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BREXIT. Viaggi, sanità e lavoro, cosa cambia per gli europei

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Il terremoto della Brexit innescherà uno tsunami di cui conosceremo la reale portata solo nel giro di un paio di anni. Saranno i negoziati con Bruxelles a decidere cosa cambierà per i britannici e per i cittadini degli altri Paesi dell’Ue una volta che verrà formalizzata  l’uscita di Londra. I due fronti, il ‘Leave’ e il ‘Remain’, hanno prefigurato scenari molto diversi, minimizzando o accentuando le ricadute  per motivi propagandistici. Già ora, però, è possibile ipotizzare alcuni cambiamenti  nella vita di tutti i giorni, dai viaggi al lavoro, dall’assistenza sanitaria alle università

Cosa cambia ai fini pratici con la Brexit per gli italiani e i cittadini degli altri Paesi Ue che vivono in Gran Bretagna o vi si recano per turismo o in cerca di lavoro?

Sul breve periodo nulla, perchè ci vorranno almeno due anni per la formalizzazione dell’uscita del Regno Unito dall’Ue. Poi, però, potrebbe esserci cambiamenti piccoli o grandi sulla base degli accordi che verranno rinegoziati con l’Unione:

PER CHI CI LAVORA – Non è ancora chiaro cosa accadrà: il fronte pro-Brexit ha assicurato che qualsiasi nuovo sistema di immigrazione della Gran Bretagna non toccherà i tre milioni di cittadini Ue non britannici (mezzo milione di italiani soloa Londra) attualmente residenti nel Regno Unito. A quanti ci vivono da almeno cinque anni verrebbe concessa la possibilità di restare a tempo indeterminato nel Paese, preservando i diritti acquisiti. Questo farebbe scattare la reciprocità per i due milioni  di britannici che vivono nel resto dell’Ue, compresi i pensionati residenti in Spagna. Anche nello scenario più roseo, però, non avranno diritto a sussidi di disoccupazione e all’assistenza sanitaria, che dovranno pagare con un’assicurazione, e  per loro diventerebbe quasi impossibile ottenere un mutuo o comprare casa.

Il fronte del Remain aveva messo in guardia che “tutti i cittadini Ue perderebbero il diritto automatico a venire in Gran Bretagna per lavorarci” con probabili restrizioni sotto forma di permessi, visti e altri costi di burocrazia. In particolare chi non raggiunge un reddito annuale di 35mila sterline sarebbe costretto a partire e i settori più colpiti dai licenziamenti potrebbero essere quelli automobilistico e finanziario.

Per molti esperti non ci sono garanzie neppure per i diritti acquisiti (al di là delle promesse del fronte pro-Brexit), in quanto questi diritti non sono menzionati nell’articolo 50 del Trattato dell’Unione europea che regolamenta l’uscita di uno Stato membro.

PER CHI VUOLE ANDARE A LAVORARE – E’ possibile che Londra introduca per i nuovi richiedenti (ma forse anche per gli attuali residenti) un sistema a punti sul modello australiano simile a quelo già in vigore per chi arriva da Paesi al di fuori dello Spazio economico europeo. Si tratta di un sistema che assegna punteggi in base al reddito, alla conoscenza della lingua inglese e ad altri fattori. Una volta ottenuto il visto di lavoro, dopo cinque anni si può richiedere quello permanente. Gli studenti che vorranno andare a studiare in Gran Bretagna, inoltre, troveranno tasse universitarie più alte.

PER I VIAGGIATORI – Al momento si potrà continuare ad andare in Gran Bretagna con una carta d’identità valida per l’espatrio (e beneficiando di una sterlina ai minimi…) ma è molto probabile che, una volta formalizzata l’uscita di Londra dall’Ue, sarà necessario il passaporto per varcare i confini di Inghilterra, Galles, Scozia e Irlanda del Nord. Per la Repubblica d’Irlanda, invece, resterà sufficiente avere la carta d’identità. Nel settore aereo ci saranno ripercussioni negative per le low cost con meno voli sulla Gran Bretagna: Ryanair ha già fatto sapere che rischia di non poter più assicurare collegamenti tra Regno Unito e resto d’Europa come compagnia irlandese e Easyjet potrebbe trasferire la sede centrale nell’Europa continentale.

vivicentro.it/cronaca (AGI) Viaggi, sanità e lavoro, cosa cambia per gli europei

BREXIT. Viaggi, sanità e lavoro, cosa cambia per gli inglesi

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Il terremoto della Brexit innescherà uno tsunami di cui conosceremo la reale portata solo nel giro di un paio di anni. Saranno i negoziati con Bruxelles a decidere cosa cambierà per i britannici e per i cittadini degli altri Paesi dell’Ue una volta che verrà formalizzata  l’uscita di Londra. I due fronti, il ‘Leave’ e il ‘Remain’, hanno prefigurato scenari molto diversi, minimizzando o accentuando le ricadute  per motivi propagandistici. Già ora, però, è possibile ipotizzare alcuni cambiamenti  nella vita di tutti i giorni, dai viaggi al lavoro, dall’assistenza sanitaria alle università.

Londra – Tanto che vivano nel Regno Unito o in un Paese europeo, i britannici che hanno deciso di uscire dall’Ue subirnno una serie di conseguenze nella vita quotidiana.

VISTO

L’effetto Brexit piu’ immediato ed evidente dovrebbe essere sentito sulla libera circolazione dei britannici nei Paesi Ue: se finora bastava la carta d’identita’ per muoversi all’interno dello Spazio Schengen, l’uscita della Gran Bretagna dall’Ue dovrebbe essere accompagnata dalla necessita’ per i cittadini britannici di richiedere un visto per viaggiare in Europa continentale. Allo stato attuale solo 44 dei 219 Paesi richiedono un visto ai cittadini britannici.

VIAGGI

Le vacanze nel Vecchio Continente saranno piu’ care per i britannici: non solo perche’ la caduta della sterlina nei confronti dell’euro ridurra’ inevitabilmente il loro potere d’acquisto, ma anche in virtu’ di accordo comunitari che permettono a qualsiasi compagnia aerea dell’Ue di operare senza limiti di frequenza, capacita’ o prezzo nello spazio aereo europeo. “Il mercato unico ha consentito a Ryanair di promuovere la rivoluzione dei voli a basso costo in Europa”, ha ricordato nei giorni scorsi Michael O’Leary, l’amministratore delegato della compagni aerea a basso costo britannica. Per non parlare degli oneri per i telefoni cellulari, che sono stati finora ammortizzati a livello europeo, o delle norme europee per ottenere rimborsi in caso di ritardi o cancellazione di voli

LAVORO

I sostenitori della Brexit hanno fatto dell’occupazione uno dei cavalli di battaglia della loro campagna; tuttavia e’ probabile che l’uscita del Regno Unito dall’Ue sia accompagnata da delocalizzazione di numerosi posti di lavoro. Per esempio, le grandi banche: Jamie Dimon, amministratore delegato di JPMorgan, ha avvertito all’inizio di giugno che la banca americana, che impiega oltre 16mila persone nel Regno Unito, in sei posti diversi, potrebbe rimuovere tra le 1000 e le 4000 persone, in particolare nelle funzioni di back-office. Morgan Stanley prevede di trasferire 1.000 persone delle 6.000 che ha nel Regno Unito verso l’Ue mentre Goldman Sachs dovrebbe trasferirne almeno 1.600.

La Brexit dara’ numerosi grattacapi anche all’1,3 milioni di espatriati britannici che vivono in altri Paesi europei, per esempio in Spagna (319.000), Irlanda (249.000), Francia (171.000) o Germania (100.000).

PENSIONI

I pensionati dovrebbero vedere disciolte come neve al sole le loro pensioni, a causa del forte deprezzamento della sterlina, che potrebbe notevolmente compromettere anche i loro investimenti immobiliari nel loro Paese di adozione.

COPERTURA SANITARIA

Un altro problema riguardera’ la loro copertura sanitaria: in molti Paesi europei, ricevono assistenza dal sistema sanitario nazionale, i cui costi vengono poi pagati dalla sanita’ pubblica britannica nell’ambito di accordi bilaterali. A rischio anche il destino professionale delle migliaia di funzionari britannici che lavorano per le istituzioni europee, in particolare a Bruxelles.

VERSO NUOVE FRONTIERE?

La Brexit potrebbe avere conseguenze inaspettate anche sulla geografia. La Spagna potrebbe essere tentata di chiudere il confine con Gibilterra, uno sperone di 6 chilometri quadrati dove vivono 33mila britannici. Piu’ a nord, la Brexit potrebbe anche creare un confine tra Irlanda del Nord e Irlanda, rallentando il flusso di migliaia di persone ogni giorno.

vivicentro.it/cronaca  (AGI) BREXIT. Viaggi, sanità e lavoro, cosa cambia per gli inglesi

VIDEO – Voglia di Calciomercato, rivedi la terza puntata!

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Vi siete persi la terza puntata di Voglia di Calciomercato? Niente paura…eccola per voi… I giornalisti Ciro Novellino e Gianluca Apicella continuano la loro nuova avventura per raccontarvi tutto sul calciomercato e su Euro 2016. Tante notizie dalla Premier alla Lega Pro con focus su alcune squadre in particolare. Appuntamento a giovedì prossimo…in diretta!

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A ciascuno il suo: Londra Brexit; Stabia Parkexit

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Castellammare di Stabia esce dalla sosta regolamentata ed entra, ufficialmente, nel mar morto del NI nel quale non esiste bussola che possa dare una rotta.

Non ce l’ha la TMP (la ditta che dovrebbe gestire i parcometri) perché non c’è ancora alcuna ufficialità in merito al contratto che si è aggiudicato.

Non ce l’hanno i 25 ausiliari che non sanno più come, dove e per chi operare

In questo vuoto di formalità da espletare e di ufficialità d’azione, il parcheggio sarà gratuito fino a quanto non sarà completato l’atto di contratto tra la TMP (la società che si è nuovamente aggiudicata l’appalto) ed il Comune di Castellammare.

Una situazione tutta stabiese, insomma dove, per il momento, resta LEGALIZZATA la sosta abusiva ed in una città che di deve già sottostare all’ora legale è una boccata d’ossigeno ed uno sgravio da eccesso di legalità.

Vedremo ora quanto tempo impiegherà la nuova amministrazione Pannullo, appena insediata, a far si che tutto torni alla normalità o almeno a quella che così è definita nell’universo intero; ma non a Castellammare di Stabia.

PALAZZO FARNESE, se ci sei, vedi e senti, da un segno di esistenza in vita.

Stanislao Barretta

Ischia, tutta la verità di Varriale sulla scomparsa del ’98

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Sono passati 18 lunghi anni dal quel famoso ’98 in cui l’Ischia Calcio fu radiata. Un segno che rimarrà indelebile nel cuore ma sopratutto nella testa dei tanti tifosi.  Nella giornata di ieri, all’hotel Regina Isabella di Lacco Ameno, durante il 35^ Meeting Estate Isola d’Ischia di Sport, Moda, Cultura e Spettacolo si è tenuta una conferenza stampa nella quale l’Avvocato Lucio Varriale è ritornato a parlare proprio di quel famoso ’98,dove si è provato a cercare di far chiarezza sui tanti motivi per cui l’Ischia in quell’anno fu radiata per ritrovarsi tutto ad un tratto in seconda categoria. Le ipotesi prese in considerazioni, in quel periodo furono tante, come quella della fidejussione falsa. Dopo tanti anni da quel fatidico giorno, rimane sempre in piedi la pista che il così detto “Palazzo” ai piani alti, avevo deciso che il Palermo nonostante ero retrocesso in C2 doveva prendere il posto della squadra gialloblù in C1. Cosa strana a distanza di quasi vent’anni, si ritorna a parlare di questa ferita dove, i tifosi non l’anno mai cicatrizzata, proprio quando i gialloblù sono ritornati nell’inferno della Serie D, dopo aver perso i play-out. La conferenza si è aperta con un discorso introduttivo da parte del collega Angelo Pompameo a cui poi ha passato la parola all’Avv. Varriale. ” Non sono di Ischia ma amo quest’isola. Entrai in società su richiesta di Catello Buono all’epoca, che mi chiamò per dare una mano. Grazie al mio intervento sul fronte economico l’Ischia riuscì a salvarsi. La squadra infatti nei primi mesi non andava nel verso giusto.  Dissi che volevo cambiare dei calciatori, e rifare la squadra tutta dall’inizio. Col passare del tempo,dimostrai che di calcio ne masticavo. Dalle mie tasche sborsai 1 miliardo delle vecchie lire comprando giocatori importanti”. Varriale poi si è soffermato sul lato scuro del calcio, che già in quegli anni era fatto di combine. ” Sospettai che c’era qualcosa di sporco nel calcio in generale, e anche all’interno dell’Ischia. Arrivai così a perdere la fiducia e avevo preso la decisione di abbandonare tutto, dopo aver investito tanti soldi. Avevo preso una decisione, quella di restare soltanto se l’isola avrebbe contribuito ad investire una parte di soldi. Nessuno mise niente. Si era creato il problema così della fidejussione per potersi iscrivere. La cosa stana è che dopo aver salvato la società,la fidejussione non risultò buona. Ricordo però che tante società come il Napoli,Parma e Lazio utilizzarono le stesse modalità. Allora perchè solo quella dell’Ischia fu respinta? Un amico durante quel periodo,mi propose 1 miliardo di lire per salvare l’Ischia l’ultimo giorno. Io ero convinto quindi di aver portato a termine il lavoro,salvando così l’Ischia. Ma invece mi dissero di lasciar perdere, perchè avevano già deciso a favore del Palermo. In quegli anni ho vinto anche abbastanza:quattro coppe europee con la pallanuoto, poi basket e pallavolo. Però,purtroppo avevo usato sfidare la mafia finanziaria,fino ad arrivare quindi ad essere massacrato del tutto”. Il collega Angelo Pompameo però prima di passare la parola all’Avv Pettorino, ha stuzzicato Varriale con una domanda,proponendogli se sarebbe pronto a ritornare all’Ischia. Varriale di certo non ha chiuso le porte però ad una condizione che già in passato non è mai stata fatta ad eccezione di qualcuno. ” Se l’imprenditoria di Ischia si prendesse le sue responsabilità, ma non uno ma cento Varriale sarebbero pronti ad entrare in società”.

Un altro intervento durante la conferenza stampa è stato quello dell’Avvocato Stefano Pettorino, legale dell’Ischia e avvocato di Catello Buono. ” Mi sono interessato all’Ischia quando Catello Buono era presidente. Questa società dopo due o tre anni di gestione,ogni anno si ritrova ad affrontare il solito problema, i soldi per poter disputare un altro campionato. Nel ’96 non avevamo i soldi per l’iscrizione ad un certo punto. L’avvocato Varriale dette la sua disponibilità per la sponsorizzazione. Si inizio dunque un programma ridotto, perchè Catello Buono aveva già messo tutte le sue disponibilità economiche per l’Ischia. Quando arrivò ad un punto che non ebbe più la forza economica di proseguire, contatto così Lucio Varriale, che intervenne prima come sponsor e poi entrò in società,dopo sette sconfitte consecutive della squadra,decise di intervenire andando così a rinforzare la squadra. Mi fece chiamare Tommaso Mandato, chiedendomi di fare una squadra nuova per vincere il campionato e di utilizzare i soldi soltanto per l’Ischia. Così Mandato insieme a Tascone allestirono la squadra prendendo giocatori nuovi. Gli stipendi venivano pagati, le vittorie venivano remunerate con degli assegni da parte di Varriale. Si andò quindi a fare una giusta programmazione,che ci consentì di fare un campionato importante, che per colpa del cosi detto “Palazzo” non ci fece arrivare ai play-off per solo due punti. Dopo appena un punto conquistato in otto partite, facemmo una cavalcata di risultati importanti. L’anno successivo ci ritrovammo così con lo stesso problema. L’Avvocato Varriale, era sfiduciato per come era stato trattato dal sistema. Abbiamo avuto una grande difficoltà,perchè il penultimo giorno prima della scadenza, la banca non ci concesse il pagamento per motivi di disponibilità. Arrivammo alla fine del campionato successivo con delle difficoltà per l’iscrizione. Il problema era sempre quello, la fidejussione che costava 1,2 miliardi. A un certo punto ci viene indicato dalla Covisoc un funzionario della banca e mi parlarono di un noleggio di fidejussione, uno strumento finanziario che esisteva. Firmammo così un contratto, e per fortuna che ci sono le carte presenti. Occorrevano però i 200 milioni per onorare il noleggio della fidejussione,l’avvocato Varriale riuscì a mettere insieme questa cifra. Depositammo così gli atti alla Covisoc, mi resi conto che c’era un segretario che aveva fatto da regista a questa vicenda. Ci fece i complimenti,ci disse che ce l’avevamo fatta anche quell’anno ad iscriverci. L’Ischia in quell’epoca,è stata vittima del sistema. E’ tutto certificato dalle inchieste da parte della magistratura. In quell’anno in Lega Pro, compreso il Palermo che era stato ripescato, tutte le squadre avevano la nostra stessa fidejussione. Poi uscirono fuori delle mazzette pagate dei dirigenti del Palermo alla Covisoc, e questo non lo dico io ma le inchieste. Gli ischitani non hanno mai dato un contributo alle vicende dell’Ischia,l’unico che ha effettivamente pagato è stato Catello Buono. Da quel giorno ho fatto un voto, di non andare più al campo e di non seguire più l’Ischia. Ho visto morire un mio figlio. E questa società è fallita,per colpa del comune di Ischia. Tutto questo che ho appena raccontato, e tutto scritto nelle carte che ho ancora conservate da buon legale. L’Avvocato Lucio Varriale ha messo nell’Ischia 2 miliardi”.  La parola poi è passata anche all’Avv. Mandato e Carmine Tascone. A chiudere la conferenza stampa è stato l’intervento del nostra collega giornalista Giovanni Sasso, dove quest’anno ha svolto il ruolo di addetto stampa e qualche volta di team manager anche per l’Ischia Calcio. Sasso ha ricostruito un pò la vicenda della retrocessione di quest’anno in serie D, toccando diversi punti per poi concludere con una domanda,proprio sul fallimento del ’98. Il proiettile partì da Palermo, ma chi caricò la pistola? Un proiettile che anche a 500 metri di distanza poteva colpire chiunque..dopo 18 anni resta ancora un mistero irrisolto.

Simone Vicidomini

 

Brexit o PremierLeague Exit? Come cambia il calcio in UK

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LONDRA. Dopo la vittoria del “leave”, in Inghilterra si domandando, tra le tante, anche quale sarà il futuro del calcio nella terra della Regina. Il referendum che ha decretato l’uscita della Gran Bretagna dall’Europa, non è stato accolto con entusiasmo dai club di Premier League, che s’erano schierati con convinzione per il “remain”. Gli appelli dei portavoce del football in UK, come ad esempio David Beckham, non sono stati ascoltati dal popolo anglosassone, che adesso si trova in una sorta di limbo sociale, con un piedi fuori all’UE ed uno forzatamente dentro. Cosa cambierà, se cambierà? Ci sarà una rivoluzione lenta, progressiva; ci vorranno anni, il tutto sarà definito non prima del 2019.

CONSEGUENZA tangibile è la svalutazione della sterlina, mai così in basso negli ultimi 31 anni, rispetto all’euro e al dollaro. Gli inglesi, quest’oggi, si sono svegliati un po’ più poveri, di un 10% circa: sarà, di conseguenza, anche più difficile per i club inglesi acquistare in Europa per l’inevitabile aumento dei costi. Un aumento, questo, che varrebbe solamente per le squadre del Regno Unito. Basti pensare a Zlatan Ibrahimovic: il Manchester United, un mese fa, gli aveva promesso un ingaggio da 15 milioni di euro annui, ma adesso non basterà. Ad oggi, in parità di cambio, il suo ingaggio salirebbe fino ai 18 milioni. Rispetto all’anno scorso, i club inglesi hanno perso quasi il 20% di potere economico.  D’altro canto, sarà più facile per i club europei acquistare dall’Inghilterra: ne approfitteranno allora il Real Madrid, il Barcellona, il PSG, il Bayern Monaco, ma anche la stessa Juventus, che può vantare di un fatturato di tutto rispetto.

PREMETTENDO che i club inglesi continueranno a giocare le competizioni europee, il risultato del Brexit influenzerà molto il mercato dei top club e non solo: da Cr7 a Payet, passando per De Gea, i non britannici sarebbero da considerare extracomunitari. Al momento, circa il 65% dei giocatori in Premier arriva fuori dal Regno Unito. E’, ad oggi,  possibile che i giocatori stranieri militino in Inghilterra per le leggi sulla libera circolazioni dei lavoratori, presenti esclusivamente nei territori dell’Unione Europea. Ma adesso che il Regno Unito è fuori dall’UE cosa succederà?

  •  Caso migliore: la Premier rinnoverà con l’Unione Europa gli accordi per la libera circolazione dei lavoratori. In questo modo non cambierà nulla e i calciatori stranieri potranno continuare a giocare in Gran Bretagna senza alcun tipo di vincolo.
  • Caso peggiore: Gli accordi con l’UE non saranno rinnovati e i calciatori stranieri si ritroveranno extracomunitari. In questo modo, per ingaggiare un giocatore e ottenere il permesso di lavoro si dovranno rispettare quelle norme che, ad oggi, consentono ad un club di acquistare un extracomunitario.

Per giocare in Premier, un calciatore dovrà aver disputato un determinato numero di partite con la propria nazionale negli ultimi due anni. Le percentuali, che sono legate al ranking Fifa, vanno dal 30%, se si tratta di una nazionale tra il primo e il decimo posto nel ranking, al 75% se la propria nazionale è tra la  31esima e il 50esima posizione. L’Italia, attualmente, è dodicesima e quindi, affinché un italiano possa giocare nel Regno Unito, dovrà avere almeno il 45% di presenze con la maglia azzurra.

Considerando questa possibilità, su 161 giocatori che militano in Premier, solo in 50 otterrebbero il permesso di lavoro. 111 esclusi, quindi, che potrebbero accasarsi altrove. Sarà la Fa, adesso, a valutare la miglior strategia: se accordarsi con l’UE oppure redigere una nuova regolamentazione che permetterebbe a questi tesserati di continuare a svolgere la propria professione. Tra 111 esclusi- secondo l’analisi effettuata da Premium Sport- anche nomi che farebbero impazzire il mercato:

CHELSEA: Zouma, Azpilicueta
ARSENAL: Bellerin, Coquelin
MANCHESTER UNITED: De Gea, Mata, Scheiderlin, Martial
MANCHESTER CITY: Mangala, Navas, Nasri
LIVERPOOL: Mignolet
LEICESTER: Kanté
WEST HAM: Payet 

Quello che spaventa, e molto, i club inglesi è, ad ogni modo, l’articolo 19 della Fifa secondo cui i trasferimenti internazionale per giocatori under 18 sono proibiti. Tale norma, tuttavia, non è applicata in Europa, dove è possibile che i ragazzi tra i 16 e i 18 anni possano trasferirsi da uno stato all’altro. Con l’uscita dall’EU, quindi, il club di Premier si vedrebbero impossibilitati di acquistare le stelle del futuro. Se così fosse stato, un Pogba non sarebbe mai arrivato al Manchester, o un Fabregas mai all’Arsenal.

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Boxe: dual match Italia vs Francia, Sanremo 23/06 (VIDEO)

A Sanremo l’Italia supera 6-4 la Francia nel primo dei Due Dual Match, il prossimo domenica 26 a Stintino #ItaBoxing #Noisiamoenergia

La full immersion nella boxe olimpica, sotto l’egida della FPI, parte a Sanremo dove va in scena il primo confronto del Dual Match Italia vs Francia, con sottotitolo “100 anni di Boxe in Liguria”, organizzato dalla Sanremo Boxe, con il coordinamento di Riccardo Zunino. Sul suggestivo ring del Casinò di Sanremo, sotto la guida del Responsabile Tecnico delle Nazionali Maschili Raffaele Bergamasco, coadiuvato dal tecnico federale Maurizio Stecca, si esibiscono sul ring i tre atleti qualificati a Rio, Manuel Cappai (52 Kg), Vincenzo Mangiacapre (69 Kg) e Valentino Manfredonia (81 Kg) e gli azzurri Cristian Zara (49 kg), Alessandro D’Ambrosio (56 Kg), Sedik Boufrakech (64 Kg), Lorenzo Bologna (69 Kg), Francesco Faraoni (75 Kg), Tommaso Rossano (91 Kg) e Mirko Carbotti (91+ Kg). Team Leader: il Presidente del CR Liguria Mauro Tiraoro e fisioterapista Marcello Giulietti. All’angolo rosso, gli sfidanti: dieci atleti francesi agli ordini dei tecnici Alain Paley e Stéphane Cottalorda, guidati dal Team Leader Alain Ibos.

Il primo gong dei dieci incontri previsti risuona alle h 18.00 e, alla fine delle 2.30 ore di grande Boxe, l’Italia ha la meglio sulla compagine transalpina per 6-4. Nel primo confronto, quello dei 49 kg, della serata Zara supera per 3-0 Savarino. Cappai s’impone per 3-0 nei 52 Kg sul transalpino Malik. Francia che si porta sull’1-2, grazie alla vittoria del 56 Kg Rodriguez sul campano D’Ambrosio. Grande soddisfazione del pubblico sanremese, deliziato dalla vittoria nei 64 Kg da parte del ligure Sedik Boufrakech su Devignaud (3-0). l’Esordiente Bologna perde 3-0 con Mihah nel quinto contest di serata. Sesto match che, dopo Cappai nel secondo, vede salire sul ring un altro Azzurro qualificato a Rio: Mangiacapre, che supera per 3-0 Boufoudi. Bel confronto, quello nei 75 Kg tra Faraoni e Hong Sik, che vede prevalere il francese per 3-0. Inaspettata la sconfitta di Manfredonia che negli 81 Kg cede per 3-0 con un combattivo Lele Sadjo. Tommaso Rossano ha la meglio su un ostico Bregnon (2-1) nei 91 Kg.

A cura di Giovanni Matrone

La Gran Bretagna esce dalla Ue Cameron lascia

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Gran Bretagna – Vince il ‘leave’ con il 51,89%. Scozia e Nordirlanda votano ‘remain’, a rischio il Regno Unito. Il Premier “da ottobre servirà una nuova leadership” – Bruxelles, ora fuori in fretta

Dopo una lunga notte di conteggi e un testa a testa che sembrava pendere dalla parte del ‘Remain’ la situazione si è capovolta: la Gran Bretagna lascia l’unione europea. Il Leave ha vinto il referendum sulla Brexit ha prevalso con un vantaggio di quasi un milione e mezzo di voti: 17,41 milioni contro i 14,14 milioni del  Remain.  La Scozia, l’Irlanda del Nord e Londra hanno votato largamente a favore del Remain. Questo non è bastato a controbilanciare il voto per il Leave del Galles e del resto dell’Inghilterra.

Il premier David Cameron ha annunciato le proprie dimissioni che saranno presentate prima del congresso del partito conservatore, il prossimo ottobre. “La decisione del popolo britannico deve essere rispettata” ha detto, “ma serve una nuova leadership”.

Le borse europee aprono a picco: Milano l’indice Ftse Mib non riesce a fare prezzo e i titoli sono sospesi in avvio. Londra arretra dei oltre il 7%, con molto bancari che cedono oltre il 30%, Francoforte va giu’ del 9,94%, con Deutsche Bank e Commerzbank che scendono di oltre il 17% e Parigi del 7,06%. Vianna perde oltre il 10%.

Dalla Scozia arrivano le prime voci di dissenso. Nell’area a nord del Vallo di Adriano, che ha votato in larga maggioranza per il Remain, oltre il 60%, si iniziano gia’ a sentire le prime richieste di un nuovo referendum per l’indipendenza. L’ex ‘first minister’ scozzese ed ex leader dello Scottish National Party, Alex Salmond, ha glissato le domande specifiche della Bbc, ma da Edimburgo alcuni rappresentanti del partito indipendentista hanno detto che “ora ci saranno conseguenze”, parlando di “una decisione presa dagli inglesi che impattera’ anche sugli scozzesi”. Il 18 settembre del 2014 in Scozia si tenne un sofferto referendum per l’indipendenza, che fu tuttavia bocciata alle urne.

Lo Scottish National Party ha gia’ fatto intendere, per voce di alcuni suoi rappresentanti, “che bisognera’ trovare qualche meccanismo per preservare il nostro rapporto con Bruxelles”. “La Scozia vede il suo futuro come parte della Ue”. Lo afferma la premier scozzese Nicola Sturgeon. “La Scozia – prosegue Sturgeon – ha scelto il Remain con il 62%“.

L’Ue è “determinata a garantire unità ai 27” e ha chiesto a Londra di non attendere troppo per avviare la procedura di recessoDonald Tusk ha detto che “oggi, a nome dei ventisette leader, affermo che siamo determinati a garantire l’unione come ventisette”, ha detto Tusk. “Non bisogna nascondere che volevano un altro risultato. Sono consapevole della drammaticita’ del momento politico, e non e’ facile prevedere le conseguenze politiche di questa decisione, soprattutto per il Regno Unito”, ha aggiunto.

Inghilterra – Leave ha ottenuto 15,18 milioni di voti, il Remain 13,26 milioni. Galles – Leave ha ottenuto 0,85 milioni di voti, il Remain 0,77 milioni.
Scozia – Remain ha ottenuto 1,66 milioni di voti, il Leave 1,01 milioni.
Irlanda del Nord – Remain ha ottenuto 0,44 milioni di voti, il Leave 0,35 milioni.

In tutti i distretti della Scozia ha vinto il Remain.
Il Remain ha vinto in quasi tutti i distretti della Grande Londra, eccetto Sutton, Bexley, Havering, Barking.

Il Remain ha vinto in tutti i distretti del Nordirlanda, eccetto Strangford, Lagan Valley, Upper Bann, South Antrim, North Antrim, East Antrim.

Il Leave ha vinto in quasi tutti i distretti inglesi, eccetto Cotwold, Cheltenham, West Oxfordshire, Newcastle, South Lakeland, Harrogate, York, Leeds, Trafford, Stockport, Manchester, Sefton, Wirral, Liverpool, Rushcliff, Leicester, Norwich, Warwick, Cambridge, South Cambridge, North Hertfordshire, St.Albans, Chiltern, Bath, Bristol, Mendip, Stroud, Vale of White Horse, Oxford, South Oxfordshire, Wycombe, Windsor, Wokingham, Reading, West Berkshire, Hart, East Hampshire, Winchester, Waverley, Guildford, Woking, Horsham, Mid Sussex, Lewes, Brighton, Tunbridge Wells, Exeter, South Hams. Il Leave ha vinto in quasi tutti i distretti gallesi, eccetto Cardiff, Ceredigion, Fynwy, Vale of Glamorgan.

vivicentro.it/politica (AGI) La Gran Bretagna esce dalla Ue Cameron lascia

 

De Laurentiis: “Lapadula? Voglio gente motivata a Napoli. Immobile? Malinteso”

Le sue parole

Aurelio De Laurentiis ha parlato a Radio Kiss Kiss:

De Magistris“Si è parlato di stadio e quindi abbiamo convenuto di fare un apporoccio lungo riguardo un eventuale nuovo accordo. Ci siamo dati appuntamento per trovare un modus operandi affinchè il Napoli possa sistemare in 40 giorni le parti più esposte oltre a creare bagni e la sala stampa. La Champions ci sarà metà settembre, cominciamo ora, non avremo problemi”.

Concerto D’Alessio –“Sembra proprio come se il campo fosse bruciato dopo questo concerto. Stiamo concludendo un accordo con la squadra che ha vinto il campionato turco (Besiktas, ndr)”.

Lapadula – “Voglio gente motivata e innamorata di Napoli. Anche io avrei fatto lo stesso suo ragionamento visto l’attacco del Napoli. Gli allenatori non possono essere condizionabili dallo spogliatoio. L’allenatore deve essere libero di combinare i fattori come meglio crede. Se Lapadula ha deciso di andare a Milan perchè ha meno impegni va bene”.

Immobile – “C’è un grande malinteso della carta stampata e dei media. Ho ricevuto una telefonata in spagnolo che mi parlava di Immobile, non so se era una testata giornalistica. Ciro è un ottimo calciatore, ma noi abbiamo un Gabbiadini che potrebbe fare anche 30 gol in A. Gli spagnoli non hanno capito la mia battuta quando ho detto: “Immobile si, a gratis”. De Laurentiis non ha contattato nessuno”.

Insigne“Non farlo giocare in Nazionale non è positivo. Nel suo ruolo è devastante, folle interprete di un potenziale attacco straordinario”.

Pescara, Sebastiani: “Lapadula poteva essere più chiaro, il Milan mi disse altre cose”

Le sue parole

Daniele Sebastiani, presidente del Pescara, ha parlato ai microfoni di Radio CRC: “Stanotte ho parlato fino alle 2 con Giuntoli, mi ha sorpreso la scelta Milan di Lapadula. Vi dico la verità, pensavo che la sua idea fosse Napoli oppure Genoa. Dieci giorni fa parlai con Galliani a Milano, mi aveva manifestato l’intenzione di prendere Lapadula ma prima dovevano pensare alle cessioni, dunque i tempi si sarebbero allungati. Mi dissero che non avrebbero parlato col giocatore, evidentemente qualcosa è cambiato. Ieri pomeriggio mi è arrivata la telefonata del suo entourage sulla scelta rossonera. L’unica cosa che ho chiesto al ragazzo e ai suoi procuratori è di essere corretti con tutti. Per me cambia poco, non c’è differenza economica tra le società, ma col Napoli c’erano accordi diversi e, avendo ascoltato Giuntoli, mi fa piacere sapere che con la società azzurra non è cambiato nulla, i rapporti restano ottimi. Non ho ancora sentito il ragazzo, ma se aveva già scelto di non andare al Napoli poteva dirlo prima. Ne sarebbe uscito in maniera diversa da questa situazione”.

 

Mensa Scolastica: una sentenza che apre all’antico

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RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

In questi giorni la Corte di Appello di Torino, ha emesso una sentenza sulla Mensa Scolastica che potrebbe interessare anche numerose famiglie della nostra città e alla quale pochi giornali e televisioni hanno dato risalto (ndr: in vivicentro c’è con anche una indagine sul cosa e come si mangia nelle mense scolastiche italiane).

Detta sentenza, frutto del lavoro di oltre 500 famiglie piemontesi, ha visto riconosciuto in diritto a non usufruire della mensa scolastica e quindi riconosciuta la libertà di ogni genitore ad agire secondo suo giudizio.

I Giudici hanno  sancito che una mamma può far portare da csa, come pranzo per il figlio, il panino o cosa altro decide:

Ora si ritiene che il Ministero della Pubblica Istruzione e i Comuni si debbano attrezzare per permettere, a chi ne facesse richiesta, di avvalersi di tale facoltà e ciò anche se la sentenza non ha validità per tutto il territorio Nazionale.

Resta comunque un pronunciamento giuridico e costituisce pertanto un precedente che potrebbe essere di valido supporto per il genitore che, all’atto della iscrizione del figlio, dichiarasse di non voler fruire della mensa e che il figlio mangerà quello che porta da casa e, per questo, richiamasse la sentenza di cui sopra.

A questo punto la palla passa al Dirigente Scolastico e al Comune che dovranno scegliere se adattarsi o sottoporsi ed aprirsi a varie vertenze legali.

Francesco Eresiarco

COLLEGATA da ns archivio:

Capitolo Witsel, Napoli, Inter e Juve si danno battaglia

I dettagli

Secondo Tuttosport è una corsa a tre per arrivare ad Axel Witsel dello Zenit. Il belga ha un contratto in scadenza nel 2017 ed ha già fatto sapere allo Zenit che non rinnoverà con Napoli, Juve e Inter già sono pronte a darsi battaglia. L’ingaggio, però, sembra frenare i club italiani.

ESCLUSIVA – Juve Stabia, un pensiero c’è: piacciono due difensori brasiliani

Queste le ultime in esclusiva sul mercato della Juve Stabia

Il presidente Franco Manniello ha rivelato che nessuna trattativa è in corso in questo momento, ma è ovvio che nelle segrete stanze si lavora in maniera incessante per regalare a Gaetano Fontana una rosa all’altezza del prossimo campionato di Lega Pro. Secondo quanto raccolto in esclusiva dalla redazione di Vivicentro.it, al club stabiese piacciono due difensori brasiliani: si tratta di Émerson Ramos Borges, difensore che nell’ultima stagione ha giocato con la maglia del Livorno che ha il contratto in scadenza ma che ha anche un’opzione di rinnovo per la prossima stagione; l’altro nome che interessa è Fabiano Medina da Silva, anche lui in scadenza di contratto. Due difensori forti e importanti ma che hanno l’uno 35 e l’altro 34 anni. Il difensore del Livorno è seguito da due squadre di B, oltre al Taranto, mentre Fabiano è già stato seguito lo scorso anno dalle Vespe prima del suo approdo al Padova dopo essersi svincolato dal Martina Franca.

a cura di Ciro Novellino

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Una settimana nella mensa scolastica di tuo figlio

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Mensa scolastica : Come si mangia nelle scuole italiane? Abbiamo dato un’occhiata ai menù delle elementari in sei diverse città e forse quei pranzi non sono così terribili come ci ricordiamo noi

Mensa scolasticaVi siete mai chiesti cosa mangiano i vostri figli a scuola? Per cinque giorni a settimana nelle mense si consuma uno dei pasti più importanti: il pranzo, infatti, rappresenta il 35% del fabbisogno e delle calorie che i più piccoli assumono quotidianamente; per di più in un’età in cui si dovrebbe educarli a un’alimentazione corretta per prevenire lo sviluppo di disturbi alimentari. Quando pensiamo alle mense scolastiche, però, difficilmente immaginiamo tavolate di cibi sani e nutrienti: nei nostri ricordi di studenti affiorano immagini di piatti immangiabili,e di intervalli negati e passati a fissare scodelle con avanzi di finocchi cotti al latte e minestrine di colori e sapori non meglio definiti. Ma le mense scolastiche sono davvero così terribili?

Le scuole e le aziende che gestiscono la ristorazione sanno quanto i genitori si preoccupano di cosa finisce nei piatti dei loro figli ed è per questo che da tempo pubblicano su internet l’elenco dei piatti proposti agli studenti. Confrontando alcuni menù della terza settimana di ottobre del 2015, ad esempio, ecco cosa si mangia nelle scuole elementari di alcune delle principali città italiane:

Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì
Torino Fusilli al pesto, lonza impanata, insalata di pomodori, frutta Vellutata di verdure con riso, manzo olio e limone, insalata di carote, banana Casarecci alle zucchine, raschera DOP, Bra DOP, toma DOP piemontesi, insalata di patate e fagiolini, frutta Ravioli di magro al pomodoro, platessa dorata, insalata verde e carote, succo di frutta Mezze penne in bianco, rolata di tacchino, zucchine olio e parmigiano, frutta
Milano Risotto e zucchine, formaggio (primosale), patate arrosto, frutta fresca di stagione Pasta al pomodoro, cotoletta di lonza alla milanese, insalata di stagione, frutta fresca di stagione Crema di cannellini con crostini integrali, polpette di tacchino, pomodori in insalata, frutta fresca di stagione Carotte a tronchetto, pizza margherita, gelato Pasta al pesto, tonno, fagiolini all’olio, frutta fresca di stagione
Genova Pasta al sugo di pomodoro, formaggio fresco, insalata verde e mais, frutta fresca Minestra di verdure con pasta, cosce di pollo al forno, pomodori in insalata, frutta fresca Pasta al pesto, polpette di vitellone al pomodoro, piselli, frutta fresca Pizza margherita, prosciutto cotto, insalata verde, frutta fresca Riso al sugo di pomodoro, tonno sott’olio, patate lessate, frutta fresca
Roma Pennette rigate al pomodoro, arrosto di bovino al tegame, misto di carote, patate e fagiolini, pane, coppetta di gelato Crema di lenticchie con corallini, formaggio crescenza, patate croccanti al forno, pane, frutta Riso alla parmigiana, frittata, spinaci all’olio, pane, frutta Gnocchetti sardi al pomodoro, petto di pollo panato, carote flangè, pane, frutta Conchiglie rigate al burro e parmigiano, arrosto di maiale al tegame, fagiolini all’olio, pane, frutta
Bologna Crema di legumi con cereali/crostini, formaggio, verdura cotta, frutta fresca Pasta all’uovo al ragù di bovino/suino, crocchette o torino di verdure, verdura cruda, frutta fresca Pasta di semola alle verdure, polpette, verdura cruda, frutta fresca Pasta di semola al pomodoro, hamburger di bovino, purè, frutta fresca Riso allo zafferano, filetto di pesce gratinato, verdura cruda, frutta fresca
Napoli Pasta al pomodoro, uova strapazzate al formaggio, frutta fresca di stagione Pasta con piselli, tacchino arrosto, carciofi stufati, frutta fresca di stagione Riso al pomodoro, arista di maiale al forno, insalata verde, frutta fresca di stagione Pasta con patate, sovracoscia di pollo, bieta all’agro, frutta fresca di stagione Pasta al tonno, bastoncini di pesce, insalata di pomodori, frutta fresca di stagione

Visto così non sembra tanto male. In Italia vengono preparati e serviti nelle mense un milione e 230 mila pasti ogni giorno. La gestione è affidata dai comuni alle aziende di ristorazione, che si occupano di preparare, trasportare e distribuire i piatti rispettando le direttive che vengono dalle regioni e dal ministero della Salute. Quest’ultimo nel 2010 ha pubblicato un documento che fissa degli standard minimi perché un piatto possa essere portato in tavola, specificando anche quante volte in una settimana i bambini devono mangiare i diversi tipi di alimenti.

Secondo il ministero, i pranzi serviti agli studenti della scuola primaria devono rientrare in un range compreso tra le 520 e le 810 kcal al giorno. Dal lunedì al venerdì, in cinque pasti su cinque viene servita una porzione di pasta o riso, quando questa non è sostituita da un piatto unico, come pizza o lasagne, e tutti giorni nei piatti dei bambini finisce una porzione di verdura e un frutto. La carne viene servita tra le due e le tre volte a settimana, il formaggio non più di due, mentre pesce, uova e salumi compaiono al massimo una volta.

L’offerta delle mense scolastiche varia grazie a due diversi menù, per il periodo autunno-inverno e per quello primavera-estate, e con un sistema di rotazione su 4 o 5 settimane, in modo che i piatti non si ripetano più volte nello stesso mese. Anche per quanto riguarda la qualità degli ingredienti ci sono buone notizie. Secondo una ricerca di Bio Bank (portale che monitora e raccoglie i dati sul biologico in Italia), dal 2010 al 2014 l’uso di prodotti biologici è cresciuto del 43%. La regione in cui più mense hanno deciso di servire pasti bio è la Lombardia, con 224 cucine che preparano pasti interamente o parzialmente a base di prodotti biologici, seguita dal Veneto (192) e dall’Emilia-Romagna (172).

 Una volta tanto, inoltre, l’Italia non ha nulla da invidiare all’estero. Recentemente il sito Usa Quartz ha confrontato l’offerta delle mense scolastiche di Parigi e New York per capire cosa non funziona nella dieta degli studenti americani. Tra i problemi degli Stati Uniti c’è una carenza impressionante di frutta e verdura. Basti pensare che in passato il Senato americano ha cercato di far passare il ketchup per un surrogato del pomodoro nel calcolo delle porzioni minime di vegetali nei piatti delle mense.
Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì
Parigi Baguette, costoletta di maiale in salsa dijon, prosciutto di tacchino, purè, formaggio emmental, mela Baguette, insalata, spaghetti al salmone, yogurt alla frutta, composta di mele Pane fresco, insalata di cetrioli con crème fraîche, vitello saltato coin olive e broccoli, formaggio di capra, torta di semolino col caramello Baguette, insalata con pomodori, cipolla e coriandolo, carne saltata con fagiolini e prezzemolo, fomraggio brie, pera Baguette, omelette con patate, insalata di carote, pomodori e mais, crumble di mele
New York Panino al formaggio, salsa marinara, spinaci Maccheroni al formaggio, pane tostato all’aglio, fagioli Hamburger, patatine fritte, insalata di cavolo Pollo con i broccoli, riso fritto vegetariano, rotolo d’uovo con salsa agrodolce, mela Pizza ortolana, rustico ripieno di carne, insalata di pomodori

Se mangiassimo per una settimana in una scuola della Grande Mela, di mele ne vedremmo ben poche: la frutta viene servita in uno solo pasto su cinque, la verdura finisce nel piatto tre volte a settimana, mentre le pietanze fritte compaiono nel menù almeno un paio di volte. Gli Stati Uniti guardano alla Francia come a un modello da imitare, ma a ben vedere i menù dei nostri vicini d’oltralpe non sono molto diversi dai nostri. E questo sembra avere un impatto positivo sulla salute dei bambini. Secondo gli ultimi dati raccolti dall’Istituto Superiore di Sanità, in Italia è in continuo calo il tasso di obesità infantile. Dal 2008 al 2014, infatti, il numero di bambini obesi è sceso di oltre il 18%, mentre quelli sovrappeso sono diminuiti poco meno del 10%. Non basterà a far digerire ai vostri figli broccoli e pesce, ma un giorno forse vi ringrazieranno.

Stato nutrizionale bambini
Percentuale di bambini obesi e sovrappeso
Stato ponderale tra gli 8 e i 9 anni

vivicentro.it/salute –  lastampa / Una settimana nella mensa scolastica di tuo figlio FRANCESCO ZAFFARANO

Boca, il presidente: “Peruzzi? Non ho ricevuto offerte!”

Le sue parole

Daniel Angelici, presidente del Boca Juniors, ha parlato di Gino Peruzzi, terzino destro con un passato nel Catania, che piace al Napoli come vice Hysaj: “Non ho ricevuto nessuna proposta ufficiale per Peruzzi. Se dovesse arrivare, ne parleremo con il giocatore”.

Castellammare, minaccia di morte la ex: ora è agli arresti domiciliari

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Ecco cosa è accaduto

I poliziotti del commissariato di Castellammare di Stabia hanno arrestato un 52enne, per atti persecutori, percosse e lesioni personali nei confronti della sua ex compagna. Richiesta di aiuto pervenuta al 113, gli agenti sono subito arrivati sul posto, in via Panoramica e hanno accertato che la donna si era chiusa nel bagno del locale perché seguita, per l’ennesima volta, dal 52enne che continuava a minacciarla di morte. Dopo i soccorsi alla donna che è ricorsa alle cure mediche ospedaliere, hanno bloccato l’uomo mentre in ospedale tentava di avvicinarsi ancora continuando a minacciarla. Con l’applicazione della misura cautela emessa dal Gip del Tribunale di Torre Annunziata, è stato sottoposto agli arresti domiciliari.

Gabbiadini piace al West Ham: potrebbe partire?

I dettagli riferiti dalla Gazzetta dello Sport

Gabbiadini potrebbe finire al West Ham anche se il Napoli per lui chiede oltre venti milioni di euro. La destinazione londinese sarebbe gradita al ragazzo visto che il West Ham giocherà l’Europa League. Per Herrera si sta lavorando con il Porto al fine di ridurre le distanze e chiudere a 23 milioni bonus compresi.

Il mercato dei dubbi: perché i calciatori rifiutano Napoli?

Kramer, Gonalons, Klaassen, ZielinskiVrsaljko, ultimo Lapadula: cosa hanno in comune un tedesco, un francese, un olandese, un polacco, un croato e un italo-peruviano? L’aver rifiutato Napoli, facile. Richiestissimi dal club azzurro, infatti, tutti hanno preferito rimanere nelle loro squadre di appartenenza o andare altrove, basta che non sia il club azzurro, s’intende. Li osservi, li studi, li chiami, gli fai l’offerta e poi rifiutano: De Laurentiis è ormai abituato a questo tipo di epilogo. Eppure, viene difficile pensare come un calciatore possa dire “no” alla piazza azzurra che può vantare dell’attaccante più prolifico della storia della serie A, Higuain, e che può disputare la Champions League, il cui prestigio dovrebbe fungere da forza attrattiva per i calciatori, non da repulsiva.

LA SCELTA – Le motivazione che spingono tutti questi calciatori a non accettare Napoli, tuttavia, non sono di natura ambientale o economica relativa ai diritti di immagine, come sarebbe facile pensare, ma dettata dall’esigenza di vivere una nuova opportunità lavorativa e/o dalla paura di far panchina, non giocare e quindi bruciarsi. Basti pensare a Klaassen, capitano dell’Ajax, che non si reputava pronto al grande salto, e che quindi ha preferito rimanere un altro anno in Olanda. Oppure Zielinksi che ha dichiarato di voler cambiare vita e campionato, destinazione Liverpool. E se Gonalons ha messo in dubbio il progetto tecnico, Vrsaljko ha ricevuto una offerta molto più conveniente dall’Atletico Madrid, che l’ha spinto a trasferirsi alla corte del cholo Simeone. Più complesso il caso Kramer, che magari sarebbe voluto anche arrivare, ma che, consigliato dalla propria famiglia, ha deciso di rimanere in Germania, al Borussia Mönchengladbach. Ultimo Lapadula, che dopo aver messo in chiaro le cose con il club di ADL, ha raggiunto l’accordo con il Milan. A 27 anni, l’attaccante ha preferito la strada della sicurezza, del posto fisso e non del ballottaggio, della dimostrazione continua, cosa che sarebbe potuta accadere al fianco di Gonzalo Higuain. Risulta strana la scelta del Milan, senza un tecnico, un progetto tecnico e coppe, nonostante la storia gloriosa del club di Berlusconi che necessariamente avrà influito sulla scelta del ragazzo. Magari l’anno prossimo se ne riparlerà, forse quando Lapadula, dopo una stagione da protagonista, avrà la certezza di poterci stare nel massimo campionato italiano. Al Napoli rimane solo la beffa, la consapevolezza di non poter far di più, che se hai uno degli attaccanti più forti al mondo in rosa non è mica colpa tua. Ci vuole coraggio.

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De Laurentiis blinda Higuain con un super contratto

I dettagli

Gonzalo Higuain sarà blindato dal Napoli con un accordo fino al 2020 che varrà ben 52 milioni di euro, come racconta il Corriere dello Sport “De Laurentiis ha giocato d’anticipo, è andato a toccare le corde del cuore di Higuain e poi ha provveduto a scendere concretamente sul piano economico”, rivedendo prima e ritoccando poi il contratto in scadenza 2018. Si arriverà a sei milioni e mezzo di euro netti per i prossimi quattro anni: “la volontà rimane quella di essere protagonista, di avere un ruolo tra le stelle, di consentire a Higuain di sentirsi al «centro» di un’Eccellenza che intende rimanere competitiva”. 

De Laurentiis furioso per il caso Lapadula e Sebastiani si preoccupa…

I dettagli da Il Mattino

De Laurentiis non ha fatto salti di gioia anche se da tempo aveva fiutato l’inghippo. Fosse stato per lui avrebbe già mandato a monte l’intesa virtuale col Pescara perché la lunga attesa per una risposta definitiva gli non gli andava giù. Invece, proprio Sebastiani lo aveva invitato ad aspettare. A ripetizione. Nel corso dei numerosi faccia a faccia che si sono tenuti alla Filmauro nelle ultime settimane: “Ora spero che il Napoli non metta in discussione gli altri accordi con me. Hanno preso Caprari e mi hanno promesso Sepe…”