Ecco cosa è accaduto al Menti tra Manniello e i tifosi della Juve Stabia
La Juve Stabia è in testa alla classifica visto il pareggio tra Lecce e Foggia di ieri. la squadra di Gaetano Fontana si gode il momento ma lavora sempre con tanta concentrazione. Seduta pomeridiana aperta al pubblico e tifosi giunti al Menti per salutare la capolista in occasione dell’amichevole disputata contro la Berretti. Alcuni tifosi hanno salutato il presidente Franco Manniello con applausi e uno di essi gli si è rivolto esclamando: “Presidente, viviamo questo momento”, pronta la replica del patron: “Voglio vivere il finale”. L’amore per la sua creatura è impareggiabile, il desiderio di coronare il proprio sogno è realtà.
a cura di Ciro Novellino
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Sono state appena diramate le formazioni ufficiali di Besiktas-Napoli, match fondamentale sia per i turchi che per gli azzurri in chiave qualificazione. Ritorna in campo Manolo Gabbiadini. C’è anche Lorenzo Insigne.
L’intervento di Pasquale Logiudice in diretta e in esclusiva al Pungiglione Stabiese.
Nel corso della puntata de “Il Pungiglione Stabiese”, programma radiofonico a cura della nostra redazione in onda su ViviRadioWeb, abbiamo avuto come ospite telefonico il Direttore Sportivo della Juve Stabia Pasquale Logiudice, l’uomo che insieme a Manniello e agli altri consulenti di mercato ha costruito questa Juve Stabia vincente.
Tanti i temi trattati con il dirigente stabiese, dall’analisi della vittoria della Juve Stabia con il Cosenza all’analisi del prossimo impegno in campionato delle Vespe.
Questi sono alcuni passaggi della lunga intervista:
La Juve Stabia è l’attuale capolista del girone meridionale di Lega Pro in virtù del successo interno contro il Cosenza. Primato in classifica prezioso, frutto non di fortuna ma di tanto lavoro profuso in questa estate in fase di costruzione della rosa, con Fontana poi bravo ad assemblare l’attuale rosa, concorda con la nostra analisi?
Sicuramente, quando ti trovi ad ottenere dei risultati così importanti come attualmente li sta ottenendo la Juve Stabia, non possiamo parlare certamente di casualità, alla base vi è tutto un lavoro dietro e in questo momento il lavoro dell’allenatore sta esaltando il tutto.
Lei è consapevole di aver costruito quest’anno un gruppo importante per questa categoria?
No non è questione di gonfiare il petto, dall’inizio ero consapevole che comunque avevamo allestito una squadra competitiva, poi da qui a dire che questa squadra potesse essere forte non era possibile stabilirlo senza il giudizio del campo, ci vuole comunque del lavoro. Abbiamo cambiato diversi calciatori e quindi non hai mai la certezze del potenziale massimo, seppur ripeto abbiamo la consapevolezza di aver allestito quantomeno una squadra sicuramente forte da poter dar fastidio alle altre compagini che sulla carta sono più blasonate rispetto a noi.
Questo primato deve essere inquadrato solo come un fatto momentaneo o questa situazione può essere un segnale che questa Juve Stabia può incutere paura alle così dette grandi? Adesso anche diversi addetti ai lavori considerano la Juve Stabia tra le favorite alla vittoria del campionato e può recitare un ruolo da protagonista.
Sono contento che siamo considerati anche noi tra le compagini accreditate per la volata finale, forse è anche giusto che sia così, anche se noi dobbiamo ancora dimostrare con sacrificio e lavoro di poter meritare questo posto e poi sono sicuro che possiamo migliorare giorno per giorno. Il campionato è ancora lungo per cui è troppo presto parlare di risultato finale visto che sono passati appena 11 gare e ci sono ancora altre 27 gare da affrontare. Noi dobbiamo solo continuare su questa strada cercando di migliorare come ho sempre detto, e continuo a dirlo anche adesso, altri hanno l’obbligo di vincere questo campionato noi no.
La dirigenza ha avuto il merito di aver costruito una rosa importante e competitiva per un campionato difficile. Un aspetto importante di quest’anno sono le alternative sugli esterni, e in particolare si nota una grande crescita di Lisi e soprattutto Sandomenico in queste ultime gare, un valido acquisto proprio per favorire i compagni cercando di chiudere la partita nelle ripartenze. Qual è il suo pensiero?
Il problema di Sandomenico è stato più di condizione fisica, e parlandone anche con lui ieri sera, gli ho detto che da calciatore non riesci a capire il motivo per cui il tuo allenatore ti tiene fuori. L’ho rassicurato visto che d’altronde capitava anche a me da calciatore. Al contrario, il mister che ti vede mentre ti alleni continuamente in settimana non ti mette in discussione da un punto di vista tecnico, ma da un punto di vista atletico può capire se sei in condizioni di scendere in campo. Quello che è accaduto a Sandomenico capita spesso ai che non hanno fatto il ritiro, inserirli in rosa in un secondo momento è sempre difficile. Questa situazione si è verificata anche per altri calciatori della nostra rosa che ancora faticano a trovare la giusta condizione. Pertanto Sandomenico trovando una condizione accettabile, ha poi ritrovato la sua lucidità ed infatti ne sta beneficiando poi tutta la squadra.
Per quanto riguarda Lisi, è stata una grande intuizione dell’ allenatore nell’impiegarlo in quel ruolo (terzino destro n.d.a.) per sopperire alla mancanza di Cancellotti. Sicuramente su di lui c’è da elogiare la sua grande disponibilità ed in questo momento lui è l’immagine positiva di questo gruppo dove un singolo si mette a disposizione del gruppo stesso. Non è semplice trovare calciatori disponibili ad adattarsi per il bene della squadra. Sta giocando in un ruolo non suo, sapendo di andare sicuramente incontro a critiche o cattive figure. Quindi credo che questo sia lo spirito giusto, d’altronde è quello che intendo io, serve un gruppo coeso per affrontare un campionato importante e difficile come quello di Lega Pro.
Direttore andando ad analizzare i vari reparti di questa Juve Stabia, in estate parlavamo un po’ tutti di un folto centrocampo a livello numerico con tanti ricambi, e tra questi Mastalli sta diventando un leader nonostante la sua giovane età. Un suo pensiero sul calciatore, e soprattutto come ha convinto il calciatore ad accettare la Juve Stabia?
In questi casi i matrimoni si fanno in due, Mastalli ha accettato di buon grado Castellammare. Si conoscevano le qualità del ragazzo già dalle giovanili del Milan e poi c’è stata anche un’intuizione mia dall’anno scorso, quando andai a Lugano per trattare Migliorini con il club elvetico; e Mastalli giocava in quel club. Al di là di questi aspetti, voglio dire che è un giocatore importante, serio e veramente professionale, in giro non si trovano calciatori dalle sue attitudini. Chi vive lo spogliatoio sa che stiamo parlando veramente di una persona importante dal punto di vista tecnico, lo stiamo vedendo e apprezzando un po’ tutti. In campo ha quantità e qualità, quindi sta figurando bene con quello che è il progetto dell’allenatore e sicuramente il mister lo sta aiutando molto per la sua crescita da un punto di vista professionale. Credo ci siano ancora margini di miglioramento ed io lo sto spronando in quanto ritengo che possa anche proporsi in fase realizzativa.
Per quanto riguarda l’attacco, in estate la società ha cercato di ingaggiare una punta di spessore, ma con tutte le difficoltà del caso si è deciso di puntare su Montalto in chiusura di calciomercato. Adesso possiamo dire con certezza alla luce delle prestazioni di Ripa, che avevamo l’attaccante in casa e tra l’altro lei lo aveva detto ampiamente ai nostri microfoni?
Francamente l’anno scorso avevo deciso di puntare su Ripa, ed ero fermamente convinto che quell’attacco (insieme a Gomez n.d.a.) poteva fare bene e anche Gomez poteva beneficiarne della sua presenza. Ho la massima stima verso il calciatore visto che due anni fa fu ingaggiato per sostituire Di Carmine, poi ovvio le perplessità erano solo da un punto di vista fisico visto che veniva da un infortunio e ovviamente non sai mai quali sono i tempi di recupero e se casomai davvero potesse recuperare. Infatti basta vedere che anche Marchisio sta recuperando pian piano dopo otto mesi. Considerando che quest’anno stavamo cercando di costruire una squadra competitiva e non potendo rischiare di rimanere solo con Ripa e Del Sante, proprio per l’incognita di ordine fisico di Ripa, abbiamo ingaggiato un altro attaccante.
Passando alle note dolenti, Amenta non riesce ad entrare in gruppo tranne per le piccole apparizioni iniziali, incide anche l’eta?
Amenta sta avendo qualche problemino fisico perché anche lui è uno di quelli che comunque non ha svolto il ritiro e attualmente paga pegno, discorso diverso per Sandomenico che ha un fisico esile e più leggero, per cui non abbiamo avuto problemi per rimetterlo in sesto dopo pochi giorni. Amenta ha giocato da subito la partita di Livorno, poi dopo pochi giorni ha avuto un problema muscolare e successivamente un problema alla caviglia. Voglio ricordare che a Monopoli è stato decisivo salvando il risultato nel finale di gara, poi abbiamo visto tutti che da allora in poi i pugliesi hanno fatto risultato con tutti.
In settimana Amenta ha avuto un problema alla caviglia e appena l’altro ieri si è bloccato con la schiena, purtroppo non riesce a trovare continuità da un punto di vista fisico. Spero in una sua ripresa, certamente non si può mettere in discussione un calciatore esperto da un punto di vista tecnico, ha un curriculum di tutto rispetto; purtroppo sta attraversando un brutto momento, ci sono sempre imprevisti, fa parte del gioco, ci sono tante variante e tra le tante varianti incide anche la condizione fisica.
Direttore, cosa possiamo dire in merito di Zibert, è out per un problema fisico o ci sono altri problemi? Zibert idem, pure lui ha avuto sia un problema alla caviglia è sia un problema al ginocchio. È normale che la squadra sta cercando di sacrificarsi, chi ha giocato al posto suo ben si è comportato e come ci siamo detti tutti, Izzillo in mezzo al campo sta facendo benissimo, idem Mastalli. Adesso è normale che mentre prima i titolari ipoteticamente partivano un gradino sopra, ora ci sarà da battagliare per andarli a sostituire, per fortuna direi.
Intanto direttore, vogliamo tranquillizzare i tifosi circa le condizioni di Izzillo, uscito domenica anzitempo per un problema alla spalla? Izzillo ha subito un fastidio alla spalla, nei prossimi giorni ne sapremo di più, almeno per questa settimana ritengo che debba stare fermo, poi non so, sarà lo staff medico che deciderà i tempi. Dispiace perché Izzillo stava giocando veramente bene. Ora abbiamo un Salvi ritrovato, confidiamo nella voglia di Zibert; e come avete detto voi ci sono diverse soluzioni e l’allenatore farà delle scelte in base a ciò che vedrà durante gli allenamenti. Credo che in questo momento le soluzioni non manchino.
Ecco direttore, è iniziata la settimana di preparazione che porterà alla sfida contro il Catanzaro. Sarà un altro banco di prova, di fronte l’ex Zavettieri che ha ottenuto due pareggi da quando siede sulla panchina calabrese e tra l’altro lei ben conosce l’ambiente catanzarese. Cosa si aspetta da questa gara?
Il Catanzaro è in crescita da come mi dicono fonti calabresi. L’ambiente ha ritrovato la serenità perché vedono un Catanzaro diverso, più propositivo, reduce da un ottimo pareggio in quel di Monopoli, un risultato seppur bugiardo in quanto la squadra poteva tranquillamente vincere. Quindi sarà una partita ostica perché comunque Zavettieri lo conosciamo bene anche noi, un tecnico bravo a guidare squadre a campionato in corsa e non a caso l’anno scorso con noi nel momento di sfascio arrivò e ottenne subito dei risultati. Quindi sicuramente per lui è una gara dove ci terrà in modo particolare, però tutte le partite sono difficili, non dimentichiamoci che abbiamo perso a Reggio Calabria, una partita strana, quindi in questo campionato e soprattutto in questo girone partite facili non ce ne sono. Ogni partita nasconde un’insidia e quella di Catanzaro sarà una partita molto insidiosa. Non vincono da un bel po’, navigano in acque agitate di classifica, ma è una squadra in crescita e di categoria. Noi siamo consapevoli che fortunatamente questa Juve Stabia è nelle condizioni di poter fare qualsiasi risultato contro qualsiasi squadra, abbiamo rifilato quattro reti al Foggia. Noi in questo momento abbiamo una certezza, mi riferisco al grande merito che ha avuto l’allenatore nell’assemblare in due mesi venti calciatori nuovi dando una fisionomia e un’idea di gioco ben delineata e specifica. Ormai avete capito un po’ tutti che la Juve Stabia cerca di impostare la partita sia in casa che fuori e difficilmente subiamo il gioco dei nostri avversari. In queste undici partite siamo riusciti ad imporre il nostro gioco anche quando abbiamo perso come in quel di Catania o Reggio Calabria, ricevendo in particolare i complimenti a fine gara dal tecnico Zeman. Anche a Catanzaro metteremo in atto la nostra mentalità di gioco sperando di ottenere punti preziosi per la nostra classifica.
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Amichevole in famiglia allo stadio Romeo Menti di Castellammare di Stabia tra la prima squadra allenata da Gaetano Fontana, in testa alla classifica e la Berretti di mister Domenico Panico, anche lei in testa al proprio girone. Buona sgambata per le due compagini e risultato finale di 6-0 grazie ai gol di Zibert, Del Sante (2), Kanoute, Montalto e autogol di Naso. In campo anche Dan Berci nelle fila della Berretti, entrato nella ripresa ha cominciato a saggiare il calcio italiano con maggiore continuità. Buona prova, al di là del risultato, di alcune Vespette che si sono rese pericolose anche con un palo colpito da Matassa nella ripresa.
Ad Amatrice la grande paura del ”Big One” spinge la gente a fuggire. A Civitanova sono già 5 mila le persone giunte sulla costa. E c’è chi, come Gabriela, nella tragedia per la prima volta vede il mare. A Norcia, invece, gli sfollati sono in rivolta: non vogliono abbandonare le loro zone e vengono montate le prime tende collettive. Passeranno l’inverno nei container.
La grande paura del Big One: “Nessuno vuole tornare a casa”
Da Leonessa fino alle zone marchigiane, 50 chilometri senza più speranza. “Temiamo il botto, meglio fuggire”. “Prendiamo quattro cose, e via a Roma”
AMATRICE – Dal corso di Leonessa, Cascia e Norcia sono dietro l’angolo. «Al di là del monte Tolentino», indica il vigile urbano che sbarra l’ingresso per tutto il corso della cittadina dell’alto Lazio. Dopo il monte di mille metri, insomma, c’è il cratere scavato dal sisma. Lungo la strada viene prima la città di Rita, poi quella di Benedetto. Devozione vuole che anche Leonessa abbia il suo San Giuseppe. «Che ci protegge», assicura Irene, «non foss’altro perché dal ’79 il terremoto non fa più morti».
Dì là dal Tolentino la tragedia, al di qua la paura. «Ma paura e tragedia sono il rovescio della stessa medaglia», dice Serenella del Leon D’oro che preferisce «dormire per terra piuttosto che in una camera al terzo piano del Leo Hotel…». «Tutti si attendono il botto». «Per questo – riprende Serenella – nessuno vuol tornare nelle case». Una situazione che accomuna zone e cittadini per un raggio di almeno cinquanta chilometri dall’epicentro del terremoto di domenica scorsa. Da Vallumpuni a Vieci passando per Sala e Sant’Angelo fino a Terzone, «Dove abbiamo avuto numerosi crolli – spiega il sindaco di Leonessa Paolo Trancassini – tant’è che nessuno vuole ritornare nelle case». A prescindere «se siano lesionate o fortemente danneggiate…».
In tutto il montepiano dell’alto Lazio fino alle zone marchigiane nessuno ha più voglia «di stare in casa – commenta un operaio della pasticceria Battilocchi – si dorme in macchina, non sappiamo come finirà questa storia…speriamo solo che quest’anno bisestile si concluda in festa e non in tragedia». Già, la tragedia: la parola risuona da Albaneto a Favischio fino a Monteleone di Spoleto e Posta. «E’ come se fossimo tutti sospesi, ma cosa possiamo fare: lasciare tutto? – dice Paolo titolare dell’agriturismo “Il Poeta” –. Io ho avuti danni a Terzone ma non posso abbandonare…». Ma così non la pensa il cameriere del «Poeta» già «pronto nel prossimo fine settimana a fare le valige». «Che sto a fare qui…Prendo i quattro mobili che c’ho e porto tutto a Roma… Ma qui ogni giorno è sempre peggio, se leggi su Internet pare che arriverà la fine del mondo».
Previsioni, angosce tutti elementi che accrescono le paure e lasciano la gente dormire per strada, nel palazzetto dello sport, nelle tende. Del resto, riprende il vigile sulle porta di Leonessa, «chi ha visto come me domenica mattina il corso della strada quasi sollevarsi e rincorrersi come fosse un lungo serpente, di restare qui non ne vuol proprio sentir parlare…».
Tutti via, dunque, nel silenzio di queste ore dove la gente si raduna e parla quasi sottovoce. Nel luoghi delle scosse parlano ormai tutti sottovoce come a non voler disturbare la «bestia» o forse per ascoltare in lontananza l’arrivo di «un mostro che non ci lascia più in pace…Sono anni che ci insegue…Dal ’79 in poi non ci ha più dato tregua…Ogni tanto rispunta – dice Andreina titolare con Tonino dell’unico hotel di Albaneto – è come se volesse tornare per finire un lavoro che aveva lasciato in sospeso…». Forse allora meglio andare, aggiunge Luigi Bucci del Castagneto, «soprattutto se ti restano solo cumuli di macerie».
Terremoto: nuova scossa di magnitudo 4.7 questa mattina poco prima delle 9, in provincia di Macerata vicino ad Acquacanina, Fiastra, Bolignola e…
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lastampa/La grande paura del Big One: “Nessuno vuole tornare a casa” PAOLO FESTUCCIA – INVIATO AD AMATRICE
A Norcia gli sfollati sono in rivolta: non vogliono abbandonare le loro zone e vengono montate le prime tende collettive. Passeranno l’inverno nei container. Spirito opposto ad Amatrice dove la grande paura del “Big One” spinge la gente a fuggire. A Civitanova sono già 5 mila le persone giunte sulla costa. E c’è chi,come Gabriela, nella tragedia per la prima volta vede il mare.
Terremoto, tra gli sfollati in rivolta: “Non ce ne andiamo”. Ora arrivano i container
La protesta costringe la Protezione civile a cambiare i piani. Già in serata montate le prime tendopoli collettive in paese
NORCIA (PERUGIA) – La rivolta della gente dei Sibillini ha vinto. Avevano detto che non se ne sarebbero andati dalla loro terra e il governo ne ha dovuto prendere atto. «Se non mollano, che altro possiamo fare?», riconosceva al mattino la governatrice dell’Umbria.
Catiuscia Marini ieri era nuovamente tra Preci e Norcia a parlare con sindaci e abitanti, e poi si è precipitata a Roma per partecipare al Consiglio dei ministri assieme ai colleghi delle altre tre regioni terremotate. Annuncia dunque Renzi al termine del Consiglio dei ministri: «Entro Natale, e speriamo anche prima, daremo i container». Renzi ha annusato odore di ribellione e ha reagito di conseguenza. «Nessuno di noi immagina di calare soluzioni dall’alto».
La sorda protesta degli sfollati ha costretto la Protezione civile a cambiare i piani a malincuore, perché Renzi ancora ieri mattina insisteva «Niente tendopoli in montagna». Le prime tensostrutture per trecento posti letto sono state montate a Norcia in serata. Altre ne arriveranno nei prossimi giorni perché ci sono migliaia di persone da ricoverare. E poi sono da aprire uffici pubblici, centri sanitari, farmacie, sportelli postali e di banca, negozi, supermercati. La vita deve ripartire. E poi verranno i container come fu in Irpinia.
Ha ragione chi non vuole lasciare Norcia: rischia di non tornare più
Il piano della Protezione civile, su impulso dei quattro governatori, dunque cambia in corsa. Si profilano tre passaggi prima di arrivare alla ricostruzione vera e propria: il primo è quello più temporaneo e prevede le grandi tende collettive in alternativa alle cuccette dei treni o alla sistemazione in albergo; il secondo step, considerando che la neve è dietro l’angolo, prevede container per tutti quelli che ne faranno richiesta entro Natale; il terzo, a più lunga scadenza, sono i moduli prefabbricati, ovvero le casette antisismiche da 40-60-80 metri quadri a seconda dei nuclei familiari.
Dopo il sisma del 24 agosto, si era detto che le casette sarebbero state pronte entro 7 mesi. Ma all’epoca erano piccoli numeri e le casette le avrebbero avuto perlopiù gli allevatori; tutti gli altri dovevano andare in affitto (con il contributo dello Stato) o in hotel. Nel frattempo sono arrivate due botte micidiali, lo scenario è cambiato, e case a cui appoggiarsi non ce ne sono più. Perciò ora si cambia.
Dopo i container, verranno i moduli abitativi. Ne avranno diritto soltanto i cittadini le cui case sono gravemente lesionate (e quindi, va da sé, prima occorreranno le ispezioni dei tecnici: si consideri che per il 24 agosto erano state presentate 70 mila domande). «Ne hanno diritto perché potranno rientrare in una casa non prima di 5-7 anni», precisa la Governatrice Marini. Chi se la potrà cavare con piccoli interventi, invece, non avrà la casetta. Ma tutti, sia chiaro, lesioni leggere o gravi, avranno un adeguato contributo dello Stato.
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vivicentro/Inverno nei container per i terremotati: a Norcia gli sfollati sono in rivolta
lastampa/Terremoto, tra gli sfollati in rivolta: “Non ce ne andiamo”. Ora arrivano i container FRANCESCO GRIGNETTI INVIATO A NORCIA (PERUGIA)
Abbiamo ascoltato in esclusiva Tomas Danilevicius, ex attaccante della Juve Stabia e della nazionale lituana. Con lui abbiamo ripercorso la sua esperienza in gialloblù.
Tomas innanzitutto cosa stai facendo ora? Ho smesso di giocare. Ho vissuto l’ultima stagione da calciatore ormai due anni e mezzo fa nell’ND Gorica. Avevo ancora un legame contrattuale con il Parma ma conosciamo tutti le scorse vicende della società emiliana quindi ho preferito sciogliere il contratto. Avevo richieste dall’India e dalla Lituania ma ho preferito fermarmi. Attualmente ho una mia attività imprenditoriale in ambito immobiliare che mi porta a vivere e lavorare tra la Svizzera e la Lituania. Sono contento, ho smesso per mia volontà e non per problemi fisici o per mancanza di alternative.
Hai ancora modo di seguire la Juve Stabia? Certo, seguo la Juve Stabia come tutte le squadre in cui ho giocato. Il periodo in gialloblù è stato bellissimo per me e condito da tante soddisfazioni. Non posso che guardare con interesse la Juve Stabia e sperare in risultati positivi per le Vespe.
Tu arrivasti a Castellammare come il calciatore di qualità ed esperienza. Molti ricordano i gol di Sau ma tu, Maury, Mezavilla ecc avevate un ruolo importantissimo: facevate il lavoro sporco in zone diverse del campo ma utilissimo per la squadra. Hai detto bene. Nella prima stagione c’era Marco che andava in rete in continuazione ed i suoi gol facevano bene a tutta la squadra. L’obiettivo era salvarsi ed i gol di Marco erano fondamentali. Io lo aiutavo nei contrasti, nelle sportellate e negli assist, magari segnando di meno. Non a caso nelle ultime giornate, quando non giocai per infortunio, anche Marco segnò molto poco. Ad ogni modo con Marco ci trovavamo molto bene; eravamo una bella coppia d’attacco.
La seconda stagione invece ti ha visto andare in rete con continuità. Esatto; il secondo anno è stato altrettanto bello dal punto di visto personale. Sono andato in rete con continuità e forse questo salta più all’occhio ma sono soddisfatto di entrambe le mie stagioni alla Juve Stabia; sia la prima che la seconda sono state bellissime. Credo di essere stato importante in entrambe le stagioni, prima con i contrasti e poi con i gol.
Poche settimane fa Francesco Ripa ha segnato una tripletta, proprio come facesti tu contro la Pro Vercelli. Che ricordo hai di quella giornata? Fu una partita particolare. La preparazione della gara fu esattamente come quella delle altre partite, solo in campo la giornata divenne speciale. Fu una tripletta importante perché permise alla squadra di vincere una partita tosta ed in trasferta. E’ senza dubbio un bellissimo ricordo.
A proposito di gol, a quali delle tue reti gialloblù sei più legato? Probabilmente alla prima, messa a segno nella gara interna contro il Pescara. Quella rete vale tanto per me, anche perché poche ore prima era scomparso mio nonno. In più era una gara che arrivava nella fase iniziale della stagione, che per noi fu molto difficile. Al Menti arrivava il Pescara di Immobile, Insigne e Zeman. Affrontare una squadra così forte, in un momento difficile per la tua squadra, avendo saputo della scomparsa di una persona cara ed andare in rete, poi vincendo, fu molto importante. Ricordo con emozione anche la rete nel derby contro la Nocerina, molto sentito dai tifosi ed arrivato nella giornata successiva.
A distanza di anni hai ancora modo di sentire Manniello e Braglia? Che rapporto è rimasto con loro? Mi sento spesso con il Presidente, soprattutto via sms. Non ti nascondo che ci siamo lasciati in ottimi rapporti e non mi dispiacerebbe tornare a salutarlo quando gli impegni me lo permetteranno. Con Mister Braglia quando era a Pisa ci sentivamo di più; ora lo tengo d’occhio grazie a Mezavilla che è con lui ad Alessandria (ride n.d.r.).
La forza della tua Juve Stabia era il gruppo; ti senti o vedi ancora con alcuni tuoi ex compagni? Era proprio così, eravamo un gruppo unito ed il campo esaltava il nostro legame. Mi sento e vedo spesso con Mezavilla e Maury; cerchiamo sempre di ritagliarci un po’ di tempo da passare insieme. Ricordo con affetto anche Caserta, Zito, Erpen, Molinari, Sasà Bruno..tutti calciatori importanti dentro e fuori dal campo.
Il tuo ricordo della tifoseria stabiese, adesso diventata famosa anche per il geyser sound di stile islandese. Difficile per un calciatore chiedere di più ad una tifoseria. I tifosi di Castellammare ci hanno sempre fatto sentire il loro affetto, in casa ed in trasferta. Ricordo soprattutto la trasferta di Genova, con il settore ospiti dello stadio Marassi stracolmo e tutto gialloblù. Poche piazze hanno tifosi passionali come quelli della Juve Stabia, vicini alla squadra sia nei momenti belli che brutti.
Allargando lo sguardo, tu hai segnato con la nazionale anche all’Italia a Napoli nel settembre 2006. Come vedi la nuova nazionale azzurra? I campioni del passato non ci sono più.. Sicuramente la nuova generazione ha forse meno talento di quella dei Del Piero, dei Totti e dei Pirlo. Anche i campioni del passato però sono stati giovani ed hanno avuto il tempo di diventare poi fenomeni. Purtroppo viviamo in un periodo in cui il tempo è sempre poco, soprattutto nel mondo del calcio. I giovani italiani hanno qualità ma è essenziale concedergli il tempo di crescere bene e di maturare. Se si farà questo, l’Italia continuerà ad essere forte.
Un saluto ai tifosi che ti stanno leggendo. Saluto con affetto tutti i tifosi della Juve Stabia. Ricordo tutta Castellammare con piacere; spero anzi di passare a salutare tutti allo stadio non appena mi sarà possibile. Forza Vespe!
Raffaele Izzo
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È morta Tina Anselmi Aveva 89 anni, era stata la prima donna a ricoprire la carica di ministro della Repubblica
È morta Tina Anselmi, importante politica italiana della Prima Repubblica, nota soprattutto per essere stata la prima donna a fare la ministra. Nata nel 1927 a Castelfranco Veneto, Anselmi è morta nella sua casa: aveva 89 anni. I funerali saranno celebrati venerdì 4 novembre nel Duomo di Castelfranco Veneto.
Tina Anselmi fece parte della Resistenza: quando aveva 17 anni, con il nome di battaglia “Gabriella”, divenne una staffetta della brigata Cesare Battisti per poi passare al Comando regionale veneto del Corpo volontari della libertà. Dopo la Seconda guerra mondiale aderì alla Democrazia Cristiana, si laureò in Lettere all’Università Cattolica di Milano e divenne insegnante elementare. In quello stesso periodo si impegnò nell’attività sindacale nella CGIL e poi, dalla sua fondazione nel 1950, nella CISL. Nel 1968 fu eletta in Parlamento – ci restò per sei legislature, fino al 1992, eletta sempre nella circoscrizione Venezia-Treviso – e nel 1976 diventò la prima donna ministro, quando fu nominata ministro del Lavoro in uno dei molti governi Andreotti di quegli anni. Anselmi fu molto attiva nelle cosiddette questioni femminili. In un recente documentario di Anna Vinci intitolato “Tina Anselmi, la grazia della normalità” Anselmi dice: «Dico alle mie nipoti: attente, fate la guardia. Perché le conquiste non sono mai definitive».
Nel 1978 Anselmi fu nominata ministra della Sanità e fu fra i principali autori della riforma che introdusse il Servizio Sanitario Nazionale. Successivamente fu presidente della commissione di indagine parlamentare sulla P2, della commissione nazionale per le pari opportunità e della commissione nazionale sulle conseguenze delle leggi razziali per la comunità ebraica italiana che concluse i lavori nel 2001. Anselmi è stata anche presidente onoraria dell’Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia.
Terremoto: nuova scossa di magnitudo 4.7 questa mattina poco prima delle 9, in provincia di Macerata vicino ad Acquacanina, Fiastra, Bolignola e Ussita. Arrivano le tende; container prima di Natale. Renzi: nessun braccio di ferro con la Ue sul terremoto
La forte scossa di terremoto di domenica mattina ha avuto grandi ripercussioni sul livello del suolo che, in alcuni punti vicini all’epicentro, è sceso di 70 centimetri. Lo riferisce all’Agi Antonio Piersanti, sismologo dell’Ingv. In queste ore l’Istituto sta esaminando immagini satellitari delle zone colpite, e la stima è ancora in corso: in un primo momento risultava un abbassamento complessivo del suolo di 25 centimetri, ma analizzando meglio i dati si è giunti alla conclusione che il terreno è collassato da 50 a 70 centimetri. Piersanti spiega che per la prima stima “Abbiamo acquisito le misurazioni satellitari con la tecnica Sar, che copre un’area più vasta rispetto al Gps ma è un po’ meno precisa”.
Era successo anche con il sisma di agosto: “In realtà ogni scossa aggiunge deformazioni al suolo, in alcuni punti si alza, in altri si abbassa. Nei prossimi giorni potremo essere più precisi sul dato complessivo”.
ARRIVANO LE PRIME TENDE A NORCIA
Gli abitanti di Norcia che, nonostante le grandi difficoltà intendono rimanere nella cittadina distrutta dal terremoto, stanno ricevendo le prime tende ed entro Natale – come ha promesso il presidente del Consiglio Matteo Renzi – avranno a disposizione dei container che daranno loro un rifugio in attesa della costruzione delle casette di legno. Il governo è venuto così incontro alle richieste della popolazione che intende, nonostante la disponibilità di alberghi in altre località, rimanere nella cittadina di San Benedetto. La fase intermedia dei containers dovrà partire, ha spiegato Renzi, “nell’arco di qualche settimana”, prima di Natale per poi arrivare alla consegna delle casette di legno nella primaversa estate”.
Già stamani è in arrivo a Norcia una nuova colonna mobile con tende, medicinali, generi alimentari e di conforto per la popolazione che intende rimanere.
Secondo quanto riferisce la Protezione civile, adesso si inizierà a lavorare con Regione e Comune per mettere a punto un piano per l’installazione dei container. In particolare, è necessario quantificare la necessità di alloggi e individuare le opportune aree, anche per evitare che l’installazione dei container possa creare difficoltà alla realizzazione delle casette di legno.
NELLA NOTTE 107 SCOSSE
E proseguono senza sosta le scosse di terremoto tra Marche, Umbria e Lazio. Con l’ultima replica di magnitudo 2.4, rilevata dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia in provincia di Macerata, sono 107 le scosse registrate dalla mezzanotte alle 6,39 nelle aree tra Rieti, Macerata, Perugia e Ascoli Piceno. Una scossa si è registrata anche in mare. La sala sismica dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia ha infatti registato un movimento tellurico, di magnitudo 2.4 nel Mar Ionio settentrionale, alle 5,32, ad una profondità di 36 chilometri.
Renzi: nessun braccio di ferro con la Ue sul terremoto
“Con l’Europa non c’è alcun braccio di ferro, quello che serve in conseguenza del terremoto lo mettiamo”. Lo ha affermato il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, nella conferenza stampa a palazzo Chigi a conclusione del Consiglio dei ministri per i provvedimenti straordinari del dopo terremoto. “Vorrei che questo grande dibattito – ha aggiunto – che sta entusiasmando gli addetti ai lavori fosse riportato nella realtà, stiamo rispettando le regole europee che prevedono clausole eccezionali, legate a eventi eccezionali. La mia opinione è che un terremoto da 6.5 sia un evento eccezionale, ho questa idea che trovo difficile mettere in discussione”. “Prima ancora del fiscal compact, prima di questo drammatico errore che è stato fatto, nel 1997 – ha sottolineato il premier – i trattati europei prevedono clausole eccezionali, noi ne abbiamo individuati due di fatti eccezionali: uno è l’immigrazione e credo che si faccia fatica a dire che l’Italia non stia vivendo un periodo eccezionale. Se qualcuno fa fatica è l’Europa che ha dato regole che nessuno sta rispettando, a parte l’Italia, la Germania e pochi altri”.
Pierpaolo Marino ha parlato ai microfoni di Tuttomercatoweb:“Che c’è un giocatore decisivo di nome Higuain. Ha fatto la differenza in una partita molto equilibrata e che avrebbe potuto vincere anche il Napoli. Poi c’è stato il colpo risolutivo del campione. La dirigenza bianconera ha fatto bene a pagare i 90 milioni di euro della clausola rescissoria”.
C’è il rischio che il Napoli diventi l’eterna seconda? “Se si perdono dei top player come Higuain il rischio può esserci, considerando che la Juventus diventa ogni anno sempre più forte. Penso sia rischioso mettere certe clausole, valide anche per il campionato italiano. Così facendo il Napoli ha commesso un grosso errore. Ora la squadra, al netto del grave infortunio a Milik, non ha un vero e proprio attaccante centrale”.
A livello di singoli, cosa pensa delle difficoltà che sta incontrando Gabbiadini? “Conosco molto bene Manolo, un ragazzo molto sensibile. Sta facendo fatica a trovare la giusta collocazione tattica, e poi non credo che la fiducia di Sarri sia totale. Non si sente al centro delle sue idee, spesso e volentieri è la seconda opzione. Credo che la sua avventura a Napoli sia ormai ai titoli di coda”.
Crede che un cambio-maglia rappresenti la soluzione migliore? “Certo. Per il suo bene dovrebbe andare via. Ha delle qualità straordinarie e ha ancora dei margini di miglioramento importanti. In azzurro c’è troppa pressione e lui ne sta pagando le conseguenze. Gabbiadini è perennemente sotto esame”.
Le situazioni sono differenti, ma anche per Insigne il periodo non sembra affatto semplice. “Il tifoso napoletano si aspetta sempre tantissimo dai calciatori napoletani. Questo è normale. Diciamo che tra le parti c’è sempre stato un rapporto di amore e odio, ma non vedo alcun tipo di problema per il futuro. Ricordo che quando il sottoscritto era in società accadeva lo stesso con Cannavaro. Il pubblico sarà sempre con Lorenzo, nei momenti importanti non è mai mancato il sostegno nei suoi confronti. Anche se, in realtà, qualcosa che non va ci sarebbe. Il discorso riguardante il contratto. Questa situazione è ingarbugliata, Lorenzo vorrebbe essere trattato da grande calciatore. E diciamo che, almeno per il momento, non si sente realizzato”.
De Laurentiis dovrebbe fare affidamento sul prossimo mercato per rinforzare la rosa? “Credo proprio di sì. Serve assolutamente una prima punta di assoluto livello. Molto dipenderà da Milik e dal suo recupero”.
Forse Insigne non aveva fatto così tanto da scusarsi…
La Gazzetta dello Sport ritorna a parlare del caso Insigne allo Juventus Stadium: “E con parecchi temi sul tavolo. Il Gabbiadini che ritorna e che non si decide a sbocciare, l’Insigne che litiga con Sarri, poi si scusa, ma che forse non aveva così tanto da scusarsi e che stasera deve provare a fare la sua parte”.
Il Napoli si gioca tutto contro il Besiktas: è ad un bivio stagionale
La Gazzetta dello Sport scrive su Besiktas-Napoli: “Ci sono momenti che dividono in modo netto il passato dal futuro. Ci sono partite che segnano in maniera forse definitiva il prima e il dopo. Da qualunque angolazione la si voglia guardare, Besiktas-Napoli è una di quelle. Per l’importanza del risultato, in primis. Ma anche per il momento, per le scelte, per parecchi giocatori. Intorno a questa sfida c’è una miscela speriamo non esplosiva di obiettivi, stati d’animo, situazioni delicate, voglie di riscatti, rancori non ancora del tutto sotterrati. Il Besiktas è un rivale pericolosissimo, lo ha dimostrato al San Paolo. E se vince anche stavolta, ecco il sorpasso in vetta al girone. Ma il principale nemico del Napoli è il Napoli stesso. Reduce da una sconfitta con la Juve che forse non meritava, e per questo fa più male al corazon e al morale. E con parecchi temi sul tavolo. Il Gabbiadini che ritorna e che non si decide a sbocciare, l’Insigne che litiga con Sarri, poi si scusa, ma che forse non aveva così tanto da scusarsi e che stasera deve provare a fare la sua parte. Se il Napoli perde sono dolori . E per una serie di motivi. Ma può essere agli ottavi già stasera se vince e se Benfica-Dinamo finisce pari”.
La Repubblica scrive su cosa Sarri sta adottando per migliorare il suo 4-3-3: “Senza un centravanti di ruolo, infatti, il 4-3-3 è diventato per gli azzurri un abito meno su misura: dopo essersi già slabbrato per l’addio di Higuain. Sarri ci ha provato con Gabbiadini e poi con il tridente leggero, ma tutta la squadra è stata condizionata dalle difficoltà per trovare il gol e ha finito per sbilanciarsi: peccando anche di generosità. Gli esterni sono diventati troppo alti, i centrocampisti hanno privilegiato la qualità, perfino il reparto arretrato si è fatto prendere dalla frenesia offensiva. Tre degli ultimi 8 gol li hanno segnati i difensori: Koulibaly, Maksimovic e Chiriches. Avanti tutta, insomma. Un errore pagato pure nell’andata con il Besiktas, persa con un folle 3-2. Sarri non ha rinunciato al 4-3-3, ma lo sta riequilibrando con qualche accorgimento tattico (mediani più bassi, punte esterne meno avanzate) e il turn over: che ha già restituito agli azzurri brillantezza”.
La Repubblica su Manolo Gabbiadini: “Per ritornare al passato, però, diventa indispensabile il recupero di Gabbiadini: il solo che possa fare la controfigura di Milik, se non di Higuain. L’attaccante rientra dopo la squalifica in campionato e in Champions può consolarsi con un record: è lui l’unico italiano ad avere fatto gol nei primi tre turni della fase a gironi, proprio contro il Besiktas (su rigore)”.
Gabbiadini in bilico, non ha risposto alle aspettative di tecnico e società
La Gazzetta dello Sport sul futuro di Manolo Gabbiadini: “La società sta riflettendo sulla posizione di Gabbiadini che, fin qui, non ha risposto alle aspettative del presidente e di Sarri. La gara di stasera e quella di sabato, contro la Lazio, potrebbero determinare il suo futuro. L’ha capito, l’attaccante, che contro il Besiktas ritorna nuovamente titolare dopo aver saltato le ultime due partite di campionato per squalifica. Di certo, il suo morale non è altissimo, come non lo gratifica la considerazione del tecnico che ha impiegato appena 45’, quelli del primo tempo di Pescara, per bocciarlo. Di base, c’è un equivoco tattico che lo sta condizionando. Gabbiadini, infatti, non ha le caratteristiche del centravanti, fa fatica a praticare i movimenti di una punta centrale e, nonostante questo, è considerato tale da Sarri”.
Analizzando l’avversario – Napoli riprenditi ciò che ti appartiene contro il Besiktas
Altra sconfitta da metabolizzare per gli uomini di Maurizio Sarri, la partita con la Juventus però ha dimostrato il valore di questa squadra, punita da errori individuali in fase difensiva. Il Napoli ha espresso il suo gioco a testa alta, anche in questa circostanza è mancata una vera e propria punta.
Il match di domani vedrà in campo alla Vodafone Arena Besiktas e Napoli. I turchi in casa daranno il tutto per tutto, dimostrando di avere una marcia in più grazie al sostanzioso supporto dei supporters turchi. A Napoli il Besiktas ha giocato in modo spavaldo, domani il Napoli non dovrà assolutamente commettere gli errori dell’andata, che potrebbero determinare una disfatta che in questo momento potrebbe ulteriormente rovinare lo stato d’animo del gruppo. I soliti Quaresma, Tosun, Talisca e Aboubakar saranno il problema principale della retroguardia partenopea.
Il Besiktas scenderà in campo con il 4-2-3-1: Fabri; Beck, Marcelo, Tosic, Adriano; Arslan, Hutchinson; Quaresma, Ozyakup, Frei; Aboubakar.
Gli azzurri devono dimostrare di avere carattere anche ad Istanbul, serve vincere per staccare nella classifica del girone e fare morale, soprattutto per superare questo periodo dove tutto sembra andare contro il cammino degli azzurri.
Tanto tuonò che piovve: dopo la meritata vittoria di ieri contro il Cosenza e il “tanto atteso” pareggio di stasera tra Lecce e Foggia che hanno impattato 0-0 al Via Del Mare, la Juve Stabia balza solitaria in vetta alla classifica della Lega Pro Girone C.
Le vespe, a quota 25 punti dopo 8 vittorie, 1 pareggio e 2 sconfitte, hanno un punto di vantaggio sul terzetto formato da Matera, Lecce e Foggia. Ora il destino è tra le mani dei gialloblù, i quali non dovranno sprecare questo primato.
Il campionato è sicuramente ancora lungo e non c’è nulla per festeggiare, non vincere a Catanzaro vanificherebbe quanto di buono fatto finora.
La vetta, conquistata con sudore e con merito dopo undici gare, forse infastidisce parte del tifo, e anche della stampa, di piazze concorrenti alla vittoria finale al punto da stigmatizzare e indicare il rigore “generoso” concesso alle vespe come “aiutino” a raggiungere una vetta che, ripetiamo, al momento è assolutamente meritata.
Don Antonio Polese, meglio conosciuto come il Boss delle cerimonie, ricoverato al San Leonardo. Il conduttore del famoso programma di Real Time è stato ricoverato a causa di uno scompenso cardiaco.
Un sollievo per i fan, che pensavano fosse morto. La notizia falsa, infatti, è circolata sui social ma subito smentita dalla pagina Facebook dell’Hotel La Sonrisa, il regno del Boss.
Hotel La Sonrisa
Apprendiamo con rammarico che sta girando su Facebook una notizia falsa che riguarda don Antonio. Il Boss delle cerimonie si trova in ospedale e la terapia che gli stanno applicando sta dando buoni risultati
Lo staff dell’hotel ha poi voluto ringraziare tutti per l’interessamento e ha riferito che don Polese si trova nell’ospedale di Castellammare di Stabia e «sta rispondendo bene alla terapia intrapresa dal staff medico del reparto di rianimazione. I dottori della sala di rianimazione dell’ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia – aggiungono – hanno dichiarato che al momento le sue condizioni sono stazionarie e che il suo fisico sta rispondendo bene alla terapia prescrittagli». Anche il profilo Facebook di Real Time ha voluto stringersi intorno al Boss: « Real Time è vicina al Boss delle cerimonie e unita nell’augurargli una prontissima guarigione!».
Real Time
Condividiamo il post de Hotel La Sonrisa per informarvi che in seguito al ricovero dovuto a un malore, don Antonio sta rispondendo bene alla terapia prescrittagli. Real Time è vicina al Boss delle cerimonie e unita nell’augurargli una prontissima guarigione!
Apprendiamo con rammarico che sta girando su Facebook una notizia falsa che riguarda don Antonio. Il Boss delle cerimonie si trova in ospedale e la terapia che gli stanno applicando sta dando buoni risultati
Il Boss delle cerimonie è un programma arrivato alla quarta edizione che va in onda ogni venerdì alle 22.40 su Real Time. Insieme al Don, anche la figlia Imma, il genero Matteo e i collaboratori, coordinati da Davide e dal maître Ferdinando rendono «indimenticabili» le cerimonie dei clienti.
Callejon a Premium: “Dobbiamo giocare una grande partita per ripartire”
Ai microfoni di Premium Sport, è intervenuto José Maria Callejon, il quale ha dichiarato: “Stiamo bene, anche se dopo l’infortunio di Milik e la squalifica di Gabbiadini il mister ha avuto meno alternative. Veniamo da un ko immeritato, ma il calcio è così. Domani vogliamo fare una grande partita per ripartire, se giochiamo con la mentalità giusta possiamo vincere. Errori individuali? Tutti dobbiamo stare al 100% concentrati in ogni momento, solo così possiamo ridurre gli errori. Importanza del match? Per noi è come una finale, sappiamo che vincendo saremo vicino alla qualificazione, ma sarà difficile. Lo stadio è caldo, ma noi ci arriviamo bene, con la testa giusta”
Ai microfoni di Premium, è intervenuto Maurizio Sarri, il quale ha dichiarato: “A differenza dei giornalisti noi ci concentriamo sulla prestazione, non sui risultati. I ragazzi hanno fatto passi in avanti, concedendo pochissimo rispetto alle ultime gare. Purtroppo ci abbiamo messo degli errori individuali che stanno diventando troppi, ne abbiamo parlato. Dovremo giocare con scioltezza, a Torino siamo usciti bene, non concedere azioni alla Juve a Torino è roba difficile. Questo deve farci solo piacere, se vogliamo venirne a capo dobbiamo zittire tutto lo stadio. Gabbiadini? E’ stato squalificato otto giorni fa, ma in così pochi giorni ci sono 3 partite. Nel calcio attuale il lavoro quasi non esiste, si gioca continuamente,a questo livello fare l’allenatore è diverso rispetto a prima. E’ un ritorno importante per noi, siamo alla quarta gara e nelle altre tre qualcuno è stato spremuto. Insigne? devo chiarire nulla, Insigne ha fatto un errore palese, ma che ci può stare perché sono giovani. Basta, stop, la storia finisce lì. Jorginho? Dopo il campionato che ha fatto l’anno scorso, sentire che deve dimostrare mi sembra troppo, non ha iniziato come l’anno scorso ma la responsabilità è della squadra, anche se avendo una punta diversa andavamo meno in velocità, lui giocava su ritmi congeniali, ora strappiamo subito in avanti, deve accorciare di più, deve correre di più ed in fase difensiva ha avuto meno aiuto dalle mezzali”.