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Cosa sta succedendo alla “Ferrari” di Oddo?

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La prestazione opaca fornita contro il Trapani, con annessa sconfitta maturata nei minuti di recupero, ha evidenziato ancora una volta i soliti limiti e i classici problemi di una squadra, con poco carattere e scarso nerbo, e dalle evidenti lacune difensive, oltre che dalla precaria condizione psico-fisica. Il Pescara, infatti, nella gara contro la squadra dell’ex Cosmi, ha concesso veramente tanto agli avanti isolani: la coppia offensiva formata da Petkovic e Citro, a tratti, ha veramente messo alla frusta la disattenta retroguardia abruzzese, che ha sofferto in maniera evidente l’assenza di un leader dall’esperienza e del valore di Campagnaro. Senza contare che le cessione di Fiamozzi, avvenuta a gennaio, si sta rivelando una mossa poco azzeccata.

Ecco che a questo punto subentra il collegamento con la Ferrari di Sebastiana memoria. Chi non ricorda i proclami trionfalistici fatti dal presidente del Delfino alla vigilia della stagione che doveva rappresentare l’immediato riscatto con un pronto ritorno in serie A, dopo un campionato nella massima divisione caratterizzato da figure piuttosto imbarazzanti per tutti i campi della massima serie? La conclusione di quella stagione tutti la ricordiamo. La Ferrari che avrebbe dovuto sbaragliare la concorrenza, non solo non vinse il Gran Premio finale, ma non ebbe nemmeno il premio di consolazione di partecipare ai play-off.

Cosa succederà da qui alla fine del campionato, non sta di certo a noi dirlo, ma al campo. Per intanto, i proclami trionfalistici di mister Oddo, che in passato si era detto convinto a più riprese di un approdo in serie A della sua squadra, anche per via diretta, vale a dire senza passare per le “forche caudine” dei play-off, fatali l’anno scorso alla squadra abruzzese, cominciano a vacillare. E nemmeno poco. 3 punti nelle ultime 5 gare, appena 1 punto raccolto nei due impegni casalinghi consecutivi e ravvicinati, da tutti definiti agevoli alla vigilia. Se non è crisi, poco ci manca.

La promozione diretta sembra essere oramai un ballo per due soli invitati (Cagliari e Crotone), mentre il Pescara dovrà pensare a tenere ben salda la terza piazza: dietro incalzano il Cesena, con solo 2 lunghezze di ritardo, e il Novara, con 3 punti in meno rispetto agli abruzzesi. Senza contare le altre squadre, che hanno tutte pericolosamente guadagnato terreno nei confronti dell’undici di Oddo, che se vuole continuare a coltivare i propri sogni di gloria, dovrà fare, a nostro avviso, un bagno di umiltà. Checchè se ne dica. La piazza comincia a rumoreggiare: i facili proclami sono sempre un’arma a doppio taglio. E a Pescara lo sanno molto bene…

CHRISTIAN BARISANI

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Leasing immobiliare, presentata anche la guida pratica

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Ormai ci siamo: l’applicazione del leasing abitativo per aiutare i giovani a comprare la prima casa tramite locazione finanziaria è entrata nel vivo. La norma è stata introdotta dalla legge di stabilità e ora, per diffonderne l’utilizzo, il Ministero dell’ economia e delle finanze ha pubblicato una guida per spiegarne i vantaggi e le regole di applicazione.

I vantaggi che questo strumento offre sono numerosi: per gli under 35 ad esempio non ci saranno costi di iscrizione e cancellazione di ipoteca, l’imposta di registro sull’atto di acquisto sarà ridotta, la detraibilità del canone leasing al 19% fino a 8 mila euro all’anno e del prezzo di riscatto sempre al 19% nell’anno.

La “Guida al leasing immobiliare prima casa giovani”, che ha lo scopo di chiarire le caratteristiche fondamentali del leasing immobiliare abitativo, sarà distribuita gratuitamente da Assilea, Consiglio Nazionale del Notariato e undici associazioni di consumatori che hanno collaborato a scriverla.”Nella legge di stabilità abbiamo introdotto il leasing abitativo per dare un altro strumento per l’acquisto della prima casa oltre a quello del mutuo ipotecario. La concorrenza infatti è fondamentale, così le banche saranno spinte a migliorar la presentazione dei mutui. Sono convinto che il leasing migliorerà anche lo strumento dei mutui”.

Virgolettato del viceministro dell’Economia, Luigi Casero, intervenuto alla presentazione alla Camera della “Guida al leasing prima casa giovani”.

“Non pensiamo – ha continuato – che questo strumento debba essere alternativo ai mutui, l’importante è avere uno strumento che faccia un po’ di concorrenza ai mutui.

Garantirà vantaggi per chi usa questo strumento ma anche complessivamente perché spinger le banche a migliorare i mutui e a renderli più competitivi”

Francesco Alfano

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Leasing immobiliare, presentata anche la guida pratica

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Ormai ci siamo: l’applicazione del leasing abitativo per aiutare i giovani a comprare la prima casa tramite locazione finanziaria è entrata nel vivo. La norma è stata introdotta dalla legge di stabilità e ora, per diffonderne l’utilizzo, il Ministero dell’ economia e delle finanze ha pubblicato una guida per spiegarne i vantaggi e le regole di applicazione.

I vantaggi che questo strumento offre sono numerosi: per gli under 35 ad esempio non ci saranno costi di iscrizione e cancellazione di ipoteca, l’imposta di registro sull’atto di acquisto sarà ridotta, la detraibilità del canone leasing al 19% fino a 8 mila euro all’anno e del prezzo di riscatto sempre al 19% nell’anno.

La “Guida al leasing immobiliare prima casa giovani”, che ha lo scopo di chiarire le caratteristiche fondamentali del leasing immobiliare abitativo, sarà distribuita gratuitamente da Assilea, Consiglio Nazionale del Notariato e undici associazioni di consumatori che hanno collaborato a scriverla.“Nella legge di stabilità abbiamo introdotto il leasing abitativo per dare un altro strumento per l’acquisto della prima casa oltre a quello del mutuo ipotecario. La concorrenza infatti è fondamentale, così le banche saranno spinte a migliorar la presentazione dei mutui. Sono convinto che il leasing migliorerà anche lo strumento dei mutui”.

Virgolettato del viceministro dell’Economia, Luigi Casero, intervenuto alla presentazione alla Camera della “Guida al leasing prima casa giovani”.

“Non pensiamo – ha continuato – che questo strumento debba essere alternativo ai mutui, l’importante è avere uno strumento che faccia un po’ di concorrenza ai mutui.

Garantirà vantaggi per chi usa questo strumento ma anche complessivamente perché spinger le banche a migliorare i mutui e a renderli più competitivi”

Francesco Alfano

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Terra Madre esalta l’accoglienza. CARLO PETRINI*

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Lo scorso fine settimana Torino ha celebrato i dieci anni da quello straordinario evento che sono state le Olimpiadi del 2006, un avvenimento importante che è servito alla città per ripensarsi e per impostare una rotta per il proprio futuro.

Tra le scoperte più belle dell’inverno di dieci anni fa ci fu sicuramente quella dei volontari, un esercito di oltre cinquemila persone che la città stessa ha voluto festeggiare proprio in questi giorni: migliaia di cittadine e di cittadini che si sono rimboccati le maniche e che hanno dedicato a questa grande mobilitazione internazionale il loro tempo e le loro energie.

Noi di Slow Food abbiamo la fortuna di conoscere bene quest’anima della città, perché la ritroviamo ogni due anni all’appuntamento che per noi è il più importante di tutti. Dal 2004 infatti, in concomitanza con il Salone internazionale del Gusto, a Torino si ritrova Terra Madre il raduno delle comunità del cibo che invadono pacificamente la città giungendo da più di 170 Paesi del mondo.

L’organizzazione di questo evento richiede moltissimo lavoro e moltissima sensibilità, e senza i volontari nulla di ciò che accade in quei giorni sarebbe possibile. C’è chi li accoglie al loro arrivo in aeroporto, chi li aiuta a orientarsi in una città straniera, chi li accompagna e li accudisce durante il tragitto verso le loro strutture di accoglienza, e chi più ne ha più ne metta.

Tra i pilastri di questo evento, c’è inoltre una categoria di volontari davvero speciali: si tratta di quelle numerose famiglie che decidono di vivere l’esperienza di Terra Madre dal punto di vista più bello, quello dell’accoglienza, di aprire le porte delle proprie case e ospitare per i giorni della manifestazione un contadino, un pescatore, un allevatore, un pastore nomade. Questa mobilitazione ci riempie ogni volta di gioia, proprio perché è sul concetto stesso di accoglienza che si fonda Terra Madre: l’accoglienza di chi vive una vita diversissima dalla nostra, che vive in Paesi molto remoti dei quali magari non conosciamo nulla, ma che come noi è su questa terra per vivere una vita felice e dignitosa, e che è su questa piazza per condividere e far conoscere le proprie istanze.

Oggi stiamo preparando la settima edizione di questo straordinario raduno, che si terrà a Torino dal 22 al 26 settembre prossimi. Sarà un’edizione rinnovata, che si svolgerà nel cuore della città anche nel suo programma diurno, non più vincolato agli spazi espositivi del Lingotto, ma snodandosi tra il parco del Valentino e le piazze e i luoghi simbolo del centro, con un programma e un’impostazione ricchi di novità.

Ma c’è una cosa che siamo certi di non voler cambiare, che è un valore di per sé e parte integrante dell’evento stesso: l’incredibile accoglienza che le famiglie sono in grado di dare a questi eroi del cibo. Perché non si tratta solo di dare ai delegati un letto in cui dormire, ma dell’opportunità di costruire amicizie e rapporti che in questi dodici anni abbiamo visto germogliare, crescere e farsi solidi, come accade quando ci si apre agli altri anche nelle proprie sfere più intime, quelle della propria vita domestica e delle proprie dinamiche familiari.

Nonostante in questi tempi difficili sembri serpeggiare ovunque il rifiuto del diverso, la nostra esperienza racconta un’altra storia: le persone hanno un cuore molto grande, e una capacità di accogliere l’«altro» che sa stupire e commuovere. Lo abbiamo visto nella città di Torino, e nei tantissimi paesi e città nelle province di tutto il Piemonte dove le amministrazioni comunali hanno sposato questa filosofia con orgoglio, facendosi promotori in prima persona di questa mobilitazione, coordinando l’ospitalità nelle famiglie, mettendo a disposizione dei bus navetta per permettere loro di raggiungere l’evento, allestendo strutture di ricezione nei propri territori, organizzando cene e feste collettive.

Per questo anche quest’anno siamo pronti a fare appello ai cittadini. Perché se i delegati di Terra Madre sanno portare in Piemonte i colori del mondo, il nostro Piemonte possa invece permettere che il mondo veda la sua anima più nobile, più accogliente, e più aperta al mondo.

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La famiglia calò. MASSIMO GRAMELLINI*

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La famiglia Calò era il vanto di ogni buona sentinella del Family Day: padre, madre, quattordici figli e un cane. Unico metodo contraccettivo conosciuto, sigillare la porta della camera da letto prima dell’ingresso del partner, benché la chiusura risultasse molto spesso difettosa. Un’unione con tutti i cromosomi giusti, la quintessenza della tradizione e del secondo natura, da mandare in estasi mistica Alfano. Eppure la famiglia Calò aveva il destino nel nome ed è calata di un’unità quando, alla soglia dei cinquant’anni, l’inseminatore seriale ha preso atto di avere messo al mondo due squadre abbondanti di calcetto e se n’è andato di casa. Nel darne l’annuncio al programma televisivo Tagadà, la moglie ha ammesso che l’amore per un coniuge può finire, mentre quello per i figli non dovrebbe. Invece il signor Calò manifesta una diffusa forma di amnesia riguardo ai doveri di assistenza verso la smisurata prole.

Dell’incoscienza ribalda di certi maschi purtroppo si sa. Ma in questi giorni di disquisizioni sul concetto di famiglia, merita forse porre l’accento su come la maestosità dei dibattiti astratti finisca poi per infrangersi contro le onde dure della realtà. Per quanto la si voglia continuare a considerare un’istituzione, ingabbiandola dentro schemi rassicuranti, la famiglia è diventata un mero incontro di persone dominate da sentimenti instabili e volubili. Nella vita reale, così lontana dai dibattiti parlamentari, si procede a tentoni, caso per caso. E chi sventola ricette assolute in buonafede è un illuso. Se in malafede, un ipocrita.

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LEGGI ANCHE “Mio marito mi ha lasciata con i nostri 14 figli”

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PM 10 PM 2,5 COSA RESPIRIAMO OGGI : dati in tempo reale

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PM 10 PM 2,5 COSA RESPIRIAMO OGGI
COSA RESPIRIAMO OGGI
Europa

PM 10 PM 2,5 ARPA, qualità dell’aria da satellite
(NO2 troposferico) :
PM 10 PM 2,5 in EUROPA , in Lombardia

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Cosa respiriamo oggi ? – BRESCIA

 

PM 10 PM 2,5. DATI in tempo reale:

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PM 10
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La sigla PM10 (Particulate Matter o Materia Particolata, cioè in piccole particelle) identifica una delle numerose frazioni in cui viene classificato il particolato, quel materiale presente nell’atmosfera in forma di particelle microscopiche, il cui diametro aerodinamico (ovvero corrispondente al diametro di un’ipotetica sferetta di densità uguale a 1 g/cm³ ugualmente veicolata dall’aria) è uguale o inferiore a 10 µm, ovvero 10 millesimi di millimetro.

È costituito da polvere, fumo, microgocce di sostanze liquide denominato in gergo tecnico aerosol: esso, infatti, è un insieme di particolati, ovvero particelle solide e liquide disperse nell’aria con dimensioni relativamente piccole. Queste particelle presenti nell’atmosfera sono indicate con molti nomi comuni: polvere e fuliggine per quelle solide, caligine e nebbia per quelle liquide.

Sorgenti

Le principali fonti di PM10 sono:

  • Sorgenti legate all’attività dell’uomo: processi di combustione (tra cui quelli che avvengono nei motori a scoppio, negli impianti di riscaldamento, in molte attività industriali, negli inceneritori e nelle centrali termoelettriche), usura di pneumatici, freni ed asfalto.
  • Sorgenti naturali: l’erosione del suolo, gli incendi boschivi, le eruzioni vulcaniche, la dispersione di pollini, il sale marino.

I paesi UE utilizzano una classificazione in 13 aree per indicare le fonti del particolato. Secondo l’agenzia europea dell’ambiente, gli edifici sono la principale fonte di PM10 e PM2,5, in aumento nel periodo 2003–2015 e pari al triplo dei trasporti.

Inoltre, una parte rilevante del PM10 presente in atmosfera deriva dalla trasformazione in particelle liquide o solide di alcuni gas (composti dell’azoto e dello zolfo) emessi da attività umane. Il particolato che si forma in atmosfera prende il nome di particolato secondario, mentre quello che viene direttamente emesso in forma solida e/o liquida si definisce primario. Nelle aree urbane il traffico veicolare è una fonte importante di PM10. Secondo l’annuario ISPRA[quale anno? ](Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) oltre il 38% delle stazioni di rilevamento registra superamenti dei limiti di qualità dell’aria per le PM10. Uno studio del 2007 stimava il contributo a circa il 29%

Impatto sulla salute

Secondo ricerche sperimentali su pazienti di città USA e a Milano: il particolato riduce l’aspettativa di vita di 1-2 anni e in particolare di 0,77 anni ogni 10 μg/m³ di PM2,5; il PM10aumenta l’asma tutto l’anno e le bronchiti in inverno (a causa degli idrocarburi policiclici aromatici); il PM2,5 è un probabile fattore di rischio per l’insorgenza di tumori.

Tipologia di particolato

La nocività delle polveri sottili dipende dalle loro dimensioni e dalla loro capacità di raggiungere le diverse parti dell’apparato respiratorio:

Infatti le particelle di maggiori dimensioni non rappresentano un grave problema per la salute per due motivi: il primo è che, data la velocità con cui sedimentano, il tempo di esposizione è assai ridotto, e il secondo è che le particelle più grosse vengono efficacemente filtrate dal naso mentre quelle più piccole (come nel caso del PM1) possono persino raggiungere gli alveoli polmonari.

Dipende inoltre dalla loro natura chimica. In genere, le patologie legate all’inquinamento da polveri sottili sono riconosciute essere l’asma, le affezioni cardio-polmonari e la diminuzione delle funzionalità polmonari. La mortalità indotta dalle polveri sottili è oggetto di dibattito.

Stima dei morti

L’Organizzazione Mondiale della Sanità, basandosi su dati raccolti nel 2008, ha stimato che le polveri sottili siano responsabili di circa 2 milioni di decessi nel mondo all’anno. Le polveri sottili causano 22000-52000 morti all’anno negli USA (dati del 2000) e in Europa contribuiscono a circa 370 000 morti premature (dati 2005) o circa 400 000 (secondo dati più recent).

Uno studio del 2013, svolto su 300.000 persone e pubblicato su Lancet Oncology, mostra che per ogni incremento di 5 µg/m³ di PM 2,5 nell’aria, il rischio relativo di ammalarsi di tumore al polmone aumenta del 18%, mentre cresce del 22% a ogni aumento di 10 µg/m³ di PM 10.

Nell’ottobre 2013 l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) ha inserito l’inquinamento ambientale e le polveri sottili nel gruppo 1, cioè fra i cancerogeni per l’uomo.

Secondo le linee guida dell’OMS del 2005 sulla qualità dell’aria, riducendo i PM 10 da 70 a 20 µg/m³, si potrebbe ridurre la mortalità nelle città inquinate del 15% all’anno.

Stima dei morti in Italia
Decessi per PM10 l’anno media 2006-2008 Città N. decessi 2006-2008
813 Torino 2439
906 Milano 2718
168 Verona 504
140 Padova 420
291 Bologna 873
1508 Roma 4524
324 Palermo 972
164 Venezia 492
241 Firenze 723
378 Napoli 1134
129 Bari 387
443 Genova 1329
124 Messina 372
110 Catania 330
137 Trieste 411
5876 all’anno Totale decessi 17628 anni 2006-2008

Tabella dei decessi per tumori maligni della laringe, della trachea, dei bronchi e dei polmoni nel triennio 2006, 2007 e 2008 in alcune città italiane (dati ISPRA e OMS) elaborati da Nomisma;[13][14][15] [16][17] i dati sono stati ampiamente anche se parzialmente pubblicati da Ansa e dalla stampa nazionale e locale, discussi anche alla Camera dei Deputati ed al Senato della Repubblica italiana.

Limiti di legge

La riduzione del particolato è da decenni un obiettivo della politica europea e mondiale. Fra il 1990 e il 2010, l’emissione totale annua di PM10 e PM2,5 in Europa è diminuita di circa il 25 %, da quasi 3 milioni di tonnellate annue a circa 2. Risulta però una grande variabilità fra paesi, per esempio il PM2,5 è sceso del 90 % in Repubblica Ceca ma salito del 120 % in Finlandia. Nel 2013, la Commissione ha dichiarato l’intenzione di ridurre le emissioni (l’impatto) di PM2,5 del 50 % entro il 2030

I limiti per la concentrazione delle PM10 nell’aria sono così stabiliti

Valore massimo per la media annuale 40 µg/m³
Valore massimo giornaliero (24 ore) 50 µg/m³
Numero massimo di superamenti consentiti in un anno 35

I limiti annuali risultano spesso violati dalle grandi città in Italia, specie al Nord e al Sud, nonché in alcune aree di Francia, Spagna, Polonia e Bulgaria (dati 2012 pubblicati nel 2014 dall’Agenzia europea dell’ambiente). I limiti giornalieri sono superati in larga parte d’Europa.

La Commissione europea sollecita i paesi a rispettare i valori limite di qualità dell’aria dell’UE per il particolato e ricorre contro tali stati alla Corte di giustizia.

Il rilevamento inquinanti è disciplinato dal documento: APAT Agenzia per la Protezione dell’Ambiente e per i servizi Tecnici, Linee guida per la predisposizione delle reti di monitoraggio della qualità dell’aria in Italia.

Prevenzione per coloro che vivono in aree inquinate

Particolare attenzione è richiesta per anziani, malati cardiocircolatori e polmonari, neonati e bambini (specie con crisi bronchiali, tosse e catarro).[37]

Misurazioni sul campo a Roma e Milano mostrano che c’è grande variabilità nell’esposizione al particolato a seconda del percorso seguito in città, mentre il mezzo di trasporto scelto influisce meno (l’esposizione massima può avvenire in auto, moto o mezzi pubblici a seconda dei casi, perché immersi nella scia del traffico-strada dove maggiore è la quantità di inquinanti rispetto al marciapiede).[38]

Consigli:
  • Per evitare l’infiltrarsi delle polveri sottili in casa: chiudere gli interstizi fra muratura e cassonetti delle tapparelle, muratura e corsie delle tapparelle, muratura e casse dei telai delle finestre (es. siliconi, acrilico o simili sigillanti per finiture murali), controllare le guarnizioni delle ante delle finestre.
  • Arieggiare con aria pulita le stanze degli edifici nelle prime ore della giornata quando la concentrazione del PM10 è più bassa, se non c’è aria pulita filtrarla attraverso unfiltro HEPA con un ventilatore (noto anche come purificatore d’aria).
  • Spostarsi in città scegliendo i percorsi a minor traffico e sui marciapiedi, lo smog si concentra soprattutto nella sede stradale attirato dal movimento delle automobili.
  • Fare sforzi fisici (esempio sport) nelle zone laddove minore è la concentrazione dei PM10.
  • Evitare di rimanere a lungo all’aperto nelle giornate inquinate, controllare i bollettini meteo PM10 delle ARPA regionali, se è necessario uscire di casa usare maschere facciali o endonasali per proteggere le vie respiratorie.
  • Evitare le normali mascherine non certificate, perché non proteggono dalle polveri sottili.
  • Valutare l’acquisto di filtri per l’abitacolo delle automobili, efficaci contro le polveri sottili.
  • Valutare l’acquisto di un Filtro Facciale Protezione 3, la migliore protezione da particolato in commercio, in codice FFP3 conformi alla norma EN 149:2001+A1:2009 che fissa rigidi protocolli nella scelta, modalità d’uso, pulizia e conservazione. Le maschere FFP3 vengono ampiamente usate negli ospedali per prevenire malattie infettive, nelle industrie dell’amianto e nella contaminazione da polveri sottili; sono dotate di valvola che favorisce l’espirazione e aderiscono con facilità alla forma del viso. Le maschere FFP se ben aderenti al volto filtrano al minimo garantito del: FFP1 80%, FFP2 94%, FFP3 99% secondo l’European standard EN 149, gli elastici di ritenuta devono essere tesi adeguatamente, il nasello metallico ben sagomato attorno al naso, i bordi della maschera devono essere perfettamente aderenti alla pelle.
  • Valutare l’acquisto di filtri endo nasali, che, se adeguatamente dimensionati ed aderenti alle pareti delle narici del naso, pur essendo quasi invisibili e più pratici delle mascherine in tessuto FFP, hanno un potere filtraggio inferiore minimo garantito del 30% (medio del 52%, massimo 80 %), in ogni caso sono migliori delle maschere prive di certificazione

/wikipedia

Terra Madre esalta l’accoglienza. CARLO PETRINI*

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Lo scorso fine settimana Torino ha celebrato i dieci anni da quello straordinario evento che sono state le Olimpiadi del 2006, un avvenimento importante che è servito alla città per ripensarsi e per impostare una rotta per il proprio futuro. 

Tra le scoperte più belle dell’inverno di dieci anni fa ci fu sicuramente quella dei volontari, un esercito di oltre cinquemila persone che la città stessa ha voluto festeggiare proprio in questi giorni: migliaia di cittadine e di cittadini che si sono rimboccati le maniche e che hanno dedicato a questa grande mobilitazione internazionale il loro tempo e le loro energie. 

Noi di Slow Food abbiamo la fortuna di conoscere bene quest’anima della città, perché la ritroviamo ogni due anni all’appuntamento che per noi è il più importante di tutti. Dal 2004 infatti, in concomitanza con il Salone internazionale del Gusto, a Torino si ritrova Terra Madre il raduno delle comunità del cibo che invadono pacificamente la città giungendo da più di 170 Paesi del mondo. 

L’organizzazione di questo evento richiede moltissimo lavoro e moltissima sensibilità, e senza i volontari nulla di ciò che accade in quei giorni sarebbe possibile. C’è chi li accoglie al loro arrivo in aeroporto, chi li aiuta a orientarsi in una città straniera, chi li accompagna e li accudisce durante il tragitto verso le loro strutture di accoglienza, e chi più ne ha più ne metta. 

Tra i pilastri di questo evento, c’è inoltre una categoria di volontari davvero speciali: si tratta di quelle numerose famiglie che decidono di vivere l’esperienza di Terra Madre dal punto di vista più bello, quello dell’accoglienza, di aprire le porte delle proprie case e ospitare per i giorni della manifestazione un contadino, un pescatore, un allevatore, un pastore nomade. Questa mobilitazione ci riempie ogni volta di gioia, proprio perché è sul concetto stesso di accoglienza che si fonda Terra Madre: l’accoglienza di chi vive una vita diversissima dalla nostra, che vive in Paesi molto remoti dei quali magari non conosciamo nulla, ma che come noi è su questa terra per vivere una vita felice e dignitosa, e che è su questa piazza per condividere e far conoscere le proprie istanze. 

Oggi stiamo preparando la settima edizione di questo straordinario raduno, che si terrà a Torino dal 22 al 26 settembre prossimi. Sarà un’edizione rinnovata, che si svolgerà nel cuore della città anche nel suo programma diurno, non più vincolato agli spazi espositivi del Lingotto, ma snodandosi tra il parco del Valentino e le piazze e i luoghi simbolo del centro, con un programma e un’impostazione ricchi di novità. 

Ma c’è una cosa che siamo certi di non voler cambiare, che è un valore di per sé e parte integrante dell’evento stesso: l’incredibile accoglienza che le famiglie sono in grado di dare a questi eroi del cibo. Perché non si tratta solo di dare ai delegati un letto in cui dormire, ma dell’opportunità di costruire amicizie e rapporti che in questi dodici anni abbiamo visto germogliare, crescere e farsi solidi, come accade quando ci si apre agli altri anche nelle proprie sfere più intime, quelle della propria vita domestica e delle proprie dinamiche familiari.  

Nonostante in questi tempi difficili sembri serpeggiare ovunque il rifiuto del diverso, la nostra esperienza racconta un’altra storia: le persone hanno un cuore molto grande, e una capacità di accogliere l’«altro» che sa stupire e commuovere. Lo abbiamo visto nella città di Torino, e nei tantissimi paesi e città nelle province di tutto il Piemonte dove le amministrazioni comunali hanno sposato questa filosofia con orgoglio, facendosi promotori in prima persona di questa mobilitazione, coordinando l’ospitalità nelle famiglie, mettendo a disposizione dei bus navetta per permettere loro di raggiungere l’evento, allestendo strutture di ricezione nei propri territori, organizzando cene e feste collettive. 

Per questo anche quest’anno siamo pronti a fare appello ai cittadini. Perché se i delegati di Terra Madre sanno portare in Piemonte i colori del mondo, il nostro Piemonte possa invece permettere che il mondo veda la sua anima più nobile, più accogliente, e più aperta al mondo. 

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La famiglia calò. MASSIMO GRAMELLINI*

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La famiglia Calò era il vanto di ogni buona sentinella del Family Day: padre, madre, quattordici figli e un cane. Unico metodo contraccettivo conosciuto, sigillare la porta della camera da letto prima dell’ingresso del partner, benché la chiusura risultasse molto spesso difettosa. Un’unione con tutti i cromosomi giusti, la quintessenza della tradizione e del secondo natura, da mandare in estasi mistica Alfano. Eppure la famiglia Calò aveva il destino nel nome ed è calata di un’unità quando, alla soglia dei cinquant’anni, l’inseminatore seriale ha preso atto di avere messo al mondo due squadre abbondanti di calcetto e se n’è andato di casa. Nel darne l’annuncio al programma televisivo Tagadà, la moglie ha ammesso che l’amore per un coniuge può finire, mentre quello per i figli non dovrebbe. Invece il signor Calò manifesta una diffusa forma di amnesia riguardo ai doveri di assistenza verso la smisurata prole.  

Dell’incoscienza ribalda di certi maschi purtroppo si sa. Ma in questi giorni di disquisizioni sul concetto di famiglia, merita forse porre l’accento su come la maestosità dei dibattiti astratti finisca poi per infrangersi contro le onde dure della realtà. Per quanto la si voglia continuare a considerare un’istituzione, ingabbiandola dentro schemi rassicuranti, la famiglia è diventata un mero incontro di persone dominate da sentimenti instabili e volubili. Nella vita reale, così lontana dai dibattiti parlamentari, si procede a tentoni, caso per caso. E chi sventola ricette assolute in buonafede è un illuso. Se in malafede, un ipocrita. 

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Maradona: “Il mio preferito? Mertens, dovrebbe giocare di più. ADL? Dovrebbe parlare di meno…”

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Direttamente da Dubai, è intervenuto, ai microfoni di Sky, Diego Armando Maradona:

“Devono continuare così, non mollare mai. La Juventus può cadere una volta e quindi bisogna restare vicini. Loro hanno anche la Champions, ma forse escono, e sono essere umani che possono avere un calo. Differenza con la Juve? Quelli che stanno in panchina. La Juve ha giocatori che possono entrare e aiutare, Sarri guarda la panchina e prova a tappare i buchi. Tutti ne hanno parlato, ma non è nervoso, almeno in campo non s’è visto. De Laurentiis prima di una gara deve evitare di parlare di peso in più o in meno. Collaborazione con la società? o se dovessi tornare lo farei per vincere, non per vacanza. Prima di firmare vorrei garanzie sulla squadra, sarei una garanzia per i tifosi. Allenatore? No, c’è Sarri, ma da prima ho parlato di poter allenare il Napoli. Insigne? Lorenzo deve essere più protagonista, deve comandare l’attacco del Napoli, con i suoi movimenti apre le difese. Ha avuto questo problema, ai nostri tempi non accadeva perché venivamo rispettati, ma oggi molto meno perché ci sono tante cose brutte in giro. Il mio preferito? Mi piace molto Koulibaly, ma se ne devo scegliere uno dico Mertens, ha tutto, dribbling, spirito di gruppo, tiro da lontano. Sarri potrebbe farlo giocare di più. Scudetto azzurro? Io lavoro a Dubai, non sono in vacanza, ma sarebbe bellissimo vedere la gente festeggiare di nuovo uno Scudetto. Il Napoli non deve essere solo Maradona ed il passato, non bisogna fare questi discorsi d’egoismo, anche per i ragazzini che vogliono vedere un titolo. Sarei il primo a festeggiare, ma se il presidente ci sta guardando mi manderà un invito. Adesso, Ci sono tre partite non difficili, ma deve vincerle. La Juventus con mezzo tiro in porta fa due gol, l’abbiamo visto anche col Bayern. Chievo, Palermo e Genoa vanno battute, ma bisogna stare attenti: queste sono le gare che danno lo Scudetto. Noi provavamo a chiuderle subito, perché se non lo fai velocemente, un pareggio con queste squadre ti complicava tutto”

Delia Starace

Nega accesso dati, arrestato vicepresidente Facebook

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San Paolo – La polizia brasiliana ha riferito di aver arrestato il vice presidente di Facebook per l’America Latina, Diego Dzodan, dopo che la compagnia si è rifiutata di concedere alla magistratura l’accesso a dati ritenuti rilevanti per un’inchiesta sul traffico di stupefacenti.

Il dirigente è ora detenuto nel carcere di San Paolo dopo “il ripetuto mancato rispetto di ordini giudiziari” di condividere i dati richiesti dagli inquirenti. La vicenda è quindisimile a quella che ha coinvolto Apple negli Stati Uniti, con l’azienda di Cupertino che si è rifiutata di rispettare l’ordine di un tribunale che aveva chiesto accesso ai dati dell’iPhone di uno degli autori della strage di San Bernardino.

Non è la prima volta che il colosso di Palo Alto entra in conflitto con le autorità brasiliane. Lo scorso dicembre un giudice aveva bloccato temporaneamente il servizio di messaggistica Whatsapp, posseduto da Facebook, per non aver rispettato per due volte la richiesta di accesso ai dati di alcuni utenti che, secondo quanto aveva riportato la stampa, erano coinvolti in un cartello criminale.

Secondo quanto riporta il quotidiano brasiliano ‘O Globo’, il mandato di cattura e’ stato emesso dalla corte penale di Lagarto, nello Stato del Sergipe, ed eseguita direttamente dalla divisione narcotici della polizia federale. Dzodan e’ stato arrestato poco dopo aver lasciato la sua abitazione nel quartiere di Itaim Bibi, uno dei piu’ esclusivi di San Paolo, per recarsi in ufficio.
Anche in questo caso nel mirino non e’ il social network ma l’applicazione di messaggistica Whatsapp, che era stata utilizzata per tenersi in contatto da alcuni soggetti coinvolti in un’indagine segreta su un grosso giro di narcotraffico. Il giudice aveva chiesto all’azienda di fornire loro i dati dei sospetti per ben tre volte, ricevendo sempre un diniego, anche quando, dopo il terzo rifiuto di collaborare, la corte aveva imposto a Facebook una multa di un milione di real.
Il gruppo di Zuckerberg non ha al momento rilasciato alcun commento sulla vicenda.

agi

Ok adozione due bimbe per coppia di mamme

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Lo ha stabilito il Tribunale di Roma, avranno lo stesso cognome ma non saranno sorelle.

Roma – Il Tribunale per i minorenni di Roma ha riconosciuto due adozioni “in casi particolari” a favore di due minori con due mamme. La notizia si trova sul sito www.famigliearcobaleno.org. “Questo nuovo ulteriore provvedimento, che resta nella scia delle gia’ note sentenze”, spiega l’avvocato Francesca Quarato, socia di Rete Lenford e componente del gruppo legale di Famiglie Arcobaleno che ha curato il caso, “ha una peculiarita’ rispetto alle precedenti: le minori in favore delle quali e’ stata riconosciuta l’adozione sono, infatti, nate ciascuna da una delle due donne della coppia. In questo modo ognuna ha un genitore biologico ed un genitore sociale, entrambi con piena e pari capacita’ e responsabilita’ genitoriale. Anche in questo caso, il Tribunale per i minorenni di Roma ha avuto riguardo esclusivamente all’interesse delle minori a vedere riconosciuto e tutelato il rapporto genitoriale che ciascuna ha con la madre sociale, rapporto che dunque si affianca – senza sostituirlo – a quello con la madre biologica, arricchendo la sfera delle relazioni delle bambine”. L’avvocato rileva che “l’adozione ‘incrociata’ accordata a ciascuna partner della coppia rispetto alla figlia biologica dell’altra assume, dunque, un significato particolare, valorizzando l’intreccio dei rapporti genitoriali e dei legami familiari biologici e sociali con un riconoscimento giuridico. Il Tribunale, in tal senso, ha stabilito che le bambine abbiano lo stesso cognome comune”.

Per l’avvocato Gian Ettore Gassani, presidente dell’Associazione dei matrimonialisti italiani, “il Tribunale dei Minori di Roma ha emesso un provvedimento storico, senza precedenti, che dichiara l’adozione incrociata di due figlie a una coppia di donne, una vera e propria stepchild adoption prevista già dalla nostra legge, dall’articolo 44 della legge 184/83 lettera d. Ancora una volta la giurisprudenza, attraverso un’interpretazione oculata e moderna, sancisce la tutela piena dei diritti dei minori”. Ora, continua, “le due bimbe avranno una madre biologica e una sociale nel quadro di una tutela affettiva ed economica per entrambe. Le due minori, pur avendo lo stesso doppio cognome, non saranno sorelle perché la legge non lo prevede in casi come questo”. L’adozione in casi particolari, spiega il professionista, “avviene quando si dimostra che tra l’adottante e il minore adottato esiste un rapporto significativo e duraturo suscettibile di tutela tanto da giustificare una adozione. L’Ami auspica che in fututo si possa modificare l’attuale legge 184/83 per rendere ancora piu’ piena l’adozione in casi particolari prevedendo la fitta trama di rapporti parentali tra minore adottato e parenti dell’adottante, previo consenso di questi ultimi. Tale provvedimento dimostra che cio’ che non riesce a fare il legislatore viene realizzato dai Tribunali. Si tratta sicuramente di un altro passo avanti del diritto di famiglia e minorile italiani”.

Pescara-Trapani 1-2: tonfo casalingo del Pescara. INTERVISTE, AUDIO E VIDEO.

Un brutto Pescara, rimedia una pesante sconfitta casalinga per 1-2 al termine di una gara giocata veramente in maniera mediocre dagli abruzzesi, che vedono il loro vantaggio ridursi a 2 punti sulla quarta, il Cesena. Aumenta ancora di una lunghezza lo svantaggio dal secondo posto, dopo il pari del Crotone. Per il Pescara è crisi.

LA CRONACA – Dopo la turbolenta gara contro l’Ascoli, caratterizzata da un clima rovente al fischio finale in campo e non solo, il Pescara cerca di tornare alla vittoria, dopo 4 turni consecutivi di astinenza dal successo. 4-3-2-1 il modulo scelto da Massimo Oddo, con Verde e Caprari alle spalle del bomber, Gianluca Lapadula. Risponde il Trapani di Serse Cosmi, con il suo solito modulo 3-5-2: Citro e Pektovic compongono il tandem offensivo. Arbitra Martinelli di Roma.

Al 5′ Ottima conclusione di Caprari, con la difesa granata che si salva in corner. Al 7′  risponde il Trapani con Citro, la cui conclusione termina sul fondo. Al 10′ grossa chance per il Pescara con un’azione di contropiede, finalizzata da Lapadula Coronado salva miracolosamente sulla linea di porta.

Al 14′ Trapani in vantaggio: prima Fiorillo respinge uno shot di Nizzetto, Coronado raccoglie la respinta, e serve Citro, che da zero metri non può sbagliare, siglando la rete del vantaggio isolano.

La squadra abruzzese prova a scuotersi, ma la difesa granata non si lascia sorprendere. Al 27′ lo shot di Mandragora è troppo centrale: Nicolas blocca senza difficoltà. Al 31′ il tiro di Lapadula crea qualche apprensione al portiere isolano, costretto alla presa in due tempi.

Al 33′ azione di contropiede molto ben orchestrata dal Trapani, con Petkovic che viene anticipato di un soffio al momento della conclusione. Ne scaturisce un corner, dove Citro trova la via della rete, che viene però annullata per fuorigioco. Ancora Trapani al 34′, ma la conclusione di Petkovic viene respinta dall’ottimo Fiorillo. Il primo tempo finisce con il Trapani meritatamente in vantaggio per 1-0.

Al 54′ cross di Zampano dalla destra, conclusione di Verde, respinta da Nicolas. La formazione abruzzese si getta generosamente in avanti alla ricerca del pari, ma le azioni del Delfino non sortiscono gli effetti sperati. Al 62′ un tiro cross di Zampano scheggia la traversa.

La manovra del Pescara sembra essere piuttosto confusa, anche perchè la squadra di casa sembra essere piuttosto stanca, mentre gli ospiti danno l’impressione di essere più in forma fisicamente. All’ 83′ Trapani vicinissimo al raddoppio, con un’azione di contropiede, ma la conclusione di De Cenco viene respinta con qualche difficoltà da Fiorillo. Al 90′ arriva il pari del Pescara, con Fornasier, che su azione di calcio d’angolo, trova un tap-in che batte Nicolas per la rete dell’1-1. Nei 5′ di recupero, Mandragora sfiora la rete del vantaggio. Ma sono i siciliani a trovare la rete del nuovo sorpasso,  con Eramo, servito ottimamente da Petkovic, il quale ha letteralmente fatto a fette la difesa del Pescara. All’Adriatico-“Cornacchia” finisce con il risultato di Pescara-Trapani 1-2.

 

PESCARA 4-3-2-1 Fiorillo, Zampano, Fornasier, Zuparic, Mazzotta, Benali (Acosta), Bruno, Mandragora, Verde (dal 62′ Mitrita), Caprari (dal 75′ Cappelluzzo), Lapadula. All. M. Oddo.

TRAPANI: 3-5-2 Nicolas, Perticone, Pagliarulo, Scognamiglio, Fazio, Eramo, Nizzetto (dal 67′ Cavagna), Coronado (dall’ ’80 Ciaramitano), Rizzato, Citro (64′ De Cenco), Petkovic. All. S. Cosmi.

ARBITRO: Martinelli di Roma 2

AMMONITI: Nizzetto, Fornasier, Nicolas, Lapadula

RETI: 14′ Citro, 90′ Fornasier, 90′ + 3′ Eramo

CHRISTIAN BARISANI

Copyright-vivicentro

Maradona: “Il mio preferito? Mertens, dovrebbe giocare di più. ADL? Dovrebbe parlare di meno…”

Direttamente da Dubai, è intervenuto, ai microfoni di Piuenne, Diego Armando Maradona:

“Devono continure così, non mollare mai. La Juventus può cadere una volta e quindi bisogna restare vicini. Loro hanno anche la Champions, ma forse escono, e sono essere umani che possono avere un calo. Differenza con la Juve? Quelli che stanno in panchina. La Juve ha giocatori che possono entrare e aiutare, Sarri guarda la panchina e prova a tappare i buchi. Tutti ne hanno parlato, ma non è nervoso, almeno in campo non s’è visto. De Laurentiis prima di una gara deve evitare di parlare di peso in più o in meno. Collaborazione con la società? o se dovessi tornare lo farei per vincere, non per vacanza. Prima di firmare vorrei garanzie sulla squadra, sarei una garanzia per i tifosi. Allenatore? No, c’è Sarri, ma da prima ho parlato di poter allenare il Napoli. Insigne? Lorenzo deve essere più protagonista, deve comandare l’attacco del Napoli, con i suoi movimenti apre le difese. Ha avuto questo problema, ai nostri tempi non accadeva perché venivamo rispettati, ma oggi molto meno perché ci sono tante cose brutte in giro. Il mio preferito? Mi piace molto Koulibaly, ma se ne devo scegliere uno dico Mertens, ha tutto, dribbling, spirito di gruppo, tiro da lontano. Sarri potrebbe farlo giocare di più. Scudetto azzurro? Io lavoro a Dubai, non sono in vacanza, ma sarebbe bellissimo vedere la gente festeggiare di nuovo uno Scudetto. Il Napoli non deve essere solo Maradona ed il passato, non bisogna fare questi discorsi d’egoismo, anche per i ragazzini che vogliono vedere un titolo. Sarei il primo a festeggiare, ma se il presidente ci sta guardando mi manderà un invito. Adesso, Ci sono tre partite non difficili, ma deve vincerle. La Juventus con mezzo tiro in porta fa due gol, l’abbiamo visto anche col Bayern. Chievo, Palermo e Genoa vanno battute, ma bisogna stare attenti: queste sono le gare che danno lo Scudetto. Noi provavamo a chiuderle subito, perché se non lo fai velocemente, un pareggio con queste squadre ti complicava tutto”

Nega accesso dati, arrestato vicepresidente Facebook

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San Paolo – La polizia brasiliana ha riferito di aver arrestato il vice presidente di Facebook per l’America Latina, Diego Dzodan, dopo che la compagnia si è rifiutata di concedere alla magistratura l’accesso a dati ritenuti rilevanti per un’inchiesta sul traffico di stupefacenti.

Il dirigente è ora detenuto nel carcere di San Paolo dopo “il ripetuto mancato rispetto di ordini giudiziari” di condividere i dati richiesti dagli inquirenti. La vicenda è quindisimile a quella che ha coinvolto Apple negli Stati Uniti, con l’azienda di Cupertino che si è rifiutata di rispettare l’ordine di un tribunale che aveva chiesto accesso ai dati dell’iPhone di uno degli autori della strage di San Bernardino.

Non è la prima volta che il colosso di Palo Alto entra in conflitto con le autorità brasiliane. Lo scorso dicembre un giudice aveva bloccato temporaneamente il servizio di messaggistica Whatsapp, posseduto da Facebook, per non aver rispettato per due volte la richiesta di accesso ai dati di alcuni utenti che, secondo quanto aveva riportato la stampa, erano coinvolti in un cartello criminale.

Secondo quanto riporta il quotidiano brasiliano ‘O Globo’, il mandato di cattura e’ stato emesso dalla corte penale di Lagarto, nello Stato del Sergipe, ed eseguita direttamente dalla divisione narcotici della polizia federale. Dzodan e’ stato arrestato poco dopo aver lasciato la sua abitazione nel quartiere di Itaim Bibi, uno dei piu’ esclusivi di San Paolo, per recarsi in ufficio.
Anche in questo caso nel mirino non e’ il social network ma l’applicazione di messaggistica Whatsapp, che era stata utilizzata per tenersi in contatto da alcuni soggetti coinvolti in un’indagine segreta su un grosso giro di narcotraffico. Il giudice aveva chiesto all’azienda di fornire loro i dati dei sospetti per ben tre volte, ricevendo sempre un diniego, anche quando, dopo il terzo rifiuto di collaborare, la corte aveva imposto a Facebook una multa di un milione di real. 
Il gruppo di Zuckerberg non ha al momento rilasciato alcun commento sulla vicenda. 

Ok il Pil è giusto, imprenditori rivedono una luce. (Monica Setta*)

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Roma – “Se fossi un investitore, approfitterei di questa fase per scommettere sull’Italia”: lo aveva detto poche settimane fa Guidalberto Guidi, patron della Ducati energia, ex vicepresidente della Confindustria, uno degli imprenditori italiani piu’ apprezzati all’estero. Ora i dati Istat sembrano dargli ragione, con il Pil in volume del 2015 al +0,8%, mentre la stima provvisoria indicava un +0,7%. “I fattori di instabilita’ legati ai mercati restano”, ribadisce Guidi, “ma si puo’ cominciare a sperare nell’inversione del ciclo“. Cautamente ottimisti anche i big del salotto buono confindustriale interpellati da Agi. Secondo Amalia Maggioli, alle spalle l’omonima azienda romagnola leader nella produzione di servizi e prodotti per la Pubblica amministrazione con quasi 900 dipendenti, l’elemento positivo e’ che l’Italia, dopo tre anni di calo consecutivo, torna a vedere il segno ‘piu” davanti alla dinamica del Pil. “E’ vero che il prodotto interno lordo resta ancora sotto i livelli di inizio millennio”, sottolinea Maggioli, “ma dobbiamo anche ricordare che lo scorso anno, inizialmente, il governo aveva posto un obiettivo del +0,7%. Sarebbe sbagliato sottovalutare questa ripresa perche’ arriva all’indomani di una crisi profonda che ha cambiato radicalmente il modo di fare impresa di noi imprenditori. Abbiamo imparato a cavalcare le avversita’ puntando su una qualita’ sempre piu’ spinta”.

Vede rosa pure Sandro Riello, presidente di Assoclima, erede di un noto brand di condizionatori, per anni al vertice di viale dell’Astronomia. “La ripresa e’ moderata nelle quantita’ ma nella sostanza e’ molto significativa perche’ arriva dopo un rallentamento economico globale, con il nuovo tracollo dei prezzi del petrolio e i chiari di luna dei mercati che avevano fatto calare un pessimismo diffuso sulla fase finale dell’anno”, spiega Riello ad Agi, “possiamo dire a ragion veduta che si tratta di una ripresa figlia della governabilita’ del nostro Paese. L’Italia dimostra giorno dopo giorno di avere un governo del ‘fare’ e cosi’ facendo consolida il rapporto fiduciario con gli investitori interni ed esteri. La strada da percorrere e’ segnata ed e’ quella giusta”. Avanti tutta ma impegnandosi di piu’ sulla riduzione della pressione fiscale, dice il costruttore romano Silvano Susi, ex leader dell’associazione di categoria, uno degli imprenditori piu’ attivi in Confindustria con Luigi Abete e Aurelio Regina. “Bisogna rimboccarsi le maniche e non dare per scontato nulla”, frena gli entusiasmi Susi, “il segnale e’ positivo ma siamo ancora all’inizio, la strada e’ lunga”. Invita alla prudenza anche Nennella Impiglia, imprenditrice marchigiana titolare del marchio di calzature Vicmatie’: “L’altro tema essenziale per noi piccole e medie imprese e’ appunto la pressione fiscale ancora troppo elevata. Un operaio che prende in busta paga 1.200 euro a noi aziende costa piu’ del doppio, per questo fra molte imprese della mia regione e non solo, c’e’ la corsa a de-localizzare dove il costo del lavoro e’ molto basso. Per un colosso come la Tod’s di Diego Della Valle questi dati possono andare bene, ma per noi aziende piccole e medie non bastano”. “Abbiamo bisogno di un intervento forte del governo per defiscalizzare gli oneri contributivi e abbassare la pressione fiscale”, aggiunge Impiglia, “solo cosi’ potremmo rilanciare davvero il nostro amato e prezioso Made in Italy”.

E’ pero’ indubbio, conferma il presidente della Confindustria Veneto, Roberto Zuccato, che l’Italia sta uscendo dal tunnel, come dimostra il fatto che il governo Monti aveva chiuso con meno 2,3 per cento del Pil, il governo Letta con meno 1,9 mentre Matteo Renzi torna in positivo e migliora le previsioni. “Lo dico da mesi, la ripresa e’ vicina”, assicura Zuccato, “i segnali sono stati buoni sul fronte dell’export, piano su cui le nostre imprese hanno avuto un ottimo piazzamento mentre adesso ci auguriamo, con i nuovi dati Istat, che i segnali positivi si possano ‘scaricare’ positivamente anche sul mercato interno”. Insomma, l’invito di Guidi a investire e a scommettere sull’Italia e’ ora qualcosa di piu’ di un auspicio.

Ok adozione due bimbe per coppia di mamme

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Lo ha stabilito il Tribunale di Roma, avranno lo stesso cognome ma non saranno sorelle.

Roma – Il Tribunale per i minorenni di Roma ha riconosciuto due adozioni “in casi particolari” a favore di due minori con due mamme. La notizia si trova sul sito www.famigliearcobaleno.org. “Questo nuovo ulteriore provvedimento, che resta nella scia delle gia’ note sentenze”, spiega l’avvocato Francesca Quarato, socia di Rete Lenford e componente del gruppo legale di Famiglie Arcobaleno che ha curato il caso, “ha una peculiarita’ rispetto alle precedenti: le minori in favore delle quali e’ stata riconosciuta l’adozione sono, infatti, nate ciascuna da una delle due donne della coppia. In questo modo ognuna ha un genitore biologico ed un genitore sociale, entrambi con piena e pari capacita’ e responsabilita’ genitoriale. Anche in questo caso, il Tribunale per i minorenni di Roma ha avuto riguardo esclusivamente all’interesse delle minori a vedere riconosciuto e tutelato il rapporto genitoriale che ciascuna ha con la madre sociale, rapporto che dunque si affianca – senza sostituirlo – a quello con la madre biologica, arricchendo la sfera delle relazioni delle bambine”. L’avvocato rileva che “l’adozione ‘incrociata’ accordata a ciascuna partner della coppia rispetto alla figlia biologica dell’altra assume, dunque, un significato particolare, valorizzando l’intreccio dei rapporti genitoriali e dei legami familiari biologici e sociali con un riconoscimento giuridico. Il Tribunale, in tal senso, ha stabilito che le bambine abbiano lo stesso cognome comune”.

Per l’avvocato Gian Ettore Gassani, presidente dell’Associazione dei matrimonialisti italiani, “il Tribunale dei Minori di Roma ha emesso un provvedimento storico, senza precedenti, che dichiara l’adozione incrociata di due figlie a una coppia di donne, una vera e propria stepchild adoption prevista già dalla nostra legge, dall’articolo 44 della legge 184/83 lettera d. Ancora una volta la giurisprudenza, attraverso un’interpretazione oculata e moderna, sancisce la tutela piena dei diritti dei minori”. Ora, continua, “le due bimbe avranno una madre biologica e una sociale nel quadro di una tutela affettiva ed economica per entrambe. Le due minori, pur avendo lo stesso doppio cognome, non saranno sorelle perché la legge non lo prevede in casi come questo”. L’adozione in casi particolari, spiega il professionista, “avviene quando si dimostra che tra l’adottante e il minore adottato esiste un rapporto significativo e duraturo suscettibile di tutela tanto da giustificare una adozione. L’Ami auspica che in fututo si possa modificare l’attuale legge 184/83 per rendere ancora piu’ piena l’adozione in casi particolari prevedendo la fitta trama di rapporti parentali tra minore adottato e parenti dell’adottante, previo consenso di questi ultimi. Tale provvedimento dimostra che cio’ che non riesce a fare il legislatore viene realizzato dai Tribunali. Si tratta sicuramente di un altro passo avanti del diritto di famiglia e minorile italiani”.

Migranti: la Ue vara piano umanitario di 700 milioni per la Grecia. ALBERTO D’ARGENIO*

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Migranti sbarcano in Grecia (lapresse)

I fondi distribuiti in tre anni “a favore dei paesi che si trovano in emergenza per la crisi profughi”. Il via domani. Parte dei finanziamenti andrà direttamente ad Atene, la fetta più grossa alle Ong presenti sul territorio

ROMA – E’ pronto il piano di aiuti umanitari europeo in favore della Grecia. Per la prima volta dalla fine della Seconda guerra mondiale viene approntato un intervento urgente per evitare una vera e propria tragedia umanitaria in territorio europeo. Il piano verrà approvato domani dalla Commissione e porterà la firma del presidente Jean-Claude Juncker e del responsabile agli Aiuti umanitari, il cipriota Christos Stylianidis. Prevede settecento milioni in tre anni in favore dei Paesi che si trovano in emergenza per la crisi migranti. Il testo non cita direttamente la Grecia ma è chiaro che la gran parte dei soldi saranno diretti proprio ad Atene. Tanto che la bozza di decisione di Bruxelles parla chiaramente di destinare gli aiuti a paesi che già stanno affrontando una grave crisi economica che potrebbe peggiorare vista la situazione dei migranti. Solo parte dei fondi andrà direttamente al governo Tsipras per finanziare specifici programmi di assistenza, il grosso sarà versato all’Onu e alle altre Ong presenti sul territorio greco.

La necessità di un piano di aiuti alla Grecia era stata evocata dai capi di Stato e di governo durante il summit europeo del 19 febbraio a Bruxelles. La Commissione ha proceduto d’urgenza e domani approverà il testo. Da gennaio 2015 sono arrivati più di 1,1 milioni di richiedenti asilo in territorio europeo. La Grecia è diventata un vero e proprio hub dei migranti che per mesi hanno attraversato l’Egeo in arrivo dalla Turchia, sono sbarcati sulle isole greche e una volta raggiunta la penisola ellenica si sono incamminati sulla rotta balcanica diretti verso Austria, Germania o Svezia. Poi le limitazioni a Schengen, i controlli, le barriere, le quote di ingresso e infine la Macedonia che ha chiuso il confine Sud. E i migranti che sono rimasti intrappolati in Grecia. Che da inizio 2016 ha già accolto 111mila persone. Con la situazione che da qui a qualche mese può solo peggiorare se la penisola ellenica verrà sigillata del tutto fuori da Schengen.

Per questo Bruxelles ritiene che l’Unione per la prima volta nella sua storia debba affrontare una situazione dalle conseguenze umanitarie catastrofiche all’interno del suo territorio. Tanto che l’Europa non ha uno strumento adatto a rispondere alla situazione. Per questo domani verrà istituito un nuovo Meccanismo europeo per gestire la crisi. Per partire serviranno 300 milioni nel 2016 e 200 rispettivamente nel 2017 e 2018. I soldi verranno raschiati da altre voci del bilancio comunitario e andranno alle organizzazioni specializzate che già operano in Grecia: Unhcr, Croce Rossa e altre Ong. Serviranno per aumentare la capienza delle strutture di accoglienza, aprirne di nuove, pagare i voucher degli hotel dove è ospitata parte dei migranti. E ancora, operazioni per salvare vite umane, alleviare le sofferenze e salvaguardare la dignità umana con programmi di educazione, servizi, acqua, medicinali e programmi sanitari. Con la primavera alle porte e i flussi destinati ad aumentare, Bruxelles chiederà ai governi di dare rapidamente il via libera al piano per poter intervenire il prima possibile. A quegli stessi governi, a partire da quelli dell’Est, che con il loro egoismo hanno impedito all’Unione una gestione comune della crisi facendo vacillare Schengen e portando allo stremo la Grecia. Certo il sì dei paesi guidati da un esecutivo socialista, visto che il Pse da tempo spinge per aiutare Atene con il capogruppo a Strasburgo Gianni Pittella che ancora oggi ha chiesto un “intervento umanitario urgente” per la Grecia.

*larepubblica

Ok il Pil è giusto, imprenditori rivedono una luce. (Monica Setta*)

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Roma – “Se fossi un investitore, approfitterei di questa fase per scommettere sull’Italia”: lo aveva detto poche settimane fa Guidalberto Guidi, patron della Ducati energia, ex vicepresidente della Confindustria, uno degli imprenditori italiani piu’ apprezzati all’estero. Ora i dati Istat sembrano dargli ragione, con il Pil in volume del 2015 al +0,8%, mentre la stima provvisoria indicava un +0,7%. “I fattori di instabilita’ legati ai mercati restano”, ribadisce Guidi, “ma si puo’ cominciare a sperare nell’inversione del ciclo“. Cautamente ottimisti anche i big del salotto buono confindustriale interpellati da Agi. Secondo Amalia Maggioli, alle spalle l’omonima azienda romagnola leader nella produzione di servizi e prodotti per la Pubblica amministrazione con quasi 900 dipendenti, l’elemento positivo e’ che l’Italia, dopo tre anni di calo consecutivo, torna a vedere il segno ‘piu” davanti alla dinamica del Pil. “E’ vero che il prodotto interno lordo resta ancora sotto i livelli di inizio millennio”, sottolinea Maggioli, “ma dobbiamo anche ricordare che lo scorso anno, inizialmente, il governo aveva posto un obiettivo del +0,7%. Sarebbe sbagliato sottovalutare questa ripresa perche’ arriva all’indomani di una crisi profonda che ha cambiato radicalmente il modo di fare impresa di noi imprenditori. Abbiamo imparato a cavalcare le avversita’ puntando su una qualita’ sempre piu’ spinta”.

Vede rosa pure Sandro Riello, presidente di Assoclima, erede di un noto brand di condizionatori, per anni al vertice di viale dell’Astronomia. “La ripresa e’ moderata nelle quantita’ ma nella sostanza e’ molto significativa perche’ arriva dopo un rallentamento economico globale, con il nuovo tracollo dei prezzi del petrolio e i chiari di luna dei mercati che avevano fatto calare un pessimismo diffuso sulla fase finale dell’anno”, spiega Riello ad Agi, “possiamo dire a ragion veduta che si tratta di una ripresa figlia della governabilita’ del nostro Paese. L’Italia dimostra giorno dopo giorno di avere un governo del ‘fare’ e cosi’ facendo consolida il rapporto fiduciario con gli investitori interni ed esteri. La strada da percorrere e’ segnata ed e’ quella giusta”. Avanti tutta ma impegnandosi di piu’ sulla riduzione della pressione fiscale, dice il costruttore romano Silvano Susi, ex leader dell’associazione di categoria, uno degli imprenditori piu’ attivi in Confindustria con Luigi Abete e Aurelio Regina. “Bisogna rimboccarsi le maniche e non dare per scontato nulla”, frena gli entusiasmi Susi, “il segnale e’ positivo ma siamo ancora all’inizio, la strada e’ lunga”. Invita alla prudenza anche Nennella Impiglia, imprenditrice marchigiana titolare del marchio di calzature Vicmatie’: “L’altro tema essenziale per noi piccole e medie imprese e’ appunto la pressione fiscale ancora troppo elevata. Un operaio che prende in busta paga 1.200 euro a noi aziende costa piu’ del doppio, per questo fra molte imprese della mia regione e non solo, c’e’ la corsa a de-localizzare dove il costo del lavoro e’ molto basso. Per un colosso come la Tod’s di Diego Della Valle questi dati possono andare bene, ma per noi aziende piccole e medie non bastano”. “Abbiamo bisogno di un intervento forte del governo per defiscalizzare gli oneri contributivi e abbassare la pressione fiscale”, aggiunge Impiglia, “solo cosi’ potremmo rilanciare davvero il nostro amato e prezioso Made in Italy”. 

E’ pero’ indubbio, conferma il presidente della Confindustria Veneto, Roberto Zuccato, che l’Italia sta uscendo dal tunnel, come dimostra il fatto che il governo Monti aveva chiuso con meno 2,3 per cento del Pil, il governo Letta con meno 1,9 mentre Matteo Renzi torna in positivo e migliora le previsioni. “Lo dico da mesi, la ripresa e’ vicina”, assicura Zuccato, “i segnali sono stati buoni sul fronte dell’export, piano su cui le nostre imprese hanno avuto un ottimo piazzamento mentre adesso ci auguriamo, con i nuovi dati Istat, che i segnali positivi si possano ‘scaricare’ positivamente anche sul mercato interno”. Insomma, l’invito di Guidi a investire e a scommettere sull’Italia e’ ora qualcosa di piu’ di un auspicio.

Migranti: la Ue vara piano umanitario di 700 milioni per la Grecia. ALBERTO D’ARGENIO*

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Migranti sbarcano in Grecia (lapresse)

I fondi distribuiti in tre anni “a favore dei paesi che si trovano in emergenza per la crisi profughi”. Il via domani. Parte dei finanziamenti andrà direttamente ad Atene, la fetta più grossa alle Ong presenti sul territorio

ROMA – E’ pronto il piano di aiuti umanitari europeo in favore della Grecia. Per la prima volta dalla fine della Seconda guerra mondiale viene approntato un intervento urgente per evitare una vera e propria tragedia umanitaria in territorio europeo. Il piano verrà approvato domani dalla Commissione e porterà la firma del presidente Jean-Claude Juncker e del responsabile agli Aiuti umanitari, il cipriota Christos Stylianidis. Prevede settecento milioni in tre anni in favore dei Paesi che si trovano in emergenza per la crisi migranti. Il testo non cita direttamente la Grecia ma è chiaro che la gran parte dei soldi saranno diretti proprio ad Atene. Tanto che la bozza di decisione di Bruxelles parla chiaramente di destinare gli aiuti a paesi che già stanno affrontando una grave crisi economica che potrebbe peggiorare vista la situazione dei migranti. Solo parte dei fondi andrà direttamente al governo Tsipras per finanziare specifici programmi di assistenza, il grosso sarà versato all’Onu e alle altre Ong presenti sul territorio greco.

La necessità di un piano di aiuti alla Grecia era stata evocata dai capi di Stato e di governo durante il summit europeo del 19 febbraio a Bruxelles. La Commissione ha proceduto d’urgenza e domani approverà il testo. Da gennaio 2015 sono arrivati più di 1,1 milioni di richiedenti asilo in territorio europeo. La Grecia è diventata un vero e proprio hub dei migranti che per mesi hanno attraversato l’Egeo in arrivo dalla Turchia, sono sbarcati sulle isole greche e una volta raggiunta la penisola ellenica si sono incamminati sulla rotta balcanica diretti verso Austria, Germania o Svezia. Poi le limitazioni a Schengen, i controlli, le barriere, le quote di ingresso e infine la Macedonia che ha chiuso il confine Sud. E i migranti che sono rimasti intrappolati in Grecia. Che da inizio 2016 ha già accolto 111mila persone. Con la situazione che da qui a qualche mese può solo peggiorare se la penisola ellenica verrà sigillata del tutto fuori da Schengen.

Per questo Bruxelles ritiene che l’Unione per la prima volta nella sua storia debba affrontare una situazione dalle conseguenze umanitarie catastrofiche all’interno del suo territorio. Tanto che l’Europa non ha uno strumento adatto a rispondere alla situazione. Per questo domani verrà istituito un nuovo Meccanismo europeo per gestire la crisi. Per partire serviranno 300 milioni nel 2016 e 200 rispettivamente nel 2017 e 2018. I soldi verranno raschiati da altre voci del bilancio comunitario e andranno alle organizzazioni specializzate che già operano in Grecia: Unhcr, Croce Rossa e altre Ong. Serviranno per aumentare la capienza delle strutture di accoglienza, aprirne di nuove, pagare i voucher degli hotel dove è ospitata parte dei migranti. E ancora, operazioni per salvare vite umane, alleviare le sofferenze e salvaguardare la dignità umana con programmi di educazione, servizi, acqua, medicinali e programmi sanitari. Con la primavera alle porte e i flussi destinati ad aumentare, Bruxelles chiederà ai governi di dare rapidamente il via libera al piano per poter intervenire il prima possibile. A quegli stessi governi, a partire da quelli dell’Est, che con il loro egoismo hanno impedito all’Unione una gestione comune della crisi facendo vacillare Schengen e portando allo stremo la Grecia. Certo il sì dei paesi guidati da un esecutivo socialista, visto che il Pse da tempo spinge per aiutare Atene con il capogruppo a Strasburgo Gianni Pittella che ancora oggi ha chiesto un “intervento umanitario urgente” per la Grecia.

LEGA PRO, DATE E ORARI DELLA 27^ GIORNATA. SABATO, FOGGIA-ISCHIA ORE 17:30, Juve Stabia-Matera ore 20.30

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La Lega Pro ha reso noto le date e gli orari della 27^giornata del girone C. 

27^Giornata (19-20-21 Marzo 2015):

  • Akragas-Catania domenica ore 14.30
  • Fidelis Andria-Monopoli domenica ore 15.00
  • FOGGIA-ISCHIA ISOLAVERDE sabato ore 17.30
  • Juve Stabia-Matera sabato ore 20.30
  • Lecce-Catanzaro lunedì ore 20.00
  • Lupa Castelli Romani-Cosenza sabato ore 14.00
  • Martina Franca-Casertana domenica ore 17.30
  • Messina-Melfi sabato ore 15.00
  • Paganese-Benevento sabato ore 15.00

Simone Vicidomini