Juve Stabia, la sconfitta di Pagani fa emergere una serie di considerazioni in negativo: le Vespe hanno dimostrato di non adeguarsi mai al campo pesante del “Marcello Torre” ed hanno ancora una volta sperperato almeno tre occasioni da gol nitide che potevano dare ben altro esito al match confermando la scarsa vena realizzativa sotto porta.
JUVE STABIA POCO OPERAIA E TANTO SPRECONA.
A Pagani la Juve Stabia non si è mai adeguata al campo ai limiti della praticabilità del “Marcello Torre”. Piuttosto che concentrarsi sulla conquista delle seconde palle e nell’attacco alla profondità con lanci lunghi a scavalcare il centrocampo per trovare direttamente gli attaccanti e tentare la via della rete, la squadra di mister Sottili, che pure aveva fatto bene finora con 11 punti nelle ultime 6 gare prima di Pagani, ha continuato nel cercare il fraseggio stretto palla a terra con un giro palla che quasi mai riusciva grazie alle condizioni pietose del terreno di gioco sottoposto alla tantissima pioggia caduta.
In questo modo la Juve Stabia si è dimostrata poco operaia a differenza della Paganese che viceversa ha intrepretato nel migliore dei modi la partita e alla fine ha portato via con merito i 3 punti proprio per essersi calata meglio nella battaglia e nella vera e propria lotta fisica che serviva nell’acquitrino di Pagani.
U
n ruolo fondamentale lo hanno giocato anche le diverse motivazioni. Mentre per la Juve Stabia un eventuale risultato positivo era la continuazione di un periodo positivo con 8 punti conquistati nelle ultime 4 gare, per la Paganese invece si trattava di una gara molto importante dopo 4 sconfitte consecutive e una sola vittoria nelle ultime 6. Lo stesso tecnico della Paganese, Grassadonia, apparso determinatissimo nella conferenza post-gara, ha confermato la rabbia agonistica dei suoi falcidiati da tante assenze e addirittura nelle ultime settimane con problemi anche a raggiungere 10-11 elementi per svolgere gli allenamenti a causa dei tanti infortuni.
A tutto ciò la Juve Stabia ha aggiunto in negativo anche il suo vero tallone d’Achille: l’assoluta mancanza di cattiveria sotto porta e le tante occasioni create puntualmente sperperate in zona gol. Anche a Pagani Juve Stabia in versione natalizia e tre occasionissime gettate alle ortiche di cui due con Panico (la prima un vero rigore in movimento) e la terza con Caldore che incredibilmente ha messo alto sulla traversa a porta vuota con Baiocco uscito a farfalle nell’occasione.
Inoltre la Juve Stabia ha confermato più volte in questo campionato, a parte il gran gol di Bentivegna su punizione contro il Taranto, di essere una squadra che non segna quasi mai su calcio piazzato. E si sa quanto nel calcio moderno sia importante saper sfruttare le palle inattive, cosa che quest’anno non appartiene al dna delle Vespe.
Imperativo categorico ora per le Vespe è quello di voltare immediatamente pagina e dimenticare Pagani concentrandosi sui prossimi impegni. I playoff sono ad un solo punto di distanza ma è bene guardarsi anche alle spalle con la zona playout distante solo 6 punti e con un Potenza, prossimo avversario delle Vespe, impelagato in piena zona playout che ha già fermato la rivelazione Turris e che di sicuro non verrà a regalare niente al “Menti” sabato prossimo. Cercando soprattutto di limitare al minimo sia in difesa che in attacco gli errori che stanno minando il percorso della Juve Stabia.