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I biglietti Milan-Juventus per la partita del 22 ottobre a San Siro

Biglietti Milan-Juventus: come acquistare i tickets per la partita del 22 ottobre a San Siro

Milan-Juventus: una grande classica del calcio italiano. Da qualche tempo ormai vincono sempre e soltanto i bianconeri, che con il discusso gol annullato a Sulley Muntari del 25 febbraio 2012 hanno conquistato (prima psicologicamente, poi anche sul campo) il primo dei cinque scudetti consecutiviproprio davanti ai rossoneri. Che da quel momento in poi sono entrati in crisi, tecnica e dirigenziale, e solo nello scorso maggio sono tornati a giocarsi qualcosa d’importante, perdendo però la finale di Coppa Italia proprio contro la Vecchia Signora.

Si riparte dalla rete siglata nei supplementari da Alvaro Morata all’Olimpico, dunque. Lo spagnolo non c’è più ma il suo ritorno al Real Madrid è stato rimpiazzato dall’arrivo di Gonzalo Higuain, capocannoniere-record della Serie A 2015-2016. Se la Juventus ha cambiato rafforzandosi (forse l’unico “buco” è a centrocampo), il Milan lo ha fatto come sempre con un alone di mistero: in panchina c’è Vincenzo Montella e finora regna il solito scetticismo da alti e bassi. Serve continuità.

 Sulla piattaforma Viagogo.it sono in vendita i biglietti per il big match di sabato 22 ottobre alle 20.45. San Siro attende la squadra più forte d’Italia per ruggire come in passato. La stagione del Milan, che punta al ritorno in Europa, può svoltare in positivo.

Foto da: pagina Facebook Dybala/oasport

Maksimovic: “Da due anni volevo venire al Napoli, grazie a tutti e al consiglio di El Kaddouri”

Le sue parole

Ai microfoni di Kiss Kiss Napoli, durante Radio Goal, ha parlato il difensore del Napoli, Nikola Maksimovic: “Una serata da ricordare quella di ieri, al mio esordio in maglia azzurra e alla prima gara in Champions: sono contento per la vittoria e per la prestazione, mancano tante cose ma ci sarà tempo e partite per dimostrare. Io sono pronto. Ero a mio agio? Si, mi hanno aiutato tanto tutti i miei compagni in campo, anche quelli in panchina: mi serve tanto in questo momento, perchè non giocavo da tanto tempo. E’ normale che non sono ancora pronto a far le loro cose che giocano da tanto insieme, ringrazio i miei compagni perchè mi hanno aiutato tanto: la mia ultima gara a luglio con il Torino. 4-2 al Benfica? Mi spiace tanto per quei due gol presi negli ultimi minuti, abbiamo fatto 70-75 minuti straordinari, abbiamo fatto 4 gol contro una squadra che non subisce mai tanti gol, neanche contro squadre come il Bayern. Mi sto trovando bene e mi aspettavo fosse così: ho parlato con tante persone e con Omar El Kaddouri che giocava con me a Torino, mi stanno aiutanto davvero tutti non solo quelli del club ma anche quelli che lavorano per il Napoli: per trovar casa, per tutto davvero. Tifosi? Mi chiedono cose normali, che dobbiamo vincere e giocare bene. Se ci chiedono di battere la Juventus? La gara contro i bianconeri è a fine ottobre mi sembra, non pensiamo alla Juve, ma solo all’Atalanta: dobbiamo vincere una partita imporante, ieri sera abbiamo battuto una squadra di livello alto in Champions e adesso dobbiamo vincere anche contro l’Atalanta. Corteggiamento del Napoli? Durato due anni mi sembra, finalmente si è realizzato: dal primo giorno volevo venire a Napoli, è successo alle 11.15 di sera dell’ultimo giorno”.

Coppa Italia LND, Il Real Forio cala il poker al Real Albanova

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Bellissima vittoria del Real Forio ai danni del Real Albanova nell’andata dei sedicesimi di finale di Coppa Italia Eccellenza e Promozione. I biancoverdi – in trasferta – asfaltano con un sontuoso 4-0 il la squadra casertana, fresca di cambio in panchina con l’avvento di Enzo Potenza (che ha seguito la gara dalla tribuna). I ragazzi di mister Impagliazzo hanno di fatto ipotecato il passaggio al turno successivo, a meno di clamorosi (quasi impossibili) colpi di scena nella gara di ritorno che si giocherà il 12 ottobre. Impagliazzo ritorna alla difesa a quattro e schiera Di Dato nell’inedita posizione di terzino destro. Davanti al giovane portiere Impagliazzo si sistemano Conte e Calise con Iacono terzino sinistro. A centrocampo si rivede finalmente Luca Di Spigna spalleggiato da Trofa e Fanelli; De Felice e Sannino agiscono dietro al giovane Massimo De Luise e il Real Forio si schiera, quindi, con il 4-3-2-1. Riposa Nicola Mora (che entrerà solo al 27′ della ripresa) e Gianluca Saurino va addirittura in tribuna.

LA GARA – Dopo appena due minuti il Real Albanova si rende pericoloso: verticalizzazione per Guarracino che sorprende Impagliazzo in uscita con un pallonetto, per fortuna del Real Forio Iacono salva sulla linea. Nei primi minuti la difesa isolana va un po’ in affanno ma non rischia granché e dopo la fase di studio che si protrae fino al 10′, il Real Forio passa al contrattacco. De Felice serve sulla corsa Davide Trofa, l’ex Ischia brucia in velocità i difensori e si presenta davanti al portiere che riesce a respingere. Al 22′ i ragazzi di mister Impagliazzo passano in vantaggio: Massimo De Luise prolunga di testa, Davide Trofa si inserisce nella difesa avversaria e questa volta supera Ciccarelli. Il Real Forio ha in mano il pallino del gioco ma al 31′ il direttore di gara si inventa un’espulsione diretta per Di Dato in seguito ad un presunto fallo da ultimo uomo. Nonostante l’inferiorità numerica, il Real Forio raddoppia al 34′: dalla fascia destra Fanelli crossa il pallone sul secondo palo, De Felice al volo la mette dentro. A cinque minuti dalla fine, per i padroni di casa, è ancora l’ex Guarracino a rendersi pericoloso con un pallonetto che termina di poco fuori. Nella ripresa, il Real Forio cura maggiormente la fase difensiva e gestisce nel migliore dei modi il possesso palla. Il Real Albanova spreca un paio di chance importanti per rientrare in partita. La prima con Pignalosa (bravo Impagliazzo in uscita), la seconda con Ferraro che spara alto sulla traversa da due passi. Al 20′ ancora un brivido per i biancoverdi: Guarracino va sul fondo e la mette in area per Pignalosa, chiuso ancora una volta da Impagliazzo. Al 34′ Guarracino si vede annullare il gol dell’ex per un netto fallo di mano e nel finale i biancoverdi dilagano. Il giovane Sannino (classe ’97) va per la prima volta a rete in una partita ufficiale con la maglia foriana e lo fa dopo una splendida azione personale in cui scarta tutta la difesa. In pieno recupero c’è gloria anche per Vittorio De Luise (classe ’99 entrato ad un minuto dalla fine del tempo regolamentare) che segna il suo primo gol con il Real Forio su assist del gemello Massimo. Festa grande per i ragazzi di mister Impagliazzo che celebrano i primi gol in stagione di De Felice, Sannino e Vittorio De Luise. Con questo 4-0 per il Real Albanova sarà davvero dura ribaltare il risultato all’ombra del Torrione. Nonostante il turnover e l’inferiorità numerica per oltre un’ora, Di Spigna e compagni hanno disputato una prestazione eccezionale. Il Real Albanova non sta attraversando un momento facile, ma vincere in trasferta con un risultato così ampio non è da tutti. Mettici poi i gol dei giovani e il ritorno in campo di Di Spigna e allora sì che Impagliazzo può ritenersi soddisfatto. Il Real Forio dopo tre gare in trasferta ritornerà a giocare in casa domenica mattina (ore 11). Al “Calise” arriverà il Pimonte.

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REAL ALBANOVA: Ciccarelli, Cimmino, Verdone, Colella, Silvestro, Cuomo, Ferraro (15s.t. Massaro), Aprile(12’s.t. Ascione), Pignalosa (28’s.t. La Torre), Guarracino, Marzocchi. (In panchina: Palma,Diana, Puziano, Salemme) All. Russo
REAL FORIO: Impagliazzo, Di Dato, Iacono, Calise, Conte, Fanelli, Sannino (44’s.t. De Luise V.), Trofa, Di Spigna(27’s.t. Mora), De Felice (40’s.t. Mazzella), De Luise M. (In panchina Di Massa, Maltese, Abbandonato,Vitagliano) All. Impagliazzo
ARBITRO: Ambrosino di Torre del Greco (Ass. Pelosi di Ercolano e Nappo di Torre del Greco)
RETI: 22′ Trofa, 34′ De Felice, 84′ Sannino, 90’+1 De Luise V.
NOTE: Calci d’angolo 3-0. Ammoniti Ferraro, Ascione, Massaro (A). Espulso Di Dato al 31′ (fallo da ultimo uomo). SPETTATORI: 150 circa

 

Coppa Italia LND, Il Portici cala il tris al Procida

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Va al Portici la gara d’andata dei sedicesimi di Coppa Italia. Gli azzurri espugnano lo Spinetti, battendo per 3-1 il Procida. La squadra di Borrelli passa in vantaggio dopo appena 3′: è Murolo a deviare in rete, di testa, un cross dalla sinistra. Il Procida reagisce con una bella punizione di Spilabotte deviata in angolo da Mola. Poco dopo Murolo spreca da pochi passi il raddoppio, calciando a lato in corsa. A metà primo tempo è Bacio Terracino a sfiorare il pareggio, con un gran tiro a giro che si stampa sulla traversa. Il Procida crea, il Portici raddoppia: al 45′ incornata di Dino Fava Passaro su cross da destra di Ragosta, ed è 2-0. Il Procida reagisce nella ripresa e la riapre al 19′ con il giovane Annunziata, che ribadisce in rete una conclusione di Fragiello respinta dalla traversa. Ma al 29′ è Scielzo a riportare il Portici sul doppio vantaggio, segnando la rete del 3-1. Nel finale azzurri in 10 per l’espulsione di Esposito, ma non basta al Procida per rimontare.

ISOLA DI PROCIDA 1 – 3 PORTICI

ISOLA DI PROCIDA (4-3-3): Bardet; Chiaro, De Giorgi (21′ st Cariello), Signore, Del Prete; Ammendola (19′ st Dodó), Rinaldi, Annunziata; Roghi (6′ st Fragiello), Spilabotte, Bacio Terracino. (In panchina Lamarra, Viscardi, Sansó, Agata) All. Cibelli

PORTICI (5-3-2): Mola; Botta (10′ st Visone), Esposito, Follera, Fiorillo, Russo; Ragosta, Olivieri, Panico; Murolo (19′ st Scielzo), Fava. (In panchina Mezzacapo, Incoronato, Vincenzi, Murolo V., Boussada) All. Borrelli

RETI: 3′ pt Murolo, 45′ pt Fava, 19′ st Annunziata (Pr), 29′ st Scielzo

NOTE: calci d’angolo 4-1. Ammoniti Del Prete, Bacio Terracino (P). Espulso al 37′ st Esposito (Po) per somma di ammonizioni. Durata pt 46′, durata st 50’. Spettatori 200 circa.

Cudini di Fermo fischia Juve Stabia-Vibonese al Menti

Arbitro marchigiano per la Juve Stabia che gioca in casa al Menti contro i calabresi

Per la settima giornata d’andata del campionato di Lega Pro girone C che si disputerà domenica 2 ottobre alle ore 20 e 30 al “Menti” di Castellammare è stato designato Cristian CUDINI della sezione di Fermo a dirigere la gara tra Juve Stabia e Vibonese.

Cristian CUDINI di Fermo
Cristian CUDINI di Fermo

Cudini, nato a Fermo in provincia di Ascoli Piceno il 16 dicembre 1987 è al suo primo campionato in Lega Pro, nelle stagioni passate non ha mai diretto gare della Juve Stabia.

Assistente numero uno sarà: Simone TEODORI della sezione di Fermo;

l’assistente numero due: Giuseppe DI GIACINTO della sezione di Teramo.

Giovanni MATRONE

MESSINA – Sbocco sul mare della… speranza (Lo Piano, Saintred)

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Messina e’ una Citta’ in completo stato d’abbandono, se continuera’ ad essere governata da persone non all’altezza del compito, fra pochi anni potrebbe far concorrenza alle favelas brasiliane.

Oggi parliamo di quella che e’ stata negli anni 70 la piu’ bella Villa di Messina :
La Villa Mazzini e’ ridotta ad una pattumiera a cielo aperto, fra oggi e domani sara’ effettuata una disinfestazione (per le numerose famiglie di blatte) e una derattizazione, (circolano nel perimetro dei giochi per bambini e nelle panchine riservate al pubblico), piu’ roditori che persone.
Il Generale Calogero Ferlisi Comandante del Corpo dei Vigili Urbani, a seguito delle numerose proteste di Cittadini, attestanti il completo stato d’abbandono in cui versa la Villa, ha disposto un sopralluogo: ne sara’ venuto fuori un quadro sconsolante.
Nella dettagliata relazione fatta dai Vigili che in seguito verra’ mandata alle Autorita’ (“sempre”) competenti, saranno stati messi a fuoco problemi che tutti gia’ conoscono da tempo, tranne coloro che li avrebbero gia’ dovuti risolvere per primi.
1) Presenza di roditori e blatte
2) Servizi igienici chiusi da 2 anni
3) Fontane a secco
4) Pavimentazione dissestata
5) Alberi secolari mal potati e in completo stato d’abbandono
6) Mancanza di personale
7) Scarsa Illuminazione
8) Acquario chiuso sin dal 2015, da quando e’ passato sotto la gestione comunale.
Spendiamo 2 parolone : 
L’acquario era una delle maggiori attrazioni di Messina, per le specie ittiche tra cui pesci abissali presenti nello Stretto e altri reperti fossili legati al mare. Ospitati nelle sue 22 vasche, alimentate con l’acqua prelevata direttamente dallo Stretto di Messina, era nato alla fine degli anni 60, gestito da diversi Enti e da un consorzio formato da Universita’ CNR e Comune. Dopo il 2015 il buio piu’ completo, il Comune sempre in profondo rosso lo ha abbandonato totalmente, e’ un problema che non sembra piu’ interessare le Autorita’ competenti.
Domanda pertinente: 
Villa Mazzini perche’ chiuderla al pubblico solo per un giorno? Dovrebbe essere “murata” nel suo intero perimetro fin quando tutte le opere di bonifica non verranno espletate.
Le immagini trasmesse da una televisione privata messinese sulle condizioni igienico sanitarie della Villa Mazzini fanno venire un magone, una tristezza, un senso di sconforto e di impotenza, Messina e’ l’emblema di una Citta’ che non ha nessuno sbocco sul mare della speranza.

Castellammare amara per due turisti americani

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Ecco cosa è accaduto

Era una bella gita notturna in mare, davanti alla spiaggia di Castellammare di Stabia. Madre e figlio, statunitensi, volevano regalarsi un piacere prima di tornare in patria. Poi il diverbio con il barcaiolo che pretendeva 50 euro per la passeggiata, mentre i turisti ricordavano che il prezzo era a carico dell’albergo. L’alterco degenera e i due americani, spaventati, si tuffano nelle acque oscure per guadagnare la riva. Nei pressi della spiaggia, sono stati tratti in salvo dal personale dell’albergo. Rintracciato dai carabinieri, il barcaiolo è stato denunciato per tentata estorsione e lesioni personali.

Tuttosport va contro: “Il Napoli se cala è incapace di gestire…”

Tuttosport va contro: “Il Napoli se cala è incapace di gestire…”

Tuttosport scrive sul successo del Napoli contro il Benfica: “Continua la magia del San Paolo dove il Napoli non ha mai perso in Champions, neppure quando si chiamava ancora Coppa Campioni: su undici partite, tre pareggi e otto vittorie. Compresa quella di ieri con il Benfica che ha messo a posto i conti nel girone B e che ha confermato come la squadra di Sarri sia in una condizione psicofisica di assoluta eccellenza. Certo, alcune questioni devono ancora essere limate e non solo per pignoleria: i dieci minuti iniziali e le svagatezze finali sono infatti la spia di quel che può rischiare la squadra azzurra quando decide di sottrarsi alla sua dolce condanna: quella di dover giocare sempre al massimo sia dal punto di vista del ritmo sia da quello mentale. Perché se cala, fatalemente, qualcosa concede per incapacità di gestire”.

Milik: “Mi sento benissimo perchè posso giocare per i fantastici tifosi del Napoli”

Le sue parole

Settimo gol in 8 partite con il Napoli, Arek Milik ha scritto un messaggio sul proprio profilo Facebook dopo la gara con il Benfica: “Vittoria 4:2 contro il Benfica. Abbiamo fatto un altro passo. L’atmosfera degli spalti era stupenda. Mi sento benissimo, perche posso giocare per voi – tifosi fantastici. Grazie!”

Sconcerti: “La differenza con Sacchi, rende Sarri unico”

Lo scrive Mario Sconcerti nel suo editoriale per il Corriere della Sera

Forse c’è qualcosa di diverso nella crescita del calcio italiano. Sappiamo quasi esattamente su cosa possiamo contare. Il Napoli sotto questo aspetto è come la Juve, fa sempre la partita, gioca bene, in casa fa risultato indipendentemente dall’avversario. Non è chiaro cosa voglia dire in generale, in Europa League per adesso siamo stati insicuri, la crescita non è automatica. Ma le nostre migliori sono competitive. Il Napoli giocava contro una vera squadra europea. Il Benfica ha iniziato cercando possesso e velocità di palla, il Napoli ha aspettato e poi cominciato il suo gioco puro, indipendente e l’ha sommerso. Sarri è molto diverso da Sacchi al di là delle infatuazioni. Uno giocava a utilizzare gli spazi da dietro (Sacchi), l’altro cerca spazio nel mezzo. Non è un’evoluzione. Una è stato una specie di rivoluzione di destra, la squadra al comando, il principe è il tecnico, il suo comandamento. Quella di Sarri mi sembra più una rivolta di popolo, due tocchi e via, un leader in panchina confusionario ma logico, dedito più alla causa che alla storia. Se naturalmente sia meglio la destra o il popolo non so ancora dirvi. Ma c’è nel Napoli la stessa fenomenologia di fondo, lo stesso fanatismo sia pure su binari diversi. E il risultato è un ottimo calcio. Il Benfica è una buona squadra, migliore della Dinamo Zagabria, più avversario, più voglioso, reduce di un campionato molto ambizioso (i portoghesi sono campioni d’Europa). Il Napoli non ha impiegato più di 20 minuti per venirne a capo. È diventato un vero giocatore europeo Hamsik, lo è diventato Mertens, ma dentro le singolarità c’è un respiro diverso in tutta la squadra. Così profondo che l’unica perplessità è per quanto lo possa reggere. Se il Napoli resiste è una grande squadra per tutte le nazioni. C’è un’agilità e una velocità di pensiero che da vent’anni non si vedeva in Italia. Ma resta il problema di se e quando avrà meno entusiasmo, meno energia. La Juve vince male a volte, ma vince. Se ci riesce anche il Napoli diventerà la sorpresa in Italia e in Champions.

Corbo: “Hamsik e il retroscena del gol: schema originale di Sarri”

E’ quanto scrive Corbo su La Repubblica

Scrive Antonio Corbo nel suo editoriale per La Repubblica: Entrava la storia, ma il Napoli ne straccia le ultime pagine. Il Benfica gira l’Europa trascinando tutto il peso della sua tradizione. Sembra che il tempo non sia mai passato. La tecnica è elevata, ma pari alla lentezza del gioco, cadenzato. Il palleggio diventa vanità, il fitto 4-4-2 indovina solo nel finale gli spiragli giusti. L’ottusa bellezza della sua manovra si infrange subito, su un calcio piazzato del Napoli. Un corner, provato e riprovato nel laboratorio Sarri. Uno schema originale nella sua coreografia. Sarri e il suo arguto staff avranno studiato in video la disposizione dei portoghesi sui corner. Controllano a zona, in linea orizzontale. Il Napoli schiera a distanza i suoi giganti, i più temuti. Maksimovic subentrato ad Albiol infortunato, Koulibaly e Milik, ovvio. Nell’area piccola invece si ferma l’insospettabile Hamsik, quasi finge indifferenza. Scatta invece dove nessuno se l’aspetta: verso la palla che dalla bandierina arriva tesa, ad altezza della sua cresta nera. Il capitano la sfiora, deviandola alle sue spalle, in rete. Classico gol d’incontro che trovavano nel primo palo gli specialisti di una volta, l’uruguaiano Ettore Puricelli o più vicino nel tempo, Peppe Massa nella stagione ruggente di Vinicio a Napoli. Su questo gol si decide tutto, perché il Benfica insiste nel palleggio con una difesa slabbrata: è il Napoli ad acquisire il dominio del gioco imponendo un ritmo più alto. Si arriva al quarto gol del Napoli prima che Rui Vitoria, allenatore dal cognome stonato ieri, intervenga per un imprevisto consiglio: fa cenno ai suoi di star calmi. Calmi sul 4-0? Non lo sono certo i tifosi, che in numero inferiore al lusso dell’evento, quarantamila o forse più, aprono la grande festa. Che attenua le tensioni negli ambienti ostili al presidente. De Laurentiis dalla Cina aveva però dato segnali di pace abbassando i prezzi fin dalla partita con la Roma, annuncio diffuso prima della Champions, con perfetto tempismo. Il punteggio si è gonfiato con il crescente volume di gioco. Bene gli esterni Callejon e Mertens, che firma una doppietta, protagonista della serata, al punto da subire gli aggressivi complimenti del rivale di ruolo Insigne, il biondo monello di Frattamaggiore si schioda dalla panchina per saltargli addosso. Bene anche Hamsik ed Allan, peccato che l’altro mediano Jorginho si macchi di un errore fatale, regalando a Goncalo Guedes l’assist per il primo dei due gol del Benfica nel finale. Non mancherà a Sarri la soluzione per mettere nel terzetto centrale Zielinski con Hamsik e Allan. Si spostano i monumenti, può essere inamovibile l’incerto Jorginho? La giostra dei cambi crea un calo di tensione. Koulibaly e Ghoulam entrano in cronaca offrendo il raddoppio che irrita Sarri e gela i tifosi, un brivido che non cancella l’impresa.

La Gazzetta celebra il Sarrismo: “Tre dei quattro gol nati da palla inattiva”

I dettagli della rosea…

La Gazzetta dello Sport racconta così le quattro reti realizzate dal Napoli: “In apertura di ripresa il gioco sarriano si è mostrato nella propria magnificenza. Un possesso lesto e spietato: palla indietro e palla avanti alla velocità della luce, ogni azione assomigliava a un colpo di fionda, perciò stupisce che tre dei quattro gol siano arrivati su calci da fermo. L’angolo da cui l’1-0, la punizione maradoniana del 2-0, calciata da Mertens e agevolata dall’immobilità di JC, e il rigore del 3-0 concesso per sciagurato fallo del solito Julio e trasformato da Milik. Soltanto la quarta rete, seconda di Mertens, è fiorita su azione, ancorché rocambolesca nello sviluppo conclusivo. Tale e tanta è stata l’occupazione del campo da parte dei sarriani che il particolare dei tre gol «inattivi» ci sembra vada archiviato alla voce coincidenze. In un modo o nell’altro, il Napoli sarebbe straripato lo stesso”.

Gli Usa: “Basta raid russi in Siria” o finiranno i rapporti

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Ultimatum di Washington a Mosca sulla Siria. A formularlo è il segretario di Stato americano John Kerry: “Fermate i raid aerei o finiranno i rapporti”. L’intento Usa è spingere la Russia a bloccare il sostegno all’offensiva di Assad contro la città di Aleppo.

L’ultimatum di Kerry alla Russia: “Fermate i raid o fine dei rapporti”

Il Segretario di Stato al ministro degli Esteri Lavrov: agite immediatamente. E Ban Ki moon avverte: “Gli attacchi agli ospedali sono crimini di guerra”

NEW YORK – Gli Stati Uniti minacciano di interrompere le comunicazioni con la Russia sulla Siria, mentre il segretario generale dell’Onu Ban Ki moon accusa apertamente di «crimini di guerra» chi sta usando le armi più distruttive per colpire anche gli ospedali.

Il capo della diplomazia americana, John Kerry, ha parlato ieri al telefono con il ministro degli Esteri di Mosca Sergei Lavrov, per la prima volta dopo l’ultimo incontro che avevano avuto venerdì a New York. Il segretario di Stato ha informato il collega che Washington è pronta ad interrompere qualunque tipo di interazione sulla Siria, se il Cremlino non farà «passi immediati» per fermare l’offensiva su Aleppo e ristabilire la tregua che era stata negoziata il 9 settembre scorso. Il suo portavoce Kirby ha aggiunto: «Sta alla Russia la responsabilità di fermare questo assalto e consentire l’accesso degli aiuti umanitari ad Aleppo, e alle altre aree che ne hanno bisogno».

Kerry ha espresso anche «grave preoccupazione» per gli attacchi contro gli ospedali e altre strutture civili: «Il segretario ha chiarito che gli Stati Uniti e i loro partner considerano la Russia responsabile di questa situazione, incluso l’uso di bombe incendiarie e anti bunker in un ambiente urbano, una drastica escalation che mette i civili a grande rischio».

Le accuse dell’Onu  

Quasi nelle stesse ore, parlando al Consiglio di Sicurezza, il segretario generale dell’Onu ha in sostanza accusato Siria e Russia di commettere crimini di guerra: «Siamo chiari. Coloro che usano armi sempre più distruttive sanno esattamente cosa stanno facendo. Sanno che stanno commettendo crimini di guerra». Ban ha aggiunto: «Immaginate la distruzione. Persone con gli arti mutilati. Bambini in terribile dolore senza alcun conforto. Immaginate un macello. Questo è peggio».

Ban non ha citato direttamente il regime siriano o il suo alleato russo, ma è noto chi sta conducendo l’offensiva, che ha colpito anche i due principali ospedali nella zona di Aleppo controllata dai ribelli: «La legge internazionale – ha aggiunto Ban – è chiara: gli operatori sanitari, le strutture e i trasporti devono essere protetti. I feriti e i malati – civili e combattenti allo stesso modo – devono essere risparmiati».

L’intesa raggiunta da Usa e Russia a Ginevra prevedeva sette giorni di cessate il fuoco, e poi la creazione di un «Joint Implementation Center» per applicare la tregua, che però è saltata quasi subito. Gli americani stanno aiutando gli oppositori, per evitare la caduta completa di Aleppo, ma premono su Mosca perché ritengono che stia guidando l’offensiva e abbia il potere assoluto di fermare Assad.

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lastampa/L’ultimatum di Kerry alla Russia: “Fermate i raid o fine dei rapporti” PAOLO MASTROLILLI – INVIATO A NEW YORK

L’Angolo di Samuelmania – Notte da leoni, semplicemente notte Champions!

Questo il pensiero di Samuelmania

Napoli-Benfica, che dire, che notte da leoni, che notte da Champions. La prima al San Paolo ha regalato grandi emozioni, a non finire, specialmente quando in campo si vede una squadra del genere, brava a sciorinare un bel gioco, grazie sopratutto alla maestria di mister Sarri: un grande uomo e un grande allenatore. Poi c’è un super Dries Mertens che affina l’intesa con Arek Milik, formando così una grande coppia, ma non va dimenticato il grandissimo goal del capitano Marek Hamsik, un colpo di testa strepitoso. La Sarri band ha dato il massimo e ha giocato alla grande regalando grandi soddisfazioni anche ai tifosi che come me seguono con passione le sorti dei colori azzurri. Adesso pensiamo subito al campionato e alla prossima contro l’Atalanta: saliamo carichi, facciamo riposare qualche titolare e diamo spazio magari a qualche nuovo acquisto come ieri è stato fatto con Maksimovic e Giaccherini.

a cura di Samuele Esposito

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Renzi vuole forzare la mano sulla flessibilità e sembra pronto allo strappo con Bruxelles

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Renzi vuole forzare la mano sulla flessibilità e sembra pronto allo strappo con Bruxelles. Ma come spiega Marco Zatterin “qualunque sia l’esito” della trattativa “saranno bruscolini rispetto alle esigenze reali di stabilità del Paese”.

La tentazione dello strappo con l’Europa

Matteo Renzi ha degli «amici» a Bruxelles pronti ad ascoltare le richieste di flessibilità e rassegnati a sopportare i suoi strali. Nel circolo europeo si nascondono però anche parecchi aspiranti «sicari», gente che si chiede come mai Roma non sia già in procedura di deficit eccessivo e attende la legge di bilancio col colpo in canna riservato a chi si ritiene abbia già chiesto troppo. Dal confronto fra queste due forze divergenti dipende una parte rilevante dell’azione di governo, anche se tutto questo ruota intorno a magri «zerovirgola». E qualunque sia l’esito, saranno bruscolini rispetto alle esigenze reali di stabilità economica e politica necessarie per rimettere in moto davvero il Bel Paese.

LEGGI ANCHE: La vera partita economica si svolge con l’Europa: Braccio di ferro tra Renzi e l’Ue

L’edificio numerico della nota di aggiornamento del Def è costruito su un terreno friabile. Il non aver detto che l’obiettivo del deficit 2017 è il 2,4% del Pil, bensì il 2% più lo 0,4 delle spese extra per sisma e migranti, è una mossa scaltra per avanzare con le fatiche di bilancio senza aver chiuso il negoziato con Bruxelles.

Entrambe le quote sono tuttavia da conquistare, la seconda più della prima. Su tutto pesa il debito mostruoso che verrà ridotto di un’anticchia nei prossimi dodici mesi, oltre naturalmente alla crescita che è fiacca dal secolo scorso. Il partito di chi è stufo o non si fida di Roma non smette di gonfiarsi.

I segnali di avvertimento sono stati numerosi. Eurogruppo e Commissione si sono pregiati di ripetere che la flessibilità è «una tantum» e che la sua somministrazione, per noi, può considerarsi conclusa, almeno per quanto riguarda la compensazione di riforme e investimenti. Una settimana fa il presidente Juncker ha ricordato che l’Italia ha beneficiato più di tutti della temperanza Ue, con maggiori margini di spesa per 19 miliardi. Senza contare, ma questo non lo ha detto, che in altre circostanze, e col debito che abbiamo, un cartellino rosso sarebbe stato automatico. Invece le valutazioni sono state scritte con la penna imbevuta di politica e senza volontà di colpire il governo Renzi, per non indebolirlo e aprire la strada a un non auspicato ribaltone. Lo stesso è successo per Spagna e Portogallo. Per ora.

Il messaggio è stato recepito. Pier Carlo Padoan, paziente negoziatore, ha annunciato che non avrebbe chiesto altra flessibilità. Passo politicamente saggio, compiuto mentre Renzi rimescolava a macchinetta le carte europee sperando che gli annunci portassero alla sostanza. A Ventotene ha ingenerato l’idea (mai confermata) di un direttorio a tre con Angela e François, a Maranello ha suggerito un dialogo forte (in realtà immutato) con la cancelliera. Visto che le cose non succedono solo a furia di ripeterle, a Bratislava l’asse franco-tedesco, per quanto indebolito, si è riconfermato l’unico con cui l’Europa sa far leva. Renzi, davanti al castello degli auspici che crollava, non ha potuto che passare alla fase successiva, le critiche e la sfida alle regole, lasciando a Padoan e ai suoi l’onere di trattare il trattabile con un Moscovici che risulta benevolo quanto provato.

Di qui a fine novembre la trattativa sarà serrata. Si può scommettere che otterremo tutto o quasi, forse con qualche vincolo che tranquillizzi nordici e falchi vari, anche i tedeschi che non vogliono affossare Renzi, ma devono pensare al voto fra un anno. All’indomani del referendum, la mattina del 5 dicembre, il premier dovrà valutare il suo futuro politico e ragionare anche sul fatto che l’aspra battaglia con Bruxelles avrà al massimo portato una decina scarsa di miliardi di maggiori margini di spesa. Pochi per le esigenze nazionali. Ancora meno per cambiare il gioco.

In caso di vittoria del «no», potrà anche pensare che il problema non è più suo. In caso di affermazione del «sì» potrebbe tentare lo strappo, dunque deviare anche di un punto e oltre, per avere soldi veri con cui provare a battere la crisi una volta per tutte. Finirebbe in procedura di deficit eccessivo (Edp), punizione dalle magre conseguenze visti i tassi bassi e gli acquisti di bond della Bce. Penserebbe che il consenso e la speranza di ripresa valgono bene uno scontro con Bruxelles. Possibile? Le fonti europee, anche quelle che tifano per l’Italia, assicurano che tutte le opzioni sono aperte e anche quest’ultima non è da escludere. Renzi sarebbe contrario, dicono a Roma. Ma da qui al 5 dicembre devono, e possono, succedere ancora molte cose.

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lastampa/La tentazione dello strappo con l’Europa MARCO ZATTERIN

Raduno “Regolarmente Lancia 2016” a Montoro (AV) con MITO Delta Club

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Quando la passione e l’amicizia si fondono insieme nascono manifestazioni destinate a rimanere impresse nella memoria dei partecipanti e del pubblico presente. E’ senza dubbio questo il connubio che ha fatto nascere il raduno organizzato dal MITO Delta Club di Fisciano con l’evento denominato “Regolarmente… LANCIA 2016” svoltosi domenica 25 Settembre a Montoro (AV).

Il raduno automobilistico, riservato ai modelli Lancia Delta Integrale e vetture Lancia costruite entro gli anni 70, ha richiamato numerosi equipaggi giunti da varie parti della Campania, della Basilicata, Sicilia, Calabria, Abruzzo, Lazio…
L’accogliente cittadina avellinese ha dato il benvenuto ai partecipanti presso la piazza Michele Pironti di Montoro con immancabile entusiasmo. Il pubblico ha mostrato grande calore, curiosità e vivo interesse al cospetto di automobili che hanno caratterizzato significativamente la produzione automobilistica italiana.

L’organizzazione dell’evento è stata magistrale, il MITO Delta Club con a capo il presidente Antonio Amabile e tutto il suo Staff hanno messo in campo grandi potenzialità riuscendo a gestire la lunga carovana di automobili che si sono spostate per le strade di Montoro. La “Road Map” ha previsto la partenza dal centro storico di Montoro ed ha avuto come tappe il circuito dedicato alla gara di regolarità ed infine il ristorante “Il Giardino del Gusto” per il pranzo. Fondamentale per la riuscita dell’evento è stato il patrocinio del Comune di Montoro rappresentato dal Sindaco Mario Bianchino e dall’Assessore allo Sport Raffaele Guariniello.
Numerosi anche gli sponsor che hanno incentivato la manifestazione.

La gara di regolarità e stata caratterizzata dalla percorrenza di un circuito stabilito impiegando un tempo di 45 secondi. L’abilità del pilota e del navigatore si è dimostrata, con l’ausilio di cronometri e strumentazione dedicata alle gare a tempo, nel rispettare il tempo stabilito. La differenza di tempo impiegata in mancanza o in eccesso rispetto ai 45 secondi ha determinato i punti di penalità da assegnare ai piloti. Grazie a questo punteggio è stato possibile stilare la classifica ed assegnare le premiazioni al podio.

La Lancia Delta, mito incontrastato dei rallies, è destinata a rimanere per sempre tra le pagine più importanti dell’automobilismo sportivo. Basta ammirarla da lontano e si è subito proiettati con la fantasia e l’immaginazione per le strade del mondo a conquistare vittorie a tempi di record! Per questa occasione si sono aggiunte le automobili Lancia costruite entro gli anni settanta con i loro nomi indimenticabili… Ardea, Appia, Flavia, Fulvia, Beta e… Strato’S!!! Automobili caratterizzate dai colori di un tempo, bellissime infatti le forme sinuose delle carrozzerie degli anni ’40, ’50, ’60 per poi arrivare alle “youngtimer” rimaste nel cuore di molti appassionati.

Il ristorante “I Giardini del Gusto” di Montoro ha fatto da contorno con il suo parco immerso nel verde alle storiche Lancia, ottimi i prodotti tipici del posto e la caratteristica cucina locale.

Il clima di amicizia, la passione, l’aggregazione che eventi di questo livello generano, lasciano nella mente e nel cuore di tutti i partecipanti ricordi piacevolissimi, imprimono il sorriso e stimolano a nuove ed avvincenti iniziative.

E’ questo dunque l’augurio che va agli organizzatori, al MITO Delta Club e a tutta la sua grande famiglia, essere fautori di grandi iniziative nel segno del marchio Lancia!

Avanti tutta!!!
Guarda la fotogallery a cura di Carmine Matrone:

 

Mai visto un quarto d’ora così in Champions!

Mai visto un quarto d’ora così in Champions!

Il Corriere dello Sport esalta la prestazione straordinaria offerta dal Napoli ieri sera contro il Benfica: “Un quarto d’ora che non si era mai visto in Champions. Allucinante per bellezza, la concretezza, la durezza, tre colpi uno dietro l’altro. Il Napoli ha sfondato il Benfica, l’ha demolito con la doppietta di Mertens e il gol su rigore di Milik, tre reti arrivate dopo quella di Hamsik. Un trionfo nel delirio del San Paolo, ieri sera pieno perchè forse immaginava cosa avrebbe visto”.

La vera partita economica si svolge con l’Europa: Braccio di ferro tra Renzi e l’Ue

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Governo e sindacati hanno firmato l’accordo sulle pensioni che prevede un piano da 6 miliardi in 3 anni per favorire l’uscita dal mondo del lavoro e le tutele dei soggetti più deboli che già percepiscono un assegno, ma la vera partita economica del governo si svolge con l’Europa che ha espresso dei dubbi sulla manovra. Renzi vuole forzare la mano sulla flessibilità e sembra pronto allo strappo con Bruxelles. Ma come spiega Marco Zatterin “qualunque sia l’esito” della trattativa “saranno bruscolini rispetto alle esigenze reali di stabilità del Paese”.

Nel Def solo 7 miliardi di margine per Renzi, e la flessibilità è ancora tutta da negoziare

Restano dubbi sui numeri di Roma. Quasi scontato un rapporto sul debito

BRUXELLES – In agenda si è già segnato l’appuntamento: 10 dicembre, inaugurazione della stazione ad alta velocità di Brescia. «Tutti pensavano che come i vecchi politici l’avrei inaugurata il 3. Ma non è così». Ieri mattina Matteo Renzi guardava già oltre: per lui l’ostacolo del referendum costituzionale è virtualmente superato. Durante i confronti (tesi) con Pier Carlo Padoan sulla definizione del Documento di economia e finanza, il premier avrebbe voluto fissare l’asticella del disavanzo al 2,5 per cento del prodotto interno lordo. Si è accontentato del 2 per cento, anche se con una postilla: in nome del terremoto e dell’emergenza migranti conta di raggiungere il 2,4. Di fronte al muro opposto dalla Commissione aveva accarezzato scenari più hard. Alla fine ha scelto la via della prudenza. Per ora di quello spazio si prende solo quello utile a tenere la tensione al livello giusto. Abbastanza per una campagna elettorale all’attacco dell’Europa dei burocrati, non abbastanza per aprire un conflitto formale con Bruxelles. Un deficit al 2 per cento significa una manovra fra i 22 e i 23 miliardi di euro. Poiché 15 sono impegnati per evitare gli aumenti di tasse previsti dalle clausole di salvaguardia, al momento Renzi ha a disposizione appena sette miliardi.

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Per la Commissione Juncker, irrigidita da dinamiche politiche incontrollabili – la debolezza della Merkel, la Brexit, lo stallo spagnolo – l’Italia si è già presa molto di più di quanto le regole non consentissero. Le voci che si raccolgono ai piani alti delle istituzioni comunitarie somigliano ad una presa di distanze: «A oggi nemmeno sul 2 per cento c’è un accordo con la A maiuscola. L’Italia si era impegnata ad un indebitamento dell’1,8 per cento. Con questo innalzamento l’aggiustamento strutturale sarà pressoché nullo, se non addirittura negativo». Non solo: le fonti europee interpellate dalla Stampa prendono le distanze anche da quei quattro decimali sui quali il governo invoca l’eccezione: «Lo scorso anno lo sconto sulle spese per i migranti valeva un decimale. Su questo occorrerà negoziare». La trattativa sarà lunga: dalla presentazione della manovra passerà almeno un mese prima che la Commissione si esprima. Il giudizio potrebbe arrivare a cavallo del voto, ma è difficile immaginare che Bruxelles apra subito una procedura di infrazione per deficit eccessivo. Le fonti europee danno invece per certa l’attivazione dell’articolo 126.3 del trattato per violazione della regola sul debito. Non è la prima volta e non sarà l’ultima. La nota di aggiornamento al Def scrive che quest’anno e il prossimo il debito resterà inchiodato rispettivamente al 132,8 e al 132,5 per cento del Pil, curiosamente tre decimali in più del comunicato di ieri di Palazzo Chigi.

Qualunque sarà lo scenario dopo il voto da quel momento si aprirà una fase nuova. Se prevalesse il no, c’è già chi immagina il premier costretto a dare le dimissioni a favore di una personalità di garanzia. Viceversa in caso di vittoria del sì Renzi avrebbe la forza per gestire il costo politico di una procedura di infrazione. La debolezza in casa di Merkel e Hollande, le difficoltà della Commissione e la ferma convinzione di Draghi di procedere ancora per un po’ con il piano di acquisti di titoli pubblici costituiscono l’occasione ghiotta per spingere Renzi a portare l’asticella del deficit al livello necessario a finanziare un robusto taglio dell’Irpef. Il 2017 sarà un anno elettorale sia in Germania che in Francia. E se la Cancelliera ha i conti a posto e può permettersi un taglio delle tasse sui redditi bassi, da Parigi arriva la notizia che nel 2017 il governo non rispetterà la promessa fatta a Bruxelles di scendere con il deficit al 2,7 per cento.

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Klaassen-Napoli, discorso non chiuso ma soltanto rimandato di un anno

Novità di mercato…

Secondo il Corriere dello Sport il discorso Klaassen-Napoli non sarebbe definitivamente chiuso, ma rimandato all’estate prossima. Per questo motivo Giuntoli non dispera e potrebbe preparare un nuovo assalto in vista della prossima estate. Intanto Grassi può essere la pedina giusta per il Napoli in chiave di mercato. Il centrocampista potrebbe sbloccare l’arrivo in azzurro di Conti, Sportiello e Kessiè. Ma c’è dell’altro, il Napoli pensa anche all’attacco e quel Defrel del Sassuolo piace.

Vedi Napoli e poi applaudi: lezione di calcio al Benfica

Una partita fantastica…

La Gazzetta dello Sport commenta così il successo del Napoli contro il Benfica: “Le mani sulla qualificazione. Il Napoli demolisce il Benfica e, complice il pari tra Besiktas e Dinamo Kiev, va in fuga nel suo girone di Champions: in due giornate è a più quattro punti sulla seconda e a più cinque sulle terze. Bisognerà impegnarsi, per non entrare negli ottavi. Oltre il risultato, c’è da celebrare una prestazione mostruosa a cavallo dei due tempi, circa 45 minuti ad alta definizione e velocità, coi rossi di Lisbona storditi e basiti. Più Sarri riuscirà ad allungare questi periodi di calcio totale e totalizzante più il Napoli sarà competitivo ovunque, senza distinzione tra Italia e Europa. Vietato fare paragoni col 4-0 della Juve a Zagabria, il Benfica è squadra di livello superiore ed è stato appesantito dagli svarioni di Julio Cesar su tutti i gol azzurri. Lungi da noi l’intenzione di infierire su un portiere glorioso, titolare dell’ultima squadra italiana vincitrice della Champions, l’Inter del 2010, ma JC sembra prossimo al capolinea. Bella partita, tra due squadre positive e propositive, al di là dell’esito mortificante per i battuti, e divisibile in tre fasi”.