14.8 C
Castellammare di Stabia
Home Blog Pagina 6181

FOTO – Diawara è a Castel Volturno: ecco il primo scatto

La foto

“E’ il giorno di Amadou Diawara al Napoli“, Gianluca Di Marzio mostra sul proprio sito ufficiale la foto del centrocampista che ha svolto le visite mediche a Castel Volturno: “Il centrocampista guineano classe ’97 sta svolgendo levisite mediche a Castel Volturno con il club azzurro, poi diventerà ufficialmente un nuovo rinforzo per la mediana di Maurizio Sarri. Operazione dunque conclusa con il Bologna, da 15 milioni di euro, bonus compresi, e per il giocatore è pronto un quinquennale. Ecco la foto dell’arrivo di Diawara, per le quali si ringrazia il giornalista di Sky Sport Francesco Modugno”.

 

Roma-Porto, conferenza stampa. Spalletti: “Sono 8 mesi che attendiamo questa partita….”

È la vigilia di una partita decisiva, da dentro o fuori. La Roma domani alle 20:45 sfiderà il Porto tra le mura amiche e si tratta di uno di quegli appuntamenti che è assolutamente vietato fallire. Dopo l’1-1 dell’andata, ai giallorossi potrebbe bastare lo 0-0 per passare il turno preliminare di Champions ed accedere così alla fase a gironi della massima competizione europea per club, ma l’impressione è che  i ragazzi di Spalletti se la giocheranno perché è questa la partita più importante della stagione.
Si è appena conclusa la consueta conferenza stampa pre match. Spalletti si è presentato nella sala stampa del Fulvio Bernardini con Kevin Strootman ed insieme hanno risposto alle domande dei cronisti sulla partita. Queste le loro parole:

STROOTMAN

Vedendoti giocare, dai dimostrazione di solidità fisica e mentale. Le tue impressioni?
Fisicamente mi sento bene, non gioco ancora al top come livello ma ho giocato 2 partite in 3 giorni. I miei compagni mi aiutano tanto e questo è molto importante. Io sono pronto per giocare”.

Il Porto non dà punti di riferimento ma dietro sembra  vulnerabile. Bisogna giocare all’attacco?
“È meglio se non parlo dell’avversario, decide il mister insieme a noi quello che facciamo sul campo, sarà una partita difficile. Nei primi 30 minuti abbiamo iniziato bene, nel secondo tempo loro hanno creato occasioni, sono pericolosi davanti. Sarà difficile e dobbiamo essere al top fisicamente e mentalmente”.

La fascia da capitano? Quella di domani sarebbe la tua terza partita…
“Questa è una bella domanda, non so se gioco domani. È qualcosa di speciale ma con questo club è chiaro chi sono i 3 capitani. Io sono contento di giocare con la fascia ma è l’unico club nel mondo in cui è più chiaro chi sono i capitani”.

Quanto ha influito lo stadio caldo di Porto? Ti aspetti lo stesso all’Olimpico?
Con lo stadio pieno è difficile per l’avversario giocare, è come se giochi in 12. Spero che tutti i tifosi vengano allo stadio così la partita non sarà più facile ma meno difficile per noi”.

Alla Roma può bastare lo 0-0. Questo disturba o è un vantaggio?
Quando entriamo in campo vogliamo vincere la partita. Non possiamo giocare tutto il tempo in difesa, non abbiamo giocato una partita così, forse solo gli ultimi minuti perché eravamo 10. Negli ultimi minuti ci pensi ma dobbiamo entrare in campo e vincere la partita”.

I momenti di tensione dell’andata possono lasciare scorie per il ritorno?
Non lo so. Entriamo in campo per vincere la partita perché è importante per loro e per noi, vale tanti milioni. Loro vogliono vincere e anche noi, queste cose succedono e forse anche domani, vediamo in campo”.

Se domani verrai chiamato in causa senti di poter dire che trascinerai la strada verso il passaggio del turno?
Voglio sempre aiutare la squadra ma abbiamo tanti calciatori con personalità ed esperienza. Per me sarà la prima partita in Champions League, altri hanno giocato sia la Champions che l’Europa League, sanno cosa fare per vincere partite così particolari”.

Nel finale contro l’Udinese ti abbiamo visto più arretrato. Stai lavorando con Spalletti per migliorare da regista?
“Non lavora solo con me. Noi lavoriamo tanto sulla tattica perché è importante per vincere le partita. Contro l’Udinese eravamo 0-0, è cambiamo qualcosa ed abbiamo fatto 4-0. T Lui è fortissimo (il mister, ndr) e noi dobbiamo ascoltarlo. Tutti i centrocampisti che ha la Roma sanno giocare in diversi ruoli ed anche io. Se il mister mi mette a sinistra o a destra per me è uguale. Noi sappiamo cosa dobbiamo fare”.

SPALLETTI

“Torosidis e Florenzi non saranno della partita” ha detto il tecnico nel consueto riepilogo della situazione infortunati.

La Roma ha dato subito un messaggio chiaro al campionato. Qual è, invece, il significato di questa partita?
“Parlare di questa partita è facile. Non è la partita di domani che aspetta noi, siamo noi che vogliamo andare ad incontrare lei, che abbiamo lavorato per essere qui domani, è quello che desideravamo. È lei. Dall’anno scorso lei è tutto per noi, può darci le chiavi per salire sul palcoscenico più alto d’Europa. È da 8 mesi che vogliamo essere lì da lei”.

Il risultato dell’andata va spazzato via?
“Sì nel modo di pensarci e lavorare. I giocatori dentro la partita dovranno essere esperti: questa partita si gioca in 2 match. Facendo troppi calcoli si rischia di abbassare il livello della nostra forza. Dobbiamo entrare dentro e fare la nostra parte cioè vincere le partite difficili e questa lo è”.

Questa è la terza partita in una settimana. Influirà sulle scelte?
“Domani devo far giocare la miglior formazione che ho a disposizione. Cercherò di scegliere quelli che hanno le qualità migliori per la nostra ricerca. Mi influenza solo chi non è a disposizione. Sceglierò in base a quello che potrà avverarsi e  in base allo scorrimento della partita ma è tutto chiaro”.

Cosa non deve ripetersi della partita di andata?
“Sotto l’aspetto della gestione, dell’esperienza e del vantaggio non abbiamo fatto il meglio. Nel secondo tempo abbiamo abbassato il tentativo di giocare, eravamo in inferiorità ma nel finale di partita abbiamo passato 5 minuti alla bandierina avversaria, riconquistando palla laggiù, non ha buttato via il pallone. Questo sarà un marchio da esibire ogni volta che ci viene data la possibilità di indossare questi colori”.

Domani serviranno due esterni di spinta o uno potrà rimanere più bloccato?
“Ho una sola scelta domani, se non la sfrutto subito lo farò nel corso della partita. Sono poche le situazioni a cui possiamo mettere mano. Scelgo la mentalità di squadra, il fare le cose, perché non ci affidiamo al destino, siamo noi a determinare il nostro destino, si va a testa alta, a tentare di vincerla, non ad aspettare che vengano a giocare cercando il gol”.

La squadra ha consapevolezza delle qualità che ha o c’è possibilità di crescere ancora sotto questo aspetto?
“Questa è una giusta analisi. Possiamo fare di più, la palla non scorre bene come deve scorrere, nel primo tempo dell’Udinese no, nel secondo tempo meglio, dobbiamo trovare un equilibrio livellandolo verso l’alto, non verso il basso. Dobbiamo fare meglio sotto l’aspetto della qualità e della velocità”.

Conterà l’esperienza dei giocatori che metterai in campo per le scelte? Szczesny ed Emerson?
“Devo essere tranquillo che i calciatori siamo altrettanto tranquilli ma stanotte dormiremo perché sono 8 mesi che ci prepariamo,domani sera siamo a casa nostra, dobbiamo fare quello che fanno i padroni, quelli che entreranno dovranno adattarsi a questo modo di pensare, me lo devono far vedere in allenamento. Emerson è entrato teso ma nel secondo tempo ha fatto quello che doveva, l’ho tolto solo per alzare la squadra, ci volevano centimetri ed altezza come prima qualità. Non ti dico chi gioca in porta e chi terzino sinistra. Sono talmente pochi che si può anche sbagliare la formazione iniziale”.

C’è il rischio di partire contratti e nervosi? Strootman è in grado di fare la terza partita consecutiva?
“Se uno fa confusione a gestire il pericolo non può gestire neanche il successo. Se gli crea tensione una partita come quella di domani non può giocare nella Roma, non fa per noi. Su Strootman, avevo intenzione di fargliene giocare 30, ne mancano 27”.

Ha sentito Pallotta?
“Lui è uno attivo con il telefono, manda messaggi a me, a voi, a tutti. L’ho sentito. Lui è felice di questa situazione e non vede l’ora di andarcela a giocare. Rendeteci responsabili dello spettacolo che offriamo, dobbiamo portare più persone possibili allo stadio, ringraziamo chi paga il biglietto per vederci e cercheremo di portarne sempre qualcuno in più ogni volta che entreremo dentro l’Olimpico con grandissimo rispetto e dignità”.

Claudia Demenica

Castellammare, turista morso da un serpente: quanta paura!

0
I dettagli di quanto accaduto

Una brutta avventura per un turista spagnolo in vacanza a Castellammare di Stabia che è stato ricoverato in codice rosso all’ospedale San Leonardo. Il 50enne aveva deciso di fare una passeggiata sui boschi di Quisisana quando è stato morso da un serpente e ha perso conoscenza. A ritrovarlo privo di sensi è stato un medico.

 

Vertice a Ventotene per cambiare l’Europa

0

Vertice blindato con Hollande e Merkel, il premier Matteo Renzi chiede un’Europa “più attenta ai valori e meno alla grande finanza”

Napoli – Imponenti misure di sicurezza a Napoli per l’arrivo del premier Matteo Renzi, del presidente francese Francois Hollande e del cancelliere tedesco, Angela Merkel, in occasione del vertice a Ventotene. A spiegare il significato del summit è lo stesso Renzi sulla sua enews: “E’ facile buttare addosso all’Europa tutte le colpe, le colpe di tutto. Piu’ difficile e’ cercare di costruire un’Europa diversa, piu’ attenta ai valori e meno alla grande finanza. Noi ci stiamo provando, con tutta l’energia di cui disponiamo”.  “Rispetto chi sa solo dire no, chi sa solo lamentarsi, chi sa solo urlare che va tutto male. Ma noi stiamo provando a cambiare, concretamente, passo dopo passo. Anche in Europa – nota Renzi -. Il vertice di oggi con Hollande e Merkel a Ventotene va in questa direzione”.

“Abbiamo scelto il luogo di Spinelli e dei suoi compagni di confino e prigionia – sottolinea il premier -, il luogo nel quale nacque il Manifesto per gli Stati Uniti d’Europa mentre il fascismo aveva esiliato e imprigionato questi profeti dell’unita’ europea. Credo sia un simbolo in cui tanti italiani possono riconoscersi. Metteremo un fiore sulla tomba di Spinelli e poi lavoreremo a bordo di una nave italiana, la Garibaldi, che e’ in prima fila nel coordinamento delle operazioni di salvataggio nel Mediterraneo. Due simboli in uno: i valori ideali, l’impegno concreto”.
Per Renzi “davanti ai problemi uno deve scegliere: trovare un buon colpevole o trovare una buona soluzione. Noi lavoriamo per risolvere i problemi”.

“E allora – prosegue – vogliamo che l’Europa del dopo Brexit, l’Europa colpita al cuore dal terrorismo rilanci un ideale forte di unita’ e di pace, di liberta’ e di sogno, di dialogo e di identita’. Ecco perche’ dobbiamo investire nella difesa comune, nell’innovazione digitale, nelle scuole e nella cultura. L’Europa e’ la madre affettuosa dei nostri valori, non la custode algida di regole burocratiche difficili da accettare. Questa sfida non e’ facile da vincere per l’Italia. Ma non siamo piu’ quelli a cui ridono dietro. Adesso tocca anche a noi, proviamoci, tutti insieme. Perche’ usando le parole finali del Manifesto di Ventotene: ‘La via da percorrere non e’ facile, ne’ sicura. Ma deve essere percorsa e lo sara’!'”.

Intanto molo Pisacane del porto di Napoli, dove e’ attraccata la ‘Garibaldi’, e’ interdetto gia’ da sabato scorso e sorvegliato. La nave, che ospitera’ Renzi, Hollande e Merkel, dopo il loro omaggio ad Altiero Spinelli, salpera’ da Napoli con gli accreditati al vertice e la stampa intorno alle 11.40.

Il presidente del Consiglio dei ministri arrivera’ all’aeroporto di Capodichino, dal lato militare, intorno alle 15.30; venti minuti dopo arrivera’ il cancellerie tedesco, e cinque minuti dopo le 16 Hollande. La partenza per Ventotene dei tre e’ prevista alle 16.30 a bordo di un elicottero della Marina Militare E 101 e l’arrivo all’isola pontina circa un’ora dopo. Poi, dopo l’omaggio, l’arrivo a bordo della portaerei per il vertice. La nave rientrera’ alle 22.30 nel porto di Napoli, ma il premier e i suoi ospiti saranno gia’ andati via sempre a bordo dell’elicottero. Sia al porto di Napoli che all’aeroporto, nell’area militare, sono state effettuate bonifiche a 360 gradi, compresa quella dei fondali a cura della Marina Militare. Presenti anche tiratori scelti e unita’ cinofile. Era previsto anche un piano alternativo per raggiungere la portaerei nel caso in cui le condizioni meteorologiche non consentissero l’uso dell’elicottero. La tutela delle tre personalita’ politiche e’ stata distribuita tra carabinieri e polizia.

vivicentro.it/politica
vivicentro/Vertice a Ventotene per cambiare l’Europa
AGI/Renzi, a Ventotene per cambiare l’Ue

FOTOGALLERY ViViCentro – Pescara-Napoli, il racconto in foto

Questi gli scatti di Giovanni Somma per Vivicentro

Il Napoli non va oltre il pari a Pescara in una gara cominciata male ma che alla fine poteva regalare i tre punti. Uno strepitoso Mertens tira su i suoi compagni e salva la prima giornata a tinte azzurre. Questi gli scatti della nostra redazione.

CLICCA SULLE FOTO per ingrandirle

 

Sky – Diawara sta svolgendo le visite mediche in questi istanti

E’ il giorno di Amadou Diawara al Napoli. Il centrocampista guineano classe ’97 sta svolgendo le visite mediche a Castel Volturno con il club azzurro, poi diventerà ufficialmente un nuovo rinforzo per la mediana di Maurizio Sarri. Affare da 15 milioni di euro bonus compresi con il Bologna  e contratto quinquennale per il calciatore.

Ecco le foto dell’arrivo di Diawara, per le quali si ringrazia il giornalista di Sky Sport Francesco Modugno:

 

Diawara_ Castel Volturno

 

Da gianlucadimarzio.com

Cronaca (parziale) di un mercato incompleto: l’amore non è baciare la maglia finché… soldo non ci separi!

Questo il pensiero sul mercato

Ci siamo. L’inizio del campionato, per il Napoli sull’ostico campo del Pescara, ha già fatto capire che questa non sarà un’annata semplice per i partenopei. Il mercato, che ha tenuto banco per settimane, tra speranze, delusioni cocenti, nuovi volti, passaggi di casacca inaspettati, è in piena fibrillazione. Doveroso quindi fare il punto sulla situazione attuale in casa Napoli. L’unica vera antagonista allo strapotere della Juventus negli ultimi anni, sembra essere molto attiva in questi ultimi giorni di contrattazioni frenetiche, con nomi che si rincorrono continuamente.

La partenza del fuoriclasse argentino Gonzalo Higuain, approdato proprio a Torino, sponda Juventus, ha lasciato l’amaro in bocca ai tifosi azzurri. Inutile negarlo, il tradimento ha sempre il sapore di fiele, specialmente se chi cantava fino a due mesi prima “difendo la città”, si scopre a difendere a spada tratta esclusivamente i propri interessi. Vederlo esultare con la maglia bianconera è stato un vero trauma, ma si sa, l’amore si tramuta facilmente in odio. La società partenopea nulla ha potuto a fronte del pagamento della clausola rescissoria, ma ha utilizzato solo in parte i grossi introiti derivanti dalla suddetta cessione e dai diritti televisivi derivanti dall’approdo diretto alla Champions League.

La sensazione è che qualcosa ancora si farà, investendo più sulla rosa nella sua generalità piuttosto che su un singolo nome.  Al patron, infatti, la piazza rimprovera il mancato approdo di un fuoriclasse di livello assoluto che possa sostituire nel cuore dei tifosi il ‘traditore’ argentino. Il profilo ha avuto fin da subito le sembianze di un altro albiceleste, il giovane capitano dell’Inter, Mauro Icardi. L’offerta pare si sia spinta fino alla “folle” cifra di sessanta milioni. Ben orchestrata insieme alla moglie-procuratrice Wanda Nara, sembra che la manovra sia servita solo a garantire un rinnovo di contratto, un po’ forzato dopo una stagione fatta di luci e ombre.

Ai suoi detrattori, il presidente del Napoli risponde con i numeri; a suo dire, si è speso, non poco, in questa sessione di mercato: 10 milioni per Tonelli, che va a puntellare quella difesa già molto affidabile; 14 milioni per Zielinski, centrocampista duttile e giovane, già svezzato al calcio italiano; 1.5 per Giaccherini, ottima alternativa in quel centrocampo spesso orfano di sostituti all’altezza nella passata stagione; e infine Milik, 32 milioni, il secondo acquisto più oneroso dell’era De Laurentiis, chiamato nella difficile opera di far dimenticare le gesta del Pipita “Giudain”.

In dirittura d’arrivo la scommessa Rog, messosi in luce nella Dinamo Zagabria, impegnata in questi giorni per centrare l’entrata in Champions, e il giovanissimo Diawara dal Bologna. Se come sembra, i big come Koulibaly e Insigne dovessero rimanere, a discapito delle sirene inglesi e milanesi, si potrebbe parlare di una squadra più equilibrata dell’anno scorso, senza un fuoriclasse ma con tanti ottimi comprimari, e qualche stella. Punto di riferimento assoluto resta il faro, il capitano Marek Hamsik, che ha più volte ribadito la volontà di rimanere all’ombra del Vesuvio. Sono seguiti i fatti, con un rinnovo praticamente a vita, dimostrazione che l’amore non è baciare la maglia, ma amarla e rispettarla fino in fondo, e non finché… soldo non ci separi!

a cura di Fabiano Malacario

RIPRODUZIONE RISERVATA

Mobilità Non Deportazione: logica scellerata

1
In più occasioni, abbiamo avuto modo di condannare la logica scellerata dell’attuale riforma dell’Istruzione voluta dal governo Renzi, che accelera il processo di aziendalizzazione della scuola; in più occasioni abbiamo denunciato gli altrettanto scellerati tagli al personale e ai finanziamenti attuati da tutti i governi nei decenni precedenti la legge 107; abbiamo denunciato l’iniquo meccanismo di assunzione e mobilità, la discriminante logica della chiamata diretta, la perdita di titolarità di sede con l’assunzione triennale o la scelta del candidato sulla base di un colloquio, insieme ai nuovi poteri attribuiti al dirigente. Ora, come era prevedibile, molti altri nodi vengono al pettine.
Nonostante la tanto proclamata centralità della scuola da parte dell’attuale governo, le condizioni della scuole del Sud d’Italia rimangono molto critiche: le classi in molte scuole sono troppo numerose anche in aperta violazione della legge; gli edifici inadatti e insicuri a causa dei tagli agli Enti locali; molti alunni con disabilità non hanno le necessarie garanzie in termini di assistenza, di sostegno o di continuità didattica; il tempo scuola drasticamente ridotto. Questa sistematica politica di disinvestimento ha peggiorato la qualità della scuola e ha comportato la riduzione dell’organico, rendendo ancora più instabili le condizioni lavorative di molti docenti. Inoltre il sovrapporsi nel corso degli anni di incoerenti meccanismi di reclutamento hanno innescato una profonda conflittualità all’interno del mondo della scuola, una guerra tra docenti che ha come esito un indebolimento generale della categoria.
L’ultima fase di questa sistematica azione di divide et impera si è concretizzata nella mobilità per il prossimo anno scolastico. Le operazioni di trasferimento già compiute e pubblicate contengono numerosissimi errori, ampiamente riconosciuti anche dai funzionari dei singoli provveditorati; il funzionamento stesso del sistema centrale, sovrinteso da un complicato algoritmo, rimane in più punti oscuro, difficilmente comprensibile e sensibilmente fallace essendo state ignorate in numerosi casi le precedenze e preferenze legittimamente previste. Inoltre, la complicata successione di fasi di questo sistema di mobilità penalizza ampi strati di lavoratori con decenni di esperienza alle spalle e che ora si vedono costretti a emigrare.
Il costo sociale di questa ulteriore fase di ristrutturazione della Scuola è altissimo e anche in questo caso è il Sud a pagare il prezzo più alto e i precari storici, ormai neoassunti, sono le vittime di questo sistema.
Lo Stato chiede di scegliere tra il diritto al salario e il diritto alla famiglia. Ma come si può scegliere tra due dei principali diritti su cui si basa la nostra Costituzione? Come sosterrà lo Stato i costi di questa disgregazione in termini di assistenza agli anziani, ai disabili e ai minori? Quale supporto sarà dato a madri e padri single, a famiglie, a nonni rimasti soli a reggere lo smembramento di interi nuclei familiari?
Chiediamo l’immediata stabilizzazione di tutti i precari, il riconoscimento di tutti i posti in organico, il diritto a lavorare nella propria regione, l’ampliamento delle assunzioni e del tempo scuola. I posti ci sono, come c’è la necessità di tenere il più possibile aperte le scuole specie in regioni difficili. Servono docenti e ATA per farlo. Quello che manca e continua a mancare, al di là della propaganda, è l’investimento dello Stato e la volontà politica di riconoscere al Sud la dignità che merita. 
— (Anna Grazia Stammati – Presidente CESP – Cobas Scuola)
#MobilitàDocenti #Algoritmo #Legge107 #LaBuonaScuola #LaBuonaSòla #Cobas

Il Pungiglione Stabiese – Inizia il campionato, le Vespe attese dal Catania

Il Pungiglione Stabiese programma sportivo in onda su ViViradioWEB

Dopo la lunga sosta estiva riprendono le trasmissioni del programma radio, targato ViViRadioWEB dal titolo Il Pungiglione Stabiese. Come sempre alla conduzione del ci sarà Mario Vollono,  collegatevi oggi 22 agosto 2016 dalle ore 20:00 per avere notizie in esclusiva sul mondo gialloblè. Avrete due modi per seguire la puntata:

DIRETTA

DIFFERITA (dopo 2 ore dalla diretta)

In questa puntata in studio ci saranno Gianluca Apicella (Magazine Pragma), Claudio Scotognella e Ciro Novellino (ViViCentro), Gianfranco Piccirillo (StabiAmore).

Parleremo dell’amichevole con la Frattese finita in rissa, in cui a farne le spese è stato Paolo Capodaglio che ha subito la frattura della mandibola.

Ci collegheremo telefonicamente con Andrea De Lucia Presidente del settore giovanile della Juve Stabia, con il quale parleremo dei progetti che riguardano le Vespette di Castellammare di Stabia.

Questa sera avremo come ospite telefonico il D.G. Clemente Filippi  con cui parleremo delle prospettive per il prossimo campionato.

Parleremo del prossimo incontro con il Catania dell’ex allenatore gialloblè Pino Rigoli, esordio stagionale della Juve Stabia.

Avremo inoltre in collegamento telefonico Samuele Romeo ex difensore della Juve Stabia e palermitano di nascita.

Avvisiamo i radioascoltatori che è possibile intervenire in diretta telefonica chiamando il numero 081.048.73.45 oppure inviando un messaggio Whatsapp al 338.94.05.888.

Gli ascoltatori possono inoltre scrivere, nel corso del programma, sul profilo facebook “Pungiglione Stabiese” per lasciare i loro messaggi e le loro domande.

“Il pungiglione stabiese” è la vostra casa. Intervenite in tanti!

Vi ringraziamo per l’affetto e la stima che ci avete mostrato nel precedente campionato e speriamo di offrirvi una trasmissione sempre più bella e ricca di notizie.

Hamsik: “Peccato non aver vinto ma pensiamo già al Milan”

Le sue parole

Marek Hamsik ha parlato sul suo sito ufficiale dopo il pareggio di Pescara: “Nel primo tempo abbiamo dato troppo spazio al Pescara, che lo ha saputo sfruttare bene. Nella ripresa il gioco è cambiato e abbiamo fatto meglio. Dispiace non essere riusciti a segnare il terzo gol e non essere partiti bene ma guardiamo avanti e pensiamo già alla sfidal al Milan. Rigore negato? Non capisco perchè l’arbitro abbia cambiato idea, ma dobbiamo accettare la decisione”.

Brutte notizie per Tonelli: starà fuori almeno un mese

I dettagli

Cattive notizie per Lorenzo Tonelli, come scrive il Corriere dello Sport. Il difensore dovrà stare fermo ai box per almeno altre quattro settimane per i problemi al ginocchio che lo tormentano già da diverse settimane. Notizia che potrebbe indurre il Napoli ad andare sul mercato in queste ultime fasi della sessione estiva.

Juve Stabia, l’ex Schillaci: “Vi racconto la mia vita: Zeman e la caduta nel vortice droga”

Le sue parole

Maurizio Schillaci, cugino di Totò, ex Juve Stabia, parla del suo passato fatto anche della caduta nel vortice della droga e lo fa alla Gazzetta dello Sport: “Vado alla Juve Stabia, ormai ho 33 anni. E qui conosco la droga. La cocaina, poi l’eroina. Nel frattempo ho divorziato da mia moglie. Le mie stagioni migliori le ho vissute con Zeman. Segnavo gol a ripetizione. Poi è arrivata la Lazio. Era il mio periodo di grazia. Vivevo nel lusso, ho cambiato 38 auto, ho giocato nello stadio dei sogni, l’Olimpico. Contratto di 500 milioni per 4 anni. poi qualcosa non va per il verso giusto. I primi infortuni, gli stop. Poi scopro perché. Vado in prestito a Messina, là trovo mio cugino Totò. Tutti i giornali parlavano di noi, io e lui facevamo a gara a chi segnava di più quando io ero al Licata e lui a Messina. Ma la mia carriera in realtà s’è spezzata a Roma. Un infortunio mai curato che mi impediva di esprimermi al meglio. Facevo poche partite e mi fermavo. Mi chiamavano il “malato immaginario” o il “calciatore misterioso”, perché ero sempre in infermeria. In realtà avevo un tendine bucato. A Messina si accorgono del problema, mi curano, ma la carriera era ormai volata via. Poi ho subito altre situazioni. Più brutte degli infortuni. Vado alla Juve Stabia, ormai ho 33 anni. E qui conosco la droga. La cocaina, poi l’eroina. Nel frattempo ho divorziato da mia moglie. Zeman? Ogni tanto lo intravedo ancora. Lui impazziva per me. Un grande in campo e fuori per le sue battaglie. Il doping? C’è stato sempre. A me consigliavano di prendere la creatina, mi sono fidato dei medici. Era proibita, ma l’ho saputo dopo. Soldi per aggiustare le partite? Solo una volta me li hanno proposti. Giocavo nel Licata, a Casarano, lo dissi subito a Zeman. Mi disse di rifiutare. Poi finì 0-0, prendemmo 8 pali. Ma a volte le partite si decidono in mezzo al campo, parlando… Il mio declino è stato velocissimo e ora mi ritrovo per strada. Non riesco a trovare lavoro, dormo nei treni fermi alla stazione. Ci sono altre persone con me, siamo un gruppo di 20 barboni. Con mio cugino Totò non ci sentiamo più. Ho lavorato nella sua scuola calcio per un periodo, ma per “travagghiare” là spendevo 300 mila lire e guadagnavo la stessa cifra. Ho deciso di mollare. Ed ero stanco delle chiacchiere della gente di quel guardarti storto di chi diceva: non porto mio figlio da chi si drogava. Ma l’eroina per me non esiste più. Ho toccato il fondo ma ora voglio risalire. Ogni tanto guardo i bambini giocare in mezzo alla strada. Li osservo e mi piacerebbe dare un calcio a quel pallone”.

La SSC Napoli: “Nelle partite serali in trasferta non svolgeremo quest’anno attività media”

I dettagli

Non hanno parlato i tesserati del Napoli ieri sera dopo la partita di Pescara, escluso Marek Hamsik che ha rilasciato la classica intervista flash al termine del match. La SSC Napoli, tramite il proprio account Twitter, tuttavia ci tiene a specificare che “il Napoli non ha attuato ieri sera alcun silenzio stampa, infatti ha parlato Hamsik sul campo a fine partita. Avevamo comunicato già la mattina alla Lega Calcio che nelle partite serali in trasferta non svolgeremo quest’anno attività media. Questo a prescindere dai risultati, dalle decisioni arbitrali o da qualsiasi altro evento possa accadere”.

Cucci critico: “Quanti regali: il Napoli è la Befana d’agosto”

Italo Cucci – Il Roma

Il Napoli è la Befana d’agosto. Pescara grata festeggia la promozione in A fortemente voluta da Oddo come questo ricco pareggio a suon di gol. Sarri è un benefattore. Ha fatto incassare a De Laurentiis 94 milioni regalandogli un Pepita d’oro da 36 gol ma ha anche sparso a piene mani punti preziosi, donandoli alle squadre meno titolate del torneo, a volte disperate: ieri al neopromosso Pescara, nella scorsa stagione a Sassuolo, Sampdoria, Empoli, Carpi, Genoa, Bologna e Udinese. Tredici punti da scudetto. Sarri è un valorizzatore di talenti: Albiol, Koulibaly e Hysaj al Napoli – oltre al Pipita – li ha fatti grandi lui. A Pescara ha rivelato Benali e Caprari, due ragazzi maltrattati da Palermo e Inter prima di trovar casa all'”Adriatico”, permettendogli di segnare due gol preziosi. Quello di Ahmed Benali, nato a Manchester e naturalizzato libico (percorso inverso) ha portato un sorriso nella notte di Tripoli. Battute a parte, Sarri è comunque riuscito nell’impresa di ricucire la partita dopo i due gol non visti da Reina facendo la scelta giusta: l’ingresso al posto di Insigne di un Mertens vivace più di tutti, deciso più di tutti e anche polemico non mi pare solo il seguito della vecchia e utile “staffetta”; Lorenzo è stato al di sotto delle sue abituali performance come e più dei compagni, forse anche per il “caso” contrattuale ch’è nato e l’atteggiamento negativo del presidente. Sta di fatto che il Mertens Salvatore farà pesare al tecnico la sua salvifica doppietta. La “prima” in negativo è certamente rimediabile ma mi ha stupito vedere così incerta la squadra che d’estate ha lavorato duro, badando solo a darsi una preparazione seria e forte. Sarà comunque inutile, se non dannoso, dare un alibi arbitrale al brutto Napoli del primo tempo. Pensiero finale: con tutti quei milioni in cassa è obbligatorio cercare sul mercato un bomber vero. Icardi è stato solo uno scherzo agostano.

Maksimovic-Napoli, ieri l’ultimo sì: l’agente chiama Giuntoli

I dettagli

Il Mattino parla della telenovela Maksimovic-Napoli. L’ultimo ‘Sì’ è arrivato ieri a pranzo quando Ramadani, il potente manager di Maksimovic, ha sentito il ds Giuntoli per ribadirgli che per il difensore serbo non ci sono alternative al Napoli. Cairo ripete ai quattroventi che preferisce tenere fermo Maksimovic (al minimo sindacale) piuttosto che darlo a De Laurentiis. Oggi sono previsti nuovi contatti e il viaggio milanese che attende Giuntoli è pieno di speranze. Nulla può essere dato per scontato, ma entro 48-72 ore si saprà per certo quale sarà il destino del serbo.

Gabbiadini, l’intermediario: “Piace all’Everton, ma non c’è trattativa”

Le sue parole

A Si Gonfia La Rete, in diretta su Radio Crc, è intervenuto Vincenzo Morabito, intermediario della trattativa Gabbiadini-Everton: “Sarri? Se ha detto di ‘no’ a certi giocatori un motivo c’è e bisogna affidarsi a lui. Bisogne ritrovare un po’ la pace con Insigne, Koulibaly, Gabbiadini, tutti calciatori frastornati dal mercato. Nei prossimi giorni si sistemerà tutto, in un modo o nell’altro. Gabbiadini all’Everton? C’è stato un interesse da parte dell’Everton, ma Lukaku ha frmato un nuovo contratto e l’Everton sta prendendo Ghezzal dal Lione. Poi i Toffees decideranno se acquistare un altro attaccante o meno e Gabbiadini potrebbe essere di nuovo un profilo valido. Aspettiamo, ma al momento non c’è alcuna trattativa. La società è sempre stata chiara, inizialmente aveva aperto alla cessione di Koulibaly. Si erano presentati in due, Everton e Chelsea e il Napoli chiedeva 60 mln. Negli ultimi giorni il Chelsea è arrivato ad offrire questa cifra, ma il Napoli, viste le difficoltà ad arrivare a Maksimovic, non può più permettersi di privarsi di Koulibaly. C’è la volontà di trattenere il senegalese e vedere di piazzare una clausola rescissoria che possa permettere al calciatore di andar via l’anno venturo”. 

Pescara, il presidente: “Grassi? Su di lui ci sono attenzioni di grandi club”

I dettagli

Daniele Sebastiani, presidente del Pescara, ha rilasciato alcune dichiarazioni nel post-partita di Pescara-Napoli riportate da PescaraSport24: “Sono soddisfatto, abbiamo disputato un’ottima gara al cospetto di una grande squadra. Al di là delle mie sensazioni, è una partita da incorniciare, abbiamo fatto 60′ ad altissimo livello. Grassi e Aquilani? Dobbiamo fare i giocatori che servono e sul calciatore del Napoli ci sono attenzioni di grandi club, mentre Alberto è tesserato con un altro team”. Si è infatti parlato molto di un approdo, in prestito, del centrocampista azzurro sulle rive dell’Adriatico.

Sky – Diawara raggiungerà la squadra a Castel Volturno: novità sulle visite mediche

Colpo in canna per il Napoli, pronto ad annunciare l’acquisto di Diawara dal Bologna. Il centrocampista è atteso a Castel Volturno in queste ore per le visite mediche di rito, mentre la prossima settimana sarà comunque a Villa Stuart per un altro step di visite, condotto dal Professor Mariani. In arrivo un rinforzo per Sarri, Amadou Diawara è prossimo a diventare un calciatore del Napoli. Lo riferisce Gianluca Di Marzio,giornalista di Sky Sport ed esperto di calciomercato,tramite il proprio portale ufficiale.

Da gianlucadimarzio.com

Palinuro: operazione di ricerca e recupero dei tre subacquei (VIDEO)

0

Alcune immagini della giornata di ieri domenica 21 relative alle operazioni di  ricerca e recupero dei tre subacquei scomparsi nelle acque di Palinuro venerdì 19 agosto u.s.

Trovato e recuperato il corpo di Mauro Cammardella, titolare di un centro sub di Palinuro, uno dei tre sub dispersi dall’altro giorno durante la loro immersione nei fondali di Capo Palinuro. Per gli altri due, Silvio Anzola, turista milanese,  e Mauro Tancredi, una guida subacquea,  il recupero è ancora in corso. Ieri i soccorsi si erano aggrappati alla speranza di una bolla d’aria che avrebbe potuto dare ossigeno ai tre sub, ma dopo una notte intensa di ricerche con esito negativo sono svanite le ultime possibilita’ di ritrovarli in vita. Ieri mattina, il ritrovamento e il recupero del primo corpo.

Le immagini sono state effettuate da un elicottero AW 139 della Guardia Costiera e riprendono gli speleosub dei Vigili del Fuoco a bordo dei mezzi della Guardia Costiera.

COLLEGATE:

 vivicentro.it/sud/cronaca

 

I vignaioli coraggiosi delle Cinque Terre

Tra le difficoltà che devono superare i vignaioli delle Cinque Terre c’è anche il dislivello: il mezzo è un carrello su un microbinario

In Liguria, i vignaioli delle Cinque Terre, durante la vendemmia raccolgono l’uva affrontando centinaia di metri di dislivello. Da oltre trent’anni, per portare i grappoli su e giù, i contadini usano le monorotaie. Il loro è un lavoro fondamentale per impedire le frane.

“Noi, vignaioli estremi delle Cinque Terre” FLAVIA AMABILE*

In Liguria coltivano l’uva affrontando centinaia di metri di dislivello. Un lavoro fondamentale per impedire le frane. “Ma non abbiamo eredi”

Gianfranco Vita tira con energia il laccio: il motore si accende con uno schiocco che diventa poco dopo uno scoppiettio allegro. «È pronta? Allora saliamo? Dai che partiamo».

Saliamo. Parte dalle colline sopra Manarola una delle 50 monorotaie che da oltre trent’anni aiutano i contadini delle Cinque Terre a portare l’uva su e giù per centinaia di metri di dislivello delle terrazze durante la vendemmia. Un posto guida, due carrelli e un binarietto stretto con una pendenza da sport estremi.

In genere sui carrelli vengono caricati duecento chili di uva. In questo sabato mattina all’alba li usiamo per vedere da vicino il disastro che si sta consumando sulle colline della Liguria, il tempio dello Sciacchetrà, uno dei miracoli dell’arte vinicola italiana, un prodotto da meditazione che nelle sue versioni più raffinate può aver bisogno anche di cinque anni prima di arrivare in bottiglia. Il primo di questi cinque anni viene trascorso tra vigneti dove bisogna strisciare per vendemmiare, potare, piegare i tralci. Visti dal trenino, i giardini d’uva diventano una rapida apparizione di terrazze curate in mezzo ad un panorama di rovi, pini, bosco che si stanno impadronendo di una terra dove si resiste se si è eroi. Gli altri la abbandonano.

Ecco come l’uva si coltiva affrontando centinaia di metri di dislivello sul mare

«Eroi? Siamo stufi di esserlo, preferiremmo la normalità e ricavare come tutti dalla nostra attività quello che serve per farci vivere. Invece pur affrontando difficoltà estreme, pur lavorando per l’umanità perché proteggiamo un patrimonio protetto dall’Unesco, non solo non ci danno una medaglia ma ci massacrano con la burocrazia e leggi buone solo a complicarci la vita», si sfoga Matteo Bonanini, 60 anni, 1500 metri di vigneto alle Cinque Terre e due figli ventenni. I figli non hanno mai fatto più di quattro passi nel vigneto e Matteo è il più giovane dei soci della cantina sociale della zona di cui è presidente.

Sembra l’emblema del dramma delle Cinque Terre. Sulle colline coltivate a terrazze si produce uno dei vini più ricercati al mondo, ma non è chiaro se ci sarà ancora qualcuno a occuparsene fra venti anni. Ai piedi delle colline si apre un tratto di costa di una bellezza struggente. Ogni anno arrivano centinaia di migliaia di turisti a percorrere il Sentiero dell’Amore, a fare il bagno tra le sue cale di roccia scura e acqua cristallina, o a risalire i sentieri del Parco Nazionale. Ma se nessuno continuerà a coltivare i vigneti chi garantirà contro il rischio di frane?

Matteo allarga le braccia, sconfortato: «Non siamo riusciti a invertire la tendenza. Avevamo 500 ettari di vigneti negli anni Cinquanta, oggi ce ne sono 80 e sono scomparse le viti al di sotto dei 200 metri. Abbiamo provato in ogni modo a aiutare i vignaioli: abbiamo realizzato i trenini, un acquedotto, la cantina sociale. Abbiamo limitato l’abbandono ma il destino è segnato se non cambia qualcosa».

E allora gli anziani delle Cinque Terre hanno deciso di fare da soli. Appena si sparge in giro la notizia che qualcuno ha deciso di coltivare i vigneti vanno a offrirgli i loro terreni. E’ un comodato d’uso: non guadagnano nulla ma almeno i vigneti non restano abbandonati e non si corre il rischio di veder cadere tutto dopo un temporale d’inverno come troppo spesso sta accadendo.

Tanti di questi anziani sono andati a bussare alla porta di Alessandro Crovara, 43 anni, partito dieci anni fa con tremila metri di terreno e una fortissima voglia di farcela. A qualcuno ha dovuto dire di no, «Erano troppo lontani, sarebbe stato difficilissimo occuparsene», spiega. Altri, invece, li ha accettati ben volentieri. Tra un comodato e l’altro, oggi ha quasi un ettaro di vigneto e ha deciso il grande salto. Dopo dieci anni di doppia vita – impiegato in una cooperativa nei giorni feriali, vignaiolo nel tempo libero – ha lasciato l’altro lavoro e ha scelto la terra.

Non sono in molti ad avere il suo coraggio. In totale si contano al massimo 250 vignaioli nella zona: una cinquantina lavora in proprio, gli altri portano le loro uve alla cantina sociale. Ma ad avere meno di 50 anni sono non più di venti e la stragrande maggioranza di loro si occupano del vigneto solo nel tempo libero.

I motivi dell’abbandono sono nel paesaggio che si incontra mentre il trenino corre tra le colline: muretti caduti che nessuno ha i soldi per riparare, reti e cavi elettrici per tenere lontani i cinghiali e i loro danni, sentieri ripidi e sconnessi dove si corre il rischio di rompersi l’osso del collo ad ogni passo. Sullo sfondo il mare e uno scorcio del borgo di Manarola. «Rende di più una camera da affittare che un ettaro di vigneto da coltivare», spiega Gianfranco Vita, enologo della cantina sociale delle Cinque Terre. Il calcolo è semplice e spietato. Chi riesce ad avere un ettaro di vigneto può produrre al massimo 90 quintali. Li vende a due euro e mezzo al chilo, nella migliore delle ipotesi vuol dire ricavarne circa 22 mila euro. Si calcolano mille euro di spese tra fitofarmaci, concimi, irrigazione e uso della monorotaia. Restano 21 mila euro. Vuol dire che si lavora un anno intero con il freddo, il caldo, potando e vendemmiando schiena a terra per ottenere 1770 euro al mese. Senza straordinari nè tredicesime e con le tasse ancora da pagare. Eroi? No, secondo Alessandro Crovara: «Mi considero più fortunato che eroe: posso lavorare nella mia terra. Vorrei solo che mi rendessero la vita meno difficile».

Licenza Creative Commons
Alcuni diritti riservati

vivicentro.it/nord/cronaca
vivicentro/I vignaioli coraggiosi delle Cinque Terre
lastampa/“Noi, vignaioli estremi delle Cinque Terre” FLAVIA AMABILE*

*INVIATA ALLE CINQUE TERRE