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40mo RALLY 1000 MIGLIA 3° e 1° DI CLASSE PER CALIBRA, MA IL PROTAGONISTA RESTA IL MALTEMPO

E’ il maltempo il protagonista assoluto di questo 40° Rally 1000 Miglia. Ritiri, rotture e tempi incerti fino alla fine hanno innervosito tutti.

All’arrivo Calibra presenta 3 delle 4 vetture al via. Imperiale nello shakedown di venerdì spacca il motore ed è costretto al ritiro. Liberini – Guerra, nonostante la rottura del semiasse che compromette la classifica assoluta, resistono fino alla fine e portano a casa un terzo di classe, mentre Dallera – Fisogni vincono la categoria RST. Nel momento in cui scriviamo non è noto il risultato di Oldani – Gilardini, in quanto la classifica è ancora in fase di definizione a causa della sospensione di alcune prove.

“Ieri mattina abbiamo scelto gomme morbide mentre è risultata una prova da gomme medie – spiega Andrea Liberini -. In ogni caso prima della terza prova eravamo in testa ma la rottura del semiasse ci è costata 10 minuti. Abbiamo tenuto duro per arrivare al traguardo e portare a casa questa gara. Sono amareggiato perché la macchina andava molto forte e sentivo che avremmo potuto dire la nostra. Voglio ringraziare tutto il team perché è stato fatto un gran lavoro per permetterci di finire una gara compromessa soprattutto dalla pioggia”.

vivicentro.it/nord/cronaca – 40mo RALLY 1000 MIGLIA 3° e 1° DI CLASSE MA IL PROTAGONISTA RESTA IL MALTEMPO Brescia, 13-14 maggio 2016

CONAPO, VIGILI DEL FUOCO: MERCOLEDI SIT-IN DAVANTI ALLA PREFETTURA

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IL CONAPO: NON CHIEDIAMO PRIVILEGI MA PRITA’ DI TRATTAMENTO

I Vigili del Fuoco di Napoli, per iniziativa del sindacato Conapo, si sono dati appuntamento per mercoledì 18 maggio dalle 11 alle 12 davanti alla Prefettura ove organizzeranno una conferenza stampa. I sindacalisti del Conapo hanno informato i politici locali e chiesto un incontro al Prefetto al quale chiederanno di farsi portavoce verso il governo del malessere dei Vigili del Fuoco dovuto al trattamento che ricevono dallo Stato. Una iniziativa simultanea in tutte le province d’Italia fanno sapere dal sindacato.

“Rischiamo la vita come e più degli appartenenti agli altri Corpi dello Stato e siamo impiegati nel pronto intervento operativo dal giorno dell’ assunzione sino al giorno della pensione, un servizio usurante che non ha eguali nello Stato, eppure – spiega Michele Coppola (nella foto), segretario provinciale del Conapo – siamo il Corpo meno retribuito e non abbiamo le tutele previdenziali degli altri corpi, siamo veramente amareggiati dal disinteresse della politica”.

Mercoledì prossimo quindi, i Vigili del Fuoco, per il tramite del sindacato Conapo, lanceranno un forte e simultaneo messaggio a Renzi:

“i Vigili del Fuoco napoletani, come quelli di tutta Italia, sono stanchi di come sono trattati, non chiedono privilegi ma pari dignità lavorativa con gli altri corpi. Vengano i politici a rischiare la vita al posto nostro ”.

vivicentro.it/sud/terza-pagina / VIGILI DEL FUOCO, MERCOLEDI SIT-IN DAVANTI ALLA PREFETTURA

Il San Paolo incorona Higuain, è il nuovo Maradona

Lo riporta La Gazzetta dello Sport

E’ vero, un record è per sempre: quello di Nordhal, ad esempio, è durato 66 anni. Quanto durerà quello di Higuain? Adesso, il Pipita è nella storia del Napoli e del calcio italiano. Non a caso dopo il terzo gol, quello che ha sancito il sorpasso sul Pompiere Nordahl, il San Paolo ha riservato a Higuain un tributo speciale: è partito per lui il coro che Fuorigrotta ha cantato in passato solo per Diego Armando Maradona. «O mamma, mamma, mamma…ho visto Higuain». Roba che da queste parti non si sentiva da tanto, tantissimo, tempo. Del resto, tra i napoletani e gli argentini c’è da sempre un legame speciale. Lo stesso che c’è tra il Pipita e Maradona, che non a caso aveva scelto proprio Gonzalo quale centravanti della sua Seleccion al Mondiale 2010. Tra i due c’è stato ieri un simbolico passaggio di consegne, adesso a Higuain per raccogliere definitivamente il testimone da Diego e diventare il nuovo Pibe di Napoli serve, però, vincere lo scudetto. Higuain ci proverà l’anno prossimo, anche se resta la paura che qualcuno paghi la clausola rescissoria e lo porti via. In quel caso, Higuain sarebbe messo in condizione di scegliere se restare a Napoli o andare altrove. De Laurentiis per trattenerlo dovrà comunque fare uno sforzo. Ieri la gente glielo ha chiesto a gran voce.

Higuain sarà il tormentone estivo, De Laurentiis investirà?

I dettagli

La Gazzetta dello Sport esalta la seata trionfale del Napoli che torna in Champions: “A metà ripresa, quando con strepitosa rovesciata il Pipita realizza la rete del sorpasso, tutto il San Paolo esulta con lui cantando e ballando sotto la pioggia (un diluvio da tempesta perfetta): qui la gente lo ha adottato, le curve lo considerano uno di loro, lo amano proprio come hanno amato un altro argentino del passato… Bel problema, adesso: se si presentasse un Abramovich con i famosi novantaquattro milioni della clausola, il presidente De Laurentiis come se la caverebbe? E, nel caso, con chi lo sostituirebbe? Ma poi lui, Gonzalo, avrebbe il cuore di andarsene dopo un’impresa del genere? Prepariamoci, sarà il tormentone estivo.Ma pure la serata in cui gli striscioni e i cori dei partenopei hanno spronato De Laurentiis a investire, investire, investire… La squadra c’è, però la Juve si è dimostrata ancora più forte. Ergo don Aurelio è chiamato a derogare dalla realpolitik che lo ha contraddistinto fino a qui. Lo farà?”. Higuain si veste da garante dei tifosi, al di là di un adeguamento meritatissimo vorrebbe una squadra sempre più competitiva per la lotta allo Scudetto: l’abbraccio a fine gara con De Laurentiis vale più di mille parole.

Due obiettivi per l’attacco, Klaassen ora può arrivare

Il mercato

Come riporta Il Corriere dello Sport, il Napoli formato Champions punterà due giocatori in particolare per l’attacco: Davy Klaassen dell’Ajax e Gianluca Lapadula del Pescara. Il talento olandese ha ricominciato a vacillare, ferito dalla perdita dello scudetto all’ultima giornata e dall’addio di Frank De Boer. Ora la storia potrebbe cambiare, con la dirigenza azzurra che alla finestra pronta a un nuovo assalto. Per quanto riguarda il talento 26 rivelazione della Serie B, si proveranno a capire i margini per una trattativa.

Champions, il Napoli può sperare in un sorteggio abordabile

I dettagli

Il Mattino, il giorno dopo la conquista del secondo posto in classifica si proietta già nella prossima stagione che vedrà il Napoli impegnato in Champions. Grazie all’ottimo piazzamento ottenuto nel ranking Uefa (17° posto), nella prossima edizione della Champions League il Napoli potrà essere inserito nella prestigiosa seconda fascia, ecco le fasce del sorteggio che avverrà il 25 agosto a Montecarlo.

Prima fascia: Bayern Monaco, Barcellona, Paris Saint Germain, Leicester, Cska Mosca o Rostov, Benfica (se domani vince il campionato) e la vincente della finale di Champions Real Madrid-Atletico Madrid.

Seconda fascia. la perdente della finale di Champions tra Real Madrid e Atletico Madrid, Borussia Dortmund, Arsenal, Siviglia (se vince la finale di Europa League), Zenit (se arriva secondo in campionato e supera i preliminari), Manchester City (se arriva quarto in campionato e supera i preliminari di Champions) e Porto (se passa i preliminari).

Terza fascia. Subito dietro, ma pronti a scalare in seconda fascia nell’eventualità una o più di una squadre tra Siviglia, Zenit, Manchester City e Porto non dovessero accedere ai gironi di qualificazione, e quindi tra le probabili avversarie del Napoli nei gironi di Champions ci sono Bayer Leverkusen, Basilea, Shakhtar Donetsk (se supera i preliminari), Tottenham, Olympiakos (se passa i preliminari), Dinamo Kiev, Lione, Villarreal, Liverpool, in caso di successo nella finale di Europa League, e Ajax se dovesse superare i preliminari.

Quarta fascia. Psv Eindhoven, Sporting Lisbona, Bruges (se vince il campionato) e Besiktas, già qualificate direttamente ai gironi di qualificazione. Viktoria Plzen, Salisburgo, Celtic, Anderlecht, Borussia Monchengladbach e Roma saranno inserite in quarta fascia se supereranno i preliminari di Champions.

VIDEO ViViCentro – De Laurentiis: “Sarri non lo sa, ma lunedì ufficializziamo Tonelli”

Queste le loro parole…

Queste le parole in sala stampa:

Giuntoli: “Grazie a tutti anche da parte mia anche se non avete mai sentito la mia voce. Spero di esservi stato d’aiuto per il vostro lavoro. Volevo ringraziare De Laurentiis che mi ha dato questa opportunità, il tecnico e lo staff”. 

Sarri: “Ringrazio tutti, mi avete accolto benissimo. La maggior parte di voi è stata di ottimo livello e vi ringrazio per avermi accettato così. Ringrazio anche il pubblico che è campione d’Italia”. 

De Laurentiis: “Non c’è nulla da dire per questo ritorno in Champions. Ringrazio Sarri che ci ha accompagnato con ardore. Ringrazio anche Giuntoli che sapevo avesse gli attributi ed è stato una grande rivelazione. Sarri non lo sa, ma il Napoli ha formalizzato il primo acquisto che sarà Tonelli. Lo formalizzeremo solo lunedì. E’ stato un gesto di fiducia perchè anche se avessimo dovuto subire lo smacco di arrivare terzi avremmo comunque rinforzato la squadra. La rinforzeremo in maniera serena, ma effettiva, per essere competitivi in Europa. Mi raccomando mister, l’anno prossimo dovrai farli giocare tutti, tutti i diciannove”. 

dai nostri inviati al San Paolo, Ciro Novellino e Vincenzo Pellegrino

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Il dialogo tra nemici sul Mar Rosso

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C’è un dialogo fra nemici che tiene banco in Medio Oriente. Arabia Saudita e Israele sono avversari sin dal 1948, quando Riad partecipò con un corpo di volontari alla guerra araba tesa ad impedire la nascita del giovane Stato, per poi continuare ad essere protagonista di tale, radicale, opposizione sostenendo attacchi militari, guerriglie ed offensive diplomatiche di ogni genere. Tanto in Medio Oriente quanto a Washington, dove Israele ed Arabia Saudita sono state protagoniste per decenni di aspri scontri: contendendosi il sostegno del Congresso e l’alleanza della Casa Bianca.

Tali e tanti precedenti suggeriscono l’importanza di quanto avvenuto sul palco del «Washington Institute» allorché, davanti ad un pubblico di analisti ed in diretta web, l’ex capo dell’intelligence saudita Turki al-Faisal – esponente di rango della famiglia reale – ha dialogato con l’ex generale Yaakov Amidror, già consigliere per la sicurezza del premier israeliano Benjamin Netanyahu.

A quasi un anno dalla prima stretta di mano in pubblico fra alti funzionari dei due Paesi – il direttore generale del ministero degli Esteri israeliano, Dore Gold, e l’ex consigliere governativo saudita Anwar Eshki, in un centro studi di New York – le indiscrezioni su visite segrete, cooperazione strategica e convergenze occasionali hanno prodotto a Washington un colloquio pubblico fra al-Faisal e Amidror con caratteristiche da manuale della Guerra Fredda.

I due oratori erano a parole divergenti su tutto ma al contempo sedevano fisicamente fianco a fianco, guardandosi senza remore per scambiarsi battute agrodolci. Poiché si tratta dei rappresentanti di due nazioni ancora formalmente in guerra bisogna chiedersi cosa sta avvenendo fra Riad e Gerusalemme.

La risposta è triplice. Primo: hanno in comune gli stessi nemici perché entrambi considerano l’Iran dotato di programma nucleare una minaccia alla sicurezza nazionale, vogliono impedire a Teheran l’estensione della propria egemonia sul Medio Oriente e temono in egual misura i gruppi jihadisti sunniti intenzionati ad edificare un Califfato islamico nell’intera regione. Secondo: hanno avuto attriti simili con l’amministrazione Obama, a causa delle convergenze di Washington con Teheran e con i Fratelli musulmani in Egitto, e scommettono sulla possibilità che il nuovo Presidente degli Stati Uniti possa ridisegnare le scelte regionali tornando a privilegiare i rapporti con i tradizionali alleati. Terzo: condividono la necessità di lavorare ad una soluzione del conflitto israelo-palestinese attraverso un nuovo format ovvero il dialogo fra Israele e Stati sunniti. Se Yaakov Peri, deputato dell’opposizione israeliana ed ex capo del servizio di Sicurezza Interna, propone a Netanyahu di «aprire un tavolo di negoziato permanente con i palestinesi in Arabia Saudita coinvolgendo gli altri Paesi sunniti» è perché c’è la crescente sensazione che la monarchia wahabita, custode delle moschee di Mecca e Medina, possa rivelarsi un attore importante nella conclusione del conflitto con i palestinesi. Ad evidenziare le convergenze fra Gerusalemme e Riad è quanto avvenuto a seguito della decisione dell’Egitto di restituire all’Arabia Saudita le isole di Tiran e Sanafir nel Mar Rosso. Poiché si tratta delle terre emerse che controllano l’accesso al Golfo di Aqaba – vitale via d’accesso al porto israeliano di Eilat, già casus belli della guerra del 1967 – Riad ha garantito a Gerusalemme il libero passaggio e inoltre, essendo territori della regione del Sinai, ha assicurato il rispetto delle clausole che le concernono nelle intese di pace fra Egitto e Israele siglate a Camp David nel 1979. Ehud Yaari, veterano fra gli arabisti israeliani, ha chiesto ad al-Faisal se tale passo – compiuto dal ministro degli Esteri saudita, Adel-al Jubeir – porti Riad a diventare, de facto, un terzo partner degli accordi di Camp David firmati da Menachem Begin e Anwar Sadat grazie alla mediazione di Jimmy Carter. La risposta è stata: «Confermo solo la dichiarazione del mio ministro degli Esteri, rispetteremo le condizioni dell’accordo Egitto-Israele». In realtà ciò che Riad chiede a Israele è l’accettazione del piano di pace saudita del 2002 – elaborato dall’allora re Abdullah – che prevede «pace completa fra arabi e israeliani in cambio del ritiro completo dai territori occupati nel 1967» – ovvero Cisgiordania, Gerusalemme Est e alture del Golan. Da qui il valore di quanto avvenuto giovedì: nel giorno in cui Israele festeggiava il 68° anniversario dell’Indipendenza il premier Netanyahu ha ricevuto un messaggio in arabo via twitter in cui gli si chiedeva di sostenere il piano saudita. La sua risposta, anch’essa in arabo, è stata «questa iniziativa, se capace di considerare le nostre preoccupazioni, può essere una base su cui discutere per raggiungere la pace». Ovvero, il negoziato con Riad è in corso. Ed a confermarlo c’è quanto detto da al-Faisal: «L’iniziativa araba può comportare scambi di territori» fra le parti e dunque il ritiro non sarà completo, è oggetto di trattativa. Poiché l’Arabia Saudita di re Salman è alla guida di una coalizione di oltre 40 nazioni musulmane, creata quest’anno per combattere i gruppi jihadisti e ostacolare l’egemonia di Teheran, i segnali di dialogo con Israele creano la possibilità di una cornice pan-sunnita per sbloccare il negoziato con i palestinesi di Abu Mazen, arenato dal fallimento della mediazione americana nel 2014. E’ solo uno spiraglio e resta in balìa di una regione infestata dai conflitti ma quando in Medio Oriente due nemici si parlano in pubblico – e non più solo in privato – è opportuno prestare una certa attenzione.

vivicentro.it/opinioni / lastampa / Il dialogo tra nemici sul Mar Rosso MAURIZIO MOLINARI

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A Renzi ricordiamo: l’Italia ha costruito l’Europa

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QUALCHE amico laico e miscredente mi ha avvertito alcuni giorni fa che io parlo e scrivo con troppa frequenza di papa Francesco e ad un pubblico come il nostro di Repubblica e dell’Espresso non piace.

Al mio pubblico io tengo molto, ma non si tratta né di una civetteria né d’un improvviso mutamento di opinione. E tantomeno d’una nuova linea del nostro giornale e del nostro editore. Si tratta invece di Francesco Vescovo di Roma e Capo di santa romana Chiesa. Dopo averlo conosciuto la prima volta sette od otto mesi dall’inizio del suo pontificato, a chiusura del nostro primo colloquio gli chiesi: “Santità, qual è la funzione delle donne nella vostra Casa? Non parlo soltanto delle suore che vivono in conventi, operano negli ospedali, coltivano la terra e soprattutto pregano; parlo delle donne in generale, dei loro sentimenti, dei loro pensieri e del loro istinto femminile ed anche, se mi permette, dei loro diritti. Per voi, presbiteri, vescovi, sono nulla? Sono una specie subordinata in compiti di moglie, madre, figlia obbediente alle decisioni dei genitori “.

“Le rispondo in un solo modo che rispecchia però la pura verità: la Chiesa è femminile”.
Risposi che non capivo e Lui a sua volta, scandendo le sillabe, ripeté: “La Chiesa è femminile. Maria è la nostra madre che intercede per noi; ma non è solo questo. La Chiesa detesta la guerra, ama i propri figli, li educa al bene, aiuta i poveri, i malati, i derelitti, ama il prossimo e detesta chi violenta. Non sono valori femminili?”.
Lei lo dice ed è certamente vero, ma nella Chiesa dove pure questi valori ci sono, anche se non sempre, ma in tutte le epoche: e non da parte di tutti i suoi membri, le donne non hanno alcuna importante funzione. Neppure le suore dei vari ordini. Sono centinaia di migliaia in tutto il mondo ma contano niente. Dipendono da un presbitero o da un suo delegato. Non capisco il senso di tutto ciò se la Chiesa è femminile come Lei dice e pensa”.
Stavamo salendo la breve scala che dalla sala di Santa Marta arriva al portale d’uscita ed eravamo fermi a metà. Fuori – ricordo – c’erano nuvole e lembi d’azzurro. Francesco disse: “Lei ha ragione. La tradizione dei secoli si è fatta lì, non è opera delle donne, e non riconosce i loro diritti nella Chiesa e nella vita”.
“Non sarà una battaglia facile, Santità”.
“Temo di no e non credo per cattiveria ma perché le tradizioni fanno parte della storia di ogni comunità e spesso diventano dottrina. Per aprire le porte ci vuole del tempo, questo del resto è uno degli obiettivi del Vaticano II. Quando venni insediato il compito che mi è stato assegnato fu proprio quello di portare a termine le indicazioni di quel Concilio, la principale delle quali è l’incontro con la modernità. Questo è ciò che mi sento di dirle. Lei però non parli di questo fino a quando l’opera che intendo svolgere non sarà cominciata”. Fu in quel momento e su quel tema che diventammo amici. Francesco arrivò alla porta d’entrata e la mia automobile mi attendeva. Lui mi abbracciò ed io feci altrettanto, profondamente commosso, e fu in quel momento che capii che Francesco era un Papa rivoluzionario come pochi c’erano stati prima di lui. Ora è cominciato nella Chiesa il movimento affinché le donne partecipino alla liturgia nei limiti che sarà opportuno prevedere. Di queste cose non debbo parlare? Io non credo e penso che anche i miei lettori, tanto più se laici, vogliano i diritti per tutti e questa deve essere una battaglia laica per eccellenza, ne sono sicuro e perciò vado avanti.
***
Scritto questo prologo (che è per quanto mi riguarda il tema ben più d’un prologo) vengo ad un problema che ho già più volte trattato e recentemente nell’articolo pubblicato giovedì scorso: l’Europa, i suoi guai, la sua drammatica disarticolazione, la mancanza di uno spirito unitario che la rinsaldi e la faccia uscire dall’abisso in cui sta cadendo.
Mi rivolsi a Renzi e alla sinistra italiana (ed europea) affinché si dessero carico di questo difficilissimo compito. Dalla sinistra non ho avuto alcun riscontro salvo quello di Alfredo Reichlin che mi conosce e mi stima. Quanto a Renzi, mi ha telefonato (del tutto inconsueto) dicendo che il tema Europa è appunto centrale come lui ha già compreso e ad esso si dedicherà con il massimo impegno per risvegliare lo spirito dei fondatori (Adenauer, De Gasperi, Schuman) e l’ideale di Altiero Spinelli. Se i suoi dissidenti faranno altrettanto, come si augura, il partito marcia compatto verso un traguardo che, se raggiunto, risulterà una vittoria storica dell’Italia moderna. Poi si è parlato d’altro e spesso da posizioni contrastanti, ma su questo non ho da riferire, le comunicazioni sono private ed io questa la considero tale. Renzi del resto fa altrettanto.
A proposito del nostro ruolo in Europa ci sono però alcune cose della massima importanza storica che debbono essere ricordate. Gli italiani (e gli europei con un minimo di cultura) li conoscono ma spesso non ci pensano e di fatto se scordano. Dunque parliamone noi.
Anzitutto siamo tra i Paesi fondatori dell’unione della Comunità del carbone e dell’acciaio e tra i cinque Paesi che firmarono i trattati di Roma nel 1957. Ma c’è un precedente molto più antico che cominciò duemila anni fa ai tempi di Giulio Cesare, Augusto, Germanico, la conquista della Gallia e della Spagna, della costiera mediterranea africana, della Germania, fino a Traiano e poi Adriano che segnò i confini dell’Impero ivi compresa una parte meridionale dell’attuale Gran Bretagna, l’Egitto, il Medio Oriente, e ovviamente la Grecia, l’Illiria e i Balcani.
Prima di allora l’Europa era un continente percorso da popolazioni vaganti e selvatiche, prive di residenza e dedite al saccheggio di regni e città che venivano rase al suolo.
Da questo punto di vista è Roma ad aver costruito l’Europa. Sono passati i millenni, ma purtroppo in vario modo anche per la più becera demagogia destinata ad influire sulla conquista del potere. Questo accade sempre e dovunque, ma resta il fatto storicamente avvenuto che l’Europa è nata dall’esistenza di quell’Impero e delle sue propaggini civilizzate. Perfino il Cristianesimo diventò l’unica religione europea proprio nei medesimi territori imperiali. Tant’è che nell’800 d. C. Carlo Magno resuscitò il Sacro Romano Impero, votato dai principi tedeschi e della Renania ma legittimato dall’imposizione della corona sulla fronte dell’imperatore da parte del Papa dell’epoca in San Giovanni in Laterano.
Tempi remoti, ma è bene non dimenticarseli perché resta il fatto che l’Europa è nata dall’Impero dei Cesari.
C’è dell’altro però, più moderno e di non minore importanza. Si chiama Rinascimento e si svolge tra l’inizio del Quattrocento terminando all’inizio del Seicento diffondendosi dall’Italia in tutta Europa: cultura, reperimento di testi antichi (cardinal Bellarmino), diffusione della stessa lingua nelle sue trasformazioni locali in tutti i paesi latini (Italia, Francia, Spagna, Portogallo), scienza politica, scienza storica, scienza astronomica, pittura, musica. I nomi nei vari settori sono noti: al vertice trecentesco troneggia Dante. Esiste una triade che non si può eguagliare e in ordine di tempo si tratta di Omero (o chi per lui), Dante, Shakespeare.
Ma poi in Italia Petrarca, Machiavelli, i Medici, le corti d’Este e di Urbino, i comuni di Lucca e soprattutto di Firenze, Milano. E non dimentichiamo i nomi di Piero della Francesco, Raffaello Sanzio, Ariosto, Vico. Montaigne conservava molti dei loro volumi nella sua libreria e del resto dopo di lui la cultura moderna che sfocerà nell’Il-luminismo franco-inglese comincia con Vico. A quell’Illuminismo noi abbiamo partecipato con i fratelli Verri, con Cesare Beccaria e con l’abate Galiani.
In sostanza Italia ed Europa sono nate insieme e il nostro Paese ha dato uno dei contributi maggiori e forse il primario rispetto ad altri insieme alla Francia, alla Spagna e all’Inghilterra, senza ricordare le Repubbliche marinare di Venezia e di Genova, Cristoforo Colombo compreso.
Per questa ragione noi dobbiamo batterci e ne abbiamo pieno diritto e titolo per l’Europa unita; il risultato caro Renzi non sarà certo immediato ma dà alnostro Paese un ruolo che altrimenti non avrebbe e che può rendere l’intera politica italiana diversa da quella che finora è stata. Spero che tu te ne ricordi e ne tragga i frutti facendo risorgere il nostro continente dalle rovine nelle quali attualmente si trova.

vivicentro.it/editoriale / larepubblica / A Renzi ricordiamo: l’Italia ha costruito l’Europa EUGENIO SCALFARI

Campane …. A Festa

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Non si puo’ certo affermare, che Renzi ogni qualvolta visiti una Citta’ italiana, venga accolto con un rullio di tamburi, da araldi con le trombe, dalle campane che  suonano a festa, anzi al contrario, i fatti lo dimostrano, in piu’ occasioni e’ stato ” investito” con fischi, urla, improperi di ogni genere. In alcuni casi sono scoppiati dei veri e propri tumulti, le forze dell’ordine piu’ di una volta, hanno dovuto usare la forza per disperdere i manifestanti.
Questo e’ quello che e’ accaduto a Firenze, quando come ex Sindaco della Citta’, si e’ recato per aprire la campagna per il suo si, che si svolgera’ ad Ottobre, stesse scene si sono ripetute in altre Citta Italiane.
Il Primo Ministro Renzi, sembra che viva fuori dalla nostra Galassia, i Politici, sono tutti ricchi, chi ancora non lo e’ abbastanza, si dara’ da “fare” con tutte le proprie forze, perche’questo sogno si tramuti in realta’.
I nostri attuali Governanti, non vogliono o non sono nelle condizioni di capire che i comuni cittadini volano verso il baratro, milioni di persone sopravvivono ancora con stipendi, (si e’ gia’ fortunati ad averne uno), da terzo mondo, mentre le pensioni dei nonni sono almeno per adesso il salvagente dei propri figli senza lavoro e dei nipoti.
Renzi aveva promesso posti di ,lavoro, era convinto che la nostra Economia avrebbe avuto la stessa propulsione di quella per far salire in orbita le navicelle spaziali, dopo 2 anni di Governo, e’ difficile non rendersi conto che siamo in mezzo ad una strada.
Come in pochi anni si e’ uccisa la media borghesia, cosi’ si stanno portando a morte le medie, le piccole aziende a conduzione familiare, le piu’ grosse continuano a lavorare, perche’ foraggiano e sono foraggiate, a buon intenditor, “tante” parole.
In un certo senso il Governo, ha centrato il proprio obiettivo, sono centinaia di migliaia di giovani e meno giovani che non cercano piu’ il lavoro, hanno perso sia la speranza che la pazienza, non si possono espletare concorsi per pochi posti, e i concorrenti sono migliaia. Si perde tempo, fatica, ed energie economiche.
L’unico sbocco di lavoro per i ragazzi da poco maggiorenni e’ quello di entrare nelle Forze Armate, Finanza, Polizia, Carabinieri o Marina, ma i posti sono limitati.
La gente si sente presa in giro dai quotidiani proclami Renziani, quando coglie l’occasione di potergli “stare vicino” non se la fa “scappare”.
Cio’ sta ad indicare che non goda di popolarita’, solo alle Camere e in Senato, forte della sua maggioranza che lo segue per non perdere le priorita’ acquisite, riesce a portare avanti le sue riforme a botte di ‘fiducia’.
Le sue proposte di rinnovare la Costituzione, di aver allineato L’Italia agli altri Paesi Europei, di aver portato avanti i diritti civili degli Omosessuali, delle Lesbiche, puo’ essere giusto, ogni uomo ha diritto di vivere in piena liberta’ la propria sessualita’.
Fortunatamente per quello che riguarda l’adozione dei bambini alle coppie di omosessuali, almeno per adesso e’ stata bloccata, ma vedrete che il Governo ci ritornera’ sopra.
Confidiamo a Ottobre in un deciso No degli Italiani: se cio’ dovesse accadere, vedremo se Renzi sara’ di parola e preparera’ il trolley..e finalmente le campane suoneranno a festa.

vivicentro.it/blogger/Lo Piano – Saint Red / Campane …. A Festa Lo Piano – Saint Red

Milan Roma 1-3| Roma show al Meazza ma sul podio arriva terza

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Milan Roma 1-3 Una bella vittoria non è bastata per scalzare un grande Napoli dalla Champions League

Roma – La Roma di Spalletti affronta il Milan al Meazza, determinata a vincere e speranzosa in un pareggio del Napoli per l’accesso diretto alla Champions League. Sul versante opposto, la squadra di Brocchi – giunto all’ultima spiaggia di Europa League- è in cerca della vittoria ma con lo sguardo rivolto al Sassuolo. Si preannunciava dunque una grande sfida, ma al 19’ inizia lo show della Roma che travolge il Milan con una triade perfetta di reti: apre le danze Salah, prosegue nella ripresa l’ex rossonero El Shaarawy, chiude i conti Emerson Palmieri. Gol della bandiera di Bacca sul finale, ma non basta ad un Milan umiliato in casa nell’ultima di campionato e che vede così naufragare l’accesso in Europa League.

La Roma si conferma dunque al terzo posto dopo la vittoria del Napoli sul Frosinone, nulla cambia sul podio delle finaliste, Spalletti è in attesa dei preliminari.

Primo tempo

La prima occasione per la Roma si presenta al 16’: un errore di Alex e ne approfitta Salah, ma l’egiziano non inquadra lo specchio della porta. Poco dopo ci riprova Nainggolan con un gran sinistro, occasione sprecata anche per lui.

Salah si fa perdonare al 19’ portando in vantaggio i giallorossi con un bel tiro dopo una galoppata in solitudine verso l’area piccola.

Milan Roma 0-1

Intanto giunge al Meazza la notizia del vantaggio del Sassuolo che, al 25’, con il raddoppio, mettono in cassaforte il sesto posto. La Roma continua ad aggredire, il Milan continua a calare. Gran parata di Donnarumma al tentativo di raddoppio di Pjanic al 32’. Un minuto dopo El Shaarawy si divora letteralmente il gol del 2 a zero, errore del faraone su passaggio di Digne che gli serve una palla d’oro. La Roma gestisce bene la gara, domina la metà campo ed è alla ricerca del raddoppio. Intanto il Napoli passa in vantaggio, la notizia raffredda gli animi dei tifosi e della squadra di Spalletti.

Secondo tempo

Al 49’ occasionissima per il Milan, Honda in area di rigore va alla conclusione con un sinistro piazzato ma spara clamorosamente alto sulla traversa.

Al 59’ arriva il raddoppio giallorosso a firma di El Shaarawy. Il faraone, su assist di  un impeccabile Pjanic, controlla la palla e insacca la rete dell’incolpevole Donnarumma.

Milan Roma 0-2

Al 63’ è il momento di Francesco Totti che va a sostituire Strootman. Questa potrebbe essere la sua ultima gara di campionato, ancora non ci sono notizie ufficiali sulla sua proroga del contratto.

Ma è con l’ingresso in campo di Emerson (che entra al 78’ al posto di El Shaarawy) che si decreta la vittoria della Roma: il Milan è in fase calante e la Roma ne approfitta per sferrare il  colpo definitivo. Totti ci mette lo zampino, all’82’ il Capitano passa palla di tacco a Salah che prova la conclusione, ma il portiere respinge la sfera sulla cui traiettoria però si trova Emerson che non sbaglia e realizza così il suo primo gol in campionato.

Milan Roma 0-3

La gara è ormai chiusa per la Roma, ma c’è tempo per il gol della bandiera rossonera: all’87  Carlos Bacca batte Szczesny sulla seconda respinta.

Milan Roma 1-3.

PAGELLE E TABELLINO

Milan (4-3-1-2): Donnarumma 6; De Sciglio 5.5, Zapata 5, Alex 5 (66′ Calabria 6), Romagnoli 5; Kucka 5.5, Locatelli 5, Bertolacci 5 (57′ Bertolacci 6); Honda 5; Bacca 6, Balotelli 5 (46′ Luiz Adriano 6).

Allenatore: Brocchi

Roma (4-3-3): Szczesny 6.5; Florenzi 6.5, Manolas 6.5, Rudiger 6.5, Digne 6; Strootman 7 (63′ Totti 6.5), De Rossi 6, Nainggolan 6.5; Salah 7, Pjanic 6.5, El Shaarawy 7 (78′ Emerson 6.5).

A disp.: De Sanctis, Torosidis, Zukanovic, Castan, Maicon, Dzeko, Iago Falque, Sadiq.

Allenatore: Spalletti

Marcatori: Salah (R), El Shaarawy (R), Emerson (R), Bacca (M)

di Maria D’Auria

Higuain, arrivano i complimenti di Bonucci su Twitter

Il grande rammarico per il Napoli in questa stagione è forse quello di non aver potuto lottare fino all’ ultimo contro la Juventus per lo scudetto. I bianconeri si sono laureati campioni d’ Italia per la quinta volta di fila con ben tre giornate di anticipo. Ma stasera Higuain ha compiuto un’ impresa straordinaria che non può passare inosservata. Anche Leonardo Bonucci, difensore bianconero, ha rivolto i suoi complimenti al pipita tramite il proprio account Twitter; un bel gesto oltre i colori e la rivalità.
Ecco le sue parole:
“Complimenti a @G_Higuain
Grandissimo record!!! #complimenti #capocannoniere”.

Giuntoli: “Ringrazio ADL per l’opportunità”

E’ intervenuto, in conferenza stampa, dopo Sarri e Aurelio De Laurentiis, anche il direttore sportivo Giuntoli: “Grazie anche da parte mia, non avete mai sentito la mia voce, ma i confronti ci sono sempre stati per aiutarvi nel vostro lavoro. Ringrazio ADL per questa grande possibilità, lo staff, i medici, tutti coloro che sono dietro le quinte”.

Napoli-Frosinone, Stellone: “Il Napoli è difficile da incontrare, sono incredibili”

Stellone, tecnico del Frosinone, in conferenza stampa, ha dichiarato: “San Paolo? Ho apprezzato molto l’applauso dei tifosi, faccio i complimenti a loro, anche per gli striscioni esposti nelle curve. Il Napoli ha espresso un calcio incredibile, circa 18-20 punti in più dell’anno scorso, quindi c’è la mano di Sarri perché i punti sono più o meno gli stessi. Dopo averle incontrate tutte dico che il Napoli ha fatto il miglior calcio, ma la Juve ha fatto 24 vittorie ed un pareggio, quindi non ha sbagliato nulla. Forse la gara di Torino è stata decisiva a livello mentale. Sul futuro non so, sono giovane, ho ottenuto dei successi che non immaginavo perché allenavo i ragazzini. Difficile da incontrare, se li prendi alti poi ti scappano, poi se li prendi il loro portiere è sempre attento, se ti allarghi vanno con le mezzali, se stringi volano sugli esterni. Giocano a memoria. Espulsione di Gori? Non so la verità, c’è chi dice una cosa e chi un’altra. Ha detto qualche parola di troppo ad un giocatore del Napoli. Peccato, abbiamo tenuto bene il campo provando ad impensierire il Napoli. Dopo il rosso ci siamo abbassati ancora di più, ma col Napoli è già difficile in parità numerica. Meriti comunque al Napoli, noi siamo venuti qui per onorare l’impegno”.

“Scarpa D’ Oro 2016”: vince Suarez, secondo Gonzalo Higuain

Dopo l’ ultima giornata di campionato Luis Suarez si aggiudica la “Scarpa D’ Oro 2016”. L’ uruguaiano, nel pomeriggio, ha realizzato la tripletta decisiva contro il Granada regalando il titolo al Barcellona. Son 40 le reti complessive realizzate in campionato.
Sul secondo gradino del podio si piazza Gonzalo Higuain con 36 reti. Il pipita si può comunque consolare con il record assoluto di gol in un’ unica stagione di Serie A, superato infatti record di Nordahl che nella stagione 1949-1950 si era fermato a quota 35.
Terzo Cristiano Ronaldo con un totale di 35 gol. Sua la doppietta che ha permesso al Real Madrid di battere il Deportivo La Coruna, una vittoria inutile visto il risultato del Barcellona.
ECCO IL PODIO:
1 – Luis Suarez con 40 gol
2 – Gonzalo Higuain con 36 gol
3 – Cristiano Ronaldo con 35 gol

Sarri: “I nostri tifosi sono campioni d’Italia”

Al termine di Napoli-Frosinone, Maurizio Sarri, in conferenza stampa, ha dichiarato: “Ringrazio tutti, la città che mi ha accolto benissimo e voi che lavorate. Mi avete accettato così come sono. Ringrazio il pubblico; noi siamo arrivati secondi, ma il pubblico è campione d’Italia.”

Terzo gol Higuain, Adani impazzisce in telecronaca: ” Non è vero! E’ impossibile segnare così”

Una stagione pazzesca quella di Gonzalo Higuain con un finale davvero straordinario. Stasera il pipita ha realizzato la prima tripletta in questo campionato dopo ben nove doppiette. Sul terzo gol, realizzato in acrobazia, Daniele Adani, opioninista di Sky, è rimasto davvero a bocca aperta. Queste le sue parole nel corso della telecronaca:
“Non è vero! Non è vero! Non è vero! È impossibile così, realizzare il trentaseiesimo gol con questa giocata. Stiamo assistendo ad un film”.

UFFICIALE – De Laurentiis: “Tonelli sarà il nostro primo acquisto”

Aurelio De Laurentiis, dopo la vittoria del Napoli contro il Frosinone, ha dichiarato in conferenza stampa: “Poiché non c’è nulla da dire se non gioire per il ritorno in Champions, io ringrazio Sarri che ci ha accompagnato e Giuntoli per questo primo anno di lavoro per noi. Tonelli sarà il nostro primo acquisto, ci serve il tempo per ufficializzarlo, ma lunedì dovremo chiudere l’acquisto. Questa estate faremo così, rinforzeremo la squadra gradualmente per essere pronti il prossimo anno”.

Napoli, mai così tanti gol fatti: sono 106 in solo campionato

Non solo Higuain, anche il Napoli riscrive la sua personalissima storia. Mai gli azzurri erano riusciti a siglare così tanti gol in un solo campionato: 106, statistiche alla mano. Merito, soprattutto, del pipita che ha trascinato la squadra con i suoi 36 gol nel corso di questa stagione. Un altro record battuto, quindi: è un Napoli da sogno, nel segno di Higuain e Maurizio Sarri.

Hamsik, gol numero 81: eguagliato un mostro sacro

Il Napoli batte il Frosinone e ritrova la Champions, una serata davvero storica al San Paolo: non solo Higuain mette la freccia e supera Nordahl, anche Marek Hamsik raggiunge un traguardo importante. È lui ad aprire le marcature e non è un gol banale, nulla affatto: si tratta del gol numero 81 in Serie A che permette allo slovacco di raggiungere un mostro sacro come Diego Armando Maradona. Un grande risultato per il capitano giunto ormai alla nona stagione in maglia azzurra con 403 presenze, complimenti!