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Insigne sta per battere Conte: sarà convocato

Pronta la convocazione in Nazionale

La Repubblica scrive su Lorenzo Insigne: “È una settimana speciale soprattutto per Lorenzo Insigne, atteso da una staffetta azzurra che ne misurerà ambizioni e talento ai massimi livelli: sui tavoli dello scudetto e della Nazionale. Prima la partita di domenica pomeriggio (ore 18) al San Paolo contro il Genoa: altra tappa cruciale del duello al vertice con la Juventus; poi la sospirata chiamata di Antonio Conte. Insigne sta per vincere la sua personale battaglia con l’ostracismo di Conte, ritornando di forza tra gli eletti del club Italia. La conferma è attesa per domenica sera, quando saranno ufficializzate le convocazioni per i prossimi test dell’Italia”

Ionita-Verona, rinnovo e poi il Napoli?

Quello di Ionita è sempre un nome caldo per il mercato estivo del Napoli

Il calciatore è stato vicino all’azzurrogià nella sessione di gennaio, ma poi non se ne è fatto nulla. La Gazzetta dello Sport scrive sul centrocampista dell’Hellas Verona: “Con la fiammella della speranza salvezza ancora accesa in vista dello scontro diretto con il Carpi, il d.s. gialloblù Bigon ha già iniziato a definire le prime mosse in vista della prossima stagione. Così ieri è stato raggiunta un’intesa di massima per il prolungamento fino al 2019 di Artur Ionita. Il 25enne centrocampista moldavo aveva il contratto a scadenza nel 2017: Bigon e gli agenti del giocatore hanno trovato l’accordo che verrà formalizzato nelle prossime settimane. Chiaro che Ionita sarà uno dei pezzi forti del mercato in uscita dell’Hellas nella prossima stagione”

Spaghetti dalla Turchia, un milione di Kg sequestrati in porto

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Spaghetti, violazioni del made in Italy per un noto pastificio, Grano tenero invece di duro. Il legale: “Tutto in regola”

Nei magazzini del porto di Genova staziona da qualche mese un milione di chili di spaghetti. Per la precisione, 972mila 147 chilogrammi di pasta “made in Turkey”. E proprio qui sta il problema: la provenienza turca.

I finanzieri del comando provinciale, infatti, li hanno sequestrati per le cosiddette violazioni alle normative in difesa del “made in Italy”. E si è aperto un contenzioso, uno dei primi in Italia, importantissimo sia per il valore della merce sotto sequestro sia, in prospettiva, per quello che potrebbe significare per il mercato.

Vanno subito chiariti alcuni aspetti. Qui non si discute di sicurezza del consumatore dal punto di vista di possibili danni alla salute.

Gli spaghetti “congelati” dalle fiamme gialle possono essere consumati tranquillamente: ma secondo l’accusa sono di una qualità inferiore a quella dichiarata, e sono prodotti in Turchia e non Italia come le scritte sulla confezione lascerebbero intendere. In conclusione: dovrebbero avere un altro prezzo una volta messi in vendita sugli scaffali dei supermercati e dei negozi di alimentari.

Va subito detto che l’avvocato Alberto Caselli Lapeschi, che rappresenta il pastificio Pasta Garofalo di Gragnano (un marchio assai noto anche se non fa parte del consorzio che prende il nome dal paesino in provincia di Napoli) ha già presentato ricorso in Cassazione per il dissequestro sostenendo l’assoluta regolarità del prodotto importato.

Il blocco degli spaghetti turchi era avvenuto nel corso di uno dei controlli sui container pianificati dal comando provinciale sotto la guida del generale Michele Dell’Agli.

Il milione di chili di pasta è stato sequestrato, come si diceva, sulla base di due aspetti contestati in collaborazione con l’Agenzia delle Dogane di Genova.

Il primo punto riguarda la composizione degli spaghetti. Il prodotto pubblicizzato come pasta di grano duro conterrebbe in realtà, secondo le analisi effettuate dai laboratori delle Dogane, una percentuale superiore di grano tenero.

Il secondo aspetto riguarda, invece, le informazioni contenute sulla confezione che, secondo gli inquirenti, non spiegherebbero in maniera esauriente che la pasta è stata prodotta in Turchia e non in Italia.

«I miei clienti – spiega l’avvocato Alberto Caselli Lapeschi – sono i titolari di un pastificio molto noto che produce da sempre pasta di qualità. Credo che la situazione verrà presto chiarita. Abbiamo già presentato ricorso in Cassazione per ottenere il dissequestro e confidiamo che ciò avvenga in tempi brevi. In ogni caso, vorrei ricordare come non è assolutamente in discussione la qualità del prodotto dal punto di vista della sicurezza dei consumatori».

Sempre sul fronte dell’agroalimentare va segnalato il sequestro di 14mila litri di bevande gassate non alcoliche provenienti dall’estero e anch’esse viziate, secondo i finanzieri, da irregolarità relative alla tutela del made in Italy.

E nel corso del 2015 sono state sequestrate anche alcune tonnellate di olio di produzione tunisina grazie a servizi di controllo svolti nel porto di Genova durante gli sbarchi da navi e traghetti da Tunisi. Solo fra novembre e dicembre sono stati intercettati tremila litri di olio illegalmente introdotto in Italia perché non conforme agli standard di qualità imposti dalla Comunità Europea. Il prodotto, di cui si parla per l’abbattimento dei dazi che ne agevola l’importazione nei Paesi Ue, era occultato in bidoni o vere e proprie cisterne non dichiarate da chi li importava in Italia.

Molti sequestri di olio sono stati effettuati a carico di cittadini tunisini che tornavano in Europa dopo le ferie, ma ci sono anche casi di commercianti che usavano il viaggio fra Genova e Tunisi per rifornirsi di quantità ingenti da rivendere in Francia e Italia spacciandolo per prodotto europeo o per olio tunisino importato regolarmente.

Spaghetti dalla Turchia, un milione di chili sequestrati in porto di MARCO PREVE / larepubblica

Sarri-Milan, Berlusconi pronto al si

I dettagli del quotidiano…

La Gazzetta dello Sport inserisce il nome di Maurizio Sarri tra i possibili nomi per la panchina del Milan e scrive: “Con Sinisa si intende andare avanti fino a fine stagione ma Silvio giudicherà fondamentali le prossime tre partite: Lazio, Atalanta e Juve. In caso di scivoloni si orienterebbe a chiudere subito con Mihajlovic, sostituendolo con Brocchi a tempo determinato. Con l’allenatore della Primavera ci sono già stati diversi contatti (anche di persona), l’ultimo dei quali proprio l’altro ieri, cosa piuttosto indicativa. Silvio ha un debole per Christian, ma ovviamente il rischio di bruciare un altro «deb» è altissimo. Berlusconi potrebbe quindi decidere di puntare su allenatori più pronti: a Di Francesco, allenatore del Sassuolo, Silvio aveva fatto i complimenti dopo la partita d’andata e, suo malgrado, avrà trovato conferma pure al ritorno. Nella lista ci sono anche Montella e soprattutto l’ex rossonero Donadoni, accostato anche alla Nazionale. E non va dimenticato Sarri, su cui però deciderà il Napoli che vanta l’opzione di rinnovo: in caso di clamoroso strappo Berlusconi potrebbe fare marcia indietro e riavviare il corteggiamento. Sarri, ex guida dell’Empoli, è legato anche a Marcello Carli, oggi d.s. empolese: nell’ipotetico scenario potrebbero arrivare a Milano in coppia, con il dirigente a collaborare con Galliani alla parte sportiva”

Alemão: “Jorginho diverso da me: l’uomo che mancava”

Le sue parole…

Ricardo Rogerio de Brito, noto più comunemente come Alemão, ha rilasciato un’intervista al Corriere dello Sport. Ecco alcuni passaggi:

Alemão, si può fare? 

“Certo che sì, lo dice la classifica, ma anche la natura del gioco d’una squadra che piace, sempre”. 

Cosa le ispira, il Napoli? 

“Allegria, spensieratezza ma anche tanta organizzazione: mai un movimento sbagliato, sempre la ricerca delle perfezione. Un gran bel vedere”. 

Comanda Jorginho… 

“Non lo conoscevo così bene, guardando le partite in tv ho avuto modo di approfondire: ha tecnica notevolissima, direi che ha in sé anche una leadership che si nota. I compagni lo cercano e lo trovano sempre”. 

Differenze ne esistono, ovviamente, con lei; però pure le analogie non mancano. 

“La nostra inclinazione è diversa, pure nei movimenti che appartenevano ieri a me e adesso sono suoi. Ma se c’era chiarezza in me, in quello che serviva al mio Napoli, ce n’è altrettanta in lui, in quello che torna utile a questo gioco. Tu osservi lo sviluppo della partita, arriva la palla a Jorginho e percepisci immediatamente che ha studiato la distribuzione nel modo più appropriato”. 

La somiglianza è nella centralità del gioco. 

“Era l’uomo che mancava e forse si sapeva. Non ho mai smesso di seguire il Napoli e ogni stagione mi ponevo sempre la stessa domanda: ma esisterà un calciatore che abbia queste caratteristiche? L’hanno trovato e sono stati bravi, perché è arrivato ragazzino ed è ancora giovanissimo. E’ servito per svoltare o per far fare a tutti, a se stesso compreso, quel salto di qualità”.

A nove giornate dalla fine, cosa può succedere? 

“Previsioni non è possibile avanzarne, ma la lotta esiste e durerà forse fino alla fine. Però ci sono i margini. Io ci credo”. 

Conosce la città, inutile dire di cosa si cibi – calcisticamente – in questo momento. 

“Posso immaginarlo: lo scudetto è la conquista più bella. Manco a Napoli da sette anni: tornerei volentieri a metà maggio”. 

Jorginho sul tetto d’Europa, meglio di Xabi Alonso

Jorginho sul tetto d’Europa

Nessuno è come lui nello smistare palla in questo periodo. Il centrocampista del Napoli è infatti il primo nel Vecchio Continente per numero di palloni giocati: 3.037, con una media di 116,81 a partita. Segue Thiago Motta del PSG con 2.725 palloni giocati e una media di 104.81, poi Xabi Alonso del Bayern Monaco chiude il podio con 2.276 palloni e una media di 103.45. Anche Marek Hamsik nella top 15, precisamente a all’undicesimo posto: 2.679 palloni giocati e una media di 92.38, superiore a quella di Toni Koss del Real Madrid (con tre presenze in meno) che vanta 2.306 palloni giocati con una media di 92.24.

Sarri alla squadra: “Certe gare bisogna chiuderle prima”

Il tecnico è insoddisfatto della prova di Palermo

La Repubblica, Maurizio Sarri non è stato soddisfatto della prova della squadra a Palermo: “Per convincere definitivamente il ct, però, l’attaccante del Napoli ha bisogno di un’altra prova super contro il Genoa: in 90’ che saranno determinanti anche per le ambizioni della squadra, al di là delle ambizioni personali di Lorenzinho. Pure Sarri si aspetta grandi cose da lui e dagli altri azzurri: dopo la prestazione un po’ contraddittoria contro il Palermo. I tre punti conquistati in Sicilia, infatti, non hanno soddisfatto del tutto il tecnico toscano, che ieri ne ha riparlato con i suoi giocatori alla ripresa degli allenamenti, a Castel Volturno. «Siamo stati troppo leziosi, certe gare bisogna chiuderle prima », ha ribadito don Maurizio, senza peraltro calcare troppo la mano. Basta che la lezione sia servita: non è il momento di concedersi pause e cali di tensione”.

Yacht in fiamme, indaga la Finanza

I dettagli…

Secondo Il Mattino, il caso dello yacth di De Laurentiis in fiamme non è un fascicolo archiviato ma sul quale indaga anche la Finanza. C’è stato un blitz del Pm nei Cantieri del Mediterraneo nei giorni scorsi, assegnando incarichi di perizia per rispondere ad un po di quesiti. Nessuna trama oscura, il patron del Napoli è parte offesa. In sintesi, la Procura chiede di «verificare le cause dell’incendio dello scorso 15 settembre, sulla motonave Angra»; «se l’incendio è stato provocato da un guasto e/o dal malfunzionamento del motore o dell’impianto elettrico»; «se i sistemi di rilevazione, di allarme e di spegnimento dell’incendio riportati, nella documentazione allegata al contratto di assicurazione, fossero realmente installati sulla nave»; e «se le manovre di spegnimento dell’incendio, da parte del personale di bordo, siano state tempestive e adeguate nell’occorso».

Il dramma-profughi fa tremare i conti della Grecia

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Dramma dei migranti – Gli aiuti della Ue (750 milioni in tre anni da dividere con l’Italia) sono briciole rispetto al costo reale per la gestione dei rifugiati, vicino a un miliardo all’anno e gli sbarchi nell’Egeo hanno messo alle corde le prenotazioni nelle isole. “L’economia ellenica è a rischio” dice l’Ocse ma Tsipras, costretto pure a taglire le pensioni per gli impegni con la Troika, spera nella ristrutturazione del debito

ATENE – Il dramma dei migranti manda il salvataggio della Grecia ai tempi supplementari. Il turismo, la seconda voce d’entrate, è alle corde. Nel paese sono bloccati 50mila rifugiati cui sarà necessario garantire vitto, alloggio e cure sanitarie “per almeno due anni”, calcola il governo. Il Pireo, cuore dell’industria nazionale, si è trasformato in un’enorme tendopoli che ospita oltre 4mila persone. E i soldi per affrontare l’emergenza, semplicemente, non ci sono. “Nessun paese può affrontare una situazione come questa da solo – dice il segretario generale dell’Ocse Angel Gurria – l’economia ellenica rischia di avere contraccolpi pesantissimi”.

La prima accoglienza dei profughi – aveva calcolato lo scorso ottobre la Banca centrale – sarebbe dovuta costare quest’anno 670 milioni, lo 0,4% del Pil, solo in spese dirette. Peccato che quella cifra, ammette il governatore Yannis Stournaras, sia ora largamente approssimata per difetto: i calcoli erano stati fatti considerando il paese solo come una tappa di passaggio dei rifugiati in viaggio verso il Nord Europa. Oggi non è più così: l’Europa, la Macedonia e l’Albania hanno sigillato le frontiere. Chi sbarca dalla Turchia nelle isole dell’Egeo resta bloccato in Grecia. E il conto finale sarà molto più salato. Bruxelles ha promesso al governo Tsipras una fetta importante dei 750 milioni di fondi straordinari stanziati in tre anni per consentire ad Atene e Roma di far fronte alla crisi. Briciole rispetto alle reali necessità e una sorta di mancia, protestano ad Atene, rispetto alla pioggia di miliardi in arrivo per a Turchia.

Le spese dirette per tendopoli, mense e servizi sanitari, oltretutto, sono solo una parte del problema. L’altra sono le conseguenze sul turismo, il volano che negli ultimi due anni ha tenuto in vita i conti nazionali. Le autorità ufficiali ostentano ancora sicurezza. Le entrate 2016 sono previste in aumento del 5,6% a 15 miliardi grazie a oltre 25 milioni di visitatori. Chi lavora sul campo però racconta un’altra storia. Le prenotazione nelle isole interessate dagli sbarchi sono in calo del 50-60%. A rilento navigano pure quelle del resto del Dodecaneso. Se questi dati saranno confermati, nel bilancio ellenico rischia di aprirsi una nuova voragine destinata a rimettere in discussione la solidità del bilancio pubblico a ridar fiato ai sostenitori della necessità della Grexit. Soldi in cassa, del resto, ce ne sono pochi.  Alexis Tsipras sta trattando in queste ore con i creditori l’ennesimo taglio alle pensioni (il dodicesimo dal 2010) pari all’1% del pil necessario a sbloccare i prestiti necessari a pagare i debiti – 3,8 miliardi – in scadenza a luglio. La terapia della Troika – dopo sei anni di cura intensiva – fatica a dare i suoi frutti: la disoccupazione è ancora al 24%, l’esposizione continua a crescere, il paese è tornato in recessione, le tasse arretrate (i greci non hanno i soldi per pagarle) sono salite a 83 miliardi. E in questa situazione trovare oltre un miliardo l’anno per il dramma dei rifugiati è una chimera.

La partita decisiva si gioca con ogni probabilità nelle prossime settimane. Protagonista la Troika in visita ad Atene per esaminare lo stato delle riforme, dare l’ok ai tagli alle pensioni e decidere se dare l’ok ai nuovi aiuti. Su questo fronte, almeno, c’è un certo ottimismo. Ue, Bce e Fmi potrebbero ammorbidire le loro posizioni per lasciare un po’ d’ossigeno a Tsipras. Le richieste sulla riforma previdenziale sarebbero state abbassate, in cambio magari di sforbiciate al bilancio della Difesa. La vera speranza del governo però è un’altra: vedersi riconosciuti gli sforzi sul fronte dei rifugiati con un adeguato piano di ristrutturazione del debito. Lo pretende l’Fmi. E persino i falchi del rigore, dopo aver messo in ginocchio Atene e averle lasciato il cerino dei migranti, potrebbero dare il via libera. Altrimenti i vaticini dell’Ocse potrebbero diventare realtà.

di ETTORE LIVINI  / larepubblica / Pil in retromarcia, turismo ko. Il dramma-profughi fa tremare i conti della Grecia

Albiol e Callejon, il rinnovo è cosa fatta

I dettagli…

Il Mattino il Napoli lavora già per la prossima stagione. Il quotidiano apre con un importante annuncio: Albiol e Callejon, il rinnovo è cosa fatta. C’è già l’ok con il procuratore Manolo Garcia Quilon. I due spagnoli hanno il contratto in scadenza nel 2017 e firmeranno presto con il club azzurro, al massimo a fine campionato. L’intesa c’è, la società ha voglia di continuare con tutti e due e loro hanno voglia di andare avanti dopo la grande stagione vissuta con Sarri. Il primo appuntamento in scadenza per il direttore sportivo Giuntoli, il primo nodo risolto: non c’è il rischio che vadano a scadenza. Attese solo firme e annunci, rinnovi presumibilmente biennali.

Furbetti del cartellino, timbravano ma erano assenti

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Furbetti assenti: Dirigenti, medici e impiegati incastrati grazie alle telecamere. Eseguiti 21 provvedimenti cautelar all’asl di Avellino.

Furbetti timbravano il cartellino e poi si allontanavano dal posto di lavoro anche per diverse ore. La polizia di stato di Avellino ha eseguito 21 provvedimenti cautelari di sospensione dal servizio a carico di altrettanti dipendenti dell’asl di Avellino con funzioni amministrative, mediche e paramediche, per il reato di truffa.

L’attività investigativa dei poliziotti della squadra mobile ha evidenziato una condotta anomala rispetto al regolare orario di servizio lavorativo di molti dipendenti dell’azienda sanitaria locale di avellino, appartenenti a quasi tutte le categorie professionali, che si allontanavano dal posto di servizio ripetutamente facendo rientro solo dopo diversi minuti a volte diverse ore.

L’indagine ha permesso di evidenziare le condotte degli indagati mentre si assentavano in maniera ingiustificata dall’ufficio, allontanandosi dal posto di servizio anche a bordo delle proprie autovetture per recarsi in altri luoghi, spesso grazie alla condotta di altri colleghi che vidimavano anche per gli assenti.

Durante le indagini effettuate anche con videocamere nascoste gli investigatori hanno rilevato il comportamento di una guardia giurata predisposta alla vigilanza interna, che con un cacciavite tenta di rimuovere una delle microcamere nascoste.

larepubblica / Furbetti del cartellino, timbravano ma erano assenti: 21 indagati alla Asl di Avellino

PIF: classifica Onu felicità Italia 50esima dietro l’Uzbekistan

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L’Italia, stando all’indice PIF, non è un Paese tanto felice, anche se in questa lista di nazioni felici è messa meglio della Siria, dell’Afghanistan e dei Paesi della fascia sub-sahariana.

PIF – Se siete in cerca di felicità prendete un biglietto aereo e dirigetevi in Danimarca. Secondo il rapporto mondiale della felicità stilato dall’Onu, il paese del Nord Europa è infatti il più felice del mondo. L’Italia si ferma solamente al 50esimo posto ed è preceduta, tra i tanti, anche da Uzbekistan, Malesia e Nicaragua. Un enorme balzo in avanti invece per la Germania, che dalla 26esima posizione vola alla 16esima.

Scorrendo la top ten ritroviamo gli stessi Paesi dello scorso anno, ma con un ordine diverso:

  1. Danimarca,
  2. Svizzera (che l’anno scorso era prima),
  3. Islanda,
  4. Norvegia,
  5. Finlandia,
  6. Canada,
  7. Paesi Bassi,
  8. Nuova Zelanda,
  9. Australia
  10. Svezia.

Gli Stati Uniti sono tredicesimi, il Regno Unito ventitreesimo e la Francia trentaduesima. Fanalino di coda il Burundi.

Come si calcola il Pif?

Sette sono le variabili fondamentali per tentarne un calcolo:

  1. Disuguaglianze ridotte,
  2. il Pil reale pro capite,
  3. l’aspettativa di vita in buona salute,
  4. l’avere qualcuno su cui contare,
  5. la libertà percepita nel fare scelte di vita,
  6. la libertà dalla corruzione
  7. la generosità o solidarietà.

Nel merito, Jeffrey Sachs, co-redattore del rapporto e direttore dell’Earth Institute alla Columbia University afferma:  «La misurazione della felicità percepita e il raggiungimento del benessere dovrebbero essere attività all’ordine del giorno di ogni nazione che si propone di perseguire obiettivi di sviluppo sostenibile» ed aggiunge «Al posto di adottare un approccio incentrato esclusivamente sulla crescita economica dovremmo promuovere società più giuste e sostenibili dal punto di vista ambientale».

PIF: classifica Onu felicità Italia 50esima dietro l’Uzbekistan

DESTRA – Perché la Lega abbandona l’ex Cavaliere. G. ORSINA *

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 Non è così sorprendente che nella Capitale la destra sia esplosa. La vera sorpresa, forse, è che riesca a restar unita a Milano.

DESTRA – Per quanto il caos romano scaturisca pure dalla rissosità endemica della destra capitolina, oltre che da una quantità notevole di incertezze, ambiguità e voltafaccia, esso è soprattutto figlio di due questioni politiche quanto mai reali.

La prima solo italiana: il tramonto della leadership berlusconiana. La seconda visibile in tutto l’Occidente, dalla Francia agli Stati Uniti alla Germania: la crescita prepotente d’una destra anti-establishment che il centrodestra tradizionale non riesce più a marginalizzare né egemonizzare.

Il tramonto della leadership berlusconiana s’è ormai prolungato a tal punto che su di esso non è rimasto molto da dire. La destra italiana l’ha creata Berlusconi – una differenza non da poco con Donald Trump, per accennare soltanto un parallelismo che da ultimo viene fatto spesso, non solo in Italia e non sempre a proposito. Fin dal 1994 Berlusconi ha capito che per vincere doveva raccogliere e tenere insieme, dal centro alla destra, quanti più soggetti possibile. E c’è riuscito, malgrado la loro notevole eterogeneità ideologica e geografica, soprattutto grazie a una straordinaria forza mediatica, economica e politica. A destra era di gran lunga il più forte: chi si alleava con lui poteva godere di visibilità e aspirare al potere. Chi restava da solo aveva la certezza dell’irrilevanza.

Oggi Berlusconi ha ancora un gruzzolo tutt’altro che disprezzabile di voti. Ma a destra non è il più forte, o quanto meno non al punto da dettar legge. La Lega, che a partire dalle elezioni regionali del 2000 capì di non avere alternative all’alleanza col Cavaliere, se voleva contar qualcosa, oggi al contrario vede con chiarezza da un lato che rischia di non contare nulla nemmeno alleandosi col Cavaliere. E, dall’altro, che un’alternativa ci sarebbe. O magari più d’una.

E veniamo così alla seconda questione politica. La Lega è un partito di destra anti-establishment. Già di per sé, questo la colloca in uno spazio politico che gode ovunque di particolare fortuna. Finora, è vero, i partiti che vi si muovono non hanno vinto in nessun Paese. Basta tener presenti però da un lato le questioni ancora aperte – la crisi epocale dei migranti lontanissima dall’esser risolta, la sfida terroristica globale, la mediocre crescita economica -, dall’altro le prossime scadenze elettorali – referendum sulla Brexit a giugno, presidenziali americane a novembre, presidenziali francesi nella primavera e parlamentari tedesche nell’autunno del 2017 -, per vedere quali opportunità straordinarie potrebbero aprirsi ai partiti di destra anti-establishment nel prossimo anno e mezzo.

E non solo. Essendo un partito di destra anti-establishment, la Lega può muoversi lungo entrambe le dimensioni che strutturano oggi il sistema politico italiano: l’asse destra/sinistra e l’asse establishment/anti-establishment. Sull’asse destra/sinistra il suo unico alleato possibile è Berlusconi. Ma sull’asse establishment/anti-establishment c’è un’altra forza con la quale la Lega potrebbe dialogare. Una forza che negli ultimi tempi – sulle unioni civili; sull’utero in affitto; nella scelta del candidato sindaco a Roma – ha dimostrato di essersi ben accorta delle vaste praterie elettorali che si stendono a destra del governo Renzi: il Movimento 5 stelle. Dove mai sta scritto infatti che, se e quando mai il sistema politico italiano ritroverà un minimo di stabilità, sarà con un polo destro e un sinistro, e non invece con un polo di establishment e uno anti-establishment?

Con tutto ciò non voglio dire che quanto è accaduto a Roma abbia sancito la destrutturazione definitiva della destra italiana. Il colpo, certo, è stato duro – ma da qui alle elezioni politiche, quando mai saranno, sarà ben possibile recuperare. Voglio dire però che il processo di ricostruzione d’uno schieramento di destra competitivo sarà condizionato nei prossimi tempi da eventi globali al momento imprevedibili e incontrollabili, in un contesto politico estremamente cangiante. E che – proprio per l’incertezza del quadro e la radicalità delle sfide – avrebbe poi bisogno di tanta leadership. Ma di questa, al momento, non si vedono davvero le tracce.

*lastampa /

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Covo Caldo (Mauro Lo Piano e Saint Red)

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Nuovi particolari sono emersi durante l’azione congiunta della Polizia Francese e di quella Belga, si doveva solo controllare un possibile covo freddo di terroristi, mentre la polizia si e’ resa conto di aver trovato un covo caldo.
Covo Caldo terroristi Belgio
Covo Caldo terroristi

Covo Caldo – I terroristi hanno aperto subito il fuoco, contro le poche forze di Polizia presenti, e sono riusciti a colpire 3 agenti.

La reazione dei gendarmi, affiancati in pochi minuti dalle teste di cuoio belghe, e da alcuni reparti speciali di tiratori scelti che avevano preso posizione sugli edifici circostanti, non si e’ fatta attendere.
Sono bastati pochi minuti e uno dei terroristi e’ stato colpito a morte, la sua posizione era stata fotografata da un cane poliziotto su cui era stata montata una telecamera. E’ stato freddato mentre sparando con il suo kalashnikov, cercava di coprire la fuga degli altri 2 compagni presenti nel covo. Tutto questo accadeva, mentre poco distante vi erano decine di ragazzi che erano in un asilo adiacente.
Dopo la sparatoria, venivano chiuse al traffico tutte le strade limitrofe, compresa la vicina stazione della metro. Nessuno poteva piu’ entrare nel perimetro d’azione in cui operavano le forze di Polizia.
A distanza di una decina di ore, la fuga degli altri 2 terroristi continua: Khalid e Ibrahim El Bakraoui, due fratelli gia’ ricercati per banditismo. tutta la Citta’ di Bruxelles, anche in vista del Summit che si svolgera’ domani in cui saranno presenti numerosi Capi di Stato sul nuovo vertice Europeo sull’immigrazione e’ sotto assedio, oggi alle 10.30 e’ prevista  una riunione del Comitato di Sicurezza Nazionale Belga e successivamente, una conferenza stampa, durante la quale molto probabilmente verra’ svelata l’identita’ del terrorista ucciso.
La tensione nella Capitale e’ alla stelle, si cerchera’ in ogni modo di chiudere al piu’ presto il cerchio intorno ai 2 terroristi che ancora sono in fuga. Sara’ difficile che possano prendere il largo, visto lo spiegamento di forze esistente in tutto il perimetro della Capitale. La notizia della loro cattura farebbe respirare la citta’, gia’ provata duramente dopo i fatti di Molenbeek.
AGGIORNAMENTO ore 9.50: Arrestati i 2 terroristi in fuga.
dai nostri corrispondenti a Bruxelles / Covo Caldo (Mauro Lo Piano e Saint Red)

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Meloni amari. MASSIMO GRAMELLINI *

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Meloni amari. La cattiveria delle donne.
Meloni amari – Silvio ha fatto davvero qualsiasi cosa per loro. Le ha create da una costola di Adamo e più di recente le ha riempite di alimenti, regali e ministeri, a seconda che fossero ex mogli, addette al reparto svaghi o fascio-conservatrici con la passione dei salotti televisivi. E adesso che per una volta aveva bisogno lui di un piacere – perdere le elezioni di Roma per fare contento Renzi e ottenere in cambio il suo appoggio nella creazione del mega-polo televisivo col francese Bolloré – una di quelle ingrate lo ricompensa a calci sui denti. E sì che ancora ieri mattina Silvio, la cui immagine di donna moderna è ferma alla casalinga che sorrideva sulle confezioni del dado Knorr, ha pregato Giorgia Meloni di non candidarsi a sindaca della Capitale per restare in casa a fare la mamma. Era anche disposto a farle un regalo di classe dei suoi, tipo un passeggino in marmo di Carrara o un biberon a forma di coniglietta di Playboy trapuntato di brillanti. Ma la Meloni niente: dopo avere detto prima «no» e poi «forse» alle profferte dell’astuto Salvini, adesso pare orientata verso il «sì» per il puro gusto di disubbidire a Silvio e certificare che in politica ormai lui conta meno di una felpa.

Mettetevi nei panni di quest’uomo generoso e paziente: dopo lunghe ricerche aveva finalmente trovato il candidato giusto per perdere, Bertolaso, e già flirtava con la grillina Raggi per portarsi avanti col lavoro. Quand’ecco che spunta la Meloni a sparigliare tutto. E se arriva al ballottaggio? E se poi, non sia mai, vince? Ma sono scherzi da fare a un anziano?

*lastampa / Meloni amari. MASSIMO GRAMELLINI *

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Mourinho chiama Higuain, dall’Inghilterra sono sicuri

Secondo quanto riporta il sito inglese Tribalfootball, Josè Mourinho avrebbe bussato alla porta del Napoli per chiedere informazioni su Gonzalo Higuain. Il tecnico, in procinto di trasferirsi al Manchester United, vorrebbe portare con sé il capocannoniere della serie A. Per l’argentino sarebbe un ritorno: dopo tre anni, infatti, Gonzalo ritroverebbe come allenatore il porteghese, già avuto al Real Madrid.  La posizione del club azzurro, tuttavia, è chiara: il pipita non si tocca.

Ag.Allan: “Ha superato il momento difficile, si farà sentire”

E’ intervenuto, ai microfoni di radio Crc, l’agente di Allan, Claudio Vagheggi: “Allan è un giocatore straordinario, ha degli alti e dei bassi però il suo contributo è sempre importante e in questo finale di campionato si farà sentire perché ha superato il suo momento negativo. Allan in Nazionale? Mi meraviglierei se non venisse convocato visto il campionato disputato in azzurro. E’ abituato a giocare in Europa ed è per questo che potrebbe portare una preparazione e un ritmo diverso”.

Sacchi: “Complimenti a Sarri ed al suo Napoli, ma la Juve…”

Ai microfoni di Radio Kiss Kiss Napoli, radio ufficiale della società azzurra, è intervenuto Arrigo Sacchi, tecnico ex Milan, dichiarando: “Puoi avere i migliori attori al mondo, ma se la trama è scadente il film non rende. Cosa voglio dire con questo? Che il gioco è fondamentale in una squadra più del singolo. Higuain ad esempio è un grande giocatore, ma è stato valorizzato con il gioco. Stesso discorso vale per Koulibaly e Insigne, perchè il gioco è l’anima del calcio, con Sarri sono rinati“.

Tanti complimenti, dunque, ma anche qualche perplessità espressa dall’allenatore: “Al Napoli manca la personalità e la mentalità vincente. A Palermo, se c’era la Juve al posto del Napoli, la gara la chiudeva prima. Se gli azzurri riuscissero a vincere il tricolore sarebbe un vero e proprio capolavoro. Chi ama la bellezza del calcio non può che guardare con occhio benevolo il gioco di Sarri. Il tecnico sa applicare le sue idee di gioco. Faccio un grande complimento al club che ha saputo prendere Sarri, ai calciatori. Il Napoli ha la sfortuna di trovarsi la Juve più forte dell’ultimo decennio davanti. I bianconeri sono molto più equilibrati e forti rispetto lo scorso anno. A questo vanno aspetto vanno aggiunti giocatori straordinari come Dybala. L’argentino gioca per la squadra e con la squadra, è un campione vero.”

L’ex Calaiò: “Amo Napoli e ci ritornerò. Il mio erede? Ce l’ho in casa”

Ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com, è intervenuto l’ex attaccante azzurro Calaiò, dichiarando: “Tutti mi chiamano l’Arciere, chissà se se lo ricordano il mio nome. Una sera ero a cena con gli amici a Napoli, ero ancora molto giovane e cercavo un nuovo modo di esultare per non imitare i soliti gesti: il ‘ciuccio’ o ‘la mano alle orecchie’. Cercavo qualcosa di mio, di originale. E allora ecco l’idea: dopo ogni gol andrò sotto la curva ad esultare con i miei tifosi. Ma anche qui non la solita esultanza! Dovrò colpire il loro cuore con una freccia per farli innamorare. Oramai l’arco e le frecce sono entrate anche nel mio di cuore, anzi nel polpaccio per la precisione! Infatti me li sono tatuati e ogni freccia ha l’iniziale di mia moglie e dei miei figli. Amo e amerò sempre Napoli e il Napoli. Ho casa al Vomero e appena smetterò di giocare, non manca molto, mi trasferirò a vivere lì perché questa città è nel mio cuore, non smetterò mai di ripeterlo: il mare, le persone, tutti. Ogni volta che passeggio per Napoli mi sento a casa, la gente che mi ferma per strada, mi abbraccia e mi dice: ‘We Arciè adesso è troppo semplice amare il Napoli, se non era per te…’. Delle persone fantastiche, credo di essere entrato nel loro cuore, anche perché io per la maglia azzurra ho sempre dato tutto me stesso, ho sempre dato l’anima e questa passione l’ho trasmessa anche a mio figlio che ora tifa Napoli. E’ proprio vero, al Sud piangi due volte: quando arrivi e quando devi ripartire. Beh, io presto ci tornerò. Sono andato a giocare in Serie C con la maglia del Napoli, rifiutando tante proposte dalla A perché quella era ed è la piazza giusta per me: bella, passionale, complicata. Siamo andati a combattere in campi assurdi, estremi, ho fatto quasi cinquanta gol in tre anni e mezzo. E vi dico, fosse stato per De Laurentiis sarei rimasto sempre in azzurro. Ora sono lontano sì, ma il mio cuore è sempre là dove un domani tornerò a vivere e dove cresceranno i miei figli. E anche fuori dal campo se ci sarà un posticino per me. Per il momento penso a finire il campionato, speriamo di arrivare ai play-off, qui sto molto bene poi a fine anno faremo delle valutazioni. L’erede ce l’ho in casa, mio figlio. E’ attaccante e mancino come me, adesso gioca qui vicino La Spezia, al Canaletto”.

METEO Imminente freddo dalla Russia. Neve a Torino e Cuneo

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METEO  Tempo in peggioramento dal Nordest verso il Nordovest per Irruzione dalla Russia, piogge al Centro-Sud. Mercoledì Cuneo e Torino con la NEVE. Giovedì nubifragi su Calabria ionica.

METEO Situazione ed evoluzione generale

Nei prossimi tre giorni le piogge si concentreranno maggiormente sulle regioni adriatiche centro-meridionali, in Sardegna e tra martedì e mercoledì, a causa dell’irruzione fredda dalla Russia, al Nordovest con neve sul Piemonte fino in pianura su Torinese e Cuneese. Temperature che subiranno una diminuzione a partire da martedì pomeriggio/sera e soprattutto nella giornata di mercoledì. Giovedì maltempo su Calabria ionica verso le coste ioniche del Materano, Tarantino e Leccese. Migliora al Nord con più sole.
Mercoledì 16 Marzo 2016
Piogge diffuse su Piemonte e Liguria. Neve a Cuneo, a Torino, sulla pianura a ridosso dei rilievi piemontesi. Piogge in arrivo al Centro-Sud, eccetto Toscana centro-settentrionale e Marche. Piogge diffuse in Sardegna e Sicilia settentrionale. In nottata giungono nubifragi su coste ioniche calabresi.
NORD

Piogge diffuse su Piemonte e Liguria, neve abbondante a Cuneo, neve a Torino. Piogge sparse sul Milanese, Varesotto e Brianza. Parzialmente nuvoloso o nuvoloso altrove. Venti orientali.

Temperature

In diminuzione.CENTRO e SARDEGNA

Piogge in arrivo su tutte le regioni, eccetto sulla Toscana centro-settentrionale. Neve dai 1000 metri. Piogge diffuse in Sardegna.Temperature

In calo.SUD e SICILIA

Piogge sparse ovunque, diffuse dal pomeriggio. Neve a 1300metri.Temperature

Stazionarie.

Giovedì 17 Marzo 2016
Ultime piogge su Torinese e Cuneese qui con neve. Bel tempo sul resto del Nord. Peggiora diffusamente sul Centro-Sud orientale e Sardegna con piogge e temporali. Maltempo sulla Calabria ionica in spostamento verso le coste del Materano, Tarantino e Leccese.
NORD

Piovaschi su Torinese e Cuneese con possibile neve, soleggiato al Nordest; nubi sulla Liguria, migliora da metà mattinata.Temperature

Stazionarie.CENTRO e SARDEGNA

Piogge sulle regioni adriatiche, poi diffuse in Sardegna e anche su Grossetano e coste laziali.Temperature

Stazionarie.SUD e SICILIA

Piogge e temporali su Crotonese e Cosentino verso le coste ioniche del Materano, Tarantino e Leccese. Piogge sul resto delle regioni. Soleggiato in Sicilia.Temperature

Sostanzialmente invariate

Venerdì 18 Marzo 2016
Bel tempo al Nord e regioni tirreniche. Al mattino piogge su Abruzzo e Molise, ma migliora. Nel pomeriggio piogge moderate in Puglia, Sardegna, Calabria, Sicilia e Campania.
Sabato 19 Marzo 2016
Residui temporali sullo Stretto. Sole e Primavera sul resto delle regioni.
Domenica 20 Marzo 2016
Tutto sole, Primavera ovunque. Qualche pioviggine in Liguria.