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Scontri Marsiglia e Nizza Uomo in fin di vita, 3 gravi

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Scontri nella notte. Scatenati holligans inglesi, russi e nordirlandesi. Timori a Parigi per possibili scontri tra tifoserie di Turchia e Croazia

Marsiglia – Lotta tra la vita e la morte il tifoso inglese rimasto ferito ieri sera negli scontri tra hoolingans inglesi e russi a Marsiglia. Ma la ‘battaglia’, a margine della partita di calcio Inghilterra-Russia, ha causato 35 feriti, di cui altri tre versano in gravi condizioni. Le cifre sono state fornite dal prefetto della polizia di Marsiglia, Laurent Nunez, che all’emittente France Info ha confermato 8 arresti. Ma il numero delle persone fermate potrebbe aumentare “nei prossimi giorni e nelle prossime settimane” perche’ le forze dell’ordine studieranno attentamente i video registrati in modo da identificare gli autori della violenza, ha aggiunto il portavoce del ministero dell’Interno, Pierre Henri Brandet. Quanto al divieto di alcool, durante la partita Inghilterra-Russia, come appunto avverra’ in altre sedi dell’Eurocoppa, per esempio a Lens, il portavoce ha spiegato che e’ una misura che spetta alle amministrazione comunali; ma ha fatto notare che e’ complicato da mettere in pratica, soprattutto in una grande citta’ come Marsiglia, con molti bar e che accoglie un gran numero di turisti.

Poiche’ inoltre alcuni tifosi erano riusciti a entrare nello stadio Velodromo con bengala e petardi, tanto Nunez che Brandet hanno dovuto riconoscere che ci sono stati falli nei controlli di sicurezza. In vista della partita Turchia-Croazia, al Parco dei Principi di Parigi, un’altra delle partite a rischio, Brandet ha assicurato che ci sara’ un dispositivo “rafforzato” e che ci saranno agenti turchi e croati per cercare di identificare i tifosi violenti.

  •  Svizzera-Albania 1-0
  • Galles-Slovacchia 2-1
  • Inghilterra-Russia 1-1

Dopo Marsiglia, Nizza: nella notte, poco dopo la fine delle partita di Euro 2016 tra Inghilterra e Russia a Marsiglia, a Nizza ci sono stati scontri provocati da tifosi dell’Irlanda del Nord, che hanno fatto sette feriti di cui uno con una lesione alla testa. Secondo la prefettura, verso le 23:00, alcuni nizzardi hanno provocato tifosi nord-irlandesi lungo Cours Saleya, un viale pedonale del centro storico di Nizza ed e’ scoppiata una rissa con tafferugli e lanci di bottiglia. Oggi nella citta’ in Costa Azzurra e’ prevista la partita Polonia-Irlanda alle 18:00. Per fortuna molti tifosi polacchi, seduti nei bar, non hanno preso parte alla bagarre. E adesso il timore e’ che i tafferugli accompagnino anche altre partite, per esempio Turchia-Croazia, un altro match considerato a rischio in programma alle 15:00 al Parco dei Principi di Parigi. E’ il secondo di cinque incontri dopo Inghilterra -Russia, classificato a libello 3 (su una scala di rischio 4). Gli altri tre sono Germania-Polonia (il 16 giugno) allo Stade de France), Inghilterra-Galles (il 16 giugno al lens), Ucraina e Polonia (21 giugno, ancora a Marsiglia).

vivicentro.it/sport/Cronaca-sportiva –  (AGI)/Scontri Marsiglia e Nizza Uomo in fin di vita, 3 gravi

ADL su Higuain: “Gonzalo può diventare un super-Maradona. Si parla di rinnovo”

Ai microfoni di Sky, De Laurentiis ha parlato anche del futuro di Gonzalo Higuain, impegnato, in questo momento, negli Usa con la sua Argentina: “Higuain è entrato nella storia del club come Maradona e può uscirne come un super-Maradona. Lui era preoccupato solo del terzo posto e del preliminare, ma oggi la Champions è garantita. Io credo che sarà difficile staccare Higuain da Napoli, col fratello abbiamo parlato anche di rinnovo. Ho messo altri soldi sul tavolo per il rinnovo del suo contratto. Bisogna fare degli sforzi, ma anche per questo non si possono fare follie su altri fronti”. 

Esplosione in appartamento a Milano: 3 morti e 3 feriti

La violenta esplosione avvenuta questa mattina, alle ore 8:56, in un appartamento al quarto e ultimo piano di una palazzina in via Porto Ferraio nella zona di via Brioschi, a Milano, ha provocato almeno 3 morti e 3 feriti.

I vigili del fuoco hanno salvato una persona e recuperato i corpi senza vita di altre due. Tra le possibili cause una fuga di gas.

Sul posto sono accorse numerose ambulanze e decine di vigili del fuoco che, con le unita’ cinofile e le squadre Usar, stanno cercando altri dispersi sotto le macerie.

Le primissime ricostruzioni – quando ancora la priorità è di natura sanitaria – parlano di una probabile fuga di gas. Sul posto sono state inviate una decina di ambulanze, i vigili del fuoco e la polizia.

Allertati gli ospedali San Giuseppe e San Paolo.

Lo scoppio ha provocato il crollo di una parte dell’edificio.

Nessun giocatore in scadenza sta puntando i piedi: le parole di Mertens…

Il Corriere del Mezzogiorno scrive sui rinnovi in casa Napoli

Le dichiarazioni di Mertens sono arrivate come manna dal cielo e serviranno di sicuro a stemperare gli animi tesi della piazza napoletana, scossa dalle dichiarazioni del calciatore senegalese. Per la verità nessun altro tra i giocatori in scadenza o che chiedono il rinnovo sta puntano particolarmente i piedi. Al momento arrivano dai procuratori garbate dichiarazioni con relativo invito a provvedere al rinnovo o a un adeguamento. A Napoli, a differenza di altre società anche più blasonate, l’anno prossimo si giocherà la Champions e questa voglia di andare via appare davvero inopportuna in un momento in cui si stanno gettando le basi per affrontare una competizione affascinante e unica nel suo genere.

L’interesse del Napoli per Raicevic è calato: spuntano due club

I dettagli da Il Corriere Veneto

Ma a movimentare le prime indiscrezioni di mercato sono sempre gli attaccanti, e in casa biancorossa tutto ruota attorno a Filip Raicevic, che a gennaio è stato molto vicino ad essere ceduto al Napoli. Rispetto alla sessione invernale di mercato, l’interesse del Napoli è decisamente calato, anche se il direttore sportivo dei partenopei, Cristiano Giuntoli, resta un estimatore del centravanti del Vicenza. La settimana scorsa su Raicevic s è registrato un interessamento del Cagliari e una richiesta d’informazioni del Grassophers, ma si tratta solo di primi contatti. Quello che è certo è che Raicevic rimane un probabile partente.

Questione stadio, ADL: “Progetto San Paolo? Il comune lo ha bocciato”

Aurelio De Laurentiis, intervistato dal Mattino, s’è soffermato in merito alla questione stadio: “Progetto San Paolo? Il Comune lo ha bocciato. Avrei potuto mettere io i soldi per lo stadio in cambio di una concessione per 99 anni: 30 milioni per gli interventi sugli impianti e 40 per creare un parallelepipedo all’esterno in cui creare attività commerciali per generare ulteriori proventi. Il Comune ha deciso di farsi anticipare 25 milioni dall’istituto di Credito sportivo. L’assessore allo sport, Borriello, ha detto che i lavori cominceranno in novembre e c’è da augurarsi che l’Uefa ci autorizzi a giocare la Champions al San Paolo perché i seggiolini non sono stati cambiati. Avrebbero potuto perlomeno farsi anticipare 5 milioni dal Credito sportivo per la sostituzione dei seggiolini. Il Comune ci ha chiesto recentemente di versare un vecchio debito di 600mila euro: ricordo che il debito dell’amministrazione comunale verso il Napoli è di 5 milioni, ancora aspettiamo i soldi dei tornelli installati nove anni fa”. 

Speranze per Gabbiadini, ADL: “Convincerò Manolo a restare qui”

Ai microfoni della Repubblica, Aurelio De Laurenttis s’è focalizzato sul mercato in uscita, in particolare sulla particolare situazione che vede protagonista Manolo Gabbadini: “Rinforzi? Tratto sette giocatori, almeno tre conto di prenderli. E di cessioni non se ne parla, convincerò Gabbiadini a restare: per confermarci in campionato e ben figurare in Champions”.

De Laurentiis: “Tutti vogliono Valdifiori. Albiol? Resta anche senza rinnovo”

Le sue parole a La Repubblica

De Laurentiis ha parlato anche del possibile mercato in uscita:

Il Napoli non vende…
“Ho detto anche al Valencia che Albiol costa 15 milioni, altrimenti resta con noi. Anche se dovessimo andare a scadenza di contratto, se non troveremo un accordo per prolungarlo”

La conferma dei big è un buon punto di partenza. E poi?
“Per Zielinski con l’Udinese siamo già d’accordo, ma lui vuole andare al Liverpool. Herrera e Lapadula sono nomi reali, ho contattato anche Fabinho del Monaco. Sto sul mercato su sette giocatori, sperando dopo Grassi e Tonelli di prenderne almeno tre”

Basteranno per far bene in campionato e Champions, De Laurentiis?
“Abbiamo undici titolari, poi possiamo contare su Mertens, Gabbiadini, Chiriches, Strinic e Valdifiori, che non dev’essere poi un regista così incapace, visto che me lo stanno chiedendo tutti. Grassi l’ho pagato 10 milioni, David Lopez piace tanto a Sarri, con Tonelli e Rafael siamo già a venti. Di che cosa stiamo a parlare?”

Ischia,la società è al lavoro per programmare il futuro

tifosi ischia aversa

Non è un momento facile per l’Ischia. La società gialloblu sta però provando a reagire dopo la brutta retrocessione arrivata al termine di una stagione travagliata di errori. A tutto questo si è aggiunto l’addio dei soci della squadra isolana: da Rapullino a Manna,fino a Colantonio per quanto riguarda il settore giovanile. Questo crea innanzitutto problemi per il futuro, con l’Ischia che ha urgentemente bisogno di trovare nuovi soci con i quali ripartire. Per il momento,però oltre a pensare a quello che verrà,la società gialloblu sta provvedendo a chiudere l’ultima stagione. Ci sono ancora gli ultimi stipendi da pagare, per non incorrere poi in ulteriori penalità che potrebbero vanificare il prosieguo del percorso. In questi giorni gli incontri e le riunioni sono frequenti, per mettere la cifra che serve per chiudere il discorso riguardante l’ultimo campionato. Dopo aver pagato tutti i tesserati, si procederà a parlare del futuro. Una questione per la quale ci vorranno ancora un paio di giorni,che dovrebbe risolversi al massimo entro il fine settimana. Ci si mette in regola con il presente per poi progettare il futuro. Ora bisogna vedere però quali saranno i presupposti. Attualmente è rimasto solo l’amministratore Di Bello,insieme a Giancarlo Senese al suo fianco ad occuparsi della parte economica. Occorrono nuovi ingressi in società,perchè senza i quali sarebbe difficile puntare alla domanda di ripescaggio e proseguire il progetto. Di Bello, attraverso l’ultimo comunicato, ha chiesto un aiuto all’isola d’Ischia per procedere all’aumento di capitale disposto dall’assemblea dei soci e per far si che si siano le basi per continuare in Lega Pro. La piazza,però non sembra entusiasta di continuare sulla falsa riga, di quest’anno date le vicende accadute. La Lega Pro, è un palcoscenico troppo importante per i tifosi ma anche per l’intera Isola d’Ischia, e sarebbe un vero peccato perdere un’occasione ghiotta così. Dopo i tanti sforzi sopratutto sotto l’aspetto economico per raggiungere di nuovo questa categoria, sarebbe un vero peccato gettare al vento tutto questo.

La Gazzetta conferma Vivicentro: fumata nera per Zielinski!

Non ci sarà il Napoli nel futuro di Zielinski: la Gazzetta dello Sport conferma la nostra esclusiva di pochi giorni fa. Gli azzurri avrebbero trovato un accordo totale con l’Udinese, sulla base di 15 milioni di euro più Zuniga, che poi sarebbe girato al Watford. Ma il problema è il ragazzo: il centrocampista, infatti, non è sicuro del trasferimento in Campania. Vorrebbe l’Inghilterra, vorrebbe Liverpool. Per questa ragione, Zielinski aspetta una mossa dei reds.

Lapadula non ha sciolte le riserve: il si non è ancora arrivato

I dettagli

La Gazzetta dello Sport scrive: “De Laurentiis è convinto di spuntarla sulla concorrenza, anzi ha già un’intesa con il collega pescarese Sebastiani che però ha ricevuto altre offerte e quindi aspetta un rilancio del Napoli (che potrebbe opzionare qualche giovane abruzzese o mandare in riva all’Adriatico qualche suo talentino come Roberto Insigne). Domani potrebbe essere la giornata decisiva, a patto che anche Lapadula si convinca perché il contratto per lui è pronto ma serve l’assenso deciso del centravanti ex Teramo che ovviamente partirà come riserva di Higuain. Paradossalmente, ad aver abbracciato”.

Herrera, c’è differenza tra Napoli e Porto

I dettagli sul mercato

Il Napoli lavora su uno degli obiettivi dichiarati: è il centrocampista messicano del Porto Hector Herrera. Secondo il Corriere dello Sport, però, il Porto lo valuta oltre venti milioni di euro ma il Napoli, che ha già il gradimento definitivo del giocatore, non si spingerà oltre un’offerta di 15 milioni.

Napoli-Avellino 0-0 nei playoff del 2005

I dettagli

Il giorno 12 giugno il Napoli ha giocato sei partite, due in serie A, due in serie B, una nei playoff di C1 ed una in coppa Italia, senza mai vincere: due pareggi e quattro sconfitte.

Ricordiamo lo 0-0 contro l’Avellino della finale d’andata dei playoff della serie C1-2004/05

Questa è la formazione schierata da Eddy Reja:

Gianello, Grava, Accursi, Giubilato, Bonomi (73′ Calaiò), Montervino, Montesanto, Corrent (35′ Consonni), Capparella (60′ Abate), Sosa, Pià

Il primo Napoli dell’era De Laurentiis, che aveva iniziato la stagione con Ventura in panchina, ha concluso quel campionato di C1 al terzo posto e, dopo aver eliminato in semifinale la Sambenedettese, non è riuscito a centrare la promozione in serie B che è arrivata l’anno dopo.

sscnapoli.it

Perché il Regno Unito deve restare nella Unione Europea

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Navigando senza bussola, Europa e Usa si avvicinano a due passaggi decisivi: il referendum Gb del 23 sull’ Unione e il voto americano dell’8 novembre fra Clinton e Trump. Entrambi rischiano di spaccare dall’interno la tenuta di un Occidente cui non mancano certo le minacce e le sfide esterne, dalla Siria alla Russia, dallo Stato Islamico alla Cina. Come sempre il nemico peggiore è quello dentro. Ecco perché bisogna averne paura.

Si parla ma non ci si preoccupa abbastanza di Brexit e di Trump. In Italia, il presidente del Consiglio pensa al fronte interno, mentre va al secondo turno delle amministrative col referendum costituzionale d’autunno in mente; i ministri Padoan e Calenda danno fiato alla timida ripresa, i ministri Gentiloni e Pinotti palleggiano la bollente patata libica. Giusto. Fra cinque mesi (che passano presto) avrebbero esattamente gli stessi problemi, referendum a parte, con in più un’Ue assorbita nel divorzio (riottoso, costoso e lungo) da Uk e alla soglia di una presidenza Trump oltreoceano.

Sia l’ingresso di Trump alla Casa Bianca che l’uscita del Regno Unito dall’Europa segnerebbe un punto di non ritorno. A Cannes, George Clooney ha detto che Donald Trump non sarà presidente degli Stati Uniti. In E. R. – Medici in prima linea – non sbagliava mai una diagnosi, ma è passato un po’ di tempo.

I sondaggi su Brexit oscillano sul filo del 40% pro e 40% contro. Decideranno gli indecisi. Chi vota per l’Ue vota con ragione e lucidità, i Brexiteers con passione e frustrazione. Poco tranquillizzante. Per di più i sondaggi sono falsati quando gli intervistati mentono perché si vergognano d’ammettere cosa faranno nel chiuso dell’urna.

Brexit e Trump sono disastri annunciati ma evitabili. L’esito è democraticamente nelle mani degli elettori britannici e americani. Il resto dell’Occidente non vota ma può farsi sentire. Le nostre voci, preoccupazioni, sensibilità pesano nella rete delle interdipendenze e dei social media; i nostri governi sono legati a filo doppio. Anche il resto del mondo teme il duplice rischio Brexit-Trump. Con qualche miope eccezione intorno alle mura del Cremlino, il nervosismo si avverte da Pechino a Santiago. Ma sarebbe l’Occidente in primis a perdere, buttando alle ortiche i suoi punti di forza: l’unione dell’Europa e la comunità atlantica. Imperfetta la prima, increspata la seconda, rimangono queste le nostre fondamenta.

Con l’avvicinarsi dell’anno 2000 si temeva il crollo dei sistemi informatici, tarati a due cifre, che non avrebbero riconosciuto il nuovo secolo e millennio. Le conseguenze sarebbero state catastrofiche. Non è successo niente e il temutissimo «Y2K bug» è stato consegnato al reliquario delle curiosità storiche. Ma solo perché ne abbiamo avuto paura.

Non meno ne serve oggi. Di Trump dovranno prendersi cura soprattutto gli americani. Mancano cinque mesi. Brexit si decide invece in una manciata di giorni. L’elettorato britannico è sommerso dagli avvisi di burrasca. Londra ha molto da perdere dall’uscita dall’Ue; chi vota può ignorarlo ma gli è stato detto.

Meno chiaro agli europei quanto abbia da perdere l’Ue. Non solo perché l’uscita di Londra lascerebbe un’Europa geopolitica, militare ed economica più debole, ma per il ruolo britannico all’interno dell’Unione, determinante nel contenere i riflessi centralizzatori e dirigisti di Bruxelles. Senza Londra la predominanza tedesca – non per volontà di Berlino, ma per inerzia – troverebbe minori contrappesi. L’Italia perderebbe la sponda della Manica che spesso ci evita la schiavitù di schieramenti rigidi.

Che Brexit spiani la via a un’Europa «federale» è una pia illusione: con chi? Con l’Austria che minaccia muri al Brennero? Con l’Olanda che respinge per referendum l’innocuo accordo d‘associazione con l’Ucraina? Quali opinioni pubbliche seguirebbero, a cominciare da quella italiana? Quanti altri pezzi perderebbe l’Ue? Chi fermerebbe l’emulazione e l’effetto domino delle secessioni?

Nessuno più di Ulisse incarna lo spirito della cultura e civiltà occidentale. Non siamo più nell’epoca omerica, ma nel XXI secolo. Per superare la Scilla di Brexit e le Cariddi di Donald Trump, l’Occidente deve sperare che il Dna sia rimasto uguale.

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vivicentro.it/editoriale –  lastampa/Perché il Regno Unito deve restare nella Ue STEFANO STEFANINI

De Laurentiis: “Zielinski non ha voglia di Napoli. Higuain? Resterà!”

Le sue parole

Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli, al Corriere dello Sport: “Abbiamo chiuso in rosso gli ultimi due bilanci, e forse accadrà così anche per il prossimo – nonostante la Champions – ma l’oculatezza del passato e le riserve accantonate ci permetteranno di muoverci senza alcun tipo di limitazione”. 

Sul mercato: “Bisogna rivolgersi ai giovani, di talento ovviamente, per ricominciare e continuare ad essere all’avanguardia. Zielinski l’ho trattato con la famiglia Pozzo ed abbiamo anche definito ogni dettaglio. Però mi sembra che il ragazzo stia facendo il possibile per non venire”. 

Su Higuain: “Ho messo i soldi sul tavolo. Offerte non gliene sono arrivate e il Pipita è un uomo serio, quando finirà la coppa America ci dirà. Sento che non tradirà l’affetto di Napoli”. 

Su Koulibaly: “Credevo che Koulibaly fosse una persona perbene. Nel momento in cui mi rendo conto che tu ed il tuo procuratore non avete studiato i contratti firmati, la mia intolleranza diventa totale. Il Napoli stava per firmare nuove intese commerciali per utilizzare l’immagine di Koulibaly: le sue esternazioni, perché di ciò si tratta, hanno fatto saltare queste operazioni. La sua maglia ora è invendibile. Ha creato danni per milioni di euro e gli specialisti che ho interpellato stanno studiando la questione. Non vorrei che Koulibaly debba lavorare a vita per rimediare. Mi spiace non essere stato raggiunto da una telefonata in cui mi fosse chiesto se intendessi vendere o meno Koulibaly. Io non vado a rompere le scatole ad un altro club, insidiando calciatori sotto contratto”. 

Su Champions e Scudetto: “Mi piacerebbe vincere sia il titolo che la coppa, per regalare una gioia così prepotente ad una città che deve mantenere il proprio equilibrio tra terra di fuochi, monnezza ed il sopruso dilagante. Sarebbe un modo per ripagare i napoletani di aspettative altrimenti non realizzabili in tempi brevissimi”. 

RepIdee, Renzi: “Due mandati per il premier. Con il no nella Ue non ci fila più nessuno”

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A Repubblica delle Idee Eugenio Scalfari intervista Matteo Renzi. Il direttore Mario Calabresi: “Due punti di vista diversi. Ma d’accordo per il ministro unico europeo dell’Economia”. Il premier: “Prima di fare una Fbi dell’Ue, per ogni euro che investiamo in sicurezza, spendiamo un euro in cultura”. Il fondatore di Repubblica: “Se non cambi l’Italicum, voto no”

ROMA  A ‘Repubblica delle Idee’ il fondatore di Repubblica, Eugenio Scalfari, intervista il presidente del Consiglio, Matteo Renzi. “Un incontro per mettere a confronto due punti di vista che in questi due anni hanno duellato – ha spiegato il direttore di Repubblica, Mario Calabresi – ma sul tema del ministro unico dell’Economia europeo sono stati d’accordo”. Matteo Renzi esordisce con un “in bocca al lupo per il presidente Berlusconi (ricoverato in attesa di un intervento al cuore, ndr)” . “Anch’io voglio mandare un pensiero a Berlusconi – interviene Scalfari – mio avversario politico dal ’94 in poi. Con tutto quello che ha comportato di pubblico e di privato. Però, mi associo a quello che ha detto Renzi, perché non possiamo che fargli gli auguri di guarigione. Adesso – ha chiosato Scalfari, rivolgendosi a Renzi – mi pongo un problema. Noi due, ci diamo del tu, o ci diamo del lei?” Renzi: “Dipende da lei”. E si danno del tu.

RepIdee, Renzi e Scalfari fanno gli auguri a Berlusconi: “In bocca al lupo”

Claudio Tito, capo della redazione Politica di Repubblica, chiede: “Se a ottobre non  passa il referendum, il governo cade?”.

Scalfari. “Su un punto, sono diventato renziano, il capo comanda da solo, principio che ho criticato in passato. Sono favorevole a un sistema monocamerale. Ma la Camera deve essere eletta liberamente. Nella legge italicum attuale, è in parte nominata perché i capi sono nominati, si possono presentare in due o tre sezioni”. “Parliamoci chiaro – dice Scalfari a Renzi – questa è una Camera tua, allora io sono per votare no al referendum. Io voterei sì, qualora però la legge elettorale venisse cambiata. E ho proposto più volte di adottare nientemeno che quella che allora fu chiamata legge truffa. Pensate, la legge che propose De Gasperi nel 1953. Se un partito, o una lista prende, il 50 % più 1 voto, la maggioranza assoluta, c’è un premio che assicura la continuità. E allora se tu cambi la legge elettorale, io voto sì al referendum. Ma se invece non la cambi, io voto no perché la legge così com’è ti rende per 15 anni padrone del campo, e questo non va bene. Padrone di un pezzo di campo, ma con contropoteri e controforze. Adotta la legge truffa, e ti voto”.

La replica di Renzi: “Se uno mi dice che voglio governare l’Italia per 15 anni lo querelo. Se andiamo verso un sistema di responsabilità, al massimo si possono fare due mandati. Io sarei pronto a firmare qualsiasi proposta di legge in questa direzione. Perché chi governa, checché ne pensasse Andreotti, si logora”. “Sulla riforma costituzionale – dice rivolgendosi a Scalfari – mi pare che tu abbia meno resistenze di quelle che avevo capito. Anch’io avrei preferito un sistema diverso del Senato, ma siccome non sono padrone dell’Italia, la legge è venuta fuori da sei letture e ha dovuto cercare una maggioranza difficilissima da trovare. Per dirla alla fiorentina, ‘se era facile l’aveva fatta qualcun altro’. È una riforma che non tocca i poteri del premier che rimane l’unico capo di governo della storia occidentale che non ha neanche il potere di cambiare un ministro”. “Se il referendum non passa – sottolinea Renzi – vado a casa perchè non sono adatto, non ce la faccio, la politica non fa per me. Ma se passa il no, l’Italia diventa ingovernabile. Se passa il no ci sarà sempre una larga intesa, un inciucio, un accordo. Non ci sarà mai la possibilità per un partito di vincere. Se blocchiamo le riforme, in Ue non ci fila più nessuno. Io sono autenticamente un sostenitore dell’alternanza. Vorrei un sistema in cui il Pd fa il pd: se vince governa, se perde fa opposizione preparandosi a governare. Altro che partito della Nazione. Altro che padrone….”.

RepIdee, Renzi: “Se qualcuno dice che voglio governare per quindici anni lo querelo”

Renzi risponde sulla legge elettorale. “La legge elettorale si fa con le maggioranze che si trovano.  Abbiamo messo i ballottaggi, che è uno strumento fantastico, perché ti consente di avere un vincitore. Questo è il punto di forza della legge elettorale. Nel 2013 nella sfida tra Bersani Berlusconi e Grillo nessuno avrebbe ottenuto la maggioranza. E il ballottaggio sarebbe stato tra Bersani e Berlusconi.

Il botta e risposta Scalfari-Renzi. La discussione sulla legge elettorale si anima. Scalfari incalza il premier: “La Dc di De Gasperi non arrivò al 50 più 1, prese il 48 % con dentro partiti minori. Ma con la proporzionale quella democrazia cristiana governò il Paese per 30 anni. Con la tua legge elettorale, se tu perdi, poi avremo Grillo“. Replica Renzi: “Se vince Grillo, sarà perché prende un voto in più. Ma se vince lui è colpa nostra e non vincerà perché noi siamo credibili”. Poi, rivolto al fondatore di Repubblica: “Il tuo sistema di governo dura come un gatto in autostrada. Con quel sistema i governi duravano pochissimo. Io sono perché un governo duri 5 anni con un programma chiaro. Scommetto che sia una tesi maggioritaria tra i cittadini. E se poi votano Grillo, e la Raggi, se li prendano”. Scalfari di rimando: “Non è un problema se Grillo si prende Roma. Ma se si prende il governo del Paese, con quella legge elettorale è una cosa diversa”. Renzi è tranchant: “Abbiamo idee diverse”.

Renzi risponde sulla “Camera eletta liberamente”. Renzi non si sottrae alla provocazione di Scalfari a proposito di una Camera non eletta liberamente. “Non condivido questa analisi. C’è una parte di persone indicata dalle segreterie dei partiti? Sì. Ma minori rispetto al passato. Non mi posso permettere di ripensarci, però forse anche noi abbiamo troppo alzato il tono nella discussione referendaria. Vi invito a riflettere l’alternativa al sì: non provoca solo il cambio di governo, ma l’ingovernabilità”.

La domanda di Scalfari: “Saresti d’accordo per una polizia federale?”. Si cambia argomento, e il fondatore di Repubblica, riflettendo sulla necessità che lo vede d’accordo col premier sul ministro unico europeo del Tesoro, estende il ragionamento anche sul ministro dell’Interno. Renzi: “Sul ministro delle Finanze, come lo chiamo io, sono d’accordo. Diverso il discorso sulla sicurezza: prima di partire dalla unificazione delle istituzioni (ministro dell’Interno, Fbi), occorre partire dalle politiche. L’Ue è in crisi dall’interno. I terroristi che hanno disintegrato le speranze dell’Ue a Parigi e Bruxelles erano nati nel cuore delle periferie urbane delle Capitali europee. La nostra proposta dunque è: per ogni euro investito in sicurezza, investiamone uno in cultura”.

RepIdee, Renzi: “L’Europa è in crisi dall’interno”

“Fine dell’austerity europea“. A Scalfari che stimola il premier a riflettere sul ruolo guida della Germania, e della Merkel, nella politica economica europea, Renzi risponde: “Usiamo il 2017 per finire la politica dell’austerity che ha provocato tanti danni. E iniziare quella degli investimenti. Se nei prossimi sei mesi l’Italia riuscirà a essere autorevole e credibile, penso che la riflessione di Scalfari su Italia-Germania possa essere interessante. Quello che dobbiamo fare è, più investimenti, meno austerity”.

Claudio Tito solleva un tema: “Basta la crisi economica a giustificare la crescita dei populismi?”

Scalfari. Il fondatore di Repubblica fa una analisi dei populismi in Italia, rappresentati da Lega e M5s. “Per fortuna – spiega Scalfari, con sottile ironia – che abbiamo il capo della Lega, Salvini (un giornalista non si dovrebbe permettere a fare apprezzamenti….), che non becca palla. E qui bisogna chiedersi come mai, invece, beccano palla i 5Stelle. Debbo dire che i 5Stelle in alcuni comuni sono abbastanza forti, a Roma e a Torino. Ma cosa sono i 5Stelle ora che Grillo ha fatto il passo di lato, e Casaleggio poverino è morto? Sono l’aspetto degli indifferenti, degli assenti. C’è una massa crescente di astenuti. Poi c’è una massa notevole di 5Stelle che è come fossero astenuti che vanno a votare. Ma è la stessa cosa.  Loro, i grillini, dicono, ‘noi vogliamo smontare quello che c’è, man mano che smontiamo facciamo quel che vogliamo fare’. Gli astenuti fanno la stessa cosa. Ora dico una cosa: quando concorse a diventare sindaco, Veltroni prese 900 mila voti. Giachetti ne ha presi 300 mila. Da 900mila a 300mila…. c’è questo disinteresse, un affare addirittura epocale. I giovani hanno un altro linguaggio. Girano con nell’orecchio la musica. Gli piace la civiltà delle immagini. Parlano usando twitter. L’indifferenza-più-Grillo, questo è un pericolo epocale”.

Renzi: Il premier mette a fuoco la contraddizione rappresentata dai populismi nei Paesi dell’Est. “I Paesi dell’Est che l’Europa ha salvato dalla crisi – osserva Renzi – sono, oggi, quelli che tirano su i muri. Quei Paesi ci danno lezioni di morale sull’immigrazione, ignorando che, se c’è un bambino che annega in mare, i valori italiani sono di andare a salvarlo e dargli un futuro. E non ci importano le lezioni di morale dei Paesi dell’est Europa. C’è chi, come Salvini, dice che i migranti vanno aiutati a casa loro. Ma questo vuol dire andare a fare cooperazione internazionale in Africa, e su questo c’è un deficit della politica italiana. Sono il premier numero 27 e il mio è il 63esimo governo in questi 70 anni della Repubblica. E il mio è il primo governo il cui premier è sceso sotto il Sahara. Ma cooperazione internazionale non vuol dire portare i diamanti in Tanzania, come hanno fatto i leghisti predecessori di Salvini“.

Sul M5s, l’attacco di Renzi: Parlando dei populismi nel nostro Paese, Renzi non si fa sfuggire l’occasione, ad una settimana dai ballottaggi, di pungolare il M5s. “Il M5s – attacca il premier – è un partito che nasce antieuropeo. Raggi (l’ho letto sull’Huffington Post) promuove i banchetti per uscire dall’Euro. I 5Stelle sono contro l’idea europea come la conosciamo noi. Noi vogliamo portare i giovani a Ventotene per educarli ai valori dell’Europa, loro propongono il baratto e l’uscita dall’euro. Proviamo a mettere insieme i voti in Italia, in questo momento, se ci fosse il ballottaggio a livello nazionale, sarebbe tra Pd e centrodestra. Perché il M5s è andato bene a Roma. A Torino, a Carbonia. Poi basta. E nei 17 comuni dove governano, in 3 hanno espulso i loro sindaci, in metà hanno problemi giudiziari“. “E se vince la Raggi a Roma – conclude il presidente del Consiglio – sarà poi un problema dei romani”.

vivicentro.it/politica –  repubblica/RepIdee, Renzi: “Due mandati per il premier. Con il no nella Ue non ci fila più nessuno” di ALBERTO CUSTODERO

 

Ag.Lapadula: “Tanti club su di lui, ma potrebbe rimanere anche a Pescara”

Vive in Francia, ma ama e segue l’Italia. Gianluca Libertazzi, agente di Gianluca Lapadula, attaccante del Pescara, promosso in Serie A, è stato intervistato da Sky. Ecco quanto dichiarato: “A inizio stagione, col mio gruppo, abbiamo deciso di fare questa valutazione. Dopo Italia e Inghilterra abbiamo deciso di essere presenti in Francia, perché è giusto dare un taglio internazionale al mercato. Dove va Lapadula? Anche io vorrei saperlo, stasera ancora non lo so. Ha una mentalità un po’ particolare, molto forte. Quest’anno s’è fatto conoscere bene, venerdì mattina mi ha chiamato dopo la festa promozione. Sinceramente credevo che avesse sbagliato numero, perché avevano fatto tardi per rientrare e festeggiare. Mi ha detto che l’anno prossimo vuole vincere di nuovo, gli ho risposto che in quel momento doveva festeggiare e riposare dopo quest’annata. Devo essere sincero, fino a oggi i discorsi di mercato li abbiamo affrontati poco. Il ragazzo era concentrato sul campionato e sul Pescara, l’ha dimostrato sul campo. Adesso c’è spazio per i festeggiamenti. Restare a Pescara? Tutto è possibile.  Conte l’ha mai contattato per portarlo in Nazionale? “Mai sentito il Ct. La possibilità legata alla Nazionale peruviana?  Più che una scelta, non voleva scegliere solo in base a un interesse professionale. Lui è nato e cresciuto in Italia, si sente italiano e non è mai stato in Perù. Non voleva accettare solo per una opportunità professionale, conosce poco la lingua e il Paese sudamericano. ventura lo seguiva per il Torino, può finire in Nazionale a breve? Lo staff di Ventura s’era incuriosito ai tempi in cui lui giocava al Teramo, fecero una amichevole. Ma il salto dal Teramo al Torino sarebbe stato troppo grande”.

ESCLUSIVA – Svolta a Caserta, Tilia sarà il nuovo presidente ma nel club…

Questi i dettagli esclusivi

Alla fine è arrivata la fumata bianca. Luca Tilia, ex presidente del Martina, ha rilevato l’intero pacchetto di quote della Casertana ed è il nuovo presidente: “Trovato l’accordo con Giovanni Lombardi. L’intesa economica è per la cessione dell’intero pacchetto di quote. Però, mi farebbe piacere se Corvino e Pascarella decidessero di restare per darmi una mano. Proverò a convincere anche Lombardi. Speriamo che i tifosi ci stiano vicini”, aveva dichiarato a Il Mattino. La svolta è arrivata e, secondo quanto raccolto in esclusiva da ViViCentro.it, le sorprese non finiscono qui. Infatti, il nuovo allenatore sarà Giuseppe Incocciati, anche lui al Martina Franca nell’ultima stagione: si attende solo l’ufficialità del passaggio delle quote all’avvocato romano da Lombardi. Nello staff dirigenziale, per l’area tecnica, anche un altro ex Napoli come Davide Giubilato. Capitolo mercato, ancora dal Martina Franca arriverà Alain Baclet, anche in questa stagione autore di 12 gol in campionato e grande conoscitore della Lega Pro.

a cura di Ciro Novellino

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Rosaria e Pasquale, il segreto del matrimonio

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 Un racconto di Gramellini: le voci di una coppia di Procida (Rosaria e Pasquale) che fanno il bilancio di una lunga vita attraversata insieme

Rosaria e PasqualeDelle favole, fin da bambino, mi ha sempre ossessionato l’ultima riga. «E vissero felici e contenti». Il classico brodino rassicurante cucinato dai grandi per farti addormentare tranquillo.

«Ma al principe e alla principessa non succede più niente?», chiedevo deluso a mia madre. E lei rispondeva: «Succede la vita».

Io alla vita ho sempre preferito le favole e sono sbarcato sull’isola di Procida con l’idea di incontrare una coppia a lunga conservazione che mi rivelasse il segreto dell’ultima riga. Certi segreti si conservano meglio su un’isola.

Alla vigilia delle nozze d’oro, Rosaria e Pasquale hanno accettato di raccontare, l’uno di nascosto dall’altra, il loro matrimonio infinito.

Doveva essere facile giurarsi amore eterno nei secoli passati, quando tra epidemie e guerre la vita durava in media trent’anni. Adesso quel giuramento andrebbe riscritto così: sei disposto a giacere nello stesso letto e a dividere i pasti e gli spazi con la stessa persona per almeno mezzo secolo?

Rosaria e Pasquale ci sono riusciti. Resta da scoprire come. 

Rosaria  

«L’ho conosciuto che avevo quattordici anni. Il primo ragazzo che mi ha guardato e che ho guardato in un certo modo. Abitavamo alla Chiaiolella, a meno di un chilometro di distanza. Lui aveva diciott’anni e di notte saliva su una zaccalea per andare a pescare. Grosso, muscoloso, abbronzato. Ogni volta che lo vedevo mi veniva da rimettere. Per l’emozione. Poi abbiamo cominciato a vederci di nascosto in una casetta. Solo baci e parole. Tante parole. Più parole che baci.

«I suoi non ne volevano sapere di me, perché io ero figlia di genitori separati, e allora era una cosa vergognosa. Hanno fatto di tutto per convincerlo a lasciarmi. Pure qualche buon partito gli hanno presentato. Ma lui voleva me e basta. Così dopo otto anni ci siamo sposati nella chiesa di San Giuseppe.

«Lui lavorava già a Napoli sui rimorchiatori. Era sempre in mare come Ulisse. E io sempre chiusa in casa come Penelope, perché per una donna che veniva da un’isola a Napoli metteva paura.

«Certe volte mi stava via due o tre mesi, anche sei. La vita senza di lui era più ordinata, ma più triste. Mi mancava l’abitudine di averlo lì. Quando tornava era sempre un momento bello. Mi portava fiori, scarpette.

«Una mattina tornò a terra senza dirmelo. Venne a casa e io non avevo ancora rifatto il letto. Lui entrò in camera e guardò le lenzuola perfette, appena un po’ arricciate dalla parte mia. Rimase sconvolto: non credeva che pure nel sonno si potesse vivere con tanta delicatezza, senza distruggere ogni cosa.

«Quanta pazienza. Allora le mogli dovevano sopportare. Era lui che portava i soldi in casa, ma ero io a governarli, per fortuna. È sempre stato sciupone. Una volta, appena sceso dalla barca, vide una giacca in vetrina e volle comprarla di testa sua, senza neanche provarla. Mi arrivò a casa con questa roba enorme che svolazzava da tutte le parti. Più che una giacca pareva nu cappotto.

«Che poi lui una giacca non sa neanche appenderla. Sono cinquant’anni che glielo insegno, ma non si impara mai. Non lo fa per cattiveria. È proprio negato. Un disastro d’uomo. Abbiamo passato la vita a litigare. Il battibecco comincia sempre con me che lo sgrido per qualcosa che fa male o che dovrebbe fare e non fa.

«È pigro, pasticcione, disordinato. E la pensiamo al contrario su tutto. A me piacciono le canzoni, a lui le partite. Pure in chiesa, io mi siedo in prima fila e lui in ultima. Non andiamo d’accordo su niente, tranne che sul fatto che non andiamo d’accordo.

«E poi c’è Michele, il nostro unico figlio. L’ho cresciuto io, ma è stato il padre a farlo laureare. Non voleva che facesse la fatica sua. Adesso insegna scienze a Napoli ed è contento, anche se un po’ gli manca l’andare per mare.

«La pazienza. Il segreto è la pazienza.

«A Procida c’è un proverbio: primo anno core a core, secondo anno culo a culo, terzo anno vaffanculo. Finito l’incantesimo, arriva il sacrificio. Ma ogni volta che mi veniva la tentazione di lasciarlo, pensavo: questo è un disastro d’uomo, ma un altro rischia di essere pure peggio. Avevo una famiglia separata alle spalle. Tenere unita la mia è stato lo scopo della mia vita. Se tornassi indietro, lo risposerei. Ero veramente innamorata, dopo tutto.

«Certo, se ci ripenso… Col fatto che si svegliava all’alba bisognava dargli da mangiare a mezzogiorno in punto. E se la pasta era in ritardo di cinque minuti cominciava a strillare. Sono io il padrone di casa, diceva. Lo dice ancora adesso e glielo lascio credere. Lui è il padrone, ma chi comanda sono io».

Pasquale

«Lei andava a scuola di cucito, vicino casa mia. Quant’era bella. Non una delle più belle, ma quasi. Dall’orto di casa vedevo la sua, più in basso, con le pareti gialline. Tutti i giorni, a mezzogiorno, ci affacciavamo e ci salutavamo da lontano. Scorgevo solo la sua sagoma, ma mi bastava.

«Bella, brava, sincera, coi capelli sciolti e un seno disegnato bene. La sera andava in chiesa e finita la messa ci mettevamo a parlare. Che gli dicevo? Sei la vita mia, non penso che a te. Frasi da innamorati, ma erano vere. Di toccarsi non se ne parlava proprio. Con il passare degli anni, qualche bacetto.

«Un giorno stavamo ad abbracciarci sulla spiaggia di Ciraccio, in un canneto che adesso è stato mangiato dalla strada. Arrivò il vento da Ovest e alzò le onde fino a quattro metri. Tre bambini di una colonia di Napoli cominciarono a chiedere aiuto. Io mi butto e li trascino dove si tocca, uno alla volta. Ma dopo averli messi in salvo, sono svenuto. Mi hanno salvato dei pescatori. Non so se lo rifarei. Ma allora lo feci anche per lei. Ci tenevo a essere il suo eroe.

«I miei non volevano saperne di questo fidanzamento perché i genitori di Rosaria si erano separati. Questa cosa del divorzio è stata sempre un’ossessione in casa mia. Quando il giorno del referendum dissi che ero favorevole alla legge, mio figlio di sette anni mi si aggrappò alle ginocchia: “Papà, non lasciare la mamma!” E io a spiegargli che andavo a votare per il divorzio degli altri, mica per il mio.

«Il padre di Rosaria veniva da Santa Maria di Leuca. Con rispetto parlando, allora da quelle parti non avevano nemmeno il vaso da notte. Lui e la moglie si erano conosciuti a Procida durante la guerra. Quando mia suocera andò a vivere là, si trovò subito male. La facevano lavorare da mattina a sera nei campi, pure incinta, come una schiava. Appena nacque Rosaria, la portò qui. Lui veniva per vedere la bambina e montava delle scenate che ogni volta bisognava chiamare i carabinieri.

«Tutta l’isola parlava di questo scandalo e i miei si opponevano al matrimonio. Allora mi misi a cercare un lavoro in continente. Scrissi pure a Mattei, quello dell’Eni. Mi rispose offrendomi un posto, che io rifiutai perché nel frattempo avevo ricevuto una chiamata dai rimorchiatori di Napoli, dove tenevo uno zio capitano. Divenni motorista a 150.000 lire al mese.

«Tornato sull’isola col primo stipendio, misi in mano a mia madre tutti quei soldi. Finalmente potevo decidere il futuro di testa mia e sposarmi la figlia del divorzio. Al matrimonio si presentò pure suo padre, senza carabinieri. Fu lui a portarla all’altare. Poi salimmo sulla mia 850 nuova e partimmo per il viaggio di nozze. Ma la prima notte la passammo a Napoli, a casa mia. Casa nostra.

«Da allora sono passati cinquant’anni e non è cambiato granché. Lei è bellissima ancora adesso. E ancora adesso, se mi porta a tavola il pesce senza sale, io mi metto a strillà. Però finisce lì. Non ho mai avuto la tentazione di mollare. Sì, le ho detto tante volte “Mo’ hai proprio rotto”, però un minuto dopo mi passava. Cambiare nella vita è bello, ma mia moglie io non la cambierei.

«La prima regola di un amore lungo è che deve essere un amore grande. Oggi la gente si separa più di quanto vorrebbe perché si sposa più di quanto dovrebbe. Se non senti un brivido quando la pensi, non ti sposare. Se non ti piace farci l’amore, non ti sposare. Vai a farti un viaggio in mare, piuttosto.

«La seconda condizione è la pazienza, la terza la religiosità. Il Vangelo fa, anche nella vita pratica. Almeno per noi. Ma la regola più importante è la sincerità. Non ho mai detto una bugia a mia moglie. Piuttosto ci facimmo una bisticciata. Se taci, accumuli serpenti nel cuore, uno addosso all’altro. L’ho mai tradita? Può succedere che vedi una femmina che ti piace, ma se ne parli subito, passa. Quanto a lei, non mi ha mai fatto le corna. Al cento per cento. Sono cose che si sentono. Tornavo dai miei viaggi infiniti – sono stato via anche un anno per trasportare legna – e a casa trovavo sempre una moglie che mi aspettava e mi desiderava. Una volta sono entrato che lei si era appena alzata. Bisognava vedere l’ordine di quel letto. Pareva ci avesse dormito un morto. Dove dormo io, invece, sembra sempre che ci sia passato un cavallo.

«Lei è precisa. E rompe, rompe. Nu martello. Ma perché le donne non si stancano mai di dirci come vanno fatte le cose? A me passerebbe la voglia dopo due minuti. E poi sono strane. Io posso cambiare la macchina e non mi dice niente, ma se mi azzardo a prendere un chilo di pesce succede il finimondo… Chi comanda in casa? Diciamo che a grandi linee gestisco io. Nel senso che lei comanda e io eseguo. Lei la mente, io il braccio. A una certa ora metto il cappello del tassista e la accompagno a fare la spesa. Ma io resto fuori, perché manco nubiscotto mi fa comprare. Dice che i dolci mi fanno male. Ma io pecco di gola solo quando lei me lo vieta.

«È giusto che due persone si lascino se l’amore non c’è più, magari perché non c’è mai stato fin dall’inizio. O se, come i miei suoceri, si scoprono incompatibili. In tutti gli altri casi è inutile separarsi, tanto con quella che viene dopo sarà uguale.

«Quando litighiamo più del solito, e succede ancora spesso, mi sdraio sulla mia poltrona preferita, chiudo gli occhi e ripenso alle parole che un mio amico prete pronunciò dal pulpito il giorno delle nostre nozze.

«Rosaria e Pasquale, ricordatevi che il matrimonio è come una nave che da Napoli va in America. All’inizio il mare è buono, poi arrivati a Gibilterra cominciano le onde e il capitano deve essere bravo a tenere la rotta. Ma è nella tempesta che si vedrà la sua abilità. Finché poi il vento scende, il mare torna calmo e si arriva finalmente in porto».

«Ora che il porto si avvicina, sono contento di esserci arrivato con lei. Qui, sulla nostra isola. In fondo un’isola lo siamo stati anche noi».

vivicentro.it/opinione  –  lastampa/Rosaria e Pasquale, il segreto del matrimonio MASSIMO GRAMELLINI

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Femminicidio: la strage delle donne

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Femminicidio: Da Sara a Debora, bollettino di guerra.Telefono Rosa, quante ancora?

Femminicidio E’ un vero ‘bollettino di guerra’: dall’inizio dell’anno, oltre 50 donne sono state uccise in Italia dal partner o, più spesso, da un ex. Oltre 155 da gennaio 2015. Due solo nell’ultima settimana: una ragazza a Pordenone, ammazzata con quattro colpi di pistola dal suo ex fidanzato che poi si è tolto la vita con la stessa arma, e oggi la maestra di 46 anni uccisa anch’essa dal suo ex convivente.

In entrambi i casi, a scatenare la furia omicida è la fine del rapporto, l’incapacità dell’uomo di accettare che la donna lo lasci e che l’amore finisca. Ma il caso che ha suscitato sicuramente più clamore è quello di Sara Di Pietrantonio, la studentessa universitaria romana di 22 anni strangolata e poi bruciata dal suo ex fidanzato, Vincenzo Paduano, che non accettava che la ragazza si fosse rifatta una vita con un altro e che per settimane, prima dell’incontro fatale per il destino di Sara, l’aveva minacciata e perseguitata.

Un altro caso emblematico è quello di Debora Fuso, venticinquenne uccisa a coltellate nel milanese da Arturo Saraceno. “Mi è partito un embolo” ha confessato l’uomo. Ancora una volta, a muovere la mano dell’assassino è stata l’incapacità di accettare la fine della relazione. E come Sara, anche Debora aveva accolto la richiesta del suo ex di vedersi e di parlare. Ma non c’è solo il femminicidio.

Da gennaio 2015, dati di Telefono Rosa, almeno 8.856 donne sono state vittime di violenza e 1.261 di stalking. Ed è solo la punta dell’iceberg, visto che il 90% delle donne non denuncia. La storica associazione chiede al Governo risposte: “Quante ancora ne devono morire perché il Governo si renda conto che le risorse economiche, i mezzi e le attività di contrasto alla violenza di genere sono del tutto insufficienti? Quante donne, ragazze, madri, figlie, sorelle, amiche dobbiamo vedere massacrate da ex, diventati mostri e assassini, prima che vengano prese decisioni e attuate politiche ‘attive’ idonee ad un problema sociale enorme come quello della violenza sulle donne?” denuncia Gabriella Moscatelli, presidente di Telefono Rosa, che lancia l’hashtag #quanteancora.

Nella foto le vittime di femminicidio dall’inizio del 2016 in base al conteggio, ancora provvisorio, effettuato da Telefono Rosa. Da sinistra in alto, Gloria, 49 anni, Kamajit, 63 anni Nelly, 77 anni, Valentina, 29 anni, Loredana, 41 anni, Slavica, 37 anni, anonima turista coreana gettata dal balcone di un hotel dal marito a Cardano al Campo, Mariana, 20 anni, Samantha, 3 anni, Giuseppina, 41 anni, Ashley, 35 anni, Annamaria, 55 anni, Annalisa, 67 anni, Emilia, 66 anni, Larisa Elena, 12 anni, Fiorella, 66 anni, Elena 72 anni, Alessandra, 46 anni, Federica, 30 anni, Michela, 29 anni, Maria Teresa, 40 anni, Sara, 22 anni, Anna, 69 anni, Deborah, 25 anni, Natalia, 38 anni, Michela, 31 anni, Assunta, 50 anni, Liliana, 51 anni, Moira, 43 anni, Franca, 81 anni, Monica, 47 anni, Sabina Iuliana, 29 anni, Rosa, 59 anni, Laura, 67 anni, Mirella, 64 anni, Mariana, 24 anni, Gisella, 58 anni, Maria, 51 anni, Rodica, 31 anni, Anna Maria, 55 anni, Mirela, 41 anni, Esterina, 73 anni, Marinella, 55 anni, Luana, 41 anni, Anna, 53 anni, Patrizia, 54 anni, Isabella, 55 anni, Nadia, 45 anni, Bonaria, 80 anni, Katia, 4 anni, Marina, 30 anni, Genna, 68 anni.

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