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I Macbeth al Teatro Sant’Afra di Brescia una produzione CTB

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<a href="https://vivicentro.it/ultime-notizie/teatro-sociale-brescia-macbeth-william-shakespeare-franco-branciaroli/" target="_blank" rel="noopener">Ispirandosi alla tragedia di Shakespeare, Francesco Niccolini, Enzo Vetrano e Stefano Randisi hanno immaginato con questo spettacolo l’estrema confessione di Macbeth e della Lady, dipingendo la cronaca di una feroce ossessione.

Lo spettacolo sarà in scena al Teatro Sant’Afra di Brescia dall’8 al 26 marzo 2023 ed è una produzione del Centro Teatrale Bresciano.

“Nell’accostarci alla riduzione del Macbeth che Francesco Niccolini ha scritto per noi ci siamo chiesti come rendere vero e comprensibile l’orrore e l’efferatezza dei crimini compiuti da Macbeth e dalla Lady. Come raggiungere il cuore della complicità, dell’ossessione, della perdita di coscienza che può portare due individui a compiere un assassinio e poi un altro, un altro e un altro ancora”.

Così Enzo Vetrano e Stefano Randisi, registi, interpreti e autori della drammaturgia de i Macbeth, presentano il lavoro svolto attorno al prossimo spettacolo, scritto da Francesco Niccolini, della Stagione 2022/2023 del Centro Teatrale Bresciano Questo cuore umano, produzione numero diciotto firmata dal TRIC cittadino per il cartellone in corso, realizzata insieme ad Arca Azzurra.

Lo spettacolo vede la traduzione e riduzione dal Macbeth di William Shakespeare di Francesco Niccolini, la drammaturgia di Enzo Vetrano, Stefano Randisi, Giovanni Moschella, Raffaella D’Avella e Francesco Niccolini, l’interpretazione di Enzo Vetrano, Stefano Randisi, Giovanni Moschella e Raffaella D’Avella; le scene e i costumi sono di Mela Dell’Erba, le luci di Max Mugnai, la regia è di Vetrano e Randisi.

Pluripremiati attori, autori e registi teatrali, Enzo Vetrano e Stefano Randisi lavorano insieme dal 1976. Ispirandosi alla tragedia di Shakespeare, con i Macbeth hanno immaginato l’estrema confessione di Macbeth e della Lady, prede dell’orrore dei crimini che hanno commesso.

È la cronaca raccontata da un uomo e da una donna qualunque, in grado di nutrire le proprie psicosi e trasformarle in una guerra insensata contro sé stessi e le vittime disgraziate che finiscono sotto il loro tiro. Cronaca di come un’ossessione possa trasformarsi in una strage e una strage in uno spaventoso gioco di specchi, nel quale non si riesce più a capire cosa è vero e cosa riflesso, chi è Lei e chi è Lui. Ma soprattutto perché è successo quello che è successo.

Un lavoro sull’ossessione e sulle stragi che si spiegano solo per ossessione, ieri e oggi: un trono, un’eredità, dei compagni di scuola, dei vicini troppo rumorosi, preghiere a un altro dio. Poco cambia, il risultato è sempre lo stesso: un massacro.

Furia, sangue, incubi. Odio. Altro sangue. Lutti. Notti insonni. Mani che non torneranno pulite mai più. E poi, tutti insieme a brindare. Ma il vino è finito. Restano solo i rimpianti.

Lo spettacolo è realizzato grazie al sostegno di Ministero della Cultura, Gruppo A2A, Gruppo BCC Agrobresciano, Fondazione ASM, Fondazione della Comunità Bresciana Onlus e Intesa Sanpaolo.

Lo spettacolo andrà in scena al Teatro Sant’Afra (Vicolo dell’Ortaglia, 6) dall’8 al 26 marzo 2023, tutti i giorni alle ore 20.30 tranne il lunedì (giorno di chiusura), la domenica alle ore 15.30.

Note dell’autore di Macbeth

Questo è un lavoro sull’ossessione. E su stragi che si spiegano solo per ossessione, ieri e oggi: un trono, un’eredità, dei compagni di scuola, dei vicini troppo rumorosi, preghiere a un altro dio. Poco cambia, il risultato è sempre lo stesso: un massacro.

Furia, sangue, incubi. Odio. Altro sangue. Lutti. Notti insonni.

Mani che non si lavano nemmeno nell’oceano. Anzi, oceani di sangue.

E poi, tutti insieme a brindare. Ma il vino è finito. Resta solo feccia. E molti rimpianti.

Perché sì, è vero: poteva andare davvero in un altro modo.

Se non avessimo incontrato quelle anime bizzarre.

Se non avessimo dato retta a quel tarlo che ci ha divorati.

Se non avessimo spento la luce.

Se lei non ci avesse infiammato.

Se quella porta non si fosse aperta.

Se non ce li fossimo trovati sulla nostra strada.

Se.

Se.

Se.

Fino al momento in cui il controllo è perduto per sempre.

Crani spaccati. Cervelli che schizzano. Pareti fradice di orrore.

Sangue, sangue e ancora sangue.

Impossibile prendere sonno.

Ma da svegli non va molto meglio: davvero sono stato io? E perché l’ho fatto? O me l’hanno fatto fare? Sono stato manipolato, io non c’entro niente…

Questa è la cronaca di un uomo e di una donna qualunque, in grado di nutrire le proprie psicosi e trasformarle in una guerra insensata contro se stessi e le vittime disgraziate che finiscono sotto il loro tiro. Per cosa?

Questa è la cronaca di come un’ossessione possa trasformarsi in una strage e una strage in uno spaventoso gioco di specchi, nel quale non riesci più a capire cosa è vero e cosa riflesso, chi è Lei e chi è Lui. Ma soprattutto perché è successo quello che è successo…

Note di regia

Il mondo è via, fuggito, lacerato. Io devo portarti con me (cit. Celan)

La metà di tutto ciò che è vivo è la morte. (Freud)

Nell’accostarci alla riduzione del Macbeth che Francesco Niccolini ha scritto per noi ci siamo chiesti come rendere vero e comprensibile l’orrore e l’efferatezza dei crimini compiuti da Macbeth e dalla Lady. Come raggiungere il cuore della complicità, dell’ossessione, della perdita di coscienza che può portare due individui a compiere un assassinio e poi un altro, un altro e un altro ancora.

Abbiamo avuto bisogno di percepire quel disegno, quelle ferite, quel sangue come qualcosa di vicinissimo a noi e alle persone a cui ci rivolgiamo. E allora le storie si sono moltiplicate, nei meandri dei fatti di cronaca nera che quotidianamente ci stordiscono. Abbiamo cercato, assieme agli attori che lavorano con noi a questo progetto, di costruire una drammaturgia che fosse lo specchio contemporaneo dell’abisso in cui navigano Macbeth e la Lady.

Come nel nostro Riccardo3 anche in questo spettacolo tutto è già avvenuto, fin dall’inizio.

In un luogo di cura, di espiazione, di catarsi, abbiamo immaginato quattro assassini che, attraverso le parole infuocate dell’antica Lady, le esitazioni inquiete del suo nobile consorte, le domande senza risposta che si inseguono nel Macbeth cercano di ricucire i frammenti di una memoria recente, per trovare un filo logico e un perché plausibile al crimine efferato che hanno compiuto.

Tutto esplode: …bussa, bussa, chi bussa?

Nel nostro sogno non soltanto Macbeth non dormirà più, tutti hanno perduto il sonno. E in questo vuoto assoluto non capiremo mai chi in quel momento sta bussando nella nostra testa. Il corto circuito tra passato e presente ha mescolato le carte. Forse non c’è più una corona da conquistare ma solo un silenzio da raggiungere.


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