Il suo pensiero
Scrive Antonio Corbo nel suo editoriale per La Repubblica: “Il Napoli entra con mezz’ora di ritardo, prima esaltato dalla cascata di sospetti elogi di Guardiola, poi spaventato assiste al prepotente avvio del Manchester City. Quasi si rivede nel gioco degli inglesi: proprio vero, le due squadre hanno lo stesso modello di calcio, con ostinato possesso palla, triangoli veloci, scambi di posizione e di gioco, con qualche pregio in più per il City, che ha cinica ampiezza, ed arriva al tiro con 5, massimo 6 passaggi. Il Napoli ne ricama anche 14. Che il Napoli non sia quello della prima mezz’ora lo dimostra, e come: basta attendere. Ribalta la scena. Reagisce anche allo choc del rigore sbagliato da Mertens. Con un profondo respiro tradisce la sua insicurezza. E si capisce da come calcia. È un colpo di zappa nel terreno. Perché si è preso il compito, senza essere pronto? Una serata difficile per lui. Con tante corse a vuoto. Gli darà una lezione il giovane Diawara, che si assume la responsabilità di battere il secondo rigore, con la severità dell’uomo senza età, non conta l’età se si ha coraggio ed un passato fatto di sacrifici e sogni. I risvolti psicologici sono determinanti in una sfida come questa, se il City non ti aggredisce all’inizio, ti avvilisce, giocando quasi da solo, la sua grandezza è la normalità, nessuno poteva immaginare che soffrisse tanto nel finale. Non dà punti di riferimento chiedendo alla prima punta Gabriel Jesus movimenti orizzontali, sulle fasce scivola veloce perché Sanè è di infinito talento e a sinistra fa soffrire Hysaj, sulla destra opera Sterling che merita anche il secondo gol quando scende con la scorta di Walker.
Lascia un commento