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Aznavour, a 92 anni il debutto all’Arena

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Aznavoice: così venne soprannominato Charles Aznavour in Francia, dove veniva considerato la risposta a Frank Sinatra; il suo vero cognome è Aznavourian: nato a Parigi nel 1924, è il più celebre francese di origine armena, figlio del cuoco del governatore d’Armenia e di una ragazza appartenente a una famiglia di commercianti

C’è chi debutta a 92 anni, quando ha già venduto 300 milioni di dischi e ha alle spalle 70 anni di palcoscenico: Charles Aznavour, ieri sera ha avuto la sua prima all’Arena di Verona. Cantare nel più grande teatro all’aperto del mondo, dice, non lo spaventa, anche se preferisce spazi più raccolti. E nonostante le cifre da record della sua vita d’artista, preferisce tenere un profilo basso: “Mi sento un artigiano”. Capace di incantare l’Arena.

Con Aznavour all’Arena in scena la storia del 900

Lo chansonnier francese, 92 anni, chiacchiera in tre lingue porge senza pause canzoni che hanno fatto sognare generazioni

VERONA – Spicca soltanto l’argento dei capelli sulla figurina minuscola, tutta in nero, che si affaccia nel buio sul palcoscenico dell’Arena di Verona. Stasera c’è appuntamento non con la nostalgia ma con la storia del Novecento: ne è testimonial Charles Aznavour.

È un fenomeno di longevità umana e artistica, ben contento di prender in giro l’universo mondo dall’alto dell’anagrafe: «I critici dicevano che non avrei mai potuto avere una carriera da interprete, sono morti tutti e io ho 92 anni», sorride orgoglioso e beffardo, e continua l’affondo: «Dicono che per star bene non bisogna mangiare grassi, zuccheri, sale. Sono stati il mio nutrimento principale».

Applausoni dalla platea; i quasi ottomila non certo giovanissimi che popolano l’Arena magari non saranno fortunati né vecchi come lui, ma il sogno è invecchiare così, mangiando e cantando quel che ti pare. Si percepisce un’allegria frizzante, come di miracolati che assistono a uno show teoricamente impossibile. Aznavour è implacabile, va avanti senza pause in 3 lingue, chiacchiera un sacco, porge canzoni che hanno fatto sognare generazioni come Morir d’amore, Quel che non si fa più, e la gente non ci bada poi troppo quando musica e canto stridono proprio su uno dei suoi più grandi successi, L’istrione. All’Arena, con Aznavour, si festeggia la vita che non vuol morire.

Il rock ci ha abituati al giovanilismo rugoso di nomi leggendari come Paul McCartney o i Rolling Stones, che a 70 passati affrontano impavidi e con un’energia da giovincelli saltellanti due o tre ore di concerti in stadi e arene in tutto il mondo. Non parliamo di Springsteen, che a 67 ha appena battuto il proprio record personale, a Philadelphia, suonando per 4 ore e 4 minuti il 7 settembre scorso. Certo li vedi alla fine delle serate che non hanno più niente di umano, e ti chiedi come faranno il giorno dopo. Ma che l’Ego e la passione sconvolgano le leggi fisiche, mantengano in vita e diano anzi vigore, è definitivamente provato da Charles Aznavour.

Davvero, un fenomeno. Con lui entriamo in un’altra storia: di Keith Richards o di Bruce, il grande chansonnier francese potrebbe essere il papà, è anzi l’ultimo rappresentate di una generazione di cuore e di passione, di melodia romantica e intensa, di una supremazia ancora della cultura francese sul poi imperante dominio angloamericano.

Ed è qui a ricordacelo, con una tigna quieta, come in una sfida perenne alle leggi fisiche e vocali. In scena la sua voce si è naturalmente appannata, così come la leggendaria enfasi con la quale inanellava storie romantiche e le sofferenze d’amore che ora continuano a scorrere («Non mi ricordo delle parole, e mi faccio aiutare dal gobbo – confessa in scena – però a differenza degli altri io lo dico») con la forza di un repertorio storico, noto ormai soltanto a chi ha compiuto almeno 50 anni.

Soltanto lo scorso luglio, a Milano, mi ha sussurrato all’orecchio, con civetteria: «Sa, non faccio più tanti concerti come prima. Però una volta cantavo un’ora, adesso due». Del resto, da tutta la vita canta: «Il faut savoir quitter la table / mais moi je ne sais pas». Bisogna sapere lasciare il tavolo, ma io non lo so fare.

Infatti. Mai nessuno aveva provato a 92 anni a imbarcarsi per un tour mondiale che si sta quietamente svolgendo, a tappe non ravvicinate di sicuro, in spazi di affluenza enorme, come l’Arena appunto nella quale ha chiuso ieri la tranche europea, per ricominciare poi a metà ottobre negli Stati Uniti. Anche lì mica teatrini: a New York faranno festa con lui al Madison Square Garden.

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lastampa/Con Aznavour all’Arena in scena la storia del 900 MARINELLA VENEGONI

Guelfi e ghibellini, la pace dopo 7 secoli

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Guelfi e ghibellini nel Novarese: si sa quant’è difficile sanare questo tipo di frattura. I due Comuni protagonisti di questa vicenda, Fontaneto d’Agogna (ghibellina) e Cureggio (guelfa), hanno rotto i rapporti nel 1312, quando i fontanetesi distrussero Cureggio. Conflitto ancora aperto – almeno in teoria – perché nessuno aveva mai firmato la pace finché Angelo Barbaglia, sindaco di Cureggio appassionato di storia, non ha rispolverato gli annali e chiesto i danni a Fontanteto. Ottenendo una proposta di pace: sette secoli dopo.

Pace fatta dopo sette secoli tra guelfi e ghibellini

Il turismo unisce Cureggio e Fontaneto, nel Novarese

CUREGGIO (NOVARA) – Dopo sette secoli Cureggio chiede i danni di guerra a Fontaneto d’Agogna, che risponde proponendo di siglare finalmente la pace.

Guelfi e ghibellini si guardano ancora in cagnesco, ma forse è venuto il tempo di seppellire le antiche rivalità e siglare almeno un armistizio.

Cureggio e Fontaneto sono due comuni del Novarese: duemila abitanti ciascuno, pianura al confine con la collina, e nessun asso da giocare sul tavolo del turismo. Così Angelo Barbaglia, sindaco di Cureggio, appassionato di storia locale, scopre che tra il suo paese e quello vicino c’è una ruggine vecchia di sette secoli: nel 1312 i fontanetesi avevano distrutto l’abitato di Cureggio, e quel conflitto è ancora aperto, perché mai nessuno l’ha ricucito con un trattato. Scopre anche che Cureggio ha un battistero romanico fra i più belli del Piemonte, salvato dal saccheggio, ed una torre medioevale, superstite anche lei, che attende solo di essere valorizzata.

«La torre diventerà il centro di studi e documentazione medioevale del Novarese, il battistero meta di visite guidate», dice il sindaco, che per realizzare il progetto ha già ottenuto dalla Fondazione Cariplo un contributo di 100 mila euro. Ma Barbaglia punta più in alto: «Bisogna riscoprire la storia di questi Comuni e costruire un percorso destinato al turista che qui, nella torre, potrà trovare documentazione, foto, tutto quello che è disponibile sul Medioevo Novarese».

La guerra. E’ il 1311, il periodo della Novara ghibellina che vuole eliminare le ultime roccaforti guelfe del territorio per ampliare i domini. Fontaneto è fieramente ghibellina, come Borgomanero: in mezzo, stretta a tenaglia, c’è Cureggio, ultimo avamposto guelfo. Cureggio all’epoca era la «Curia regia», importante per la posizione e l’economia; nell’inverno del 1311 Calcino Tornielli l’assedia, ma in aiuto dei cureggesi arrivano 10 mila valsesiani, guelfi anche loro, che temevano che dopo la caduta di Cureggio sarebbe stata la volta della Valsesia. Il paese si salva, ma la disfatta è solo rimandata. L’anno dopo all’assedio di Cureggio arriva Galeazzo Visconti, che attacca dal castello di Fontaneto e distrugge il paese: si prende anche gli ornamenti antichi, le lastre corinzie e le epigrafi di pregio e le fa trasportare nel castello vicino.

Sette secoli dopo il conflitto è ancora formalmente aperto: «E’ venuto il momento – commenta il sindaco di Fontaneto, Maria Antonia Platini – di firmare la pace, magari accompagnata da una bella manifestazione». Proposta accolta da Cureggio che prima, però, per fare le cose bene, invia la richiesta dei danni di guerra; come farà Fontaneto a soddisfarli? Decuplicare l’Imu, creare una tassa ad hoc, chiedere ai fontanetesi di lavorare gratis a Cureggio tre settimane di lavori socialmente utili all’anno? Proposte impraticabili, che farebbero ripartire all’attacco i ghibellini.

«Meglio organizzare insieme una serie di iniziative – dicono i due sindaci – e creare questo circuito di turismo culturale. Ma prima si dovrà siglare il trattato di pace: tra i due paesi c’è un torrente, nella frazione Balchi, che fa da confine; potremmo siglare lì il documento, con tanto di armigeri in costume medioevale al fianco». E una sagra, naturalmente medioevale, per brindare alla pace.

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De Laurentiis pronto al viaggio in Cina: due gli obiettivi

E’ quanto riferisce Calciomercato.com

Aurelio De Laurentiis è stato immortalato ai Maronti di Ischia con una delegazione cinese e Vivicentro ve lo ha mostrato in esclusiva (CLICCA QUI). Si parla del festival del cinema in Cina ma anche del diffondere il marchio Napoli in Oriente. Altre voci parlano di una cessione di quota societaria da parte del club azzurro, ma è un’ipotesi difficile, probabilmente da escludere se si ipotizza una quota maggioritaria. La prossima settimana il presidente andrà in Cina, e questo è sicuro: ha assoldato una manager campana per aiutarlo a diffondere il marchio Napoli in oriente, ma anche per cercare nuove strategie commerciali. Non si eclude neanche una tournée asiatica nel periodo natalizio o durante la prossima estate.

Libia, riaperti i rubinetti del greggio

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La Libia riapre i rubinetti del greggio e gli equilibri cambiano completamente. Perché a far tornare le petroliere nei porti libici è il generale Haftar, l’uomo forte del governo di Tobruk, contrario a quello guidato da Al-Sarraj e riconosciuto dall’Onu. Gli uomini di Al-Sarraj hanno chiarito che non agiranno contro Haftar.

Le mani di Haftar sul petrolio: “Adesso lo venderemo all’estero”

Via libera della National Company Oil, i terminal nella zona di Ras Lanuf tornano operativi. Le milizie di Misurata voltano le spalle a Sarraj: non faremo nulla contro il generale

BEIRUT – La petroliera maltese SeaDelta, partita da Trieste, era in arrivo la scorsa notte al terminal di Ras Lanuf. Sarà probabilmente la prima cisterna a essere riempita con il greggio della Cirenaica che ora può di nuovo disporre di un punto di esportazione. Anzi quattro. Perché tutti i porti della Mezzaluna del petrolio libica sono nelle mani di Khalifa Haftar. L’uomo forte di Tobruk ha sempre più consensi e si prepara a incassare i dividendi del suo blitz. Il presidente della National oil company (Noc), Mustafa Sonallah, ieri è andato in visita al terminal di Zueitina e ha dato il via alle operazioni per riprendere le attività.

Blitz preparato  

La campagna del greggio procede spedita. Non è costata neppure un soldato ad Haftar. Era stata preparata da un’azione diplomatica sotterranea che ha portato dalla parte del generale i leader locali e isolato Ibrahim Jathran, capo della Guardia petrolifera e dal 2012 padrone della Mezzaluna. La sua milizia, a forza di tasse, era ormai invisa alla popolazione locale e a chi voleva fare affari con il petrolio. Haftar, nato nella regione, ad Adjabiya, con contatti personali in loco, era ben informato. Tutto era pronto e la velocità con cui il capo della Noc ha approvato l’operazione la dice lunga.

Sonallah ha precisato che «le squadre tecniche hanno iniziato a fare una stima dei danni e di ciò che bisogna fare per revocare lo stato di forza maggiore e riprendere le esportazioni al più presto». La «forza maggiore» era stata dichiarata lo scorso marzo dal governo libico di unità nazionale (Gna) guidato da Fayez al-Sarraj, quando i combattenti dell’Isis avevano attaccato i terminal di Sidra e Ras Lanuf. Allora erano state le milizie di Misurata ad aiutare la Guardia petrolifera di Jathran a respingere all’attacco. Poi l’Isis era stato costretto alla ritirata e intrappolato nel centro di Sirte, dove resistono ancora un centinaio di jihadisti.

Rassicurazioni

Il blocco dei terminal ha quasi azzerato le esportazioni di greggio. E la Libia ha bisogno di vendere 800 mila barili al giorno per far funzionare la macchina dello Stato, 500 mila dipendenti. Ora la ripresa dell’export è questione di giorni. Gli introiti, in base agli accordi del 2015 con l’Onu, dovrebbero andare alla Noc, che poi dovrebbe girarli alla Banca centrale libica e infine al governo. Ma quale? A Bengasi in teoria c’è ancora un ex premier, Abdullah al-Thani, vicino al generale, che lunedì si è detto pronto a «lavorare per rimettere in funzione i porti». Haftar ha però voluto rassicurare Usa e Ue che non vuole mettere le «mani sul petrolio». La sua azione è mirata «a liberare i porti dalle mani di una banda di miliziani che ha bloccato le esportazioni provocando enormi perdite all’economia». Il timore è che gli introiti finiscano comunque in mano ad Haftar, o al Parlamento di Tobruk presieduto da Aguila Saleh, che ieri ha promosso Haftar al grado di Maresciallo di campo. Al-Sarraj ha l’appoggio internazionale ma il suo appello alle milizie alleate perché intervenissero contro il generale è caduto nel vuoto. Ieri ha chiesto una «riunione urgente fra le parti in conflitto». Il Consiglio presidenziale, massimo organo esecutivo di Tripoli, è diviso. Due dei nove membri, Ali al-Qatrani e Fathi al-Majbari, hanno espresso la loro contrarietà a «qualsiasi intervento militare» contro Haftar. La notizia è stata data dal giornale online Al-Wasat, vicino agli Emirati arabi uniti, alleati del generale assieme all’Egitto.

Misurata e i parà  

Fonti di Tobruk ribadiscono poi che i capi delle milizie di Misurata, i più potenti alleati di Al-Sarraj fino a ora, sono contrari ad azioni contro Haftar. E sono pronti ad accordi più ampi con il generale. A Misurata stanno per arrivare i parà della Folgore a protezione dell’ospedale da campo che dovrà curare i feriti nella guerra contro l’Isis a Sirte. La guerra del petrolio, con i 48 miliardi di barili di petrolio libico che aspettano un nuovo padrone, è appena cominciata.

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lastampa/Le mani di Haftar sul petrolio: “Adesso lo venderemo all’estero” GIORDANO STABILE – INVIATO A BEIRUT

Libia, l’allarme di Kobler sui migranti

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La Libia riapre i rubinetti del greggio ma intanto cova la minaccia di un’altra ondata di migranti. Il capo missione Onu Martin Kobler, intervistato da Paolo Mastrolilli spiega: “Ce ne sono già 235 mila pronti a salpare per l’Italia, servirebbe in Libia un esercito unito per riuscire a fermarli”.

Kobler: “In Libia ci sono 235 mila migranti pronti a salpare per raggiungere l’Italia”

L’inviato Onu: al Paese serve un esercito unito per garantire la sicurezza

NEW YORK – «In Libia ci sono 235 mila migranti che aspettano di trovare il modo per andare in Italia. È cruciale ristabilire la sicurezza nel Paese, per contrastare il fenomeno del traffico degli esseri umani che si intreccia con quello del terrorismo». Martin Kobler, capo della missione Onu in Libia, ha appena terminato il rapporto al Consiglio di Sicurezza sulla situazione nel paese, quando lo incontriamo nei corridoi del Palazzo di Vetro. Lui stesso lancia l’allarme sulla nuova possibile ondata di migrazioni, alla vigilia del vertice che la settimana prossima discuterà questa emergenza durante l’Assemblea Generale.

Come giudica l’offensiva del generale Haftar verso le installazioni petrolifere?

«Molto preoccupante. Il petrolio appartiene a tutti i libici, non solo ad una parte. L’accordo che governa ora il Paese è chiaro, e attribuisce al Consiglio di presidenza il comando delle forze armate unite. Ho in programma incontri in Libia e con le parti interessate ad Est, per trovare una soluzione e fare in modo che l’accordo sia rispettato».

Teme una nuova guerra aperta fra Haftar e le forze del Governo di accordo nazionale?

«Le tensioni militari ci sono, non si possono nascondere. La Libia però ha bisogno di dialogo, stabilità e unità. Io ho contattato Haftar e sono pronto ad incontrarlo, per trovare una soluzione che consenta di formare un esercito unitario, per combattere tutti insieme i terroristi e proteggere il petrolio».

L’offensiva di Sirte ha sconfitto l’Isis?  

«Molto presto l’Isis non avrà più il dominio di territori in Libia. Questo è un fatto parecchio incoraggiante e capace di ispirare il paese. Nello stesso tempo, però, dobbiamo restare vigilanti, perché il terrorismo non è finito e i suoi militanti cercheranno di trasferirsi in altre regioni. Il primo obiettivo ora deve essere stabilizzare la città. A Sirte ci sono 90.000 profughi che hanno dovuto lasciare le loro case. Vorrebbero tornare, ma non possono, perché i loro quartieri sono minati. Perciò noi abbiamo lanciato un appello per raccogliere 10 milioni di dollari, necessari a sminare la città e far tornare i suoi abitanti».

Cosa pensa dell’iniziativa italiana di fornire un ospedale a Misurata?

«Sono molto contento. L’Italia ha offerto parecchio aiuto anche durante i combattimenti a Sirte, trasportando nei suoi ospedali i feriti che non potevano essere curati sul posto. Creare ora una struttura da campo nel territorio dà un segnale positivo alla popolazione. Roma sta svolgendo un ruolo cruciale e importante, e io sono molto grato al vostro governo».

Questa sarà anche la prima missione militare ufficiale in Libia, perché i nostri militari proteggeranno la struttura.  

«Non conosco i dettagli dell’operazione, ma sono sicuro che tutte le iniziative prese per alleviare le condizioni del popolo libico, rinforzare le forniture mediche e creare ospedali da campo, verranno prese con grande simpatia dalla gente».

Teme una nuova ondata migratoria?  

«Terrorismo e migrazioni sono i sintomi della stessa malattia, che è la mancanza di autorità statale. Quindi dobbiamo affrontare il problema alla radice, ristabilendo la legalità. Il traffico di esseri umani è un crimine, e come tale va combattuto: servono una polizia e un esercito unitari, schierati su tutto il territorio, per contrastare terroristi e trafficanti. Nelle nostre liste ci sono 235.000 migranti che aspettano solo l’occasione per andare in Italia, e lo faranno. Il rafforzamento della sicurezza è la questione più importante in questo momento. Se ci sarà un esercito forte e unito, non frammentato, i pericoli del terrorismo e del traffico di esseri umani finiranno».

C’è qualcosa che la comunità internazionale dovrebbe fare, in termini di aiuti o anche di interventi militari, per fermare il traffico dei migranti?  

«La comunità internazionale sta già facendo molte cose, come ad esempio l’addestramento della Guardia costiera libica gestito dagli europei. Per risolvere davvero il problema, però, bisogna andare alla sua radice, che sta nel transito e nel traffico sulle coste libiche, ma anche nella povertà dei paesi d’origine. Io sono stato nei campi, ho parlato con migranti senegalesi o della Guinea Bissau, e tutti mi hanno detto che partono perché a casa loro non hanno nulla da mangiare. La battaglia va condotta prima di tutto nei Paesi d’origine, e così risolveremo anche l’emergenza del transito in Libia».

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lastampa/Kobler: “In Libia ci sono 235 mila migranti pronti a salpare per raggiungere l’Italia” PAOLO MASTROLILLI – INVIATO A NEW YORK

Soro: ‘Il fatto è che la tutela della privacy sul web è di fatto impossibile’

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Il garante della privacy Antonello Soro, intervistato da Raphael Zanotti spiega: “Il fatto è che la tutela della privacy sul web è di fatto impossibile”.

L’allarme del garante per la privacy: “Ammettiamolo, la tutela è impossibile”

Soro: «Introdurre l’educazione civica digitale tra le materie scolastiche»

«Possiamo parlare della maggiore o minore efficacia degli strumenti, della lentezza dei giudici o degli organi di controllo, però bisogna anche essere onesti: la tutela di una persona che finisce in un meccanismo del genere è praticamente impossibile». Il primo moto di Antonello Soro, garante per la privacy, è di compassione, pena, indignazione di fronte al caso di Tiziana Cantone, la 31enne che martedì si è tolta la vita perché perseguitata dal filmino hot diffuso su internet.

Dottor Soro, ma non c’era il diritto all’oblio?  

«C’è ed è tutelato, ma non sempre basta a eliminare le conseguenze provocate da una diffusione virale e non risolve il problema che è a monte e che è il vero motore di questi drammi».

Cioè?  

«La prima questione è quella della consapevolezza delle insidie che affrontiamo ogni volta che consegniamo alla Rete pezzi sempre più importanti della nostra vita privata. Una consapevolezza carente».

La seconda?

«È la ferocia e la violenza della nostra società. I social network sono lo specchio della mancanza di rispetto nei confronti delle altre persone, il continuo calpestare la dignità degli altri. È una questione che viaggia in parallelo con il diritto alla privacy: quando riguarda noi, lo difendiamo con le unghie e con i denti. Quando riguarda gli altri…».

E il diritto all’oblio è impotente contro questa violenza?  

«Il diritto all’oblio ci pone interrogativi più generali, ma interviene sul mezzo – Internet – non sulle persone che popolano internet. Si può certamente cancellare, correggere errori pubblicati in rete, ma è impossibile una rimozione totale se prima non si interviene sul livello di odio e sull’invasione della sfera privata delle persone».

Qualcuno potrebbe dire: però è stata lei a farsi fare quei filmati…

«E qui torniamo alla questione iniziale, quella della consapevolezza. Senza quest’ultima, è un errore che poteva capitare a chiunque. Poi, però, la vicenda ha assunto dimensioni tali da diventare difficilmente affrontabile con i normali strumenti di tutela».

È difficile eliminare un video da una piattaforma in rete?

«In passato alcuni grandi social network o piattaforme si sono sottratti alle proprie responsabilità, ultimamente sono diventati più collaborativi. È un tema però complicato che oscilla su posizioni estreme: penso per esempio alle recenti polemiche sull’utilizzo di un algoritmo che censura la foto storica di Kim Phuc della bambina che scappa dall’attacco al napalm in Vietnam perché la riconosce come possibile foto pedo pornografica e al prendere tempo di un social network di fornire alla Procura di Milano le conversazioni di due terroristi che poi sono fuggiti».

Torniamo alla vicenda di Tiziana Cantone: detto che tutti rischiano di finire in un meccanismo del genere e che gli strumenti di tutela a volte non bastano, come ci si può difendere?  

«Educando. Non sono favorevole a divieti e soluzioni neoluddiste. L’era digitale non è una prospettiva, ci siamo già dentro. E non è distinta dalla realtà, anzi è sempre più la realtà. Ritengo che sia utile preparare le generazioni future introducendo la materia di educazione civica digitale fin dalla prima elementare».

Insegnare dunque sia a essere prudenti nell’utilizzo di Internet sia a non aggredire quando si è dall’altra parte?  

«Esattamente. Perché purtroppo, quando si agisce con gli altri strumenti, purtroppo a volte ormai la tragedia si è già verificata».

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lastampa/L’allarme del garante per la privacy: “Ammettiamolo, la tutela è impossibile” RAPHAËL ZANOTTI

Diawara scarta il Vomero per vivere in centro: c’è un problema inedito

Una scelta insolita per Diawara

La Repubblica si sofferma su Amadou Diawara che sabato incontrerà la sua ex squadra: “Amadou non ha ancora preso residenza fissa. Vive in albergo, attendendo di sistemare le poche salmerie tra Posillipo e la zona più vivibile del centro, che agli amici ha detto di preferire al Vomero. Di Napoli, finora, ha conosciuto solo la pizza, qualche sera fa, con Emanuele Giaccherini, l’altro ex rossoblù che attende ancora d’esordire con la nuova maglia. Diawara un problema simile non l’ha mai avuto: ritiratesi dalla trattativa Valencia e Roma, era rimasto solo il Napoli, che ha investito per lui un sesto di ciò che ha ricavato dalla vendita di Higuain alla Juventus. Eppure, là nessuno ha ancora avuto la premura di presentare il gioiello alla spettabile platea. Usa così, da un po’ di tempo, a Napoli. I nuovi calciatori arrivano, e se non giocano restano a tacere senza proferir parola”

Centrocampo Napoli, luce e ombra della nuova Champions League

Centrocampo, luce e ombra della nuova Champions

Per la testa di Milik è passato il destino europeo della prima uscita stagionale del Napoli in Champions League. Un giovane di 22 anni diverso dal bomber dei record, molto diverso, ma con un futuro immenso visto che riesce a fermarsi in volo per colpire di testa e fare gol del genere.

Debutto anche per Sarri, la sua prima è fatta di luci ma anche di ombre: il gioco è patrimonio del Napoli. E consente di affrontare anche i campioni dell’Ucraina senza complessi. Via al match, gol subito e centrocampo in difficoltà con un pesante Allan, un Jorginho spesso contrastato da Moraes e un Hamsik che entra in gara solo nella ripresa. La reazione viena dalla sinistra con Mertens assistito da Ghoulam, mentre dall’altro lato c’è questo Callejon versione scattante e lucida nella posizione più avanzata di questa stagione. Poteva essere ancora più netto il divario: se solo Jorginho avesse sbagliato meno passaggi, se Hamsik fosse riuscito ad entrare prima nel match e Allan tornasse subito in forma. Brio, invece, viene restituito, costante in questo periodo, da Piotr Zielinski che sta mettendo a serio rischio il saldo posto da titolare del brasiliano.

Ora la testa è subito al Bologna, ci sarà turnazione, magari anche qualche novità in mediana visto che c’è un Diawara che scalpita contro la sua ex squadra.

a cura di Ciro Novellino

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Feeling Sarri-squadra, gli azzurri sono sempre più convinti della strada scelta

Feeling Sarri-squadra, gli azzurri sono sempre più convinti della strada scelta

La Repubblica scrive sul rapporto tra Sarri e squadra: “Sarri bis è partito di slancio: tre convincenti vittorie consecutive (Milan, Palermo e Dinamo Kiev), dopo il sofferto pareggio di Pescara nella prima giornata del campionato. Il Napoli vola e soprattutto gioca a memoria, grazie al grande feeling che si è instaurato tra il tecnico toscano e i suoi giocatori, ogni giorno che passa più convinti di avere imboccato la strada giusta. «Nelle mie dieci stagioni in maglia azzurra non siamo mai stati tanto forti», ha gettato la maschera Marek Hamsik, esaltando il nuovo gruppo dopo il promettente debutto in Champions League. I tre punti portati via dall’Ucraina, che valgono il primato solitario nel girone B e rappresentano già un’ipoteca sulla qualificazione agli ottavi di finale, hanno aumentato ancora di più l’autostima del capitano slovacco e di tutti i suoi compagni, capaci di superare con sorprendente facilità pure il trauma per la partenza di un campione come Gonzalo Higuain, sfatando subito il tabù della dipendenza dal Pipita”.

Il Podio Gialloblù di Juve Stabia – Messina 2 – 1

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La Juve Stabia centra la terza vittoria consecutiva con una bella rimonta ai danni del Messina. La vittoria delle Vespe porta le firme di Marotta e Atanasov.

Medaglia d’oro: a Mario Marotta ed alla sua magia che regala il pareggio alla Juve Stabia. Inutile girarci intorno; da quando Marotta è arrivato alla Juve Stabia è lui a generare le maggiori aspettative, la maggiore curiosità tra i tifosi. Basta osservare il 10 per 10..minuti per chiedersi: “Ma come faceva a stare in Eccellenza fino a tre stagioni fa?”. L’ottima partita contro il Melfi è stata solo l’anteprima della prestazione di ieri. Il numero 10 regala una perla ai tifosi della Juve Stabia andando a insaccare nel sette una punizione ideale per un mancino come lui. Sia chiaro non è un gol tentato ma è un gol assolutamente voluto dal numero 10 che infatti poco dopo ci riprova con un sinistro dalla distanza dopo aver fatto venire il mal di testa a suon di dribbling ai suoi avversari. A queste perle Marotta aggiunge tanta quantità in fase di non possesso, andando spesso ad aiutare i centrocampisti. Trascinatore.

Medaglia d’argento: a Zivko Atanasov, difensore goleador che regala la vittoria alle Vespe. Nelle settimane di precampionato avevamo sottolineato l’ottimo apporto del difensore bulgaro, che oggi conferma le buone sensazioni estive. Dopo le prime partite passate in panchina, il turnover promuove Atanasov titolare e la prova del difensore è di assoluto livello. Puntualità, precisione e velocità negli interventi per il bulgaro. Atanasov si toglie lo sfizio di fare da match winner sfruttando al meglio l’assist di Morero ed andando ad inzuccare di testa. Schema che ormai la Juve Stabia esegue ad occho chiusi: la sponda sotto porta ha infatti portato al gol Izzillo e Del Sante nelle scorse gare e Zivko ieri. Atanasov lancia dunque una forte candidatura alla maglia da titolare anche per la gara di domenica con il Siracusa

Medaglia di bronzo: a Yaye Kanoute, che cambia la partita con il suo ingresso. La pantera ex Ischia riesce sempre a dare un’impronta particolare alle sue giocate, sia che parta dal primo minuto che solo nella ripresa. Kanoute viaggia a velocità diverse rispetto agli avversari, saltati e strapazzati costantemente dalle finte dell’esterno, che dribbla a destra ed a sinistra senza differenze. Ci vorrebbe forse un autovelox al Menti sulla fascia di competenza di Kanoute che nel secondo tempo piega praticamente da solo il Messina. L’unico rammarico della sua gara riguarda la conclusione ravvicinata parata da Berardi perchè Yaye avrebbe meritato il gol.

CONTROPODIO

Medaglia d’oro: a Francesco Lisi, non in palla come siamo abituati a vederlo. L’esterno romano ha la sfortuna di giocare sulla fascia opposta a quella dove si sviluppano le azioni dei gialloblù e la sua prestazione ne risente. Pochi i guizzi di Lisi che non riesce mai a sfondare le linee della difesa siciliana, tanto da essere rilevato già nell’intervallo da Kanoute.

Medaglia d’argento: alle noie fisiche di Zibert, che hanno inciso sul match dello sloveno. Il centrocampista recupera in extremis per la gara e dalla sua partita traspare che le gambe non girano al meglio. Uniche vere magie della partita di Zibert sono lo stop a seguire ed il cross con cui lo sloveno per pochissimo non manda in porta Lisi nel primo tempo. Si spera che possa tornare presto al 100%.

Medaglia di bronzo: ai 100 spettatori in meno rispetto alla gara con il Melfi. Una squadra così meriterebbe un Menti pieno invece si è registrato un leggero calo di spettatori rispetto alla prima gara casalinga. Qualcuno dice che in un match infrasettimanale era impossibile chiedere di più, allora aspettiamo i 100 tifoso mancanti ieri, e tanti altri, domenica per il derby della fratellanza col Siracusa.

Raffaele Izzo

Milik-Higuain, spunta una percentuale in favore del polacco

Milik l’eroe di Kiev e il confronto con Higuain

La Gazzetta dello Sport mette a confronto Milik e Higuain sui colpi di testa vincenti: “Con l’arrivo di Arkadiusz Milik, il Napoli è migliorato nel gioco aereo, nei colpi di testa, una delle poche lacune che hanno caratterizzato il recente passato. Fisico possente, un’altezza non impossibile, ma una forza esplosiva nelle gambe che gli permette di elevarsi fin lassù, dove i difensori non arrivano. Negli ultimi 20 metri, anche adesso c’è un giocatore che assicura continuità sotto rete. Sulle 11 reti realizzate dal Napoli nelle tre gare di campionato e nell’esordio in Champions, ben 4 sono state segnate di testa, 3 delle quali da Milik e la quarta da Callejon, per una percentuale del 36%. Sicuramente alta, anche se è limitata ad un numero esiguo di partite, ma la proiezione è favorevole rispetto alla passata stagione.Sono quelle realizzate di testa nel primo anno di Maurizio Sarri ma, nell’intera stagione, su un totale di 106 complessive: l’incidenza è stata minima, appena del 7 per cento, non avendo avuto il Napoli grandi saltatori nel tridente offensivo. Gonzalo Higuain, per esempio, ne ha realizzate appena 3 tra campionato ed Europa League, un rendimento che il suo sostituto ha eguagliato con la doppietta realizzata, martedì sera, alla Dinamo Kiev”.

De Laurentiis aveva trattato prima Icardi e poi Cavani: la 9 era pronta

Retroscena su Cavani e Icardi

La Repubblica scrive su Milik e l’estate passata invano a cercare un sostituto di Higuain: “Il merito è anche dell’ottimo avvio di stagione di Arek Milik, il nuovo centravanti acquistato nella sessione estiva del mercato e sbarcato al Napoli a fari spenti, mentre Aurelio De Laurentiis si affannava invano nella caccia al colpo grosso in attacco: trattando prima Mauro Icardi e poi Edinson Cavani, per i quali era stata messa addirittura da parte la maglia col numero 9. Invece è toccato al giovane cannoniere polacco (pagato 33 milioni all’Ajax) farsi carico — con il suo più umile 99 sulle spalle — della gravosa eredità di Higuain”.

Rinnovo Insigne, lui vuole prolungare e il Napoli tenerselo: si attendono novità

Le ultime sul rinnovo di Insigne

La Gazzetta dello Sport si sofferma sui rinnovi di Lorenzo Insigne e Dries Mertens: “Lorenzinho è stato recuperato alla causa, adesso aspetta che si risolva la sua situazione contrattuale. Lui vuole prolungare, il Napoli vuole tenerlo. Discorso simile per Mertens, che anzi è ancora più vicino alla firma. Callejon, invece, ha anticipato tutti rinnovando prima della partenza per il ritiro. Dunque, Sarri può dormire sonni tranquilli anche in prospettiva futura visto che gli esterni sono (e saranno) fondamentali per il suo gioco da quando, ormai un anno fa, è passato al 4-3-3”.

Sarri cambia contro il Bologna: tre novità e un possibile esordio

Ci saranno novità di formazione contro il Bologna

Maurizio Sarri farà turnover contro il Bologna. L’allenatore è pronto a sfruttare in pieno la rosa che ha a disposizione. Partiamo con le buone notizie: contro i felsinei torneranno nuovamente a disposizione Giaccherini, Tonelli e Strinic che non ha partecipato alla sfida di Kiev. Sabato potrebbero esserci tre novità di formazione. In difesa potrebbe essere giunto il momento di Maksimovic che potrebbe prendere il posto di Albiol. A centrocampo Zielinski al posto di uno tra Allan e Hamsik. In attacco può partire Gabbiadini dal primo minuto. A gara in corso potrebbe esserci anche Giaccherini per Callejon.

Web: tomba della privacy ed arma assassina

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Ogni clic nel Web una pietra: Tiziana è morta così, lapidata sui social. Aveva girato un video hard per provocare il fidanzato, ha fatto l’errore di inviarlo a qualche amico con Whatsapp. La rete non dimentica: quel video si è moltiplicato e ha trasformato la sua vita in un inferno. Poi era giunta anche un’ultima spinta dalla ‘giustizia’ italiana che l’aveva condannata, in linea con tante sue assurdità e come ciliegina sulla torta, a pagare 20.000 euro di spese legali per le sue azioni di tutela ed ecco che Tiziana si è uccisa, nonostante che il Tribunale avesse ordinato anche di cancellare il video. “Il fatto è – spiega il garante della privacy Antonello Soro, intervistato da Raphael Zanotti – che la tutela della privacy sul web è di fatto impossibile”.

Tiziana e quei clic come pietre. Caccia a chi ha diffuso il video

Inchiesta per istigazione al suicidio. Gli amici: «Era ossessionata dai commenti»

MUGNANO (NAPOLI) – Ogni clic una pietra, Tiziana è morta così, lentamente, una lapidazione ai tempi dei social. Quel video hard che aveva girato per provocare l’ex fidanzato era diventato virale sul web. Quella frase: «Hai fatto il video? Bravo», trasformata in un meme, in un tormentone. Il tribunale di Napoli Nord le aveva accordato il diritto all’oblio, ordinando a colossi come Facebook di rimuovere pagine, tag post, foto e video, tutti offensivi, a lei dedicati. Ma Tiziana sapeva che era impossibile cancellare tutta questa storia, ricominciare da capo.

Non bastava il provvedimento, neanche il cambio del cognome. Si sarebbe portata dietro quell’errore tutta la vita. «Abbiate pietà di noi», dice la madre chiusa nel suo dolore nella villetta a Mugnano dove era andata a vivere con la figlia per sfuggire agli sguardi del paese, Casalnuovo di Napoli. Insieme a lei ci sono l’anziana madre, i fratelli. Tanti amici arrivano ad abbracciarli. Dicono tutti che Tiziana era splendida ma fragile. «Soffriva molto per quello che era successo», dice una parente. «Non riusciva a tirarsene fuori». Era diventata un’ossessione, tutto il giorno a controllare il web, a vedere cosa c’era ancora, cosa si diceva di lei. E spesso erano insulti terribili, alcuni anche ieri: c’è chi non si è fermato neanche davanti alla morte.

Tiziana viveva sui social, come tanti. Ma per chi come lei è nata in un «non luogo» come la periferia di Napoli è meno facile farne a meno. Il «luogo» dove incontrarsi diventa quello spazio senza confini e senza regole. E non importa quanti anni hai. Tiziana aveva 31 anni, non era quindi un’adolescente quando un anno e mezzo fa aveva deciso di fare il video hot per condividerlo su WhatsApp con cinque uomini. Ma nessuno aveva il diritto di approfittarne di scaricarle addosso cattiveria pura. Un foulard annodato al collo nella cantina di casa è stato l’unico modo che ha trovato per chiudere con quelle pagine virtuali e con una vita che le aveva regalato la bellezza, una famiglia affettuosa, ma nessuna sicurezza. Ci aveva già provato.

Quando cinque giorni fa è arrivata l’ordinanza, Tiziana non è stata contenta. In quelle pagine vi è il riconoscimento del diritto all’oblio, ma anche il riconoscimento che la giovane ha «effettuato volontariamente» i sei video che la ritraevano durante «il compimento di atti sessuali» e in seguito, «a cinque persone con cui intratteneva una corrispondenza telematica». Filmati in cui l’ex fidanzato veniva preso in giro, chiamato cornuto. E lui dalla sua pagina Facebook era intervenuto nei giorni in cui il video stava scalando la hit virtuale: «Non ho mai usato Facebook per cose mie personali e mai più lo farò ma visto e considerato che vi state divertendo così tanto bastardi e non vedevate l’ora di colpire e fare i fenomeni dietro WhatsApp a godere delle disgrazie degli altri senza saper quale sia il becco della verità… Ma state attenti che vi becco e vi becca anche la polizia».

Intanto gli inquirenti ascolteranno lui per capire bene quale sia stato il suo ruolo in questa vicenda. Come ascolteranno, una volta individuati, i cinque uomini destinatari del messaggio con il video spedito dalla Tiziana.

Ad accogliere il ricorso ex art. 700 è stata l’8 agosto il giudice Monica Marrazzo del Tribunale di Napoli nord. Tiziana non era contenta, non sentiva di avere avuto giustizia, non pensava ad altro, questa vicenda aveva fatto esplodere le sue fragilità. Ed è inutile oggi cercare di capire come possa essersi infilata in una situazione del genere, diventando un agnello sacrificale del web, fidandosi della riservatezza di persone che la avevano già usata in quel video. Oggi conta inchiodare alle proprie responsabilità chi ha approfittato della sua debolezza, del suo errore. Un fascicolo è stato aperto in procura per «istigazione al suicidio». Ma si valutano anche le ipotesi di stalking e di violazione della privacy. Mentre è possibile l’apertura di un secondo fascicolo relativo ai diffusori del video, ancora ignoti.

Gli amici pregano di rimanere anonimi come anche di non continuare a divulgare il cognome di Tiziana. Il suo legale, Roberta Foglia Manzillo spiega che «il silenzio rappresenta l’unico modo per rispettare la memoria di una giovane vittima dell’utilizzo distorto di internet e dei social network». Gli amici rivelano che Tiziana non ha avuto una vita semplice. Il padre biologico «se ne è andato quando era appena nata», ha raccontato agli inquirenti la madre. «Ma a mia figlia non è mancato un affetto paterno, una figura di riferimento, ci ha pensato lo zio». Ci tiene a far capire che la figlia non era una sbandata, cresciuta senza guida. Ha sempre avuto amore e la forza di una madre che ha cercato di non farle mancare niente grazie al suo lavoro di dipendente del Comune di Casalnuovo. Tiziana aveva fatto il liceo classico e poi si era iscritta a giurisprudenza, senza portarla a termine. Negli ultimi tempi era chiusa in casa. Per distrarsi e stare lontana dal Paese aveva passato un periodo in Toscana da parenti, poi aveva lavorato nel bar dello zio a Napoli, zona Porto.

La famiglia ci tiene a far sapere che non c’entrano niente le spese legali che il giudice le aveva imposto di pagare a favore di alcuni convenuti (motori di ricerca e altri siti, che avevano già provveduto alla rimozione delle immagini). Circa 20 mila euro compensati da quanto avrebbe ricevuto da altri convenuti «soccombenti». Non è stato questo che l’ha portata a farla finita nella cantina di casa. Sono stati l’assedio, il giudizio, le offese ricevute. Quei clic letali come pietre.

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vivicentro/Web: tomba della privacy
lastampa/Tiziana e quei clic come pietre. Caccia a chi ha diffuso il video MARIA CORBI – INVIATA A MUGNANO (NAPOLI)

Juve Stabia, nuovo incarico per Giuseppe Di Maio

Lo riferisce la Juve Stabia con un comunicato

Dopo l’importante vittoria di ieri contro il Messina in campionato per 2-1, con gol di Marotta su punizione e Atanasov di testa, si lavora anche all’interno della società con un nuovo incarico: ⁠⁠⁠S.S.Juve Stabia rende noto che il signor Giuseppe Di Maio lascia l’incarico di Responsabile della biglietteria per assumere quello di Team manager.
S.S.Juve Stabia

Paralimpiadi Rio 2016: le speranze di medaglia degli azzurri per oggi, giovedì 15 settembre

Paralimpiadi Rio 2016: le speranze di medaglia dell’Italia e il borsino di giovedì 15 settembre. Il ciclismo vuole raddoppiare gli ori

In piena corsa per la top ten alle Paralimpiadi di Rio 2016, l’Italia può vivere un’altra giornata campaledopo quella di ieri. Ecco le principali speranze di medaglia per giovedì 15 settembre: occhi puntati ancora su nuoto e soprattutto ciclismo, con una possibilità pure nel tiro con l’arco.

14.30 CICLISMO – Individuale in linea H5, Alex Zanardi

Dopo lo straordinario oro di ieri in rimonta la corsa dei rivali su Alex Zanardi sarà ancora più serrata, ma le qualità del quasi 50enne non smettono mai di stupire. E’ campione olimpico e mondiale in carica, è ancora l’uomo da battere. E nel testa a testa dà sempre il meglio di sé.

Possibilità di medaglia: 80%.

14.35 CICLISMO – Individuale in linea H2, Luca Mazzone

Come Zanardi è campione iridato della specialità: dopo essersi messo al collo ieri il primo oro paralimpico di una carriera in cui ci aveva provato anche nel nuoto, perché non tentare il bis? Parte nel gruppo dei big.

Possibilità di medaglia: 80%.

17.20 CICLISMO – Individuale in linea H 1-2-34, Francesca Porcellato

La veterana dello sport paralimpico italiano è salita sul podio nella terza disciplina diversa dopo atletica e sci di fondo. Bronzo nella cronometro, si è peggiorata rispetto ai Mondiali 2015 in cui vinse anche la gara in linea. Per cui attenzione: vale almeno il podio. Per entrare ancor di più nella leggenda.

Possibilità di medaglia: 60%.

19.20 CICLISMO – Individuale in linea H3, Vittorio Podestà

Non c’è due senza tre. La quota del ligure è identica a quella dei futuri compagni di staffetta, per un’altra giornata che si preannuncia trionfale. Per altro vanta un’esperienza probabilmente superiore anche a Zanardi e Mazzone, il che lo rende ancor più certezza in una gara in cui proverà a fare bene anche Paolo Cecchetto ieri ultimo a cronometro.

Possibilità di medaglia: 80%.

22.30 NUOTO – 100 farfalla S9, Federico Morlacchi

La “sua” terza gara, del bronzo di Londra 2012, di un oro (2013) e un argento (2015) ai Mondiali e della doppietta continentale tra il 2014 e il 2016. Federico Morlacchi è già in saldo positivo rispetto all’Inghilterra ma punta a migliorarsi ancora e, dopo il trionfo nei 200 misti SM9 di domenica, affronta con il miglior tempo d’iscrizione anche i 100 farfalla S9 in cui il principale rivale potrebbe essere la stanchezza dopo l’exploit di ieri a rana (argento).

Possibilità di medaglia: 75%.

EV. 23.30 TIRO CON L’ARCO – Individuale ricurvo femminile, Elisabetta Mijno

Medaglia d’argento in carica, l’azzurra si è poi confermata vincendo l’oro agli Europei 2014 e il bronzo ai Mondiali 2015. Oggi nell’individuale ricurvo dovrà affrontare numerosi turni di qualificazione ma con la mente fredda può arrivare fino in fondo. Dalle 16.30 i sedicesimi di finale.

Possibilità di medaglia: 40%.

00.14 NUOTO – 100 stile libero S11, Cecilia Camellini

Finora altalenante, con un argento ma anche un quinto e un settimo posto abbastanza deludenti, la regina di Londra che nell’ultimo quadriennio ha privilegiato lo studio rispetto al nuoto si presenta come seconda forza dei 100 stile libero S11, la gara in cui ha vinto di più in carriera: un oro paralimpico, uno mondiale e tre europei. Qui non può fallire.

Possibilità di medaglia: 70%.

00.36 NUOTO – 50 dorso S1, Francesco Bettella

Sorprendente nei 100 dorso S1 del primo giorno, ci riproverà nella finale secca della mezza distanza: è argento europeo in carica e può piazzare un’altra zampata da podio.

Possibilità di medaglia: 40%.

In Italia è la Rai che detiene i diritti in esclusiva per la trasmissione delle gare olimpiche: in particolare da Rai 2(già rete olimpica) e da Rai Sport 1, che ad agosto scorso hanno trasmesso in diretta le gare delle Olimpiadi. In totale, oltre 400 ore di programmazione, delle quali 280 in diretta.

Raisport1 sarà il canale tematico completamente votato ai Giochi Paralimpici, con 12 ore al giorno di programmazione in diretta, dalle 14.00 alle 4.00, e 12 ore di differita, dalle 4.00 alle 14.00. Il canale tematico sarà visibile anche in Hd.

Su Rai2 ogni giorno prevista la diretta dall’1.30 alle 4.00 di notte. In mattina, dalle 9.00 alle 9.45, la sintesidelle gare più importanti della notte.

vivicentro.it/sport/Olimpiadi Rio 2016 

francesco.caligaris@oasport.it

Twitter: @FCaligaris

Paralimpiadi Rio 2016: gli azzurri in gara giovedì 15 settembre

Dopo l’abbuffata di medaglie di ieri l’Italia paralimpica tornerà protagonista anche quest’oggi a Rio 2016. Tornano Zanardi e Morlacchi: ecco tutti gli azzurri in gara giovedì 15 settembre

GIOVEDÌ 15 SETTEMBRE:

14.00     TIRO CON L’ARCO – Individuale ricurvo, inizio turni eliminatori e finali per le medaglie (femminile) – Elisabetta Mijno, Veronica Floreno

14.30     CICLISMO SU STRADA – Corsa in linea H5 (maschile) – Alex Zanardi

14.30     NUOTO – 100m farfalla, batterie (S9 maschile) – Federico Morlacchi

14.30     SCHERMA – Spada maschile a squadre, gironi (cat. B) – Marco Cima, Matteo Betti, Emanuele Lambertini 

14.35     CICLISMO SU STRADA – Corsa in linea H2 (maschile) – Luca Mazzone

14.37     NUOTO – 100m farfalla, batterie (S9 femminile) – Francesca Secci

14.47     NUOTO – 100m rana, batterie (SB6 maschile) – Arianna Talamona

15.00     SPORT EQUESTRI – Individuale, Grade II – Francesca Salvadè, Silvia Verratti

15.00     TENNISTAVOLO – Gara a squadre femminile, semifinale (Class 1-3) – Michela Brunelli, Giada Rossi, Clara Podda

15.04    NUOTO – 400m stile libero, batterie (S10 maschile) – Riccardo Menciotti

15.33     NUOTO – 200m IM, batterie (SM5 femminile) – Giulia Ghiretti

15.56     NUOTO – 100m stile libero, batterie (S11 femminile) – Cecilia Camellini, Martina Rabbollini

17.20    CICLISMO SU STRADA – Corsa in linea H1-2-3-4 (femminile) – Francesca Porcellato

18.05     VELA – SKUD18, 2 regate – Gualandris, Zanetti

18.15     VELA – 2.4mR, 2 regate – Squizzato

18.30     VELA – Sonar, 2 regate – Raggi, Pira, Sollazzo

19.20    CICLISMO SU STRADA – Corsa in linea H3 (maschile) – Vittorio Podestà, Paolo Cecchetto

00.36   NUOTO – 50 dorso, finale S1 (maschile) – Francesco Bettella

In Italia è la Rai che detiene i diritti in esclusiva per la trasmissione delle gare olimpiche: in particolare da Rai 2(già rete olimpica) e da Rai Sport 1, che ad agosto scorso hanno trasmesso in diretta le gare delle Olimpiadi. In totale, oltre 400 ore di programmazione, delle quali 280 in diretta.

Raisport1 sarà il canale tematico completamente votato ai Giochi Paralimpici, con 12 ore al giorno di programmazione in diretta, dalle 14.00 alle 4.00, e 12 ore di differita, dalle 4.00 alle 14.00. Il canale tematico sarà visibile anche in Hd.

Su Rai2 ogni giorno prevista la diretta dall’1.30 alle 4.00 di notte. In mattina, dalle 9.00 alle 9.45, la sintesidelle gare più importanti della notte.

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Foto da: Facebook Finp

Paralimpiadi Rio 2016: programma e orari di giovedì 15 settembre

Nona giornata di gare ai Giochi Paralimpici di Rio 2016: il programma e gli orari italiani di tutte le gare odierne

In Italia è la Rai che detiene i diritti in esclusiva per la trasmissione delle gare olimpiche: in particolare da Rai 2(già rete olimpica) e da Rai Sport 1, che ad agosto scorso hanno trasmesso in diretta le gare delle Olimpiadi. In totale, oltre 400 ore di programmazione, delle quali 280 in diretta.

Raisport1 sarà il canale tematico completamente votato ai Giochi Paralimpici, con 12 ore al giorno di programmazione in diretta, dalle 14.00 alle 4.00, e 12 ore di differita, dalle 4.00 alle 14.00. Il canale tematico sarà visibile anche in Hd.

Su Rai2 ogni giorno prevista la diretta dall’1.30 alle 4.00 di notte. In mattina, dalle 9.00 alle 9.45, la sintesi delle gare più importanti della notte.

vivicentro.it/sport/Olimpiadi Rio 2016

GIOVEDÌ 15 SETTEMBRE:

13.30     SCHERMA – Spada, prova a squadre (maschile)

13.30     SCHERMA – Spada, prova a squadre (femminile)

14.00     EQUITAZIONE – Individuale grade II (finale)

14.00     TIRO CON L’ARCO – Individuale ricurvo, inizio turni eliminatori e finali per le medaglie (femminile)

14.00     CALCIO – Finale 7°/8° posto maschile Marocco-Messico

14.00     CANOA SPRINT – 200m, semifinali e finali (KL1 femminile)

14.08     CANOA SPRINT – 200m, semifinali e finali (KL1 maschile)

14.16     CANOA SPRINT – 200m, semifinali e finali (KL2 femminile)

14.30     CICLISMO SU STRADA – Corsa in linea H5 (maschile)

14.30     NUOTO – 100m farfalla, batterie (S9 maschile)

14.30     BASKET – Finale 9°/10° posto maschile Iran-Giappone

14.34     CANOA SPRINT – 200m, semifinali e finali (KL2

14.35     CICLISMO SU STRADA – Corsa in linea H2 (maschile)

14.37     NUOTO – 100m farfalla, batterie (S9 femminile)

14.47     NUOTO – 100m rana, batterie (SB6 maschile)

14.52     CANOA SPRINT – 200m, semifinali e finali (KL3 maschile)

14.55     NUOTO – 100m rana, batterie (SB6 femminile)

15.00     ATLETICA – 5000m, finale (T13 maschile)

15.00     BOCCIA – Individuale, quarti di finale (BC1, BC2, BC3, BC4 misto)

15.00     TENNISTAVOLO – Prova a squadre, semifinali (TF1-3 femminile)

15.00     SPORT EQUESTRI – Individuale, Grade II

15.00     SPORT EQUESTRI – Individuale, Grade Ia

15.04    NUOTO – 400m stile libero, batterie (S10 maschile)

15.05     ATLETICA – Lancio del disco, finale (F57 femminile)

15.10     CANOA SPRINT – 200m, semifinali e finali (KL3 femminile)

15.18     NUOTO – 400m stile libero, batterie (S10 femminile)

15.24     ATLETICA – 1500m, finale (T52 maschile)

15.30    RUGBY – Girone B misto Svezia-Stati Uniti

15.33     NUOTO – 200m IM, batterie (SM5 femminile)

15.38     ATLETICA – Salto in lungo, finale (F20 femminile)

15.45     ATLETICA – Lancio del giavellotto, finale (F38 maschile)

15.47     NUOTO – 100m stile libero, batterie (S11 maschile)

15.56     NUOTO – 100m stile libero, batterie (S11 femminile)

16.00    CALCIO – Finale 5°/6° posto maschile Spagna-Turchia

16.03     ATLETICA – 400m, batterie (T12 femminile)

16.06     NUOTO – 50m dorso, batterie (S2 maschile)

16.38     ATLETICA – 400m, finale (T44 maschile)

16.45     ATLETICA – 400m, batterie (T37 maschile)

16.45     BASKET – Semifinale 1 femminile Gran Bretagna-Stati Uniti

17.00     TENNISTAVOLO – Prova a squadre, semifinali (TM4-5 maschile)

17.00     TENNIS – Doppio, finali per le medaglie (maschile)

17.00     TENNIS – Individuale, finale per l’oro (femminile)

17.02     ATLETICA – 800m, finale (T54 maschile)

17.12     ATLETICA – 400m, finale (T13 maschile)

17.15    CICLISMO SU STRADA – Corsa in linea H5 (femminile)

17.20    CICLISMO SU STRADA – Corsa in linea H1-2-3-4 (femminile)

17.43     ATLETICA – 1500m, batterie (T11 femminile)

17.45     EQUITAZIONE – Individuale grade Ia (finale)

17.45    RUGBY – Girone A misto Gran Bretagna-Canada

18.05     VELA – SKUD18, 2 regate

18.15     VELA – 2.4mR, 2 regate

18.30     GOALBALL – Semifinale 1 maschile

18.30     SITTING VOLLEY – Finale 7°/8° posto femminile

18.35     VELA – Sonar, 2 regate

19.00     TENNISTAVOLO – Prova a squadre, semifinali (TM1-2, TM6-8 maschile)

19.15    CICLISMO SU STRADA – Corsa in linea H4 (maschile)

19.20    CICLISMO SU STRADA – Corsa in linea H3 (maschile)

20.00    GOALBALL – Semifinale 1 femminile

20.15     BASKET – Semifinale 2 femminile Germania-Olanda

20.30     SITTING VOLLEY – Finale 5°/6° posto femminile

21.00    RUGBY – Girone B misto Giappone-Francia

21.00    CALCIO – Semifinale maschile Brasile-Cina

21.30    SCHERMA – Finale bronzo spada maschile a squadre

22.25    SCHERMA – Finale bronzo spada femminile a squadre

22.30     ATLETICA – 5000m, finale (T54 femminile)

22.30     TENNISTAVOLO – Prova a squadre, quarti di finale (TF4-5, TF6-10 femminile)

22.30     TENNISTAVOLO – Prova a squadre, semifinali (TF4-5, TF6-10 femminile)

22.30     TENNISTAVOLO – Prova a squadre, semifinali (TM3, TM9-10 maschile)

22.30      NUOTO – 100m farfalla, finali (S9 maschile)

22.35     ATLETICA – Tiro del giavellotto, finale (F34 maschile)

22.36     NUOTO – 100m farfalla, finali (S9 femminile)

22.40     ATLETICA – Lancio del disco, finale (F41 femminile)

22.43     NUOTO – 100m rana, finali (SB6 maschile)

22.45     ATLETICA – 200m, finale (T44 femminile)

22.50     NUOTO – 100m rana, finali (SB6 femminile)

22.51     ATLETICA – 200m, finale (T11 maschile)

22.57     NUOTO – 400m stile libero, finali (S10 maschile)

22.58     ATLETICA – Getto del peso, finale (F35 femminile)

23.07     NUOTO – 400m stile libero, finali (S10 femminile)

23.10     ATLETICA – 100m, finale (T12 maschile)

23.15     ATLETICA – Salto in lungo, finale (F38 maschile)

23.17     ATLETICA – 100m, finale (T42 maschile)

23.20    SCHERMA – Finale oro spada maschile a squadre

23.30     TIRO CON L’ARCO – Individuale ricurvo, finali per le medaglie (femminile)

23.30     SITTING VOLLEY – Semifinale 1 femminile

23.30     GOALBALL – Semifinale 2 maschile

23.32     NUOTO – 200m stile libero, finali (S3 maschile)

23.33     ATLETICA – 200m, batterie (T47 femminile)

23.42     NUOTO – 200m IM, finali (SM5 femminile)

VENERDÌ 16 SETTEMBRE:

00.01     ATLETICA – 800m, finale (T53 maschile)

00.06     NUOTO – 100m stile libero, finali (S11 maschile)

00.14     NUOTO – 100m stile libero, finali (S11 femminile)

00.15     RUGBY – Girone A misto Australia-Brasile

00.15    SCHERMA – Finale oro spada femminile a squadre

00.24     ATLETICA – 4x400m, finale (T53-54 femminile)

00.31    ATLETICA – 4x100m, finale (T35-T38 femminile)

00.36    NUOTO – 50m dorso, finali (S1 maschile)

00.44     NUOTO – 50m dorso, finali (S2 maschile)

00.52     NUOTO – 50m dorso, finali (S2 femminile)

00.54     ATLETICA – 400m, semifinali (T11 femminile)

01.00    CALCIO – Semifinale maschile Iran-Argentina

01.00     GOALBALL – Semifinale 2 femminile

01.14     NUOTO – 4x100m stile libero, finali (femminile)

01.30     SITTING VOLLEY – Semifinale 2 femminile

02.00     BASKET – Semifinali (maschile)

francesco.caligaris@oasport.it

Twitter: @FCaligaris

Foto da: Facebook Zanardi

Paralimpiadi Rio 2016: il medagliere aggiornato alla Ottava giornata

PARALIMPIADI RIO 2016 Medagliere aggiornato alla ottava giornata. Cina al comando, Italia 31esima con 25 medaglie: 7 oro,  9 argento e 9 bronzo

In Italia è la Rai che detiene i diritti in esclusiva per la trasmissione delle gare olimpiche: in particolare da Rai 2(già rete olimpica) e da Rai Sport 1, che ad agosto scorso hanno trasmesso in diretta le gare delle Olimpiadi. In totale, oltre 400 ore di programmazione, delle quali 280 in diretta.

Raisport1 sarà il canale tematico completamente votato ai Giochi Paralimpici, con 12 ore al giorno di programmazione in diretta, dalle 14.00 alle 4.00, e 12 ore di differita, dalle 4.00 alle 14.00. Il canale tematico sarà visibile anche in Hd.

Su Rai2 ogni giorno prevista la diretta dall’1.30 alle 4.00 di notte. In mattina, dalle 9.00 alle 9.45, la sintesidelle gare più importanti della notte.

vivicentro.it/sport/Olimpiadi Rio 2016