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Castellammare di Stabia
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Castellammare, omicidio Tommasino, per i giudici: “Fu camorra”

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I dettagli

I giudici della II Sezione della Corte d’Appello d’Assise di Napoli scrivevano nel giugno scorso (CLICCA QUI): “L’omicidio di Luigi Tommasino è certamente da ascriversi ad una decisione maturata nell’ambito del clan D’Alessandro e da individuarsi nella rottura dei rapporti con Sergio Mosca”.

La sentenza cancellò gli ergastoli emessi nel secondo grado, ma aprirono le porte al riconoscimento dell’aggravante del contesto mafioso, in cui maturò l’efferato omicidio del consigliere comunale del Pd. Luigi Tommasino, ucciso il 3 febbraio 2009 a Castellammare di Stabia. Furono 13 i colpi esplosi dal killer Renato Cavaliere, oggi pentito: “Ero il reggente. Avevo carta bianca dal boss Vincenzo D’Alessandro per eliminare le persone che intralciavano i nostri interessi, come Gino Tommasino. Chiedo perdono ai familiari”.

A dare l’input fu però il suocero di Pasquale D’Alessandro, Sergio Mosca: altro storico affiliato alla cosca di Scanzano. Tommasino avrebbe pagato con la vita quei legami “pericolosi” instaurati con elementi di spicco dei D’Alessandro e aveva chiesto di intercedere con gli esattori del clan per “cancellare” la richiesta di pizzo ad un suo parente: “piacere” accordato, ma ricambiato.

Castellammare, fuochi per le nozze di un pregiudicato: maxisequestro!

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I dettagli

Gli agenti di Pubblica Sicurezza di Castellammare di Stabia hanno denunciato in stato di libertà un uomo di 51 anni per i reati di fabbricazione, commercio abusivo ed omessa denuncia di materiale esplosivo. I poliziotti sono intervenuti in una struttura della zona stabiese dopo essere venuti a conoscenza di una notevole quantità di fuochi d’artificio, senza che fosse stata richiesta la prescritta autorizzazione all’autorità competente. Tali fuochi sarebbero serviti a chiudere i festeggiamenti di un matrimonio di un noto pluripregiudicato. Sono stati sequestrati due quintali di materiale esplodente di IV e V categoria con massa attiva di 40 kg.

Tim Cup, Novara-Juve Stabia: fischierà un arbitro della sezione di Rimini

Ecco di chi si tratta

Ci siamo, domenica le Vespe giocheranno a Novara contro i padroni di casa per il secondo turno eliminatorio della Tim Cup 2016/2017. Sarà il Sig. Antonio Rapuano della sez. AIA di Rimini a dirigere la gara Novara-Juve Stabia, in programma domenica 7 agosto 2016 alle ore 20,30 presso lo Stadio “Silvio Piola”. Con lui ci saranno gli assistenti Mirko Oliveri della sez. AIA di Palermo e Claudio Lanza della sez. AIA di Nichelino. IV ufficiale il sig. Fabio Schirru della sez. AIA di Nichelino.

VIDEO – Juve Stabia-Sansepolcro 2-1, alcuni momenti del match

Alcuni minuti del match

Terza ed ultima amichevole pre-campionato per le Vespe, che battono il Sansepolcro 2-1. A segno: Ripa (JS) rig., Izzillo (JS), Giorni (S). Tanti cambi per Gaetano Fontana che regala spazio a Davide Servillo dal primo minuto, il quale festeggia i suoi 18 anni di oggi con un graditissimo regalo. Questi alcuni minuti del match tratti dalla pagina facebook Vivi Altotevere Sansepolcro.

CLICCA QUI per vedere il video

Possibile esordio nel secondo tempo col Monaco per Milik

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La Repubblica scrive su Arek Milik: “Probabile debutto per il polacco, magari anche nel secondo tempo, per saggiare l’atmosfera di Fuorigrotta e l’intesa con i nuovi compagni. Milik ha voglia di sfoggiare la maglia numero 99 e avrà spazio considerando che era già in ritiro con l’Ajax”.

Grassi via? Il Napoli ci pensa su…

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Alberto Grassi ha finalmente trovato spazio al San Paolo, nella prima uscita stagionale contro il Nizza. Potrebbe essere anche l’ultima visti i recenti e futuri sviluppi di mercato: Il Corriere dello Sport riferisce che il Napoli starebbe iniziando “a riflettere sulla possibilità di concedergli una esperienza in prestito in cui il centrocampista possa avere la certezza della continuità”. L’Atalanta “lo accoglierebbe a braccia aperte”.

Sarri ha tracciato l’identikit, pronti 3 nomi se salta Icardi

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La Gazzetta dello Sport parla dei possibili arrivi in attacco per il Napoli: “Cristiano Giuntoli si sta sottoponendo in questi giorni alla prova del nove. Il dubbio, qualora non andassero a buon fine gli assalti per Icardi, è sempre lo stesso: prendere un altro centravanti, dopo Milik, o andare avanti con Gabbiadini? Sarri vuole solo Maurito e valuta esclusivamente calciatori che abbiano già esperienza nel nostro campionato”.

Capitolo Cavani, stipendio e ruolo chiave nell’undici di Emery sono i problemi: “La suggestione di un ritorno di Cavani per ora è virtuale (ieri i social si sono scatenati in tal senso) visto lo stipendio del Matador, che ha Napoli nel cuore ma anche la possibilità di essere finalmente titolare indiscusso nel Psg. Piuttosto, il Napoli sa da tempo che per Kalinic della Fiorentina occorrono 30-35 milioni. Quello di Zaza è un profilo che piace, ma i tifosi lo vedrebbero come uno sconto sulla clausola di Higuain. Sarri è intrigato tatticamente dall’ipotesi «falso nueve» e almeno per questo va tenuto in considerazione il nome di Jovetic”

David López può lasciare Napoli: tre spagnole su di lui

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David López può lasciare il Napoli, come racconta il Corriere dello Sport. Potrebbe tornare in Spagna perchè ci sono ben tre squadre della Primera División che si sono interessate alla situazione del calciatore arrivato a Napoli due estati fa: “è corteggiatissimo dal Betis Siviglia e la chiacchierata procede, pur tra le difficoltà create dall’inserimento del Las Palmas e del Deportivo Alaves”.

 

ULTIM’ORA – Zielinski è atterrato a Roma: pronte le visite mediche

I dettagli

Il centrocampista polacco dell’Udinese Piotr Zielinski è atterrato a Roma, tra poco le visite mediche a Villa Stuart: nel pomeriggio potrebbe già arrivare l’ufficialità del suo acquisto da parte del Napoli.

E’ arrivato a Villa Stuart a Roma, il centrocampista ormai ex Udinese sarà un nuovo giocatore del Napoli, il quarto acquisto di questa finestra di mercato estiva. Queste le prime dichiarazioni del giocatore: “Vado al Napoli per vincere. Milik? Mi ha detto tante cose belle”.

Hamsik, l’agente: “Ho proposto nuove squadre a Marek, ma lui vuole solo Napoli”

Le parole dell’agente

Ai microfoni di Radio Crc, Juraj Venglos, agente di Marek Hamsik, ha dichiarato: “Ho parlato col calciatore durante gli Europei aggiornandolo sugli interessi di altre squadra ma la priorità di Hamsik è sempre stata quella di parlare prima con De Laurentiis. Marek è felice per le cifre e la durata del nuovo contratto di cinque anni ed è contento di tornare in Champions League. Non possiamo dirvi con certezza se il Napoli sarà l’ultima squadra della sua carriera, ciò che è certo è che resterà in azzurro ancora per altri anni ed è felice per questo. Ci sono voluti diversi incontri prima del rinnovo, ma la volontà reciproca era quella di proseguire insieme un rapporto che va avanti da dieci anni. Higuain via da Napoli? Posso solo dirvi che Marek non sarebbe mai rimasto al Napoli se la squadra si fosse indebolita e non avesse lottato per lo scudetto, ma da parte nostra non ci sono mai state pressioni sul mercato anche perché il Napoli ha già una squadra forte. Storicamente, il Napoli perde quota a febbraio e dovrà migliorare da questo punto di vista per combattere con la Juventus“.

Rafael Cabral potrebbe rimanere, il suo ingaggio ostacola la cessione

Le ultime

Rafael Cabral, estremo difensore del Napoli ex Santon, potrebbe rimanere in azzurro. Nessuna squadra interessata a lui, infatti, può permettersi un ingaggio da 1,2 milioni di euro. La società potrebbe quindi puntare sulla sua esperienza, come terzo portiere, alle spalle di Reina e uno tra Sepe e Sportiello, con il secondo che potrebbe legharsi con la società di ADL  a breve.

Zielinski oggi a Roma per le visite, presto anche Rog

La Gazzetta dello Sport su Zielinski

Quest’oggi a Roma, Piotr Zielinski svolgerà le visite mediche, per poi iniziare la sua nuova avventura in azzurro. Il centrocampista, arrivato dall’Udinese come vice-Allan e occasionalmente anche da trequartista o esterno, è stato pagato dal Napoli 15 milioni di euro più svariati bonus. Potrebbe presto raggiungere il ragazzo anche Rog, centrocampista della Dinamo Zagabria, che, invece, ricoprirebbe il ruolo di vice-Hamsik. A riportarlo, la Gazzetta dello Sport.

Piace Zaza, ma con la Juventus è difficile trattare

Kalinic sì, Zaza nì

Sostituire un campione come Higuain non è assolutamente semplice, lo sa bene Cristiano Giuntoli. Dopo la -quasi- fumata nera per Icardi, gli azzurri si guardano intorno alla ricerca di un centravanti in grado di garantire alla squadra di Sarri almeno 15-20 gol. Piace Kalinic della Fiorentina, anche se il cartellino costa caro, all’incirca 30 mln di euro. Non dispiacerebbe nemmeno Zaza, anche se i rapporti con la Juventus, dopo l’affare Gonzalo Higuain, appaiono sempre più congelati. Per il momento, quindi, la pista che porta all’ex attaccante del Sassuolo è bloccata.

Miha blocca Maksimovic, rifiutati 20 mln dal Napoli: adesso è rinnovo coi granata

E’ fumata nera per Maksimovic

Nulla da fare per Nikola Maksimovic: secondo quanto riporta Tutto Sport, neanche quest’anno il difensore vestirà la maglia del Napoli. Mihajlovic, infatti, avrebbe bloccato il suo trasferimento all’ombra del Vesuvio. I granata sarebbero pronti addirittura ad adeguargli il contratto, dopo aver rifiutato 20 milioni di euro dal club di Aurelio De Laurentiis.

Isis sfrutta i barconi

L’ Isis sfrutta i barconi, scrive Molinari ed annota che, in alcuni porticcioli della Libia e dell’Egitto, elementi vicini a Isis sarebbero in grado di dirigere il traffico dei migranti clandestini verso l’Europa. È la base di un’indagine a cui lavorano più procure, coordinate dalla Superprocura antimafia e terrorismo ed è anche la base per l’articolo di Francesco Grignetti che qui sottopongo ad una vostra lettura

“Uomini dell’ Isis dietro i flussi dei migranti dalla Libia” FRANCESCO GRIGNETTI

Il ministro Orlando e il superprocuratore Roberti concordano una rivelazione in Parlamento. Si indaga sulla capacità di indirizzare i profughi

È più di un sospetto, bensì un’indagine complessa su cui lavorano più procure, sotto il coordinamento della Superprocura antimafia e antiterrorismo: a dirigere il traffico degli scafisti, in certi porticcioli della Libia e dell’Egitto, vi sarebbero «soggetti vicini all’Isis», che così controllano, sia pure indirettamente, i flussi di immigrazione clandestina.

A scoprire parzialmente le carte è stato ieri il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, in Parlamento per un’audizione al Comitato Schengen. Una rivelazione concordata con i magistrati. Alla vigilia dell’audizione, infatti, il testo dell’intervento del ministro è stato limato assieme al superprocuratore Franco Roberti. Contano dunque anche le virgole di quanto detto da Orlando: «Dalle informazioni disponibili – ha scandito il Guardasigilli – risulta in corso una serrata verifica investigativa sull’ipotesi che fiduciari dell’Isis svolgano ruoli cruciali di controllo e di indirizzo nella gestione dei flussi migratori verso l’Italia».

Ci sarebbero dunque gli estremisti islamici dietro gli scafisti. E forse sono uomini organici all’Isis che hanno assunto un ruolo diverso e più complesso del semplice «pedaggio» imposto ai trafficanti. L’inchiesta mira a capire se questi islamisti riescano anche «a dare direttive sui criteri di distribuzione territoriale dei migranti». Allo stato ancora non si hanno certezze che gli islamisti siano in grado di controllare l’intera filiera dei migranti, tantomeno le destinazioni in Italia o in Europa. Quello che emerge tuttavia è che avrebbero un ruolo nella fase delle partenze. Il che non esclude, se si dimostrasse che sono in grado di indirizzare un flusso verso la Grecia o verso l’Italia, che avrebbero comunque un ruolo inquietante.

Di più, però, in Parlamento Orlando non ha inteso né potuto dire. «Il segreto investigativo gravante sulle attività impedisce allo stato di disporre di ulteriori informazioni».

Se però Orlando e Roberti hanno deciso di lanciare questo sasso nello stagno, è per far sapere all’opinione pubblica che riguardo alla minaccia terroristica «costante ed efficace è l’azione delle Procure della Repubblica, grazie anche al coordinamento della direzione nazionale Antimafia».

Dall’aprile del 2015, infatti, la Superprocura coordina anche le indagini antiterrorismo. «Una scelta a lungo attesa e che rivendico all’azione del governo», dice il ministro. E questa indagine di cui si è parlato ieri al Comitato Schengen sembra un caso da manuale. Proprio l’azione di coordinamento affidata agli uomini di Roberti ha permesso di scoprire quello che alcune singole procure siciliane non sapevano, e cioè che alcuni nomi ricorrevano in più inchieste. Nomi collegati ai traffici degli scafisti e anche al terrorismo internazionale. Ed è stato a questo punto che alla Superprocura hanno fatto un salto sulla sedia.

Una svolta. Roberti in più di un caso aveva sostenuto di non credere all’ipotesi di terroristi infilati dall’Isis sui barconi e di temere piuttosto i fanatici con passaporto europeo, quelli che passano dalla normalità al martirio senza passare per chissà quale campo di addestramento. Ma ora c’è l’incubo dei foreign fighter di ritorno, magari quelli sconfitti in Libia che potrebbero con facilità mascherarsi da profughi. E intanto chi segue le dinamiche dell’immigrazione clandestina, sottolinea che si è rivitalizzata la rotta che parte dall’Egitto. «Gli sbarchi di scafi in partenza dall’Egitto sono aumentati del 104% dall’inizio dell’anno». Quell’Egitto con cui, a seguito del caso Regeni, i rapporti sono ai minimi storici e che sembra non controllare più il proprio territorio. È di ieri l’ennesimo video di minaccia che parte dal Sinai, dal gruppo terrorista Wilayat Sinai, legato all’Isis: «Questo è solo l’inizio, i nostri incontri si terranno a Roma e a Gerusalemme».

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Femminicidi: la piaga di un amore malsano

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La piaga dei femminicidi. Una donna su tre in Italia ha subito violenze: è stata picchiata o abusata sessualmente. I femminicidi sono stati già 76 nel 2016: i casi di Lucca e Caserta sono feroci conferme ed è di questo che scrive Gramellini nel suo “Boungiorno” di oggi titolato:

Scuola d’amor perduto MASSIMO GRAMELLINI

Con il fuoco, nel Medioevo, si bruciavano le streghe. Adesso le donne che dicono di no. L’infermiera lucchese Vania Vannucchi è la quinta data alle fiamme da un maschio in Italia negli ultimi mesi. A questi uomini che le amano tantissimo (quello di Vania, il parecchio sposato Pasquale Russo, così tanto da averle offerto l’ambito ruolo di amante in lista d’attesa) non basta più nemmeno sopprimerle. Vogliono ridurne in cenere l’effigie. Si continua a trattare l’uccisione di donne non consenzienti come un’emergenza di cui stupirsi e per cui indignarsi ogni volta, mentre ormai è una tragica normalità che richiede interventi strutturali. La politica deve asciugarsi le lacrime da coccodrillo e aprire il portafogli, finanziando in modo sistematico i centri antiviolenza presso i quali una donna alle prese con un troglodita mascherato a giorni alterni da fidanzatino di Peynet possa trovare ascolto. E poi occorre un corso di educazione sentimentale nelle scuole. Povere scuole, come non avessero già abbastanza fardelli sulle spalle. Ma lo Stato non ha altri luoghi per proporre un modello diverso da quello patriarcale, che ancora governa sottotraccia milioni di famiglie.

Tra maschi, i sentimenti restano circondati da una sorta di pudore. Ma a furia di ignorarli, alcuni non sanno come gestirli. Come affrontare il rifiuto e la sconfitta, l’abbandono e la solitudine. E come accettare la libertà altrui anche quando contrasta con il proprio ego. Se il vero amore avesse una definizione, sarebbe questa: desiderare che la persona amata sia viva. Sempre. Anche quando non ti vuole, o non ti vuole più.

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Femminicidi: 76 vittime nei primi otto mesi del 2016. L’ultima a Lucca

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Un tempo solo in Asia, oggi anche in Italia. A Roma, a Napoli, a Lecce, a Lucca i piromani femminicidi impazzano. Un liquido infiammabile, un accendino e via: così, col fuoco, si cerca di ‘punire’ la donna che ci ha lasciato, che ci ha tradito, che ci ha abbandonato. A giugno la giovane Sara, martedì Vania Vannucchi, tutte vittime di fidanzati, mariti, compagni che non accettano la loro libera scelta di vita.

Nei primi otto mesi di quest’anno in Italia ci sono stati 76 femminicidi. Oltre 160 da gennaio 2015. Un vero ‘bollettino di guerra’. Ma ora preoccupa questa nuova tendenza: almeno cinque casi negli ultimi mesi.

Martedì è morta l’ultima vittima, Vania Vannucchi, la donna aggredita ieri e data alle fiamme dopo essere stata cosparsa di liquido infiammabile. Non avrebbe potuto sopravvivere con il corpo ricoperto al 90% da ustioni di secondo e terzo grado. L’annuncio viene dall’Azienda ospedaliera universitaria pisana. Vania Vannucchi, 46 anni, operatore sociosanitario, era stata ricoverata ieri al centro ustionati dell’ospedale Cisanello di Pisa con ustioni estese e profonde, dopo l’aggressione subita all’interno dell’ex ospedale di Campo di Marte a Lucca, la città in cui abitava.

Con quelli di Lucca e Caserta, si aggiorna il dato reso noto un mese fa dal Viminale che sottolienava come nel primo semestre dell’anno si fosse registrato il 22,92% di vittime in meno dello stesso periodo del 2015 (74 nel primo semestre 2016 contro 96 del 2015). Come ha spiegato Fabio Piacenti, presidente dell’Eures, l’Istituto di ricerche economiche e sociali che da anni dedica al fenomeno un Osservatorio ad hoc, negli ultimi dieci anni “le donne uccise nel nostro Paese sono state 1.740: 1.251 (il 71,9%) in famiglia, e 846 di queste (il 67,6%) all’interno della coppia; 224 (il 26,5%) per mano di un ex”.

Nel periodo 2005-2015, sempre secondo i dati dell’Eures, i femminicidi di coppia hanno avuto nel 40,9% dei casi un movente passionale, e nel 21,6% sono stati originati da liti o dissapori; le armi piu’ utilizzate sono state quelle da taglio (32,5%) e da fuoco (30,1%) mentre il 12,2% dei killer ha fatto uso di “armi improprie”, il 9% ha strangolato la vittima e il 5,6% l’ha soffocata. Nel 16,7% dei casi, il femminicidio e’ stato preceduto da “violenze note”, l’8,7% delle quali denunciate alle forze dell’ordine. Nel 31,1% delle occasioni l’assassino si e’ poi tolto la vita, nel 9% ci ha provato senza riuscirci. Fenomeno direttamente connesso col femminicidio e’ quello delle cosiddette ‘vittime secondarie’: solo in Italia, negli ultimi 15 anni hanno gia’ raggiunto l’impressionante numero di 1.628. Sono i figli rimasti orfani dopo che la madre e’ stata uccisa, spesso per mano dello stesso padre.

Con la morte di Vania Vannucchi, intanto, si aggrava la posizione di Pasquale Russo, l’uomo di 46 anni che l’ha aggredita. Sposato e padre di tre figli, Russo e’ un dipendente della Manutencoop, una delle cooperative che si occupa di trasporti per l’Asl di Lucca. Gli inquirenti hanno ricostruito che l’uomo – che e’ stato arrestato poche ore dopo l’aggressione nella sua abitazione e adesso si trova in carcere a Lucca – era ossessionato da Vania. I due in passato avevano avuto un’amicizia che con ogni probabilita’ era sfociata in una vera e propria relazione. Quanti lavoravano con loro ricordano di averli visti ripetutamente insieme proprio all’ex ospedale di Lucca, all’epoca in cui l’infermiera lavorava come barelliera per la Coopservice, un’altra cooperativa di servizi legata all’Asl di Lucca. Un rapporto che poi si era interrotto. Secondo quanto appreso, da un anno avevano smesso di frequentarsi, anche perche’ la donna era andata a lavorare all’ospedale di Cisanello di Pisa.

L’aggressore non aveva accettato la cosa e, secondo gli inquirenti, continuava a importunarla con telefonate e sms. Fino all’epilogo di ieri, quando i due si sono incontrati di fronte al vecchio ospedale di Lucca. Vania era stata invitata piu’ volte dalle amiche a denunciare per stalking l’uomo, un suggerimento che la donna sembrava aver preso in considerazione, anche se non era ancora stata formalizzata una vera e propria denuncia. Lo ha confermato Silvia Cascino, dirigente della squadra mobile di Lucca.

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Il piano del Califfo di Isis, per aggredire l’Europa

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               Il Califfo di Isis, Abu Bakr al-Baghdadi

L’interrogatorio di un jihadista in Germania, come annota Molinari questa mattina, alza intanto il velo sul piano del Califfo di Isis, Abu Bakr al-Baghdadi, di aggredire l’Europa con una campagna di atti terroristici.

Questo ha dato spunto all’editorialista della STAMPA Stefano Stefanini per il suo editoriale dove annota, tra l’altro che: “I lupi non sono più tanto solitari, sono piuttosto un branco”, tutti gli ordini del Califfo della Jihad.

È a Raqqa che si vince la guerra STEFANO STEFANINI

I collegamenti degli attentati in Francia e Germania con la casa madre di Isis stavano già affiorando. Se ne è parlato diffusamente su queste colonne. Ora sappiamo che l’ondata terroristica che si sta abbattendo sull’Europa fa parte di un piano di guerra. Di spontaneo potrà esserci l’azione individuale. L’offensiva è preparata a monte dallo Stato Islamico.

I lupi azzannano da soli, ma appartengono a un branco. Il branco ha come sempre un capobranco. Per liberarci dei lupi e dei loro attacchi vanno eliminati branco e capobranco. Il terrorismo non si sconfigge a Nizza, a Monaco, a Istanbul o a Dacca. Lì ci si difende; si limitano i danni. Effetti non cause, avrebbe detto Steinbeck. La guerra si vince a Raqqa e a Sirte.

I servizi d’intelligence sapevano abbastanza da allargare immediatamente le indagini, come fatto a Nizza dalla polizia francese. Mantengono giustamente un rigoroso riserbo. C’è voluto il giornalismo investigativo del «New York Times» per rivelare le dimensioni del campo minato che scientemente e metodicamente Isis è andato piantando in Europa. Tocca ora ai politici prendere atto che la teoria dei lupi solitari non regge e trarne le conseguenze.

I lupi solitari comportano l’imprevedibilità degli attacchi e la vulnerabilità degli obiettivi, ma esimono dalla necessità di affrontare il male alla radice, cioè estirpando lo Stato Islamico.

(Illustrazione di Koen Ivens)

La teoria dei solitari può persino illudere che il terrorismo del disadattato sia contrastabile con l’identikit psicologico, con la rieducazione, con la risposta culturale. Tutto utile, ma marginale. La teoria del branco e del capobranco obbliga a prendere contromisure militari.

Le rivelazioni del jihadista tedesco pentito (ma in carcere di sicurezza), Harry Sarfo, aprono uno squarcio illuminante su capacità operative, intelligence, penetrazione, duri metodi addestramento (poco da invidiare ai Seals americani) di Isis. E’ un nemico agguerrito e abile che non va sottovalutato (Obama ha riconosciuto l’errore di averlo inizialmente giudicato «di serie C»). Ma ancora più importante è l’organica strategia che ne emerge.

Isis rimanda a casa le reclute europee perché portino la guerra nei Paesi da dove vengono. Facile in Francia dove le banlieue e decenni di non integrazione delle comunità maghrebine hanno creato terreno fertile; più difficile in Germania per riluttanza dei «foreign fighters» tedeschi a colpire in patria; rischioso in Gran Bretagna per la stretta sicurezza (dopo gli attentati del 2005 alla metropolitana di Londra); quasi impossibile in America per controlli più distanza.

L’aggressione dello Stato Islamico all’Europa inizia prima di perdere terreno in Mesopotamia. I cedimenti territoriali non possono che averne intensificato gli sforzi.

Attaccando in casa il nemico occidentale, il Califfato non fa che seguire la dottrina americana post-11 settembre: portare l’offensiva sul territorio del nemico. Isis non ha bisogno di mobilitazioni militari massicce. Ottiene il massimo risultato, seminare terrore, con minimo sforzo e costi trascurabili. Le vite umane dei proseliti, fattisi martiri, sono spendibili.

L’attentato contro Charlie Hebdo nel gennaio del 2015 è stato il primo grosso atto di guerra di Isis contro l’Europa. Alcuni Paesi, in particolare Stati Uniti, Regno Unito e Francia, hanno risposto intensificando la campagna contro il Califfato in Siria e in Iraq. L’offensiva sta cominciando a dare i suoi frutti. Da due giorni, su richiesta del governo libico, Washington ha aperto un altro fronte contro le roccaforti lsis in Libia. Basta un’occhiata alla carta geografica per capire che queste ultime sono una minaccia soprattutto per l’Italia.

Roma esita in Libia, pur rivendicando una teorica leadership. Mantiene una partecipazione minimalista in Iraq, pur innalzata col presidio della diga di Mosul. Fa dunque una piccola parte, ma almeno la fa. Completamente assente è l’Ue che invece torna a vagheggiare, sulla carta, iniziative di «difesa europea». Rimarranno velleitarie fughe in avanti fino a che l’Europa non penserà a come partecipare alla guerra contro Isis. Solo così eliminerà la casa madre del terrorismo che la sta dolorosamente insanguinando. Quella è «difesa europea»: sul Mediterraneo.

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Jovetic-Napoli, Sarri avrebbe voglia di rimetterlo a nuovo

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La Repubblica scrive su Jovetic e l’ipotesi Napoli: “Sarri avrebbe voglia di rimetterlo a nuovo e preferirebbe addirittura la soluzione Jovetic a Nikola Kalinic, accostato al Napoli lo scorso gennaio. Anche il croato ha le movenze che piacciono all’allenatore, ma al momento è un’idea non ancora concretizzata. La valutazione della Fiorentina, tra l’altro, è abbastanza alta: almeno 30 milioni di euro per lasciarlo partire, una cifra leggermente alta”.

Juve Stabia, le parole di Mister Fontana al sito ufficiale delle Vespe

Il trainer della Juve Stabia, Gaetano Fontana, ha analizzato il lavoro svolto durante il ritiro precambionato di Gubbio.

Riportiamo le parole rilasciate dall’allenatore al sito ufficiale www.ssjuvestabia.it

Il ritiro precampionato delle Vespe, svolto in terra umbra presso il Centro polivalente Hotel Beniamino Ubaldi di Gubbio, volge ormai al termine e in casa gialloblù è tempo di tracciare i primi bilanci. Lo abbiamo fatto in compagnia di mister Fontana : “Finisce questa fase introduttiva del lavoro – esordisce il tecnico – nel corso della quale abbiamo cercato di sviluppare i concetti chiave che ci accompagneranno durante tutta la stagione calcistica. Siamo in leggero ritardo – evidenzia con tranquillità l’allenatore – poiché alcuni ragazzi si sono uniti al gruppo in corso d’opera, per cui abbiamo dovuto rivedere quella che è la tattica dei singoli reparti e quella collettiva, cercando di allineare tutti su un unico concetto”. Il trainer gialloblù appare molto soddisfatto per il lavoro svolto e per l’apporto che ogni membro della rosa sta dando: “Tutti stanno dimostrando una totale disponibilità e posso affermare che siamo ora sostanzialmente in linea con i programmi prefissati, nella consapevolezza che questa è solo una fase propedeutica, nel corso della quale non è immaginabile di aver già assimilato tutto”. Mister Fontana chiarisce, con vigore e decisione, subito un concetto che dominerà durante il cammino stagionale: “Per me conta il gruppo, indipendentemente dal numero delle partite disputate, in quanto ognuno deve sentirsi parte integrante del progetto. Non voglio assolutamente vedere gente in attesa che il risultato arrivi per grazia ricevuta. Il lavoro, individuale e collettivo, deve essere la nostra costante e posso affermare che tale concetto è stato già assimilato da tutti gli effettivi a mia disposizione. Ogni giorno – sottolinea mister Fontana – dobbiamo pensare che è quello buono per ottenere miglioramenti sia individuali sia collettivi, che porteranno ognuno a coronare il proprio sogno ed alla squadra a raggiungere il traguardo prefissato”.

La prima gara ufficiale disputata contro il Livorno ha già fatto intravedere aspetti che lasciano ben sperare: “Siamo solo nella fase iniziale – chiarisce subito mister Fontana – e pur riconoscendo le cose buone che abbiamo fatto, non nascondo, dopo che insieme ai ragazzi abbiamo rivisto tutte le fasi del match, che ci sono ancora diversi aspetti che devono essere necessariamente corretti e migliorati. Quindi guai a pensare che potremo fare un solo boccone degli avversari o, peggio, di aver fatto tutto”. A proposito della rosa a disposizione e dei possibili ulteriori innesti: “Sono abituato a ragionare su ciò che ho a disposizione – chiarisce il tecnico – e non sugli ipotetici ed eventuali. In società ci sono persone preposte e qualificate che sanno cosa è necessario fare e come monitorare il mercato e se sia possibile accedere a qualcosa, sulla carta, di più importante, in quanto tutti gli attuali elementi che compongono la rosa stanno già facendo ottime cose, toccando con mano che, grazie alla loro disponibilità, si può pensare di raggiungere risultati di rilievo”. Il prossimo match contro il Novara, valevole per il secondo turno eliminatorio della Tim Cup, è ormai alle porte: “Per noi rappresenterà un’ulteriore tappa finalizzata ad ottenere il completamento del lavoro che dovrà consentirci di disputare, in linea con i programmi, il prossimo campionato. I tifosi dovranno aspettarsi una squadra che ha tanta voglia di crescere, senza fare voli pindarici, in quanto, come già chiarito, i sogni vanno coltivati giorno per giorno. Il match, contro una squadra di categoria superiore, potrà sicuramente mettere a nudo eventuali difetti ed aspetti sui quali intervenire”. Mister Fontana chiude la sua disamina con un monito: “Prometto lavoro ed impegno e non ci sarà una filosofia diversa”.

Intervista realizzata a cura dell’Ufficio Stampa S.S.Juve Stabia

Fonte: Sito Ufficiale www.ssjuvestabia.it