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Buon compleanno Allan!

Il centrocampista brasiliano oggi compie 25 anni. ALLAN Marques Loureiro è nato in Brasile a Rio de Janeiro l’8 gennaio del 1991. Centrocampista di quantità e qualità, è cresciuto nelle giovanili del Madureira prima e del Vasco da Gama poi. Proprio con il Vasco da Gama ha debuttato nel massimo campionato brasiliano nella stagione 2009-2010. Lo scorso mese di luglio ha raggiunto il Napoli nel ritiro di Dimaro. Con la maglia azzurra ha finora giocato 17 partite in campionato con 3 gol, 1 in Coppa Italia e 5 in Europa League. La redazione di Vivicentro.it fa gli auguri al centrocampista azzurro.

Frosinone-Napoli, le probabili formazioni

La Gazzetta dello Sport pubblica le probabili formazioni di Frosinone-Napoli. Sarri recupera Jorginho, squalificato contro il Torino. Il centrocampista italo-brasiliano saràl’unica novità rispettoal match contro i granata. Per il resto la formazione sarà quella ormai nota. Stellone potrebbe optare per il 4-3-3 con Leali inporta e linea difensiva composta da M. Ciofani, Aijeti, Diakitè e Crivello. A centrocampo Sammarco, Chibsah e Gucher. In attacco Paganini, D. Ciofani e Dionisi.

Forte interesse del Bologna per Gabbiadini

La Repubblica parla di un forte interesse dei felsinei per Gabbiadini: “Non nuovo è l’interesse fortissimo del Bologna per Manolo Gabbiadini, che il suo procuratore Pagliari ha definito “incedibile”, ma solo per volontà di De Laurentiis. A un’estate fa, addirittura, risale la corte di Sarri per Oikonomou, il difensore centrale preso da Fusco, che potrebbe tornare utile, tra qualche tempo, per abbattere il prezzo di Gabbiadini, non inferiore ai 20 milioni. Sempre che tra sei mesi non spunti proprio Diawara, in un’ipotetica e all’oggi prematura maxi operazione su vasta scala”

L’Istat vede la ripresa: salgono potere d’acquisto e spese delle famiglie

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Segnali positivi per il mercato interno: il potere d’acquisto è aumentato – nei primi nove mesi del 2015 – dello 0,9% rispetto a un anno prima. La spesa del terzo trimestre è cresciuta dell’1,4% sul 2014. Ma le società ancora non investono.

MILANO – Segnali positivi sulla ripresa del mercato interno, in particolare dei consumi delle famiglie, ai quali si appigliano le speranze di rilancio economico in un momento di difficoltà per i mercati emergenti e quindi le nostre esportazioni. Nel terzo trimestre del 2015, il reddito disponibile delle famiglie consumatrici è aumentato dell’1,3% rispetto al trimestre precedente e dell’1,5% nel confronto con il corrispondente periodo del 2014. Secondo i dati dell’Istat, il potere d’acquisto (che considera cioè anche l’inflazione), sempre nel periodo luglio-settembre è aumentato dell’1,4% rispetto al trimestre precedente e dell’1,3% sul terzo trimestre del 2014. Nei primi tre trimestri del 2015, nei confronti dello stesso periodo del 2014, il potere di acquisto è cresciuto dello 0,9%.

Nel portafoglio degli italiani si è dunque ricostruita un po’ di ‘forza’, che almeno in parte si è tramutata in consumi: “La spesa delle famiglie per consumi finali, in valori correnti, è aumentata dello 0,4% rispetto al trimestre precedente e dell’1,2% rispetto al corrispondente periodo del 2014”, dice l’Istat. Dinamiche diverse per investimenti e risparmi: “Nel terzo trimestre del 2015 la propensione al risparmio delle famiglie consumatrici è stata pari al 9,5%, in aumento di 0,9 punti percentuali rispetto al trimestre precedente e di 0,3 punti percentuali rispetto al corrispondente trimestre del 2014. Il tasso di investimento”, invece, “è stato pari al 6%, in diminuzione di 0,1 punti percentuali sia rispetto al trimestre precedente, sia nei confronti del terzo trimestre del 2014”.

Nella rilevazione dell’Istituto rientrano anche i dati sulla redditività delle aziende. La quota di profitto delle società non finanziarie, pari al 40,1%, è rimasta invariata sia rispetto al trimestre precedente sia rispetto al corrispondente trimestre del 2014. Nel terzo trimestre del 2015, il tasso di investimento delle società non finanziarie è sceso al 18,8%, con una diminuzione di 0,3 punti percentuali rispetto al trimestre precedente e di 0,2 punti percentuali rispetto al corrispondente trimestre del 2014.

A Frosinone 2mila napoletani in trasferta

Secondo Il Corriere dello Sport, saranno circa duemila i tifosi del Napoli che raggiungeranno Frosinone, in trasferta, domenica pomeriggio per assistere alla partita dei loro beniamini. In fondo è vicino, poi ci si gioca lo ‘scudettino’ d’inverno. Tra l’altro, dopo Frosinone, al San Paolo, arriveranno prima il Sassuolo e poi l’Inter in Coppa Italia, con la sensazione che si possa giungere a quota centomila spettatori in due match. 

Casting mezzala, brusca frenata per Andrè Gomes

La Gazzetta dello Sport scrive: “Il difensore, come detto, è diventato la priorità ma un centrocampista dovrebbe arrivare ugualmente (anche se Sarri sta facendo progredire molto Chalobah). Certo, i nomi di prima fascia sono tutti difficili da raggiungere. Da Valencia arrivano notizie di una rottura nella trattativa per André Gomes, con gli spagnoli e l’agente Jorge Mendes decisi a tenere lì il portoghese almeno fino a fine stagione, per poi magari cederlo in Premier League. La pista straniera che sembra più accessibile conduce ad Herrera del Porto, ma anche in questo caso serve un investimento importante (oltre i 20 milioni) che presupporrebbe un De Laurentiis audace sul mercato visto che comunque Maksimovic non costerebbe poco. In Italia si potrebbe tornare sul solito Soriano (se il Valencia tiene Gomes c’è una concorrente in meno per il doriano), considerato però troppo offensivo per fare la mezzala”.

Bruxelles, scoperto il covo dove si è nascosto Salah

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L’attentatore di Parigi, ancora latitante, rifugiato in un appartamento dove sarebbero state confezionate anche le cinture esplosive: trovate tracce e impronte. Procuratore federale: “Si teme attentato il 15 gennaio”

BRUXELLES – Si trova nel comune di Schaerbeek, nella capitale belga, l’appartamento in cui Salah Abdeslam, l’attentatore di Parigi riuscito a fuggire dopo la strage del 13 novembre, si sarebbe rifugiato per sfuggire alle forze dell’ordine. E in quello stesso appartamento sarebbero state confezionate le cinture esplosive fatte scoppiare dai kamikaze entrati in azione nella capitale francese. A scriverlo sono oggi i quotidiani belgi in lingua fiamminga De Standaard, Het Nieuwsblad e Het Laatste Nieuws.

L’appartamento era stato preso in affitto da un sospetto attualmente agli arresti. È stato scoperto dagli inquirenti il 9 dicembre: allora vennero trovate tracce di esplosivo TATP e tre cinture cucite a mano e che potevano essere utilizzate per trasportare esplosivi. Nello stesso luogo è stata identificata un’impronta digitale di Salah Abdeslam.

I detonatori, secondo la stessa fonte, sarebbero stati applicati agli ordigni in un hotel vicino Parigi, a Alfortville, dove Salah Abdeslam aveva prenotato due stanze. La procura federale non ha commentato queste informazioni, precisa De Standaard.

Le Soir, ha detto che si teme un attentato il 15 gennaio prossimo, data simbolica perché è un anno esatto dall’uccisione dei due terroristi che preparavano attentati a Verviers. Il procuratore ha spiegato che i servizi hanno preso in esame un tale scenario: “Teniamo conto di questa data simbolica, i terroristi cercano sempre simboli”, ha detto van Leeuw.

 

 

Gesto tecnico e tattico: gol fantastico, ma non scordiamoci dell’azione

La Gazzetta dello Sport scrive: “Una delle caratteristiche che distinguono il giocatore di categoria superiore da quello normale è la varietà di repertorio. In ambito di eccellenza, certo, esistono le eccezioni, perché c’è anche chi cerca sempre la stessa giocata ma è il migliore al mondo a farla – la finta a rientrare sul sinistro di Savicevic, il destro a giro verso l’incrocio su cui ha messo il copyright Del Piero… – però essere imprevedibili aiuta. E Lorenzo Insigne lo sta diventando sempre di più. Pochi, e sicuramente non Padelli, avrebbero potuto immaginare che l’attaccante del Napoli potesse inventarsi quel pallonetto con cui ha segnato il primo gol al Torino. Probabilmente l’unico modo per colpire il pallone rimbalzante arrivatogli davanti al piede destro: è la perla della settimana, il miglior gesto tecnico della diciottesima giornata di Serie A. Sarebbe anche il gesto tattico migliore, perché la conclusione di Lorenzino giunge in coda a un’azione spettacolare, costruita su quindici passaggi che passano dai piedi di tutti gli undici uomini in maglia azzurra (Reina compreso) ed esaltata dai due tocchi prima di Insigne, entrambi di prima intenzione (come il tiro) a opera di Higuain e Callejon”.

Quagliarella: “Napoli è la mia città, offese personali e alla mia famiglia: il mio gesto non erano scuse!”

Una giornata intensa quella di ieri per Fabio Quagliarella. Attraverso il proprio profilo Facebook, l’attaccante napoletano ha rilasciato un lungo sfogo: 

“Napoli è la mia città. Non solo per colpa mia i rapporti con la tifoseria azzurra si sono deteriorati e questa ostilità la percepisco ogni volta che ritorno a casa. E’ frutto di malintesi, di incomprensioni che un giorno verranno a galla, ma oggi il tema non è questo. Di fronte a un pubblico che per l’ennesima volta offendeva me e la mia famiglia, dopo un gol che attendevo da tempo mercoledì sera l’adrenalina mi ha portato a compiere un gesto che evidentemente non è stato chiaro. Io non ho chiesto scusa ai tifosi del Napoli per aver segnato il rigore: assolutamente no, ci mancherebbe! In quel frangente volevo soltanto dire: basta ostilità, finiamola una volta per tutte, sono un professionista e in quanto tale faccio il mio dovere, ma contro di voi non ho nulla. Se ho trasmesso altre sensazioni, non solo me ne dispiaccio, ma questa volta sì che chiedo scusa. Chiedo scusa ai tifosi del Toro, perché io sono orgoglioso di indossare questa maglia e sarò eternamente grato al Torino perché dall’età di 14 anni mi ha fatto crescere sia come uomo, sia come calciatore. L’occasione è preziosa per chiarire un’altra questione importante. Tutti sanno che da qualche anno io non festeggio più i gol realizzati contro le mie ex squadre: non sono l’unico, basta vedere Gilardino o Ilicic ieri, ma voglio parlare solo di me perché non è sempre stato così. Giustamente i tifosi del Toro ricordano un precedente diverso, datato ottobre 2008, quando invece festeggiai con la maglia dell’Udinese la doppietta realizzata contro il Toro. E sbagliai: fu proprio quello il momento in cui realizzai che gioire per un gol segnato a una Società che ti ha dato molto, nei confronti di una tifoseria che ti ha voluto tanto bene, fa due volte male. Non so quale sia la cosa giusta: da molti anni non festeggio i gol alle mie ex ma ovviamente sono contentissimo di farli. Quel che ora mi preme è di far capire a tutti il mio stato d’animo: gioco nel Toro, che da sempre considero la mia seconda casa, ed è con questa maglia che voglio ritagliarmi uno spazio importante. Chi mi conosce sa quanto sia restio a mettere in piazza le mie emozioni, ma se ho trasmesso un’opinione così sbagliata di me allora è giunto il momento di farlo. Un uomo, quando sbaglia, non deve mai avere paura di chiedere scusa: a maggior ragione se è in buona fede. Chi vuole bene al Toro sa che questo è per noi un momento importantissimo: abbiamo perso per strada qualche punto, vogliamo e dobbiamo andarcelo a riprendere. Se restiamo uniti magari non sarà più facile, ma certamente sarà meno difficile. Il mio impegno non mancherà mai: le parole non contano, sarà il campo a dimostrarlo.Un abbraccio a tutti, Sempre Forza Toro.

Tesoretto Napoli, tra Zuniga e Henrique ha già incassato una bella somma

La Gazzetta dello Sport scrive: “Giuntoli è un ottimo risparmiatore: tra la cessione di Henrique e l’imminente prestito di Zuniga ha già messo in cassa 7 milioni lordi. Il Napoli pagherà un terzo dell’ingaggio del colombiano (500mila euro) da qui a fine anno, al resto provvederà il Bologna. A proposito, Giuntoli e Corvino hanno parlato per il futuro di Diawara e soprattutto di Masina”

De Laurentiis a Gomes e Maksimovic: 5 giorni o mai più!

Secondo Raffaele Auriemma su Tuttosport, il presidente De Laurentiis avrebbe lanciato un aut aut per quanto riguarda gli affari Andrè Gomes e Maksimovic: entro mercoledì bisognerà chiudere gli affari, altrimenti il club azzurro virerà su altri obiettivi. De Laurentiis non vuole correre il rischio che in pochi giorni si possano perdere due obiettivi ed allora è tornato alla carica per Roberto Soriano, l’alternativa ad Andrè Gomes. Anche qui c’è una data importante. Il 15 gennaio scade il tempo per pagare la clausola rescissoria messa da Ferrero(15 milioni). Trascorso questo tempo, De Laurentiis poi dovrebbe contrattare con il numero uno della Samp a prezzo libero e sarebbe una cosa molto complicata perchè Ferrero vorrà massimizzare la cifra da incassare.

Brescia, gridano ‘Allah Akbar’ al picchetto di protesta: 20 pakistani finiscono in questura

Il gruppo è stato portato via per essere identificato. Era composto da dipendenti di una cooperativa in lotta contro le condizioni di lavoro considerate discriminatorie.

Attimi di tensione a Desenzano del Garda, in provincia di Brescia, durante lo sgombero condotto dalla polizia a un picchetto di protesta. E’ successo davanti al magazzino del supermercato Penny Market, chiuso da alcuni giorni per lo sciopero di un gruppo di dipendenti di una cooperativa che lavora per conto del supermercato.

Un pakistano davanti agli agenti della Digos che stavano facendo alzare i manifestanti ha gridato “Allah Akbar”, facendo scatenare la reazione di altri 20 connazionali che hanno replicato urlando “Allah Akbar”. Il gruppo è stato individuato e portato in questura per gli accertamenti.

Maksimovic ai saluti, Cairo accetta l’offerta del Napoli

Come riferisce Tuttosport, il Torino vacilla all’offerta del Napoli per Makismovic e sarebbe ormai rassegnato a salutare il centrale serbo. Cairo è pronto ad accettare l’offerta di De Laurentiis e la trattativa ha spiccato il volo proprio nella trasferta granata al San Paolo. La proposta decisiva da parte del Napoli verrà formalizzata a breve e sarà la seguente: 20 milioni cash più 4 milioni in base a dei bonus facilmente raggiungibili: minutaggio stagionale, presenze e piazzamento finale della squadra. L’affare potrebbe concludersi nei prossimi giorni.

ESCLUSIVA – Andrea Cattoli: Cazzola non andrà a Lecce ma…

cazzolaIl Lecce vuole tentare l’assalto alla Serie B e Braglia sta provando a dare indicazione per portare in puglia calciatori importanti. In questo momento il Lecce sembra moltissimo un piccolo-grande cantiere dove tutto può succedere.

Moscardelli è il sogno del Benevento, Suciu è un nome caldo per la Cremonese. In entrata Piero Braglia prova a pescare dallo stagno dei suoi fedelissimi e spifferi raccontano che il tecnico toscano abbia chiesto alla dirigenza l’ex Juve Stabia, Riccardo Cazzola.

Intercettato dai microfoni di ViViCentro.it in esclusiva ha parlato il suo procuratore Andrea Cattoli, gelando i sogni di Braglia e Co:

“Cazzola non andrà a Lecce. Per adesso resta a Livorno, anche se ha offerte da molti team di serie B.”

Chiarissimo, la domanda sorge spontanea: La cordata di imprenditori leccesi proprietaria della società giallorossa, ed in particolare il Presidente Tundo, incasserà il colpo oppure tenterà un assalto decisivo?

Non sappiamo più raccontare le favole. MASSIMO GRAMELLINI*

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Un saggio americano: solo gli inglesi riescono a inventarle. Non hanno paura del lato oscuro 

La rivista letteraria The Atlantic, americana, ha condotto un’inchiesta dettagliata ed è giunta alla conclusione che in quest’epoca di ansie assortite e lettori bisognosi di cure affabulatorie, soltanto gli inglesi siano ancora capaci di popolare l’immaginario dei bambini di ogni nazione ed età. Alla notizia che l’Inghilterra, magari con l’aggiunta dell’Irlanda, detenga l’esclusiva delle favole qualcuno storcerà il naso e opporrà le sue eccezioni, però è un fatto che il più formidabile parto fantastico degli ultimi decenni è stato il maghetto Harry Potter, britannico, la cui saga si inserisce in un filone avviato dai personaggi di Tolkien e C.S Lewis, britannici anch’essi. Sarà il rapporto più stretto con la natura e con i miti fondativi pagani, l’assenza di una religione troppo moralista e inibente, la passione diffusa per i saperi esoterici, ma gli inglesi (e gli irlandesi) sembrano avere conservato un seme di conoscenze antichissime e la capacità di diffonderle attraverso un codice di immagini e archetipi che non parla all’emisfero razionale del cervello, ma si rivolge direttamente al subconscio di tutti gli esseri umani.

Uno dei momenti più emozionanti della mia vita è stata la scoperta che, accanto al significato letterale, le favole ne celavano un altro simbolico. Uno dei momenti più tristi è stato accorgermi che di questa scoperta non importava niente quasi a nessuno. Eppure mi vengono ancora i brividi quando penso agli artisti illuminati che dalla notte dei tempi hanno rivestito i segreti dell’esistenza e persino le future rivelazioni della fisica quantistica con le metafore dei racconti per l’infanzia. Quando penso che la Bella e la Bestia è la storia dello spirito che si riconcilia con la materia. Che la spada nella roccia è un simbolo fallico e la sua estrazione da parte del giovane Artù un rito di iniziazione sessuale. Che il bacio del principe azzurro alla bella addormentata è la metafora di quel risveglio consapevole che sta alla base di ogni antica tradizione spirituale. Che la rinuncia al simbolo del potere – sia esso l’anello elfico che Frodo va a gettare nel vulcano di Mordor o la bacchetta di sambuco che Harry Potter decide di spezzare dopo averla vinta a lord Voldemort nel duello finale – è l’atto supremo di distacco che completa l’evoluzione interiore dell’eroe.

Non è importante comprenderli con la mente, certi significati reconditi. L’emozione della favola li porta egualmente là dove devono andare: al di sotto della corteccia dell’Ego, nel regno della coscienza che Jung chiamava il Sé. La lettura delle favole procede su due livelli. Il subconscio infatti non comprende le parole. Il suo alfabeto è fatto di immagini e suoni. Mentre il piccolo lettore ascolta le avventure di principi e principesse, da qualche parte dentro di lui si forma l’immagine simbolica su cui potrà fare affidamento per il resto della vita. Quando, smarrita la sbornia di “realtà” tipica dell’età dello sviluppo, sentirà il bisogno di attingere a una conoscenza eterna per lenire le proprie paure e sviluppare i propri talenti.

Tutto questo gli inglesi non lo hanno dimenticato. E hanno avuto la forza di ricordarlo al mondo. Non è solo questione di lingua. Anche gli americani scrivono in inglese, ma le loro trame per l’infanzia esprimono un intento educativo, e dunque pragmatico, che smorza sul nascere lo sbrigliarsi della fantasia. Huck Finn è un capolavoro e Mark Twain un genio, ma si tratta di un capolavoro e di un genio intrisi di realtà. Persino la metafisica Moby Dick di Melville è appesantita da decine di pagine francamente noiose sulle varie tipologie di balene, quasi che lo scrittore avesse voluto rimarcare la base scientifica della sua straordinaria creazione. La cultura nordamericana ha compresso l’irrazionale fin dalle origini, assieme ai nativi indiani che ne sarebbero stati i naturali cantori. La concretezza etica della società fondata dai Padri Pellegrini ha spinto i compositori di favole a interpretarle non come una vacanza del pensiero, ma come il rivestimento zuccheroso di una medicina fatta di regole morali da impartire sotto forma di apologo con morale incorporata.

E gli italiani? Avendo copiato gli americani praticamente in tutto, non potevamo che seguirli anche in questa strage della fantasia immolata sull’altare della cosiddetta realtà. Pinocchio è un gigante della narrativa universale, eppure fu ignorato per un certo periodo persino dai suoi contemporanei. Le biografie di Collodi pubblicate dai giornali dopo la sua morte liquidano il burattino in poche righe. L’autore stesso non ebbe piena consapevolezza della sua opera, che toccò a Benedetto Croce sdoganare almeno dal punto di vista letterario. Collodi era un massone e non c’è pagina di Pinocchio che non contenga un riferimento alchemico (a cominciare dal nome del protagonista che si rifà alla ghiandola pineale, il “terzo occhio” di cui ogni tradizione esoterica si ripropone l’attivazione). Ma non ha lasciato eredi. Oggi si scrivono favole anche molto poetiche, intasate soprattutto di animali che parlano e ragionano come gli umani, ma manca la magia della spiritualità che in un Paese cattolico come il nostro viene ancora associata esclusivamente alla religione. Mentre il misticismo pagano che è alla base delle fantasie immortali degli inglesi si nutre di boschi, di orfani e di lettori che abbiano voglia di lasciarsi lambire dalla loro ombra a costo di perdervisi.

Al dragone mancano i consumatori FRANCO BRUNI*

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L’economia cinese preoccupa e i suoi guai possono avere forti ripercussioni mondiali. Si svaluta la sua moneta, crolla la Borsa e la crescita del Pil pare rallentare più di quanto ci si attendesse. Che cosa succede? Al di là di voci e fattori volubili, che di giorno in giorno influenzano i mercati, il problema è che in Cina si stanno sovrapponendo due complesse trasformazioni.  

La prima è il passaggio da un’economia il cui sviluppo è trainato dal settore che produce per le esportazioni a un sistema più concentrato nella produzione di beni e servizi per il consumo interno. E’ una transizione tipica dei Paesi che emergono dal sottosviluppo e la cui crescita deve a un certo punto fare un salto di qualità. Prima tutti gli sforzi sono per affacciarsi e affermarsi sui mercati mondiali, anche a costo di sacrificare quantità e qualità dei propri consumi. Ma arriva il momento in cui la differenza fra la modernità del settore esportatore e l’arretratezza del resto del sistema è eccessiva. Occorre allora cambiare modello: sviluppare il settore dei consumi e dei servizi interni, dove salari e profitti devono crescere per attirare lavoro e capitale e sostenere la domanda di ciò che si produce. 

Ciò richiede complesse ristrutturazioni di imprese, nuovi direzioni del credito e degli investimenti, una diversa attenzione politico-amministrativa: è una transizione difficile. Per aiutarla è meglio che il cambio rimanga forte. Con uno yuan forte le esportazioni cinesi sono più care per il resto del mondo, che perciò ne domanda meno, dando così un incentivo ai produttori cinesi perché puntino di più sui mercati interni.  

Lo yuan sta invece svalutandosi. E’ la conseguenza di un altro difficile cambiamento deciso da Pechino per completare la modernizzazione del Paese: passare da un’economia chiusa ai movimenti di capitali con l’estero a una Cina dov’è libera l’entrata e l’uscita di risparmi e investimenti, con lo yuan trattato in tutto il mondo. Aprire le frontiere ai capitali significa però offrire ai cinesi più opportunità di diversificare la loro ricchezza investendola all’estero, comprando altre monete, vendendo yuan e dunque svalutando. Per compensare questa pressione al ribasso del cambio occorrerebbe che, mentre escono capitali cinesi, entrino più capitali esteri, attirati proprio da quella modernizzazione che la Cina persegue. Al momento questo non succede abbastanza, per diverse ragioni, compresa una carenza di fiducia nell’effettiva capacità della Cina di guidare a buon fine le difficili trasformazioni che dovrebbero modernizzarla. Sicché le uscite di capitali prevalgono e la speculazione, nonché l’attesa di rialzi dei tassi di interesse in Usa, le trasforma in fughe precipitose, che svalutano il cambio e i corsi di Borsa. Un eccesso di svalutazione sarebbe un guaio anche perché in questi giorni sta emergendo che la Cina ha molti debiti in dollari e questi son più gravosi col cambio debole. 

Perché l’economia cinese viri durevolmente in positivo serve più credibilità della sua leadership politica che sta facendo i conti con l’aumento di trasparenza, libertà e democrazia che per modernizzare il Paese è altrettanto importante delle trasformazioni della sua economia. Le quali devono diventare più celeri e nitide: ristrutturando radicalmente le imprese pubbliche, riformando davvero i mercati dei beni, dei servizi, del lavoro, vincendo la battaglia intrapresa contro la corruzione, modernizzando e depoliticizzando le burocrazie. La Borsa va ripulita da titoli e operazioni economicamente inconsistenti e puramente speculative. Il governo deve smettere di confondere gli operatori internazionali promettendo mercati liberi salvo poi pasticciarli con pesanti controlli e obbligar le banche a comprare azioni per evitarne il crollo.  

E lo yuan? Le autorità cinesi stanno perdendo credibilità sul mercato valutario, con dichiarazioni e interventi che creano confusione e alimentano la fuga di capitali. Devono prendere un impegno chiaro e mantenerlo: potrebbe esser quello di tener stabile il valore in valuta cinese di un paniere di valute estere, magari proprio quel paniere nel quale il Fmi ha deciso di ospitare anche lo yuan, mostrando un’attenzione diplomatica per gli sforzi cinesi che dovrebbe incoraggiarli.

 

franco.bruni@unibocconi.it / lastampa

ISCHIA, VICINO LA FIRMA DEL GIOVANE DE CLEMENTE

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L’Ischia dopo il tesseramento del centrocampista Spezzani, sta per mettere a segno il suo secondo colpo in questa sessione di mercato. La società gialloblu tessererà a breve il giovane Giuseppe De Clemente classe ’97. Il centrocampista mancino ha iniziato la stagione con il Chieti Calcio in serie D, collezionando 4 presenze. Nelle prossime ore è attesa l’ufficialità da parte della società isolana.

CALCIOMERCATO, ISCHIA: ”PER IL VICE IULIANO SI PENSA A MODESTI DELLA JUVESTABIA “

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L’Ischia Isolaverde con il d.s Femiano è alla ricerca di un vice Iuliano. Dopo la rescissione con il giovane Mirarco,approdato poi a Monopoli in questa sessione di mercato, la società gialloblu aveva chiuso l’accordo per il ritorno sull’isola di Daniele Giordano, ma l’ex allenatore Sasà Campilongo, ora al Taranto ha fatto saltare definitivamente la trattativa. In questi giorni si era parlato di un interessamento sia per Bernardino D’Agostino in forza alla Casertana e dell’ex Matera Giovanni Russo. Ma in queste ore la società sembra aver individuato il vice Iuliano. Si tratta di Nicola Modesti classe ’90 della JuveStabia. Il portiere delle vespe vanta una sola presenza in campionato. L’estremo difensore in carriera ha indossato le maglie di Martina Franca, Aquila Calcio nell’ex serie C2 e in Serie D con il Morro D’Oro. Nei prossimi giorni la trattativa potrebbe concludersi con la firma del calciatore.

I Maio: “Non abbiamo cacciato nessuno.” E su A. Piccolo…

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La Virtus Lanciano non sta vivendo un momento felice. Penultimo posto in classifica e autentica dismissione della squadra in atto. La società frentana, infatti, in questo primo scorcio di calciomercato, ha già perso i centrocampisti, Paghera, Di Cecco, Il difensore Pucino, e il bomber Antonio Piccolo, il quale, attraverso una registrazione che circola tra i tifosi, avrebbe parlato di “Giocattolo dismesso”, e usato toni che Guglielmo e Valentina Maio, rispettivamente vice-presidente e presidente del sodalizo frentano, non hanno digerito, come tutte le critiche piovute nei loro confronti, condite anche da insulti di natura personale.

Ecco, allora, che i due rampolli della famiglia Maio, titolari di una nota ditta che si occupa dello smaltimento dei rifiuti, hanno tenuto nella mattinata odierna una conferenza stampa congiunta, nella quale hanno voluto chiarire alcuni punti fondamentali. Toni decisi e incisivi quelli dei due giovani dirigenti rossoneri, che non le hanno certo mandate a dire.

Il primo a prendere la parola è Guglielmo Maio: sguardo scuro e tono perentorio: “Il Lanciano sta operando un mercato di rifondazione, per ripianare il budget e il bilancio. Poi, i nostri sforzi saranno tutti rivolti alla salvezza della squadra: noi non abbiamo assolutamente mollato (usa un epiteto forte ndc). Noi ci mettiamo vita, passione, cuore e non siamo l’agnello sacrificale di nessuno. Noi teniamo al club, che viene prima di tutto, anche di me, di mia sorella e di mio padre, visto che siamo bersagliati tutti i giorni. In questi anni ci siamo tolti una marea di soddisfazioni, anche contro tutto e tutti. Stiamo solo operando per ripianare il budget societario, come fanno tutte le squadre. Non abbiamo problemi economici. Vogliamo solo che la S.S. Virtus Lanciano sia un’azienda indipendente.”

Gugliemo Maio, è un fiume in piena: “Questo è sport: si vince e si perde. Le annate possono andare bene come possono andare male. Mancanza di comunicazione da parte nostra? Non mi pare. Ho sempre risposto a tutti. Ho rilasciato tantissime interviste. Io e la mia famiglia ci abbiamo sempre messo la faccia. Non permetto a nessuno di mancare di rispetto alla mia famiglia. La società è sana. Non mi sono mai messo in tasca un euro grazie al Lanciano. Se i giocatori piangono perché vanno via (il riferimento è a Paghera ndc), si vede che qualcosa di buono da queste parti è stato costruito.”

La parola passa al presidente, Valentina Maio, di solito sempre sorridente e solare, ma non in questa circostanza: “Volevo aggiungere, che non accetto più attacchi personali verso me e la mia famiglia. Vanno in giro audio con giocatori che hanno parlato con i tifosi (il riferimento è alla conversazione di Piccolo con un tifoso). Allora, vi spiego cosa ho detto ai giocatori: io ho un carro da riempire, chi ne vuole fare parte è ben accetto. Ma io e la mia famiglia non abbiamo cacciato nessuno. Ho detto loro di avere bisogno di uomini. Ognuno, poi, ha fatto le sue scelte.” Riguardo Antonio Piccolo, il quale in una conversazione audio con un tifoso avrebbe rilasciato commenti pochi cortigiani verso la società rossonera, ecco il commento di Valentina Maio: “ Basta con questa storia di Piccolo, che è stato eretto a paladino della giustizia. Piccolo è andato allo Spezia perché il Pescara gli aveva offerto di meno. Se il Lanciano non avesse investito su Antonio Piccolo, a quest’ora non sarebbe dove si trova… Dovete avere fiducia in questa società. Non abbiamo fatto male a nessuno. Anche ai giornalisti chiedo rispetto. Ho letto di persone interessate al rilevare la nostra società. Allo stato attuale nessuno ci ha fatto una richiesta concreta. Colasante? Personalmente, nemmeno lo conosco. Ai calciatori avevamo chiesto una mano. Abbiamo detto che potrebbero arrivare 1/2 punti di penalizzazione, e che gli stipendi sarebbero stati pagati in maniera dilazionata, ma sicuramente entro il mese di giugno. A qualcuno la nostra proposta non è andata a genio, e a preferito fare le valigie. Sono scelte di vita.”

La chiosa riguarda il futuro. Ecco cosa dichiarano i fratelli Maio: “La priorità è la salute del club. Lotteremo fino alla fine per salvarci e sono convinto che ci salveremo. Noi faremo il nostro campionato e in campo manderemo 11 persone che lotteranno ogni giornata, senza regalare niente a nessuno.”

Queste le dichiarazioni dei fratelli Maio, nel momento più difficile della loro gestione. Riuscirà la famiglia, che dal 2008 detiene le redini del club abruzzese, a salvare anche quest’anno il club rossonero riportando il sorriso sul bellissimo volto di Valentina Maio? Ai posteri l’ardua sentenza…

CHRISTIAN BARISANI

Il Pungiglione Stabiese: I Satanelli? Serve un Del Sante!

DIRETTA

“Il Pungiglione Stabiese” programma webradio condotto da Mario Vollono andrà in onda eccezionalmente oggi 07 gennaio alle ore 20:15.

In studio ci saranno Gianluca Apicella (Magazine Pragma), e Salvatore Sorrentino (ViViCentro).

Parleremo del calciomercato della Juve Stabia che ha visto Del Sante la prima operazione conclusa dalle Vespe. Per l’occasione avremo come ospite telefonico il suo procuratore Andrea Cattoli che ci parlerà del suo assistito.

Parleremo della prossima gara, ultima del girone di andata, in cui le Vespe faranno visita al quotatissimo Foggia di Mister De Zerbi. Per conoscere meglio il prossimo avversario avremo in collegamento telefonico il collega Attilio Scarano di Calciofoggia.it.

Chiuderemo la puntata come di conseutudine parlando del settore giovanile della Juve Stabia collegandoci telefonicamente con Alberico Turi responsabile del settore giovanile.

Avvisiamo i radioascoltatori che è possibile intervenire in diretta telefonica chiamando il numero 081.048.73.45 oppure inviando un messaggio Whatsapp al 338.94.05.888.

Gli ascoltatori possono inoltre scrivere, nel corso del programma, sul profilo facebook “Pungiglione Stabiese” per lasciare i loro messaggi e le loro domande.

“Il pungiglione stabiese” è la vostra casa. Intervenite in tanti! 

Vi ringraziamo per l’affetto e la stima che ci avete mostrato nel precedente campionato e speriamo di offrirvi una trasmissione sempre più bella e ricca di notizie.