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Manovra: le 15 misure della manovra di bilancio in arrivo per un menù da 23-26 miliardi

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Al momento la legge di bilancio per il 2017 oscilla tra i 23 e i 26 miliardi. Con poco più di 15 miliardi destinati alla sterilizzazione della clausole di salvaguardia fiscali, almeno 2 miliardi al rilancio degli investimenti (”Industria” 4.0, superammortamento e Ace), non meno di 6-900 milioni al pacchetto lavoro (detassazione salari di produttività e mini-proroga selettiva della decontribuzione sui neoassunti), 500 milioni al capitolo istruzione-ricerca e circa 0,2 miliardi per la proroga dei bonus energetici e ristrutturazioni. E ancora: 2 miliardi per il piano-pensioni (Ape e bonus quattordicesime), circa 500 milioni aggiuntivi per il rinnovo del contratto degli statali, 2-300 milioni per il pacchetto famiglie numerose a basso reddito, 0,3-0,6 miliardi per interventi vari (a cominciare dal finanziamento delle misure contro la povertà) e almeno 1,2 miliardi per coprire le cosiddette “spese indifferibili”.

Senza dimenticare gli interventi, per non meno di uno0,1% di Pil, per la ricostruzione delle aree colpite dall’ultimo sisma che però il Governo punta ad escludere dai vincoli del patto di stabilità europeo così come le spese per la sicurezza. E considerando il taglio di tre punti di Ires già inglobato nei saldi perché previsto dall’ultima legge di Stabilità. Un lungo elenco di opzioni d’intervento che i tecnici stanno cominciando a scremare per delineare l’ossatura della manovra più o meno in concomitanza con la presentazione della Nota di aggiornamento al Def (NaDef) attesa al più tardi per il 26-27 settembre.

A influenzare le tabelle sarà prima di tutto il rallentamento della crescita, come riconosciuto ieri dal premier Matteo Renzi: «Che si faccia +0,8 o +1% è meglio di prima – ha detto dal palco del Wired Next Fest di Firenze – ma meno di quello che vorrei: dobbiamo tendere al 2% e siamo ancora lontani». Nell’analisi del premier, reduce dal vertice di Bratislava, sono anche i vincoli delle politiche europee: «Dobbiamo riconoscere che la ricetta dell’austerità dell’Europa era sbagliata – taglia corto Renzi – e quella della crescita degli Usa di Obama era ed è giusta».

Le 15 misure della manovra di bilancio in arrivo

Dal rinnovo del superammortamento alla detassazione del salario di produttività, dalla (eventuale) prororga della decontribuzione al pacchetto giovani, dal pensionamento anticipato all’estensione della platea dei beneficiari della quattrodicesima mensilità previdenziale: ecco i principali interventi previsti nella manovra di bilancio

Dall’incrocio fra i dati aggiornati del Def e gli spazi che l’Italia riuscirà a ottenere in Europa dipende l’elenco finale delle misure della manovra. Alcune novità sono in arrivo, come i 100 milioni per nuovi mezzi delle forze dell’ordine e un rafforzamento del fondo per la non autosufficienza, promessi ieri da Renzi. Altre, rispetto al primo lungo menù di inizio estate, sono invece già saltate. È il caso del riordino delle tax expenditures, destinato a rimanere ancora congelato, con la sola esclusione, forse, di alcuni specifici incentivi alle imprese. E della proroga della decontribuzione sui contratti dei neo-assunti a tempo indeterminato, che potrebbe essere limitata ai giovani e al Sud oppure, se la coperta della manovra dovesse essere molto corta, alla stabilizzazione di studenti in formazione. E altre ancora sono le ipotesi destinate a saltare.

Per conoscere il posizionamento definitivo dell’asticella della manovra autunnale occorrerà attendere la presentazione della Nota di aggiornamento del Def. A quel punto saranno nero su bianco le nuove stime sull’andamento del Pil (che dovrebbe scendere a quota 0,9-1% per il 2016 e 1,1-1,2% per il 2017) e, soprattutto, quelle sul deficit. L’obiettivo concordato con Bruxelles la scorsa primavera era dell’1,8 per cento. Se il Governo riuscirà a convincere la Ue a far salire il deficit ulteriormente al 2,2-2,3% (comunque al di sotto del livello dell’indebitamento della Pa per il 2016 che dovrebbe attestarsi a quota 2,4%), diventerebbe utilizzabile una quota pari a 6,5-8 miliardi. Che sommati alla quota di indebitamento già autorizzato in primavera farebbe lievitare a 15 miliardi lo spazio di flessibilità “spendibile”.

Risorse che andranno ad aggiungersi agli almeno 8-9 miliardi di dote che il Governo punta a ricavare con la “fase 3” della spending review e alcuni interventi di natura fiscale, in primis la “voluntary bis” senza però ricorrere a nuovi “balzelli”. Anche perché la manovra, che sarà varata per la prima volta sotto forma di legge di bilancio unificata per effetto della riforma approvata dal Parlamento prima della pausa estiva, avrà in ogni caso un carattere espansivo con ulteriore alleggerimento del carico fiscale, soprattutto facendo leva sul taglio dell’Ires già previsto dall’ultima legge di stabilità, e sulla spinta agli investimenti. Ma la caccia alle risorse non si presenta semplice

A causa del rallentamento del Pil, anche per l’effetto Brexit, la “fase 3” della spending review non potrà essere troppo soft (3-3,5 miliardi) come immaginato fino ad agosto. L’asticella della riduzione di spesa per il 2017 è destinata a salire complessivamente a 5-6 miliardi. Con un contributo della centralizzazione degli acquisti Pa, sulla base del modello Consip, di 2-2,5, uno dei quali (se non di più) dovrà arrivare dalla razionalizzazione delle forniture per la sanità. Risparmi più contenuti sono attesi dall’attuazione della riforma Pa e dal piano di ottimizzazione degli immobili della pubblica amministrazione. E sempre all’insegna dell’ottimizzazione si annuncia il nuovo step del processo di riorganizzazione dei bilancio delle amministrazioni centrali, in primis i ministeri (anche in questo caso con un occhio attento alla sanità), facendo lievitare su interventi selettivi, che poter garantire non meno di 1,5-2 miliardi. Sul fronte fiscale dovrebbero arrivare 2-2,5 miliardi dalla voluntary bis. L’operazione dovrebbe scattare con un provvedimento parallelo alla manovra. C’è poi la possibilità che vengano recuperati circa 3-500 milioni con un riordino mirato di alcuni incentivi alle imprese considerati “superati”. Sul tavolo anche l’ipotesi di altri mini-interventi fiscali 3-500 milioni.

 

vivicentro/Manovra: le 15 misure della manovra di bilancio in arrivo per un menù da 23-26 miliardi
ilsole24ore/Manovra, 15 misure per un menù da 23-26 miliardi (Marco Rogari)

Scontrini fiscali: in ‘pensione’ dal 2017. Saranno sostituiti da quelli telematici

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Ecco come funziona il sistema approntato dal d.lgs. 127/2015

Dal 1° gennaio 2017 prende il via il nuovo sistema facoltativo di trasmissione telematica degli scontrini, che andrà a sostituire l’emissione del cartaceo. È il decreto legislativo 5 agosto 2015, n. 127 (qui sotto allegato) a prevedere che commercianti e artigiani (soggetti esonerati dall’obbligo di emissione della fattura) possano adottare dei registratori di cassa telematici che, in luogo dell’emissione dello scontrino cartaceo, provvederanno a trasmettere i dati delle operazioni direttamente all’Agenzia delle Entrate.

La memorizzazione elettronica e la trasmissione telematica, si legge nel provvedimento, saranno effettuate mediante strumenti tecnologici che garantiscano l’inalterabilità e la sicurezza dei dati, compresi quelli che consentono i pagamenti con carta di debito e di credito.

Nonostante questi strumenti andranno a sostituire la modalità di assolvimento dell’obbligo di certificazione fiscale dei corrispettivi, resta comunque fermo l’obbligo di emissione della fattura su richiesta del cliente.

La trasmissione telematica degli scontrini è facoltativa e la scelta di avvalersi o meno del sistema digitale dovrà essere esercitata entro il 31 dicembre 2016. L’opzione ha effetto dall’inizio dell’anno solare in cui è esercitata fino alla fine del quarto anno solare successivo e, se non revocata, si estende di quinquennio in quinquennio.

La memorizzazione elettronica e la connessa trasmissione dei dati dei corrispettivi sostituiscono gli obblighi di registrazione di cui all’articolo 24, primo comma, del suddetto decreto n. 633, del 1972.

Sarà un provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate, sentite le associazioni di categoria, a definire le informazioni da trasmettere, le regole tecniche, i termini per la trasmissione telematica e le caratteristiche tecniche degli strumenti tecnologici di memorizzazione.

Il decreto prevede, infine, degli incentivi per coloro che opteranno per il sistema telematico tra cui l’esonero dalla certificazione dei corrispettivi e dalla registrazione nell’apposito registro dei corrispettivi, effetti che si affiancano a benefici come la memorizzazione elettronica dei corrispettivi giornalieri e la trasmissione telematica all’Agenzia delle Entrate.

  • Decreto legislativo 5 agosto 2015, n. 127

StudioCataldi/Addio agli scontrini fiscali dal 2017 (Lucia Izzo)

Eccellenza,Real Forio: non basta Saurino,il Casalnuovo vince per 2-1

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Forio calcio

Il Real Forio esce sconfitto a testa altissima dal difficile match con il blasonato Casalnuovo. Ai biancoverdi costa caro un approccio alla gara non impeccabile, anche se i due gol di Caso Naturale nei primi 10’ di gioco sono più merito dei padroni di casa piuttosto che demerito degli isolani. Al 7’ Caso Naturale supera Verde con un tiro da fuori area su cui il numero 1 foriano nulla può e lo stesso Caso Naturale, appena cinque minuti dopo, mette a segno un vero e proprio eurogol in rovesciata. Partita che quindi si mette subito in salita per il Real Forio che, comunque, dopo aver ripreso la calma comincia  a dominare la gara. I padroni di casa, infatti, vanno in affanno con i biancoverdi che si rendono pericolosi grazie ad un paio di palle-gol importanti. La più evidente capita sui piedi fatati di Nicola Mora, il quale prova a bissare il calcio di punizione dal limite che mercoledì scorso ha messo in rete contro l’Afro Napoli United. In questa occasione, però, il pallone si stampa sulla parte bassa della traversa e dopo aver toccato la schiena del portiere finisce incredibilmente fuori. Al 60’ Gianluca Saurino riesce ad accorciare le distanze approfittando di uno svarione difensivo e sale a quota quattro in campionato. Mister Impagliazzo fa esordire anche il “nuovo arrivato” Stany Mazzella e soprattutto tenta il tutto per tutto mandando in campo due attaccanti: prima Angelo Arcamone e poi anche il giovane classe ’99 Massimo De Luise. La retroguardia biancoverde, a differenza di quanto avvenuto all’esordio con la Sessana, non rischia praticamente nulla. Il Real Forio mette pressione al Casalnuovo, ma non riesce a trovare il gol del pari. I ragazzi di mister Impagliazzo si rendono pericolosi fino all’ultimo minuto di gioco con un colpo di testa di Ciro Saurino che sfiora l’incrocio dei pali. La squadra isolana perde 2-1 contro una delle compagini candidate alla vittoria del campionato. Male il risultato, ma la prestazione degli isolani fa ben sperare per il prosieguo del campionato. Nel prossimo turno, il Real Forio giocherà nuovamente in trasferta e andrà a fare visita al Neapolis.

CASALNUOVO CALCIO  2

REAL FORIO  1

 

CASALNUOVO:  Sollo; Castaldo; Matino; De Fenza; Cerbone (C); Giannino; Caso Naturale; Romano; Grezio (44’s.t. Sorrentino); Tufano (33’s.t. Scippa); Puccinelli. (In panchina Di Fiore; Tufo; Pelliccia; Cerqua; Rima) All. Carlo Sanchez

REAL FORIO: Verde; Iacono (31’s.t. Arcamone); Mora (C); Calise; Di Dato; De Luise V.; Vitagliano (37’s.t. De Luise M.); Trofa; Saurino C.; Saurino G.; Sannino (1’s.t. Mazzella). (In panchina Di Iorio; Conte; Abbandonato; Fanelli;) All. Francesco Impagliazzo

ARBITRO: Esposito di Torre Annunziata (Ass. Russo di Torre Annunziata e Fresa di Battipaglia)

RETI: 7’,11’ Caso Naturale, 60’ Saurino G.

NOTE: Ammoniti De Fenza, Matino, Tufano, Giannino (C); Saurino C., Saurino G. (RF)

Pescara: arresto per rapina da parte della Polizia

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Gli agenti della Polizia di Stato di Pescara, nella scorsa notte, nell’area di parcheggio della Golena Sud,  hanno arrestato G. L.,  trentaseienne di Lanciano, per rapina in concorso con altra persona rimasta ignota.

Nella circostanza la Volante intervenuta presso la citata area di parcheggio dopo una segnalazione al 113 da parte di una donna. la quale riferiva che il suo ragazzo stava cercando di trattenere un giovane sorpreso a rovistare all’interno della loro auto. Nel giungere sul posto gli agenti notavano  un uomo che  cercava di trattenere  tra le auto in sosta un’altra persona.

La vittima riferiva che, poco prima, nel riprendere l’auto  parcheggiata, notava due persone che rovistavano all’interno della stessa e nel momento in cui chiedeva spiegazioni, la prima lo aggrediva con calci e pugni mentre la seconda si dava alla fuga dopo aver prelevato un obiettivo fotografico.

La persona fermata  veniva quindi accompagnata in Questura  per  i relativi accertamenti, in seguito ai quali  veniva tratta in arresto e, su disposizione del Pubblico Ministero di turno, associata presso la locale Casa Circondariale.

In auto: prudenza e luci accese SEMPRE! Si eviteranno multe salate e si farà guadagnare petrolieri e Stato!

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Ciclomotori, motocicli, tricicli e quadricicli devono tenere le luci accese di giorno anche durante la marcia all’interno dei centri abitati

In alcuni casi, gli automobilisti hanno l’obbligo di tenere le luci accese anche di giorno.

Nonostante la rabbia manifestata da molti cittadini (da ultimo da decine di residenti dei comuni della pianura veronese, sanzionati sulla strada 434) a prescrivere tale obbligo è una norma ben precisa: l’articolo 152 del codice della strada.

Tale disposizione, in particolare, impone l’utilizzo anche diurno delle luci di posizione, dei proiettori anabbaglianti e delle luci di targa e di ingombro ove prescritte a tutti i veicoli a motore che si trovino a circolare fuori dai centri urbani.

Ma non solo: i ciclomotori, i motocicli, i tricicli e i quadricicli devono tenere le luci accese di giorno anche durante la marcia all’interno dei centri abitati.

La sanzione posta a presidio di tale disposizione, peraltro, non è irrilevante, ma è rappresentata dal pagamento di un somma compresa tra 41 e 168 euro.

[ndr: La farsa dei fari accesi di giorno
Vi siete mai chiesti perché dovete accendere i fari dell’automobile anche di giorno, quando magari c’è un sole accecante e non ce n’è assolutamente bisogno? Per motivi di sicurezza? Quali, se col sole non servono? Per “uniformarci” agli altri paesi europei (altra favola in circolazione)? Beh, in Germania, Gran Bretagna, Francia, Olanda, Spagna, Svizzera e Belgio non vige questo obbligo assurdo, che, al massimo, può avere (ed ha) un senso in inverno nei paesi scandinavi dell’estremo nord. Nei quali è vero che si registrano in media meno incidenti che da noi, ma perché guidano in maniera più disciplinata, non perché hanno le luci accese. 

Ciò chiarito, resta solo una solida motivazione: il far cassa, come sempre. Per fare un po’ di calcoli tiriamo fuori un paio di cifre tratte da “Un futuro senza luce?”. Nel libro sono descritti semplicemente i vari passaggi che permettono di calcolare (approssimando tutto per difetto) che con i fari accesi anche di giorno, il consumo annuo di carburante in più è di 41 litri per ogni veicolo (con un incremento percentuale che oscilla fra il 2,7 e il 4,1). Ciò è dovuto in sostanza all’aumento dell’energia necessaria all’alternatore per permettere alle luci di funzionare nelle ore diurne. Se si considera che gli automezzi in circolazione a fine 2002 (immaginiamo quindi oggi) erano circa 37,5 milioni (e trattando qui gli autocarri alla stregua di automobili, anche se i primi sono ovviamente più pesanti, hanno distanze medie di percorrenza ben più lunghe e molte più luci di posizione da accendere), l’incremento complessivo dei consumi oscilla intorno a 1 miliardo e 500 milioni di litri di carburante. Ciò comporta anche un aumento delle emissioni di diossido di carbonio di circa tre milioni di tonnellate.

Ma perché tutto ciò? Perché se, sempre approssimando per difetto, si calcola quanto le tasse incidano su questi enormi consumi di carburante in più, salta fuori che l’erario con questa astuta mossa ha incrementato annualmente i suoi incassi di circa 1 miliardo di euro. grandecocomero]

Occorre comunque precisare che l’obbligo dei dispositivi luminosi non riguarda i veicoli di interesse storico e collezionistico [ndr: tanto, per quello che circolano e consumerebbero non è che renderebbero tanto di più: bella figura con poco o nulla, insomma].

Inoltre, in determinati casi, i veicoli che ne sono dotati possono avvalersi, in alternativa ai dispositivi luminosi prescritti in generale, delle luci di marcia diurna.

Le luci di marcia diurna, in ogni caso, non possono sostituire le luci di posizione, le luci della targa e le luci di ingombro se prescritte e, per i veicoli, i proiettori anabbaglianti da mezz’ora dopo il tramonto del sole a mezz’ora prima del suo sorgere. Non possono neanche sostituire tali dispositivi, pur se di giorno, nelle gallerie o nei casi di nebbia, di caduta di neve, di forte pioggia e in ogni altro caso di scarsa visibilità.

In simili periodi della giornata, luoghi o condizioni atmosferiche, infatti, l’utilizzo di tali dispositivi è imposto dall’articolo 153 del codice della strada e viene fatto salvo dalla previsione dell’articolo 152 che consente l’utilizzo delle eventuali luci di marcia diurna.

Valeria ZeppilliAvv. Valeria Zeppilli
E-mail: valeria.zeppilli@gmail.com
Laureata a pieni voti in giurisprudenza presso la Luiss ‘Guido Carli’ di Roma con una tesi in Diritto comunitario del lavoro. Attualmente svolge la professione di Avvocato ed è dottoranda di ricerca in Scienze giuridiche – Diritto del lavoro presso l’Università ‘G. D’Annunzio’ di Chieti – Pescara

StudioCataldi / Guida diurna a fari spenti: multe salate sulle strade extraurbane Valeria Zeppilli

Castellammare, la bomba d’acqua mette a rischio il centro storico

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La pioggia e i danni per Castellammare

Una bomba d’acqua sulla città di Castellammare di Stabia con strade allagate e centro antico invaso dal fango. È bastata una pioggia torrenziale di due ore, nella serata di venerdì, per mandare in tilt le strade stabiesi e ora si contano i danni in un territorio che si è dimostrato ancora impreparato a questo tipo di precipitazioni che in passato hanno causato gravi danni e frane. A correre il maggior rischio sono i residenti del centro antico: è qui che è arrivata una vera e propria colata di fango, trasportato dalle vasche di laminazione borboniche di Quisisana, che hanno fatto tracimare fango e detriti fino alle stradine. Fortunatamente i danni sono rimasti contenuti, ma la bomba d’acqua accende nuovamente il campanello d’allarme.

VIDEO – A Casamassima (Ba), lo spettacolo notturno della pirotecnica Del Vicario e figli

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Il giorno 17 settembre, a Casamassima, in provincia di Bari, la pirotecnica Del Vicario e figli da San Severo (Fg) ha deliziato con uno spettacolo pirotecnico notturno in onore di San Rocco da Montpelier. Un ringraziamento particolare va all’Associazzione Culturale tradizione di fuoco di Torremaggiore per l’ottima collaborazione.

dal nostro inviato, Gennaro Novellino

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VIDEO – A Casamassima (Ba), lo spettacolo notturno della pirotecnica F.lli Romano

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Il giorno 17 settembre, a Casamassima, in provincia di Bari, la pirotecnica F.lli Romano da Angri (Sa) ha deliziato con uno spettacolo pirotecnico notturno in onore di San Rocco da Montpelier. Un ringraziamento particolare va all’Associazzione Culturale tradizione di fuoco di Torremaggiore per l’ottima collaborazione.

dal nostro inviato, Gennaro Novellino

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VIDEO Barano,Mister Monti:” Buon primo tempo,potevamo fare di più “

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mister-monti

La prima vittoria in Eccellenza è giunta sabato pomeriggio nel confronto casalingo con il Mondragone. Il Barano ha giocato una prestazione positiva, in particolar modo nel corso del primo tempo: “Siamo stati bravi – è il commento di mister Monti – nel primo tempo. Potevamo fare qualcosa in più, ma va dato merito anche agli avversari”. Negli aquilotti si sono viste sabato due novità nell’undici titolare: il difensore Del Franco e l’under Cantelli: “Del Franco è un calciatore che conosco bene. Da lui mi aspetto di più per quel che concerne la fisicità e la marcatura dell’uomo; Cantelli ha confermato di possedere buona tecnica e rapidità di esecuzione. Deve migliorare sul piano tattico”.

VIDEO – A Casamassima (Ba), lo spettacolo notturno della pirotecnica Bruscella

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Il giorno 17 settembre, a Casamassima, in provincia di Bari, la pirotecnica Antonio Bruscella Modugno (Ba) ha deliziato con uno spettacolo pirotecnico notturno in onore di San Rocco da Montpelier. Un ringraziamento particolare va all’Associazzione Culturale tradizione di fuoco di Torremaggiore per l’ottima collaborazione.

dal nostro inviato, Gennaro Novellino

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Vivicentro.it, la carica dei 2000 mila…grazie di cuore!

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La carica dei 2000 mila di Vivicentro.it…grazie di cuore!

Cresciamo, ci divertiamo, cerchiamo di essere di compagnia e di informarvi, soprattutto informarvi: questo è l’obiettivo primario, il nostro lavoro, la nostra passione, la nostra voglia. Grazie, di vero cuore, ai 2000 fan di Vivicentro.it su Facebook, in poco tempo abbiamo tagliato un primo traguardo ambizioso: 2000 fan sulla nostra pagina Facebook. È un risultato che ci rende orgogliosi e che vogliamo condividere con tutti i lettori (fan e non) che ogni giorno ci seguono sui social network, ci leggono su Internet, ci sfogliano su tablet o ci ascoltano in radio. Dalla cronaca, allo sport, passando per lo spettacolo e tutte le nostre categoria, siamo orgolgiosi di poter contare su di voi. Grazie, ancora, grazie di vero cuore dalla redazione di Vivicentro.it.

 

Berretti, Under 17 e Under 15 della Juve Stabia: questa la nuova sede per gli allenamenti

Berretti, Under 17 e Under 15 della Juve Stabia: questa la nuova sede per gli allenamenti

Dopo la preparazione svolta in quel di San Giuseppe Vesuviano, in una struttura importante e all’avanguardia, il settore giovanile della Juve Stabia guidato dal presidente Andrea De Lucia e dal direttore responsabile Alberico Turi, trova la nuova casa per le sedute settimanali di allenamento per le categorie Berretti, Under 17 e Under 15. Secondo quanto raccolto dalla redazione di Vivicentro.it, la nuova ‘casa’ settimanale sarà il centro sportivo Eden di Torre del Greco. Centro che presenta una struttura composta da tre campi e tutte le attrezzature utili per preparare al meglio i ragazzi in una stagione che deve vederli protagonisti in tutti i settori.

a cura di Ciro Novellino

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De Laurentiis: “Milik? La clausola esiste anche per lui, ho 27 giocatori di qualità!”

Queste le parole di De Laurentiis

Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli, ha rilasciato alcune dichiarazioni in occasione dell’evento Fuori Cinema e la Gazzetta dello Sport scrive: Alzo i prezzi per la Champions? Io vendo uno spettacolo. Li ho messi anche a 5 euro. E al botteghino incasso più dello scorso anno. Ma lo stadio me lo faccio io.

Serie A? La farei con 10 club, che senso hanno tutte squadre con i bilanci non a posto? Sa quanti andrebbero in galera? Il Sassuolo senza i soldi di Mapei del mio amico Squinzi sarebbe in A? No. E cambierei la Champions: farei un campionato europeo con 30 club dei 5 campionati più forti, partendo il 1° luglio.

Per lo scudetto sarà lotta a tre. Ho 27 giocatori di qualità, un Napoli A e un Napoli A2.

Abbiamo pochi abbonati? Sono sempre stati 6 mila. Ma i tifosi del Napoli sono 4 milioni 700 mila

Higuain? Io una persona la mando aff.. ma dopo trenta secondi mi sono dimenticato.

Milik? Un bravo ragazzo, con la testa a posto e una bella fidanzata. Che ha un opportunismo in area incredibile. La clausola esiste anche per lui”.

FOTO – Juve Stabia, Under 17 e Under 15 partiti per Roma con i nuovi abiti sartoriali

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Le due formazioni Under, 17 e 15, di mister Nunzio Di Somma e mister Alfonso Belmonte, sono partite alla volta di Roma per la seconda giornata di campionato. Alla partenza, però, qualche scatto per lo staff con i nuovi abiti sartoriali. Il presidente Andrea De Lucia non bada a spese e per tutti gli staff dirigenziali ecco i nuovi abiti di rappresentanza che presenteranno la Vespasulla camicia, lato bottoni, mentre sotto al taschino della giacca ci sarà il logo societario.

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Parisi: parlare tanto per dire poco

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In oltre un’ora di appassionato intervento, Stefano Parisi ha disegnato i confini del suo programma politico, ma ha lasciato senza risposte alcune domande cruciali. 

Il cuore del «liberalismo popolare» invocato dall’ex candidato sindaco del centrodestra a Milano risiede in alcune parole e espressioni-chiave: la libertà e il merito, la semplificazione burocratica e lo sviluppo digitale, il no alla concertazione e il sì al federalismo fiscale. Ha parlato di immigrazione e di etica («La politica deve essere legalità, dobbiamo avere persone integre») e ha toccato corde sensibili alla narrazione del centrodestra come l’eccesso di vincoli e controlli («L’autorità anticorruzione non serve»).

A dispetto dei ripetuti attacchi di Salvini, le critiche di Parisi all’Europa («Stagnante, in cui non crede più nessuno») sono sembrate parte del tentativo di tenere un canale di dialogo con la Lega, ribadito dall’appello finale all’unità del centrodestra. E certo anche con un occhio agli alleati va letto l’affondo contro Renzi sui rapporti con l’Ue e sulla ripresa che stenta («Gli 80 euro? Un inganno», il premier «è un pericolo per lo sviluppo dell’economia»), in un’invettiva che non ha risparmiato il Movimento 5 stelle («Non è vero che uno vale uno, per fare il sindaco di Roma servono persone esperte»).

Le parole non dette riguardano il contenitore destinato a ospitare il progetto. E’ vero, fin dal suo debutto sulla scena politica nazionale, Stefano Parisi ha detto di voler privilegiare i contenuti e in questi due mesi è stato coerente, cercando idee e competenze e sfuggendo alla trappola della polemica, soprattutto con chi in Forza Italia ne sta cercando di fermare il cammino. Ha cominciato a tessere una tela, non solo dentro i confini nazionali, dal momento che ha già incontrato almeno un paio di ambasciatori, tedesco e americano. Una politica dei piccoli passi che da ieri, però, richiede qualche cosa di più. Parisi ripete con forza la convinzione che in caso di sconfitta al referendum e di dimissioni di Renzi «non ci sarà il caos». Come ha detto ieri, «se siamo uniti il centrodestra sarà pronto, subito, a sostituire Renzi al governo». Poiché non è pensabile che lo possa fare il centrodestra sfilacciato e litigioso dell’ultima stagione, significa che l’ex direttore generale di Confindustria ha già in mente l’assetto che dovrebbe avere la coalizione. Sarà lui la nuova guida di Forza Italia? Nascerà un soggetto politico diverso?

«Noi siamo il futuro della politica», ha scandito davanti alla platea della convenzione programmatica, «Serve prendere iniziativa». I contenuti e i programmi sono imprescindibili, la base di un progetto politico, ma a poco più di due mesi dal referendum bisogna dire ai 10 milioni di elettori che Parisi vuole riconquistare in quale offerta politica si possono tradurre.

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vivicentro/Parisi: parlare tanto per dire poco
lastampa/Le parole da tradurre in politica LUCA UBALDESCHI

L’Angolo di Samuelmania – Show di Milik e grande partita: ora testa al Genoa

Questo il suo pensiero

Napoli-Bologna 3-1, una grande partita ma in alcuni momenti squadra poco incisiva davanti alla porta. Il ruolo di Gabbiadini come unica punta va rivisto perché credo che l’attaccante sia abituato a giocare in un altro ruolo, con garanzie maggiori. Bella partita di Callejon, ma soprattutto grande Milik con una doppietta che mette i 3 punti al sicuro. Nessun dramma per il gol subito con ottimo tiro da fuori di Verdi ed errore di Reina. Io darei spazio ad altri portieri come Sepe, calciatore molto bravo. La parola ultima è quella di Sarri che li segue tutti i giorni e li allena. Ora testa al Genoa.

a cura di Samuele Esposito

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A Bratislava frantumato il Triumvirato di Ventotene?

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L’Europa è a pezzi. Ed è in questo continente sfilacciato che si scaricano le differenze e le letture di Bratislava

IL TRIUMVIRATO europeo, che sembrava aver raggiunto il suo culmine nell’incontro di Ventotene, parrebbe essere andato in pezzi nel giorno finale di Bratislava venerdì scorso. Hollande e Merkel hanno concordato una linea ben diversa da quella del rafforzamento di un’Europa unita. D’un contenimento dell’immigrazione attraverso una politica africana sostenuta e finanziata dall’Ue e possibilmente anche dagli Usa se dalle imminenti elezioni americane il nuovo presidente seguirà la linea di Obama.

La rottura, almeno in parte, si deve al fatto che ciascuno dei tre è alle prese con problemi elettorali e politici di casa propria: le elezioni amministrative e poi tra un anno quelle politiche per la Merkel; le elezioni presidenziali francesi per Hollande; il referendum costituzionale e la legge elettorale per Renzi.

Questi appuntamenti essenziali hanno certamente influito su quanto è accaduto a Bratislava, ma non è stata soltanto una triplice sceneggiata. In paesi democratici il potere è sempre in discussione. Oggi, oltre ai nostri tre personaggi, il potere politico è in gioco negli Usa, in Brasile, in Libia, in Siria, in Austria, in Olanda; ha già cambiato colore in Inghilterra. Insomma in mezzo mondo. La democrazia ha un problema centrale: conciliare la libertà con la stabilità. Ed è questo che abbiamo visto a Bratislava.

Ma c’è un però: quando queste oscillazioni si fanno sentire, esse mettono in crisi un tessuto che ancora non è stato filato a dovere, anzi ha subìto strappi e lacerazioni che non erano neppure previste.

L’Europa è a pezzi. I paesi dell’Est, a cominciare dalla Polonia e dall’Ungheria, stanno navigando come se la Ue non esistesse più; i paesi balcanici sono una costola debole. Austria, Danimarca, Svezia, Svizzera, sentono più la nazionalità che l’europeismo. E non parliamo della Francia, della sua souveraineté e della sua faiblesse. Ed è in questo continente sfilacciato che si scaricano le differenze e le letture di Bratislava.
Se però si deve dare un voto in pagella credo che Merkel e Hollande meritino un voto negativo, Renzi ne merita uno largamente positivo. Non mi fa certo velo la comune nazionalità per la semplice ragione che personalmente mi sento soprattutto cittadino europeo avendo sempre condiviso gli ideali di Spinelli, di Ernesto Rossi e di Colorni. Ma Renzi, da qualche tempo, è anche lui su questa lunghezza d’onda: sta conducendo una battaglia per rafforzare l’Europa e la rottura di Bratislava è arrivata principalmente su questo piano.

Renzi ha lanciato insieme a Tsipras e ad Hollande (che però ha cambiato fronte a Bratislava) un patto tra i paesi europei del Mediterraneo per adottare una politica di stabilizzazione in Libia e nei paesi del Corno d’Africa, per arginare la marea delle migrazioni verso l’Europa; ha più volte sostenuto la nascita d’un ministro delle Finanze dell’Eurozona che abbia gli stessi poteri dei ministri economici degli Stati nazionali che verrebbero in tal caso declassati; ha lanciato la necessità d’una politica militare e d’una politica estera di stampo europeo. E così pure l’ipotesi di una Fbi europea per sgominare il terrorismo delle periferie. Una politica di questo genere comporta investimenti e spese che debbono gravare sull’Ue, la quale dovrebbe a questo punto imboccare una politica economica keynesiana.

Anche Renzi ha fatto molti errori sulla produttività, sull’occupazione, sulla fiscalità, ma li ha riconosciuti e almeno in parte li sta correggendo. I suoi problemi, quelli che in linguaggio corrente si chiamano le spine d’una rosa, sono altri e ne parleremo tra poco ben sapendo comunque che quelle spine sono molto aguzze e la rosa è un piccolo bocciolo che stenta a fiorire. Ora però, per coerenza con il tema europeo, vediamo che cosa ha detto Mario Draghi che proprio durante il vertice di Bratislava è andato a Trento dove gli è stato conferito il premio De Gasperi. Quel personaggio della storia italiana ed europea gli ha ispirato un discorso di grande importanza, che merita d’essere riferito nella sua sostanza.
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Di solito Mario Draghi non fa discorsi. Riferisce a platee di banchieri, economisti, membri di governi o al proprio consiglio dove siedono i banchieri centrali dell’Eurozona, sulla situazione economica europea e mondiale, sui provvedimenti che la Bce prenderà in un prossimo futuro e sugli effetti di quelli già presi. Di politica generale Draghi non parla; di politica economica sì, ma sempre con stretta attinenza a quella monetaria che, nei limiti dello statuto della Bce, è lo strumento della sua azione.

Tutto ciò ricordato, a Trento Draghi ha parlato della figura di Alcide De Gasperi. Era ovviamente doveroso che lo facesse visto che gli era stato conferito un premio a De Gasperi intitolato, ma ciò che non era previsto era che Draghi non si limitasse a ricordare la vita politica del fondatore e primo leader del partito democristiano, ma affrontasse i problemi dell’Europa di oggi e la politica economica necessaria a risolverli e portare avanti la marcia intrapresa da De Gasperi, Schuman e Adenauer, i quali a loro volta davano un seguito al manifesto federalista di Ventotene. Draghi insomma ha fatto un discorso politico, nel quale la politica monetaria della Bce è entrata di striscio, il tema era ben altro e Draghi l’ha affrontato di petto. Che io ricordi, non era mai accaduto.

Il tema di fondo è stato l’Europa. L’Europa rafforzata e dotata di istituzioni molto diverse da quelle attuali che sono soltanto un inizio in buona parte male usate. L’Europa come un continente dal quale (non dimentichiamolo) partì la civiltà che si diffuse poi in altri continenti a cominciare dal Nord America ma non soltanto. L’Europa, ha detto Draghi, deve capire che la società globale nella quale ormai viviamo e che sempre più accrescerà le sue caratteristiche globalizzanti, politiche e tecnologiche, non consente la persistenza di staterelli nazionalistici. Bisogna mantenere e magari rafforzare libertà e sovranità popolare; bisogna convincere popoli e classi dirigenti della necessità dell’unità europea; bisogna che l’opinione pubblica comprenda che questa è la strada da percorrere perché il tempo scorre velocemente e non consente ritardi.

La Banca centrale europea, nel suo operare, ha ben presente quell’obiettivo; è suo compito gestire una politica che sia conforme all’obiettivo politico. Del resto De Gasperi e i suoi compagni di strada consideravano il sistema bancario come uno strumento della loro azione che era strettamente politica: ideali, valori, opinioni pubbliche, partiti, sindacati di lavoratori, strutture economiche, parlamenti e popoli sovrani e consapevoli.

Questi furono De Gasperi e i suoi amici. E questa è una realtà che va risvegliata e perseguita con la massima energia possibile. Non so fino a che punto l’intervento politico di Draghi sia stato colto dai destinatari ai quali era rivolto, cioè alle forze politiche europee, al capitalismo europeo, ai lavoratori europei. Questo è il compito che tutte le persone consapevoli debbono adempiere. Ma voglio aggiungere un’altra considerazione: una Banca centrale come quella che Draghi presiede non ha un’Autorità politica sopra di lei. Ha uno statuto, ha 19 Stati azionisti. Di fatto significa che Draghi e il Consiglio della banca sono i soli a stabilire gli obiettivi e la politica economica da perseguire.

Negli altri paesi la politica economica la stabilisce il governo e la Banca centrale la esegue. Sicché in uno Stato europeo la politica economica sarebbe fissata dal ministro delle Finanze e dal premier e la Banca centrale, con la sua capacità e competenza, sarebbe uno degli strumenti e forse il più importante insieme a quello fiscale, della politica economica. Draghi queste cose le sa benissimo, il che peraltro non gli impedisce di concepire la nascita degli Stati Uniti d’Europa. Dobbiamo essergli molto grati del discorso di Trento. Secondo me è una tappa della massima importanza per l’avvenire. Sarebbe bene che la Merkel e Hollande lo leggessero e riflettessero dopo averlo letto. Renzi forse l’ha già fatto e comunque gli raccomando (per il poco che vale il mio suggerimento) di rifletterci con molta attenzione.

Le spine di Renzi sono il referendum e la legge elettorale. Finalmente ha capito il legame tra quei due argomenti e si è impegnato a modificare la legge elettorale prima che il referendum abbia luogo. Altro finora non sappiamo. Ma una cosa sappiamo (non io soltanto, da cittadino ed elettore, ma molti nel Pd e molti anche tra i moderati democratici). Sappiamo che legare la legge elettorale al ballottaggio è un gravissimo errore, come è altrettanto sbagliato introdurre le preferenze, frutto marcio di lobby e clientele perfino mafiose.

Una legge elettorale democratica non può che basarsi sulla proporzionale. Naturalmente la proporzionale comporta alleanze adeguate che consentano la governabilità e un programma comune. La Democrazia cristiana fu al governo del paese dal 1947 al 1992, sempre con la proporzionale e le alleanze, variabili secondo le circostanze economiche, sociali, ideologiche: con i liberali, i socialdemocratici e i repubblicani; poi nel 1962 con i socialisti di Nenni; poi addirittura con i comunisti di Berlinguer che, dopo lo strappo con i sovietici, erano diventati pienamente democratici e costituzionali.
I
l totale degli anni che hanno visto la Dc al governo sono durati fino a Tangentopoli, cioè fino all’arrivo di Berlusconi. Da quella data in poi è cambiato l’intero panorama politico. Stabilire se il panorama di oggi sia migliore o peggiore di quello di ieri è un giudizio storico che non possiamo certo affrontare in un articolo. Magari sarà un panorama diverso ma di analogo valore (o disvalore). Ma un fatto è certo ed anche la Corte costituzionale l’ha più volte affermato: i voti degli elettori contano tutti e non possono essere ignorati con premi concessi ad una maggioranza relativa, cioè alla più forte delle minoranze. E pensate che dove non esiste una maggioranza assoluta, se i partiti di minoranza si alleassero tutti, il partito di maggioranza relativa non riceverebbe alcun premio. Qualche cosa di simile può accadere con il movimento di Grillo. Lì ci sono elettori che provengono da sinistra, dal centro, da destra e da chi si è fino ad allora astenuto. Quel movimento non ha alcun programma ma vuole soltanto conquistare il potere. Con il ballottaggio è possibile che lo ottenga. Questo è un risultato accettabile? E salutare per il paese? Per l’europeismo? Per la moneta europea?

Ecco perché Renzi deve abolire il ballottaggio, accettare la proporzionale e costruire alleanze compatibili con il programma di governo d’un grande partito di centrosinistra. A mio giudizio dovrebbe aumentare la sua natura di centrosinistra e allearsi con movimenti di moderati, purché siano anche essi europeisti convinti e democratici. Forse in questo caso le spine cadrebbero e il bocciolo di rosa fiorirebbe.

vivicentro/A Bratislava frantumato il Triumvirato di Ventotene?
larepubblica/L’europeismo fa cadere le spine e fiorire le rose EUGENIO SCALFARI

Altra occasione sprecata da Gabbiadini, ma c’è una nota positiva

Il Corriere del Mezzogiorno scrive su Manolo Gabbiadini

Il Corriere del Mezzogiorno scrive su Manolo Gabbiadini: “Ancora una chance buttata al vento. Manolo Gabbiadini non è riuscito nemmeno stavolta ad essere incisivo. In avvio ha sbagliato due scambi con i compagni che in altri tempi avrebbe fatto a occhi chiusi. Si è mosso con più disinvoltura, ha cercato di pressare gli avversari ma non è entrato mai nel vivo della manovra. L’attaccante bergamasco ha sprecato l’ennesima occasione. Si potrà dire tutto e il contrario di tutto, ma Sarri sta provando in tutti i modi a farlo sbloccare. Ora si dovrà svegliare, altrimenti il ruolo di attaccante titolare è già assegnato al polacco”.

Corbo: “Lo spettacolo è negato solo a chi lo produce”

Lo riporta Antonio Corbo nel suo editoriale su La Repubblica

Lo spettacolo è negato solo a chi lo produce. Prima della partita De Laurentiis informa a reti unificate, Sky e Mediaset, che non sarà in tribuna. Un coro volgare attenuato da un applauso ed uno striscione ironico (“Settore Popolare“) poggiato su gradoni vuoti di curva B confermano le tensioni tra le fasce più giovani e Aurelio De Laurentiis. Non basta reinvestire 112 milioni, non conta una squadra più forte, non vale scoprire che Milik, il gigante freddo, può cancellare Higuain: niente riporta la pace nel Napoli che si condanna all’infelicità nella bugiarda serata di fine estate. Donadoni subisce nel primo tempo un Napoli più forte nel palleggio, dinamico nei meccanismi, frenato solo dalla vanità, quindi portato a specchiarsi troppo nella sua superiorità. Sarri cambia la squadra, quattro gli inserimenti: Gabbiadini il primo. Un buon tiro ed un tenace recupero gli fanno meritare un applauso quando restituisce il posto a Milik. Solo cortesia del pubblico, perché Gabbiadini non fa nulla di più, sempre isolato dal gioco. Ha un alibi: i compagni non lo cercano. Il suo destino sembra segnato anche stavolta: impossibile spuntarla su Higuain, tutt’altro che facile adesso, con Milik che appena entra fa il secondo e il terzo. Milik annulla gli effetti del pareggio, una sassata di Verdi che sorprende Reina. E dimostra quanto vale: è bomber di grande scuola. Il Napoli presenta anche Zielinski, che è difficile tener fuori. Accade qualcosa di nuovo: va in moto la catena di destra con Hysaj che copre con il suo ruvido pragmatismo, con Zielinski che dialoga con Callejon e gli consente di guadagnare il centro, ma anche laceranti inserimenti offensivi, basta rivedere il primo gol, quando raccoglie da sinistra un taglio di Insigne, in evidenza per il gioco forbito, appariscente per la testina biondo oro forse per distinguersi dal fratello Roberto. La forza degli esterni Insigne e Callejon è esaltata dai movimenti al centro: convergono i due, ma Gabbiadini finisce per essere solo spettatore. Il centrocampo è subito ravvivato dal migliore Hamsik e da Zielinski, che lanciato a rete subisce il fallo che lascia il Bologna in 10 per l’espulsione di Krafth. Opaco solo Jorginho che Donadoni blocca con Nagy, ma si occupano Zielinski e Hamsik di costruire, sempre collegati con gli esterni. In attesa di Milik, che non segna solo di testa, ma si segnala come la grande rivelazione del campionato. Napoli è ormai la città dei bomber, uno dopo l’altro portano gol e vittorie. Con il gioco di Sarri sempre meglio studiato e interpretato, con il prepotente fascino di Milik, il Napoli va a letto da capolista. Non possono che migliorare i rapporti tra presidente e pubblico: basta odio. Questo Napoli vale molto ma molto di più dei 23mila spettatori di ieri. In Cina da oggi il presidente inventi per rimuovere l’ultima ombra. La filosofia orientale insegna che per la pace basta liberare una farfalla. Qui c’è già il Napoli che vola.

VIDEO ViViCentro – Insigne: “Restiamo concentrati, ora il Genoa per continuare a vincere”

Queste le parole di Lorenzo Insigne

Il Napoli batte il Bologna allo stadio San Paolo nell’anticipo del sabato di serie A con il risultato di 3-1. Doppio Milik e gol di Callejon, oltre a Verdi, ancora in gol al San Paolo, ma buona prova anche di Lorenzo Insigne. In mixed zone, si è presentato il talento azzurro e ai nostri microfoni ha dichiarato:

dal nostro inviato al San Paolo, Ciro Novellino

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