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Castellammare di Stabia
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ESCLUSIVA – Juve Stabia, Turi: “Casertana in sciopero? Concentrazione alta, non ci credo…”

Queste le sue parole

E’ di oggi la notizia che il settore giovanile della Casertana è in sciopero. Sabato la Juve Stabia, categoria Berretti, affronterà proprio la squadra casertana diretta da David Giubilato e da Giovanni Maglione. Proprio per questo il direttore Alberico Turi ha dichiarato al riguardo: “La voce che è circolata oggi mi coglie impreparato ma allo stesso tempo mi lascia incredulo. Noi dobbiamo pensare a lavorare bene e prepararci per la gara di sabato. Il gruppo deve tenere alta la concentrazione perchè la Berretti della Casertana è un’ottima squadra e può creare problemi a chiunque.  A Caserta si lavora bene, sono una società importante e non credo al fatto che ci possano essere questi problemi. Ci sono dirigenti importanti e conoscitori di calcio come David Giubilato e Giovanni Maglione, nonchè tecnici di livello importante. La città è di primo piano: dalla Reggia a tutto ciò che concerne. Non possiamo abbassare la guardia, nella maniera più assoluta. Lavoriamo e restiamo concentrati”.

a cura di Ciro Novellino

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Globe Soccer Awards, anche Higuain nella lista dei miglior giocatori dell’anno

Globe Soccer Awards, anche Higuain nella lista dei miglior giocatori dell’anno

(ANSA) – ROMA, 16 NOV – Il 27 e il 28 dicembre si terrà a Dubai l’11/a edizione dell’International Sports Conference, il più importante evento calcistico della stagione nel mondo arabo. La due giorni, oltre a rivisitare i successi dell’ultimo anno con l’assegnazione degli Awards nel gala del 27 sera, affronterà i grandi temi di attualità offerti dai cambiamenti registrati alla guida della Fifa e dell’Uefa. Nel quadro della conference organizzata dal Dubai Sports Council, si terrà l’ottava edizione di Globe Soccer, con la partecipazione di calciatori, tecnici, presidenti e istituzioni. Candidati al premio di miglior giocatore dell’anno Cristiano Ronaldo, Lionel Messi, Jamie Vardy, Gonzalo Higuain, Gareth Bale e Antoine Griezmann. Per il riconoscimento di miglior club dell’anno sono in lizza Real Madrid, Leicester, Legia Varsavia, Siviglia e Molde. I candidati al premio di migliore allenatore dell’anno sono Zinedine Zidane, Fernando Santos, Massimiliano Allegri, Claudio Ranieri e Unai Emery.

Fonte: Ansa

Castelvolturno, gli azzurri preparano il match contro l’Udinese: differenziato per Gabbiadini

Castelvolturno, le ultime

Doppia seduta per il Napoli a Castelvolturno.Gli azzurri preparano il match contro l’Udinese di sabato 19 novembre al Friuli, anticipo della 13esima giornata di Serie A (ore 18).

Al mattino allenamento riservato al gruppo dei difensori. In avvio attivazione e successivamente lavoro tecnico tattico specifico.Gabbiadini ha fatto differenziato in campo e in palestra.

Nel pomeriggio seconda seduta con l’intero gruppo azzurro. Sono rientrati Reina e Callejon dagli impegni con la Spagna. Il portiere ha svolto lavoro di scarico, mentre l’attaccante è rimasto a riposo per un leggero stato influenzale.La squadra ha iniziato l’allenamento con esercizi di attivazione e successivamente è stata impegnata in una seduta tecnico tattica. Chiusura con partita a campo grande 11 contro 11. Differenziato per Gabbiadini.

Fonte: SSC.NAPOLI

L’Associazione A.R.C.O. e il mercatino della solidarietà

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L’A.R.C.O. e il mercatino della solidarietà, a Villaggio Prenestino l’8 dicembre

Roma – L’A.R.C.O., l’Associazione Ricreativa Culturale Ovile, organizza nel quartiere di Villaggio Prenestino, a Largo Scapoli, una giornata all’insegna della solidarietà. Il giorno 8 dicembre, in occasione dell’Immacolata, dalle ore 9.00 sarà allestito il primo mercatino di Natale il cui ricavato sarà destinato all’acquisto di giocattoli per i bambini disabili della scuola materna dell’I.C.Villaggio Prenestino, un’iniziativa encomiabile in vista del Natale, per portare gioia a tutti quei bambini che hanno bisogno di particolari attenzioni anche nella scelta dei giochi di intrattenimento.

Nel programma della giornata sono previsti: la benedizione dell’albero di Natale donato dall’Associazione Ovile, l’arrivo di Babbo Natale e un concerto di Natale con gli allievi di Villaggio Musica. Tra le tante novità che allieteranno la giornata, ci sarà la presenza di due ospiti d’eccezione: Tamara Mambrini e Alessia Turella, creative dell’arte Shabby, molto richieste in questo settore fortemente in crescita negli ultimi anni.

tamara-mambriniTamara Mambrini (foto), ideatrice dello stile “Romantic Chic” (una rielaborazione dello Shabby rivisitato con perline e decorazioni varie, tecnica: FORME TESSILI IN 3D, brevetto depositato), sarà presente con un proprio stand dove saranno esposte le sue ricercate creazioni.

Quella dell’A.R.C.O è una delle tante iniziative proposte dall’associazione che, nata nello scorso maggio senza scopi di lucro, promuove attività di tipo ricreativo, socio culturale, educativo e teatrale su tutto il territorio nazionale ed è rivolta a tutti i cittadini di ogni età e con particolare attenzione ai cittadini con disabilità. Il volontariato è il punto di forza di questa giovane associazione che ha già avviato un collegamento diretto con le istituzioni con le quali realizzare in sinergia iniziative orientate alla rigenerazione delle aree urbane trascurate e per segnalare le criticità del territorio.

PROGRAMMA

Ore  9.00:  Apertura mercatino

Ore  9.30:  Benedizione dell’Albero di Natale donato dall’Associazione Ovile

Ore 10.00:  Babbo Natale incontra i bimbi

Ore 15.00 Concerto di Natale con gli allievi di Villaggio Musica

Per Info:
Associazione A.R.C.O.
Via Fosso dell’Osa, 521 – CAP 00132 Roma
Vicepresidente: Valentina D. – Cell: 389.9949699

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Bargiggia – Pavoletti: l’intervista di ViViCentro scagiona l’attaccante?

Pavoletti avrà dichiarato davvero di voler rifiutare Napoli a causa della sua esperienza alla Juve Stabia?

Ha dell’incredibile quanto avvenuto nell’edizione odierna di Studio Sport, il TG sportivo di Mediaset in onda su Italia 1. Il giornalista Paolo Bargiggia, nello spiegare i motivi che stanno portando l’attaccante del Genoa, Leonardo Pavoletti, a rifiutare la possibilità del trasferimento al Napoli, ha dichiarato che alla base dei tentennamenti del calciatore ci sarebbe una brutta esperienza personale vissuta con la maglia della Juve Stabia nella stagione 2010-2011.

Ancora una volta, dunque, si assiste alle tradizionali parole non positive, ma basate esclusivamente su pregiudizi, quando l’argomento è Castellammare e la Juve Stabia.

A nulla quindi sono valsi i recenti attestati di stima di tante testate giornalistiche, non ultima il Corriere dello Sport; la Juve Stabia continua a dare fastidio e si cerca sempre la polemica, molto spesso, falsa pur di frenare l’ascesa di gialloblù.
Sarebbe opportuno che i giornalisti, e soprattutto Bargiggia, non nuovo ad affermazioni non corrette, si informassero prima di lanciare affermazioni del tutto errate. Semmai l’avesse fatto ricevendo questo tipo di informazione dall’attaccante del Genoa, allora ricordiamo a Pavoletti che nel 2014 intervenendo al Pungiglione Stabiese prima di Juve Stabia – Varese spese parole positive in merito alla sua esperienza a Castellammare. Il tempo gli avrà fatto cambiare idea?

Ripercorrendo i sei mesi in gialloblè, dell’attaccante nativo di Livorno, ci ricordiamo che durante il ritiro precampionato e in particolare durante un amichevole con il Livorno, città dove è nato,  fu vittima di un infortunio (strappo muscolare n.d.a.). Una volta rientrato in campo il calciatore preferì migrare in squadre dove avrebbe trovato più spazio, dato che la Juve Stabia di Braglia funzionava alla perfezione con i propri titolarissimi. Non dimentichiamo che nella stagione 2010-2011 il posto di centravanti era occupato da un certo Giorgio Corona.

La conferma di quanto da noi detto è contenuta nell’intervista che alleghiamo a questo articolo ed in cui lo stesso Pavoletti, ai nostri microfoni, spiega i motivi del suo addio alla Juve Stabia.

Ora non sappiamo la verità quale sia, ma prendiamo atto che non si perde mai l’occasione di infangare il nome di Castellammare, soprattutto quando c’è qualcosa di positivo che va nella direzione opposta.

Ci ricordiamo le interviste di Morgia a La7, il caso “calcio scommesse” uscito fuori a distanza di tre anni quando la Juve Stabia era appena ritornata in serie B, ecc. ecc. e tanti altri episodi.

Mitrovic: “Fa piacere l’ interesse del Napoli ma resto al Newcastle”

Diversi i nomi che circolano per l’ attacco azzurro e tra questi c’è Aleksandar Mitrovic. L’ attaccante serbo, attualmente in forze al Newcastle di Rafa Benitez, ha rotto gli indugi rilasciando alcune dichiarazioni al The Sun:

 

“Fa sempre piacere quando i grandi club si interessano a te. Ma adesso sono un calciatore del Newcastle e voglio tornare in Premier League. Voglio continuare a fare tanti gol per questa squadra. Ai miei tifosi voglio dire che resterò qui per il resto della stagione, non c’è motivo di preoccuparsi. Dobbiamo continuare a lavorare al meglio per restare al top”.

Chelsea-Koulibaly, l’affare si farà a giugno

I dettagli

Come riporta Il Mattino alla fine il corteggiamento del Chelsea per Koulibaly andrà in porto il prossimo giugno. Questa estate De Laurentiis ha rifiutato 57 milioni da Antonio Conte per il centrale senegalese, ma Koulibaly potrebbe regalare al Napoli una plusvalenza maggiore perfino a quella di Higuain.

Per Hysaj si muove il Man Utd

Per Hysaj si muove il Man Utd

Secondo Il Mattino, dall’Inghilterra fanno sapere che il Manchester United di Mourinho starebbe per far recapitare a De Laurentiis un’offerta di 30 milioni per il cartellino di Elseid Hysaj. L’albanese pochi mesi fa ha rinnovato il suo accordo con il Napoli fino al 2021 con una clausola valida solo per l’estero. De Laurentiis dalla sua non ha alcuna voglia di sedersi a trattare.

Non solo attacco: Giuntoli pensa a D’Ambrosio

Non solo attacco: Giuntoli pensa a D’Ambrosio

La Gazzetta dello Sport approfondisce la questione mercato non solo in chiave attacco Futuro prossimo e futuro remoto. Il Napoli pensa al domani e per gennaio cerca due profili: una punta centrale ed eventualmente un terzino in grado di giocare su entrambe le fasce. Pavoletti è per distacco il primo obiettivo in attacco, mentre per il ruolo di difensore esterno si pensa, anche, a D’Ambrosio dell’Inter.

Stellone: “Sarri conosce bene i suoi: non credo che il Napoli cambierà modulo”

Le sue parole

A Radio Crc nella trasmissione “Si gonfia la rete” di Raffaele Auriemma è intervenuto Roberto Stellone:

“Sarri conosce le qualità tecniche, fisiche e morali dei calciatori della sua squadra e sicuramente a Udine sceglierà il modulo e gli interpreti giusti per ottenere un risultato positivo. Non credo che il Napoli cambierà modulo perché è vero che non stanno arrivando molti punti nell’ultimo periodo, ma le prestazioni sono sempre di alto livello. Se a fine partita le statistiche dicono che chi gioca non ha disputato una buona prestazione è giusto cambiare, ma non è questo il caso del Napoli che fornisce sempre tante palle gol, tiene bene il pallone e si difende bene. 

Ho giocato con Milito ed è stato l’attaccante più forte con cui ho giocato e sotto certi aspetti credo che Higuain sia un pizzico più avanti rispetto a lui”. 

Venerato: “Il Napoli ha fatto un tentativo per Vrsaljko. Ecco la risposta da Madrid”

Ghoulam sarà impegnato con l’ Algeria in Coppa d’ Africa. Ecco perché il Napoli avrebbe contattato l’ agente di Sime Vrsaljko per tentare di riportare l’ ex Sassuolo in Italia. Ciro Venerato, giornalista di Rai Sport ed esperto di calciomercato, ha fatto il punto della situazione ai microfoni di Radio Crc:
“Il Napoli ha provato a parlare con l’ Atletico per un prestito ma la risposta è stata negativa. Il giocatore non si muove da Madrid nonostante il poco spazio a disposizione”.

Inler: “Spero che in futuro il Napoli possa giocare in un grande stadio perché con quella tifoseria può spaccare tutto”

Le sue parole

Caos Casertana: le giovanili si fermano!

Lo riporta sportcasertano.it

Piove sempre sul bagnato in casa Casertana. Arriva la notizia piuttosto allarmante che il settore giovanile da oggi è ufficialmente in sciopero. Niente attrezzature, niente divise invernali, rimborsi spesa mai percepiti e allora è giusto fermarsi. Una vicenda che fa capire le reali problematiche societarie che attraversa il club. Con Berretti (prossimo avversario della Juve Stabia), Allievi e Giovanissimi fermi è veramente giunto il momento di dare una svolta a questa tormentata stagione rossoblù.

Turi a Il Pungiglione: “Mi guardo intorno, devo dare una ‘casa’ ai miei ragazzi”

In esclusiva le dichiarazioni di Alberico Turi

Nel corso della trasmissione di ViViRadioWeb, Il Pungiglione Stabiese, abbiamo ascoltato il Direttore Responsabile del settore giovanile della Juve Stabia, Alberico Turi.

Perché Dan Berci non gioca ancora?: È un discorso di tesseramento, il transfert Fifa ancora deve arrivare e di conseguenza non può partecipare a gare ufficiali ma si sta solo allenando. Ha dovuto seguire un iter burocratico, abbiamo svolto tutto ciò che è stato richiesto dalle norme Uefa, garantendo diritto al ragazzo allo studio, vitto, alloggio e quanto richiesto dalle federazioni. È un nazionale rumeno, classe 99 che vanta diverse presenze nella serie B rumena, un ragazzo di prospettiva che sta facendo bene nelle varie nazionali laddove è stato chiamato. Ci sono grosse aspettative su di lui, partirà dal settore giovanile, poi se servirà alla prima squadra non ci saranno problemi visto che è stato tesserato in piena regola.

Settimana importante per la formazione Berretti al di là del pareggio, lodevole l’impegno profuso dai ragazzi, penalizzati però dal campo stretto di Casola: Sicuramente, lo sto ribadendo da diverso tempo, rammaricati di non poter usufruire del Romeo Menti, si deve fare di necessità virtù, la prima squadra attualmente guida il campionato e i ragazzi hanno bisogno di avere tutti i confort per potersi esprimere al meglio. Dispiace per il risultato visto che la nostra Berretti guida la classifica e dovrebbe sfruttare in tutti i modi le armi a nostra disposizione. Vi anticipo già da adesso che sabato prossimo i ragazzi del 2003 non potranno giocare a Castellammare in quanto mister Fontana dovrebbe rifare la rifinitura a tale ora e non essendoci la disponibilità del Menti sarà necessario andare su un altro campo per poter far giocare i nostri ragazzi. In attesa di una soluzione definitiva, in settimana sarò in un comune alle porte di Napoli affinché possiamo trovare la disponibilità di un impianto sportivo per il settore giovanile, sono costretto a trovare una soluzione definitiva. Non è possibile fare settore quando poi non hai una propria casa perché poi i calciatori ci si abituano a giocare. Se ricordate l’anno scorso ci fu tutta una diatriba tra il comune e la Juve Stabia e noi del settore giovanile riuscimmo a spuntarla in un certo modo accontentando spesso la prima squadra affinché si potesse allenare anche utilizzando i nostri orari. La problematica rimane sempre la stessa, sia per gli enti preposti e sia per il comune di Castellammare e della polizia di stato per tante regole che solo a noi vengono imposte. Non possiamo giocare di domenica mattina perché di pomeriggio gioca la prima squadra, sembra un paradosso e pure altrove giocano senza problemi e nessuno dice niente, mentre a Castellammare vi è questa usanza di bloccare tutto già di buon mattino. È il cane che si morde la code, evidentemente, alla Juve Stabia da’ fastidio, non voglio essere polemico ma non vedo questa grossa disponibilità visto che alla lunga persistono questi problemi di organizzazioni. Spero di risolvere il problema altrove, così non daremo più fastidio ai politici e alle autorità di polizia, forse si lamenterá qualche tifoso del settore giovanile, ma siamo esenti da colpe.

Un tuo commento sull’andamento dell’under 15 e l’under 17: Sono due formazioni competitiva soprattutto per quanto riguarda l’under 15. Tale formazione sta dando soddisfazione sotto tutti i punti di vista, un lavoro importante derivante dall’attività di base, proprio perché la nostra fortuna deriva dal lavoro di Saby Mainolfi. I collaboratori che scelgo hanno la più ampia visibilità, spero che Saby rimanga a lungo con la Juve Stabia al di là de fatto che ci sia o meno Alberico Turi. C’è un rapporto  viscerale tra me e lui: un figlio d’arte che è stato molto sfortunato in quanto poteva avere anche una carriera brillante come calciatore: aveva grosse potenzialità, forse non tutti lo sanno ma era una delle promesse del Milan a suo tempo. Anche i nostri tecnici hanno grosse qualità, da mister Belmonte a Nunzio Di Somma: stiamo cercando di portare tanta qualità nelle varie situazioni partendo dalle attività di base. Il discorso di fare l’attività di base sotto età è giusto visto che non vi è una regola precisa ma imposta dai grossi club, non per modestia, ma con l’aggiornamento costante, intraprendiamo l’attività di base con l’anno in meno proprio per dare quel tipo di agonismo in modo tale da preparare i ragazzi senza badare troppo al risultato che serve a ben poco, ma a mentalizzare e a spronarli nel confronto con gli altri.

Domenica guardando la partita degli allievi regionali di mister Macone, abbiamo apprezzato il suo modo di dirigere la gara, dispensando di continuo aiuti ai ragazzi: Gianluca viene dall’esperienza alla Mariano Keller, lavorando al fianco di Vincenzo Onorato e patron Righi. Negli anni scorsi la Mariano Keller è stata negli anni scorsi una scuola calcio d’eccellenza che faceva attività agonistiche, stiamo parlando di una grossa realtà nel napoletano all’avanguardia da un punto di vista strutturale che annoverava 1000 iscritti e bisognava prenotarsi due anni prima per poter portare il proprio figlio in tale scuola calcio. Stesso dicasi per Mandragora che è di tale provenienza. In giro si dirà che la Juve Stabia avrà avuto le sue pecche negli anni scorsi, forse magari qualche tecnico doveva esser messo più a suo agio, però gira e rigira tutti vogliono venire alla Juve Stabia seppur tanti “pallonari” dicono che non si può lavorare con il sottoscritto, o quelli che prendono convitti o quelli che vendono illusioni ai genitori. Tali persone possono parlar male del sottoscritto, ma le persone perbene del calcio vedi Enzo Montefusco e suo figlio sono amici miei. Faccio calcio in un certo livello non spendendo mai grosse cifre per l’acquisto di giovani promesse e così arrivano i risultati. Avrò perso qualche compagno di vecchia data per colpe non proprie, la vita ti toglie e ti da ed infatti ho conosciuto anche tante persone dalle quali ho ricevuto attestati di stima.

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Di Somma: “Ciciretti-Napoli? Nessuna trattativa, non c’è nulla”

Amato Ciciretti è il nome nuovo per l’ attacco azzurro. L’ esterno, classe ’93, di proprietà del Benevento sarebbe finito nel mirino di Cristiano Giuntoli e della società partenopea. Gli ultimi rumors di mercato parlano di un incontro tenutosi ieri tra il ds azzurro e l’ entourage del giocatore. La redazione di Tuttomercatoweb.com ha contattato in proposito Salvatore Di Somma, dg del Benevento, che ha rilasciato le seguenti dichiarazioni:

 

“Spero che l’incontro sia stato casuale, perché noi non sappiamo nulla. Ho saputo di questo incontro perché me l’hanno detto poche ore fa. Non c’è nulla, nessuna trattativa. L’incontro di ieri sera tra le parti è stato assolutamente casuale. E per il futuro? Beh, se chiama il Napoli, la Juve o chicchessia se ne parla, è normale. Ma oggi Ciciretti è e rimane un nostro giocatore”.

 

Da Tuttomercatoweb.com

Radio Crc – Difficile il recupero di Gabbiadini, a Udine ancora falso nueve

Manolo Gabbiadini non è ancora rientrato a lavorare in gruppo dopo il problema muscolare riscontrato durante il ritiro della Nazionale. Stando a quanto riferisce Radio Crc, l’ attaccante bergamasco difficilmente dovrebbe partire alla volta di Udine. Contro l’ Udinese Sarri riproporrà il falso nueve con Dries Mertens al centro dell’ attacco ancora una volta.

Mediaset – Dietro il rifiuto di Pavoletti c’è l’ esperienza alla Juve Stabia

Il Napoli è sempre sulle tracce di un nuovo attaccante da regalare a Maurizio Sarri nel mercato invernale. L’ indiziato principale resta Leonardo Pavoletti del Genoa. Il ragazzo, però, nonostante un’ intesa di massima tra i due club di 18-20 milioni continua ad essere scettico riguardo la destinazione partenopea. Stando a quanto riferisce Sport Mediaset , il motivo del continuo rifiuto sarebbe legato ad un’ esperienza personale avuta al Sud quando militava tra le fila della Juve Stabia.

Liviero: ”I nostri tifosi sono fondamentali per noi, ci aiuteranno anche con il Lecce. Se segno, esulto” VIDEO

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Per la consueta conferenza stampa infrasettimanale si è presentato al Menti il terzino delle vespe, ex Lecce, Matteo Liviero.

Ecco le sue dichiarazioni live dal Menti:

“Per come si era messa la partita, il punto di Caserta è un punto importante. Mi è piaciuta la nostra reazione e credo che se avessimo avuto qualche minuto in più l’avremmo vinta. Non penso ai risultati degli altri ma ai nostri, dobbiamo pensare a noi stessi e a fare il massimo. Una volta fatto il massimo noi siamo sereni senza pensare alle altre squadre. Lecce? Sono contento di essere arrivato a titolo definitivo alla Juve Stabia, mi sento parte importante del progetto Juve Stabia. L’anno scorso ero a Lecce e sarà una partita particolare per me, ora però penso solo ed esclusivamente alle vespe. Lecce è una piazza importante che ha tanti giocatori forti, alcuni li conosco in quanto hanno giocato con me. Sicuramente studieremo i loro punti di forza e i loro punti deboli, chiaramente alcuni punti deboli li conosco essendo ex miei compagni. Sicuramente andremo in campo per fare la partita. Non c’è rammarico per il match di Caserta perché abbiamo dato tutto, siamo andati sotto e abbiamo trovato il pari. Dobbiamo continuare ad avere un gruppo unito e ad andare al 200% in ogni partita. Abbiamo una rosa importante con tante alternative, il mister ha cambiato tanti giocatori ma il nostro modo di giocare è rimasto invariato. Questo vuol dire che tutti sono importanti e nessuno è indispensabile. Tutti ci adattiamo alle qualità dei compagni e questo ci aiuta. A mio avviso un grande giocatore è quello che mette nelle migliori condizioni i suoi compagni. I tifosi? È stato davvero bello vederli al Pinto, dobbiamo continuare a coinvolgerli perché solo così continueranno a spingerci. In casa si avverte tanto il loro supporto e questo, finora, ha fatto la differenza. Se segno contro il Lecce? Esulto per la gioia del momento, mi piacerebbe molto segnare. Nulla contro il Lecce.”

Salvatore Sorrentino

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Russo: ”Lecce grande squadra. Dobbiamo essere compatti per fare una grande partita” VIDEO

Per la consueta conferenza stampa infrasettimanale si è presentato al Menti il portiere delle vespe Danilo Russo.

Ecco le sue dichiarazioni live dal Menti:

“A Caserta è stata una partita aperta in cui entrambe le squadra hanno giocato bene. Siamo stati bravi a recuperare il risultato dopo lo svantaggio, fuori casa è sempre difficile scardinare la difesa avversaria, soprattutto in rimonta. Questo è da lodare. Grazie ai tifosi è stato come giocare in casa, l’atmosfera era ideale la differenza l’ha fatta il manto erboso. I nostri tifosi sono molto passionali e noi non ci sentiamo mai soli. Lecce? In lega pro è difficile trovare una squadra che ammazzi il campionato, in quanto il campionato è abbastanza equilibrato. Sappiamo che è una grandissima squadra ma anche noi lo siamo, siamo contenti di quello che abbiamo fatto finora con la consapevolezza che dovremo fare ancora di più per continuare su questa strada. Fontana? Mi chiede di giocare molto alto e di giocare molto con i piedi e questo mi fa essere più concentrato perché non devo occuparmi solo della porta ma anche di altre zone del campo. Atteggiamento? Sappiamo come dobbiamo scendere in campo contro il Lecce, una squadra ben allenata e ben allestita. Ripeto, però, che sappiamo cosa fare per batterli. Sarà un’altra gara aperta e credo equilibrata. Dobbiamo essere uniti e compatti per uscire vincitori da questo difficile match. Il mio campionato? Sono soddisfatto del mio campionato personale, anche se è abbastanza normale che si può migliorare dai proprio errori. Tifosi? Siamo contenti di aver riportato entusiasmo finora, sono contento di vedere tutta questa felicità e questo entusiasmo, mi auguro che venga sempre più gente a sostenerci.”

Salvatore Sorrentino

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L’Esercito indigeno italiano: una realtà eroica – Le campagne di Grecia e Creta (2)

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Innesti culturali sul filo dei ricordi e della Storia per la rubrica ”PILLOLE DI STORIA”

L’esercito indigeno italiano dal 1885 al 1941 fu protagonista della vita nelle Colonie. Migliaia di Caduti nel nome dell’Italia.

PARTE 2 – L’ASSURDA AGGRESSIONE ALLA GRECIA NEL 1940

Retroscena di una guerra fatta per irresponsabile rivalsa. Nonostante il categorico impegno del Duce di “spezzare le reni alla Grecia”, poco mancò che fossimo cacciati dall’Albania.

È una frase d’autore pronunciata da Benito Mussolini il 18 novembre 1940, giorno dell’anniversario delle sanzioni economiche irrogate all’Italia, cinque anni prima, dalla Società delle Nazioni a seguito dell’invasione coloniale dell’Abissinia. Essa nasce da un discorso tenuto a Piazza Venezia alla presenza di tutti i gerarchi provinciali del Partito Nazionale Fascista convocati per il Gran Rapporto, poi trasmesso anche dalla radio italiana, dovuto alla disastrosa situazione della campagna italiana di Grecia:

« Affermai cinque anni fa: spezzeremo le reni al Negus. Ora, con la stessa certezza assoluta, ripeto assoluta, vi dico che spezzeremo le reni alla Grecia in due o dodici mesi poco importa, la guerra è appena cominciata! »

(Benito Mussolini)

Il 23 febbraio 1941, a distanza di tre mesi dal primo discorso, Mussolini fece un annuncio sulle imminenti sorti della campagna di Grecia, così affermando: “fra poco verrà il bello”.

L’espressione spezzare le reni/spezzeremo le reni a… sopravvive soprattutto come parodia dello stile militaresco fascista, secondo un intento subito affermatosi nell’uso, anche nella cinematografia italiana. Un esempio è l’uso che ne fa Totò nel film Totò contro Maciste, di Fernando Cerchio, del 1962:

« Tebani, abbiamo lance, spade, frecce, mortaretti, tricche tracchi e castagnole. E con queste armi potenti, dico armi potenti, noi, noi, spezzeremo le reni a Maciste e ai suoi compagni, a Rocco e i suoi fratelli! Valoroso soldato tebano, mio padre da lassù ti guarda e ti protegge. Armiamoci e partite! Io vi seguo dopo »

(Totò in Totò contro Maciste)

Era un chiaro riferimento ad un discorso del Duce, comandante in capo delle truppe italiane, pronunciato ai Quadri del partito il 18 novembre 1940 quando era già in corso la campagna di Grecia: “Affermai cinque anni fa ‘spezzeremo le reni al Negus’. Ora, con la stessa certezza assoluta, ripeto, assoluta, vi dico che spezzeremo le reni alla Grecia …”. È quindi il caso di dire che Mussolini è stato, in certo modo, anche l’ispiratore di Totò.

Tale utilizzo ironico viene favorito anche dalla memoria storica, che ricorda la sproporzione tra la tracotanza eroica delle parole e la dura realtà dei fatti, con le numerose sconfitte che il Regio Esercito Italiano patì dalle meno quotate forze armate elleniche, che rende ancora più assurda e iperbolica la locuzione.

Per anni la frase “spezzeremo le reni” è rimasta nel linguaggio comune soprattutto come parodia e utilizzandola ogni qualvolta c’era un incontro sportivo tra squadre italiane e greche oppure per indicare un’operazione il cui esito si dava per certo e che non si sarebbe realizzata. Pertanto il Duce del fascismo è passato alla Storia non solo per la gaffe del bagnasciuga (invece della battigia) ma anche per colui che aveva in programma di spezzare le reni alla Grecia non riuscendovi.

L’entrata in guerra dell’Italia il 10 giugno 1940 è determinata dai fulminei successi tedeschi nel nord Europa per cui Mussolini, con spiccato senso realistico, accorre … in aiuto del vincitore. I successi di Hitler creano nel Duce un vero e proprio complesso d’inferiorità e di gelosia verso l’alleato tedesco al quale va tutto bene e, soprattutto, gli nasconde gli obiettivi della sua politica espansionistica. Il Duce cova quindi il desiderio di una vittoria tutta sua che possa dare un “peso” alle future pretese territoriali e d’influenza politica da dettare al tavolo della pace. La campagna di Francia non è stata proprio un successo e l’offensiva in Africa Settentrionale non riesce ad andare oltre i 100 km. di deserto in territorio egiziano fermandosi a Sidi El Barrani. Questo è il quadro politico-militare che si presenta al Duce nell’ottobre 1940.

Hitler, molto più concretamente, si preoccupa di precostituirsi basi sicure alle spalle del futuro schieramento verso Est, il suo recondito obiettivo finale.

Nell’ottobre 1940 un fatto nuovo viene a scombinare la situazione politica: i Tedeschi, che hanno già sotto vigilanza i pozzi petroliferi romeni di Ploesti, occupano militarmente la Romania. Mussolini, preoccupato per il maggior peso tedesco nei Balcani sui quali ha mire d’influenza politica, soprattutto non tollera l’ennesimo sgarbo della politica del fatto compiuto che Hitler attua sistematicamente nei suoi confronti in aperta violazione del Patto d’Acciaio. È l’occasione che fa scattare la molla per ripagare l’alleato con la stessa moneta. Prende così corpo un vecchio progetto e, preconizzando una “sua” blitzkrieg, pensa anch’egli ad attuare la politica del fatto compiuto: invadere la Grecia senza preavvertire l’alleato.

Già in precedenza, per la verità, aveva timidamente manifestato ad Hitler un interesse verso la Grecia ma ne era stato dissuaso per concrete e valide ragioni strategiche. Hitler aveva infatti evidenziato gli aspetti negativi di tali mire perché avrebbe fornito alla Gran Bretagna l’occasione di accorrere in aiuto alla Grecia avvicinando così l’insidia nemica ai pozzi petroliferi romeni, insidia che si sarebbe estesa conseguentemente alla stessa Italia Meridionale.

La Grecia ha un regime di tipo fascista, finanche con tanto di saluto “romano”, (contrabbandato per “greco”) ed il suo presidente, Metaxas, è un ammiratore di Mussolini. Ma c’è solo la Grecia disponibile perché confina con l’Albania e, quindi, occorre accontentarsi di quello che passa il convento. Non esistono motivazioni politiche o strategiche, quanto meno immediate: è solo un “capriccio”!

La decisione “irrevocabile”, secondo le migliori tradizioni mussoliniane, è presa il 15 ottobre del 1940 e la data per l’attuazione fissata al 26 ottobre. Alla riunione prendono parte il Ministro degli Esteri e genero del Duce, Galeazzo Ciano, il Capo di Stato Maggiore Generale Badoglio, il Sottocapo di Stato Maggiore dell’Esercito Roatta (il Capo di S.M. Graziani è ormai in Libia in pianta stabile), il Luogotenente in Albania Jacomoni di San Savino, il comandante delle Truppe d’Albania gen. Visconti Prasca. Che l’Albania sia al di là del mare per cui i rifornimenti devono necessariamente provenire dalla Madrepatria attraverso il Canale di Otranto, è un particolare trascurabile per cui non si ritiene necessaria la partecipazione di Marina ed Aeronautica. Così come superflua è ritenuta la partecipazione dell’Ambasciatore ad Atene, Grazzi, che dovrebbe fornire notizie sulla situazione interna del Paese candidato a divenire nemico. Ma Grazzi è notoriamente contrario all’intervento e le voci discordanti non sono gradite al dittatore fascista.

Il Duce ha deciso e le decisioni non si discutono: non è lui che regge i destini della Patria? È così che l’uomo dalle decisioni immediate ed irrevocabili, quasi si dovesse organizzare una gita fra amici, dispone che nel giro di 11 giorni occorre scatenare una guerra ed aprire un nuovo fronte.

Sul piano tattico l’aggressione dovrebbe avere il vantaggio della sorpresa ma non si trascura nulla perché si intravedano le vere intenzioni che, fra l’altro, hanno anche avuto dei segnali premonitori nel recente passato. Da qualche tempo è stata infatti riesumata una vecchia rivendicazione albanese: la zona costiera del confinante Epiro, la Ciamuria, nel 1918 è stata assegnata alla Grecia nonostante la presenza di una maggioranza etnica albanese e l’Italia, quella “fascista”, sensibile alle rivendicazioni delle minoranze etniche oppresse, si erge a difesa dei diritti degli Albanesi soggetti alla sovranità greca. Una radio da Argirocastro, località albanese prossima al confine, trasmette, in lingua albanese e greca, un’attiva propaganda per predisporre le popolazioni ciamuriote di etnia albanese alla rivolta contro i Greci. I Ciamurioti dovrebbero insorgere e costituire una forte “quinta colonna” per agevolare l’avanzata trionfale delle nostre truppe. Di ciò si è fatto garante, con tanto di spesa a bilancio, il Luogotenente d’Albania in ciò sostenuto dal Ministro degli Esteri Galeazzo Ciano.

Naturalmente la Grecia ha tutto il tempo di mobilitare l’Esercito con un’azione discreta e nello stesso tempo preparare psicologicamente la popolazione alla “resistenza contro aggressioni esterne”.

Nel suo studio di Palazzo Venezia, il Duce, svestita ormai da tempo la vecchia divisa grigioverde di caporale dei Bersaglieri della prima guerra mondiale, autonominatosi, alla vigilia dell’entrata in guerra, comandante in capo delle Forze Armate, impartisce le necessarie istruzioni e le strategie per la “sua” guerra. Il piano: puntare attraverso la catena montuosa del Pindo al passo di Metzovo per tagliare in due lo schieramento greco della Macedonia e dell’Epiro, occupare Giannina e proseguire per Salonicco. Solo in un secondo tempo scendere verso la capitale. Per appoggiare l’avanzata sul litorale epirota, occupare le isole di Corfù, Cefalonia e Zante. L’occupazione del litorale greco avrebbe poi consentito l’utilizzo dei porti di Prevesa ed Arta, più ricettivi dei porti albanesi di Durazzo e Valona che sarebbero rimasti lontani dalle linee. La logistica sarebbe stata quindi garantita dai porti occupati. La ciliegina sulla torta sarebbe stato un contestuale attacco della Bulgaria che avrebbe avuto l’occasione propizia per soddisfare la sua antica aspirazione di acquisire la Macedonia e lo sbocco al mare.

Il piano, per onestà occorre riconoscerlo, è perfetto anche se non tiene conto di un fattore non certo trascurabile: l’adesione della Grecia che, purtroppo, non ci sarà! A nulla vale che i Capi di Stato Maggiore delle tre Armi, tre giorni dopo la riunione di vertice dell’11 ottobre, si pronuncino nettamente contrari all’ aggressione: non ci sono le condizioni tecnico-militari per affrontare una guerra lontano dal territorio nazionale. In proposito la Marina, inopportunamente non invitata alla riunione delll’11 ottobre, fa sapere che il porto di Prevesa non può essere utilizzato per il semplice fatto che i fondali sono troppo bassi ed i rifornimenti devono attraversare l’Adriatico e lo Ionio col pericolo costante dei sommergibili britannici.

Inoltre, i porti di Durazzo e Valona, non solo non possono sopportare un ritmo costante di materiali per la limitata capacità delle strutture, ma vengono a trovarsi lontani dalle linee e, per di più, le strade non sono adeguate a consentire un agevole trasporto dei rifornimenti. In questo quadro assolutamente negativo, Badoglio riesce solo ad ottenere un rinvio di due giorni: sarà per il 28 ottobre, data storica del fascismo: questa volta invece che su Roma la marcia sarà su Atene, almeno nelle intenzioni.

Un ultimo tentativo, almeno per ritardare l’azione, è la previsione di forti perturbazioni atmosferiche che aggraverebbero la situazione logistica ed impedirebbero l’intervento dell’Aviazione. ma il Duce, nella sua lungimiranza strategica, obietta che le condizioni avverse sarebbero state analoghe anche per i Greci non tenendo conto che la situazione grava di più su chi attacca.

Intanto la Bulgaria fa sapere che non è interessata al problema greco per cui viene a mancare uno dei pilastri della “guerra da risiko” predisposta a Palazzo Venezia. Non ci sarà neanche l’occupazione delle isole Ionie, a causa del cattivo tempo, per cui mancherà l’appoggio dal mare alle truppe del litorale. Le condizioni atmosferiche avverse non consentiranno gli interventi dell’Aeronautica. Verrà poi meno anche l’appoggio degli Albanesi di Ciamuria e la preventivata defezione delle truppe greche. Anche se ci sono tutti i fattori negativi, si parte lo stesso. Il Duce non è il novello Cesare? Quindi, “il dado è tratto”!

Il comandante in capo delle Forze d’Albania ha dichiarato che il contingente militare è senz’altro sufficiente. Ci sono 9 Divisioni mentre precedenti piani operativi, predisposti nel passato, ne prevedevano in numero maggiore (“Piano 1939” gen. Guzzoni: 20; “Piano luglio 40” gen. Geloso: 11). Purtroppo subentra anche la cupidigia personale che dimostra con quanta superficialità ed incoscienza è preparata una guerra: il gen. Visconti Prasca vede profilarsi, con l’aggressione alla Grecia, la promozione a generale d’Armata. Le Forze disponibili in Albania equivalgono infatti all’organico di un’Armata anche se divisi in due Corpi d’Armata per cui la vittoria gli frutterebbe la promozione automatica per il riconoscimento di una funzione già svolta sul campo. Rifiuta, pertanto, eccessivi rinforzi per eludere l’eventualità della designazione di un superiore di grado che avrebbe sconvolto i suoi piani personali. Incredibile ma vero!

L’Esercito dell’Italia fascista è anche questo!

All’alba del 28 ottobre 1940, dopo un ultimatum-farsa di appena 3 ore con richieste pretestuose al Capo del Governo greco, le Truppe partono all’attacco. Fin dalle prime battute la prevista “passeggiata militare” si tramuta in un fallimento. Le strade sono invase dal fango che ostacolano qualsiasi movimento di mezzi (troppo pochi), uomini e quadrupedi. I fiumi sono in piena e non possono essere guadati anche per mancanza del materiale idoneo a sostituire i ponti ovviamente fatti saltare dai Greci. Da novembre ad aprile, fino a quando non interverrà da nord l’Armata tedesca, sarà un continuo indietreggiare ed un invio affrettato di truppe dall’Italia per tappare le falle ed impedire, a costo di enormi sacrifici umani, che i Greci non ci buttino in mare.

L’aggressione alla Grecia, alla quale il Duce aveva garantito che avremmo spezzato le reni, costa la più grande umiliazione che l’Esercito italiano abbia mai subito. Solo il sacrificio illimitato dei nostri soldati, primi fra tutti gli Alpini (la leggendaria Julia su tutti), riusciranno ad ergere un muro difensivo sulle ultime propaggini montagnose albanesi per impedire che i Greci si riversino nella pianura e raggiungere il mare.

La guerra del Duce non è in Grecia ma in Albania!

Quando in aprile i Tedeschi, obbligati dalle circostanze, intervengono in nostro aiuto, sfonderanno le linee greche nel giro di una ventina di giorni. I Greci saranno costretti a chiedere un armistizio ai Tedeschi quando un terzo d’Albania è nelle loro mani. Così com’era già accaduto con la Francia, anche i Greci non intendono chiedere l’armistizio all’Italia e nel primo protocollo di resa sarà chiesto ai Tedeschi addirittura di interporsi fra loro e le nostre truppe per impedirne l’entrata in territorio greco. Infatti, quando le avanguardie della Divisione Casale raggiungeranno il Ponte di Perati, luogo storico sul confine greco-albanese, i Tedeschi bloccheranno i nostri soldati spinti all’inseguimento dei Greci che si ritirano. Sarà l’intervento di Hitler ad imporre al suo comandante d’Armata in Grecia di pretendere, quale condizione di accettazione della resa (come accaduto con la Francia), che venga chiesta anche al comandante italiano.

L’assurda campagna di Grecia, una guerra voluta per una ripicca nei confronti dell’alleato tedesco, costituisce il più grave errore politico-militare del Duce. L’aggressione ad un popolo affine per cultura e retto da una classe politica ideologicamente vicina al regime fascista, con un modesto peso nell’agone internazionale che nessuna minaccia avrebbe potuto portare alla politica mussoliniana nel Mediterraneo, “mare nostrum”, costituirà una svolta fondamentale sull’intera guerra e sulla sua sorte finale. È evidente che la storia non si fa con i “se” ma una considerazione sul “colpo di testa greco” è d’obbligo.

Intanto la profusione di mezzi ed energie umane trasfuse in Grecia in sei mesi non consentirà di riversarle in Africa Settentrionale per tentare l’avanzata fino al canale di Suez con l’obiettivo di raggiungere i pozzi petroliferi del Medio Oriente. Soprattutto, la rotta in Albania costringerà i Tedeschi all’intervento con la conseguenza di far slittare l’aggressione all’Unione Sovietica: il ritardo sarà fatale per il sopraggiungere dell’inverno che bloccherà l’avanzata delle Armate tedesche alle porte di Mosca.

Alla fine delle ostilità, dalle 9 Divisioni iniziali, il contingente italiano salirà a 26 strutturato su 2 Armate e 6 Corpi d’Armata. Saranno cambiati, in corsa, tre comandanti in capo ed il Capo di Stato Maggiore Generale. Peseranno, però, molto di più, le paurose cifre a consuntivo: 13.755 morti, 25.067 dispersi, 50.874 feriti, 12.368 congelati, 52.108 ricoverati in luoghi di cura. Il tutto perché il Duce, fondatore dell’Impero, punto nell’orgoglio in seguito all’occupazione tedesca della Romania, vuole ripagare il suo alleato Hitler della stessa moneta e farlo trovare di fronte al fatto compiuto. Diventa così anche l’ideatore della “guerra per ripicca”.

Non bisogna poi dimenticare che le conseguenze della campagna di Grecia si riproporranno, in maniera drammatica, in occasione dell’armistizio del 1943 quando le nostre truppe colà dislocate subiranno morte e deportazione. Valga per tutte la strage dell’epica Divisione Acqui a Cefalonia e Corfù.

Ritornando indietro nella Storia, per ostacolare la follia bellica dell’ottobre 1940 sarebbe stato necessario il Mussolini rivoluzionario del 1911, quando, alla testa dei “proletari” forlivesi, aizzò i partecipanti allo sciopero generale contro l’invio di truppe in Libia. Per due giorni Forlì fu teatro di disordini con tagli di fili telegrafici e blocco delle rotaie dei treni per impedire la partenza dei richiamati. Nel 1940 avrebbe dovuto impedire, con analoga foga rivoluzionaria, l’avvio di truppe verso il macello greco-albanese.

Ma ormai Mussolini ha subito la metamorfosi politica, è diventato il Duce dell’Italia fascista, di una Potenza militare che, evidentemente, esiste nella sua fantasia e sarà proprio lui a dimostrarlo con l’assurda aggressione alla Grecia, il Paese al quale voleva spezzare le reni.

Inconsciamente pose solo le premesse perché le reni fossero spezzate a lui.

Giuseppe Vollono

COLLEGATA: L’Esercito indigeno italiano: una realtà eroica – Le campagne di Grecia e Creta (1)

(prima edizione Gennaio 2005) novembre 2016