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De Maggio: “Vi svelo una cosa, un giocatore non reggeva la pressione del San Paolo”

Le parole di Valter De Maggio

Valter De Maggio, giornalista e inviato di Premium Sport, ha rilasciato alcune dichiarazioni durante la trasmissione Radio Goal in onda sulle frequenze di Radio Kiss Kiss Napoli: “Vi svelo un retroscena, qualche anno fa e parlo del Napoli di Dionigi, c’era un calciatore che non reggeva la pressione del San Paolo e prima di entrare in campo ad ogni partita vomitava”. E parliamo della Serie B, figuriamoci cosa provano i calciatori prima di una partita di Champions League.

Juve Stabia vs Cosenza cambia l’orario di inizio della partita

Juve Stabia vs Cosenza cambia l’orario.

Domenica allo stadio “Romeo Menti” di Castellammare di Stabia si gioca la partita Juve Stabia vs Cosenza. Le Vespe vengono dalla bella e importante vittoria nel derby con la Paganese, che ha acceso ancora di più l’entusiasmo della piazza. I Lupi di Mister Roselli vengono invece dalla sconfitta di Andria e vogliono riprendere l’ottimo cammino intrapreso finora.

La partita, inizialmente prevista per le 20:30, è stata anticipata alle 18:30 su richiesta della Juve Stabia.

Proprio oggi è arrivata l’ufficialità da parte della Lega Pro, di seguito il testo del comunicato:

“La Lega, vista la richiesta avanzata dalla società Juve Stabia, in relazione ad esigenze organizzative, a ratifica degli accordi intercorsi tra le società interessate, ha disposto che la gara indicata in oggetto DOMENICA 30 OTTOBRE 2016, Stadio ”Romeo Menti”, Castellammare di Stabia, abbia inizio alle ore 18,30, anziché alle ore 20,30.”

Il cambiamento d’orario speriamo riesca a favorire l’afflusso di tifosi al Menti, considerato che il giorno dopo alcune attività imprenditoriali e le scuole resteranno chiuse per il “ponte” dei morti. In più chi si recherà allo stadio, avrà ancora una serata disponibile per guardare il posticipo di serie A, o per eventuali passeggiate o ulteriori momenti di relax… Insomma non ci sono scuse: TUTTI ALLO STADIO.

Migranti record, parla Gabrielli: ”Serve più cooperazione e se una moschea è illegale va chiusa”

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Il capo della Polizia Franco Gabrielli ci consegna in un’intervista la linea che guida la sua azione: “Chi arriva deve rispettare la legge e se una moschea non è in regola va chiusa”. L’Italia del 2016 tocca il record di sbarchi di immigrati: sono già 153mila.

Gabrielli: “Chi arriva da noi rispetti le regole. Se una moschea è illegale va chiusa”

Il capo della polizia: i musulmani ci aiutino denunciando i sospetti terroristi. E sui rifugiati: «Serve più cooperazione, a Bruxelles sono prevalsi gli egoismi»

GRAZIA LONGO
ROMA – Nel giorno in cui si registra il record di sbarchi, 153mila e 450, praticamente il 10 per cento in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, intervistiamo il capo della polizia. Ma a parte l’allarme migranti, sul tavolo di Franco Gabrielli, 56 anni («50 da fedele juventino»), direttore generale della pubblica sicurezza, ci sono anche terrorismo islamico e insicurezza percepita da molti cittadini.

Avete le risorse adeguate per affrontare problemi di quest’entità?  

«Ringrazio il governo che nella legge di bilancio ha dimostrato una particolare attenzione nei confronti della nostra amministrazione. L’ha fatto riaffermando la validità strutturale degli 80 euro sullo stipendio e finanziando il riordino che la polizia di Stato, al pari delle altre forze, aspettava da 11 anni. Inoltre, grazie al legge di stabilità dello scorso anno, è stato possibile lo sblocco del turnover che favorirà l’iniezione di nuove energie tra i nostri attuali 99.630 poliziotti, di cui il oltre il 15 per cento donne, soprattutto tra le qualifiche più alte».

Tra le questioni più urgenti c’è quella degli immigrati e della loro integrazione sociale. Come valuta la preghiera collettiva di molti musulmani di fronte al Colosseo, venerdì scorso, per protestare contro la chiusura di cinque moschee?  

«Si è trattato di una manifestazione pacifica e come tale va rispettata. Ma il mondo islamico deve capire che al primo posto c’è il rispetto della legge, premessa essenziale per l’integrazione sociale. Quindi se una moschea non è in regola per ragioni di igiene sanitarie o abusivismo edilizio, va chiusa. Non esistono, in questi cinque casi romani, pericoli legati allo jihadismo. In ogni caso, vale per i musulmani quello che vale per chiunque altro sia a conoscenza di un potenziale reato: l’autore va denunciato. Non basta essere contrari agli attentati terroristici, bisogna anche contrastarli pubblicamente. Come avvenne negli Anni di piombo: la lotta al terrorismo prevalse grazie anche al superamento della fase “Né con le Brigate rosse, né con lo Stato”. Oggi idem: i musulmani agnostici non ci aiutano».

Ritiene concreto il rischio di una relazione tra l’estremismo islamico e i flussi migratori?  

«No, è chiaro che tra centinaia di migliaia di immigrati si possa nascondere un potenziale jihadista, ma il nesso non è automatico. Anche perché la radicalizzazione è il sintomo, non la malattia: è l’espressione del disagio e dell’emarginazione. E i soldati del Califfo agiscono spesso come lupi solitari, un fenomeno ancora più complesso da affrontare».

E sul fronte specifico dell’immigrazione? Come intervenire?  

«Occorrono operazioni mirate, anche alla luce di una cooperazione internazionale. Ma noi siamo come il pronto soccorso, mentre il fenomeno va risolto all’origine, con provvedimenti come il migration compact. Questo però implica, in primo luogo, interventi di carattere politico».

Ma sul piano della sicurezza quali azioni si possono intraprendere?  

«Una parte significativa nella lotta all’immaginazione clandestina e al traffico di esseri umani va giocata nei confini sud degli Stati rivieraschi, terminali e , molto spesso, non generatori dei flussi stessi. Ma a noi spetta lavorare sul nostro territorio nazionale: distinguere i profughi dai migranti economici, contrastare l’immigrazione clandestina, gestire il rimpatrio sono alcune delle operazioni principali. Ma certo l’Italia, come ha ricordato anche il ministro dell’Interno Angelino Alfano, è stata un po’ abbandonata dall’Europa in cui sono prevalsi egoismi nazionali».

Il nostro Paese ha fornito il massimo della disponibilità: hotspot, centri di accoglienza. Ma, al di là dell’aspetto umanitario, per molti cittadini gli immigrati rappresentano una fonte di insicurezza.  

«Eppure i numeri parlano chiaro: non c’è stato alcun incremento di reati rispetto all’aumento della presenza di immigrati. Dal 1 gennaio 2014 ne sono sbarcati in Italia oltre 440 mila, la maggior parte si è poi diretta verso il Nord Europa, ma molti sono rimasti nel nostro Paese. È inevitabile che, soprattutto nel contesto socio-economico attuale che vede il 40 per cento della disoccupazione giovanile, gli extracomunitari rappresentino un problema. Di qui l’esigenza di pensare a come impiegarli e a favorire l’integrazione sociale, per evitare che possano verificarsi fenomeni di radicalizzazione, spesso anticamera del terrorismo».

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Under 17, Di Somma: “Un calo di tensione non ci ha permesso di vincere. Coverciano? Grazie a Turi e De Lucia”

Queste le sue parole

Nunzio Di Somma, allenatore dell’Under 17 della Juve Stabia, ha parlato durante il Pungiglione Stabiese: “Abbiamo avuto un buon impatto con il match. Potevamo chiuderla, ma non siamo stati cinici. C’è stato un calo di tensione nella ripresa e abbiamo preso gol. E’ stata una gara con alti e bassi, con la Casertana che è venuta fuori. Potevamo chiuderla nel finale, ma ci è andata male. Mi piace parlare del gruppo, è stata una gara che ha visto dare qualcosa in più ad inizio gara, altri nel finale, ma serve ritrovare equilibrio per remare tutti verso la strada giusta. Abbiamo perso equilibrio nel gruppo, ma non è una cosa grave. Se avessimo chiuso il match nel primo tempo, avremmo visto una gara diversa nel secondo tempo. Coverciano? Voglio ringraziare il direttore Turi, il presidene De Lucia e la Juve Stabia che mi hanno permesso di frequentare questo corso in questo giorni. Nazionale? Ho parlato con Casella e Ceparano. Sono situazioni che fanno piacere che portano a cose positive e negative: si può avere un eccesso di entusiasmo ma anche di superficialità. Questo deve spronarli a dare ancora di più. Prossimo turno? Giocheremo domenica alle 15:30 a Fondi, squadra maschia che non perde alcun contrasto, ma vogliamo fare bene. Sto vedendo un girone equilibrato, la cosa più bella”.

Se l’ anidride carbonica fosse densa e puzzolente se ne comprenderebbe il pericolo

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Forse solo se l’ anidride carbonica avesse odore capiremmo il vero pericolo, scrive il meteorologo e climatologo Luca Mercalli. Le percentuali di anidride carbonica nell’aria nel 2015 registrano l’inizio di una nuova era per la storia del clima. È stata superata la soglia delle quattrocento parti di C02 per milione.

Se la CO2 avesse odore capiremmo il vero pericolo

Mai era capitata nella storia una concentrazione così alta

Se la CO2 – l’anidride carbonica, o meglio il biossido di carbonio secondo la moderna nomenclatura chimica – fosse densa e puzzolente, capiremmo subito cosa vuol dire aver raggiunto nell’atmosfera il valore simbolico di 400 parti per milione in volume, il massimo da almeno una milionata di anni. Invece è incolore e inodore, e dobbiamo dunque fidarci delle analisi della scienza.

La CO2 è il principale gas a effetto serra del miscuglio che emettiamo con le nostre attività, in primis la combustione di carbone, petrolio e gas. Della proprietà dell’atmosfera di trattenere una parte della radiazione infrarossa che – una volta ricevuta dal Sole – la Terra dovrebbe poter dissipare verso lo spazio, si era già accorto il matematico francese Jean Baptiste Fourier nel 1827. Poi lo svedese Svante Arrhenius, premio Nobel per la chimica, nel 1896 propone per primo la teoria dell’influenza della CO2 prodotta dalle attività umane sull’aumento della temperatura, all’epoca ancora impercettibile, e prevede un surriscaldamento di circa 4 °C al raddoppio della concentrazione preindustriale, valore non così lontano da quanto calcolato dai moderni modelli di simulazione.

Tuttavia, tra i subbugli delle guerre mondiali, passano alcuni decenni prima che l’argomento venga ripreso, con le conferme del fisico canadese Gilbert Plass alla metà degli Anni Cinquanta, poi nel 1958 ecco le prime misure strumentali della quantità di CO2 nell’aria avviate da Charles Keeling sul Monte Mauna Loa, alle Hawaii: in suo onore oggi questo grafico crescente si chiama «curva di Keeling». Nel 1965 il glaciologo francese Claude Lorius, nel gelo dell’Antartide, osservando un pezzo di ghiaccio antico in un bicchiere di whisky, vede uscire delle bollicine e intuisce che si tratta di aria di un passato remoto: questa idea permetterà tramite carotaggi profondi di ricostruire la quantità di CO2 per centinaia di migliaia di anni.

Ne parla il bel film «La glace et le ciel» di Luc Jacquet. In seguito, il progetto europeo Epica, a forte partecipazione italiana, ha perforato l’Antartide fino a 3200 metri di profondità, e nel 2005 ha ricavato uno dei più rilevanti risultati scientifici: mai in 800.000 anni la CO2 ha superato quota 300 parti per milione, il dato attuale è dunque inedito e fuori da ogni riferimento storico. E visto che più gas serra significa più aumento di temperatura ecco, con molto ritardo rispetto ai primi allarmi di oltre 50 anni fa, l’accordo di Parigi, recentemente ratificato: o cerchiamo di contenere l’aumento di CO2 nei prossimi decenni bloccando l’incremento di temperatura non oltre i due gradi a fine secolo, o rischiamo di avventurarci in territori davvero pericolosi per l’umanità, con aumenti fino a cinque gradi, dalle conseguenze devastanti. La transizione verso un’economia sostenibile non è solo urgente, ma è già in ritardo: questo numero tondo di tre cifre che cresce di circa due unità all’anno ce lo deve ricordare ogni giorno, è l’unico modo di visualizzare ciò che è trasparente ai nostri occhi ma non alla radiazione infrarossa!

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Una nuova era del clima: superata la soglia delle quattrocento parti di C02 per milione

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Le percentuali di anidride carbonica nell’aria nel 2015 registrano l’inizio di una nuova era per la storia del clima. È stata superata la soglia delle quattrocento parti di C02 per milione. Forse solo se l’anidride carbonica avesse odore capiremmo il vero pericolo, scrive il meteorologo e climatologo Luca Mercalli.

Clima, mai così tanta anidride carbonica nell’aria

Il rapporto Onu: nell’atmosfera ha raggiunto il traguardo di 400 parti per milione

Per la prima volta a livello globale, nel 2015 la concentrazione media di anidride carbonica (CO2) nell’atmosfera ha raggiunto il traguardo di 400 parti per milione (ppm) e nel 2016 ha registrato nuovi record sulla scia del fenomerno El Nino: il 2015 – afferma l’Organizzazione meteorologica mondiale (Omm) in un comunicato reso noto oggi a Ginevra – segna l’inizio di una nuova era della realtà climatica.

I livelli di CO2 avevano infatti precedentemente già raggiunto la soglia dei 400 ppm per alcuni mesi dell’anno e in certi luoghi, ma mai prima d’ora su una base media globale per l’intero anno, spiega l’Omm. Stando alle previsioni della più anziana stazione di sorveglianza dei gas ad effetto serra, le concentrazioni di CO2 resteranno al di sopra di 400 ppm per l’intero 2016 e non scenderanno sotto tale livello per molte generazioni.

La crescita sostenuta di CO2 è stata alimentata dall’evento El Nino, sottolinea il comunicato. Ma mentre «l’evento di El Niño è scomparso, i cambiamenti climatici restano», ha affermato il segretario generale dell’Omm Petteri Taalas. Il 2015 – ha aggiunto – resterà nella storia nella misura in cui le concentrazioni record di gas a effetto serra «annunciano una nuova realtà climatica».

Taalas si è felicitato del recente accordo raggiunto a Kigali per modificare il Protocollo di Montreal ed eliminare gradualmente gli idrofluorocarburi, potenti gas serra, «ma il vero elefante nella stanza è l’anidride carbonica che rimane nell’atmosfera per migliaia di anni e negli oceani ancora più a lungo. Se non si affrontano le emissioni di CO2 non saremo in grado di affrontare i cambiamenti climatici e di mantenere l’aumento della temperatura al di sotto dei 2 grandi centigradi rispetto al livello dell’era pre-industriale» ha aggiunto esortando un’accelerazione dell’applicazione dell’accordo di Parigi sul clima del dicembre

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Sentire Milan, Roma e Napoli vicini ha acceso qualcosa nell’animo della Juve

Sentire Milan, Roma e Napoli vicini ha acceso qualcosa nell’animo della Juve

Tuttosport scrive: “Sentire il Milan e la Roma così vicini e il Napoli appena dietro, ha sicuramente accesso qualcosa nell’animo della squadra di Allegri e potrebbe farne le spese la Sampdoria domani sera allo Stadium. Se poi questa sera il Milan dovesse battere il Genoa e operare un virtuale sorpasso in testa alla classifica, renderebbe ancora più piccante il prepartita bianconero, che vivrà non solo della consueta conferenza stampa di Massimiliano Allegri, ma anche dell’assemblea degli azionisti, convocata allo Stadium e presieduta dal presidente Andrea Agnelli con i due amministratori delegati Beppe Marotta e Aldo Mazzia”

Il Napoli e la solidarietà: una decina di bambini a Castel Volturno

Il Napoli e la solidarietà: una decina di bambini a Castel Volturno

Giovedì pomeriggio, per dare la carica in vista del match da giocare sabato sera contro la Juve a Torino, una decina di piccoli pazienti del reparto di oncologia del Primo Policlinico andrà in visita a Castel Volturno per conoscere i giocatori, lo riporta Il Mattino. Uno di questi bambini sarà allo stadio domani sera per assistere al turno infrasettimanale di campionato cotnro l’Empoli.

Nuove Terme Stabiae: pulizia allo stabilimento del Solaro

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Iniziati i lavori di pulizia delle Nuove Terme di Stabia: questa mattina al lavoro nel parco per cominciare la pulizia sono gli operai della Sma, la società della regione che si occupa di lavori di manutenzione in Campania.

CASTELLAMMARE DI STABIA  – Lo stabilimento attualmente è ancora chiuso ed è stato ripetutamente vandalizzato.  A differenza del complesso del Solaro, lo stabilimento di piazza Amendola (Antiche Terme)  è stato interessato da lavori di ristrutturazione costati 12 milioni di euro, ad un passo dalla riapertura definitiva lo scorso anno ma travolto anch’esso dal fallimento della municipalizzata Terme di Stabia spa avvenuto nel marzo del 2015, ora è stato riaperto in attesa di una gestione definitiva da parte di privati.

Gli ex lavoratori della partecipata lo scorso anno hanno occupato per un periodo il complesso (Antiche Terme) effettuando anche diversi lavori di manutenzione e ne hanno chiesto ripetutamente la gestione per cominciare il processo di rilancio del termalismo a Castellammare.

Intanto però oggi sono stati gli operai della Sma, la società della regione che si occupa di lavori di manutenzione in Campania che, dopo avere dato una mano nel cimitero nei mesi scorsi, hanno dato inizio ai lavori di ripulitura allo stabilimento del Solaro (Nuove terme), sotto la regia del sindaco Antonio Pannullo e dell’assessore Francesco Balestrieri

Il crono-programma e lo scopo dei lavori prevedono la riapertura del parco alla città per la prossima primavera, nel mentre si discute della privatizzazione e si tenta di trovare il bandolo della matassa approntando un nuovo bando per i privati che vorranno intervenire nella gestione delle Antiche e Nuove Terme. Il bando sarà pronto a giorni. Nel frattempo, si è iniziato a far pulizia. Un buon segno, almeno di buon intento e determinazione.

Forse! Si spera! La risposta la darà il tempo, e speriamo che questa volta sia galantuomo.

In viaggio con Hillary dal Westchester al New Hampshire: ”A Trump non rispondo più”

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Siamo andati in viaggio con Hillary Clinton, a bordo dell’aereo che l’ha portata dalla contea di Westchester al New Hampshire, a due settimane dal voto che le può aprire le porte della Casa Bianca. Tra gli inviati che salgono sul suo aereo c’è Paolo Mastrolilli, de La Stampa, e quando la domanda si sposta sul suo avversario, la democratica risponde: “Guardate, ormai a Donald Trump non rispondo neanche più. L’ho fatto durante i tre dibattiti e può bastare”. Hillary si dice sicura di vincere “a valanga” ma svela di essere superstiziosa: “Dirò i nomi della squadra solo dopo l’esito del voto” dell’8 novembre.

In viaggio con Hillary : “A Trump non rispondo più”

“Sono superstiziosa, non penso al team di governo ma a vincere”

ST. ANSELM (NEW HAMPSHIRE) – «Guardate, ormai a Donald Trump non rispondo neanche più. L’ho fatto durante i tre dibattiti e può bastare». Quando parla così ai giornalisti al seguito, Hillary Clinton non vuole solo liquidare il suo avversario. La candidata democratica intende lanciare un messaggio politico. Ormai non punta soltanto a conquistare la Casa Bianca, ma vuole vincere a valanga, per aiutare i democratici a riconquistare almeno la maggioranza al Senato, e ottenere un mandato forte per la sua presidenza.

Per questo ha deciso di venire nel New Hampshire a tenere un comizio con la senatrice Elizabeth Warren: da una parte, vuole inseguire l’elettorato giovane e liberal che durante le primarie aveva preferito Bernie Sanders; dall’altra, vuole dare una mano alla candidata democratica locale alla Camera alta, Maggie Hassan, per sconfiggere la repubblicana Kelly Ayotte e sottrarre un seggio al Gop. In altre parole, nonostante l’ultimo sondaggio nazionale della Rasmussen la dia due punti indietro a Trump, lei si sente così sicura della vittoria l’8 novembre, che ormai può dedicare tempo e risorse a spingere i compagni di partito per demolire i repubblicani.

Il viaggio con Hillary, il primo in cui un media italiano viene accettato sul suo aereo, comincia alle 9 di mattina in un terminal privato dell’aeroporto della Westchester County. Il Boeing 737 aspetta sulla pista, con lo slogan «Stronger Together» dipinto ovunque. Anche i tovagliolini della colazione, a base di burritos vegetariani, hanno stampata sopra la H maiuscola con la freccia.

Prima di decollare, Clinton dà il senso di dove sta andando la campagna: «Non serve più nemmeno che risponda a Trump. Ieri sera ha scritto un tweet in cui diceva che l’offensiva per riconquistare Mosul è un complotto organizzato per aiutarmi a vincere, e sta già andando malissimo. Un candidato presidenziale può parlare così dei nostri militari impegnati in combattimento? Certo, lui conosce l’Isis meglio dei generali…». Parlando con una radio locale, Hillary riprende anche la polemica scatenata da Donald quando ha minacciato di non riconoscere il risultato delle elezioni: «È una roba terrificante, che nessuno prima di lui si era permesso di fare. Così mina le basi della nostra democrazia». Quando però i giornalisti le chiedono se sta già preparando la sua squadra di governo, Clinton fa un passo indietro. Per un motivo che nessuno si aspetterebbe: «Sono superstiziosa. Questo non è il momento di pensare ad altro, se non a vincere le elezioni».

Dietro le quinte, però, i suoi collaboratori non controllano l’ottimismo: «I dati dei voti già espressi prima dell’apertura dei seggi – dice una fonte autorevole della campagna – sono molto incoraggianti, soprattutto in Stati contesi come il Nevada e la North Carolina. A questo punto pensiamo che regioni come la Pennsylvania e il New Hampshire, su cui Trump aveva puntato per conquistare aree democratiche, siano al sicuro. Quindi possiamo permetterci di investire tempo e risorse su obiettivi come l’Arizona o la Georgia, che in teoria dovevano votare senza discussioni per i repubblicani».

La senatrice Warren è stata chiamata a introdurre Clinton sul palco, anche perché «è la persona che irrita Trump più di tutte al mondo». Infatti Elizabeth non si contiene: «Donald ha detto che noi donne siamo cattive e maligne. Giusto, e l’8 novembre noi donne cattive e maligne andremo alle urne con le nostre facce cattive e maligne, per liberarci di lui una volta per sempre». Quindi aggiunge: «Donald dice che il sistema è truccato. Ha ragione. È truccato in favore dei ricchi come lui, perciò abbiamo bisogno di eleggere Hillary per riequilibrarlo in favore della classe media e delle persone più disagiate». Va anche oltre il mandato, quando minaccia i capi delle grandi aziende: «Se un amministratore delegato viola la legge, deve andare in prigione come chiunque altro». Questa è una concessione ai giovani e all’elettorato liberal, che ha il compito di riportare a casa.

Hillary sale sul palco con un tailleur azzurro che riprende il colore dei cartelloni della sua campagna, e attacca sui temi che aveva accennato prima: «Se volete un’economia equa, che funzioni per tutti, non potete permettere che Trump vinca». Quindi, dopo quello delle donne, apre anche il fronte degli omosessuali: «Se ciò che abbiamo già visto non bastava, ora c’è un dipendente gay dei campi da golf di Donald che gli ha fatto causa per discriminazione estrema, basata sulle tendenze sessuali. Quando toccheremo finalmente il fondo?».

I consiglieri di Hillary pensano che Donald lo abbia già raggiunto, anche perché ha esaurito pure le munizione degli «attacchi lanciati dalla Russia usando Wikileaks». Ora si tratta solo di affondare il colpo finale. Per Trump, e per il partito che non ha avuto il coraggio o la forza di fermarlo.

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lastampa/In viaggio con Hillary : “A Trump non rispondo più” PAOLO MASTROLILLI – INVIATO A ST. ANSELM (NEW HAMPSHIRE)

Brescia, teatro: RAPITI DALL’EDEN – I sabato pomeriggio tra cinema e teatro (VIDEO)

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NUOVO EDEN

Via Nino Bixio, 9 – Brescia

SABATO 22 OTTOBRE 2016 ore 17.30

RAPITI DALL’EDEN

I sabato pomeriggio tra cinema e teatro

a cura di Daniele Pelizzari

Per il ciclo “ RAPITI DALL’EDEN ” – i sabato pomeriggio tra cinema a teatro, realizzati dal CTB Centro Teatrale Bresciano in collaborazione con il NUOVO EDEN, sabato 22 ottobre 2016 alle ore 17.30, Daniele Pelizzari, curatore degli incontri, intervisterà Simone Cristicchi, interprete de “IL SECONDO FIGLIO DI DIO” spettacolo in scena al Teatro Sociale fino al 30 ottobre 2016, prodotto dal CTB Centro Teatrale Bresciano e Promo Music.

A seguire la proiezione del film: Dall’altra parte del cancello

Durata: 73’

Cristicchi e Alda MeriniUn vero e proprio diario di viaggio del quale Simone Cristicchi è narratore ed attore, viaggio che lo porta a visitare in prima persona diverse ex strutture manicomiali del nostro Paese, da Roma a Genova.

Per la prima volta, a raccontare la sconosciuta tragedia di queste istituzioni dimenticate, sono coloro che dell’istituzione sono stati vittime incolpevoli: i malati di mente. Attraverso i loro sguardi, le parole biascicate, i loro lucidissimi ricordi di dolore, emerge un ritratto terribile di vite dimenticate e di torture legalizzate, le une e le altre troppo spesso ignorate.

INGRESSO LIBERO FINO AD ESAURIMENTO DEI POSTI

Sarri segue la linea soft: niente ritiro, ma al San Paolo…

Sarri segue la linea soft: niente ritiro, ma al San Paolo…

Dopo l’allenamento di questo pomeriggio e la seduta video, Il Mattino riferisce che Sarri manderà tutta la squadra a casa. Niente ritiro e linea soft, con l’appuntamento che ci sarà€ domani mattina a Castel Volturno, per la seduta in campo che è€ una delle cose a cui Sarri bada di più€ per fare le scelte di formazione. Al San Paolo, contro l’Empoli, non ci sarà il pienone visto che la prevendita, fino a ieri pomeriggio, ha portato all’acquisto di soli duemila biglietti, un vero e proprio record negativo stagionale. Allo stadio, ci sarà De Laurentiis.

ESCLUSIVA- Manniello: “Fontana è il miglior acquisto della Juve Stabia, con lui si rivede lo spirito di gruppo”

L’intervento di Franco Manniello in diretta e in esclusiva al Pungiglione Stabiese

Durante la puntata de “Il Pungiglione Stabiese” programma radiofonico a cura della nostra redazione, in onda ogni lunedì a partire dalle 19.30 su ViviRadioWeb, è intervenuto in esclusiva il patron della Juve Stabia Franco Manniello.

E’ stata una vittoria importante quella ottenuta contro la Paganese. La Juve Stabia adesso è distante un solo punto dal primato. Le sue parole nel dopo Catania continuano ad essere confermate dalle prestazioni di questa Juve Stabia che davvero sta andando alla grande: Esattamente, dopo la prima partita persa a Catania non ero affatto abbattuto. Sono convinto che abbiamo un buon organico, nonchè un ottimo allenatore. Non siamo favoriti rispetto a Lecce, Foggia e Matera, ma sicuramente ci inseriamo con convinzione e determinazione anche noi, ce la giocheremo fino in fondo consapevoli del nostro potenziale.

Contro la Paganese l’ex Dicuonzo ha provocato i calciatori gialloblè per tutta la gara, cosa ha da dirci in merito al suo comportamento poco professionale: Solo a fine gara ne sono venuto a conoscenza di quanto fosse successo, non lo sapevo nè io e nè tantomeno il presidente Trapani, il quale poi mi ha promesso che lo avrebbe multato. Un comportamento inspiegabile visto che ha agito senza alcun motivo, anche perché stava in panchina, e a fine primo tempo ha raggiunto Izzillo alle spalle, dandogli uno schiaffo. Da li poi è nato un parapiglia. Preferisco non commentare anche perché con questo suo comportamento ha deluso un po’ tutti, noi della Juve Stabia lo conosciamo.

Quest’anno si rivede un bel gruppo affiatato; ne dà conferma Lisi che si è sacrificato nel giocare da terzino destro per sostituire Cancellotti, in permesso speciale, e quindi per il bene della Juve Stabia ha giocato in un ruolo non suo: Certo, si è formato un ottimo gruppo, ben gestito da Fontana, ed infatti tutti sono consapevoli che stanno disputando un buon campionato che, pian piano, sta riportando un pò di entusiasmo tra i tifosi. Sarò anche di parte, ma a Pagani credo di aver visto un’altra partita rispetto a tante persone di fede paganese. Tra le tante lamentele, francamente non ho visto un tiro in porta da parte della Paganese e neanche una parata da parte di Russo, a differenza del loro portiere che ha dovuto compiere un intervento prodigioso su Kanoutè. Con questo non voglio far polemica, anzi, c’era un clima bellissimo, ho ricevuto una buona accoglienza e ho assistito tranquillamente alla partita in compagnia del presidente Trapani. Potrebbero tranquillamente far venire i tifosi allo stadio, ognuno dovrebbe capire che il calcio è un divertimento e non una guerra. Sono contento della partita di ieri, un buon risultato e adesso sotto con il Cosenza. Prepareremo al meglio il prossimo match, consapevoli di andar ad affrontare una squadra temibile che si chiude in difesa per poi ripartire.

In campo una sola squadra che ha meritato ampiamente la vittoria. Rispolverare un vecchio motto, cosa le ha rigenerato come sentimento: Ripeto ho massima fiducia in questa squadra, e non lo dico adesso che stiamo ad un punto dal primato, ma l’ho già detto dalla sconfitta di Catania quando vidi la rabbia agonistica che avevano profuso in campo i ragazzi. Penso che la Juve Stabia abbia sbagliato solo il secondo tempo di Reggio Calabria, poi onestamente noi dobbiamo continuare a giocare come stiamo facendo, cercando di divertirci senza pressioni, avendo la consapevolezza di poter lottare alla pari contro le corazzate Lecce, Foggia e Matera. Qui si vede la bravura del nostro allenatore, è dall’inizio dell’anno che per tante defezioni ha dovuto ridisegnare la squadra per sopperire alle mancanze dei vari Zibert, Capodaglio, Montalto. Adesso speriamo di non avere ulteriori problemi e di poter contare sull’intero organico a disposizione. Domenica mancherà Morero, ci auguriamo che almeno Cancellotti possa recuperare.

Ad inizio anno non tutti vedevano di buon occhio la scelta di mister Fontana. Lei ha sempre creduto nel tecnico per la sua voglia di rivalsa pur non avendo un curriculum importante. Si può ritenere una scommessa vinta?: Lo dirò a fine campionato se è stata una scommessa vinta o persa, anche se una scommessa del genere l’ho già vinta con Rastelli e in parte anche con Pancaro, un grande allenatore che però come gli ho già detto in privato deve solo un po’ limare il suo carattere calabrese.

Presidente una doppia domanda. Chi le fa più paura tra Lecce, Foggia, Matera e Cosenza? Siccome Lecce e Foggia giocheranno lunedì, si è reso conto che in caso di vittoria, per una notte si potrebbe respirare aria da capolista?: Non ho difficoltà nel dire che temo il Matera per un motivo semplice. Ha un allenatore navigato e calciatori di categoria. Per quanto riguarda la seconda domanda, beh, più che per una notte, mi auguro un bel pareggio tra Lecce e Foggia, così per una settimana saremo noi a condurre il primato.

In chiusura presidente, parlando di remake, è stato bello rivedere quell’entusiasmo a Castellammare, che richiamava un pò uno storico post derby contro la Nocerina: Sono scaramantico, è presto parlarne, seppur mi sembra che si stiano ripetendo determinate cose. Il problema è un altro, sta che noi dobbiamo combattere contro piazze che hanno una media di 15000 spettatori a partita. Per poter competere dobbiamo essere non bravi, ma molto di più di loro perché purtroppo la matematica non è un’opinione, più incassi e più puoi spendere prendendo più calciatori di un certo calibro. Ma nonostante tutto resto fiducioso, e la storia insegna che spesso può vincere anche Davide contro Golia. Piange il cuore costatare che in una città come Castellammare che annovera 65’000 abitanti allo stadio vengono soltanto il 3% della popolazione, una percentuale troppo misera in rapporto agli abitanti. Se questa città non ci diamo una mano tutti insieme per rialzarla, non è che si può aspettare sempre il Franco Manniello di turno che si accolli l’intera gestione e i costi di un club che milita in Lega Pro. In passato ricordo un Menti che contava 10’000 spettatori, l’ho vissuto quei tempi, adesso non voglio pensare che tutti seguono Sportube. Un vero peccato visto che la squadra gioca un bel calcio, che in cinque partite casalinghe ha segnato ben 15 gol e solo due subiti, di cui uno su rigore, si può dire una media di tre gol a partita. Senza ombra di dubbio dico che il miglior acquisto della Juve Stabia di quest’anno è sicuramente Gaetano Fontana, specialmente a livello psicologico nella gestione del gruppo. E con quest’esempio chiudo con un episodio che mi ha colpito: contro la Vibonese Fontana fece tirare il rigore a Ripa essendo lui il rigorista e non Kanoute il quale ci teneva ad andare alla battuta del penalty, poi dopo il gol abbracciò Kanoutè più di un minuto. Non avevo mai visto una scena del genere, da libro cuore si può dire. Questo sta a significare che alla base vi è un’ottima gestione del gruppo e io in qualità di Presidente posso affermare con certezza di aver ottenuto una promozione in serie B proprio grazie alla forza di un gruppo coeso e sono retrocesso a causa della mancanza del gruppo spogliatoio.

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Besiktas-Napoli: cambia l’orario della gara

Ecco quando si giocherà

E’ ufficiale, la gara tra Besiktas e Napoli in programma il primo novembre si giocherà alle 18.45 (20.45 locali) invece che alle consuete 20.45. La decisione è scaturita dal fatto che il governo turco ha deciso di non adottare più l’ora legale e quindi dal 30 ottobre il fuso orario della Turchia sarà due ore avanti rispetto a quello dell’Europa centrale.

Il Napoli prenderà un attaccante: Pavoletti in pole!

Il Napoli prenderà un attaccante a gennaio

La Gazzetta dello Sport è certa che il Napoli alla fine a gennaio prenderà un attaccante: “Il Napoli, tuttavia, un centravanti vero a gennaio lo prenderà. Si andrà sull’usato sicuro, cioè si punterà su un calciatore che gioca nel campionato italiano (o che già lo conosce) per evitare di correre rischi. Nonostante Preziosi non intenda cederlo, il nome che intriga di più i dirigenti azzurri è, anzi resta, quello di Pavoletti che già in estate era tenuto in grande considerazione. Adesso arriverebbe a Napoli per giocare titolare, visto che a Milik servirà comunque del tempo per tornare al top della condizione fisica. Anzi, proprio in base allo stato di salute del polacco si deciderà se fare addirittura il bis di attaccanti sul mercato. Kalinic piace ma è difficile da strappare alla Fiorentina, un po’ come Zaza che è partito male ma sul quale il West Ham ha puntato forte. A proposito di Premier”.

Nessuno sconto, Gabbiadini sarà multato per le due giornate di squalifica

Nessuno sconto, Gabbiadini sarà multato

Salvo colpi di scena Manolo Gabbiadini salterà le prossime sfide contro Empoli e Juventus. Sarri lo riavrà a disposizione solamente per la trasferta in Turchia sul campo del Besiktas. La Repubblica riferisce che la società sta riflettendo sull’entità della multa da infliggere al giocatore: colpevole di aver violato a Crotone pure il codice di disciplina interno. Solo De Laurentiis potrebbe ritirare il provvedimento, nei prossimi giorni, tenendo conto del sincero pentimento del giocatore bergamasco.

Colloquio Giuntoli-Gabbiadini: nessun rimprovero o richiamo

Colloquio Giuntoli-Gabbiadini: nessun rimprovero o richiamo

Sono due le giornate di squalifica inflitte dal giudice sportivo a Manolo Gabbiadini. Il Mattino scrive del colloquio che ieri c’è stato a Castel Volturno tra Vristiano Giuntoli e Manolo Gabbiadini dopo le due giornate di squalifica inflitte all’attaccante per il rosso diretto di Crotone: “Cristiano Giuntoli si è appartato per alcuni minuti con lui (Gabbiadini ndr) ma non c’è stato nessun altro rimprovero o richiamo, diversamente da quanto auspicato da Sarri nel dopo gara di Crotone. Il ragazzo è un esempio di serietà e di professionalità”.

Fiera Auto e Moto d’Epoca Padova 2016, Il SALONE DELLA PASSIONE! #AMDE16

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L’edizione 2016 della fiera dei motori padovana #AMDE16, giunta quest’anno alla 33a edizione, ha confermato quello che avviene da anni. Conquistare il record di visitatori provenienti da tutta Europa e dal resto del mondo. Un evento irrinunciabile per tutti gli appassionati di auto e moto, un salone della passione dove i modelli che hanno fatto la storia incontrano quelli che la faranno e dove chi ama il mondo dell’auto può abbracciare la sua evoluzione in un unico sguardo. Queste le parole del patron della manifestazione, Mario Carlo Baccaglini.

L’importante evento padovano svoltosi dal 20 al 23 Ottobre ha accolto 16 marchi internazionali e i loro ultimi modelli in anteprima, 4500 auto d’epoca in vendita, oltre 400 commercianti da tutt’Europa e altrettanti ricambisti specializzati.

L’edizione 2016 ha voluto fortemente promuovere il ritorno del settore delle moto d’epoca con una mostra di oltre 500 modelli, dagli esemplari d’anteguerra ai miti degli anni ’70.

Visitare i padiglioni significa percorrere e rivivere la storia dei motori, non solo del nostro paese ma su un piano internazionale. Ci sono vetture che rappresentano il nostro costume, le nostre tradizioni, i momenti ed i ricordi della nostra infanzia. Non importa di quale auto sia, si tratti di una Ferrari o di una Fiat 500, l’importante è vivere l’emozione che il salone trasmette.

“La crescente importanza dell’Heritage non è una moda retrò – ha spiegato Baccaglini -. È la chiave del futuro, perché permette di trasferire nel presente, reinterpretandoli, i valori e le caratteristiche che hanno plasmato ogni singolo marchio, rendendolo unico e immediatamente riconoscibile”.

Hanno partecipato tantissimi Club, ognuno con una storia da raccontare e un mito da condividere. Tra le vetture che hanno fatto la storia non potevano mancare Lancia, rappresentata da ben 5 club per i 110 anni di storia – e la mitica 500 con il Fiat 500 Club Italia, un orgoglio tutto italiano. Poi padiglioni ricambi auto e moto, modellismo, vetture in vendita e case d’asta internazionali.

Si tratta di un viaggio nel mondo dei motori che ogni volta entusiasma e regala al pubblico emozioni e ricordi indimenticabili…

Appuntamento quindi alla prossima edizione del 2017!

GUARDA LA FOTOGALLERY a cura di Antonio Toscano e Carmine Matrone:

 

 

Il naufragio di Agrippina. A scuola di Storia da Giovanni Maltese.

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Il gruppo in gesso dello scultore  verista al Torrione di Forio d’ Ischia

Il fascino della storia travolge da sempre gli artisti. Giovanni Maltese, Verista Impenitente, come amava definirsi, raccolse l’entusiasmo e le linee plastiche del grande scultore Antonio Canova ricavandone un armonico gruppo scultoreo in gesso. Giovanni Maltese, artista che aveva frequentato a Parigi il Café Guerbois durante la Belle Epoque e aveva vissuto i primi anni in contatto con gli impressionisti francesi, rifiutandone però l’accademismo, compose la sua opera più imponente in età matura. Tra i suoi componimenti ricordiamo “ I Pidocchiosi” il cui bronzo fu commissionato dalla signora Ottilia Heyrott,a vedova di un grande banchiere tedesco, il barone Antonio Wargener, e proprietaria della Mezza Torre quest’ultima antica torre anti saracena diventata poi un lussuoso Hotel. Con il supporto della moglie Jane Fanny Fayrer, acquerellista anglosassone, sposata a Napoli nel 1901, Giovanni aveva dismesso gli abiti dell’artista ribelle e con idee più pacate realizzò il suo capolavoro. La scultura ritrae Agrippina e il suo schiavo Miseno sulla barca da pesca, dove la madre di Nerone fu tratta in salvo in seguito al naufragio della sua nave organizzato dal figlio. Solo i remi spezzati e alcune travi di legno lasciano intuire che si tratti di una barca. Il corpo di Agrippina è disteso sul fianco destro secondo una linea inclinata il cui vertice è costituito dai piedi della donna. La posizione è innaturale, ed evidenzia le linee sinuose del corpo femminile, che mostra una sensualità che alleggerisce la drammaticità della scena raffigurata. La donna, con i capelli bagnati e scarmigliati, la stola madida e aderente al corpo che rende l’effetto della trasparenza, si aggrappa con la mano sinistra al collo dello schiavo. Questi, seduto, cerca di far galleggiare il relitto, reggendo con la mano destra una trave della barca, aiutandosi con la possanza della gamba destra. Il piede di leva, il destro, il cui alluce presenta una voluta scheggiatura dell’unghia, mostra i segni dell’immane sforzo. La composizione offre da ogni prospettiva una forte carica emotiva. Osservando i volti dei due personaggi, si nota tutta l’energia che lo scultore trasmette mostrando anche i primi studi accademici sulla natura del corpo umano. La rappresentazione di ogni muscolo teso a evitare l’imminente tragedia è illuminante. Il volto dello schiavo è seminascosto perché piegato in avanti nel tentativo di sorreggere la donna, il viso di Agrippina, con la testa tesa all’indietro nel tentativo di tenersi sulla barca, risalta con evidenza. Ma dal gruppo di gesso nonostante la tragicità del momento traspare la compostezza dell’imperatrice. Solo le sopracciglia aggrottate e la bocca leggermente contratta tradiscono lo sgomento della donna.

Giovanni Maltese da cultore del retaggio che, dagli studi classici dell’Accademia delle belle Arti gli era stato trasmesso, conosceva bene la storia di Giulia Agrippina detta Minore. Lei fu, infatti, tra le donne più espressive e potenti della storia dell’Impero romano. Nata nel 15 d.C. dal grande condottiero Germanico e da Agrippina Maggiore fu ambiziosa e avida di potere. La futura imperatrice fu indiscutibilmente al centro del potere in un intervallo che comprese ben quattro imperatori. Tiberio, adottato da Augusto e zio del padre; Caligola, suo fratello; Claudio, lo zio che sedusse e sposò, e infine Nerone, il figlio che ne ordinò la morte. Agrippina non ebbe una facile adolescenza. Nacque in un accampamento di guerra proprio nel corso di una battaglia. Sempre in tenera età fu costretta a sopportare violenze inaudite, a cominciare dallo sterminio della famiglia ordinato da Tiberio. A quattordici anni il fratello Caligola le impose di sposare un uomo che lei detestava, il ripugnante e vile Enobarbo, da cui ebbe Nerone. Colpevole di aver congiurato contro il fratello, fu esiliata e da quel momento, il suo unico obiettivo fu tornare in patria e acquisire, il prestigio che credeva di meritare, vista la propria discendenza. Quando Caligola fu assassinato e lo zio Claudio acclamato come nuovo imperatore, fu molto facile per lei, bella, sensuale e scaltra, conquistare le voglie dell’uomo anziano e vizioso. Agrippina non si limitò a ciò. Riuscì a denigrare Messalina, moglie legittima ma molto libertina dello zio, ne ottenne la testa e diventò la nuova moglie di Claudio. Agrippina aveva ottenuto ciò che da sempre aveva desiderato: era Imperatrice, la donna più potente e ammirata di Roma, e non aveva esitato a consumare pubblicamente un incesto per ottenere il trono tanto desiderato. Ma la sua sfrenata ambizione proseguì più ferocemente di prima, contro gli ultimi ostacoli rimasti. Chiunque mettesse in pericolo il suo futuro di gloria, doveva essere eliminato. Fece avvelenare Britannico, figlio naturale di Claudio e pertanto suo legittimo erede, e infine, l’Imperatore stesso, fu ucciso da una porzione di funghi, durante un banchetto. Il rapporto che legava Agrippina al figlio Nerone è abbastanza controverso. Erano entrambi avidi di potere e, sembra, siano stati legati persino da un rapporto incestuoso. Nella Jus romana il matricidio era, già all’epoca, un crimine orrendo. Neanche lo scellerato, violento, e crudele Nerone avrebbe mai compiuto una simile azione apertamente, sapendo di suscitare la riprovazione del mondo politico e della plebe. Ma avrebbe potuto incaricare dei sicari al suo posto, e ciò Agrippina lo immaginava. I rapporti con il figlio si erano incrinati, anche a causa della gelosia di Poppea, la nuova moglie dell’Imperatore, con cui aveva un rapporto conflittuale. Probabilmente fu proprio Poppea a indurre il marito all’orrendo delitto, per eliminare la suocera colpevole di voler comandare attraverso il ruolo del figlio. Agrippina, subodorando il misfatto, imparò a nuotare, e riuscì a salvarsi dalla nave che faceva parte della flotta del Tirreno, di stanza a Capo Miseno, naufragata per un diabolico sabotaggio, mentre la fedele, ancella Acerronia, veniva barbaramente massacrata a colpi di remi dai sicari dell’Imperatore. Nerone punì i sicari che avevano fallito e ne mandò un altro. Aniceto, un liberto divenuto prefetto della flotta di Miseno, eseguì l’ordine dell’Imperatore e, nel 62 d.C. uccise Agrippina. Con un manipolo si soldati, di cui faceva parte il trierarca Erculeio, (comandante di una nave minore) e il centurione navale Obarito, circondò la villa di Agrippina e non opponendosi alcuna resistenza entrarono nelle stanze dell’imperatrice. Agrippina riconobbe subito il liberto che era stato presso la corte di Nerone e vistasi perduta, con estrema fierezza esclamò: «Colpisci il ventre che l’ha generato». E fu trafitta. Per ricompensa e per evitare pericoli di ricatto, Nerone fece trasferire in Sardegna Aniceto, dove visse negli agi e soprattutto lontano dalla corte.

Visitando Il Museo Civico Giovanni Maltese , al Torrione di Forio d’Ischia potrete seguire la guida che vi illustrerà le potenzialità del poliedrico Giovanni e vi documenterà su questa ed altre avvincenti storie.

Altre notizie saranno sul sito twww.iltorrioneforio.it

Luigi Castaldi

Mixed Zone, Leandro Paredes: Emozione grande per primo gol (VIDEO)

Leandro Paredes in mixed zone. VIDEO di ViViCentro.it

Intervista del centrocampista argentino, Leandro Paredes, autore di uno dei 4 gol con cui la Roma ha affondato il Palermo all’Olimpico.

Nel post Roma Palermo, nella mixed zone Leandro Paredes esprime la sua soddisfazione per il primo gol realizzato in maglia giallorossa.