50 anni sono i nuovi 30 per tutti ma non per la biologia della donna

I 50 anni sono i nuovi 30 per tutti . Ma per la biologia della donna continuano ad essere i “fatidici 50” con i suoi importanti cambiamenti.

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I 50 anni sono i nuovi 30 per tutti. Ma per la biologia della donna continuano ad essere i “fatidici 50”, con i suoi importanti cambiamenti. Vediamo, per tempo, come “agevolarli” e così prepararci a godere dei nostri nuovi trent’anni.

50 anni sono i nuovi 30 per tutti ma non per la biologia della donna

I cinquant’anni rappresentano per la donna un’età caratterizzata da importanti cambiamenti biologici, psicologici, relazionali e sessuali.

La menopausa, che coincide con il termine della fertilità della donna, non è una malattia ma un momento fisiologico della sua vita. Tuttavia in questo periodo della vita alcune donne accusano dei disturbi per i quali esistono cure e rimedi utili a garantire loro comunque una buona qualità di vita.

In genere si verifica tra i 45 ed 55 anni di età, ma non sono rare menopause precoci e tardive. Già alcuni mesi prima della cessazione delle mestruazioni si osservano alterazioni del ciclo mestruale (mestruazioni ravvicinate e abbondanti oppure più distanziate tra di loro). Nello stesso periodo le ovaie cessano la loro attività e, di conseguenza, diminuisce nel sangue la quantità degli estrogeni, cioè di quegli ormoni prodotti fino allora dalle ovaie.

Quando calano gli estrogeni la donna è più esposta al rischio di alcune malattie serie

La diminuzione degli estrogeni può provocare alcuni disturbi e sintomi, sia di natura neurovegetativa (vampate di calore, sudorazioni profuse, palpitazioni e tachicardia, sbalzi della pressione arteriosa, disturbi del sonno, vertigini, secchezza vaginale e prurito genitale), sia di natura psicoaffettiva (irritabilità, umore instabile, affaticamento, ansia, demotivazione, disturbi della concentrazione e della memoria, diminuzione del desiderio sessuale).

Le conseguenze più importanti del calo degli estrogeni sono: l’aumento del rischio cardiovascolare (infarto cardiaco, ictus cerebrale, ipertensione) e le patologie osteoarticolari, in particolare l’aumento dell’incidenza dell’osteoporosi. Fino alla menopausa, infatti, le donne hanno un rischio cardiovascolare inferiore a quello degli uomini perché gli estrogeni prodotti dalle ovaie garantiscono una minore quantità di colesterolo nel sangue. Le malattie cardiovascolari rappresentano, inoltre, la principale causa di morte per la donna in menopausa, superando di gran lunga tutte le forme di neoplasie, compreso il cancro della mammella.

Non dobbiamo inoltre sottovalutare l’aumento del peso corporeo, che si verifica in misura variabile in tutte le donne in menopausa e rappresenta un problema in più del 50% delle donne oltre i 50 anni. La carenza estrogenica condiziona, insieme all’età, un rallentamento del metabolismo in generale e aumenta l’appetito con una distribuzione del grasso corporeo “a mela”, cioè a livello della cintura, un sede tipica del sesso maschile, che comporta maggior rischio cardio-vascolare.

Cosa fare

La prevenzione delle complicanze cardiovascolari e osteoarticolari può essere messa in atto fin da subito. Come prima mossa occorre seguire un regime dietetico controllato.

Nella scelta degli alimenti è bene privilegiare quelli integrali, poiché più ricchi di fibra alimentare, vitamine e sali minerali. Il principio guida deve essere la varietà con moderazione, tagliando fuori i grassi in eccesso e i cibi troppo salati, bevendo almeno 25 ml di acqua per kg corporeo e privilegiando le spezie.

Per quanto riguarda il trattamento dei sintomi, è essenziale identificare una terapia appropriata e personalizzata in base alle esigenze della donna. Tra le varie terapie utili a risolvere i sintomi connessi alla menopausa, la terapia ormonale sostitutiva può essere d’aiuto e, contemporaneamente, proteggere nei confronti dell’osteoporosi e delle malattie cardiovascolari, se somministrata correttamente, dopo un accurato esame clinico della paziente. Il medico dovrebbe sempre valutare il rapporto rischio/beneficio quando prescrive una terapia alla donna con disturbi in menopausa, in modo da aiutare la donna stessa ad operare una scelta informata.

Per molte donne, infatti, un’appropriata terapia ormonale, pianificata e monitorata con cura, può aumentare la vita media e migliorare, in modo significativo, la qualità di vita degli anni postmenopausali. È infatti possibile rendere prevenibili le patologie cronico-degenerative, le loro complicanze e i tumori.

Alimentazione

Corretta alimentazione significa anche adattare la propria alimentazione al momento della vita che si sta attraversando. Nel corso della menopausa si verifica una diminuzione del fabbisogno calorico dovuta in parte alla riduzione del metabolismo basale e in parte ad una più frequente sedentarietà. Tutto ciò porta spesso ad un aumento di peso e ad una diversa distribuzione del grasso corporeo, che si accumula soprattutto a livello addominale.

Per mantenere sotto controllo il peso, è importante non solo ridurre il numero di calorie quotidiane, diminuendone l’apporto ma facendo comunque in modo che l’alimentazione sia varia e comprenda tutti gruppi alimentari principali.

Il principio guida deve essere la varietà con moderazione: ridurre i grassi, i cibi troppo salati, privilegiando gli alimenti integrali ricchi di fibra alimentare, la frutta e la verdura e l’olio extravergine d’oliva.

Prevenzione al femminile

Diabete. Dieta ricca di frutta, verdura e legumi, di alimenti a basso contenuto di grassi animali, ridotto uso di carni rosse, insaccati, formaggi, dolci e bevande zuccherate, limitato consumo di sale. Attività fisica: camminare almeno 30 min /dì, se possibile fare sport regolarmente, preferire i mezzi pubblici alla propria auto.

Osteoporosi. Per la prevenzione dell’osteoporosi un’alimentazione comprendente latte, cerali, frutta e verdura, proteine vegetali, pesce, olio extravergine d’oliva, basso apporto di grassi animali e zuccheri semplici e che garantisca un adeguato apporto di macro e micronutrienti, quale il calcio, è ottimale per il mantenimento dello stato di benessere dell’organismo e, di conseguenza, anche per il benessere scheletrico nelle diverse fasi della vita; è importante ridurre l’uso del sale poiché una eccessiva assunzione causa un aumento dell’escrezione urinaria di calcio.

Depressione. Colpisce cinque donne su cento. Non sottovalutare i sintomi: sentimenti di tristezza e sensazione di vuoto interiore, perdita di interesse e piacere, sensi di colpa e autosvalutazione, disturbi del sonno e dell’appetito, astenia e scarsa capacità di concentrazione. Quando ci si sente “depressi”, parlare con qualcuno di cui ci si fida può essere un primo fondamentale passo per iniziare ad affrontare il problema.

Prodotti del tabacco e alcol

Il fumo è “la prima causa di morte facilmente evitabile” in quanto causa di tumori di diversi organi e apparati cancro, malattie cardiovascolari e respiratorie. Anche se è già presente una patologia, smettere di fumare e di usare altri prodotti non da fumo è fondamentale per migliorare i sintomi, ridurre il rischio di recidive e di complicanza, consentire una migliore qualità della vita.

Ricorda: è sempre il momento di smettere! Esiste poi un rapporto tra il consumo di quantità anche moderate di alcol e l’insorgenza di tumore al seno.

COLLEGATA:

50 anni sono i nuovi 30 per tutti ma non per la biologia della donna / Cristina Adriana Botis / Redazione

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