Adelina: Sotto ci sono le mie ali, ci sono io che ho bisogno di volare

Alma Sejdini, Adelina, ce l’ha fatta a farsi sentire. Ha volato verso la vita eterna e si è salvata dalla grettezza umana. Ora non potranno più farle del male.

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Alma Sejdini, Adelina, ce l’ha fatta a farsi sentire. Ha volato verso la vita eterna e si è salvata dalla grettezza umana. Ora non potranno più farle del male. Il 27 a Roma Corteo Nazionale.

Adelina venne rapita adolescente dalla mafia albanese dedita al racket della prostituzione.

Picchiata, torturata, violentata e costretta a prostituirsi, un fenomeno vergognoso, una tratta umana delle peggiori, conosciuta e tollerata da decenni. La spostarono in Italia, su un gommone, cosicché potessero violentarla anche farmacisti, ragionieri, operai, partite iva e tanta altra brava gente che popola il nostro paese.

Se non era buona abbastanza la tagliavano e le mettevano del sale nella ferita.

Si stimano circa 120.000 Adeline schiave del racket della prostituzione, un giro d’affari di 4 miliardi l’anno per la mafia albanese su creature innocenti, violentate ogni giorno, segregate, picchiate, uccise ma molto richieste sul mercato del marciapiede italiano.

Adelina chiese aiuto al nostro Paese, attraverso le forze dell’ordine.

La convinsero a denunciare. Sapevano di condannarla a morte, sapevano che non sarebbe potuta tornare in Albania, né vivere mai più tranquilla. Avrebbero potuto aiutarla semplicemente, ma qualcuno ha fatto carriera sicuramente, sulla sua pelle.

Adelina denunciò, come le venne suggerito. Vennero arrestati 40 individui appartenenti alla razza albanese ed italiana, altri 80 vennero denunciati. Si scoprirono le modalità operative del racket, poi tutto tornò alla normalità.

Adelina non venne inserita in alcun programma di protezione come avviene per i testimoni o i collaboratori di giustizia e dopo averla usata biecamente, venne abbandonata dalle istituzioni.

Apolide, richiedeva da vent’anni, almeno la cittadinanza per il suo operato, per la sua costosa collaborazione con la giustizia.

Anche la famiglia la rinnego’ all’atto delle denunce. A lei, non restò che continuare a combattere. Combatte’ anche il cancro ed anche a quello seppe tenere testa fra mille difficoltà economiche e logistiche, fra i mille diritti negati. Una vera combattente.

Invalida al 100% era riuscita ad ottenere 235 euro al mese di pensione che rischiava di perdere per affermazioni erronee riportate nella sua pratica.

Vent’anni di porte sbattute in faccia, Vent’anni di colpevole menefreghismo di stato.

Accolta in trasmissioni nazionali per fare audience e poi lasciata ancora sola sul marciapiede, finché non l’hanno buttata fuori anche da lì.

Una donna sola, malata, delusa e tradita, che era scesa a Roma in cerca di Giustizia e di ascolto da Pavia. La civile Pavia dove nelle province chi spara e uccide viene difeso dalle istituzioni, fino a rappresentare egli stesso la giustizia, nelle aule di tribunale.
Assassini tutelati e testimoni di Giustizia massacrati.

Questo siamo diventati. Questo è lo Stato nel quale ci hanno ridotto.

Una classe politica corrotta e immune a tutto, spregiudicata nell’assegnarsi privilegi ridendoci in faccia, spavaldi e sicuri che mai pagheranno per le loro bieche azioni.

Adelina ha pagato quella fiducia che aveva riposto nello stato ed ora che ha pagato per tutti, mangiate pure, offre lei.

Pensateci nel pagare i vostri conti al ristorante, dove in un solo pasto spendete più di quello che a lei doveva bastare un mese ma che era troppo e andava tolto.

Adelina si è data fuoco davanti ai palazzi del potere e l’avete lasciata sul marciapiede, sul marciapiede l’hanno rimessa dagli ospedali, dalle trasmissioni, dai convegni.

Ma sui marciapiedi non si può stare da noi, se non per battere.

Sul marciapiede Adelina disturbava la pubblica quiete, sola, col cellulare in mano, per spargere in rete la sua disperazione. I poliziotti dei migliori l’hanno fermata. Resistenza a pubblico ufficiale. Un anno di foglio di via da Roma, per proteggere il paese e la sicurezza pubblica.

È con quel foglio in mano che Adelina ha deciso di liberarsi di loro, librandosi in volo.

Come farete ora voi, a liberarvi di lei? Voi che non sapete volare…

Stefania Ascari, ha presentato un’interrogazione parlamentare alla quale risponderete con la vostra sicumera, i depistaggi e gli insabbiamenti dei quali solo, siete capaci.

Ma su quei marciapiedi, sporchi dei vostri passi, torneranno le donne a pulire, ora che avete detto che non ci possiamo stare, che siamo pericolose, che disturbiamo.

Quando una donna vola, arrivano le streghe e tremate, tremate, perché scoprirete che non se ne erano mai andate. Riaccendete pure i roghi in piazza, stiamo arrivando.

Ci riprenderemo i marciapiedi, quelli dove ora battete voi, vendendo le nostre conquiste, fra strette di mano untuose, vendendo tutto ciò che non vi appartiene.

Quei marciapiedi che frequentate per comprare corpi da violare ma sui quali non si può protestare.

“Acheronte” è il nome che avevate scelto per la brillante operazione di polizia….e Acheronte sia.

Attendete pure Caronte, sulle sponde del fiume dei dannati dove la giustizia divina attende voi, spingendovi dall’altra parte. Persino il sommo poeta, svenne dalla paura ma noi paura non ne abbiamo perché l’inferno già lo conosciamo.

Quando ci avrete davanti, se fra voi ci sarà anche solo un uomo, si tolga il casco e reclini il capo davanti alla sacralità della vita, quella che solo le donne vi hanno dato.

Proprio a Pavia prenderà il via la settimana di mobilitazioni contro tutte le forme di violenza maschile e di genere, quelle che continuate a volerci far subire.

Adelina tornerà poi a Roma, da dove l’avete cacciata, il 27 di Novembre e stavolta non lo potrete fare, non la potrete calpestare, umiliare ed abusare, come sempre.

“Non una di meno” è la nota Associazione organizzatrice della manifestazione alla quale non parteciperanno solo nuove e vecchie femministe ma donne e uomini ai quali non potrete attaccare etichette, né porre in vendita.

Alma Sejdini si è schiantata al suolo, quello dal quale l’avevate cacciata ma Adelina volerà per sempre, sospinta dal nostro soffio, anche quando le sue ali saranno stanche.

“Ho bisogno di alleggerire le spalle, perché è da troppo tempo che sono cariche di pesi che non ho voluto e che non ho chiesto e poi sotto ci sono le mie ali, ci sono io che ho bisogno di volare.” Da Alda Merini a tutte noi.

Per chi non trovasse la scopa, “Non una di meno” sta organizzando pullman dalle maggiori città d’Italia, troverete tutte le informazioni sul loro sito. #nonunadimeno ma soprattutto… #TorniamoMarea.

Tutti a Roma dunque, il 27 di Novembre, alle 14 in piazza della Repubblica per riprenderci i marciapiedi, le piazze e quella civiltà negata, da chi non ci rappresenta.

Francesca Capretta / Redazione

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