Guardia di Finanza Trieste e Napoli: fatture false nel commercio di prodotti petroliferi, sequestri per oltre 53 milioni di euro.VIDEO e INTERVISTA
Guardia di Finanza Trieste e Napoli: sequestri per oltre 53 milioni di euro
Le Fiamme Gialle di Trieste e Napoli, coordinate dalla Procura della Repubblica partenopea,
hanno dato esecuzione a un sequestro preventivo finalizzato alla confisca “per equivalente”
di beni del valore di oltre 53 milioni di euro nei confronti di cinque soggetti, ritenuti
responsabili di una frode fiscale nel settore della commercializzazione di carburanti per
autotrazione.
Accertata maxi-evasione fiscale
L’attività investigativa, avviata dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria del capoluogo
friulano, ha consentito di accertare una maxi evasione fiscale posta in essere da una nota
società campana operante nel commercio di prodotti petroliferi, la PETROLIFERA ITALIANA
S.r.l., la quale avrebbe effettuato fittizie cessioni di carburante alle società fantasma Antony
Group di Testa Antonio, Perfetto Deposito di Perfetto Abele, Cera Deposito di Ceraso
Carmine, Cm di Castellano Marcello, Barca Deposito di Barca Raffaele, Auletta Group di
Auletta Giuseppe, Mezzopieno S.r.l., Rall Group S.r.l., Sammarco S.r.l., Company Group
S.r.l., G.C. Trading S.r.l., Vincent Group di Petrucci Vincenzo, per oltre 146 milioni di euro
evadendo in tal modo l’Imposta sul Valore Aggiunto per circa 33 milioni di euro.
In aggiunta, per lo stesso anno d’imposta, la dichiarazione dei redditi non risulta essere mai
stata presentata, con conseguente evasione dell’IRES quasi 20 milioni di euro.
La Ricostruzione delle Fiamme Gialle
Secondo la ricostruzione operata dalle Fiamme Gialle, la Petrolifera Italiana si sarebbe
collocata al centro di un folto gruppo di imprese fantasma dislocate sull’intero territorio
nazionale.
I titolari di fatto dell’azienda, grazie alla loro pluriennale esperienza nel settore degli oli
minerali, avrebbero venduto milioni di litri di prodotti energetici a società cartiere fittiziamente
dichiaratesi “esportatori abituali” che proprio in virtù di tale falso status, potevano acquistare i
prodotti senza applicazione dell’I.V.A.
Successivamente, le società fantasma, rivendevano gli stessi prodotti applicando l’IVA al
cliente finale senza poi versarla all’Erario (meccanismo fraudolento tipico della cd. “frode
carosello”).
Per effetto delle condotte ipotizzate, la PETROLIFERA ITALIANA S.r.l. avrebbe negli anni
assunto una posizione assolutamente dominante sul mercato ponendo in essere una
concorrenza sleale con grave nocumento non solo per l’Erario, ma anche per le aziende del
settore che operano nella legalità.
Intervista al Col. t.SPEF Leonardo Erre, Comandante Nucleo PEF Trieste
Stéphanie Esposito Perna / Redazione Campania