Una donna Vicepresidente dell’Ars. Intanto approvato il rendiconto e l’assestamento di bilancio

Angela Foti è stata eletta Vicepresidente dell’Ars dopo le dimissioni di Giancarlo Cancelleri nominato Viceministro...

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Angela Foti è stata eletta Vicepresidente dell’Ars dopo le dimissioni di Giancarlo Cancelleri nominato Viceministro del Mit.

Angela Foti è la nuova vicepresidente dell’Assemblea regionale siciliana dopo le dimissioni di Giancarlo Cancelleri, diventato viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti nel governo Conte-2. La deputata catanese l’ha spuntata in un’elezione all’ultimo voto su un collega dello stesso movimento, l’attuale capogruppo Francesco Cappello, sul quale puntavano in maniera unanime tutti i grillini. Cappello, che da mercoledì cederà la guida del gruppo a Giorgio Pasqua, ha ottenuto 28 voti su 60 votanti. Foti invece ne ha incassati 31, il numero minimo necessario per ottenere l’elezione al primo turno. Un voto è andato al dem Nello Dipasquale.

La deputata Foti è alla sua seconda legislatura ed è stata già capogruppo del gruppo parlamentare del M5s nella passata legislatura. È attualmente componente della commissione alle attività produttive.

Sulla sua pagina fb la neo viceministro dell’Assemblea Regionale Siciliana scrive in merito a questa sua nomina “… che dire, non nascondo una certa emozione per l’elezione alla vicepresidenza dell’ARS, conscia dell’importante ruolo di rappresentanza di tutti i Siciliani che questa carica porta con sé. Voglio ringraziare tutti, in primis i colleghi deputati per la fiducia che mi è stata data, ma voglio anche ringraziare tutti coloro che in questi anni hanno combattuto insieme a me, sui territori, magari lontano dai riflettori, per cercare di dare un futuro migliore a questa nostra martoriata splendida Sicilia. Di certo la “carica” non frenerà il piglio e la passione che ho avuto e che ho nello svolgere il mio lavoro deputato a servizio di tutti i Siciliani, anzi essa sarà uno stimolo ancora maggiore”.

La votazione, come si usa in questi casi, è stata scrutinio segreto, dunque si possono solo fare congetture su come sia andata. Alla fine della seduta, captato dai microfoni, un’ipotesi la fa il forzista Luigi Genovese “Il Pd ha votato con loro”. Con “loro”, cioè con i grillini. In effetti, nelle ultime settimane era circolata apertamente la voce che il Movimento 5 Stelle avesse un’intesa con i Dem per l’elezione di Cappello alla vicepresidenza. Movimento 5 Stelle e Partito democratico, insieme, hanno 27 voti, uno in meno di quelli ricevuti dall’attuale capogruppo.

“Da alcuni singoli esponenti del centrodestra – ragiona però ufficiosamente un big regionale del Movimento 5 Stelle – erano arrivate garanzie. Difficile a questo punto capire chi sia venuto meno all’accordo”.

Con il centrodestra pronto a forzare le divisioni interne e la possibilità che qualche franco tiratore si sia annidato anche fra i grillini osservano adesso dal movimento “Di certo Angela adesso non può far altro che accettare. Se si dimettesse il centrodestra si sentirebbe libero di occupare quella casella”.

E così l’elezione, in maniera un po’ rocambolesca è arrivata senza che nessuno applaudisse. L’ultimo mistero di fine anno all’Ars. Insomma appare come sempre un’impresa provare a comprendere cosa si muova dietro le quinte dell’Ars.

Nell’immagine di copertina Angela Foti, poco prima di essere eletta Viceministro dell’Ars, aveva stigmatizzato la grave situazione finanziaria nella quale versa la Regione “Oggi stiamo discutendo per l’ennesima volta di un bilancio lacrime e sangue che continua a pesare come un macigno sulla testa della Sicilia e dei siciliani. Nonostante gli infiniti slogan e proclami di chi, in passato, si è vantato di aver risanato i conti di questa regione e che oggi siede serenamente tra gli scranni di questo Parlamento. È inaccettabile che a pagare siano sempre i cittadini. È inaccettabile che nessuno si prenda mai la responsabilità del disastro economico in cui versa oggi la Sicilia”. “Ci volteremo dall’altra parte” aveva aggiunto la deputata Foti.

Il via libera al rendiconto e l’assestamento di bilancio era arrivata grazia al voto favorevole dei deputati di maggioranza. Il rendiconto è passato con 26 voti a favore, l’assestamento con 31. Era presente in aula anche il presidente della Regione Nello Musumeci. Il Pd ha dichiarato voto contrario nel corso della seduta, mentre i Cinquestelle si sono astenuti.

L’opposizione ha infatti attaccato duramente il Governo regionale di centrodestra. In particolare le accuse sono state indirizzate all’assessore dell’Economia Gaetano Armao. Contro di lui si sono scagliati i deputati Cinquestelle e alcuni Dem come Antonello Cracolici.

“Abbiamo votato contro un assestamento di Bilancio – il commento dei deputati del Pd – che ha messo in evidenza tutti i gravi errori contabili, finanziari ed amministrativi del governo Musumeci. Si continua ad andare avanti a tentoni, senza una strategia nè un indirizzo politico. Se non fosse stato per il senso di responsabilità del governo nazionale, che pochi giorni fa ha permesso la spalmatura del disavanzo, oggi avremmo una Regione ad un passo dal fallimento. Abbiamo inoltre espresso la nostra più ferma contrarietà alla scelta del governo di non utilizzare i 27 milioni di euro inizialmente accantonati, dando così un ulteriore colpo a diversi settori a cominciare dal mondo dell’agricoltura, del lavoro, della cultura e dello sport”.

Duro anche il Movimento cinque stelle che ha puntato il dito in particolare nei confronti di Armao, chiedendosi come si possa pensare di risolvere i problemi dei conti siciliani affidandosi a chi in passato aveva già guidato l’Economia “Il governo finora non ha messo in piedi una riforma che sia una per cambiare l’andazzo corrente e cercare di invertire la tendenza che ha determinato l’attuale enorme disavanzo che ha spinto la Sicilia sull’orlo del baratro, evitato solo grazie all’intervento del Governo nazionale. Non abbiamo votato contro per puro senso di responsabilità. Ma non potevamo andare oltre. Questo esecutivo, pesantemente bacchettato dalla Corte dei conti, continua a confermarsi totalmente inadeguato e senza bussola. Aspettiamo di vedere le riforme che ha promesso allo Stato, anche se, sinceramente, ci crediamo molto poco”.

A prendere le difese del Governo Musumeci sono intervenuti, tra gli altri, Totò Lentini (da poco passato a Fratelli d’Italia) e la capogruppo dell’Udc Eleonora Lo Curto che ha detto “Con convinzione l’Udc ha dato il voto favorevole al rendiconto del 2018 ed all’assestamento di bilancio, consapevole che il governo Musumeci ha fatto un lavoro straordinario nel rendere chiara la situazione finanziaria della Regione, dialogando con il governo Conte, sostenuto da chi all’Ars è all’opposizione, riuscendo ad ottenere un provvedimento che spalma il disavanzo in 10 anni. Fa storcere il naso, invece, sentire esponenti dell’opposizione che votano contro gli strumenti contabili come per esimersi dalle responsabilità che essi hanno sulle difficoltà economiche della Regione governata fino a qualche anno fa, quando si veniva meno anche agli obblighi derivanti dall’applicazione del Decreto legislativo 118. L’azione del governo Musumeci, invece, sta rimettendo in bonis i conti pubblici regionali che miglioreranno certamente anche grazie alle importanti riforme che si stanno ponendo in essere. Queste azioni virtuose daranno garanzie certe agli operatori economici, alle imprese, alle famiglie ed i cittadini siciliani”.

Va fatto rilevare che si è detto contrario all’assestamento il deputato Vincenzo Figuccia, che fa parte del gruppo Udc.

L’opinione.

Insomma, appare di tutta evidenza che l’Assemblea Regionale Siciliana continua, come da decenni, a non essere “un bianco d’uovo fresco” verso i siciliani, mentre persiste, tutta, a declamare al suo interno tanta ampollosa retorica, poi replicata a parrocchetto, con veicolate propagande, anche dalle rispettive pletore della cosiddetta (andata notoriamente a male anch’essa da tempo) società politica e civile siciliana. Fino a che dura. E inoltre cosa sta succedendo ai cinquestelle alla Regione, se persino decidono un candidato e poi se ne ritrovano un altro, votato addirittura sembra da parte della Maggioranza di Governo ? Per carità ben venga una donna a Vicepresidente dell’Ars, ma parrebbe che qualcosa si sia rotto all’interno del M5s siciliano.

Adduso Sebastiano

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