Camorra: Otto i consiglieri comunali su cui si è soffermata la commissione d’accesso nella relazione che ha portato lo scioglimento della giunta stabiese per infiltrazioni.
F
rancesco Iovino, Giovanni Nastelli, Annamaria De Simone, Emanuele D’Apice, Barbara Di Maio, Lello Tito, Enza Maresca ed Eutalia Esposito. Sono questi i nomi finiti nella relazione della commissione d’acceso, 5 della maggioranza e 3 dell’opposizione.
Va precisato che nessuno di loro è coinvolto direttamente in illeciti o ad episodi di condotta illegale che vanno dal 2018 al 2021, ovvero dal momento dell’ingresso di Cimmino a palazzo Farnese fino al termine delle ispezioni ordinate dalla prefettura di Napoli.
Nella relazione della commissione d’accesso vengono esaminati i rapporti di parentela con esponenti della malavita locale e, per alcuni, inchieste che li hanno riguardati direttamente oppure attraverso loro familiari.
Per quanto riguarda Francesco Iovino (PD) si ricordano le vicende che hanno riguardato il padre, Gennaro Iovino, che insieme a Mario Casillo (consigliere regionale del PD) sono comparsi nell’inchiesta OLIMPO, che ha cominciato a far luce sulla riconversione dell’area Cirio.
I commissari prefettizi si sono soffermati su Giovanni Nastelli, consigliere della lista civica “Uniti per Stabia”, in particolare con il legame con il fratello Carlo, consigliere comunale tra il 2005 e il 2010, che fu coinvolto nell’ inchiesta “Gettonopoli” riguardante rimborsi ottenuti in modo illecito dai politici sulle commissioni elettorali.
Eutalia Esposito, primaria di Ginecologia del San Leonardo, viene menzionata per i rapporti familiari con esponenti del clan Cesarano e in particolare per l’ episodio dell’agguato subito da Raffaele Cafiero, alias “o mostro” il quale quando fu ferito viaggiava in auto con la dottoressa.
Sia Iovino che Nastelli hanno sostenuto Massimo De Angelis, sconfitto al primo turno. Mentre Eutalia Esposito ha appoggiato Andrea Di Martino.
5 invece i consiglieri della maggioranza.
Annamaria de Simone che viene menzionata per rapporti lontani di parentela del marito Carlo Carillo con esponenti del clan D’alessandro; Emanuele D’Apice coinvolto per via del padre Luigi (giggin o ministro), deceduto nel 2019, che negli anni 90 fu condannato nell’ambito di un processo riguardante il clan Cesarano; Lello Tito, imprenditore nell’ ambito delle scommesse, nominato per via del fratello Valerio che è finito sul registro degli indagati di un inchiesta riguardante un giro di scommesse; Enza Maresca citata per la parentela con la boss Pupetta Maresca, da poco deceduta; Barbara Di Maio coinvolta poiché cognata del boss Paolo Carolei.
L’augurio di tutti è che i legami tra tali soggetti e consiglieri comunali sia esclusivamente di sangue. Ma se così non fosse si delineerebbe un quadro inquietante. Dalle scorse inchieste giudiziarie emerge come la camorra abbia appoggiato esclusivamente il centrodestra, mentre dalla relazione della commissione D’accesso vengono citati, come già scritto, anche esponenti dell’opposizione. Verrebbe da pensare quasi che i clan camorristici rivali durante i periodi elettorali svolgano una competizione appoggiando candidati di liste e sindaci diversi, senza scegliere quindi esclusivamente una parte, ma entrando da più frazioni.
Così come un virus che circola invisibile nell’aria, sceglie e colpisce quei corpi che sono più deboli e assenti di difese. L’ unico vaccino è scoprire la verità.
Michele De Feo
Lascia un commento