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Paganese – Juve Stabia: Notiziario rifinitura e convocati della Paganese

Paganese convocatiRifinitura questa mattina come di consueto a Siano per la Paganese.

 

I soli a lavorare a parte sono stati Magri, Schiavino e Cicerelli (squalificato).

 

Mister Grassadonia ha poi diramato la lista dei 22 convocati per la gara di domani alle 14 contro la Juve Stabia al “Marcello Torre”.

 

Ecco la lista completa dei convocati:

 

Porteri: Marruocco, Borsellini

 

Difensori: Penna, Sirignano, Bocchetti, Dozi, Esposito, Parente, Ammendola

 

Centrocampist: Carcione, Grillo, Della Corte, Cassata, Guerri, Corticchia, Palmiero, Deli

Attaccant: Caccavallo, Cunzi, Tommasone, Vella, De Vita

 

Indisponibili: Magri, Schiavino

 

Squalificat: Cicerelli

 

Pagani 6/2/2016 – Ufficio Stampa Paganese Calcio 1926 srl

Sarri: “Carpi da non sottovalutare, rischiamo un guaio”

Maurizio Sarri ha parlato in conferenza stampa: “Ora sono una squadra diversa, anche a Firenze hanno giocato con qualità”.

Come ha visto Koulibaly? “Bene, i compagni gli sono stati vicini e l’ho visto sereno”.

E’ orgoglioso che il suo gioco sia materia di studio in Portogallo? “E’ un risalto della piazza, l’anno scorso ad Empoli venivano da Inghilterra, Russia, Giappone. L’anno scorso però nessuno lo sapeva accadendo in una realtà diversa”.

Allegri dice che deve guardare in casa altrui, lei cosa replica. “Io non ho nulla da replicare”. Guardiola ha detto che non capisce perchè si parli di Juve e non di Napoli: “Non lo so, se ne parla Guardiola è tanta roba, più importante di tanti altri”.

Sulla crescita del Carpi: “Non è la squadra dell’andata, l’ha dimostrato a Milano e Firenze, trovando compattezza e poi ripartenza con giocatori di grande gamba”.

Sulla gestione delle partite: “Siamo una squadra in costruzione, abbiamo ancora momenti di vuoto e di passività. Per crescere dobbiamo evitarli, abbiamo l’esperienza per aver capito che dobbiamo gestire le partite continuando a giocare a calcio, martellando con la continuità. Quando diventiamo passivi diventiamo vulnerabili”.

Su Castori: “Anche lui ha fatto un percorso lungo, uscire da certe categorie è difficile. Non per forza partire dal basso significa arrivare in alto”.

Sui fatturati: “I soldi aiutano, come in ogni cosa, poi ci sono altri fattori. Ci sono dei casi in cui si va oltre, ma sono rari e si ricordano sempre gli stessi. Se un club ha più budget e si muove bene come società allora parte favorito”:

Come ha fatto a trasformare Hamsik? “Sembra il miglior Gerrard. Presente in fase difensiva come in quella offensiva, per noi è straordinario”.

Lopez titolare con Valdifiori è un’ipotesi? “Non lo so, vediamo, ha speso molto nell’ultima partita. E’ stato straordinario fisicamente”.

Domani sera a cosa penserai? “Alla partita dopo, ma domani rischiamo l’osso del collo! Loro hanno ritrovato quello spirito che li ha portati in serie A. Castori ha dato la mentalità di non arrendersi mai e se noi sottovalutiamo l’avversario in un grande condizione, avvertendo stanchezza mentale, noi non ne veniamo a capo. E’ una prova difficile, di maturità, spero che i giocatori siano indirizzati mentalmente in questo senso”.

Chi è messo meglio tra le prime due? “Pensiamo solo alla partita di domani”. Cosa ti è piaciuto della gara dell’Olimpico? “Mi è piaciuto che i ragazzi hanno saputo interpretare bene la linea difensiva alta della Lazio”.

L’ultimo acquisto si chiama Vasco, è un Napoli sempre più rock? “Avevo un cane che si chiamava così a cui ero molto affezionato. Regini lo conosco, è reduce da due anni in un altro ruolo ma per me è più adatto a fare il centrale e vediamo se riesce a tornare velocemente a pensare da centrale”.

Ci sarà ancora turnover? “Sono rimasti fermi dei giocatori mercoledì, poi c’è la squalifica di Jorginho e valuteremo se cambiare altro”.

E’ un match importante per voi. “Alle domande con la parola Juventus non rispondo. Il Carpi ha perso una sola partita nelle ultime sei partite, tra l’altro rocambolesca a Firenze al 93′. Se domani non ci esprimiamo a grandi livelli come l’Empoli passeremo dei guai seri. Spero che la mente dei giocatori sia indirizzata a questa partita. E’ più complicata di quello che sembra”.

Bergamo, prof licenziato per aver fatto pipì. In piazza 400 studenti: “Così l’ingiustizia è legge”

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Un lungo corteo fino al palazzo della procura. Slogan, striscioni e cartelli con la scritta “capitano mio capitano”. Mobilitazione anche sui social e una petizione su change.org

Circa quattrocento persone tra studenti, genitori e docenti hanno preso parte, a Bergamo, al corteo in solidarietà di Stefano Rho, il professore di filosofia licenziato per aver fatto la pipì in un cespuglio 11 anni fa e non aver dichiarato il ‘reato’ (per il quale era stato condannato dal giudice di pace a 200 euro di multa) nell’autocertificazione richiesta per chi insegna nello Stato. Il corteo è stato caratterizzato da una fila indiana che ha raggiunto piazza Dante, davanti alla Procura, con vari striscioni, tra cui “Mentre gli innocenti sono accusati, i criminali brindano”; “così l’ingiustizia diventa legge” e “capitano, mio capitano”.

Professore licenziato a Bergamo, gli studenti manifestano: #noiconRho (VIDEO)

Il corteo in piazza è solo l’ultima manifestazione di protesta contro una decisione che viene ritenuta ingiusta e sproporzionata. Subito dopo il licenziamento, infatti, era stata lanciata una petizione su change.org, mentre su Facebook era stato creata una pagina. Non solo, sulla vicenda c’è anche l’interrogazione parlamentare di Antonio Misiani (Pd): “È una vicenda paradossale e assurda, chiederò tutti i chiarimenti e gli interventi necessari alla ministra della pubblica istruzione”.

La storia di Rho, 43 anni, sposato e padre di 3 figlie comincia nel Ferragosto del 2005 quando a sera tardi viene sorpreso dai carabinieri mentre fa la pipì in un cespuglio di Averara, in valle Brembana. Aveva passato la serata con gli amici a bere a mangiare e, pare, non ci fossero locali pubblici a disposizione per quella necessità. Nel suo iter, la denuncia arriva sul tavolo del giudice di pace e per il professore scatta la multa di 200 euro per “atti contrari alla pubblica decenza”. Il 2 settembre 2013 il docente firma per il ministero dell’Istruzione l’autodichiarazione in cui certifica di non aver subito condanne o provvedimenti.

Tre mesi dopo, il dirigente scolastico gli comunica che da un controllo è emerso che risulta “destinatario di un decreto penale passato in giudicato” e, sentite le sue spiegazioni, lo “censura”. Non è dello stesso avviso la Corte dei Conti, secondo la quale a un’autocertificazione non veritiera deve seguire il licenziamento. Così il dirigente scolastico di Bergamo, Patrizia Graziani, ha dichiarato la decadenza dell’insegnante.

LA RICETTA DI SPALLETTI : “SERVE UN ROMA STYLE”

“Ci sono stati miglioramenti importanti per Digne e Florenzi, hanno svolto tutto l’allenamento al alti ritmi. Dzeko va rivisto oggi perché ieri ha fatto allenamento a parte, De Rossi invece si è soltanto curato e sicuramente oggi non svolgerà tutto l’allenamento. Strootman (ndr tornato a giocare per la prima volta dopo la terza operazione al crociato ieri con la Primavera giallorossa che affrontava l’Avellino sul campo Testaccio di Trigoria) ha fatto vedere di essere sulla strada giusta. Mi è piaciuto soprattutto quando a risultato acquisito è andato a mettere il piede come lui sa fare, oltre a varie azioni di disturbo dell’avversario in cui c’era il rischio di prendere una pallonata forte. È una persona straordinaria. Vainqueur o Perotti possono sostituire lo squalificato Nainngolan ma non c’è ancora nulla di certo. Valuterò con l’allenamento di oggi, visto che anche Florenzi o Iago Falque possono far bene in quel ruolo. Il reparto in cui abbiamo più qualità è proprio il centrocampo”. Questo il punto della situazione in casa giallorossa tracciato dal tecnico di Certaldo nella consueta conferenza stampa pre match. Domani alle 20.45 la Roma affronterà una Sampdoria in odore di smobilitazione (sono stati venduti molti dei pezzi pregiati della rosa nella finestra di calciomercato appena archiviata) ma con un grande condottiero sul ponte dio comando: l’indimenticato ed indimenticabile Vincenzo Montella, uno dei fautori dell’ultimo scudetto romanista ed allenatore dei giallorossi nel 2011 a seguito delle dimissioni di Claudio Ranieri. Spalletti, che lo ha allenato nella sua prima parentesi giallorossa, ha solo parole al miele per il bomber di Pomigliano D’Arco: “Colpisce la qualità del suo lavoro. Lui è uno di quelli che hanno fatto la cosidetta gavetta (è partito dai bambini ed è arrivato ad allenare in prima squadra, poi ha mostrato il suo valore a Catania, tutti hanno visto quanto sia bravo alla Viola. E’ intelligente, pronto a migliorarsi sempre e ad imparare, sarà un avversario difficilissimo da affrontare a livello di valori contrapposti.”

CAPITOLO ATTACCANTI E CRISI DZEKO “Contro il Sassuolo avevamo 2 punte ed hanno fatto gol entrambe, tra l’altro è il lavoro complessivo della squadra a fare il risultato finale, il movimento che non dà riferimenti, il fatto che tutti diano una mano per non permettere agli avversari di sviluppare il loro gioco. Perotti e Manganelli sono i calciatori che hanno macinato più chilometri nel corso della gara e questo è assolutamente significativo a livello tattico sebbene poi si sa,vengano in risalto più che altro i marcatori. Ci chiamiamo Roma e sentiamo la responsabilità di dover andare a fare risultato sempre. Non è vero che a Roma non si lavora, anzi, bisognerebbe costruire uno “stile Roma”. Con lo Zenit si andava in tutte le parti del mondo a fare preparazione ed incontrai un ragazzino con coca cola e patatine in mano che mi disse : “you are As Roma coach” nonostante avessi la tuta dello Zenit. Abbiamo un’importante responsabilità verso i bambini che rappresentano il futuro. Ad Edin (ndr Dzeko) non riusciamo a dare palle che lui possa giocare, lo serviamo male. Dobbiamo sostenerlo di più. I passanti e la palla buttata invece di fraseggiare sono tutti stratagemmi che si dovrebbero usare quando si ha uno con quell’esplosività fisica, bisognerebbe far partire l’azione da lui”.

E GLI INFORTUNI? “Un dato importante non è tanto quello relativo alla percentuale di possesso palla ma quello delle palle recuperate. Abbiamo diminuito la perdita di palla quando fraseggiamo soprattutto nello stretto, si vede che i giocatori hanno più tranquillità. Gli infortuni vanno a colpire la squadra che deve dare i risultati e non ci riesce. Questo accade perché a livello mentale si è più deboli. In particolare quando arriva un nuovo tecnico che deve conoscere i ragazzi, può succedere che questi siano più stimolati a dare il massimo in allenamento e sono più propensi a farsi male. È un po’ un cane che si morde la coda. Nura ha fatto la visita per l’abilitazione e gli è stato concesso di potersi allenare di nuovo con noi ma deve crescere con tranquillità . Gerson, invece, non è mai stato tesserato e lui non era contento di questa soluzione perché avrebbe potuto solo allenarsi, staremo a vedere cosa potrà accadere in futuro perché è un trequartista di grande intuizione. Szczesny mi sembra un ragazzo intelligente che ha una grandissima qualità per un portiere: la freddezza. A volte sembra che arrivi morbido su certe situazioni ed invece è attentissimo. inoltre sa giocare bene con i piedi, caratteristica fondamentale nel calcio moderno perché oggi le squadre partono tutte dal basso per avere sempre la superiorità numerica. Maicon e Keita hanno giocato 3 partite in 8 giorni ma gli sono servite per entrare in condizione visto che avevano avuto un periodo di inattività”.

Claudia Demenica

Putin gioca la carta dei cristiani CESARE MARTINETTI*

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È difficile non vedere la regia di Vladimir Putin dietro l’annunciato incontro tra Papa Francesco e il Patriarca Kirill.  

Se infatti il gesto del pontefice romano non è sospettabile di ingerenze temporali esterne, al contrario è impensabile che il Patriarca di tutte le Russie si sia deciso allo storico passo senza il consenso del Cremlino.  

E probabilmente molto di più. Che poi il tutto avvenga a Cuba, aggiunge altra valenza simbolica e politica non trascurabile.  

Il passo di riconciliazione tra le chiese di Roma e Mosca, atteso almeno dalla caduta dell’Urss, avrebbe dovuto logicamente compiersi, se non nella capitale russa, in qualche monastero dell’Est, a metà strada, dove davvero si sarebbe potuta allestire anche scenograficamente la riconciliazione di un doppio strappo storico: prima lo scisma, poi i settant’anni di ateismo comunista. Questo avrebbe voluto dire incontrarsi da qualche parte in terra d’Ucraina, dove pure avvenne – secondo storia e mito, così coltivato da Putin – intorno all’anno Mille il battesimo della «Santa» Russia. Ma l’evocazione stessa dell’Ucraina fa capire che l’ipotesi era insostenibile. Dunque Cuba, attraverso la mediazione – vera? posticcia? – di Raul Castro, luogo che da improbabile diventa invece probabile perché il pontefice non è più un polacco intagliato nel marmo dell’anticomunismo, ma un pastore venuto da quella parte del mondo e che ad essa continuamente si rivolge.  

Lo sfondo occasionale di questo incontro, come ieri è stato detto a Roma e Mosca dai due portavoce, è la difesa dei cristiani nella crisi mediorientale, in Siria e Iraq, oggi il primo punto dell’agenda internazionale. In Siria la Russia è un attore pienamente in campo: papa Francesco trova dunque un alleato non neutrale. È pur vero che la missione della Chiesa è universale e come tale in grado di purificare anche il supporto più interessato. Ma la Russia è la Russia e a distanza di due anni dalla crisi ucraina che ha segnato l’isolamento del Cremlino e il ritorno a un clima di guerra fredda con sanzioni e contro-sanzioni e una effettiva guerra calda mai davvero conclusa nel Donbass, l’annuncio dell’incontro tra Francesco e Kirill è oggettivamente una clamorosa riapertura a Putin. Ed è ora lecito immaginare che ne seguiranno altre perché il fronte delle sanzioni si è largamente indebolito e le pressioni del mondo economico sui governi occidentali per la riapertura del mercato russo sono fortissime. 

Ma il disegno di Putin è ancora più ambizioso, ed è quello di diventare un punto di riferimento per la cristianità, addirittura il difensore della cristianità per il mondo occidentale laddove questa è in crisi. Gli ambienti ultraconservatori francesi già lo considerano tale, una specie di araldo dell’onda antimodernista che si è espressa nelle «manif pour tous», le manifestazioni contro il matrimonio omosessuale. Un personaggio come Philippe de Villiers, ex sottosegretario di un governo Chirac dell’86, lui stesso candidato alle presidenziali, ma a lungo emblema di un «souveranisme» nostalgico e marginale ma vivo e oggi sostanzialmente collaterale al movimento della Le Pen, in un libro di memorie («Le moment est venu de dire ce que j’ai vu», ed. Albin Michel) uscito a fine anno ha raccontato il suo incontro in Crimea con Putin. Gli accenti sono colorati («Lo zar è tornato») ma la sostanza politica è impressionante. Scrive de Villiers: «Ormai la Russia liberata da tutte le ideologie rivoluzionarie assiste ai tentativi della Nato di asservire il mondo al modello americano… E se oggi le nazioni europee vogliono uscire dall’Europa che nega i valori cristiani devono rivolgersi al mondo ortodosso che resiste alla decadenza occidentale…». Non dimentichiamo che Putin è un cospicuo finanziatore di Marine Le Pen e di altri movimenti «populisti». Una strategia che non si sottrae a interventi anche mirati, com’è accaduto a dicembre quando il governo russo ha donato il grande abete natalizio che tradizionalmente viene allestito sul sagrato di Notre Dame: il rettore della cattedrale di Parigi aveva fatto sapere che la chiesa non aveva ricevuto abbastanza offerte per sostenere gli 80 mila euro necessari e in poche ore l’ambasciatore russo Alkeksandr Orlov ha provveduto. Un aneddoto non banale. 

D’altra parte nella complessa ideologia putiniana la chiesa ortodossa ha un ruolo fondamentale per la ricostruzione del «mondo russo» disperso dalla scomparsa dell’Urss. Nel 2007, all’atto di riconciliazione tra il patriarcato di Mosca e la chiesa ortodossa russa fuori dalla Russia, Putin ha detto: «La rinascita dell’unità ecclesiale è una condizione essenziale per restaurare l’unità perduta di tutto il mondo russo». Nei riguardi dell’Europa gli accenti sono sempre irridenti: «declino economico e decadenza morale», bisogna aiutare l’Europa a restare fedele alle sue radici cristiane e ai suoi valori tradizionali. Altre ironie in un incontro con le agenzie di stampa a San Pietroburgo nel maggio 2014: «Ho più volte detto ai miei amici europei che se non prendono in conto l’umore delle loro popolazioni, il nazionalismo crescerà». 

Kirill è a suo modo un personaggio speculare a Putin. Alla caduta dell’Urss era praticamente il vice di Aleksij II, un patriarca anziano ed immobile, un’iconostasi vivente. Pragmatico, poco diplomatico, uno dei primi ad usare il telefonino. Quando Wojtyla nel 1993 andò in Lituania, fece allestire l’altare della messa in direzione di Mosca e alla fine della celebrazione fece ad alta voce in russo un’invocazione dai toni mistici: «Rossìa-Rossìa», Russia-Russia fu il suo grido. Ma non ci fu risposta. Allora, in un’intervista a La Stampa, proprio Kirill escluse qualunque riavvicinamento con Roma: «Il risveglio dell’attività ecumenica è oggettivamente ostacolato dall’attività dei predicatori cattolici, soprattutto da quelli polacchi».  

Tutto questo per dire che si tratta di una chiesa che nelle gerarchie vive all’ombra e in parallelo con il Cremlino, dove i piani di Putin non sono tanto per la riconciliazione ecclesiale, ma per una partita globale. Come quella di Francesco. E non sono la stessa partita

* Twitter @cesmartinetti  / lastampa

 
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I tifosi scrivono al Prefetto: “Apra lo Juventus Stadium”

Hanno fatto riaprire i settori ospiti di tutta Italia, hanno messo a nudo un vulnus esistente nella normativa sull’ordine pubblico e ora lanciano l’ultima sfida: il 13 febbraio saranno a Torino in occasione di Juventus-Napoli. Se riusciranno ad entrare all’interno dello Stadium, del quale è stato annunciato ieri il sold out, non si sa ma loro ci proveranno. Maurizio Criscitelli, presidente del Napoli Club Bologna Passione&Identità, ne ha fatto una questione di principio .Roma, Verona, Lazio, tutti i settori chiusi sono stati improvvisamente riaperti. Ma a Torino non sarà così per l’ordinanza del prefetto.

Il Mattino

Chiriches giocherà titolare contro il Villarreal, Sarri lo stima

La Gazzetta dello Sport scrive su Chiriches: “Sarri stima molto l’ex Tottenham, che sarà in campo dall’inizio contro il Villarreal, e sa di poter fare affidamento su di lui non solo in caso di necessità ma anche per marcare avversari forti di testa (Chiriches è ritenuto il miglior difensore del Napoli in questo fondamentale). Domani dovrebbe restare a guardare perché Sarri in genere cambia poco la retroguardia. A Roma con la Lazio, però, ha optato per Maggio e Strinic sulle fasce: un inedito in questo campionato. I due se la sono cavata bene contro rivali di qualità come Keita, Candreva e Felipe Anderson meritandosi dunque ancora spazio e considerazione”

Under17 Lega Pro, Akragas-Juve Stabia, i convocati di mister Chiaiese

Dopo la sconfitta interna contro il Napoli, la Juve Stabia di mister Rosario Chiaiese, categoria Under17 Lega Pro, va in trasferta per riprendere la marcia. Affronterà questo pomeriggio l’Akragas Città dei Templi.

Questi i convocati:

Riccio, Pezzella, Bisceglie, Casella, Diomaiuta, Imperato, Raniei, Ceparano, Manna, Bozzaotre, Chirullo, D’Angolo, Sannino, Manzo, Maiorino, Ranieri, Mercatelli, Cucca, Matano.

Irrati voleva fermare Lazio-Napoli, ma la Questura ha detto no

La lettura del referto di Lazio-Napoli, redatto dall’arbitro Irrati, dimostra come il debole Stato che ci ritroviamo, ancora una volta non è stato capace di lanciare, finalmente, un segnale forte e chiaro contro i razzisti, fermando la partita. Cosa che voleva fare il direttore di gara, se non gli fosse stato impedito, per la solita paura di conseguenze sull’ordine pubblico. Come se gli ignobili cori contro Koulibaly, contro Napoli e i napoletani, non fossero stati plateali violazioni dell’ordine pubblico, da stroncare senza se e senza ma. Lazio-Napoli 0-2: “buu” razzisti a Koulibaly, Irrati sospende il match Lazio-Napoli 0-2: “buu” razzisti a Koulibaly, Irrati sospende il match Si legge testualmente nel documento inoltrato al giudice sportivo Tosel che ha chiuso per 2 turni la Curva Nord e, per un turno, i Distinti dello stadio Olimpico di Roma: “Durante la sospensione di 3’40″, veniva effettuato l’annuncio dello speaker. Prima di far riprendere la gara avvisavo il responsabile dell’ordine pubblico che avrei ripreso il gioco e che, da quel minuto sino alla fine della gara, avrei atteso sue indicazioni in ordine all’eventuale sospensione definitiva. Al minuto 24 e 50 secondi riprendevo il gioco da quel punto sino a fine partita, tramite il quarto ufficiale di gara, ricevevo l’indicazione dal responsabile dell’ordine pubblico di far proseguire la gara nonostante in alcune occasioni i cori fossero proseguiti”.

Traduzione: se fosse dipeso dall’arbitro, l’incontro non sarebbe più continuato. Ciò che è accaduto mercoledì sera a Roma, è stato un altro duro colpo alla credibilità di uno Stato che non riesce mai a vincere la battaglia contro i barbari da stadio. E, tutto questo, all’indomani del nono anniversario della morte dell’ispettore di polizia, Filippo Raciti, assassinato il 2 febbraio 2007 a Catania, durante gli incidenti post derby Catania-Palermo. Alfano o chi per lui, un giorno o l’altro dovrebbero spiegare se l’obiettivo sia quello di svuotare gli stadi. A Roma ci stanno riuscendo alla grande.

Ha acutamente osservato stamane Fabrizio Patania, sul Corriere dello Sport: “Discriminazione territoriale, striscioni, bombe carta: frazionare la curva, dicevano, sarebbe servito per identificare chi delinque e per non colpire un intero settore. La curva si è svuotata, ultras e gruppi organizzati non ci vanno per protesta: ieri sono stati squalificati per due giornate anche loro, quelli rimasti a casa per scelta. Stesso discorso per i Distinti: non sono stati identificati”. E dopo il danno, la beffa: squalificata la Nord, in occasione della gara con il Verona, la Lazio aprirà la Curva Sud, solitamente chiusa. Un trionfo. Churchill diceva che gli italiani vanno a una partita di calcio come se andassero in guerra e vanno in guerra come se andassero a una partita di calcio. Aveva ragione.

Corriere dello Sport

Sceicco del PSG pronto a far follie per Insigne

Primo assistman d’Italia e unico giocatore tra i principali campionati d’Europa ad essere andato già in doppia cifra sia con goal che con assist, 11 e 11 tra campionato ed Europa League: un record assoluto per Lorenzo Insigne. Numeri che, come riferisce l’edizione odierna del Corriere dello Sport, hanno attirato ulteriormente tantissime attenzioni. Lo sceicco del Paris Saint German, per esempio, sarebbe pronto a far follie per lui. Ma sono tanti i club a chiedere informazioni. Il club francese, estimatore di vecchia data, lo segue molto seriamente, ma il Napoli non ha mai neanche ascoltato una proposta. Anzi: è pronto il rinnovo contrattuale per blindare il gioiellino di casa, che ora chiede un nuovo contratto. Prolungamento, scudetto e Nazionale: questi gli obiettivi del Magnifico per questo 2016. 

In infermeria non c’è partita tra Napoli e Juve

La Gazzetta dello Sport pubblica un grafico relativo al numero di infortunati nei club di A: “Napoli al primo posto e Verona all’ultimo. Proprio come dice la classifica di Serie A, e che tra le due graduatorie ci possa essere un nesso diretto è più di un sospetto. La squadra di Mandorlini (prima) e Delneri (poi) che contro l’Atalanta ha conquistato la prima vittoria in campionato è infatti quella che dall’inizio della stagione ha dovuto rinunciare al maggior numero di giocatori causa infortuni. In totale sono addirittura 109 le giornate di campionato perse dai giocatori gialloblù, con una media di 4,7 a partita. Dietro i veneti, di un’incollatura si piazza il Torino con 107 giornate saltate, poi troviamo la Lazio (96), il Milan (94), l’Udinese (94), la Roma (92), il Genoa (86) e la Juve (78). I bianconeri di Allegri, però, primeggiano in un’altra classifica, quella del numero totale degli infortuni, ben 33, davanti a Lazio (32), Bologna (26) e ai cugini del Toro (25). Un chiarimento è d’obbligo: per elaborare le tabelle che leggete in questa pagina abbiamo preso in considerazione soltanto gli infortuni che hanno determinato lo stop in almeno una giornata di campionato. Sono esclusi, quindi, i piccoli problemini sorti e risolti in settimana tra una gara e l’altra. Proprio la Juventus, ad esempio, di questi piccoli inconvenienti ne ha avuti 8, il che porta il totale degli infortuni a 41. Seconda avvertenza: abbiamo considerato non l’aspetto sanitario, ma la disponibilità per la convocazione. Un giocatore guarito dal punto di vista clinico ma, per esempio, a corto di preparazione proprio a causa dell’infortunio, è stato calcolato tra gli indisponibili, quindi infortunato anche se «tecnicamente» non lo era più”.

ISCHIA, DI COSTANZO:”COL CATANIA SARA’ UNA GARA DIFFICILE, MA I TIFOSI POSSONO CON IL LORO SOSTEGNO POSSONO DARCI UNA GRANDE MANO”

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Abbiamo grande fiducia nei nostri mezzi. E’ un po’ come una sfida tra Davide e Golia.

Con queste parole, rilasciate ai colleghi di Tele Ischia, Nello Di Costanzo, allenatore dell’Ischia, descrive il confronto di domani tra i suoi ragazzi ed il Catania di Pippo Pancaro. Il tecnico campano, poi aggiunge: “Dovremo fare un’impresa, ci crediamo., Abbiamo qualche problemino interno, qualche giocatore che non è al meglio ma c’è entusiasmo. Questo è l’ingrediente per competere con una squadra che fino all’altro ieri era in Serie A e comunque è stata costruita per risalire la china nonostante la penalizzazione. Siamo consapevoli che con una grande prestazione possiamo fare un grande risultato. Li rispettiamo ma non li temiamo”. Col Catania ci sarà una grande partita, anche perché il pubblico ha dimostrato di voler dare il suo supporto alla squadra:

“Dobbiamo andare in campo consapevoli che siamo, in teoria, inferiori ma con quell’entusiasmo che ci deve caratterizzare grazie al supporto del nostro pubblico. Questa vicinanza si trasmetterà in un’energia maggiore. E’ un qualcosa in più che può aiutare la squadra”.

Lite De Laurentiis-Preziosi ieri in Lega, pioggia di insulti

Fumata nera, nulla da fare ieri in Lega per la ripartizione dei diritti Tv. Come riferisce l’edizione del Corriere della Sera, i presidenti dei club di Serie A non hanno trovato un accordo sulla ripartizione dei proventi da diritti tv del triennio 2015/18: la proposta delle grandi ha ottenuto 6 voti favorevoli, 13 contrari e un astenuto (Lotito). Quella delle medio-piccole è stata appoggiata da 13 voti (6 contrari e Lotito astenuto). Poi è arrivato un momento di alta tensione fra Preziosi e De Laurentiis, tanto da sfiorare anche il contatto fisico. “Qui ci sono squadre a cui basta stare in A per un anno”, è questa la frase del patron dei partenopei che ha scatenato una pioggia di reciproci insulti.

A causa del mancato accordo della divisione dei diritti Tv, i due sono scambiati pesanti insulti e sono arrivati quasi alle mani. Forte faccia a faccia tra i due, con la tensione altissima. Come racconta l’edizione odierna del Corriere dello Sport, una frase del patron partenopeo avrebbe fatto andare su tutte le furie in presidente del Genoa: “Qui ci sono squadre a cui basta una sola stagione in serie A per sistemarsi”. Immediata la replica: “Sei un uomo di m… Ci vuole rispetto. Hai comprato una squadra che era fallita”.

Soccorso velista in difficoltà nell’oceano atlantico su barca a vela “Tarabaralla”

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Si è conclusa questa notte alle ore 04:30 circa la drammatica avventura di un velista solitario italiano nell’oceano atlantico, quando questi è stato tratto in salvo dalla sua imbarcazione in procinto di affondare.

Il velista si trovava a bordo dell’unità a vela denominata “Tarabaralla”, partita dalle Canarie alla volta della Martinica francese, per la traversata oceanica solitaria.
Nel tardo pomeriggio di ieri, 5 febbraio, la Centrale Operativa della Guardia Costiera di Roma, del Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti ha ricevuto notizia dai famigliari e da un amico del velista, che questi si trovava in pericolo a bordo della propria imbarcazione in balia del mare, in pieno Oceano Atlantico, a circa 1000 miglia ad est delle Antille francesi, le coste più vicine, con l’unità disalberata dall’imperversare del mare e priva di propulsione.
La Centrale Operativa della Guardia Costiera ha avviato, così, le operazioni di soccorso da Roma, dapprima con un messaggio circolare via satellite con cui ha allertato tutte le possibili unità in transito in quel punto dell’Oceano Atlantico e, nel contempo, attraverso i propri sistemi satellitari di monitoraggio, mediante i quali ha potuto individuare le unità più prossime al “Tarabaralla”, reperendone i contatti e passando tutte le preziose informazioni all’autorità marittima della Martinica che ha successivamente coordinato il soccorso all’imbarcazione.
L’autorità martinicana ha potuto così dirottare sul punto una delle unità segnalatele dalla Centrale Operativa della Guardia Costiera di Roma, il trialbero olandese “OOSTERSCHELDE”, una nave scuola-museo di inizio secolo dello stato olandese, che, dopo diverse ore di impervia navigazione, è riuscito a raggiungere l’unità “TARABARALLA”, affondata subito dopo, riuscendo a salvare il malcapitato velista. L’unità olandese con a bordo il velista italiano è ora diretta verso Martinique.

L’amore acido. MASSIMO GRAMELLINI*

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Si comprende come Lucia Annibali, l’avvocata pesarese fatta sfregiare dall’ex, l’altra sera abbia preferito andare in pizzeria con la cognata piuttosto che seguire in tv la prima intervista del suo carnefice. Ma da giornalista l’intervista avrei voluto farla io e da lettore e talvolta scrittore di romanzi ho trovato interessante la possibilità di penetrare nella psicologia di quell’uomo. Dare un microfono al male non significa per forza amplificarne i messaggi, ma offrire a tutti la possibilità di conoscerne i meccanismi. Da questo punto di vista, anche per merito della conduttrice, la performance televisiva di Luca Varani è stata una radiografia esauriente. Di lui mi hanno colpito il narcisismo e la totale mancanza di compassione. Quel giustificare l’ingiustificabile in un continuo «sì, però lei…». Fa parte del gioco che un condannato in attesa di sentenza definitiva si arrampichi goffamente sugli specchi e dichiari di avere ordinato agli esecutori materiali di gettare l’acido sull’auto della vittima anziché sulla sua faccia. Chi volete che gli creda? Ho trovato più sconvolgente che abbia ammesso di essersi incapricciato, ma mai davvero innamorato di Lucia.  

 

Ovviamente la presenza dell’amore non sarebbe stata una giustificazione. Ma la sua assenza diventa un’aggravante. La prova che gli unici moventi sono stati l’orgoglio ferito, il bisogno di dominio e quel fottuto senso di possesso che troppi maschi confondono con la passione. Come altri spettatori, ho atteso fino all’ultimo che Varani si mettesse le mani sulla faccia e dicesse: «Dio mio, cosa ho combinato!». Non lo ha fatto. L’acido a lui deve essere colato nel cuore.  

 

*lastampa

 
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L’orda azzurra- Massimo Sparnelli: “Il Napoli vince e convince, ma guai ai pensare alla Juve. Il Carpi fa paura”

E’ intervenuto ai microfoni dell’Orda Azzurra, il noto giornalista Massimo Sparnelli: “Il Napoli è l’unica squadra che ha vinto due scudetti, contro i 108 del Nord, non solo per merito loro, ma anche per qualche aiutino. Conosco De Laurentiis, e non è fesso, sa fa farsi rispettare. Li ho visti diverse volte, sarà il primo a dinunciare situazione strane. Il campo è il campo, con il maestro Sarri, ci stiamo togliendo soddisfazioni. Noi ci ricordiamo situazione scandalose, ma sono fiducioso. C’era Maradona, adesso c’è Higuain, senza fare paragoni. Questo Napoli convince e vince. Platini e Blatter? Siamo stati penalizzati l’anno scorso in Europa League, adesso ADL è vigile, ottimo segnale quello di far fermare il match per i cori contro Koulibaly. Chi sta dall’alto ha compreso che bisogna difendere gli azzurri. Il Napoli sta facendo innamorare tutta l’Europa. Tanto orgoglio per noi. Sarri? E’ uno che è partito dalla gavetta, adesso è arrivato in una grande squadra, così come Mazzarri. Lui è maniacale, h24. La gavetta fa bene, è molto importante, anche se i giovani non vogliono aspettare più. Sarri, l’allenatore con la tuta, merita questo premio. Sono convinto che la malgama fa la differenza, il gruppo è unito, vedi Strinic, David Lopez, Valfidiori. Non c’è questa invidia, sintomo di grande armonia. Bravo Sarri, molto onesto con i calciatori. Non fa differenze, ma si basa su dati certi. Il Carpi è una squadra che fa paura, attenzione, più della Juve. I ragazzi di Castori sono bravi, li abbiamo visti contro l’Inter, sia con la Fiorentina. Quindi, massima concentrazione. Dopo Carpi, penseremo alla bianconeri.” 

L’orda azzurra, Renato Dossena: “Il Carpi ha ritrovato la sua identità, il gruppo l’arma fondamentale”

E’ intervenuto ai microfoni dell’ Orda Azzurra, Renato Dossena, ex giocatore del Carpi: “Seguo i miei ex compagni, sono cambiati. Ho visto la squadra dell’anno scorso, i ragazzi sono tornati ad essere protagonisti. Il Carpi ha ritrovato la sua identità, che ha perso nel girone d’andata. Il segreto del Carpi? L’anno scorso era il gruppo. In questa stagione s’erano persi, ma adesso, il ritorno alle origini, gli ha ridato fiducia. Tutto ciò è specchio nei risultati. Il Napoli, invece, sta facendo una grande stagione. Incredibile la continuità. I giocatori sono grandissimi: grande merito alla società e alla squadra. Valdifiori? E’ un mio vecchio compagno di Empoli, ricordo le visite mediche fatte insieme. Sono stato allenato da mister, conosco Regini ed Hysaj. Higuain? Veramente, veramente forte. Non è a caso è stato a Madrid per parecchi anni. Rientra nella categoria dei top, dietro Messi e Cristiano Ronaldo. Pepe Reina? L’ho conosciuto nel corso del tempo. In Italia l’ho riscoperto, soprattutto adesso. Apprezzo le sue doti, uniche dentro e fuori dal campo. Ha fatto errori, ma è riuscito ad alzarsi e farsele scivolare addosso: è realmente un uomo spogliatoio. Tanto di capello a Pepe. Quando ritornerò in campo? Vengo da un bruttissimo infortunio, ho perso un anno a Carpi, ora sto ultimando il mio percorso verso il recupero.” 

ISCHIA, IERI LA SQUADRA HA RIABBRACCIATO I PROPRI TIFOSI

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L’Ischia ritorna sull’isola verde e riceve l’atteso abbraccio da parte dei tifosi. Oltre cento sostenitori hanno tributato un caloroso applauso ai gialloblù appena scesi in campo per l’allenamento.  I calciatori hanno risposto con un vicendevole applauso, tra cori di incitamento e fumogeni da parte dei supporters gialloblu, con uno striscione appeso che riportava un messaggio ”Chi non cede, non retrocede”.

La squadra si è messa subito a disposizione dello staff tecnico per l’intenso lavoro terminato con una partitella a metà campo. Nella giornata di ieri gli occhi erano puntati tutti sul neo acquisto Blasi che ha concluso la seduta con lavoro differenziato, sotto l’incitamento di alcuni tifosi storici. Nella giornata di mercoledì  è arrivato il transfer dalla Federazione Indiana, ma è chiaro che il centrocampista ha bisogno di qualche giorno per ritrovare la condizione ottimale. In mattina, si è svolto l’allenamento di rifinitura alle 11 presso lo stadio “Mazzella”a porte chiuse.

Da valutare le condizioni di Filosa e Sirigu, non in perfette condizioni fisiche, solo nella giornata di domani il tecnico Di Costanzo scioglierà le riserve per decidere quale formazione schierare in campo contro il Catania.

ISCHIA, 22 I GIOCATORI CONVOCATI PER LA SFIDA CASALINGA CONTRO IL CATANIA. PRIMA CONVOCAZIONE PER BLASI E ACAMPORA

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Al termine della seduta di rifinitura effettuata a porte chiuse presso lo stadio “Mazzella “, il tecnico Di Costanzo ha reso noto la lista dei convocati per la partita Ischia Isolaverde-Catania, valevole per la 21^giornata del girone C di Lega Pro in programma sabato 6 Febbraio alle ore 14.00. Prima convocazione per i neo acquisti Blasi e Acampora con quest’ultimo che potrebbe essere schierato dal primo minuto. In difesa da valutare le condizioni di Filosa.

PORTIERI: IULIANO Rino, MODESTI Nicola.

DIFENSORI: BRUNO Francesco, FILOSA Liberato, FLORIO Filippo, GUARINO Vincenzo, MORACCI Leonardo, PORCINO Antonio, SAVI Davide, SIRIGU Giampaolo.

CENTROCAMPISTI: ACAMPORA Gennaro, ARMENO Gennaro, BLASI Manuele, DE

CLEMENTE Giuseppe, DI VICINO Giorgio, PALMA Giuseppe, PEPE Vincenzo, SPEZZANI Mattia.

ATTACCANTI: ALADJE GOMES DE PINA Alberto, BARBOSA MOREIRA BLAITNER Pablo, KANOUTE Mamadou Yaye, MANNA Giuseppe.

De Luca assolto. Può governare senza l’incubo della legge Severino. OTTAVIO LUCARELLI*

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“Finalmente”. E’ l’urlo del governatore pochi attimi dopo la sentenza. E viene dissequestrato anche il Crescent

“Finalmente”. E’ l’urlo di Vincenzo De Luca pochi attimi dopo l’assoluzione. Ora può governare senza l’incubo della legge Severino. E stamattina riapre a Salerno anche il cantiere del Crescent, voluto da lui quando era sindaco e dissequestrato dopo due anni. Un 5 febbraio da segnare sul calendario per il governatore della Campania, assolto con formula piena dalla Corte d’Appello di Salerno nel processo relativo al progetto di un termovalorizzatore a Salerno in cui era stato condannato in primo grado per abuso di ufficio. Processo di appello iniziato l’8 gennaio davanti al Collegio giudicante presieduto da Michelangelo Russo.

A questo punto, salvo il ricorso in Cassazione da parte della Procura generale, anche il verdetto della Corte Costituzionale sulla legge Severino non è più determinante. De Luca fu sospeso il 26 giugno 2015 dalla carica di presidente della Campania in virtù della legge Severino. Presentato il ricorso d’urgenza presso il Tribunale di Napoli, il 2 luglio, con decreto del presidente della prima sezione civile Guglielmo Cioffi, fu accolto il suo ricorso permettendogli dunque di nominare la giunta e firmare gli atti 

Con lui sono stati assolti anche gli altri due imputati nel processo: il dirigente del settore lavori pubblici del Comune di Salerno, Domenico Barletta e il capo staff di De Luca all’epoca dei fatti, Alberto Di Lorenzo. De Luca nominò proprio Di Lorenzo project manager da affiancare al tecnico già designato, Domenico Barletta all’interno del gruppo di lavoro che doveva progettare la realizzazione dell’inceneritore.

Per tutti la Corte d’appello ha stabilito anche la revoca delle pene accessorie.

La sentenza è arrivata dopo due ore di Camera di consiglio. In mattinata si è svolta l’arringa dell’avvocato Andrea Castaldo: “Non c’è alcuna violazione di norme in relazione alle ordinanze contestate”. L’avvocato, in particolare, ha evidenziato che la firma posta da De Luca sull’ordinanza di nomina del project manager Di Lorenzo era  frettolosa: “Ha firmato perché indotto dal dirigente del progetto Domenico. Barletta”.

I fatti risalgono al 2008, quando De Luca era sindaco di Salerno e commissario per la realizzazione di un termovalorizzatore in località Cupa Siglia. In primo grado De Luca è stato condannato il 21 gennaio 2015 a un anno di reclusione, pena sospesa, per abuso d’ufficio.  Nel processo di appello il procuratore generale, Antonella Giannelli, aveva chiesto per De Luca una pena di 11 mesi per abuso di ufficio

In mattinata nell’arringa uno dei difensori di De Luca, l’avvocato Andrea Castaldo, aveva dichiarato: “Vengono contestate violazioni di norme ma in queste norme non si parla di Project manager. Quindi non ci sono violazioni”. Castaldo ha sottolineato la non completezza da parte dell’accusa e dei giudici di primo grado delle ordinanze contestate per le quali De Luca era stato condannato in primo grado. Per i fatti per i quali è imputato De Luca, il suo legale, Paolo Carbone, aveva chiesto l’assoluzione perché il fatto non sussiste

Dissequestro del Crescent. Intanto proprio oggi, dopo due anni è stato dissequestrato e riprendono i lavori del Crescent, il mega complesso edilizio a forma di mezza luna progettato dall’architetto Ricardo Bofil e voluto da Vincenzo De Luca quando era sindaco.

Domani mattina alle ore 9 verranno rimossi i sigilli per l’esecuzione materiale del dissequestro disposto dal tribunale di Salerno, e da subito riprenderanno i lavori, annuncia all’Agi l’avvocato Lorenzo Lentini, legale dei costruttori Rainone impegnati nella realizzazione dell’opera edilizia sul fronte del mare di Salerno. Lo scorso 13 gennaio, i giudici della seconda sezione penale salernitana avevano accolto la richiesta di dissequestro del complesso edilizio da parte della Crescent srl a condizione che venissero rispettate dai costruttori alcune prescrizioni.

Tra le condizioni fissate per procedere al dissequestro, materiale spiega Lentini, c’erano i nuovi permessi a costruire da ricevere dal Comune, oltre al pagamento da parte dei costruttori della prima rata relativa agli oneri di urbanizzazione insieme alla formalizzazione della polizza fideiussoria per il pagamento di quanto dovuto al Comune di Salerno.

“Tutte queste prescrizioni  – aggiunge Lentini – sono state adempiute e rispettate, quindi adesso il dissequestro, precedentemente subordinato ad alcune condizioni, può ritenersi finalmente materiale ed esecutivo. Siamo molto soddisfatti”. Il cantiere del Crescent sarà riaperto dopo 27
mesi dalla polizia giudiziaria domani mattina alle ore 9. Davanti ai giudici del secondo collegio della sezione penale del tribunale di Salerno (presidente Vincenzo Siani) prosegue invece il processo per le presunte irregolarità urbanistiche commesse nella realizzazione del Crescent, in cui risultano imputati il governatore della Regione Campania, Vincenzo De Luca, insieme ad altre 21 persone. Le prossime udienze del processo sono state fissate al 23 febbraio, il 4 aprile e il 18 aprile.

*larepubblica