Castellammare – Pompei, si tratta di un’impresa che operava nel settore del mercato dei fiori
Castellammare – Pompei, sequestrata impresa della camorra
a href="https://vivicentro.it/senza-categoria/castellammare-nella-scuola-media-in-primo-piano-la-lotta-al-bullismo/">Castellammare – Pompei. Dal 2015, anno della costituzione, imponeva la sua “mediazione” agli storici operatori del “Mercato dei Fiori” (zona commerciale florovivaistica più importante del Sud Italia, che si estende tra Castellammare di Stabia e Pompei) costringendoli con minacce e pestaggi a non affidare più il trasporto e il facchinaggio ai singoli autotrasportatori. La società di intermediazione “Engy Service”, del valore di circa due milioni di euro, ritenuta dalla DDA di Napoli appartenente al clan Cesarano, è stata sequestrata oggi dalla Guardia di Finanza di Torre Annunziata in collaborazione con i carabinieri.
Definita dal gip una “impresa di camorra”, era amministrata da Antonio Martone e Giovanni Esposito (già in carcere), cognati del boss Luigi Di Martino, detto “o’ profeta” (detenuto al 41bis). Avvalendosi della forza intimidatrice del clan gestiva in monopolio la spedizione di fiori, bulbi e vasellame e lo scarico delle merci: chi non si adeguava veniva “punito” anche per mano di clan alleati ai Cesarano.
Definita dal gip una “impresa di camorra”, era amministrata da Antonio Martone e Giovanni Esposito (già in carcere), cognati del boss Luigi Di Martino, detto “o’ profeta” (detenuto al 41bis). Avvalendosi della forza intimidatrice del clan gestiva in monopolio la spedizione di fiori, bulbi e vasellame e lo scarico delle merci: chi non si adeguava veniva “punito” anche per mano di clan alleati ai Cesarano.Definita dal gip una “impresa di camorra”, era amministrata da Antonio Martone e Giovanni Esposito (già in carcere), cognati del boss Luigi Di Martino, detto “o’ profeta” (detenuto al 41bis). Avvalendosi della forza intimidatrice del clan gestiva in monopolio la spedizione di fiori, bulbi e vasellame e lo scarico delle merci: chi non si adeguava veniva “punito” anche per mano di clan alleati ai Cesarano.
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