ESCLUSIVA- ASD San Paolo, Germano: “È sempre difficile seguire i sogni, ma abbiamo portato in giro il nome della squadra vincendo con umiltà”

Vivicentro raggiunge il Presidente dell’Asd San Paolo 2017, Giuseppe Germano Per le interviste di Vivicentro...

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Vivicentro raggiunge il Presidente dell’Asd San Paolo 2017, Giuseppe Germano

Per le interviste di Vivicentro abbiamo raggiunto il Presidente dell’Asd San Paolo, Giuseppe Germano. Grazie al tempo che ci ha dedicato abbiamo potuto comprendere il grande impegno che il Presidente inseme all’inero staff ha posto nel rendere vincente la squadra di una piccola realtà.

Ringraziamo vivamente il Presidente per l’intervista concessaci.

1.Presidente, dall’anno scorso segui un sogno, ma che difficoltà si incontrano nel portare il calcio in una piccola realtà come Solarino?

È sempre difficile seguire i sogni. Seguire il sogno del calcio che non è uno sport individuale, ma di squadra, diventa ancora più complesso. Farlo in una realtà come quella della  mia Solarino, dove il calcio è stato uno sport di tradizione per molto tempo, ma fino a circa 20 anni fa ha visto delle fugaci apparizioni, chiaramente ha le sue difficoltà. Siamo stati fortunati e bravi. Fortunati perché senza di questa non si va da nessuna parte, ma la fortuna va anche coltivata e inseguita. Con abnegazione e grande umiltà ci siamo posti a servizio di una nuova compagine quella appunto dell’Asd San Paolo 2017 che ha visto subito un riscontro positivo: abbiamo vinto il campionato e portato allo stadio una quantità non indifferente di pubblico che ci ha sostenuto in modo molto caloroso. Abbiamo anche dei ragazzi, giovanissimi ultrà che non hanno mai fatto mancare il loro supporto alla squadra con la loro voce e con i loro cori.

  1. È più facile creare il sogno calcistico dal nulla o mantenere in vita quel sogno?

Non saprei se è più facile crearlo dal nulla o mantenerlo, certamente entrambe hanno delle difficoltà. Quando l’anno scorso abbiamo iniziato a ragionare di questo progetto, non sapevamo da dove iniziare. C’era il vuoto più assoluto. Possiamo dire che abbiamo posto la prima pietra in un deserto, piano piano abbiamo edificato e costruito con grande difficoltà. Questo è l’anno della maturazione e della conferma. È l’anno anche dell’ampliamento, perché a differenza dell’anno scorso avevamo una sola squadra che militava in terza categoria. Senza il settore giovanile è stato difficile e complicato. Quest’anno abbiamo fatto questa grande sfida. Se non sbaglio siamo una delle poche squadre in Sicilia ad avere tutti i settori del calcio, quindi dalla prima squadra ai piccolissimi. Vi saprò dire l’anno prossimo quale sia stato il più difficile, credo che sia quello di mantenere questo sogno.

  1. Come sei riuscito a dare un grande seguito mediatico ad una squadra di una piccola realtà?

Il mondo della comunicazione è un po’ il mio mondo, sia per esperienze lavorative, sia perché una delle mie più grandi passioni insieme al calcio è quella della politica. Quindi l’arte del saper comunicare è una delle mie piccole qualità. Andare fuori dai nostri confini, portare il nome di Solarino al di fuori della nostra provincia e della nostra regione è stata un’impresa difficile, ma che ho curato insieme ai miei collaboratori, con grande forza di volontà. Credo che tutti i progetti soprattutto quelli più ambiziosi meritano di essere conosciuti. Portare  fuori dai confini della nostra città il progetto di San Paolo può essere sia da stimolo per tanti altri che si vogliono cimentare come noi nella creazione di una nuova società che vuole creare sport. È anche  un modo per far conoscere alle altre organizzazione un metodo di gestione di società che fino ad oggi ha funzionato. Anche se siamo una piccola realtà farci conoscere  è qualcosa di importante.  Credo infatti, che il mondo dilettantistico sia la spina dorsale del calcio italiano. Sono le società dilettantistiche che tolgono i bambini dalla strada, che creano i campioni talenti per le società di primissima fascia. Quindi bisogna investire nel settore giovanile e nel settore dilettantistico .

  1. Se il calcio fosse una ricetta, quali sarebbero gli ingredienti giusti per portare la squadra ad un buon livello?

Non mi sento all’altezza di dare ricette, ci approcciamo a questo mondo con grande umiltà, perché è alla base del successo. Nei nostri allenamenti, durante le amichevoli e nei nostri spogliatoi pratichiamo la correttezza, la caparbietà, ma nel rispetto dell’avversario e del prossimo. Sappiamo che mettere questo pizzico di umiltà a livello  societario trasmette anche un certo effetto positivo nei confronti dei giocatori. Il mio Mister quando ha iniziato questa avventura una delle sue parole è stata: Se la società sarà buona, alla lunga anche la squadra rispecchierà la società, e devo dire che aveva ampiamente ragione. Abbiamo fondato  questo progetto e sull’amicizia sul rispetto reciproco,  questi valori vanno trasmessi ai  giocatori quando poi ci vedono presenti al campo e alle trasferte. Credo che se un consiglio posso dare più che una ricetta  è quello di fare squadra nella squadra, ovvero mettersi a servizio dei propri ragazzi con grande umiltà.

  1. Da presidente quali emozioni si provano nel vincere un campionato?

Credo che nella vita vincere sia sempre bello, vincere un campionato seppur di terza categoria ci ha dato grandi emozioni. Ricordo ancora che il campionato l’abbiamo vinto fuori casa, le emozioni di quando l’arbitro ha decretato il triplice fischio finale è stata una gioia indescrivibile.  Però non voglio ricordare quella gioia perché voglio guardare avanti, voglio vivere di presente e soprattutto di futuro.

  1. Tu pensi che se è nato nuovamente il calcio a Solarino può rinascere anche la città?

Io credo sempre che Solarino possa rinascere, lo credo a tal punto che mi sono candidato a sindaco, per una serie di vicende sfortunate abbiamo perso quest’occasione. Abbiamo dovuto subire questa sconfitta e il modo che noi possiamo contribuire alla crescita di questo paese lo possiamo fare solo in ambiti diversi: nel sociale o nello sport. Per questo  motivo abbiamo deciso di dedicarci alla comunità, mentre molti altri dopo la sconfitta scompaiono per anni o definitivamente. Noi all’indomani della nostra sconfitta per amore del nostro paese abbiamo deciso di  continuare il nostro percorso. Ci stiamo impegnando in diverse attività una branca di queste attività è senz’altro il settore sportivo che non è certamente un’attività politica, ma aiuta il territorio, aiuta i ragazzi a non intraprendere strade errate. Fare sport porta i ragazzi a rispettare i valori della competizione, del gruppo e dell’avversario. È un modo per far crescere i nostri giovani e portare il nostro buon nome di Solarino in giro per la Sicilia e l’anno scorso l’abbiamo fatto vincendo.

  1. Come si concilia politica e calcio?

Politica e calcio sono due mondi che non si incontrano, sono  distinti e distanti e per me tali devono rimanere. Ho sempre sottolineato che il mio ruolo da Presidente non si deve mai mischiare con quello del personaggio politico.  Sto impegnando tutto me stesso in questo progetto ambizioso di far portare nuovamente il calcio di Solarino nel calcio che conta e lo sto facendo insieme a tutto lo staff. La politica è certamente nel mio cuore, sono a disposizione dei miei concittadini come lo sono sempre stato, ma politica e calcio sono due mondi che non si incontrano.

  1. L’esperienza di Malta e Crotone cosa ti ha dato è che sviluppi daranno alla società?

L’esperienza di Malta e Crotone ha sicuramente dato grande visibilità alla nostra società e grande orgoglio a tutta la nostra squadra. Con il Crotone siamo stati lì per tre giorni insieme al Mister e ad altri dirigenti a far vedere alcuni giocatori della nostra squadra. È nata una stima e amicizia che certamente si potrà tradurre in una collaborazione futura, nonostante il Crotone sia retrocesso in serie B. Rimangono comunque i rapporti cordiali che cercheremo di sfruttare strada facendo. Per quanto riguarda il discorso maltese, abbiamo avuto l’opportunità di conoscere il Presidente Antignani, presidente dello Ħamrun Spartans Football Club. È una persona cordiale, un uomo di sport che ha subito sposato l’idea progettuale che abbiamo noi del calcio. Ha messo a disposizione tutto quello che poteva, affinché si avviasse questa collaborazione.  Il tutto si è tradotto in un protocollo di intesa di durata triennale dove lo Spartans si appoggerà al San Paolo in fatto di scouting. Infatti i nostri giocatori, del San Paolo o di altre squadre,  potranno avere la possibilità di giocare a Malta. Abbiamo anche avviato un progetto culturale affinché i nostri giovani possano andare a studiare inglese a Malta e contemporaneamente giocare in una società di primissimo livello.

  1. Che campionato ti aspetti in questa nuova stagione?

Il campionato di seconda categoria è sicuramente tosto e molto fisico. Usciamo fuori dai confini della provincia di Siracusa e Ragusa. Giocheremo in campi della provincia di Catania, molto ostici e fisici, ma noi siamo determinati come l’anno scorso a far sentire la nostra voce e imporre il nostro gioco. La squadra che voglio è una squadra molto fisica che gioca con la palla a terra, che non ha paura di puntare l’avversario e che nell’uno contro uno si riesca a fare la differenza. Questo  perché la tecnica della mia società non è di certo di seconda categoria. L’obbiettivo dichiarato è quello di riuscire a vincere questo campionato e fare una grande prestazione anche in coppa. Questi sono i nostri obbiettivi per la prossima stagione, cercheremo di portare il nome di Solarino in alto anche nel campionato di seconda categoria

a cura di Dionisia Pizzo.

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