15.8 C
Castellammare di Stabia

12 misure cautelari: operazione di Polizia contro le scommesse illecite online

LEGGI ANCHE

Dalle prime ore dell’alba, 150 uomini della Polizia di Stato sono impiegati nelle province di Palermo, Ragusa, Messina, Agrigento e Trapani per dare esecuzione, con l’operazione “Game Over II” all’ordinanza di applicazione di misure cautelari e reali emessa dal Giudice per le indagini preliminari di Palermo, su richiesta della “Sezione Palermo” della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura palermitana, nei confronti di 12 soggetti indagati, a vario titolo,  per il  reato di associazione per delinquere semplice, di illecite scommesse on line e intestazione fittizia di beni.

In particolare per l’associazione a delinquere vi è la seguente incolpazione provvisoria: “per essersi associati tra loro allo scopo di procedere sul territorio nazionale ad un’attività organizzata volta ad accettare e raccogliere, anche per via telematica, scommesse di vario genere illecitamente su siti internet appartenenti a società maltesi prive di concessioni in Italia da parte dei Monopoli di Stato, reiterando reati di esercizio abusivo di attività di gioco e scommesse di cui all’art. 4 c.4 bis Legge n. 401/89”, con l’aggravante, per cinque indagati, dell’art. 416 bis 1 c.p.,  per aver commesso il fatto avvalendosi della forza di intimidazione di cosa nostra.

L

A PRECEDENTE OPERAZIONE DELLA SQUADRA MOBILE DI PALERMO “GAME OVER” DEL 2018

La precedente Operazione della Squadra mobile di Palermo “Game Over” risale all’1l febbraio 2018 ed è stata la prima indagine in cui si svelarono gli affari di Cosa nostra nel settore delle scommesse irregolari. Furono eseguiti 31 arresti e scoperta una fitta rete di centri scommesse, estesa in varie regioni del Paese, al servizio della mafia, capaci di generare profitti per oltre un milione di euro al mese. Il vasto blitz della Polizia di Stato, coordinato dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo, vide impegnati più di 200 agenti del Servizio centrale operativo e della Squadra mobile di Palermo. Vennero contestati i reati di associazione mafiosa, riciclaggio, auto riciclaggio, trasferimento fraudolento di valori aggravato dal metodo mafioso, concorrenza sleale aggravata dal metodo mafioso, associazione per delinquere finalizzata alla raccolta abusiva di scommesse e alla truffa ai danni dello Stato, nonche’ smercio di stupefacenti.

LE CONDANNE DI QUEST’ANNO DELL’OPERAZIONE “GAME OVER” 2018

Il 26 ottobre di quest’anno la quarta sezione del Tribunale di Palermo ha condannato 15 persone, tra cui Benedetto Bacchi, il “re delle scommesse” al vertice dell’organizzazione criminale sgominata dalla Procura Antimafia con l’operazione “Game Over” del 2018, che aveva smantellato la rete di imprenditori e commercianti in affari con Cosa nostra per la gestione del business delle slot machine e delle scommesse. L’imprenditore – originario di Partinico, agli arresti domiciliari dopo essere stato a lungo in carcere – rispondeva a vario titolo di associazione mafiosa, estorsioni, riciclaggio, traffico di droga e concorso esterno ed è stato condannato a 18 anni, mentre i coimputati che rispondevano di reati minori hanno avuto pene comprese tra 4 anni e poco più di un anno. Gli imputati dovranno anche risarcire le parti civili. Il collegio presieduto da Riccardo Corleo ha anche sancito 9 assoluzioni. Dalle indagini era emerso il sistema con cui Benedetto Bacchi (che gestiva il bookmaker maltese B2875, con sede legale a Malta, ndr) stringeva accordi con i capi delle associazioni criminali dei quartieri di Palermo, che avrebbero imposto le loro imprese quali unici soggetti legittimati a gestire apparecchi da gioco e scommesse online. A Bacchi sono stati confiscati anche poco meno di 4 milioni che erano stati sequestrati al momento dell’arresto. Il collegio presieduto da Riccardo Corleo – entrato in camera di consiglio alle 11 di ieri mattina e uscito intorno all’una di stanotte – ha anche sancito 9 assoluzioni, accogliendo dunque parzialmente le richieste del procuratore aggiunto Salvatore De Luca e del sostituto Giovanni Antoci. All’inchiesta della squadra mobile del 2018 da cui è nato il processo “Game Over” aveva lavorato anche il sostituto Amelia Luise. Oltre ai 18 anni inflitti a Bacchi, i giudici hanno condannato Diomiro Alessi, Domenico Bacchi, Vito Alessio Di Trapani e Giuseppe Italo Pecoraro (tutti alla pena di 2 anni ciascuno), Maicol Di Trapani (2 anni e 8 mesi), Salvatore Ingrasciotta (3 anni), Antonio Pantisano Trusciglio (2 anni e 9 mesi), Alessandro Rosario Lizzoli (2 anni e 8 mesi), Francesco Lo Iacono (classe 1980, 4 anni), Maurizio Primavera (3 anni e 4 mesi), Fabio Lo Iacono (3 anni e 4 mesi, è difeso dall’avvocato Miria Rizzo), Francesco Lo Iacono (classe 1976, un anno e mezzo), Francesco Paolo Pace (3 anni e 4 mesi), Francesco Regina (un anno) e Antonio Grigoli (2 anni e 8 mesi). Gli imputati dovranno anche risarcire le parti civili, a cominciare dal Comune di Partinico (al quale è stata concessa una provvsionale di 30 mila euro) e il centro Pio La Torre (rappresentato dagli avvocati Ettore Barcellona e Francesco Cutraro), l’assocazione Antonio Caponetto, Sicindustria, Sos Impresa, Confcommercio, Confesercenti e Solidaria (7 mila euro di provvisionale ciascuno). Il tribunale ha infine scagionato da ogni accusa e dunque assolto: Agostino Chifari (difeso dall’avvocato Rocco Gullo), Maurizio Cossentino (difeso dall’avvocato Claudio Gallina Montana), Salvatore Galioto, Francesco Porzio (difeso dall’avvocato Paola Polizzi), Vincenzo Lo Curcio, Fabrizio Noto, Davide Schembri, Antonio Zicchitella e Giuseppe Grigoli.

Adduso Sebastiano

(le altre informazioni regionali le trovi anche su Vivicentro – Redazione Sicilia)


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Cittadella – Juve Stabia: La doppia faccia di Luca Pandolfi, dal flop a Castellammare al successo in Veneto

L'ex Juve Stabia affronta la sua vecchia squadra nel momento migliore della sua carriera, ma la memoria collettiva delle Vespe lo lega ad una stagione da incubo.
Pubblicita

Ti potrebbe interessare