Nathaniel Chalobah, ex centrocampista del Napoli attualmente in forze al Chelsea, ha rilasciato un’ intervista al sito ufficiale del club inglese. Il ragazzo ha evidenziato come l’ esperienza all’ ombra del Vesuvio lo abbia migliorato molto sul piano tattico:
“Provo sempre a fare tutto ciò che posso, essere uno dei più giovani ti porta a dare tutto ogni giorni. L’allenatore mi incoraggia, perciò io lavoro e sto a vedere cosa succede”.
Chalobah: “Provo a fare tutto quello che posso, ho la fiducia di Conte”
“I procuratori sono il cancro del calcio”, ma in realtà De Laurentiis si rivolge a loro…
Lo riporta il Corriere della Sera
Dodici anni di presidenza sono serviti a De Laurentiis per tirare questa affettuosa conclusione: «I procuratori sono il cancro del calcio». La risposta del cancro è molto risentita, «quando deve vendere non gli stiamo sull’anima», ma effettivamente non sposta i termini della questione: il nuovo potere è sempre più degli agenti. Nel calcio grande e internazionale, ma anche in quello piccolo e di provincia. Ancelotti, con toni meno caterpillar di De Laurentiis, conferma: «I procuratori hanno troppa influenza». A prima vista, il ruolo appare semplice e innocuo: come quando cerchiamo casa andiamo all’agenzia immobiliare, così i club si rivolgono al procuratore. In natura, funziona così. Ma nel tempo i rapporti hanno subito una mostruosa mutazione genetica. Ormai i procuratori hanno messo i piedi sul tavolo e di fatto comandano, senza neppure doversi comprare una sola azione delle società. Nessun rischio d’impresa: se va bene si guadagna, se va male non si perde nulla. Si sa — anche se non si dice — che molti presidenti devono sottostare ai ricatti, «se non mi prendi questo terzino scordati la mezzapunta», si sa — ma non si può dire — che certi allenatori schierano più volentieri i giocatori del proprio procuratore, si sa — e lo si dice — che i nuovi Briatore sono i Raiola, capaci di guadagnare più di un centravanti da 30 gol. I presidenti — quando non sono soci in affari — cominciano a denunciare questo potere occulto. Ma l’indignazione risulta fuori tempo massimo. Questo potere l’hanno concesso e l’hanno alimentato loro. Impossibile tornare indietro. La storia si ripete sempre. Nella massacrante corsa verso l’Eldorado, a diventare ricchi non furono i cercatori d’oro: a godere davvero furono i venditori di fagioli e di stivali. Per uno che suda, per uno che spende, c’è sempre qualcuno che ingrassa.
Corbo: “Il fatturato del Napoli supererà i 230mln, no agli svincolati”
Corbo: “Il fatturato del Napoli supererà i 230mln, no agli svincolati”
Antonio Corbo, giornalista di Repubblica, scrive così nell’editoriale: “L’ultimo mercato si è chiuso con due lacune. Mancano proprio le controfigure di Callejon sulla corsia destra ed un incontrista come Allan. Troppo fantasiosa ma suggestiva per le partite più complesse, questa ipotesi. Callejon attaccante senza fissa dimora, Zielinski con la potenza della sua progressione a destra, Allan in mediana. Non c’è altro, perché Giaccherini ha scatto ma non è un esterno solido anche nella fase passiva, riparte bene ma copre fino a metà campo, dà il meglio di sé quando entra a gara aperta. Fino a gennaio è questo lo scenario. Da respingere l’idea di uno svincolato: a dire il primo no sarebbe la bilancia. Sono tutti sovrappeso o fuoriforma. Ma è prevedibile l’assedio di agenti per piazzare i disoccupati. Meglio riflettere fino alla riapertura. Non solo arriverà il secondo il bonifico della Juve, il fatturato del Napoli supererà i 230 milioni, con introiti Champions e scatti di bonus degli sponsor”.
Sky – De Laurentiis non prenderà alcun svincolato, il Napoli si affida ai propri attaccanti
Gianluca Di Marzio, giornalista di Sky Sport ed esperto di calciomercato scrive sul proprio sito ufficiale:
“Prima la notizia dell’infortunio, poi la diagnosi confermata e l’intervento chirurgico per Arkadiusz Milik: sosta per le Nazionali amara per il Napoli, che sarà costretto a fare a meno del polacco per un periodo di 4-6 mesi. Primi nomi di attaccanti svincolati circolati nelle ultime ore per sopperire all’assenza di Milik, riflessione durata qualche giorno, ma alla fine la società del presidente De Laurentiis ha deciso di non muoversi sul mercato fino alla finestra di gennaio.
Se non cambiano le cose nei prossimi giorni, infatti, il Napoli ha scelto di intervenire soltanto alla riapertura del mercato prendendo un attaccante che possa fare al caso di Maurizio Sarri sia per il presente che per il futuro. Problemi di lista – con il club che sarebbe costretto a gennaio a fare nuovi tagli – e la convinzione di avere i giocatori adatti a reggere il peso dell’attacco in queste 11 partite che mancano fino al mercato di gennaio: queste le motivazioni alla base della decisione.
Con una seria ipoteca sulla qualificazione in Champions League, il Napoli quindi affronterà questi mesi puntando su Gabbiadini e sui vari giocatori offensivi presenti in rosa, magari rispolverando anche El Kaddouri. Scelta fatta considerando poi che il possibile svincolato avrebbe avuto bisogno di almeno 30/40 giorni di tempo per mettersi al livello degli altri e non sarebbe stato comunque uno in grado di essere determinante. Decisione presa, nessun sostituto per Arkadiusz Milik: il Napoli aspetta il mercato di gennaio”.
Da gianlucadimarzio.com
Gabbiadini o falso nueve? Sarri cambierà la fase offensiva
Gabbiadini o falso nueve? Sarri cambierà la fase offensiva
Il direttore sportivo del Napoli Cristiano Giuntoli è in contatto sia con il suo allenatore Maurizio Sarri, sia con il presidente Aurelio De Laurentiis per cercare una soluzione dopo l’infortunio che terrà fuori Arkadiusz Milik. Per il momento, riferisce Tuttosport, si andrà avanti con Gabbiadini ma “l’alternativa potrebbe essere l’utilizzo di un “falso nueve”, che possa essere Mertens oppure Callejon, senza depauperare il patrimonio degli attaccanti esterni, ricco anche delle presenze di Insigne, El Kaddouri e Giaccherini”.
Milik, l’agenzia: “Tutto bene! Nessuna sorpresa durante l’ intervento”
“L’operazione di Arkadiusz è andata molto bene! Nessuna sorpresa durante l’intervento, il dottore si è detto ottimista. Arkadiusz è già sveglio, adesso il processo di recupero è già partito. Senza affrettare i tempi, incrociamo le dita affinché possiamo vedere presto in campo Arek…”. Lo riporta la Football Management Group, agenzia che cura gli interessi di Arkadiusz Milik tramite la propria pagina di Facebook.
Auriemma: “Immobile mi chiedeva del futuro di Higuain: avrebbe fatto anche la ‘riserva’”
Le sue parole…
Durante Si Gonfia La Rete, in diretta su Radio Crc, è intervenuto Raffaele Auriemma: “Il Napoli non dipende da Milik, poteva dipendere da Higuain, ma non di certo da Milik. Il polacco è un giovane attaccante, arrivato tra lo scetticismo. Non era il calciatore sul quale il Napoli fondava per risolvere i problemi d’attacco. Quando è arrivato tutti pensavamo che sarebbe servito anche uno tra Bacca, Icardi o Morata. Milik ha fatto molto di più di ciò che ci aspettavamo. Al Napoli manca il famelico bomber come Higuain. E’ giunta l’ora che Sarri diventi anche uno stratega oltre che un buonissimo allenatore. Immobile o Balotelli a Napoli? Abbiamo perso troppo tempo a cercare giocatori che non sarebbero mai venuti, come Morata e Icardi. De Laurentiis voleva dare al pubblico un attaccante come Higuain, ma si è perso del tempo. Era molto meglio prendere Balotelli che si è proposto al Napoli, dando via Gabbiadini che non piace a Sarri. Balotelli sta cambiando, è uno che ha capito che ha perso tanto tempo inseguendo chimere ed illusioni. Oppure andava comprato Ciro Immobile che l’anno scorso, prima di andare in onda a Tiki Taka, mi chiedeva di Higuain, mi disse che non avrebbe avuto paura di fare il vice Higuain e che sarebbe stato pronto a venire a Napoli”.
Immobile e Negro, l’agente: “Spero che Sarri porti Antonio in prima squadra”
Le sue paorle…
Marco Sommella, procuratore di Ciro Immobile ed Antonio Negro, ha dichiarato: “Ciro ha ritrovato la tranquillità che gli permette di esprimersi in campo come sta facendo. I ragazzi hanno bisogno di fiducia per giocare bene e Ciro è uno di questi, è sereno e in campo dimostra cosa sa fare. Non è l’ultimo arrivato, ha già giocato la Champions, un mondiale, un europeo. Nazionale? Ci vuole tempo affinchè si assimilino certi meccanismi, il progetto è nuovo, giusto che si faccia tesoro degli errori fatti. Fino a due mesi fa l’Italia era rientrata nell’elite del calcio europeo, eppure non mi sembra siano cambiati così tanti gli interpreti. Contro la Macedonia è stato sbagliato l’approccio, per fortuna la gara si è rimessa in carreggiata. Mancato arrivo di Immobile a Napoli? Non è mai iniziata alcuna trattativa col Napoli, non c’è mai stata una richiesta e lui è contento di giocare alla Lazio. Negro? Lo seguo da tanti anni, è un ragazzo che ha sempre fatto goal, dai Giovanissimi alla Primavera. E’ da vent’anni che il Napoli non aveva un capocannoniere in Primavera. Deve crescere e deve fare esperienza, ma darei più spazio ai giovani italiani, anche perché quando vengono schierati non fanno brutte figure. Mi auguro che Negro venga aggregato alla prima squadra, fa bene stare a contatto stare coi grandi campioni. In ogni caso c’è stima e considerazione nei confronti di Antonio Negro”.
Il crac di Milik è un colpo al cuore: su Gabbiadini e i social…
Il crac di Milik è un colpo al cuore
Il crac di Arkadiusz Milik adesso farà sì che a Napoli la paura faccia 99 e non il solito 90. La Gazzetta dello Sport riferisce che “l’infortunio è un colpo al cuore dell’intero campionato, che rischia di perdere precocemente la squadra fin qui propostasi come la più «fastidiosa» per la bellissima dominatrice bianconera”.
Il Napoli è chiamato a reagire, e a Manolo Gabbiadini toccherà sostituire il proprio compagno di squadra: “Se non giocasse stabilmente nemmeno in questa fase di assoluta emergenza diventerebbe facile ipotizzare una rottura al posto del prolungamento: un club che rinnova il contratto e dunque la fiducia di un suo calciatore deve agire in sintonia con le idee del tecnico chiamato ad allenarlo, no?”.
Infine una chiusura sui social: “Ieri hanno registrato scambi di battute sulle maledizioni lanciate in estate a Higuain che si sarebbero ora ritorte contro Milik: ecco, che restino battute. Serve carattere, non vittimismo”.
Il prof. Mariani: “Intervento riuscito per Milik: confermo dai quattro ai sei mesi”
Queste le sue parole
Il Dottor Mariani, chirurgo di Villa Stuart che ha operato poco fa Arkadiusz Milik, ha rilasciato un’intervista ai microfoni dei giornalisti presenti in clinica: “Confermato il trattamento di ricostruzione, è quello che ci aspettavamo. Resterà qui a Villa Stuart due giorni e mezzo, verrà dimesso giovedì mattina. I tempi di recupero? Dai quattro ai sei mesi di tempo, dipenderà anche dal processo di riabilitazione dell’atleta”.
EDITORIALE – Juve Stabia, a volte la cattiveria è più importante della bellezza..
Quella di ieri sera è stata per la Juve Stabia la classica serata no, quella in cui nulla di quello che hai in mente prende forma, rimanendo solo nella tua testa.
Al di là della partita nata male e proseguita peggio, le Vespe si trovano a fare mea culpa per essere incappate nei pochi, ma costanti, errori che hanno contraddistinto questo scorcio iniziale della stagione.
A volte le statistiche sono dati sterili, che raccontano poco di una gara, ma i dati del match tra Reggina e Juve Stabia aiutano a comprendere meglio dove le Vespe hanno perso la partita.
I gialloblú hanno fatto girare la palla per il 66% del tempo, contro il misero 34% degli amaranto. Di contro, però, i padroni di casa hanno tirato verso la porta 4 volte, mentre solo una (due, se contiamo i calci piazzati di Liviero) è stata la conclusione verso la porta calabrese da parte della Juve Stabia. Troppo poco per portare a casa i tre punti.
È il 66% di possesso palla delle Vespe il vero paradosso che rende incredibile la sconfitta. Ancora una volta la Juve Stabia si è esibita in un giro palla veloce e preciso che, come confessato dal tecnico amaranto Zeman, ha annichilito gli avversari. Soprattutto nel primo tempo Capodaglio, Izzillo e Mastalli hanno giocato palla a terra, con belle trame, in barba al pessimo terreno di gioco. L’altra faccia della medaglia è però la solita sterilità e la poca cattiveria sotto porta. Le Vespe sono state perfette fino alla tre quarti campo ma al momento di sferrare il colpo hanno visto il proprio pungiglione fiacco ed impreciso. Come già accaduto, la Juve Stabia ha sciupato buone occasioni, forse contando di andare in rete poco dopo. A trovare la porta, è stata pero, la Reggina.
La struttura dei gialloblù, ed il gioco dato loro da Fontana, sono da grande squadra ma il rischio è proprio che le Vespe siano troppo consapevoli delle proprie qualità. Non è la prima volta che gli uomini di Fontana si sono piaciuti tanto, forse troppo, dimenticando che la priorità è buttare la palla in rete. In questo senso diventa fondamentale acquisire un altro elemento tipico delle grandi squadre: la fame. Ci vuole più fame, più grinta, più “cazzimma”, soprattutto sotto porta. Essere forti, cosa confessata anche dagli avversari delle Vespe, non è un buon motivo per entrare in campo già certi della vittoria finale. Unico dato che rendo meno amara la sconfitta è che gli avversari dei piani alti della classifica non si sono certo allontanati tanto; il distacco non è diminuito, ma fortunatamente non è nemmeno aumentato in modo irrimediabile.
Altro elemento che rischia di diventare abituale è la carenza di personalità fuori casa. A Catania ed a Reggio Calabria le Vespe sono uscite dal campo sconfitte, a Fondi è arrivato un pareggio in extremis e a Monopoli il gol vittoria di Del Sante è stato difeso solo da un Russo versione Super Man. Proprio per sopperire a questo calo di personalità lontano dal Menti sarà essenziale recuperare i calciatori di maggiore esperienza: i rientri di Amenta e Salvi, uniti a quello ormai assodato di Capodaglio, saranno fondamentali in tal senso.
Raffaele Izzo
Di Marzio: “Niente svincolati, Klose avrebbe bisogno di 20-40 giorni”
Queste le sue parole…
A Radio Marte, durante Marte Sport Live, ha parlato Gianluca Di Marzio: “Il professor Mariani è una garanzia, la speranza di vedere Milik in campo anticipatamente è realizzabile viste le nuove tecniche: Rudiger è tornato dopo quattro mesi, anche se bisogna trovare sempre il ritmo partita. Il Napoli aspetta gennaio, è una scelta giusta: non ci sono svincolati importanti e pronti immediatamente, Klose avrebbe bisogno di 20-30-40 giorni per recuperare il ritmo. Con Sarri poi i nuovi hanno bisogno di tempo per essere protagonisti, mancano undici partite più altre quattro di Champions. L’intenzione è di aspettare gennaio, per prendere poi magari un attaccante per il presente e per il futuro. Nell’organico del Napoli non c’è solo Gabbiadini ma anche gli esterni più El Kaddouri e Zielinski, Sarri può ovviare alla perdita di Milik. Klose è stato l’unico che ha stuzzicato il Napoli, Adebayor non era il personaggio giusto mentre Osvaldo lascia dubbi caratteriali nella gestione del gruppo: il club azzurro ha deciso di rimanere così.
Pavoletti? Manca troppo tempo per decidere il profilo giusto, però l’attaccante a fine agosto ha rifiutato una offerta importante fattagli dal club azzurro.
Hal Robson-Kanu? A gennaio Giuntoli valuterà un profilo giusto: giovane ma non giovanissimo, di prospettiva e buono anche per l’anno prossimo.
Gabbiadini? Non credo molto agli stimoli dei nuovi contratti, adesso lui ha una grande chance perchè sarà titolare: deve dare messaggi e segnali positivi, e far capire di essere attaccato alla maglia del Napoli e a quella della nazionale”
Dott. De Nicola: “Milik ha affrontato la cosa con determinazione. Contiamo di recuperarlo entro tre mesi e mezzo”
Alfonso De Nicola, responsabile dello staff medico della Ssc Napoli, ha parlato aai microfoni di Radio Kiss Kiss Napoli riguardo l’ infortunio di Arkadiusz Milik e i tempi di recupero:
“Intervento perfettamente riuscito. L’ unico dubbio era legato alla diagnosi che fortunatamente ha escluso lesioni al ginocchio. Il ragazzo ora sta bene: ha affrontato la cosa con grande determinazione fisica e mentale.
Tempi di recupero? Speriamo di poterlo recuperare nel giro di tre mesi, tre mesi e mezzo. Voglio essere ottimista in questo senso. A gennaio potremmo vederlo già correre ma chiaramente non vogliamo forzare e faremo le giuste valutazioni. Bel gesto di De Laurentiis che ha voluto far sentire la sua vicinanza al ragazzo per tranquillizzarlo”.
Il Pungiglione Stabiese – Le vespe non pungono la Reg(g)ina
Il Pungiglione Stabiese programma sportivo in onda su ViViradioWEB
Questa sera c’è il consueto appuntamento con ” Il Pungiglione Stabiese “, programma sportivo che parla di Juve Stabia a 360° gradi. Come sempre alla conduzione ci sarà Mario Vollono, collegatevi oggi 10 ottobre 2016 dalle ore 19:30 per avere notizie in esclusiva sul mondo gialloblè. Avrete due modi per seguire la puntata:
DIRETTA
- Link per ascoltare dal pc: https://37.187.93.104/start/viviradioweb/ (il link è ottimizzato per Google Chrome, per altri browser web bisogna installare Java https://www.java.com/it/download/)
- Link per ascoltare dai dispositivi mobili: https://lyra.shoutca.st:8212/
- Sui cellulari e dispositivi mobili è possibile installare l’applicazione TUNEIN e cercare ViViRadioWEB
DIFFERITA (dopo 2 ore dalla diretta)
In questa puntata in studio ci saranno Mario di Capua (Radio Sant’Anna) e Gianluca Apicella (Magazine Pragma)
Parleremo della sconfitta con la Reggina la seconda in campionato. Le Vespe si scoprono forte e determinate in casa e fragili e senza indee in trasferta.
Questa sera avremo come ospite telefonico l’ex allenatore delle Vespe Pasquale Casale con cui parleremo dell’andamento in campionato della Juve Stabia e delle difficoltà in trasferta.
Ci collegheremo telefonicamente con il collega Michele Gramazio di Foggia Città Aperta con il quale presenteremo il prossimo avversario delle Vespe.
Ci collegheremo telefonicamente con Alberico Turi Direttore del settore giovanile della Juve Stabia con il quale parleremo delle gare di questo fine settimana.
Avvisiamo i radioascoltatori che è possibile intervenire in diretta telefonica chiamando il numero 081.048.73.45 oppure inviando un messaggio Whatsapp al 338.94.05.888.
Gli ascoltatori possono inoltre scrivere, nel corso del programma, sul profilo facebook “Pungiglione Stabiese” per lasciare i loro messaggi e le loro domande.
“Il pungiglione stabiese” è la vostra casa. Intervenite in tanti!
Vi ringraziamo per l’affetto e la stima che ci avete mostrato nel precedente campionato e speriamo di offrirvi una trasmissione sempre più bella e ricca di notizie.
Ssc Napoli: “Operazione riuscita perfettamente per Milik, qualche giorno in clinica poi riabilitazione”
Arkadiusz Milik è stato operato questa mattina al ginocchio sinistro dal Professor Mariani a Villa Stuart. All’intervento ha assistito anche il Dott. Alfonso De Nicola, responsabile dello staff sanitario del Napoli.
L’operazione è durata 40 minuti ed è perfettamente riuscita.
L’attaccante azzurro si è infortunato durante la gara Polonia-Danimarca, subendo la rottura totale del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro.
Milik resterà un paio di giorni in clinica e poi comincerà la riabilitazione al Centro Tecnico di Castelvolturno.
Da sscnapoli.it
Campionato Juniores- Real Forio sconfitta all’esordio

Inizia con una sconfitta l’avventura della Juniores del Real Forio allenata da mister De Siano. I biancoverdi hanno esordito nel pomeriggio allo stadio “Calise”, dove hanno affrontato l’Afro Napoli United. Gli isolani non hanno affatto demeritato nonostante il risultato non premi la più che buona prestazione dei ragazzi di mister De Siano. A passare in vantaggio è stata proprio la squadra di casa al minuto 15’: fa tutto Tony Verde, che si allarga sull’out di destra e da posizione molto defilata mette a segno l’1-0. Il Real Forio ha diverse occasioni per raddoppiare, la più importante capita sui piedi di Nicolella che a porta spalancata manda il pallone incredibilmente fuori. Il primo tempo si conclude sull’1-0. Nella ripresa, l’Afro Napoli United riesce a ribaltare la situazione. Prima mette a segno l’1-1 e poi riesce addirittura a passare in vantaggio grazie al gol di Anilton. Il Real Forio spreca una grossissima occasione per riequilibrare il match. Sul 2-1,infatti, la squadra allenata da mister De Siano può beneficiare di un tiro dagli undici metri procurato da Ballirano. Lui stesso si presenta sul dischetto, ma non inquadra la porta e manda il pallone fuori alla destra del portiere. L’Afro Napoli United trionfa 2-1. Peccato per i biancoverdi che avrebbero meritato sicuramente qualcosa in più. La presenza di diversi 2000 e la relativa inesperienza non hanno permesso ai baby foriani di ottenere quantomeno un punto nella gara d’esordio. Nel prossimo turno, la squadra allenata da De Siano sarà in trasferta sul campo del Neapolis.
REAL FORIO 1
AFRO NAPOLI UNITED 2
REAL FORIO: Impagliazzo, Reale, Chiocca, Maltese, Mattera, Capuano, Nicolella, Abbandonato (17’s.t., Verde, Patalacci, Verde. (In panchina: Ballirano, Pisani, Di Maio, D’Ambrosio, Onorato) All. De Siano
AFRO NAPOLI UNITED: Torino, Giannatiempo, Nocerino, Iodice, Docile, Parisi, Palumbo, Anilton, Grimaldi, Supino, Trematerra. (In panchina Liccardo, Cappuccino, Russo, Monaco, Vallefuoco) All. Fasano
Pescara: polizia arresta per rapina in un supermercato un rumeno
Gli agenti della Polizia di Stato di Pescara, alle ore 09.45 di ieri, hanno arrestato JANCU Alexandru, rumeno di 24 anni nonchè pregiudicato, per il reato di rapina. Gli agenti della Squadra Volante, giungevano presso il supermercato “Simply”, sito in viale Pindaro nr. 14 a Pescara, dopo una segnalazione riguardo un tizio che si era dato alla fuga dopo avere prelevato senza pagare della merce nel supermarket. Il personale dello stesso forniva una descrizione del malfattore, già noto agli agenti, e veniva prontamente fermato. L’ addetto alla vigilanza, inoltre, riferiva di aver notato all’interno del supermercato il rumeno occultare dentro i pantaloni della merce che aveva prelevato dalle corsie del negozio e, dopo aver oltrepassato le casse senza pagare il dovuto, usciva all’esterno; a quale punto, il vigilante si qualificava, chiedendogli di pagare la merce, ma per tutta risposta lo Jancu lo spintonava più volte violentemente cercando di guadagnarsi la fuga, ma veniva bloccato a terra. Sul posto il ladro restituiva un pacco doppio di caffè del valore di 8.45 euro che aveva occultato nei pantaloni e, approfittando della distrazione del vigilante riusciva a scappare. A seguito della colluttazione l’addetto alla sicurezza riportava una lesione al labbro inferiore. L’arrestato, dopo le formalità di rito, veniva trattenuto presso la locale camera di sicurezza in attesa del rito per direttissima.
Il successo di Bolle in tv: 4milioni di spettatori
Roberto Bolle ha portato la danza in prima serata su Rai 1 ed è stato un successo di pubblico con oltre 4 milioni di spettatori. Un programma asciutto che ha divulgato l’arte del balletto senza svilirlo. Come spiega la nostra critica Alessandra Comazzi “un esempio di come la televisione può essere un’ottima maestra di informazione, formazione e intrattenimento”.
Sorpresa, Bolle conquista la tv
«C’è Bolle che balla che bello», e profetiche furono le parole di Virginia Raffaele al Festival di Sanremo. Roberto Bolle non soltanto è tornato a ballare in tv, ma lo ha fatto su Rai1, la rete più generalista di tutte, primato conteso soltanto dalla omologa ammiraglia di Mediaset, Canale 5.
E tutte e due, Rai1 e Canale 5 hanno dimostrato l’altra sera quanto possa essere diversa la loro missione, quanto pluralistica l’offerta e stimolante la concorrenza. Gli ascolti maggiori, nel sabato tv ritornato per una volta centrale, li ha avuti proprio Canale 5, con «Tu sì que vales», caccia di talenti che è la quintessenza del divertimento popolare ammiccante e caciarone, ancorché professionale: 4 milioni 674 mila spettatori. Ma la notizia è che gli spettatori di «La mia danza libera» sono stati 4 milioni (3 milioni 907): che sono un’enormità per questo programma compatto, finalmente non assurdamente lungo, che ha divulgato l’arte della danza, senza però svilirla, o trasformarla in macchietta. Un esempio di come la televisione, alla faccia di quello che diceva McLuhan, con la sua tv «cattiva maestra» può essere invece un’ottima maestra, di informazione, formazione e intrattenimento. Basta che qualcuno ci creda e glielo lasci fare.
«La mia danza libera» aveva la produzione di Ballandi e due autori: uno, lo stesso Bolle; l’altro, Giampiero Solari, lui stesso marchio di qualità vivente, avendo curato gli spettacoli di Fiorello e Panariello, Pausini e Morandi, Renato Zero e Celentano. E qui si è inventata una narrazione: un po’ new age, basata sul corpo che fluttua e va nell’acqua e si libera ed è leggero, leggero. Però, non bastava la narrazione: ci voleva un personaggio come Bolle, «bravo, bello, umile, generoso, e pure ricco», come ha detto Elio, per riuscire a superare quel soffitto di cristallo che il balletto, un po’ come le donne, si trova sulla testa. Lui, d’altronde, sembra sbucato dal marmo, creatura michelangiolesca degna di una lezione di anatomia: e questo aiuta. Anche se non aiuta il fatto che parli. Non che dica sciocchezze, anzi, ma è curioso come da quel corpo vengano fuori quel vocino e quell’intonazione.
Però sapienza è consapevolezza: e quindi, nello spettacolo, ha parlato poco. Ma ha ballato molto: alla sbarra con Bollani che suonava il pianoforte; con Nicoletta Manni, prima ballerina della Scala, mentre Elio cantava Dean Martin; con Misty Copeland, con Alicia Amitrain, e con altre stelle assortite. Lo accompagnavano Luisa Ranieri incantata da cotanto muscolo e Francesco Pannofino, il ritmo è stato acceso, gli esempi di classica si sono alternati a quelli di contemporanea. Bolle ha accettato l’ironia e il ballo del qua qua; ha fatto danzare, tra l’altro non male, pure Jovanotti («Ho compiuto 50 anni, questo è il mio più bel regalo») e si è intrattenuto con una grande Virginia Raffaele, che ha fatto la Fracci e la Fracci è apparsa, in un gioco di specchi, raffinato e metaforico eppure pop, nel senso squisito del termine.
Terrore nel cuore di Gerusalemme: 2 morti e 4 feriti
L’intifada torna a uccidere a Gerusalemme. Un attentatore palestinese spara ai passanti nei pressi della fermata del tram leggero: il bilancio è di due morti e 4 persone ferite. Hamas rivendica l’azione definendola “eroica”.
Spari dall’auto contro i passanti, attacco islamista a Gerusalemme
Due morti, quattro feriti. In un video diffuso da Hamas l’attentatore dice: fate come me
La moto ha affiancato l’auto per costringerla a fermarsi. C’è stato uno scambio di colpi a distanza ravvicinata. Un agente, il sergente maggiore Yosef Kirma, 29 anni, è stato raggiunto alla testa. La sua compagna è stata invece colpita alla gamba ma è riuscita a rispondere al fuoco e a uccidere l’assalitore. Per il sergente Kirma, portato all’ospedale Hadassah di Mount Scopus, non c’è stato niente da fare. Così come per la signora ferita alla fermata della metropolitana. Un bilancio di due morti che poteva anche essere molto peggiore se non ci fosse stato l’intervento quasi immediato dei poliziotti. Il premier Benjamin Netanyahu li ha definiti «due eroi».
Il movimento palestinese Hamas, vicino ai Fratelli musulmani, ha esaltato «l’eroica operazione di Gerusalemme». Il portavoce Fawzi Barhoum ha descritto l’attacco come «la naturale risposta ai crimini dell’occupazione e le violazioni a spese del nostro popolo e dei Luoghi santi. L’Intifada continua – ha precisato – e ogni tentativo di liquidarla è destinato a fallire». Ma è il riferimento ai luoghi santi a dare la dimensione di questa fase del conflitto. Che a differenza delle prime due Intifada ruota sempre più attorno alla Moschea di al-Aqsa.
Il video di rivendicazione
Alla maniera dell’Isis e di Al-Qaeda, l’attentatore ha realizzato un video trasmesso dall’emittente di Hamas. Nel filmato il 39enne conferma di essere un attivista del Morabitun, gruppo islamico vicino ad Hamas e concentrato nella difesa di Gerusalemme e della Moschea al-Aqsa, ed esorta tutti i fedeli musulmani «a seguire il suo esempio» per salvare dalla «contaminazione» ebraica la moschea sacra e tutta la città. Da quando, nell’ottobre 2015, è scoppiata la cosiddetta Intifada dei coltelli l’influenza di Hamas e il riferimento ai luoghi santi islamici sono sempre più frequenti, anche se all’inizio il movimento sembrava spontaneo. Misbah Abu Sbeih, già nel mirino delle forze di sicurezza israeliane, aveva anche rilasciato un’intervista alla tv palestinese Ma’an in cui diceva che era stato bandito da Gerusalemme Est per un mese e che stava per consegnarsi alla prigione di Ramle. Invece ha optato per l’attacco.
In un anno di Terza Intifada sono morti 232 palestinesi, 34 israeliani, due americani, un giordano, un eritreo e un sudanese. Il governo Netanyahu ha reagito con una militarizzazione della Cisgiordania occupata e raid nella case di sospetti terroristi che hanno portato allo smantellamento di laboratori artigianali per le armi da fuoco. Ma una nuova ondata di attentati è cominciata con i Yamim Noraim, il periodo di festività che porta allo Yom Kippur. Ora è allarme massimo per domani sera, quando comincerà al tramonto l’importante ricorrenza ebraica seguita poi dalla Festa dei Tabernacoli.
vivicentro.it/cronaca
vivicentro/Terrore nel cuore di Gerusalemme: 2 morti e 4 feriti
lastampa/Spari dall’auto contro i passanti, attacco islamista a Gerusalemme GIORDANO STABILE – INVIATO A BEIRUT
La storia dei manicomi italiani: se non erano sani non li volevano
Donne depresse o “troppo erotiche”, bambini ribelli, socialisti, mazziniani, anarchici: una volta erano tutti considerati “matti” Grazie a un progetto del Mibact vanno online due secoli di Storia dei manicomi italiani, con cartelle cliniche e diagnosi sorprendenti.
Se non erano sani non li volevano
Vanno online due secoli di storia dei manicomi italiani, con cartelle cliniche e diagnosi sorprendenti
Le «malattie» religiose
Il progetto documenta due secoli di emarginazione sociale, economica e culturale, di donne rinchiuse perché troppo chiacchierone o «affette» da sensualità, bambini poveri, segregati perché vivaci e irrequieti, uomini con diagnosi politiche, etichettati come «mazziniani» o «repubblicani». Dalle carte emerge lo sguardo di come «i sani» e i dottori guardavano ai «matti» (spesso presunti).
Donne segregate perché «troppo erotiche», petulanti, impertinenti e ribelli, o alle quali è stata diagnosticata la «malattia» della depressione post partum. «Ciò che emerge è che la ribellione viene punita con una diagnosi di malattia mentale – continua Procaccia -, dove, ad esempio, il “mal d’amore” coincide con la depressione per essere state lasciate. I manicomi sono stati anche strumento di contenimento, di controllo sociale, e ci finiscono spesso le categorie di persone che danno fastidio». Una cartella clinica racconta di una fanciulla di buona società campana che fu rinchiusa per comportamenti devianti non consoni a una brava ragazza della sua epoca. C’è pure la storia di Violet Gibson, la donna che attentò alla vita di Benito Mussolini e che fu internata in un manicomio in Gran Bretagna: era considerata matta anche perché non aveva il desiderio di tirar su famiglia. I bambini rinchiusi, perché ribelli o scatenati, sono poveri, ai margini della società, e la segregazione nei manicomi li ha progressivamente allontanati dalla realtà.
«Socialisti», «mazziniani», «anarchici» e «repubblicani» sono alcune tra le diagnosi con motivazioni politiche che giustificavano il ricovero di personaggi scomodi. Uomini vagabondi, o reputati improduttivi, finivano nei manicomi e negli ospedali psichiatrici. C’è anche la storia del commissario di pubblica sicurezza Giuseppe Dosi, noto alle cronache per aver smontato le prove che incastravano ingiustamente Gino Girolimoni, accusato di stupri e omicidi: venne internato nel manicomio criminale di Regina Coeli e poi fu riabilitato. Tra le diagnosi «religiose» spunta una donna, «la pazza vestita da frate», mentre la storia delle strutture narra deportazioni di ebrei dal manicomio di Venezia, e di altri che vi si nascondevano per sfuggire le razzie.
I traumi da trincea
«Tra il ’18 e il ’19 negli ospedali psichiatrici, in particolare nel Veneto, c’è un innalzamento di ricoveri di soldati che hanno avuto il trauma da trincea – spiega Procaccia -. E lo stress post traumatico viene scambiato per malattia mentale». Il picco dei ricoveri che si registra a partire dalla fine della Prima guerra mondiale per traumi da trincea è dato dalle reazioni scomposte dei «matti» a forti rumori, sintomo, stando alle cartelle cliniche, di malattia mentale.
Basta registrarsi al sito per consultare le cartelle cliniche, da cui sono stati rimossi i nomi. Un software all’avanguardia, studiato da «Memoria Archivi», permette di avere accesso a tutte le informazioni, contenuti multimediali, immagini, manoscritti, statistiche e alla mappatura dei manicomi in Italia. «Abbiamo iniziato questo cammino nel ’99, e oggi è possibile condividere uno straordinario patrimonio – conclude Procaccia -. Abbiamo slegato i “matti” e legato le carte».
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