scorsa settimana, in cui hanno perso la vita più di ottocento persone, sono avvenuti a ridosso o all’interno delle acque territoriali libiche. Nonostante il rapido intervento delle navi militari italiane ed europee, non è stato possibile soccorrere tutti i migranti: a morire sono stati soprattutto i più deboli. Tra i 117 corpi recuperati sulle spiagge, 70 erano di donne e cinque di bambini.

vivicentro.it/cronaca –  repubblica/Libia, il governo: le basi degli scafisti non saranno colpite GIANLUCA DI FEO


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