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Insigne, l’agente: “Lorenzo potrebbe andare via, tanti top club su di lui”

Rebus Insigne

Ai microfoni di Radio Crc, è intervenuto uno degli agente di Lorenzo Insigne, Fabio Andreotti: “Esistono società che farebbero ponti d’oro per prenderlo, sono pronti ad investire cifre importanti e collocarlo al centro del progetto tecnico. De Laurentiis ha le sue motivazioni e pone le proprie condizioni il giocatore. Bisognerà fare un punto della situazione e lo si dovrà fare a prescindere dalle aspettative, che sono quelle di restare a vita. La situazione è da valutare molto bene perché, quando fai annate importanti ed hai la fortuna di suscitare l’interesse di top club pronti ad impostare un progetto di grande ordine sotto il profilo calcistico, di immagine, di vita personale e sotto l’aspetto economico, che non va mai trascurato, devi pensarci. Il Napoli, ora, è dinanzi a due scelte: sviluppare un progetto altrettanto importante intorno a Lorenzo, oppure metterlo sul mercato e dargli possibilità di andare altrove, dove magari gli propongono un progetto di primaria importanza con un ruolo che gli fa capire che svilupperanno il futuro attorno a lui. Il punto dolente, oggi, è questo. A malincuore, devo dire che ci sono società che io ed i mie soci stiamo prendendo in seria considerazione. Il Napoli non vuole che vada via, però propone un contratto che considera giusto e che invece in noi, con tutta onestà, genera delle perplessità. Pericolo che vada via in questa finestra di mercato? Lorenzo adora rappresentare il Napoli e la città, ma è in difficoltà. Come studio, gli abbiamo esposto le nostre diffidenze, e lui ne ha preso atto. Già ad aprile, abbiamo manifestato a Giuntoli che tre Società erano intenzionate a prenderlo. Ci fu detto di no, che non se ne parlava. A Napoli credono in lui, ma a parole. Ripeto: tre Società, tra le prime dodici in Europa, sono pronte a mettere sul piatto soldi importanti per prenderlo. Parlando di Totti a Roma ci riempiamo la bocca, ma bisogna stare attenti. L’importanza di Francesco nella Roma è stata sancita con i fatti, non solo verbalmente. Non è solo un discorso economico, certi aspetti vanno capiti. Gabbiadini è sempre stato forte, adesso lo stanno riscoprendo. Anch’egli è vittima di certi discorsi, è sempre stato forte, è un giocatore importante e meriterà contratti di un determinato tipo. Alcuni giocatori vengono masticati e sputati senza problemi, altri invece restano. Il cuore porta Lorenzo a restare, ma la carriera ed il suo essere professionista lo mettono dinanzi alla presa di coscienza che il percorso a Napoli può finire. Clausola nel contratto? La clausola non la mette il calciatore per garantirsi un uscita se le cose prendono una brutta piega: questa è un’idea sbagliata. Lorenzo la farebbe a vita, ma solo se alle spalle c’è un’azienda che permetta di essere tenuto in primo piano. Dopo l’addio di Higuain, ci sono stati dei dati di fatto. Vi rivelo che già in passato, quando Insigne era giovane, club inglese fece un’offerta importante. Pierpaolo Marino vi può testimoniare che ci arrivò un documento scritto, un contratto, col quale offrivano a noi procuratori quattro rate da 50 mila euro e al giocatore 1500 sterline a settimana, ma noi chiamammo Marino e restammo. Insigne ci sta malissimo, ha sempre detto di voler chiudere la carriera a Napoli, ma prende atto di cere cose. Mi chiedo anche perché non si faccia un progetto di carattere commerciale attorno a determinati giocatori. Da agente, ci sono rimasto male. Ci sono modi e modi d’agire. Ogni azienda ha le idee chiare sui numeri, ma non si può fare l’Udinese con la mentalità della Juve. Siamo cresciuti in tutto, ma in alcuni dati aziendali dobbiamo migliorare.”.

Olimpiadi Rio 2016: i 15 titoli che si assegnano oggi

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A Rio de Janeiro (Brasile) quarta giornata di gare per le Olimpiadi 2016. Oggi si assegnano 15 titoli.

Di seguito tutto il programma e gli orari di tutte le Finali di martedì 9 agosto. Quando si assegna una medaglia la Rai sarà sempre collegata e trasmetterà l’evento sui suoi canali Rai Due, RaiSport1 e RaiSport2 oltre che sui canali tematici dedicati ai singoli sport: li potrete trovare sul sito raisport.it o sulla app Rai Rio 2016. OASport offrirà le consuete DIRETTE LIVE sui singoli eventi.

MARTEDÌ 9 AGOSTO – GIORNO 4

15.00     SPORT EQUESTRI – Concorso completo, salto ostacoli (a squadre)

19.00     SPORT EQUESTRI – Concorso completo, salto ostacoli (individuale)

20.10     CANOA SLALOM – C1, finale (maschile)

20.30     TIRO A SEGNO – Pistola 25m, finale (femminile)

20.30     SOLLEVAMENTO PESI – 63kg (femminile)

21.00     TUFFI – Sincro 10m, finale (femminile)

21.00     GINNASTICA ARTISTICA – Prova a squadre, finale (femminile)

21.40     JUDO – 63kg (femminile): finali 

21.40     JUDO – 81kg (maschile): finali 

22.15     SCHERMA – Spada, prova individuale (maschile): finali

MERCOLEDÌ 10 AGOSTO – GIORNO 5

00.00     SOLLEVAMENTI PESI – 69kg (maschile)

03.19     NUOTO – 200m stile libero, finale (femminile)

03.28     NUOTO – 200m farfalla, finale (maschile)

04.29     NUOTO – 200m misti, finale (femminile)

04.38     NUOTO – 4x200m stile libero, finale (maschile)

In Italia è la Rai che detiene i diritti in esclusiva per la trasmissione delle gare olimpiche: tre i canali che garantiranno una copertura completa degli eventi. 

Rai 2 come canale olimpico di riferimento, dedicato in particolare agli atleti azzurri.
Su Raisport 1 la diretta delle discipline individuali, come atletica, nuoto, tuffi, scherma, pugilato e ginnastica.
Raisport 2, invece, si concentrerà sugli sport di squadra come basket, volley, beach volley, calcio, pallanuoto e rugby.

La copertura quotidiana comincerà alle 14 ora italiana e terminerà intorno alle 5.30 del mattino successivo

vivicentro.it/sport/Olimpiadi Rio 2016   –  Stanislao Barretta/redazione sportiva / Stefano Villa / oasport

Il futuro di Rafael in bilico: rimanere o andare via?

Rebus Rafael

Con l’arrivo da Bergamo di Marco Sportiello, che ormai pare molto molto vicino al club azzurro, non ci sarà più spazio per Rafael, che tanto ha fatto bene nell’amichevole contro il Monaco. Il suo ingaggio elevato non permette al Napoli di riuscire a piazzarlo con facilità. Nelle ultime ore, tuttavia, lo Sporting Lisbona avrebbe bussato alla porta di ADL per chiedere informazioni in merito al portiere brasiliano. Andare via o rimanere come terzo: questa è la decisione- determinante per la sua carriera- che Rafael dovrà prendere in un brevissimo tempo. 

Buone notizie: con l’Hertha Berlino ecco Pepe Reina

Il rientro di Reina secondo Il Roma

Lavora, e tanto, Pepe Reina per trovare la migliore condizione in vista della prima giornata di campionato, il 21 luglio, quando il Napoli andrà a Pescara per sfidare la neopromossa di Massimo Oddio. Secondo quanto riporta Il Roma, lo spagnolo vorrebbe provare a scendere in campo sabato prossimo, nell’amichevole tra gli azzurri e l’Hertha Berlino, per testare il suo grado di preparazione.

De Guzman, l’agente: “Al Chievo piace e non poco, c’è interesse”

De Guzman-Chievo, si tratta

Ai microfoni dei colleghi di Tuttomercatoweb, è intervenuto Fabio Parisi, agente di De Guzman, al centro del mercato del Napoli in queste ultime ore: “Incontro Napoli-Chievo per il ragazzo? Questo dovete chiederlo alle due società, io posso confermarvi che De Guzman al Chievo piace non poco. C’è stata una manifestazione d’interesse per il calciatore, ma la trattativa è ancora in fase embrionale”.

Il Porto vuole Duvan Zapata: la risposta di Napoli e Udinese

Zapata non si tocca

Il Porto, dopo aver provato ad arrivare a Manolo Gabbiadini, tenta Duvan Zapata: il Napoli e l’Udinese resistono. Il ragazzo sta bene ad Udine: i friulani non vogliono assolutamente mollarlo. Dello stesso parere gli azzurri, che non vogliono cederlo ai portoghesi, dopo il fallimento della trattativa Herrera.  “La ferita è ancora aperta”, scrive il Corriere dello Sport. 

Notte di San Lorenzo: potremo vedere lo spettacolo di tre comete al minuto

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Le previsioni dicono che lo spettacolo delle stelle cadenti della notte di San Lorenzo, domani, sarà portentoso. Secondo la Nasa, in passato si potevano avvistare in questo periodo dell’anno circa 80 stelle cadenti l’ora. Nelle notti dell’11 e 12 agosto, ne potremo vedere tra 150 e 200, circa tre al minuto come scrive Sabadin nel suo articolo di oggi su la Stampa

Le stelle cadenti un assaggio di Universo VITTORIO SABADIN

Chiudete i video ed esprimete un desiderio: lo show è in cielo

Lo spettacolo delle stelle cadenti della notte di San Lorenzo sarà quest’anno davvero portentoso. Mesi fa, a centinaia di migliaia di chilometri dalla Terra è accaduto infatti un evento particolare: la forza gravitazionale di Giove ha concentrato diversi sciami di detriti della cometa Swift-Tuttle, e noi passeremo proprio nel mezzo di questo fiume di particelle invece che ai margini, come era quasi sempre accaduto finora.

Secondo la Nasa, se in passato si potevano avvistare in questo periodo dell’anno circa 80 stelle cadenti l’ora, nelle notti dell’11 e 12 agosto, i due giorni di maggiore visibilità del fenomeno, ne potremo vedere tra 150 e 200, circa tre al minuto. Vale dunque la pena di prepararsi. Bisogna individuare un luogo lontano dalle luci artificiali, in campagna o in montagna, che abbia una buona visuale verso Nord. Ci vuole una sedia confortevole, qualche tramezzino, molto spray anti insetti e infinita pazienza. Meglio mettersi comodi dopo l’una di notte dell’11 o del 12, quando la Luna sarà già tramontata, tenendo conto che più ci si avvicina all’alba e più stelle cadenti si vedranno. Ci vorranno circa 30 minuti per abituare bene gli occhi all’oscurità e si può usare questo lasso di tempo per impressionare gli amici, la fidanzata o i familiari parlando loro delle stelle cadenti.

Ecco dunque alcune cose che bisogna sapere. Quelle di San Lorenzo si chiamano Perseidi perché sembrano provenire dalla costellazione di Perseo, un ammasso di circa 130 stelle visibili a occhio nudo guardando verso Nord, a sinistra di Andromeda e sotto Cassiopea: è lì che bisogna puntare gli occhi per vedere lo spettacolo. Tutti però sanno che le stelle non cadono. Quelle che vediamo tracciare una scia luminosa nel cielo sono meteore, piccole particelle che la cometa Swift-Truttle lascia dietro di sé nella sua orbita di 133 anni intorno al Sole. Una volta l’anno, la Terra transita attraverso questa scia e i detriti che incontra si vaporizzano al contatto con l’atmosfera.

Il nucleo delle comete perde in continuazione materia, che resta abbandonata vicino al percorso dell’orbita. Questo sciame di particelle si raggruppa in nubi che hanno viaggiato per millenni nello spazio: la prima volta la cometa di San Lorenzo fu individuata nel 69 a.C., ma a darle il nome sono stati due astronomi americani, Louis Swift e Horace Truttle, nel 1862, quando negli Stati Uniti il presidente era Abramo Lincoln. La loro cometa tornerà vicino a noi, e sarà visibile a occhio nudo nel 2126. Ha un diametro di 26 chilometri e se dovesse mai colpire la Terra, farebbe fare a quasi tutte le specie viventi la fine dei dinosauri. Ma gli astronomi ci assicurano che non accadrà.

Lo sciame meteorico della Swift-Truttle è in gran parte composto da particelle che hanno dimensioni variabili da un granello di sabbia a un pisello, ma che sono in grado comunque di illuminare il cielo notturno: incontrando l’atmosfera terrestre alla velocità di 60 chilometri al secondo comprimono l’aria davanti a loro, riscaldandosi fino a 1600 gradi centigradi. Il calore ne provoca la vaporizzazione, lasciando nel cielo una brillante scia visibile come un lampo improvviso. A volte le particelle più grandi producono anche un piccolo boom sonico nel momento in cui si disintegrano.

L’atmosfera ci protegge e non corriamo alcun pericolo a guardare le stelle cadenti, che possono invece causare danni mentre ci avviciniamo a loro: nel 1993 le Perseidi hanno infatti distrutto Olympus, un satellite di telecomunicazioni dell’Agenzia Spaziale Europea. Ma nessuna meteora può arrivare fino al suolo terrestre. Se lo facesse, cambierebbe nome e sarebbe subito promossa a meteorite. E quando cade uno di quelli, è sempre meglio non essere lì a guardare.

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Castellammare, spunta la Marijuana geneticamente modificata

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I dettagli

Le coltivazionii di marijuana e gli sviluppi tecnologici per poterla coltivare sembra essere la nuova frontiera. Sui Monti Lattari ecco spuntare la produzione di marijuana geneticamente modificata, per fare in modo che la crescita sia più veloce e avvenga in quantità maggiori. Si tratta di semi di provenienza olandese della marca “dutch – passion”: semi ogm e autofiorenti. Questo tipo di droga sarebbe coltivata nei comuni di Castellammare, Gragnano, Casola di Napoli e Lettere. E’ il risultato delle indagini svolte dai carabinieri del nucleo operativo stabiese che ha portato ad un sequestro di 8 mila piantine.

I disequilibri dei migranti: 70 province al completo, ma 40 con posti disponibili

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La mappa delle province che pubblichiamo rivela i disequilibri nell’accoglienza tra un territorio e l’altro, disequilibrio che è oggetto dell’articolo di Zanotti che a seguire vi proponiamo:

I prefetti: “La distribuzione dei richiedenti asilo è da rivedere, ogni Comune faccia la sua parte” RAPHAËL ZANOTTI

Il problema non è il numero, ma la concentrazione. Ventimiglia e Como sono il simulacro della frontiera invalicabile contro cui si accalcano masse di disperati in cerca di un passaggio per l’Europa. Respinti, si accampano. Oppure tornano indietro, alla metropoli più vicina, Milano, in un riflusso che riempie di nuovo la città svuotata dai vacanzieri. Ma l’Italia non può permettersi una nuova Calais, una nuova Horgoš. E ora è chiaro a tutti che se il Sud resta la bocca da cui si riversano migranti che affrontano i pericoli del Mediterraneo, è il Nord che ora rischia di diventare la nuova trincea dell’emergenza.

Le prefetture lo sanno e mettono mano all’unico strumento che hanno: la redistribuzione. Bisogna evitare concentrazioni. E allora bisogna convincere quel 75% di Comuni renitenti che non è possibile scaricare sul restante 25% un problema così grande. Ognuno faccia il suo.

Pochi giorni fa era stata la volta del prefetto di Ferrara, che aveva invitato in modo perentorio i comuni limitrofi al capoluogo: «I sindaci collaborino, o agiremo d’imperio». Ieri è toccato al prefetto di Genova, Fiamma Spena: «Ci vuole una diversa distribuzione – ha detto – che veda una diffusione dell’accoglienza alla quale contribuisca un numero più alto di Comuni». Si annunciano tavoli, opere di moral suasion. I richiedenti asilo vanno diluiti.

In Liguria, secondo i dati del Viminale aggiornati al 20 luglio scorso, meno di un comune su quattro ospita richiedenti asilo. Gli altri tre sono vuoti. Genova da sola nel accoglieva la metà (49,5%). Il capoluogo va alleggerito. Così come altre città.

Molte associazioni che si occupano di migranti lamentano da tempo una rete di solidarietà troppo debole. Gianfranco Schiavone, presidente del Consorzio italiano di solidarietà di Trieste, uno degli inventori dello Sprar (Sistema di protezione richiedenti asilo e rifugiati) pensa che la soluzione sia di rendere l’adesione obbligatoria: troppo pochi 345 Comuni aderenti. E anche il capo della polizia Franco Gabrielli, ieri, ha battuto sullo stesso tasto: «Intensificheremo le operazioni di decompressione – ha detto ieri a Ventimiglia – e c’è solo un modo per farlo: spostare queste persone».

Non c’è però solo la reticenza, anche l’organizzazione complica le cose. È evidente dalla mappa che abbiamo disegnato qui sotto sempre grazie ai dati del Viminale.

Viminale, mappa distribuzione migranti

Guardando solo alle province che hanno offerto la propria disponibilità balzano agli occhi il disequilibrio. Al 20 luglio questa era la fotografia: province con posti liberi e altre al completo o fortemente sotto pressione. Realtà come Salerno e Milano che superano di gran lunga la loro capacità di accoglienza (volontaria) e altre come Sassari e Vibo Valentia che invece potrebbero offrire di più. Province come quella autonoma di Bolzano, che offrono una disponibilità piuttosto risicata: 1181 posti, 0,5 richiedenti asilo ogni mille abitanti. E altre che scrivono al ministero perché non riescono più ad accogliere nemmeno i minorenni non accompagnati.

Una mappa che mostra una certa propensione delle prefetture nel distribuire i richiedenti asilo nel Sud Italia (ma con ampi margini inespressi in Sicilia), in Umbria, Abruzzo e Molise, nella Pianura Padana e nelle grandi metropoli come Napoli, Roma, Milano e Torino, forse con più fondi. Accanto a zone con capienze ancora inespresse come alcune province sarde, l’Appennino tosco romagnolo, l’Emilia, il Piemonte meridionale e il Friuli Venezia Giulia. Alla fine sono 70 le province al completo e 40 con posti ancora disponibili. Sarà un’estate di duro lavoro.

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vivicentro/I disequilibri dei migranti: 70 province al completo, ma 40 con posti disponibili
lastampa/I prefetti: “La distribuzione dei richiedenti asilo è da rivedere, ogni Comune faccia la sua parte” RAPHAËL ZANOTTI

Icardi resta all’Inter, c’è l’ok di De Boer

I dettagli

L’Inter pare abbia ribadito la volontà di trattenere Mauro Icardi, a lungo trattato dal Napoli. Stamattina c’è stato il primo meeting tra dirigenza e il nuovo allenatore Frank De Boer che ha espresso il suo parere sulla permanenza del bomber come riporta il portale della Gazzetta dello Sport: C’è un nuovo triangolo nel patto per l’Inter che verrà. Nonostante il Napoli attenda domani buone nuove dai suoi agenti, in queste ore l’Inter ha ribadito la sua strategia su Icardi: non si muove. Non trovano riscontro per altro le voci di un ingresso in scena del Chelsea. Frank De Boer la pensa come Roberto Mancini e ritiene fondamentale l’argentino. Un concetto che il d.s. Piero Ausilio ha espresso per tempo al giocatore ed al suo entourage dopo aver concordato la linea con la proprietà cinese. Del resto il mercato non offre opportunità allettanti. O meglio: i 60 milioni del Napoli non basterebbero  per trovare un sostituto all’altezza delle ambizioni (immediate) del club. Così non c’è spazio per i dubbi: Icardi avrà il ritocco a 5 milioni che aspetta e nessuno spazio ai corteggiamenti. Ma non finiscono qui le novità in casa Inter. L’allenatore olandese ha appena  sottoscritto un triennale con il mandato di dare un’anima tattica ad un gruppo giovane. E con lui presto rinnoverà  sino al 2019 anche lo stesso Ausilio, mente italiana di questo progetto tecnico globalizzato. Oltre ai consulenti stranieri, l’idea del nuovo corso e’ di non rinunciare alla deriva che ha permesso di cavalcare le onde di questi ultimi (complicati) anni a cavallo tra Moratti e Thohir. Nonostante i clamori di queste ore per il divorzio con Mancini, evidentemente si sta lavorando per dare serenità a tutto l’ambiente. Le incognite non mancano, ma sinora la campagna acquisti  ha portato a un evidente miglioramento della rosa. E il bello deve ancora venire.

Logiudice a Vivicentro: “I giovani ci hanno dato una mano: questo il futuro di Mauro e Montella”

Queste le sue parole in esclusiva

Il ds della Juve Stabia, Pasquale Logiudice è stato intervistato dalla redaizone di vicicentro.it, in esclusiva (CLICCA QUI per tutta l’intervista). Tra le tante cose, si è espresso anche sui giovani Simone Mauro e Giampaolo Montella, pilastri della Berretti. Questi alcuni passaggi:

Parlando delle strategie di mercato, tanti giovani sono arrivati in ritiro per capire se era possibile attingere dal settore giovanile, tra questi c’era Simone Mauro che ha esordito con la Juve Stabia nell’ultima gara dello scorso campionato e che ha avuto un problema fisico in ritiro, quante probabilità ci sono di rivederlo eventualmente in rosa il prossimo campionato, magari come successo con Carrotta?

L’arrivo dei giovani è servito a infoltire numericamente la rosa di calciatori in ritiro per permettere gli allenamenti e l’assimilazione degli schemi, e proseguirà anche in questo periodo precampionato a Castellammare, c’è da dire che da quando sono a Castellammare, la  Juve Stabia ha sempre avuto un occhio di riguardo nei confronti del settore giovanile.

L’arrivo di Mastalli a centrocampo sembra chiudere la possibilità di un utilizzo di altri giovani, perché è indubbio che l’ex rossonero sia più pronto rispetto ai ragazzi della Berretti della Juve Stabia.

E’ vero che Mister Fontana ha chiesto 4 portieri da tenere in rosa per cui con molta probabilità oltre a Russo, Bacci e Mascolo resterà aggregato alla prima squadra anche Montella?

Su Montella sinceramente non so se ritornerà alla Berretti o se andrà in prestito in una squadra di LND. Con lui è stato fatto lo stesso discorso valido per gli altri giovani e cioè al ritiro di Gubbio ci servivano quattro portieri per fare recuperare eventualmente il portiere che ne avesse bisogno. Con quattro portieri abbiamo sempre avuto a disposizione in ogni seduta di allenamento almeno due portieri di ruolo da utilizzare.

De Laurentiis accontenta Cairo, rilancio a 25mln per Maksimovic

I dettagli

Tuttosport scrive su Maksimovic: “Come tutte le telenovele che si rispettano, ecco che quella relativa a Nikola Maksimovic, il Torino e il Napoli, regala un colpo di coda quando pareva che la storia avesse proposto già tutto il possibile e immaginabile. E invece no. Perché c’è stato un ulteriore sforzo da parte del club di Aurelio De Laurentisiis che, forse forte anche dei 90 milioni giunti grazie alla clausola di Higuain pagata dalla Juventus, ha deciso di mettere sul piatto ciò che il patron torinista aveva fatto sapere che sarebbe servito per avere il cartellino del difensore serbo: ovvero 25 milioni di euro. Non è dunque un caso il fatto che con tempismo si siano mossi gli agenti del granata per avviare un contatto con il presidente torinista e attendere la contromossa. Che Maksimovic sia più che ben voluto e stimato da Mihajlovic lo sanno tutti, giocatore compreso. Il problema però è che il serbo e il suo entourage, di fronte alla prospettiva di partecipare alla Champions League e andare a firmare un ingaggio da 2 milioni di euro rispetto ai circa 750 mila euro che percepisce ora, dimostrano una sensibilità spiccata”.

L’arrivo di Rog sblocca il mercato in uscita: David Lopez vicino all’addio

I dettagli

Il Corriere del Mezzogiorno scrive su Rog: “Intanto la società sta chiudendo per il centrocampista Marko Rog (21) della Dinamo Zagabria. L’offerta azzurra è di dodici milioni, con un milione di euro di bonus in più la società croata lo lascerà partire. Contestualmente dovrebbe andare via anche David Lopez (4 milioni più uno di bonus). Da studiare le formula di pagamento con il Betis Siviglia che non sarebbe disposto a versare l’intera somma subito. Il Napoli, però a questo punto dovrà piazzare anche chi non rientra nei piani di Sarri: De Guzman e Grassi (solo in prestito) sono richiesti dal Chievo”.

Migranti, emergenza Milano

Milano accoglie in questi giorni almeno 3300 migranti. È un record che richiede l’attività di centinaia di associazioni e mette a dura prova la metropoli. A parlarne e a dare l’allarme ci ha pensato il comune che ha allertato le associazioni e, Gorla e Moscatelli, con un articolo su la Stampa, ne danno diffusione.

LEGGIAMOLO

Confine sigillato, a Milano approdano 3300 migranti SIMONE GORLA, FRANCESCO MOSCATELLI

La città scoppia, allarme del Comune alle associazioni. L’assessore: “Assurdo, più facciamo più ce ne mandano”

MILANO «Nelle ultime due notti lo sforzo di accoglienza a cui siamo stati costretti all’hub di via Sammartini ha raggiunto livelli mai visti prima. Vi chiediamo un impegno ulteriore». Le frontiere di Ventimiglia e di Como-Chiasso sono chiuse e la Milano che apre le porte ai migranti, la «Milan col coeur in man», rischia di trasformarsi nel collo dell’imbuto e di pagare il prezzo più alto dell’ennesima estate di emergenza.

Il campanello d’allarme è squillato all’alba di domenica. Una mail urgente dell’assessorato ai Servizi sociali chiede alle associazioni in prima linea nell’ospitalità di dare fondo a tutte le energie. Perché? In città ci sono 3300 migranti, un record assoluto. Per dare un letto a tutti hanno aperto due strutture temporanee a Bruzzano e a Quarto Oggiaro, e i centri esistenti hanno utilizzato ogni metro quadro disponibile.

Nell’hub di via Sammartini, a due passi dalla stazione Centrale, oltre 400 persone sono state stipate in uno spazio pensato per ospitarne un centinaio. Sono eritrei, etiopi, somali e sudanesi, molti minorenni soli, ma anche famiglie con bambini. Nella loro testa Milano dovrebbe essere solo un punto di passaggio, una sosta di due o tre giorni per riposarsi e organizzare l’ultima parte del viaggio verso il Nord Europa.

Ogni etnia ha i suoi canali illegali per lasciare l’Italia e i suoi indirizzi a cui chiedere aiuto. I migranti del Corno d’Africa fanno la spola con la vicina Porta Venezia, il quartiere eritreo di Milano, dove la rete dei passatori ha le sue basi fra i call center e i locali che offrono Zighni di carne e di pesce. Peccato che da un mese a questa parte tutte le rotte siano chiuse. A Como 500 persone bivaccano in stazione dal 15 luglio perché la polizia di frontiera di Chiasso non fa passare nemmeno i minorenni. Qualcuno si affida ai valichi dei vecchi contrabbandieri tra il lago Maggiore e il Lario, ma la maggior parte si ritrova in un limbo senza uscita, anche perché le autorità elvetiche pattugliano i cieli con i droni capaci di fare mappature termiche del territorio.

In via Sammartini conoscono bene la storia. «Fino all’anno scorso affrontavamo grandi masse di migranti, ma si trattava di persone in transito – racconta Fabiana Longo, responsabile di Progetto Arca, la Onlus che gestisce la struttura -. Oggi chi arriva non riesce a ripartire e, messo alle strette, finisce per chiedere asilo in Italia». I numeri lo confermano: nel 2014 lo 0,3% dei migranti aveva come destinazione finale l’Italia, nel 2015 la percentuale è cresciuta al 4,8% mentre oggi siamo al 49,3%, uno su due. Così i tempi si allungano: nel 2015 la permanenza media nelle strutture di accoglienza cittadine era di 6 giorni, oggi è di 20. Senza contare che Milano spesso deve gestire anche centinaia di persone assegnate ai centri di altre regioni, ma che appena riescono a raccogliere i soldi per il viaggio ripartono verso Nord. «La nostra città sta facendo un mezzo miracolo, però è pazzesco il modo in cui siamo beffati – si sfoga l’assessore alle Politiche sociali Pierfrancesco Majorino -. Facciamo più degli altri e ce ne mandano sempre di più. Siamo al limite e alla prossima ondata rischiamo di lasciare la gente in mezzo alle strade». Un incubo che fa passare notti insonni anche al sindaco Beppe Sala. Da quando è stato eletto chiede aiuto a Regione e governo ma le richieste di spazi – dal campo base di Expo alle ex caserma di via Corelli – cadono nel vuoto. Su questo tema, poi, la Lega ha deciso di andare allo scontro frontale. «Non sono profughi ma clandestini che vanno rimandati a casa», ha detto ieri il presidente della Lombardia, Roberto Maroni. «Non vogliamo né tendopoli né caserme» ha ribadito il deputato leghista Nicola Molteni.

In mancanza di soluzioni stabili e di un accordo politico, Milano si arrangia come può. All’oratorio di Bruzzano tutto si regge sulle spalle della Casa della Carità, a cui danno una mano i detenuti del carcere di Bollate. «Ospitiamo fino a 90 persone, senza un solo euro di finanziamento pubblico», racconta Roberta Frigerio, una delle volontarie.

La palestra del centro di via Aldini, a Quarto Oggiaro, è una distesa di brande. «Gestire 100 persone che si fermano per settimane o mesi è molto faticoso – spiega Saif Abouabid, coordinatore del dormitorio – . Ci stiamo riorganizzando». Con lui lavora Mujahed Abbas, fuggito due anni fa dalla Siria. La sua testimonianza fa riflettere: «Lavoravo come mediatore nei campi profughi palestinesi. È incredibile, ma in Italia faccio lo stesso lavoro».

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Sportiello-Napoli, entro fine settimana si potrebbe chiudere l’acquisto

I dettagli

Il Corriere del Mezzogiorno scrive su Marco Sportiello: “Passi in avanti per Sportiello: ieri incontro tra il giocatore, l’agente Giuseppe Riso e l’Atalanta. Il classe 1992 vuole venire al Napoli, ma l’Atalanta chiede 10 milioni. Si cerca una mediazione e in questo fine settimana ci sarà un altro appuntamento tra le parti per chiudere l’acquisto. Sepe non resta di certo a fare il terzo e lo ha ribadito anche il suo agente Mario Giuffredi. Su di lui c’è il Torino”.

ESCLUSIVA – Fontana: Conosco Marotta dai tempi della Nocerina, non avevo dubbi sulle sue qualità

Mario Marotta è stato il migliore in campo nel match tra Juve Stabia e Novara. Il fantasista delle Vespe ha servito tre assist a Del Sante ed ha centrato anche un palo direttamente da calcio d’angolo.
Nel post partita Fontana, a domanda dei nostri inviati ha ricostruito l’approdo di Marotta alla Juve Stabia: “Conosco Marotta da molto tempo” – ha spiegato l’allenatore – “lo chiesi per un provino quando allenavo la Nocerina però Mario era in condizioni fisiche non ottimali e quindi il trasferimento alla squadra rossonera non si concluse. Sta facendo bene, ha ottime doti ma lui, come tutta la squadra, deve continuare a lavorare bene.”
Fontana ha quindi svelato un interessante retroscena sul suo nuovo numero 10. Si parla della stagione 2013/14 quando Fontana allenava la Nocerina e Marotta aveva fatto intravedere le sue qualità con la maglia della Virtus Volla, squadra di Eccellenza.
La carriera di Marotta è sempre stata condita di alti e bassi che hanno dato al calciatore probabilmente meno di quanto le sue qualità avrebbero meritato.

Marotta cresce calcisticamente nelle giovanili del Napoli, dove è considerato dagli addetti ai lavori una promessa in grado di crescere e di fare un carriera importante.
Il giovane Mario però non riesce ad “esplodere” come tutti si aspettano. Veste le maglie di Sibilla Cuma, Pianura, Ippogrifo Sarno e Virtus Volla. In queste categorie Marotta, seppur spesso non al top, fa sempre la differenza, risultando un spanna sopra compagni ed avversari. Le sue prestazioni sono tali da far guadagnare a Marotta l’appellativo di “Messi del Borsellino” (Borsellino è il nome dell’impianto sportivo di Volla n.d.r.).
La scalata verso il calcio che conta di Marotta fa registrare un passo importante con il passaggio alla Frattese, in Serie D. Nei nerostellati il fantasista diventa il trascinatore della squadra ed in due stagioni mette a segno 18 reti in 65 presenze; non si contano invece le volte in cui Mario mette in porta i compagni con assist millimetrici.
Marotta, grazie anche al fondamentale appoggio della propria famiglia, assume maggiore consapevolezza di sé e dei suoi mezzi, maturando sempre di più, in campo e fuori.
Le due ottime stagioni con la Frattese valgono a Marotta la chiamata prestigiosa della Juve Stabia. Il D.S. dei gialloblù, Logiudice, non ha paura di scommettere su calciatori poco conosciuti (Nicastro, Pisseri, Polak ecc) e su indicazione di Fontana, ha puntato forte su Marotta.
Le condizioni del calciatore stavolta sono perfette, come dimostrano le sue prime uscite ufficiali con la maglia della Juve Stabia.
Il numero 10 delle Vespe, con la sua nuova maglia gialloblù, è pronto a recuperare tutto il tempo perduto.

Raffaele Izzo

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Alfabetismo Scientifico

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L’Italia, in questi ultimi anni, era stata descritta da autorevoli studiosi e commentatori, come un Paese scientificamente alfabeta, pervaso da una diffusa ignoranza, con uno scarso interesse nei confronti della Scienza.
Parole un po’ troppo forti e inopportune, considerato che l’Italia ha dato i natali, a un’infinita’ di geni che si sono distinti nel Mondo per le loro intuizioni e scoperte che hanno, abbracciato vari campi della Scienza.

I dati dellOsservatorio Scienza, Tecnologia e Societa’, un centro di ricerca che opera in questo campo da una decina di anni, hanno evidenziato una realta’ completamente diversa da quella descritta in precedenza da altri istituti.

E’ stato dimostrato attraverso una serie di domande che investivano ogni campo della Scienza, che il grado di preparazione dei nostri giovani nel 2016, ha toccato livelli piu’ che accettabili anche a livello internazionale.

Solo per fare un esempio, alcune delle domande a cui tanti giovani sono stati sottoposti, sembravano semplici :

1) Il Sole e’ un Pianeta?
2) L’esatta funzione degli antibiotici
3) Gli elettroni sono piu’ piccoli degli atomi?

La percentuale delle risposte corrette, sono aumentate del 10%, i dati confermano che l’alfabetismo scientifico, e’ fortemente legato all’eta’ e al livello d’istruzione.

Le nuove generazioni sono piu’ istruite, e’ cresciuta la fruizione di contenuti scientifici tecnologici su Internet, sono aumentate del 20% le trasmissioni televisive dedicate alla Scienza, come la divulgazione di film, serie tv che hanno come protagonisti figure del mondo scientifico.

Il Mondo e’ cambiato, se lo studio delle materie classiche poteva rappresentare la base della nostra cultura, la Scienza ne rappresenta l’altezza.

vivicentro/opinione / Alfabetismo Scientifico (Lo Pïano – Saintred)

Biasin: “De Laurentiis ha in mente un grande nome”

Le sue parole

Fabrizio Biasin scrive nel suo editoriale per Tuttomercatoweb: “I tentativi per Icardi non sono finiti, “scaldati” dall’ultimo e misterioso tweet firmato Wanda. De Laurentiis tornerà alla carica, sa che dall’altra parte il muro resta solido ma è convinto di avere interessanti argomenti per creparlo. In alternativa prepara il piano B: Diego Costa resta una possibilità concreta (alla faccia del piano B…). Poi, forse, un giorno il mondo si accorgerà che Gabbiadini già oggi è un grande, grandissimo attaccante. Ma questo è un altro discorso…”

Il Sud contesta i trasferimenti (spesso non chiari) degli Insegnanti

Migliaia di insegnanti che hanno ottenuto la cattedra protestano perché le assegnazioni comportano trasferimenti  geografici. Vogliono il lavoro ma resistono alla mobilità. Il contrasto fra un Nord che ha bisogno di docenti ed un Sud dove gli studenti diminuiscono descrive le trasformazioni di un Paese dove il sistema dell’istruzione resta imprigionato dai contrasti, come spiega Andrea Gavosto nel suo editoriale su la Stampa di oggi dal titolo:

Due Italie separate dalla scuola ANDREA GAVOSTO*

Migliaia di insegnanti meridionali stanno scendendo in piazza contro il loro trasferimento in un’altra provincia, spesso del Nord. La protesta riguarda due aspetti da tenere ben distinti: il disagio del cambiamento e la trasparenza sui criteri di assegnazione dei docenti.

Il primo ha a che fare con tendenze di lungo periodo della società e della scuola italiane. Negli Anni Sessanta e Settanta dalle regioni del Sud si migrava per trovare un posto di lavoro nelle fabbriche del Nord. Oggi – in verità, già da molti anni – dal Sud sono i laureati, soprattutto gli insegnanti, a doversi trasferire per trovare un impiego non effimero.

Anche nella scuola, dunque, ci sono due Italie? Purtroppo sì.

Ci sono due Italie nella qualità degli apprendimenti scolastici, con le regioni del Nord al di sopra delle medie europee e quelle del Sud spesso molto al di sotto, tanto da fare temere per il futuro di gran parte dei ragazzi meridionali, nella vita civile e nel lavoro. Spiegare tale divario richiede analisi complesse; qui basti dire – per smentire giudizi superficiali – che non può essere colpa di una cattiva qualità dei docenti meridionali, decine di migliaia dei quali insegnano già da molto tempo in Settentrione.

Ma ci sono due Italie anche dal punto di vista delle tendenze della popolazione scolastica. Nelle regioni del Nord, per il contributo dell’immigrazione straniera, gli studenti sono in aumento. Più studenti vuol dire più cattedre. Nelle regioni meridionali il numero medio di figli per coppia si sta, invece, riducendo e l’immigrazione straniera è poca: di conseguenza, la popolazione scolastica fra i 3 e i 19 anni è destinata a diminuire di circa 250.000 unità in un decennio. Meno studenti, meno cattedre. E questo succede proprio là dove la cronica difficoltà a trovare lavoro spinge ancora tanti (soprattutto donne) verso un impiego pubblico, in primo luogo nella scuola. In definitiva, nelle regioni del Sud ci sono sempre meno posti disponibili e molti più candidati a contenderseli: per i docenti che aspirano alla stabilità del posto l’unica alternativa è di trasferirsi dove le cattedre ci sono. È evidente che cambiare regione, a parità di stipendio, può creare enormi disagi per chi ha figli o genitori bisognosi di attenzioni. A ben vedere, però, il problema nasce perché in Italia si arriva in cattedra a un’età elevata, in media oltre i 40 anni, mentre i docenti under 30 sono meno dell’1% (in Francia oltre il 10%). I costi umani e sociali dell’emigrare sono assai diversi se si hanno 40 o 50 anni, anziché 30: purtroppo, decenni di annunci e politiche sconsiderate hanno fatto sì che i precari diventassero anziani, in attesa del posto fisso, anziché cercare sbocchi alternativi.

Realismo impone di dire che queste tendenze non muteranno di segno nel breve periodo. Né si possono creare cattedre dove non servono. Perciò, gli insegnanti meridionali continueranno a cercare lavoro al Nord.

Il secondo punto su cui si concentra la protesta dei docenti dipende, invece, da una situazione anomala di quest’anno: si teme che la complessa procedura messa in piedi dal ministero dell’Istruzione per fare fronte a un abnorme numero di richieste di trasferimento abbia creato ingiustizie, spedendo in sedi più «scomode» persone che avrebbero avuto diritto a destinazioni migliori. A parte i possibili errori tecnici, che il Miur dovrebbe correggere al più presto, va però ricordato che i docenti non sono tutti eguali, ma appartengono a classi di concorso e fasce diverse, per cui in alcune materie, come quelle scientifiche, le cattedre si creano più vicino ai candidati, mentre in altre occorre attraversare il Paese per trovarne una disponibile.

*Direttore Fondazione Agnelli

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vivicentro/editoriale
vivicentro/ La fonte di istruzione per gli italiani, il Sud, contesta i trasferimenti (non chiari) dei Prof STANISLAO BARRETTA
lastampa/ Due Italie separate dalla scuola ANDREA GAVOSTO*

FOTO ViViCentro – Juve Stabia, Santacroce sfrutta il riposo e si reca a…Ischia!

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Dopo la fine del ritiro di Gubbio e il ritorno da Novara dopo la sconfitta in coppa Italia, mister Gaetano Fontana ha concesso qualche giorno di riposo ai suoi. Fabiano Santacroce ha deciso di approdare sull’isola di Ischia dove sta trascorrendo qualche ora di meritato riposo. Questo lo scatto di Vivicentro.it.

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