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Napoli-Genoa, canale aperto per Pavoletti

Napoli-Genoa, canale aperto per Pavoletti

Novità di mercato, direttamente dalla Repubblica: il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis avrebbe infatti un canale aperto con il suo omologo del Genoa Preziosi. Il pressing per Leonardo Pavoletti, infatti, è praticamente continuo: “La squadra di Juric non dovrebbe avere problemi a salvarsi e quindi la possibilità di monetizzare — con un’offerta superiore ai 20 milioni — non è da escludere”.

Mainolfi a Il Pungiglione: “Sono contento per mister Panico. Bene gli Under 15 e sull’attività di base…”

L’intervento di Saby Mainolfi al Pungiglione Stabiese

Nel corso della puntata de “Il Pungiglione Stabiese”, programma radiofonico a cura della nostra redazione di ViviRadioWeb, abbiamo ascoltato Saby Mainolfi, responsabile del settore giovanile della Juve Stabia, con il quale abbiamo analizzato il momento del settore: “Sono contento per mister Panico perché davvero la Berretti sta dimostrando il suo valore su campi difficili, dimostrando di essere una squadra valida e pronta. Una buona primavera, speriamo che la prima squadra possa ottenere la promozione nella serie cadetta. Quest’anno comunque il girone ha le sue difficoltà sono tutte partite combattute con squadre blasonate vedi Catania Reggina e Cosenza”.

Enrico Maria Amore, tuo compagno di vecchia data, ai nostri microfoni in esclusiva per Vivicentro, ha detto che il settore giovanile della Juve Stabia sta dimostrando di essere la perla del calcio italiano: “Fa sicuramente piacere, un rapporto che ci unisce da quando eravamo bambini. Ci vogliamo bene a vicenda e penso che abbia detto parole abbastanza veritiere. Quest’anno siamo ben organizzati nei vari settori  dalla dirigenza ai tecnici e allo staff sanitario; pensa che nel fine settimana il direttore Turi ha acquistato anche una Tecla che andrà custodita nel quartier generale di Torre del Greco. Quindi cerchiamo di crescere in tutti i ruoli del settori del giovanile e poi il tempo ci darà il giusto ricompenso noi saremo contenti”.

Facendo un resoconto, la Berretti ha vinto per 1 a 0 sul campo difficile del Cosenza. L’Under 17 ha perso 4 a 3 contro la Lupa Roma, vincono gli Under 15 e soprattutto la vittoria per 5-3 degli under 16 regionali contro lo Spes Battipaglia. Qual è stato il risultato che più ti ha dato soddisfazione esclusa la Berretti?: “Sicuramente penso la conferma dei 2002 su un campo difficile, un risultato che dà una certa importanza alla classifica perché dopo due trasferte siamo riusciti a tenere gli avversari dietro di due punti e alla luce di un calendario ostico, la squadra ha dimostrato il suo valore. L’Under 17 ha purtroppo subito la seconda sconfitta consecutiva; a vedere la partita non hanno demeritato e meritavano il pareggio che sarebbe stato il risultato giusto”.

In una recente intervista rilasciata al caporedattore Novellino per Vivicentro.it hai espresso l’orgoglio di aver portato tanti “sanniti” qui a Castellammare. Ecco ci puoi raccontare meglio questa tua frase: “Abbiamo otto ragazzi della provincia di Benevento e altri otto nell’attività di base, oltre al sottoscritto, mister Cocchianella, Volpe e altri due dirigenti. Sono persone che vorrei ringraziare anche a nome del direttore Turi perché hanno sposato il nostro progetto per i loro enormi sacrifici sposando in toto il nostro progetto”.

Lunedì sera si è avuta l’ufficialità di un acquisto importante: “Un calciatore rumeno che avevamo preso già a fine agosto, avevamo avviato una trattativa in concorrenza con un’altra società di Lega Pro e alla fine l’abbiamo spuntata noi. Massimo riserbo perché il ragazzo era impegnato con la nazionale per i mondiali di categoria, abbiamo lavorato con gli incartamenti visto che è un ragazzo che proviene dalla Romania e alla fine solo lunedì sera si è avuta l’ufficialità. È un ragazzo che secondo me ha buone potenzialità”.

I prossimi impegni del settore giovanile in vista del fine settimana: Per quanto riguarda l’attività di base, ci saranno due trasferte: i 2004 contro l’Azzurri e domenica mattina i 2003 contro il New Team San Giovanni.

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Credit Foto: Lino Minasi

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La rivolta dell’elettorato bianco maschile ha sconfitto la Hillary

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La svolta nella notte è stata la conquista della Florida e Hillary Clinton lo ha chiamato per concedere la sconfitta. E’ la prima volta nella Storia americana che un candidato che non ha mai ricoperto cariche pubbliche o militari arriva alla Casa Bianca. Parlando a New York davanti ai sostenitori in festa, Trump ha reso omaggio a Hillary: “Ha fatto molto per il nostro Paese”. E poi ha aggiunto: “Ora l’America deve unirsi, sarò il presidente di tutti gli americani”.

Trump, un uragano di rabbia e scontento

Il popolo della rivolta conquista l’America ed elegge Donald J. Trump alla Casa Bianca, scuotendo il mondo. In appena 11 mesi il ceto medio bianco flagellato da crisi economica e diseguaglianze sociali ha trovato nel tycoon di New York il paladino che prima si è impossessato del partito repubblicano e ora ha sconfitto i democratici di Hillary Clinton, umiliato l’establishment di Washington, smentito ogni previsione e sorpreso il Pianeta.

È un uragano di scontento che viene dalla pancia della nazione-continente ed ha le sue roccaforti negli Stati del MidWest che Barack Obama aveva conquistato ma ora cambiano colore. Perché milioni di famiglie impoverite, senza speranza di prosperità e felicità, hanno deciso di espellere da Washington le dinastie che l’hanno governata negli ultimi 30 anni: i Bush e i Clinton.

La vittoria di Trump conferma la vitalità della democrazia americana, capace di trasformarsi in continuazione, ma proietta dentro e fuori i confini degli Stati Uniti un diluvio di incertezze legate all’imprevedibilità del vincitore. Toccherà a Trump spiegare cosa vuole fare. Nel frattempo il resto del mondo deve digerire quanto è avvenuto nella notte appena trascorsa: il popolo della rivolta bussa alle nostre porte.

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Donald Trump è il 45esimo presidente degli Stati Uniti

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Il dado è tratto, secondo i media Usa: il repubblicano Donald Trump ha vinto le elezioni presidenziali del 2016, sconfiggendo la rivale democratica Hillary Clinton. Un esito a sorpresa, ancora da ufficializzare nei numeri, ma dato per certo da Bloomberg, Wall Street Journal e altri media Usa.

DONALD Trump sarà il 45esimo presidente degli Stati Uniti. Dopo Barack Obama, sarà lui il nuovo inquilino della Casa Bianca, guida della superpotenza. Hillary Clinton non parlerà ai suoi sostenitori, ha telefonato all’avversario però. “Andate a casa, non avremo niente da dire stasera” ha detto John Podesta, il manager della sua campagna.

Trump ha superato ogni attesa e l’enorme incertezza e le crescenti possibilità di una sua vittoria hanno subito scosso violentemente i mercati. Il New York Times ha dato fino al 94% di chance di successo per Trump a metà della lunga nottata elettorale. I future sull’indice di Borsa Dow Jones hanno perso oltre il 3% e sulle piazze valutarie il peso messicano ha ceduto l’8% sul dollaro. L’indice Nikkei di Tokyo è sprofondato di oltre il 5 per cento. Le quotazioni dell’oro, bene rifugio per eccellenza, si sono impennate di oltre il 2 per cento.

Il candidato repubblicano ha trionfato nei cruciali ‘swing States’ di Ohio e Florida, dimostrando che i sondaggi della vigilia erano in gran parte sbagliati. Uno dopo l’altro ha conquistato, non solo i fortini del Grand Old Party, ma anche North Carolina e Georgia; e ha vinto anche in feudi tradizionalmente democratici. Ha vinto anche in Wisconsin, uno Stato che appena una settimana fa sembrava assolutamente fuori dalla sua portata. E in Michigan, dove la Clinton ha fatto una campagna intensa negli ultimi giorni, e’ in vantaggio: se vincesse sarebbe la prima volta dal 1988 che un repubblicano conquista lo Stato. Entrambi i due Stati erano da tempo fuori dalle mire dei repubblicani. La corsa si è chiusa con la vittoria in Arizona.

Pochi spettatori al San Paolo: dove è finito il dodicesimo uomo?

Il Napoli non sta certo affrontando un buon momento dal punto di vista dei risultati. Sabato sera al San Paolo è arrivato ancora un pari contro la Lazio. Risultato che va veramente stretto alla squadra di Maurizio Sarri se si considerano la prestazione complessiva e il numero di occasioni create. La mancanza di un vero centravanti sommata ad una buona dose di sfortuna e ai troppi errori individuali stanno influenzando l’ andamento degli azzurri in campionato e in Champions League.
Un altro dato deve far riflettere ed è quello legato al numero degli spettatori. Quest’ anno il Napoli sembra aver perso un importante alleato: quello stadio San Paolo che fino a qualche tempo fa veniva considerato un vero e proprio fortino. Contro la Lazio erano presenti solo 29.994 spettatori (dati ufficiali Lega Serie A). Colpa dei risultati o dei prezzi?
Sarebbe troppo riduttivo parlare di mancanza di risultati per una tifoseria che vive di calcio come poche altre al mondo. Quello dei tifosi napoletani è un amore viscerale che va ben oltre la vittoria, la sconfitta e il pareggio. Piuttosto si potrebbe parlare di una contestazione nei confronti della società e di De Laurentiis per il caro biglietti. In occasione di Napoli-Lazio la società aveva deciso, però, di abbassare le proprie pretese rispetto ai match casalinghi disputati in precedenza. Decisione dovuta anche al record negativo di 15.912 spettatori avuto contro l’ Empoli e ai numeri non proprio entusiasmanti legati al match casalingo di Champions contro il Besiktas (28.502). Ci troviamo di fronte ad un trend negativo che purtroppo rispecchia l’ andamento dell’ intero campionato italiano. La serie A, con una media di circa 22.000 presenze, attualmente si trova ben lontana dai numeri di Bundesliga, Liga e Premier League.
Se contro la Lazio la risposta del pubblico partenopeo non è arrivata si spera possa esserci nella prossima sfida al San Paolo. Dopo la sosta per le Nazionali e la trasferta di Udine in campionato, gli azzurri affronteranno la Dinamo Kiev. Contro gli ucraini potrebbe essere partita da dentro o fuori in Champions League. Servirà un San Paolo gremito che torni ad essere un fattore, torni ad essere il ‘dodicesimo uomo’.

Campionato Juniores-L’Afragolese cala il tris allo Spinetti di Procida

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Dopo tre vittorie nelle prime tre giornate, si ferma la corsa della juniores del Procida. I biancorossi vengono sconfitti da una cinica Afragolese, abile a sfruttare tutte le occasioni costruite. La squadra di Lubrano, invece, spreca tanto e si vede anche annullare un gol e negare un rigore netto dall’arbitro Di Luca di Napoli proprio nel momento della rimonta. Eppure la partita era iniziata nel migliore dei modi per il Procida, in vantaggio dopo appena un minuto di gioco con Sansò, abile a sfruttare un errore con i piedi da parte del portiere avversario. La reazione dell’Afragolese, però, è ottima e la gara torna in parità dopo appena 10 minuti: sugli sviluppi di una punizione laterale è Cantice a ribadire in rete una respinta di Bernardo. E a metà primo tempo arriva anche il vantaggio ospite: Fammiano serve Di Palo, che parte in netta posizione di fuorigioco e batte il portiere isolano. L’arbitro ignora le proteste della squadra biancorossa e assegna erroneamente il gol. Il direttore di gara, nella ripresa, espelle Fammiano per somma di ammonizioni. E in dieci uomini il Procida assedia l’area di rigore afragolese, affidandosi soprattutto alle iniziative personali di Sansò. Su una di queste, il numero 11 biancorosso riesce anche a mandare in gol un compagno di squadra ma l’arbitro annulla per un fuorigioco inesistente (il passaggio proveniva dalla linea di fondo). Poco dopo lo stesso Sansò viene atterrato in area di rigore, ma anche in quest’occasione Di Luca di Napoli vede male e penalizza il Procida. E nel finale, nel momento di massima pressione dei biancorossi, è Carcella a chiudere l’incontro. Per i biancorossi di Lubrano una sconfitta immeritata che, però, non rovina l’ottimo inizio di stagione dei giovani biancorossi.

ISOLA DI PROCIDA 1-3 AFRAGOLESE

ISOLA DI PROCIDA: Bernardo; Veneziano, Lubrano, D’Orio, Vicidomini M.; Battinelli, Barone, Vicidomini L.; Sansò, Villani M., Mammalella (Sono entrati Quirino, Vanzanella, Consalvo, Villani A.) All. Lubrano Simone

AFRAGOLESE: Stanzione, Salzano, Varavallo, Cecere, Cantice, D’Aniello, Salierno, Giordano, Di Palo, Fammiano, Tipaldi. (In panchina Castaldo, Carcella, Esposito, Valuto, Gallo, Damiano, Russo) All. Pezzella Armando

ARBITRO: Giovanni Di Luca di Napoli

RETI: 1′ Sansò (P), 10′ Cantice, 25′ Di Palo, 91′ Carcella

De Laurentiis vuole espandere il brand Napoli in Cina

L’ edizione odierna de Il Roma rivela:
“De Laurentiis lavora anche ad altro: sabato sera al San Paolo il patron azzurro era accompagnato da una delegazione proveniente dalla Cina. Si tratta di imprenditori interessati al marchio Napoli, che il presidente ha conosciuto nel suo recente viaggio e che ha invitato in città e allo stadio. De Laurentiis, che per ora parla solo di promuovere il brand Napoli nel paese orientale, gradirebbe una mano in società per poter alzare il fatturato ad almeno 150 milioni di euro. Sarebbe questo un passo importante, che il presidente non sembra riuscire a fare da solo. L’intervento di nuovi partner potrebbe dare forza alla società, che sarebbe in grado di agire in modo più incisivo sul mercato, regalando a Sarri e ai tifosi quei rinforzi di livello che servirebbero per fare il famoso salto di qualità”.

Zaza, l’ entourage: “Napoli? Qualcosa si sta muovendo ma…”

La redazione di Radio Kiss Kiss ha raggiunto l’ entourage di Simone Zaza. Negli ultimi giorni si parla di un interessamento concreto del Napoli per l’ ex attaccante della Juventus attualmente in prestito al West Ham con obbligo di riscatto. Già in estate il club partenopeo aveva sondato il terreno, potrebbe riprovarci nel mercato di gennaio visto l’ infortunio di Milik. Queste le dichiarazioni dello staff del calciatore a microfoni spenti:
“Qualcosa c’è, qualcosa si muove. Per questo non è il caso di rilasciare altre dichiarazioni”.

Novellino: “Diamo spazio a Sepe. Serve un attaccante ma già il 3 gennaio: Pavoletti!”

Queste le sue parole

Ciro Novellino, giornalista di ViviCentro.it, è intervenuto su Radio Punto Zero, trasmissione radiofonica dedicata al Calcio Napoli, in onda dal lunedì al venerdì, dalle 14.00 alle 16.00, condotta da Michele Sibilla e Fabio Tarantino. Ecco quanto ha affermato: “Pavoletti è idoneo al gioco di Sarri, con la giusta offerta il Genoa lo farà partire. Gabbiadini è un giocatore importantissimo ma non è ancora riuscito a colmare il vuoto lasciato da Milik. Per ritrovare sé stesso ha bisogno di cambiare aria. Il Napoli crea tanto, l’unico vero problema riguarda l’assenza di un centravanti. Date le difficoltà il nuovo attaccante deve arrivare a Castel Volturno già il prossimo 3 gennaio. Belotti? Trattare con Cairo è complicatissimo, dubito possa esserci una trattativa. Ripeto, quello più adatto, anche in prospettiva, potrebbe essere Pavoletti. Col falso nueve Hamsik si è avvicinato di più alla porta ma il centrocampo soffre e la difesa, senza Albiol, sta avendo diverse difficoltà. Il rapporto tra Sarri e De Laurentiis s’era deteriorato già in estate dopo il rinnovo di contratto. Molte cose andrebbero dette in privato, non in pubblico. Reina sta commettendo troppi errori, forse è il momento opportuno per dare spazio a Sepe, anche per far riposare lo spagnolo, che resta un grande portiere. Sepe è un patrimonio del Napoli, ha bisogno di giocare, è reduce da una stagione negativa ma gli darei presto una chance”.

Koulibaly, l’ agente: “Per De Laurentiis è incedibile. Reina? Non si discute”

Bruno Satin, agente di Kalidou Koulibaly, ha parlato ai microfono di Radio Crc. Ecco quanto evidenziato:
Ieri è partito per raggiungere il ritiro della propria Nazionale, si tratta di un viaggio lungo perché andrà in Sudafrica. Non è un buon momento per il Napoli dal punto di vista dei risultati. Contro la Lazio la squadra ha fatto una buona prestazione e Kalidou ha svolto bene il proprio lavoro. Tutto risulta più difficile quando manca il centravanti di riferimento. L’ infortunio di Milik ha pesato molto ma bisogna registrare anche una buona dose di sfortuna. Il Napoli ora deve passare il turno in Champions, il gioco c’è e i nuovi giocatori si stanno inserendo bene. Gabbiadini potrebbe fare qualche gol con un pizzico di fortuna in più .
Offerta dell’ Everton? Non vivo nel passato ma mi concentro sul presente e sul futuro. C’è stato l’ interesse di diversi club ma attualmente è un calciatore del Napoli e pensa solo alla squadra. Non mi risulta che la richiesta di De Laurentiis sia stata di 75 milioni, piuttosto il presidente lo ha sempre dichiarato incedibile.

Reina? È indiscutibile, parliamo di un grande portiere e di un pilastro dello spogliatoio. Kalidou lo ripete spesso questo. Quello che serve ora è ritrovare la giusta serenità”.

Allarme rientrato per Ghoulam: non lascerà il ritiro dell’ Algeria

Dopo la partita contro la Lazio vi era stata un po’ di apprensione per Faouzi Ghoulam. L’ esterno azzurro aveva riscontrato qualche piccolo problema fisico che non gli aveva impedito, però, di aggregarsi al ritiro dell’ Algeria. Dopo i dubbi delle ultime ore legati ad un suo possibile rientro a Napoli, l’ allarme sembra ormai rientrato. Stando a quanto riferiscono i media locali Ghoulam non lascerà il ritiro della propria Nazionale nonostante non abbia sostenuto entrambi gli allenamenti di ieri. Decisione che  avrebbe preso di comune accordo con il proprio tecnico Georges Leekens.

Stati Uniti, oggi la scelta dopo una campagna disseminata di colpi bassi

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Negli Stati Uniti è il giorno del voto, il giorno più lungo: la festa della democrazia americana si celebra alle urne e il mondo intero trattiene il fiato. I due sfidanti, Hillary Rodham Clinton e Donald John Trump, concludono una campagna disseminata di colpi bassi che Gianni Riotta riavvolge per noi. Entrambi sono sicuri di vincere. La democratica promette: “Faremo la storia”. Il repubblicano ribatte: “Per l’apparato corrotto sarà la fine”.

Hillary-Donald, i colpi bassi della battaglia più scorretta

Dai dubbi sul malore della democratica, ai commenti sessisti del tycoon. L’America oggi è spaccata. E il Presidente è visto solo il capo della gang rivale

NEW YORK – «La politica americana è spesso stata un’arena occupata da menti folli di rabbia. Lo chiamo stile paranoico perché evoca bene il senso diffuso di rovente esagerazione, sospetto e fantasia cospiratoria»: così, in un classico articolo del 1964 sulla rivista «Harper’s», lo studioso Richard Hofstadter condensa, con fortunato slogan, «Lo stile paranoico nella politica americana».

Hofstadter elenca le occasioni in cui la repubblica si lascia sedurre dal rauco grido dei demagoghi, la caccia alle streghe anticomunista del senatore McCarthy Anni 50, il Populist Party 1895 «l’Europa complotta con l’oro contro gli Usa!», mentre, nel 1855, i giornali in Texas sono certi «I monarchi europei e il Papa di Roma organizzano in segreto la rovina americana». Alla vigilia della Prima guerra mondiale gli elettori temono che Massoni, Chiesa cattolica, Gesuiti, Mormoni, siano curvi a tramare contro Washington. Per anni il Ku Klux Klan razzista brucia le sue croci minacciose mentre gli incappucciati a cavallo linciano neri. Più tardi la John Birch Society, gruppo di ultradestra che prendeva il nome da un missionario ucciso dai cinesi nel 1945, organizza cellule clandestine contro l’invasione russa. Lee Oswald, assassino del presidente Kennedy, già voleva uccidere uno dei leader della Birch Society. L’asso dell’aviazione Lindbergh e Joseph Kennedy, fondatore della dinastia, diffidano degli ebrei e ammirano Hitler. Il presidente Nixon era così paranoico da far spiare illegalmente i democratici nell’elezione 1972 che vinse a valanga, 49 stati a 1!

L’idea che la storia americana sia pervertita da agenti foschi è antica, ma le elezioni presidenziali 2016 hanno aperto un capitolo nuovo, inquietante, della saga. Alla radio del prete antisemita e anti F. D. Roosevelt padre Coughlin (1881-1979), succedono adesso hackers dalla Russia, lobby che vogliono bloccare Sanders, Trump o Hillary. L’Fbi, con il suo capo Comey, prima passa per lacchè dei democratici poi dei repubblicani, in un delirio di impotenza complottista, inchiesta su Clinton sì o no?, che sporca il dibattito democratico e semina una zizzania di odio che non avvizzisce mai.

La piaga nell’anima americana è profonda, aperta, infetta, e dubito che il prossimo presidente possa lenirla. Il grido della Convenzione di Cleveland «Arrestate Hillary!», gli insulti di Trump al padre di un eroe caduto in guerra solo perché musulmano, Trump che irride un cronista malato, insulta i messicani, la sua voce dai nastri «le donne devi acchiapparle dalla …» pesano sulle coscienze. Ma non dimenticate l’effetto maligno che, sull’altra metà degli elettori, hanno silenzi e bugie di Clinton sulle email abusivamente diffuse da un server privato, i suoi cambi di idea opportunisti – sul libero commercio, ad esempio – per trovare voti a sinistra, la volgarità dell’ex deputato democratico Weiner che fa il bulletto con le teenager al cellulare, mentre la moglie Huma, braccio destro di Hillary, scarica sullo stesso telefonino, tra immagini porno, le mail riservate della candidata. Donna Brazile, pomposa e arrogante ex capo della campagna di Al Gore 2000 (fu lei a mandarlo allo sbaraglio, persuadendolo a fare il populista e escludere Bill Clinton dai comizi) che, pagata come commentatrice dalla rete tv Cnn, manda di nascosto le domande che faranno alla Hillary, per poi mendicare in cambio del servizietto una prebenda, che vergogna è?

Francis Scott Fitzgerald scriveva che a stroncare il romantico Grande Gatsby «fu la polvere sporca che fluttuava sulla scia dei suoi sogni»: ecco, in questi mesi una «polvere sporca» ha inquinato i «sogni» dell’intero Paese. Che Hillary Clinton non sia solo la rapace paladina di Goldman Sachs, o la claudicante anziana stroncata dalla polmonite, ma oggi possa essere eletta prima donna presidente degli Stati Uniti è conquista storica che il tanfo da talk show e la schiuma da web finiscono per oscurare. Una donna presidente, la sola dal 1776, dovrebbe comunque unire il Paese in celebrazione, invece i repubblicani già affilano i coltelli per l’impeachment e la sinistra sanderista sbuffa scontenta.

Non confondete, come fanno i falchi spiumati del presidente G.W. Bush, la crassa volgarità del Trimalcione Trump con le profonde radici di rabbia che spaccano il partito repubblicano e che, anche se sconfitte, lo agiteranno per anni. Nel 1965, nel Sud dell’America, bianchi e neri non potevano ancora usare gli stessi bagni. Nel 2008 l’America ha eletto un presidente afroamericano con il mondo ammirato dal progresso straordinario. Ma la Storia procede in fila indiana, quando Obama arriva alla Casa Bianca milioni di neri restano staccati indietro, e con loro altrettanti bianchi terrorizzati che il Paese diventi multietnico, transgender, diverso dal villaggio bonario da Happy Days che guardavano da bambini in tv. Queste retrovie dimenticate si vendicano nel 2016. Trump non è un fascista, come crede una destra colta ma narcisista, è un demagogo che offre alla rabbia reale di chi ha ceduto il posto a un robot, vede la pensione sfumare, teme per la fede religiosa, bersagli fittizi su cui sfogare frustrazioni, Messicani, Donne, Europei, Minoranze, Banche, Fisco.

Nel XVII secolo i Padri Fondatori concepirono la figura del Presidente come un Re Democratico, con sigillo e inno, un patriarca che unisse il Paese al di là della politica chiassosa. Quel sogno è scomparso. Nel XXI secolo il Presidente è il capo della gang rivale, da sgarrettare non appena abbassa la guardia.

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Amichevole, Recale-Juve Stabia: data e orario

Amichevole, Recale-Juve Stabia: data e orario

Altro giovedì di grande calcio presso la struttura sportiva di Recale, c’è un’altra grande gara amichevole contro la Juve Stabia categoria Allievi. L’Asd Recale 2002 e la Juve Stabia si affronteranno il 10 novembre con calcio d’inizi alle 15:30 al centro polisportivo M. Acconcia, sito in viale dei Pini – Recale (Caserta).

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Prima Sepe e poi Rafael: Sarri confonde le idee dei tifosi…

Prima Sepe e poi Rafael…

Come riferisce La Gazzetta dello Sport, ancora non si sa chi è il reale vice Reina. Una volta è capitato a Sepe di andare in panchina, in Champions, ma quella successiva è toccato a Rafael. Sarri aiuta a confondere le idee dei tifosi che ancora si chiedono: “Ma chi è il vice Pepe?”.

Sarri-De Laurentiis, è il solito copione: ‘separati in casa’ come i suoi predecessori

I dettagli dal quotidiano

All’inizio si sentono tutti i giorni, concordano la comunicazione, la gestione tecnica e societaria. Si scambiano pareri, cenano insieme, di tanto in tanto. Poi via via la distanza si allunga e finiscono per parlarsi solo attraverso i media. E’ il solito rapporto tra il presidente Aurelio De Laurentiis e gli allenatori che ha avuto nell’ultimo decennio. Uniche eccezioni, Giampiero Ventura e Roberto Donadoni. Ma con Reja (cinque anni), Mazzarri (quattro) e Benitez (due) non ha mai tradito. Con Maurizio Sarri, qui a Napoli da un anno e mezzo, il copione si sta ripetendo, come riporta Il Corriere del Mezzogiorno: “Nonostante il rinnovo del contratto. Grande affiatamento iniziale, poi le divergenze e le incomprensioni che hanno portato al botta e risposta pubblico recente su modulo e impiego di giocatori. Come con Mazzarri e con Benitez i rapporti anche con Sarri si sono incrinati. La situazione è delicata, anche alla luce dei 21 punti in classifica dopo 12 giornate: mai così negli ultimi cinque anni. Torti e ragioni stanno dall’una e dall’altra parte, ma il copione si è ripetuto”.

De Giovanni: “E’ una squadra in crescita, ma il tifoso non può aspettare tre anni”

Il suo pensiero

Scrive Maurizio De Giovanni nel suo editoriale per Il Corriere del Mezzogiorno: La frase importante l’ha detta proprio Maurizio Sarri, a denti un po’ stretti, nelle interviste contrattualmente previste alle televisioni: l’unico momento peraltro in cui gli è concesso parlare, giacché la comunicazione del Calcio Napoli assomiglia sempre di più a quella del Partito Comunista Sovietico durante la guerra fredda. La frase importante è passata quasi inosservata, nelle pieghe e nelle piaghe del commento all’ennesima partita dal risultato insoddisfacente e nella criptopolemica col presidente che adesso detta anche moduli e schemi ai microfoni della radio ufficiale. La gran parte dei giornalisti e dei commentatori che si affaccendano al capezzale di una delle grandi ammalate del calcio italiano, che giocherà pure benissimo come dicono tutti ma che oggi si sveglia sesta in classifica dopo dodici giornate, essendo stata accreditata dalla storia recente come la seconda forza del campionato, era distratta dalla malattia stessa, e non se n’è quasi accorta.

Che ha detto, Sarri? Ha detto, più o meno testualmente: questo gruppo tra tre anni potrà fare ottime cose. Questo gruppo. Tra tre anni. Sarri, si sa, è un gran maestro del calcio moderno. Sul bel gioco, sull’incisività delle verticalizzazioni, sulla partecipazione di tutti i calciatori alla manovra, sul possesso di palla e sulle occasioni create il suo Napoli è meravigliosamente primo in ogni classifica. Anche chi lo critica per la tuta, le parolacce, la sigaretta perenne e il carattere difficile deve ammettere che nella preparazione alla gara e nell’organizzazione della squadra è tra i primi al mondo. E ci sentiamo di escludere che sia un autolesionista, un ottuso o una spia pagata da qualche avversario per distruggere la nostra squadra; quindi è lecito pensare che oggi il Napoli in campo sia il miglior Napoli possibile. In quest’ottica, la frase del toscobagnolese assume un’importanza decisiva. Questo gruppo, così com’è, non può fare risultati migliori di quelli che fa. Il gioco può essere il migliore del mondo, ma se non c’è un finalizzatore, una prima punta, non serve quasi a nulla. Non è una coreografia, una danza tribale: è calcio. Se manca un centravanti, gli esterni non crossano: si fermano e tornano indietro. Se manca un centravanti, non c’è chi fa da sponda per l’entrata degli altri attaccanti, e dello stesso Hamsik. Se manca un centravanti non ci sono spazi in area perché due difensori devono seguirlo. Se manca un centravanti, non si segna.

Ghoulam non sta bene: potrebbe tornare a Napoli presto

I dettagli sul problema fisico

Faouzi Ghoulam non sta benissimo. L’esterno sinistro algerino del Napoli, infatti, non è uscito al meglio dal match del San Paolo contro la Lazio e come riporta la stampa algerina, avrebbe accusato un affaticamento muscolare che potrebbe mettere in dubbio la sua presenza per le sfide della nazionale: potrebbe tornare a Napoli, oppure restare con i compagni in vista della trasferta in Nigeria per il match che si giocherà il 12 novembre.

Casertana-Juve Stabia, parte la prevendita: da oggi il via

Casertana-Juve Stabia, parte la prevendita: da oggi il via

S.S. Juve Stabia rende noto che sono disponibili, come da vigente normativa, ESCLUSIVAMENTE per i possessori della Tessera del Tifoso, i tagliandi di ingresso del Settore Ospiti dello Stadio “Alberto Pinto” di Caserta per assistere all’incontro di calcio Casertana-Juve Stabia, in programma domenica 13 novembre alle ore 18,30 e valevole per la 13a giornata del Girone C della Lega Pro Divisione Unica 2016/17. La F.C.Casertana, nel rispetto delle direttive ministeriali, HA ADERITO al progetto “Porta un amico allo stadio”. I biglietti sono in vendita al prezzo di € 8, più € 2,50 di diritti di prevendita, fino alle ore 19,00 di sabato 12 novembre, presso i botteghini dello Stadio “Romeo Menti” di Castellammare di Stabia, che saranno aperti al pubblico secondo i seguenti orari: Dalle 10,00 alle 12,30 e dalle 15,30 alle 19,00.

S.S. Juve Stabia

El Kaddouri: “Ora ho la possibilità di mostrare le mie capacità”

Le sue parole

Omar El Kaddouri, centrocampista marocchino del Napoli, ha parlato alla stampa locale: “Napoli? Ho 26 anni e non ho ancora avuto l’opportunità di giocare la manifestazione con la mia nazionale, sarebbe un peccato non partecipare ad una competizione prestigiosa dopo aver giocato le partite di qualificazione. Spero di essere lì, ma è l’allenatore che decide. Tuttavia è difficile, visto anche il poco spazio trovato finora: ora ho la possibilità di mostrare le mie capacità e dopo toccherà a lui decidere”.

Milik vuole il recupero record: lavora in piscina da 15 giorni

Milik vuole il recupero record: lavora in piscina da 15 giorni

“Tutto sta andando secondo i piani, non ho problemi con il ginocchio: non è gonfio e non ci sono accumuli di sangue ma non voglio sbilanciarmi. Quello che mi sto perdendo ora, lo recupererò in seguito, non voglio avere fretta. Tornerò in campo quando i medici mi giudicheranno guarito al cento per cento. Speriamo possa accadere in primavera”, rivela Milik al portale polacco SportoweFakty. E’ da 15 giorni che il polacco svolge lavoro di riabilitazione in piscina con obiettivo quello di ritrovare presto la condizione atletica, mirando ad un recupero da record. Come riporta Il Mattino: “Milik sta ritrovando il sorriso, lavora duramente per tornare come prima, anzi ancora più forte, sabato era allo stadio a fare il tifo per i compagni. Ma bisognerà aspettare un po’, ecco perché il Napoli pur avendo Gabbiadini in rosa e puntando su Mertens da falso nove opererà sul mercato a gennaio: una prima punta arriverà e il ds Giuntoli si sta già muovendo su più direzioni”.