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Schengen perde pezzi, anche Svezia e Danimarca chiudono i confini

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Anche Copenaghen e Stoccolma hanno notificato alla Commissione Ue la reintroduzione dei controlli alle frontiere. Berlino: “Schengen è in pericolo

Un altro pezzo di Schenghen va in frantumi per lo tsunami di migranti che si e’ riversato in Europa. La Svezia ha introdotto controlli sui viaggiatori provenienti dalla Danimarca, incluse le decine di migliaia di pendolari danesi, con l’obiettivo dichiarato di ridurre il numero di profughi che giungono nel Paese.”

In sintesi: non ci saranno piu’ treni diretti tra Danimarca e Svezia e pertanto i tempi di percorrenza passeranno dagli attuali 40 minuti a 70.

Con i nuovi controlli, l’effettiva area Schengen si fa sempre più piccola: fino ad ora hanno già notificato alla Commissione europea deroghe alla libera circolazione anche Norvegia, Austria, Germania e Francia.

In questa situazione il sistema Schengen “è a rischio” ammette Martin Schaefe, portavoce del ministro degli Esteri tedesco, secondo cui “la libertà di movimento è un principio importante, uno dei risultati più grandi dell’Unione europea negli ultimi anni, ma è in pericolo a causa del flusso di profughi”. Il portavoce del governo di Berlino, Steffen Seibert ha invece confermato che il primo ministro danese, Lars Loekke Rasmussen, aveva informato telefonicamente la cancelliera della decisione di riattivare i controlli di confine e ha ricordato che “la soluzione non verrà trovata ai confini nazionali fra il Paese A e il Paese B” ma serve una “soluzione europea”.

Bari, escavatore sfonda ufficio postale con gli anziani già in coda per la pensione. La rapina fallisce

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A Palo del Colle, pochi minuti prima dell’apertura, in quattro assaltano la cassaforte con decine di migliaia di euro in cassa davanti ai clienti. Ma i carabinieri sventano il colpo e i rapinatori fuggono.

Per colpire hanno scelto il giorno di pagamento delle pensioni, quando nella cassaforte dell’ufficio postale di Palo del Colle, in provincia di Bari, erano depositate decine di migliaia di euro. Con gli anziani già in coda per riscuotere i soldi, quattro malviventi hanno fatto irruzione a bordo di un escavatore che ha cominciato a martellare contro il muro esterno dell’ufficio posale.

La forza dei colpi ha sfondato una delle pareti al cui interno c’era la cassaforte. I quattro rapinatori, vestiti con abiti scuri, sono stati però interrotti e messi in fuga da un’auto dei carabinieri di Palo che passava da quelle parti. Hanno abbandonato il mezzo pesante e si sono dati alla fuga a bordo di un furgone.

Durante l’inseguimento hanno abbandonato il furgone sulla statale 96, all’altezza della cementeria, e hanno proseguito la fuga a bordo di un’altra automobile. Indagano i carabinieri  della compagnia di Trani e quelli del nucleo investigativo di Bari. E’ intervenuta anche la sezione investigazioni scientifiche

Quo vado? Beh al cinema a vedere Zalone! (Critica e Trailer)

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L’Italia sta impazzendo per il nuovo film di Checco Zalone “Quo Vado?” : alla fine del primo weekend risulta aver incassato circa 22 milioni di euro, battendo addirittura “Sole a Catinelle”. Il motivo di tutto questo clamore? Beh, sicuramente il personaggio stesso di Checco che con il suo accento rustico e i suoi comportamenti grotteschi ha reso il pubblico schiavo dei suoi sketch.

Quo Vado? è un film leggero, che viene subito digerito e apprezzato, è una bomba di risate.. e di allegria. Pieno di luoghi comuni e esasperante attaccamento al posto fisso, può essere considerato anche una semisatira del patriottismo italiano. E’ una critica semplice e diretta del tipo di lavoratore terrone che punta alla concretezza, allo stipendio sicuro e soprattutto alla tredicesima, mettendo da parte perfino amore e famiglia. Il tutto visto in chiave ironica e positiva, giustificando quasi i “nostri” modi di fare, proprio perché sono tipici dell’italiano medio. Un’ottima regia, a cura di Gennaro Nunziante, che ha colto in pieno l’atteggiamento dei personaggi e il legame che unisce l’italiano alla sua Patria, in qualunque parte del mondo.

Checco Zalone ha subito una notevole crescita professionale che l’ha condotto dalla semplice risata sulla battuta demenziale a una situazione ironica che però fa riflettere. È stato un percorso tortuoso e difficile , durato quattro film (Cado dalle nubi, Che bella giornata, Sole a catinelle, Quo Vado?) che ha riconosciuto Zalone come uno dei migliori attori comici italiani. Il suo personaggio non attira più soltanto il pubblico medio abituato a Cinepanettoni , Zelig e Colorado, ma affascina anche persone che vedono nell’ironia la chiave per analizzare la realtà. Alla larga da moralisti, può essere giudicato come un grande successo cinematografico per questo inizio di 2016. 

12 mesi fa ci lasciò Pino Daniele: Un ricordo indelebile (VIDEO)

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Pino Daniele 24Un anno fa la corsa disperata in auto verso la vita. Un viaggio senza freni quello di Pino Daniele che tragicamente l’ha visto morire a soli 60 anni per un arresto cardiaco. Un pilastro della musica e del mondo partenopeo, un ambasciatore di Napoli nel mondo. La notizia della sua morte fece, in pochi minuti, il giro dei social. Molti gli increduli che però hanno dovuto fare poi i conti con la realtà. Un triste risveglio quello della mattina seguente per i suoi fans che appresero la notizia. Per giorni si è parlato e tutt’ora se ne parla delle sue immense opere in musica che hanno celebrato il suo talento incondizionato.

La sua tecnica strumentale e compositiva è stata influenzata dalla musica rock, dal jazz di Louis Armstrong, dal chitarrista George Benson e soprattutto dal genere blues.  La sua passione per i più svariati generi musicali ha dato origine a un nuovo stile da lui stesso denominato “tarumbò”. Per  indicare la mescolanza di tarantella e blues, assunti come simbolo delle rispettive culture di appartenenza.

Un uomo che non aveva mai ostentato la sua celebrità, che se ne andava a passeggio per le strade di campagna vicine alla sua abitazione in Maremma. Questo era Pino Daniele. Semplicità ed umiltà hanno contraddistinto il cantautore napoletano, oltre alle sue capacità musicali. Un esempio  da seguire per i nuovi musicisti che si presentano al pubblico. Pino Daniele viveva la sua vita in modo normale e veniva trattato come tale.

Ora non c’è più fisicamente ma continua a vivere nella sua musica, nelle sue composizioni, nei ricordi di chi lo ha amato e lo ama, di chi, ancora oggi, ascoltando le sue melodie, gli scende una lacrima, perché se ne è andato presto, troppo presto.

A Pino Daniele (Luciano Somma)

Emilio D’Averio

Una scintilla nello scontro fra tribù MAURIZIO MOLINARI*

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La decisione dell’Arabia Saudita di rompere le relazioni diplomatiche con l’Iran porta il conflitto fra sunniti e sciiti sull’orlo del precipizio. L’esecuzione dell’imam sciita Nimr al-Nimr da parte di Riad e l’assalto con le molotov all’ambasciata saudita a Teheran avvicinano i due giganti del Golfo a un confronto diretto per l’egemonia su un Medio Oriente segnato dal domino dell’implosione degli Stati arabi. Ayatollah iraniani e sceicchi sauditi già duellano, più o meno direttamente, in Siria, Yemen, Iraq, Libano e Bahrein sullo sfondo di uno scontro nutrito da una rivalità religiosa che risale alla disputa sulla successione a Maometto.  

Entrambii fronti parlano di «Jihad» contro l’avversario perché in gioco c’è la guida dell’Islam. Il linguaggio che adoperano evoca gli scontri tribali. Ali Khamenei, Leader Supremo dell’Iran, promette «vendetta divina» mentre Riad giustifica l’esecuzione di al-Nimr citando il verso del Corano su «crocefissioni e taglio delle gambe» per gli apostati. Con le navi da guerra dei due Paesi schierate a breve distanza nelle acque del Golfo e i rispettivi contingenti in stato d’allerta da molti mesi, il rischio di una scintilla è divenuto reale, trasmettendo nelle capitali del Medio Oriente la percezione che siamo entrati in una nuova fase. E’ l’Arabia Saudita di re Salman a guidare l’escalation in corso perché percepisce che è l’Iran di Hassan Rouhani ad avere il vento a favore grazie all’alleanza militare con la Russia di Vladimir Putin in Siria, all’accordo con la comunità internazionale che legittima il proprio programma nucleare ed alla crescente intesa con l’America di Barack Obama, testimoniata dalla decisione americana di rinviare le sanzioni a Teheran per i recenti test missilistici che hanno violato proprio le intese di Vienna.  

Per avere un’idea dell’atmosfera che regna a Riad bisogna guardare a cosa sta avvenendo nelle capitali degli alleati sunniti più stretti. Dal Cairo Said Allawndi, voce di spicco del Centro di studi strategici di «Al Ahram», afferma che «l’Iran è diventato uno strumento degli Stati Uniti intenzionati a destabilizzare l’intero mondo arabo» paventando dunque un complotto internazionale contro i sunniti.Da Ankara il presidente turco Recep Tayyip Erdogan afferma che «in questo momento abbiamo bisogno anche di Israele», ovvero anche di un Paese finora definito «diabolico», visto che incombe lo scontro con gli sciiti. La creazione di una coalizione militare sunnita, composta di 34 Stati, per contrastare l’alleanza pan-sciita guidata dall’Iran trasforma il momento della rottura delle relazioni iraniano-saudita nella genesi di un nuovo spartiacque fra opposti schieramenti che si estendono su un potenziale campo di battaglia di oltre 9000 km, dai confini del Marocco a quelli del Pakistan.  

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SSC Napoli, il dott. Canonico: “C’è la prevenzione dietro ai pochi infortuni in rosa”

La redazione di Sportmagazinenews ha incontrato in esclusiva il dott. Raffaele Canonico. Specializzato in medicina dello sport, fisiologia dell’atleta, doping, il dott. Canonico è anche nutrizionista e fa parte dello staff medico della SSCNapoli, insieme ai dott. Alfonso De Nicola ed Enrico D’Andrea. Nella nostra intervista, il dott. Raffaele Canonico, ha parlato di come si è evoluto il rapporto medico-atleta in questi anni, ma anche dell’alimentazione corretta per un giocatore, e per finire non usa mezzi termini per chi fa uso di sostanze dopanti. Queste le sue dichiarazioni.

Lei è presente nello staff medico della SSCNapoli da oltre 10 anni: come si è evoluto nel tempo il rapporto tra medico e calciatore e la stessa medicina dello sport nell’essere da supporto alla performance agonistica ? “La medicina dello sport è e viene spesso identificata con il rilascio del certificato medico di idoneità allo sport agonistico, in realtà è una specializzazione che negli anni si è evoluta fino a spaziare a 360 gradi dalla fisiologia, alla cardiologia, dalla traumatologia alla riabilitazione, dalla alimentazione alla valutazione funzionale. E questo è successo anche nell’arco degli ultimi dieci anni all’interno della squadra dove si è cominciato con due medici e due fisioterapisti fino ad arrivare ai giorni nostri con tre medici e cinque fisioterapisti, ognuno dei quali con delle proprie caratteristiche e delle sotto-specializzazioni”

Ci può spiegare dal punto di vista alimentare la giornata tipo di un atleta ? “L’importante è fornire il corretto apporto di nutrienti all’atleta sia dal punto di vista calorico che da quello relativo alla qualità del cibo (per esempio cibi biologici) e al metodo di cottura degli stessi. Cercare sempre di fare 5-6 pasti nell’arco della giornata, pasti comunque correlati alla tipologia, al numero ed agli orari degli allenamenti stessi. Importante è anche il recupero delle energie soprattutto negli atleti top (sia di sport individuali che di sport di squadra) perché la prevenzione delle problematiche a carico dei tessuti molli (muscoli, tendini) nasce anche da lì”

Il periodo natalizio e di fine anno è sempre stato particolare per un atleta. Come deve comportarsi il professionista a tavola in questi giorni di feste ? “Diciamo che un piccolo sgarro è consentito, l’importante è che che non diventi la regola e soprattutto conviene sempre fare anche un minimo di allenamento. Probabilmente la cosa più importante è quella di cercare di non abusare con alcolici e super alcolici che potrebbero affaticare parecchio soprattutto il fegato, organo tanto importante durante l’attività fisica almeno quanto i muscoli”

Lo staff medico del Calcio Napoli ha sposato il progetto del Passaporto Ematico. Ci spiega di cosa si tratta ? “Il passaporto ematico è un’idea del dott. Davide Polito dell’Associazione Sportiva Fioravante Polito. In pratica abbiamo sposato l’idea della prevenzione tanto cara all’associazione. Il nostro staff medico ha solo messo in pratica quello che l’associazione vuole far diventare legge nazionale. Esami ematici e cardiaci per i nostri tesserati e per tutti gli sportivi italiani più volte all’anno, solo così potranno essere prevenute malattie ed episodi spiacevoli che purtroppo abbiamo visto in questi anni su vari campi italiani. Morosini, Bovolenta ed altri atleti sono morti in campo e noi, così come l’associazione Fioravante Polito, vogliamo che episodi del genere non succedano più”

Cosa pensa del doping e come può essere debellato questo problema nello sport ? “Doping è barare! Fenomeno molto diffuso non solo a livello professionistico ma anche e soprattutto a livello di categorie più basse e nel mondo master. Forse gli sport più colpiti sono quelli individuali perché spesso viene portato il proprio corpo al limite e/o oltre e quindi non si può fare a meno di queste sostanze. Spesso si arriva addirittura alla dipendenza, infatti una volta terminata l’attività agonistica il passaggio alla dipendenza da sostanze d’abuso spesso è quasi una cosa naturale. Debellarlo è difficile o quasi impossibile finché ci saranno persone di tutte le categorie (atleti, allenatori, medici, fisioterapisti ecc.) che lavorano nello sport che hanno come unico scopo la vittoria a tutti i costi spesso legata anche a grossi interessi. In tal senso il passaporto ematico può e deve essere un deterrente per il doping. Bisognerebbe lavorare soprattutto sui giovani insegnando la cultura del rispetto dell’avversario e l’importanza di una sconfitta”

Un orrore piccolo piccolo MASSIMO GRAMELLINI*

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orrore piccolo addestrato ISIS 700x394L’anno si apre con il destino assurdo di due bambini, vittime microscopiche eppure gigantesche di una guerra che non vogliamo vedere. Il bimbo della foto di sinistra compare in coda al primo video stagionale di macelleria Isis. Indossa la mimetica degli adulti e una fascia nera tra i capelli imbizzarriti. A occhio non sembra ancora avere nemmeno l’età per andare a scuola, ma gli sgozzatori sono docenti precoci e gli hanno già insegnato la lezioncina del bravo minacciatore. Nelle immagini lo si vede allungare un braccio non più lungo di quello di un bambolotto e indicare un punto all’orizzonte per promettere morte certa a tutti gli infedeli che vi abitano. Vorrebbe fare paura e invece incute pietà, ma mai quanta il bimbo della foto di destra, che riposa dentro una bara. Di lui sappiamo il nome, Khalid, l’età – due anni – e il motivo per cui si trovava in pieno inverno a solcare le acque gelide dell’Egeo su un gommone destinato a infrangersi contro gli scogli: la giovane mamma siriana voleva sottrarlo a un’infanzia di guerra. Il sudario di legno lo nasconde alla nostra emotività, che dopo la foto del piccolo Aylan riverso su una spiaggia turca ha bisogno di choc sempre più forti per accendersi.  

L’anno comincia così, con un bambino in guerra che promette la morte e un altro in fuga dalla guerra che muore. E non ci sono parole né morali possibili. Solo il dovere di non chiudere gli occhi. 

*lastampa

Juve Stabia: nel calciomercato non è tutto oro quel che luccica..

Parte ufficialmente oggi il calciomercato di gennaio 2016, durante il quale la Juve Stabia sarà, speriamo, protagonista nel rafforzare e rendere la propria rosa più competitiva in vista di una seconda parte di stagione che vede qualsiasi obbiettivo ancora raggiungibile.

Il mercato invernale, però, come sottolineato dagli addetti ai lavori, è ancor più difficile del mercato estivo; a gennaio infatti occorre prendere calciatori che siano pronti, in grado di fare già da subito la differenza e congeniali al progetto, senza la preparazione tipica dei ritiri estivi.

Negli ultimi anni la finestra di mercato invernale per la Juve Stabia è stata sempre ricca di operazioni e trasferimenti, i cui risultati sono stati in alcuni casi sorprendenti ed in altri, purtroppo, deludenti.

Avvenne proprio nel gennaio del 2012, durante il primo campionato di Serie B, l’operazione economicamente più importante della storia della Juve Stabia. Il 31 gennaio 2012, infatti, l’allora D.S. Di Somma concluse la lunghissima trattativa con l’Atalanta per portare Riccardo Cazzola tra le fila dei nerazzurri in Serie A. Per i gialloblù l’offerta economica superiore al milione di euro, più l’inserimento del cartellino di un certo Fabio Caserta, proveniente da Bergamo fu irrinunciabile e consentì al Gladiatore stabiese di confrontarsi con la massima serie dopo una gavetta durata anni.

Proprio la cessione di Cazzola, se da un lato portò risorse economiche insperate alle Vespe, dall’altro compromise in parte il raggiungimento dei play off, svaniti a fine stagione per pochi punti.

Il gennaio successivo, quello del 2013, vide una mini rivoluzione in casa gialloblè, che non produsse di certo gli effetti sperati. Gli epurati di Braglia furono Erpen, Genevier e Danilevicius. Il funambolico esterno argentino pagò le incomprensioni con il tecnico toscano e fu spedito senza troppi rimpianti alla Pro Vercelli, dove in breve divenne uno dei trascinatori della squadra. A caldeggiare la partenza del regista francese Genevier, fu invece la moglie dello stesso calciatore, desiderosa di tornare a vivere al Nord e fomentatrice del suo trasferimento sempre alla Pro Vercelli. I due calciatori vennero sostituiti da Verdi e Suciu, devastanti nelle prime due partite del mese di gennaio (su tutte la vittoria di Vicenza) e fantasmi per i successivi sei mesi (Suciu anche per tutta la stagione successiva). Lasciò, senza troppi rimpianti, anche Thomas Danilevicius per accasarsi al Latina, che sarebbe stato poi promosso in Serie B. La partenza dei tre pezzi da novanta e lo scarso apporto portato dai vari sostituti portò la squadra in un tunnel senza via d’uscita, tanto che dalle posizioni alte del mese di gennaio, i gialloblù conquistarono la salvezza solo alla penultima giornata di campionato.

Il mercato di gennaio 2014 vide Manniello e l’allora D.S. Lupo rivoltare la squadra per tentare di dare un decisivo cambio di rotta ad una stagione compromessa molti mesi prima. Andarono via i vari Calderoni, Diop, Branescu, Giandonato, Martinelli ed arrivarono, tra gli altri, Benassi, Falco, De Falco, Piccioni, Romeo ecc. Quella rivoluzione non sortì effetti e la squadra retrocesse mestamente in Lega Pro con molte giornate di anticipo.

L’ultima finestra di mercato invernale, quella del 2015, infine, vide l’avvicendamento tra gli esterni offensivi Vella e Carrozza, arrivato a Castellammare più per il suo curriculum nelle serie superiori che per la sua reale utilità. Da ricordare è, ancora, la resistenza del Patron Manniello nel rifiutare l’offerta di 150.000 euro del Pescara per Samuel Di Carmine, che sarebbe andato in scadenza di contratto pochi mesi dopo. Il Patron, in maniera encomiabile, preferì rinunciare a quella somma di denaro pur di non privare la squadra del suo bomber principe e per non lasciare nulla di intentato nell’assalto ai play off.

Ora non resta che goderci il calciomercato che parte oggi, con la speranza che alla fine del mese possa essere nata una Juve Stabia più forte e completa nei vari reparti ed in grado di scalare la classifica verso le posizioni di vertice.

 

Raffaele Izzo

Napoli-Torino, le probabili formazioni

La Gazzetta dello Sport pubblica le probabili formazioni di Napoli-Torino. Maurizio Sarri propone i titolarissimi con Reina, Hysaj, Albiol, Koulibaly e Ghoulam in difesa. A centrocampo non c’è lo squalificato Jorginho, al suo posto giocherà Mirko Valdifiori. L’ex Empoli sarà affiancato da Hamsik e Allan. In attacco Callejon, Higuain e Insigne. Ventura si affida al 3-5-2. Davanti a Padelli giocheranno Bovo, Glik e Moretti. A centrocampo Vives, Baselli,Benassi, Peres e Avelar. In attacco Belotti-Quagliarella.

Corbo: “I cinque segreti per vincere lo scudetto”

Il Napoli entra nel 2016 con un secondo posto carico di attese e responsabilità. Ad un solo punto dalla capolista Inter. Nella storia moderna del club è il risultato più interessante. Lo stesso piazzamento, alla fine del campionato 2012-2013, l’anno di Mazzarri, è stato molto brillante. Identica la media punti (2,05 a gara) ma la squadra non fu mai in lotta con la prima Juve di Conte, finendo ben lontana: 87-78. Stavolta sono concrete le possibilità di scudetto, legate tuttavia a cinque incognite. Il mercato di gennaio, la velocità di inserimento dei nuovi, la capacità operativa di De Laurentiis in tandem con Giuntoli, la duttilità di Sarri nell’aggiornare l’assetto tattico, il contributo di Insigne finora prezioso ma lunatico. Superata la sbornia di elogi e annunci, insidiosa come quella dei dolci natalizi, si può fare il primo punto sul mercato. Si apre oggi con un dato: il Napoli non ha comprato nessuno, ma niente paura. I cronisti danno tutti i dettagli sugli obiettivi e i tifosi sono avidi di notizie: l’euforia è documentata dai quasi 20mila biglietti già venduti per la notturna del 6 gennaio con il Torino. Ma una certezza c’è: l’impegno del presidente a comprare almeno due giocatori di qualità. Conviene credergli: impensabile che non abbia seguito il fragoroso annuncio di Capodanno, un rischio insostenibile per la sua attendibilità. Arriveranno due giocatori quindi, ma chi? Partiamo dai nomi ricorrenti. L’uruguaiano Vecino e il serbo Maksimovich. Il primo è perfetto per le esigenze del Napoli: Matias Vecino Falero ha l’età giusta, 24 anni. Può sostituire sia Allan che Hamsik. Conosce sia il calcio italiano (Empoli e Fiorentina) che Sarri. Si inserisce subito. Stessa età per Nikola Maksimovich, difensore centrale che può subentrare per fisicità più a Koulibaly che ad Albiol. Non conosce però i movimenti delle difese di Sarri. Non sono esclusi altri nomi, ma è importante la celerità. Gennaio passa in un soffio, il Napoli non può attendere. I tempi di acquisto chiariranno se funziona davvero il Napoli, ora che a pieno titolo Cristiano Giuntoli si affianca a De Laurentiis e al prudente Chiavelli, considerato il mago delle clausole. Anche l’eccellente Sarri è alla prova nella volata scudetto. Il modulo è stato però ben studiato dagli avversari. Ecco perché le squadre di tecnica inferiore attuano delle contromisure: dal Genoa in poi bloccano la fase di costruzione a centrocampo, marcando stretto Jorginho e Hamsik. Questo impedisce al Napoli di ribaltare subito il gioco con proiezioni verticali. Non è ozioso approfondire ripartenze con triangoli veloci sulle fasce e altri sistemi alternativi. Fondamentale, al pari di Higuain, il rendimento di Insigne. Dovrà ripetere alcune strepitose prove, senza cedere ad egoismi e languori. Nella volata scudetto si gioca in chiave personale gli Europei. Far ricredere il testardo Conte è quello che tutto il Napoli, dal presidente ai tifosi, si augurano. Una storia nella storia. Già, i tifosi. Sembra eccessiva l’attenzione sui nuovi arrivi. Rischia di oscurare i meriti di chi ha portato il Napoli a questo secondo posto. Niente di miracolistico, calma. Chi viene dovrà solo essere inserito su una piattaforma già rodata, che ha prodotto gioco spettacolare. I buoni ricambi consentiranno continui innesti e migliori cambi in corsa. Intrigante qualche rilancio: Valdifiori mercoledì sostituisce lo squalificato Jorginho, vediamo come va. E c’è Gabbiadini: se vince la sindrome dell’emarginato, è una micidiale variante tattica.

Antonio Corbo – La Repubblica

Budget mercato, ecco la cifra che ha in mente De Laurentiis

La Gazzetta dello Sport scrive sul mercato del Napoli in entrata: “Un’operazione da 20 milioni di euro, cifra che potrà ancora oscillare in questo mese di gennaio. L’investimento è corposo, ma Aurelio De Laurentiis è più che mai deciso a migliorare l’attuale organico prendendo, magari, Matias Vecino, 24 anni, centrocampista della Fiorentina. E’ su di lui che ha deciso di puntare grosso, il presidente del Napoli, spinto anche dalla consapevolezza che è proprio lui il giocatore che vorrebbe Sarri. Il centrocampo napoletano ha bisogno di un giocatore con queste caratteristiche. La Fiorentina pare intenzionata a non cedere, almeno per gennaio. Il discorso sarebbe più fattibile per giugno, ma Cristiano Giuntoli sta trattando per averlo subito”

Herrera-Napoli, la trattativa può sbloccarsi

La Gazzetta dello Sport scrive su Hector Herrera: “La strategie del d.s. napoletano, in ogni modo, vanno oltre la singola trattativa: il dirigente sta anche lavorando in un’altra direzione nel caso dovesse andare a monte l’operazione Vecino. Giuntoli ha avviato colloqui con il Porto per Hector Herrera, 25 anni, nazionale messicano che ha vinto l’Olimpiade di Londra (2012), battendo in finale il Brasile di Neymar. L’operazione è abbastanza dispendiosa, il club portoghese parte da una base superiore ai 25 milioni, ma la trattativa potrebbe anche concludersi con un formula diversa e prevedere il pagamento in più soluzioni”

ISCHIA, PRIMO ALLENAMENTO DELL’ANNO IN VISTA DELL’IMPEGNO CASALINGO CONTRO IL COSENZA

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Dopo tre giorni di riposo l’Ischia ha ripreso ad allenarsi al centro “Kennedy”. La seduta si è aperta agli ordini del preparatore atletico Pasquale Sepe, dove Armeno e compagni hanno effettuato una seduta di ripresa a media intensità, con tanto lavoro atletico.

Il programma settimanale dei gialloblu prevede altre tre sedute al Kennedy : nel pomeriggio di oggi scenderanno di nuovo in campo, martedì al mattino mentre nel giorno dell’Epifania al pomeriggio. La squadra arriverà sull’isola giovedì 7 ,dove svolgerà le ultime due sedute, prettamente di natura tecnico-tattica in preparazione al match casalingo di sabato 9 gennaio alle ore 14.00 contro il Cosenza.

Il punto sugli infortunati: alla ripresa degli allenamenti, lavoro differenziato ancora per il difensore centrale Patti che nella giornata di oggi si sottoporrà a un’ecografia chiarificatrice ,per un suo ritorno in gruppo dopo la forte contrattura al quadricipite subita nella trasferta di Catanzaro. Ancora cure per l’attaccante Luca Orlando che sempre in settimana verrà sottoposto a una nuova ecografia. Lavoro in gruppo per Filosa, mentre Ameth Fall prosegue il suo recupero in quel di Cesena dove ha ripreso a correre. L’attaccante senegalese è in continuo contatto con lo staff tecnico e sanitario dell’Ischia Isolaverde ed è probabile un suo ritorno alla base per la metà del mese corrente. 

Gabbiadini non si cede, ma il Napoli prepara l’assalto a Muriel

Come riferisce il Corriere dello Sport, difficilmente il Napoli si priverà di Manolo Gabbiadini a gennaio. Solo un’offerta da venticinque milioni di euro potrebbe far vacillare il patron azzurro, Aurelio De Laurentiis. L’attacco del Napoli sta a posto così, anche lo stesso El Kaddouri è riuscito a ritagliarsi uno spazio in squadra e non c’è bisogno che arrivi qualcun’altro. Per giugno, però, si continua a lavorare sotto traccia su Luis Muriel, colombiano della Samp di venticinque anni che ancora non riesce ad esprimersi con continuità. 

Il Carpi pensa al ritorno di Gabriel, altrimenti tutto su Rafael

Come riferisce Il Corriere dello Sport, il Carpi è alla ricerca di un estremo difensore, visto che nè Belec nè Brkic danno le giuste sicurezze. Romairone, diesse romagnolo, vorrebbe riportare a Carpi l’ex Gabriel, ora al Napoli in prestito, via Milan. In alternativa piacerebbe anche Rafael, altro portiere azzurro. Si attendono sviluppi entro la fine di gennaio. 

Cairo rilancia a 25mln per Maksimovic, ecco la reazione di De Laurentiis

La Gazzetta dello Sport scrive su Nikola Maksimovic e il Napoli: “L’operazione è complessa, ma Aurelio De Laurentiis non ha alcuna intenzione di rinunciarvi anzitempo. Vuole Nikola Maksimovic, il presidente del Napoli. Lo sta rincorrendo dalla scorsa estate, quando offrì al Torino 15 milioni di euro. Ma la risposta di Urbano Cairo ne piegò la resistenza: 18 milioni, prendere o lasciare, fece sapere il presidente granata. E il dirigente napoletano decise di lasciare. Solo in quel momento, però, perché adesso è ritornato nuovamente a trattare il difensore serbo, offrendo i 18 milioni chiesti sei mesi fa. Ma da Torino è arrivato il rilancio: dovrà arrivare fino a 25 milioni. Una cifra che De Laurentiis ritiene eccessiva, soprattutto dopo l’infortunio patito dal giocatore che l’ha tenuto fuori 4 mesi e soltanto da poco gli ha permesso di riallenarsi con i compagni. La mediazione è stata affidata a Cristiano Giuntoli che in questi giorni proverà a convincere Cairo ad abbassare le proprie pretese”

Cucchi: Ilaria posta sul web foto di uno degli indagati. Scoppia il caso

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Su Facebook la foto di uno dei cinque carabinieri indagati. Scoppia la polemica. Poi un secondo post: «Non rispondiamo alla violenza con la violenza»

Post sorella Cucchi Carabiniere combo

Roma, 3 gen. – “Volevo vedere le facce di coloro che si sono vantati di aver pestato mio fratello, che si sono divertiti a farlo. Di coloro che lo hanno ucciso”. Con queste parole Ilaria Cucchi cpiega come mai abbia deciso di pubblicare sulla sua pagina di Facebook la foto di uno dei cinque carabinieri uindagati per la morte del fratello Stefano.
“Questa foto non e’ uno scatto rubato in violazione della privacy del soggetto ritratto ma e’ stata addirittura postata dallo stesso sui social network. Questa foto io non l’avrei mai pubblicata ma l’ho fatto solo perche’ la ritengo e la vedo perfettamente coerente col contenuto dei dialoghi intercettati e con gli atteggiamenti tenuti fino ad oggi dai protagonisti”, scrive ancora la donna, “La prima domanda che mi pongo e’: se fosse stato un comune mortale, cioe’ non una persona in divisa, non ci si sarebbe posto alcun problema. La cronaca nera e piena di ‘mostri’ rei o presunti tali di efferati ed orrendi delitti sbattuti in prima pagina”.

“Credo che non mi debba sentire in imbarazzo se diventeranno pubblici anche i volti e le personalita’ di coloro che non solo hanno pestato Stefano ma pare se ne siamo addirittura vantati ed abbiamo addirittura detto di essersi divertiti.

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LEGGI:

  • Caso Cucchi: «Ragazzi dobbiamo giocarcela per avere la pena sospesa» (AUDIO mp3)

Difronte al possibile imbarazzo che qualcuno possa provare pensando che persone come queste possano ancora indossare la prestigiosa divisa dell’arma dei carabinieri io rispondo che sono assolutamente d’accordo e condivido assolutamente questo imbarazzo. Ma non e’ un problema o una responsabilita’ di Stefano Cucchi o della sua famiglia”, scrive ancora, “Non e’ stata una scelta di Stefano Cucchi quella di subire un ‘violentissimo pestaggio’, come lo hanno definito i magistrati, per poi morirne. Non e’ stata una scelta della famiglia Cucchi quella di essere processata insieme al loro caro per sei anni. Quella di avere invece pestato Stefano e’ stata una scelta degli autori del pestaggio. Quella di nascondere questo pestaggio e di lasciare che venissero processato altri al loro posto e’ stata una scelta di altri. Cosi’ come quella di farsi fotografare in quelle condizioni e di pubblicarla sulla propria pagina Facebook e’ stata una scelta del soggetto ritratto. Io credo che sia ora che ciascuno sia chiamato ad assumersi la responsabilita’ delle proprie azioni. Accollandosene anche le conseguenze. E il fatto che questo qualcuno indossi una divisa lo considero un aggravante non certo un attenuante o tantomeno una giustificazione”.

Puntuali sono arrivati i commenti contro il militare indagato, con qualcuno che ha anche proposto una ronda anti-carabiniere. Ma a smorzare i toni è stata la stessa Ilaria Cucchi che un paio d’ore dopo ha invitato tutti a moderare i termini. “Non tollero la violenza, sotto qualunque forma – ha scritto -. Ho pubblicato questa foto solo per far capire la fisicità e la mentalità di chi gli ha fatto del male ma se volete bene a Stefano vi prego di non usare gli stessi toni che sono stati usati per lui. Noi crediamo nella giustizia e non rispondiamo alla violenza con la violenza. Grazie a tutti”.

NEK, tante emozioni, musica e parole per Scafati!

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L’amministrazione comunale di Scafati con a capo il Sindaco Dott. Pasquale Aliberti, ha regalato ai suoi cittadini un bellissimo concerto del cantautore Filippo Neviani, in arte NEK.

Guarda la fotogallery a cura di Antonio Toscano

La temuta pioggia prevista per la serata di ieri 2 Gennaio è stata clemente permettendo così la buona riuscita della manifestazione.

Scafati, ormai da anni, conferma per il Capodanno la presenza di cantanti di elevato spessore e per il 2016 è stata la volta di NEK.

Il famoso artista che per il 2015 ha brillantemente partecipato al Festival di Sanremo, ha terminato con la tappa di Scafati una importante tournèe dal nome “Prima di Parlare Live Tour”.
I fans del cantautore emiliano hanno iniziato a gremire il piazzale Aldo Moro già dalle prime ore del pomeriggio, arrivando così a fine serata al numero considerevole di circa duemila persone.

Nek ha riproposto tutta la sua “greatest hits”, regalando alcuni meadley acustici e dediche al pubblico scafatese e non, molto caloroso.

Ricordiamo le sue note famose di “Fatti avanti amore”, “Laura non c’è”, “Contromano” ed inoltre la cover di “Se telefonando” scritta da Maurizio Costanzo e Ghigo De Chiara nel 1966.

Il concerto è andato avanti tra cori ed applausi per circa due ore, riempiendo di soddisfazione anche il sindaco Aliberti che attraverso i social ha espresso il proprio ringraziamento alla cittadinanza ed ai partner che hanno collaborato alla realizzazione dell’evento.

A tutti un meraviglioso anno 2016 da parte di Nek e dalla redazione di ViViCentro.it

Riflessioni sul Capodanno negli anni (Lucio Garofalo)

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La riflessione più significativa sul Capodanno la scrisse Antonio Gramsci in giovane età, nel 1916, esattamente un secolo fa. Gramsci aveva ragione quando scriveva che dovrebbe essere Capodanno ogni giorno. Ma senza le stupide convenzioni sociali, gli stereotipi ottusi, il falso perbenismo borghese, il moralismo ed il conformismo ipocrita della società dei consumi di massa, senza i buoni propositi di ogni inizio d’anno che fanno assomigliare la vita umana ad un’azienda commerciale con i suoi consuntivi finali, bilanci e preventivi. Il comunismo dovrà spazzare via anche le inutili e sciocche convenzioni, le date e le ricorrenze vuote di senso. Questi Capodanni, che rappresentano soltanto convenzioni rituali, inducono a credere sul serio in una discontinuità della vita e della storia umana. Mentre non è affatto vero. Sono altri i momenti storici che hanno sancito un salto rivoluzionario, o una discontinuità effettiva. Ad esempio, il 1789 o il 1917. Giusto per intenderci. Purtroppo, la maggior parte della gente non si rende conto di inseguire chimere ed illusioni. Ogni fine d’anno si ripete, puntualmente, lo stesso meccanismo rituale, mentale, di massa. Una sorta di “droga collettiva”, di “oppio dei popoli” utile a condizionare le classi popolari e mantenerle in uno stato di subalternità, sotto il giogo delle élites dominanti. Come recitavano gli antichi latini: panem et circenses. Si dice “anno nuovo, vita nuova”, ma è solo una mera illusione. Nel corso della storia umana si verifica assai raramente una soluzione di continuità, una rottura o un trauma tali da generare mutamenti radicali, tranne nei casi in cui si realizzi una rivoluzione epocale. Neanche nel caso delle più celebri date spartiacque, il 1492, anno della scoperta dell’America, o il 476 d. C., che sancì ufficialmente la deposizione dell’ultimo imperatore romano d’Occidente. Queste date rappresentano convenzioni stabilite dagli storici per segnare sulla linea del tempo eventi che separano due epoche storiche, suscitando un’immagine di rinnovamento che è puramente simbolico ed illusorio. Solo un’autentica rivoluzione avrà il potere di introdurre qualche innovazione concreta e profonda nella vita quotidiana delle persone. Per cui le vere date spartiacque della storia sono altre: il 1789, anno della rivoluzione giacobina, il 1917, anno della rivoluzione bolscevica. Tali eventi storici hanno fatto compiere all’umanità uno straordinario balzo in avanti, innescando una soluzione di continuità reale. Ora, tenendo conto che il pensiero di Gramsci è di un’intelligenza inarrivabile, mi accontento di aggiungere riflessioni più banali e modeste. Come già detto, a Capodanno si usa augurare “anno nuovo, vita nuova”. Un augurio che rivolgiamo a noi stessi e a chi amiamo. Ma la verità è che, con il trascorrere degli anni, si rischia di invecchiare. Per cui il miglior auspicio che mi viene in mente, è di riuscire a conservare l’entusiasmo, la carica vitale, le speranze e le energie giovanili. Come dicono nella capitale dello Stato Pontificio: “bonanotte ar secchio, ormai ce semo”. Il mio auspicio speciale è che i bilanci sul passato siano sempre onesti, mentre i desideri e i progetti per il futuro siano realizzabili. Nel contempo, non conviene mai precludersi la possibilità di sognare e pensare in grande stile, di volare alto, affinché si attui finalmente l’utopia di un’autentica rivoluzione palingenetica: l’emancipazione del genere umano da ogni forma di oppressione, politica, economica, religiosa. Pensare ed agire con coerenza, non accettare supinamente le idee altrui: è questo un augurio davvero speciale.

ISCHIA, FEMIANO:”SPEZZANI FIRMERA’ A BREVE,SIRIGNANO? SOLO SE VA VIA MORACCI”

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Si è concluso il mini-ritiro sull’isola di Ischia,dopo quattro giorni che la squadra si è allenata sul sintetico dello stadio Monti di Casamicciola. Ci sono stati i primi movimenti di mercato in entrata da parte della società dove sono arrivati i vari calciatori Di Vicino, Celli e Spezzani, con quest’ultimo che sembra essere il candidato numero uno a firmare a breve. Alla riapertura del mercato ci aspetteremo qualche altro giocatore in prova.

”Se prenderemo qualcun altro lo faremo firmare subito,senza il periodo di prova. Spezzani sta lavorando per ritrovare la sua forma migliore,e all’apertura del mercato firmerà”. In quest’ultimo periodo c’è un giocatore come Nicola Mancino che fa gola a tanti club,la sua cessione sembra vicina.”Mancino è un giocatore richiesto,e ne dobbiamo andare fieri di avere un giocatore del suo calibro richiesto sul mercato”.

Capitolo Sirignano? “ Lo ripeto,se esce Moracci l’acquisto sarà lui in difesa. Abbiamo un giocatore valido come lui.Anche se potrebbe andare via con uno scambio con un’altra squadra sempre per un difensore”. Per quanto riguardo il reparto offensivo, ci sarà da intervenire, anche perché l’infortunio di Orlando sembra più grave del previsto. “Si rientrerà con qualche settimana in ritardo rispetto a quanto si era programmato. Fall già si sta allenando, nei prossimi giorni vedremo cosa ci darà l’ortopedico della clinica a Roma”.

Il reparto che sembra avere più necessità dove intervenire è il centrocampo, dove a questa squadra manca un vero play-maker.” Ci sono due giocatori di qualità. Uno è Spezzani che se sta bene è un giocatore di categoria superiore. E abbiamo Di Vicino che lo stiamo valutando proprio sotto il profilo atletico,perché se dovesse stare bene,sicuramente diventerà un giocatore dell’Ischia. Operazioni in entrata,ma c’è da sfoltire anche la rosa con dei giocatori pronti a lasciare l’Ischia.Uno dei papabili sembra essere Meduri. “Si è un giocatore che stiamo cercando di cederlo,potendo così prendere Spezzani e qualche altro rinforzo”.