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I lampi di Lorenzo…Il Magnifico!

I lampi di Lorenzo…Il Magnifico!

La trasferta di Udine riconsegna al campionato uno dei suoi talenti più cristallini: Lorenzo Insigne, per i tifosi napoletani Lorenzo il Magnifico. Il piccolo attaccante di Frattamaggiore illumina con due lampi il temuto e insidioso anticipo in scena alla Dacia Arena. In mancanza del bomber ufficiale, il polacco Milik, ancora alle prese con il recupero dall’infortunio al ginocchio, Insigne decide di diventare protagonista; marca due volte il tabellino e si riprende il suo Napoli, regalando tre punti importantissimi in uno stadio che da anni è una vera e propria croce per i partenopei. Dopo un primo tempo apatico, e con gli avversari più decisi e volenterosi, gli azzurri sono scesi in campo nella ripresa molto più tonici e decisi.

Di certo Sarri avrà richiamato alle proprie responsabilità i vari talenti dell’attacco: conoscendoil suo temperamento sanguigno, i muri dello spogliatoio avranno tremato! E allora ecco lo scugnizzo mostrare tutto il suo valore: agli assist precisi al millimetro, vero pezzo forte della casa, aggiunge due perle: senso della posizione assoluta in occasione del primo gol, che vede Insigne pronto a scartare il cioccolattino servito dal sempre presente Callejon; rapidità da cobra nel secondo, sull’erroraccio del difensore friulano Widmer. Fulmineo anche il gol di Perica, lungaccione subentrato dalla panchina, che vola in cielo e la mette lì dove nessuno può arrivare. Il gol dei padroni di casa serve solo a rendere più sofferto il finale di partita, ma i bianconeri sono senza più ossigeno. Oltre ai gol, per Insigne, nel mezzo, un bolide da fuori, che scheggia la traversa, con deviazione decisiva del portiere dell’Udinese. Mattatore di giornata, Lorenzo il Magnifico, che come l’omonimo fiorentino decide di essere protagonista della bellezza; in un’arte moderna come è il calcio, bisogna aspettare che i più talentuosi mettano sul piatto tutta la loro bravura, per divertire i tifosi e riconciliarci con i valori dello sport. Campioncini così, andrebbero tutelati e coccolati, anche per allontanare sgradevoli sirene di lingua straniera, che spesso provano a depauperare il calcio italiano dei nostri migliori gioielli. “Intelligenti pauca”, dicevano i latini: oggi si direbbe, a buon intenditor, poche parole…

a cura di Fabiano Malacario

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La svolta della Merkel: no al multiculturalismo ed espulsioni per chi non si integra

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Per cercare di restare Cancelliera Angela Merkel sposa la linea dura. All’indomani dell’annuncio della candidatura per il quarto mandato, Alessandro Alviani è in grado di anticipare il documento che il partito della Cdu approverà al congresso. I contenuti denotano una svolta sul tema dell’immigrazione: no al multiculturalismo ed espulsioni per chi non si integra.

Merkel sposa la linea dura per restare Cancelliera

Nel documento che la Cdu approverà al congresso di Essen il no al multiculturalismo ed espulsioni per chi non si integra

BERLINO – Riportare in Nordafrica i profughi salvati nel Mediterraneo piuttosto che condurli in Italia, vietare il velo integrale e difendere la «Leitkultur» (la cultura guida tedesca) come elemento «unificante» della società. Sono alcune delle richieste contenute in una mozione approvata ieri dai vertici della Cdu che racchiude i principi cardine su cui i cristiano-democratici costruiranno la campagna elettorale per assicurare un quarto mandato ad Angela Merkel nel 2017. Il documento di 21 pagine, visionato da «La Stampa», sarà discusso al congresso del 6 e 7 dicembre a Essen.

La Cdu annuncia di volersi opporre alle tendenze populiste: «Il populismo, l’isolamento dall’esterno, il protezionismo e la spaccatura della società non rappresentano una risposta ai problemi impellenti del presente e del futuro, finora non hanno funzionato mai e da nessuna parte». Emblematico il fatto che dal testo finale sia scomparso il riferimento all’obiettivo di riconquistare i voti dei «perdenti della modernizzazione», una formula che bollava in modo troppo negativo gli elettori passati alla AfD. Ora si parla solo di «riconquistare la fiducia perduta».

Dal documento emerge però in modo evidente anche il tentativo del partito di Merkel di ricucire lo strappo coi cugini bavaresi della Csu, rafforzando il proprio profilo conservatore. «Vogliamo impedire l’immigrazione per vie traverse che passa per l’abuso del diritto d’asilo», i richiedenti asilo la cui domanda è stata respinta «devono essere riportati nei loro Paesi di origine o transito», si legge. «Il nostro obiettivo è combattere con successo l’immigrazione illegale dai Paesi africani, che spesso non è dovuta a persecuzioni o guerre civili, ma a necessità economiche e sociali, e impedire dunque che decine di migliaia di persone continuino a mettere a rischio la loro vita. A tal scopo vogliamo stringere con gli Stati africani accordi sul modello di quello Ue-Turchia» e creare «possibilità di raccolta» dei profughi «sul posto». Ciò «può significare anche riportare indietro sulle coste africane le persone che vengono salvate dalle imbarcazioni dei trafficanti» e occuparsi di loro lì.

I cristiano-democratici vorrebbero realizzare anche «zone di transito» alle frontiere nelle quali esaminare le richieste d’asilo ed elencano la chiusura della rotta balcanica – criticata a lungo da Merkel – tra le iniziative che hanno avuto «successo» per ridurre l’immigrazione illegale. Gli eventi del 2015, quando quasi un milione di rifugiati entrarono in Germania, «non dovranno ripetersi» – una concessione alla Csu.

Chi si rifiuta di integrarsi «deve fare i conti con sanzioni che vanno fino a tagli alle prestazioni sociali e all’espulsione». La Cdu si oppone poi al velo integrale e vuole sfruttare tutte le possibilità legali per vietarlo. Il partito si schiera contro «l’abuso dell’Islam per l’odio, la violenza, il terrorismo e l’oppressione», vorrebbe arrivare a chiudere le moschee in cui si predica la violenza ed espellere i «predicatori d’odio». Gli imam, che oggi arrivano spesso dalla Turchia, «dovrebbero essere formati in Germania».

Chiesti anche più poteri per la polizia, più videosorveglianza e pene più alte per i furti negli appartamenti. Nella prossima legislatura la Cdu non intende contrarre nuovi debiti, né aumentare la pressione fiscale e vorrebbe sfruttare i margini disponibili per un terzo per investimenti infrastrutturali, per un terzo per sgravi fiscali (specie a favore delle famiglie e delle persone con redditi medio-bassi) e per un terzo per aumentare le spese di Esteri e Difesa e ridurre il debito.

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Visco, appello alla politica: ”Non sia miope e rinunci agli slogan”

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Visco non esclude “un intervento pubblico sulle banche in difficoltà”. In Europa però l’esito del voto mette in allarme gli analisti che temono l’instabilità per l’area Ue.

Marco Bresolin spiega i quattro scenari possibili.

Nell’Unione il brivido del referendum: “C’è un rischio-Italia per l’Eurozona”

Analisti e mercati temono quattro scenari post-voto perché comportano instabilità

Che risveglio ci aspetta il prossimo 5 dicembre? Se lo chiede l’Europa. Quella delle istituzioni, della finanza e delle cancellerie, che da settimane si interroga sugli scenari post referendum italiano. Dalle urne possono uscire solo due risultati, ma gli scenari possibili almeno quattro. E basta farsi un giro tra analisti, politologi e osservatori per capire che ogni ipotesi nasconde insidie e suscita preoccupazioni. Come dire: comunque vada, non sarà un successo.

Si va dai timori di poco superiori a quelli per la situazione attuale (l’Italia continua ad essere un osservato speciale) a scenari più catastrofistici, come quello dipinto ieri sul Financial Times da un articolo di Wolfgang Münchau, che in Italia ha dato un elemento in più di dibattito ai due fronti contrapposti. Per l’opinionista, una vittoria del No darebbe inizio a una «crisi della zona euro» e nel nostro Paese potrebbe verificarsi «una sequenza di eventi che metterebbe in dubbio l’appartenenza italiana alla zona euro».

LEGGI ANCHE: Visco rassicura i mercati: ”L’agenda italiana non può cambiare”

Il ragionamento è un po’ più complesso della facile sintesi «Se vince il No, l’Italia esce dall’euro», ma il tenore dell’articolo mette in mostra una certa preoccupazione che aleggia negli ambienti finanziari. Anche il Wall Street Journal ieri ha dato conto del fatto che sono bastati gli ultimi sondaggi (con il No in vantaggio) per «innervosire gli investitori». Goldman Sachs, nel suo Outlook sull’Europa, afferma che per l’Italia c’è «un rischio materiale per le previsioni di crescita» e che la vittoria del No «ostacolerebbe gli sforzi per ricapitalizzare le banche italiane più deboli».

Primo scenario

Se dovesse vincere il No, negli occhi degli osservatori ci sono almeno tre ipotesi teoriche sul campo. Renzi si dimette e viene formato un nuovo governo, Renzi rimane nonostante la sconfitta (o ritorna con nuovo incarico), oppure si scivola nel voto anticipato. Un governo-traghettatore verso il voto del 2018? «Sarà molto importante capire se questo governo continuerà sulla strada delle riforme iniziate da Renzi – spiega Guntram Wolff, direttore del think tank di Bruxelles Bruegel -. La crescita italiana deve essere sostenuta e c’è ancora molto lavoro da fare».

Secondo scenario

E se invece Renzi dovesse rimanere in sella nonostante la sconfitta? Anche in questo caso non mancano le preoccupazioni. Nei palazzi dell’Ue sono convinti che «comunque Renzi è garanzia di stabilità». Lo dice, dietro anonimato, una fonte della Commissione, dove però nessuno vuole esprimere giudizi «ufficiali» per evitare accuse di «intromissione». «Ma per Bruxelles sarebbe un brutto colpo – ragiona Pablo Rodriguez, corrispondente dalle istituzioni europee del quotidiano spagnolo El Mundo -. Prima di tutto perché sarebbe il quarto referendum in un anno in cui la gente vota anche contro l’Europa. Poi ci sono le incognite sul possibile cambio di atteggiamento di Renzi. Con una sconfitta reindirizzerebbe la sua politica in una chiave meno europeista, per parlare all’elettorato di Lega e Cinque Stelle».

Terzo scenario  

E se dopo la vittoria del No si andasse presto al voto? In pochi ci credono, perché i «rischi» dovuti alle «minacce» di un’avanzata populista sono troppo forti. «La vittoria delle opposizioni – prevede Mario Telò, docente all’Università Libre di Bruxelles e alla Luiss di Roma – verrebbe condizionata da posizioni estremiste e anti-euro, con effetti disastrosi per la credibilità politica ed economica italiana. Uno scenario “weimariano” da 1932-‘33».

Quarto scenario

E se vincesse il sì? Non tutti si aspettano rose e fiori, anzi. Per Karel Lannoo, Ceo del Centro per gli Studi Politici Europei di Bruxelles, «non bisogna farsi illusioni. Perché Renzi avrà davanti a sé una sfilza di problemi da risolvere. Penso al settore bancario, oppure ai conti pubblici, con i livelli alti di deficit e debito». Interessante il punto di vista di Tobias Piller, storico corrispondente in Italia della tedesca Frankfurter Allgemeine Zeitung. «Vincendo il referendum – spiega – Renzi pretenderà di prendere la guida dell’Europa. Ma l’atteggiamento del premier, che vuole una revisione dei trattati e spinge per non inserirci il Fiscal Compact, rischia di avere effetti opposti in Germania. Da noi alimenterebbe il populismo, visto che un partito come l’Afd è nato proprio sull’onda delle critiche a Italia e Grecia».

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Visco rassicura i mercati: ”L’agenda italiana non può cambiare”

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Ignazio Visco, 67 anni compiuti ieri, è al vertice della Banca d’Italia dal 1° novembre 2011. Nato a Napoli, è cresciuto a Roma ed è stato allievo di Federico Caffé

In un’intervista che apre la Stampa di oggi, il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco rassicura i mercati in vista del referendum: “L’agenda italiana non può cambiare” spiega. “Sì o No, avanti con le riforme in qualunque caso”.

“La politica economica non sia prigioniera dell’emergenza”

Parla Ignazio Visco, governatore di Bankitalia: “Sulle banche in difficoltà l’intervento pubblico non è escluso, ma ci sono delle regole da rispettare”

Con una matita nera ben temperata, Ignazio Visco ripropone su un foglio di carta intestata della Banca d’Italia il grafico «referendario» che molto ha fatto discutere venerdì scorso, una successione di curve morbide che a un certo punto si impennano. «Era solo la constatazione di un fatto», concede il governatore. «Indicava l’aumento della volatilità e dei rischi attesi sui mercati in vista della consultazione». In altre parole, era l’immagine di una situazione che genera una percezione di incertezza «molto più grande del solito», alimentata dall’assenza di «chiarezza su quella che sarà la risposta successiva all’esito del referendum». Un’interferenza? Per nulla, assicura: «Vorrei solo mettere in luce il fatto che qualunque sia il risultato della consultazione, all’indomani del voto la direzione di marcia non potrà che essere quella di proseguire nella ricerca della risposta giusta ai cambiamenti». Succederà? «Vi sono tutte le possibilità per incidere positivamente sulla struttura produttiva e sul modo di funzionare».

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Dal primo piano di Palazzo Koch tutto sembra più chiaro, sebbene non necessariamente facile. La stanza è ampia, immensi gli arazzi seicenteschi che raffigurano le battaglie di Alessandro il Grande, storie di imperi, sempre attuali ieri come oggi che comincia l’era Trump. «Viviamo tempi incerti», ammette Visco e «ne risentono la dinamica degli investimenti e la crescita dell’economia». Anche quest’anno lo sviluppo europeo sarà una frazione di quello cinese. E allora viene naturale chiedere se non si sia finiti diritti nella trappola della stagnazione secolare.

«Non credo», risponde Visco. «Siamo in una fase di grandi cambiamenti e l’adattamento richiede tempo. L’Italia è in ritardo su molteplici fronti: crescita del capitale umano, ricerca e innovazione, investimenti e condizioni per l’attività di impresa, inclusa la qualità dei servizi pubblici. E’ vero, la risposta, non solo della politica, finora non sempre è stata sufficiente, ma i problemi di adattamento non sono solo italiani. La globalizzazione e il modo in cui si è affermata pongono sfide del tutto nuove».

Intanto è arrivato The Donald che, oltretutto, non sembra essere in sintonia con Yellen e la Fed. E’ un problema per l’Europa?

«Dipenderà dalla politica economica di Trump. Dobbiamo aspettare per capire. Un aumento della spesa per infrastrutture era anche nel programma di Hillary Clinton, è una delle cose di cui gli Stati Uniti hanno bisogno. Una politica fiscale fortemente espansiva, soprattutto se accompagnata da un apprezzamento del dollaro, porterebbe una maggiore domanda di importazioni dall’Europa e dal resto del mondo, almeno nel breve termine. D’altro canto il mercato sta scontando il rischio di un aumento del disavanzo. Lo vediamo nella tendenza all’aumento dei rendimenti dei titoli del Tesoro statunitensi. Queste pressioni potranno essere contrastate gradualmente, come dice la Fed, dalla politica monetaria. Certo, se questa tendenza dovesse proseguire e trasmettersi al resto del mondo (come spesso è avvenuto in passato), ne seguirebbe una restrizione delle condizioni finanziarie a livello globale».

Come andrà a finire?  

«E’ presto per dirlo. Molto si lega anche all’orientamento della Presidenza statunitense sulle politiche commerciali: una tendenza a chiudersi potrebbe generare misure ritorsive. Le conseguenze economiche di un ritorno del protezionismo – maggiore incertezza, caduta degli investimenti, minore spinta all’innovazione, perdita di posti di lavoro, prezzi al consumo più alti – sarebbero profondamente negative per tutti».

Per ora l’effetto della vittoria di Trump è stato un rafforzamento del dollaro. Influirà sulle scelte della Bce?

«Nel fare politica monetaria in Europa guardiamo a tutte le variabili rilevanti per il perseguimento dell’obiettivo di stabilità dei prezzi. L’andamento di fondo dell’inflazione non mostra segnali di aumento duraturo e continua a destare preoccupazione; per questo l’impostazione della politica monetaria è espansiva e non può cambiare finché non mutano queste condizioni. La politica monetaria è stata molto importante in questi ultimi anni, soprattutto nel contenere gli effetti della crisi finanziaria prima, e della crisi del debito sovrano poi. Abbiamo ridotto rischi gravissimi di instabilità finanziaria, salvaguardato la trasmissione della politica monetaria, evitato una contrazione del credito ancora più drammatica di quella osservata, scongiurato i rischi di deflazione».

Se il capo della Bundesbank Jens Weidmann fosse seduto a questo tavolo secondo lei direbbe la stessa cosa?  

«Direbbe che la politica monetaria è stata efficace».

Il problema più rilevante oggi in Europa per le scelte della Bce è l’incertezza politica?  

«La politica non può avere una “veduta corta”, come diceva Padoa-Schioppa. L’abilità di chi fa politica sta nel saper spiegare i vantaggi, soprattutto quelli non immediati, delle scelte compiute e nel rifuggire dalla tentazione di limitarsi all’utilizzo di slogan. Anche i media hanno un ruolo importante da svolgere, proponendo le giuste distinzioni».

Fra due settimane si vota il referendum costituzionale. Il Financial Times addirittura evoca l’uscita dell’Italia dall’euro. Perché tanta agitazione?

«L’ho detto. Non c’è chiarezza su quella che sarà la risposta successiva all’esito del referendum».

Qualunque sia l’esito del referendum, però, il compito dell’Italia non cambia di una virgola.  

«Esattamente: lo sforzo di rendere il nostro ambiente economico più favorevole all’attività di impresa dovrà continuare. Solo così si potrà dissipare l’incertezza che condiziona gli investimenti e frena la crescita. Ovviamente, le risposte non sono semplici. Tuttavia mi sembra che, pur nelle difficoltà dell’emergenza, in questi ultimi difficili anni si sia andati in questa direzione».

Qual è la sua lettura sul movimento degli spread? Sono risaliti dappertutto in Europa, ma in Italia di più.  

«Riflettono in buona misura la percezione delle nostre capacità di crescita. Dobbiamo dimostrare, come lavoratori e come imprese, di essere in grado di adeguarci ai cambiamenti. In ogni caso abbiamo un differenziale dei tassi di interesse che è ancora nei limiti di una valutazione ragionevole delle variabili in gioco».

Come abbiamo reagito alle esigenze imposte dalla crisi?  

«Le risposte alle crisi sono state risposte d’emergenza, ma non incoerenti con l’obiettivo di affrontare finalmente i grandi cambiamenti con i quali abbiamo a lungo rinunciato a misurarci. Quello che spesso è mancato è stata la capacità di annunciare un disegno organico che desse il senso delle singole misure, del movimento delle singole variabili. La risposta della politica economica tende ad essere sequenziale, faccio prima una cosa e poi l’altra, senza sottolineare i legami tra i vari provvedimenti, rassicurando sulla coerenza complessiva della strategia. E invece bisognerebbe raccontare ai cittadini e agli investitori come tutti i provvedimenti si tengono insieme».

Sta dicendo che un problema è come si racconta la politica economica?

«La narrazione è mancata perché si è risposto all’emergenza. Ma non è solo questo. C’è stato anche un problema di attuazione. Perché l’implementazione non è sempre stata completa».

Quando pensa alle banche italiane dorme tranquillo?  

«Si, anche se da molti anni dormo poco».

Il sistema è in salute?  

«Ripeto sempre che non si deve parlare di sistema, ma delle singole banche. I cambiamenti globali hanno colpito anche le banche italiane che, dunque, devono assorbirli. C’è stata una recessione fortissima che non poteva non pesare su di esse. Alcune hanno reagito bene, altre non ce l’hanno fatta, in alcuni casi sono stati messi in atto comportamenti che hanno peggiorato la situazione».

Come procede il rilancio delle quattro banche in risoluzione dall’anno scorso?

«È in corso un intenso lavoro per rispondere nei tempi previsti alle richieste della Commissione europea. Queste banche sono state da un lato malcondotte, dall’altro vittime di una congiuntura economica estremamente sfavorevole».

Difficile trovare investitori in questa fase? C’è il timore che sino al referendum nessuno faccia un passo in avanti. E se l’incertezza dovesse durare?

«La riduzione dell’incertezza dipende soprattutto da quello che si farà dopo. Un’eccessiva concentrazione sul referendum è dannosa. Mi trovo spesso a dover sottolineare, anche a livello internazionale, che il nostro percorso è chiaro: bisogna in ogni caso proseguire il nostro sforzo di riforma».

Che succede se ci fossero difficoltà sul cammino degli aumenti di capitale?

«Si vedrà. Ho detto più volte che i rischi di instabilità non si lasciano degenerare. Servono risposte e si troveranno».

Servirà un intervento pubblico?  

«Sinora non è stato necessario. Oltretutto, un intervento pubblico non avviene nel nulla. Ci sono regole precise. Il principio del “bail-in” è sano. E’ come lo si attua che può lasciare a desiderare. Bisogna avere presenti i rischi per la stabilità finanziaria. Può piacere o no, ma una volta che esiste una norma va rispettata per evitare di creare incertezza; al contempo esistono sufficienti margini di azione per superare gli ostacoli».

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ESCLUSIVA- Gennaro Iezzo: “La Juve Stabia ha tutte le carte in regola per arrivare fino in fondo. La curva sud? è indescrivibile”

L’intervento di Gennaro Iezzo al Pungiglione Stabiese

Nel corso della puntata de “Il Pungiglione Stabiese”, programma radiofonico a cura della nostra redazione di ViviRadioWeb abbiamo avuto come nostro ospite telefonico Gennaro Iezzo della scuola calcio Academy Football Italy e dell’accademia per portieri numeri 1 con il quale abbiamo parlato del progetto Juve Stabia Branding e del campionato della Juve Stabia.

Il progetto Juve Stabia Branding rivolto un po’ ai vari istituti scolastici, è stato esteso anche alle scuole calcio e tra le associazioni scuole calcio è compresa anche la tua scuola. Presentiamo un po’ questa realtà e poi parliamo del progetto: È un progetto nato 3 anni fa insieme a Massimo Coda mio socio. Inizialmente abbiamo creato questa Academy Football Italy, mentre quest’anno abbiamo cambiato nome in Stabia Academy, in quanto abbiamo il senso di appartenenza a questa città e alla Juve Stabia e mi sembrava più giusto denominare il nome Stabia. Abbiamo provato anche a mettere il nome Juve Stabia Academy parlandone anche con il presidente Manniello, però vuoi per il settore giovanile e vuoi per altre situazioni, purtroppo non si è potuto fare, ma in futuro ci spero ancora, perché ripeto, il senso di appartenenza è questo. Infatti i nostri ragazzi che amano la Juve Stabia hanno la possibilità di incontrare i loro idoli allo stadio Romeo Menti e questo è sicuramente una bella cosa per far crescere i nostri ragazzi e soprattutto a farli avvicinare al mondo gialloblu.

Ecco anche nella tua scuola non ci sono solo ragazzi stabiesi, ma si cerca di allargare il giro anche al di fuori della città di Castellammare. Importante questo progetto Juve Stabia Branding perché mira anche a far conoscere l’ambiente gialloblù per quanto riguarda il tifo e quindi attaccamento ai colori gialloblù della Juve Stabia: È un progetto davvero entusiasmante nel modo di coinvolgere Istituti e scuole calcio, visto che aiuta questi ragazzi a far diventare i futuri tifosi della Juve Stabia. Il progetto di Manniello è appunto portare la Juve Stabia li dove merita e sicuramente questo servirà anche a far sì che si avvicinino più allo stadio; perché giustamente quando si gioca in Lega Pro i ragazzi tendono più a vedere le partite di Serie A. In particolare quando la squadra ritorna poi nel calcio che conta, come lo è stato fino a pochi anni fa quando si militava in serie B, è importante perché fa avvicinare sicuramente i ragazzi. La città di Castellammare ha bisogno del suo pubblico per portare avanti un progetto importante.

Qual’è il tuo pensiero quando senti parlare altri stabiesi che la Juve Stabia ha perso la partita perché allo stadio c’erano i cosidetti “tifosi della festa”. È proprio così o invece ci dobbiamo augurare che i tifosi debbano sempre venire?: No, i tifosi dovranno sempre venire e non solo quando c’è la partita di cartello che si tratti di Juve Stabia-Lecce. Serve la spinta del pubblico per vincere i campionati, ho avuto la fortuna di vincerne sei nella mia carriera di 17 anni di professionismo, c’è sempre stata la grande mano del pubblico. A Castellammare togliendo la grande mano della curva che sicuramente è qualcosa di incredibile, infatti poco tempo fa ho avuto modo di parlare con Santacroce e per prima cosa che è saltato agli occhi del pubblico di Castellammare è il calore della curva. Purtroppo nella sfortunata stagione della retrocessione in Lega Pro, dove anche io facevo parte dello staff, ho visto tanto calore contro il Padova, con la squadra che era retrocessa già da un po’ di tempo, la curva fu spettacolare e Santacroce mi faceva notare proprio questo. Questo veramente è difficile vederlo in altre piazze. Va dato un plauso a questi ragazzi per i sacrifici e per lo spettacolo che danno tutte le domeniche sugli spalti.

Ecco invece per quanto riguarda questa partita purtroppo persa allo scadere, tu che hai disputato campionati importanti in particolare con la maglia del Napoli. Ecco, una sconfitta maturata nei minuti finali può creare nervosismo nello spogliatoio, e conoscendo Fontana come gestirà questo periodo: Gaetano è un esperto per quanto riguarda di vittorie dei campionati nella sua carriera. Purtroppo di passi falsi possono capitare nell’arco di una stagione e questo non significa che domenica scorsa sia finito tutto. Considero la Juve Stabia una di quelle squadre che giocano il miglior calcio della Lega Pro, è stata costruita veramente con grandissima professionalità dalla società, ed è ovvio che la Juve Stabia ha tutte le carte in regola per arrivare fino in fondo a regalarci questa importante promozione. Adesso bisogna stare tranquilli e la squadra deve continuare a giocare come sa fare, continuare a impostare un grande calcio perché ha la squadra costruita con calciatori di qualità e ha un allenatore importante che predilige il gioco del calcio. La Juve Stabia è l’unica squadra che fa divertire. Ho visto anche altre partite di Lega Pro è veramente dopo 10 minuti mi è capitato di andar via, mentre invece ti diverti tanto a vedere giocare la Juve Stabia, questo merito del lavoro di Fontana e dal grandissimo lavoro che è stato fatto dalla società.

È bello vedere che la Juve Stabia anche più del Lecce, Foggia e Matera e della stessa Alessandria capolista nel girone A, avere un’idea di giocare sempre e comunque anche sul 2-0. Purtroppo può andar male com’è successo domenica o viceversa migliore sorte come successo a Pagani e in altre occasioni. Tu sei d’accordo con questo modo di gestire il match da parte del mister?: Sì in effetti si poteva chiudere la partita tranquillamente, però sono cose che capitano, credo che ogni allenatore abbia la sua filosofia. Gaetano ha la filosofia un po’ Sarriana, infatti anche il Napoli è una squadra che non cambia mai assetto sia se sta vincendo o viceversa quando perde. È difficile cambiare, però credo che alla fine è facile criticare quanto il risultato è stato negativo, magari poteva coprirsi con un difensore in più o un incontrista portando a casa il risultato, ma in realtà si può vincere mantenendo anche uguale assetto. Cambiando modulo si rischia infatti di condizionare i giocatori sul piano della cattiveria, che li deve portare ad aumentare la corsa i momenti di difficoltà e riportare a casa il risultato come unico obiettivo. Mi è capitato in prima persona quando giocava nel Napoli in Lega Pro, laddove giocavamo contro squadre dove molto spesso potevamo anche perdere, seppur eravamo nettamente superiori alle altre compagini. E normale, magari mentalmente pur essendo superiore alla squadra avversaria, questo ti dà quella sicurezza che molto spesso ti porta anche a sbagliare. Al di là delle assenze, credo che in certi momenti di gioco, bisogna osare un po’ di più dal punto di vista agonistico e portare a casa il risultato, al di là di cambiare assetto.

Possiamo dire che domenica non è cambiato nulla in questo campionato per la Juve Stabia, visto che mancano ancora 24 partite da giocare: Esatto. Il campionato di Lega Pro è lunghissimo. Credo che la Juve Stabia insieme alle altre tre squadre note, se la giocherà fino alla fine, e rispetto alle altre squadre ha qualcosa in più perché gioca un gran bel calcio e alla lunga ripagherà. Lo merita Gaetano e la piazza. La città l’ha ampiamente dimostrato anche negli anni di serie B di poter giocare tranquillamente in cadetteria, e deve cercare di vincere il campionato perché non dimentichiamoci che quest’anno è stata cambiata un po’ la regola dei play-off, ci sono più squadre e diventerà sicuramente più difficile soprattutto per quelle compagini che comunque attualmente sì contendono la vittoria del torneo. Spendendo troppe energie psicofiscihe, magari si rischia di arrivare scarichi ai play-off con la conseguenza di vanificare tutto ciò che si è fatto nell’arco di un campionato. Ripeto sono ottimista perché mi fa ben sperare il modo di giocare della Juve Stabia.

Da allenatore quale sei, cosa avresti detto a Sandomenico dopo le tre azioni di fila dove ha fatto imprecare i cuori di tutti i tifosi presenti allo stadio: Sicuramente le stesse cose che dirà anche Fontana, che in questi frangenti bisogna passare la palla a chi sta meglio di te e può chiudere la partita. Cito un altro stabiese, Fabio Quagliarella, il quale domenica ha segnato il suo 100° gol in serie A, ha servito Muriel sul 2-1 seppur lui poteva tranquillamente segnare davanti al portiere, e giustamente ha servito la palla al compagno ben appostato per mettere al sicuro il risultato. Ecco, lo ha fatto Fabio che è un grande campione, mi auguro che sia da esempio anche ai nostri ragazzi in taluni momenti. Sicuramente Gaetano apporterà i giusti accorgimenti, ho giocato insieme e sono convinto che sia un allenatore che si farà sentire e saprà come gestire questi momenti. Adesso è importante dare conforto ai ragazzi. Sicuramente a fine gara lo stesso Sandomenico avrà imprecato agli errori commessi. Il campionato di Lega Pro è così, c’è bisogno di tanta concretezza che serve per mettere il risultato al sicuro. Ci servirà da lezione per la prossime partite, qualsiasi calciatore che si troverà in una posizione più defilata sicuramente passerà la palla al compagno che si trovi in condizione per segnare.

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Per non dimenticare il terremoto del 1980: ”Mancava nu mese a Natale”

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Terremoto Campania: 23 NOVEMBRE 1980- 23 NOVEMBRE 2016

36 anni fa la Campania, ed alcune regioni limitrofe, furono funestate da un terribile terremoto, tantissimi i morti specie nella provincia di Avellino.

Sfollato a Castelvolturno(Caserta) con la famiglia nell’immediato scrissi questi brevi versi che ripropongo oggi, come ogni anno, per non dimenticare.

Mancava nu mese a Natale
Mancava nu mese a Natale

Filuccio sunnava ‘o presebbio

Assunta penzava ‘a befana

Nannina filava e cantava

attuorno che cujeta ce steve

pareva ‘e sentì già ‘ a nuvena…

 

Sta ggente mo è sola nu cunto

suspesa tra ‘o cielo e na terra

ch’ha avuto cchiù lutte ‘e na guerra

rusarie ‘e ferite arapute

na scossa l’è stata fatale

mancava unu mese a Natale…

 

Il 23 Novembre per i Campani non è un giorno qualunque

LUCIANO SOMMA

Matera vs Juve Stabia, i lucani rifiutano l’anticipo d’orario

Nelle ultime ore era circolata la voce di un presunto anticipo d’orario per il match di domenica prossima, Matera vs Juve Stabia, al XXI Settembre- Franco Salerno tra i padroni di casa del Matera e la Juve Stabia. La gara, in programma alle ore 20.30 presso l’impianto materano, poteva essere anticipata alle ore 18.30 su richiesta della squadra stabiese. La voce di una presunta richiesta avanzata da parte delle vespe è stata confermata, in diretta pochi minuti fa a “Il pungiglione stabiese” programma radiofonico a cura della nostra redazione, dal collega Giovanni Colucci di “IamcalcioMatera” che ci ha confermato la richiesta di anticipo da parte dei gialloblù ma il club lucano ha rifiutato la richiesta del club caro a patron Manniello. Il match, di conseguenza, si giocherà normalmente alle ore 20.30 in terra lucana.

Salvatore Sorrentino

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Eccellenza- Procida: cambio in panchina via Cibelli, arriva Mandragora

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La società ASD ISOLA DI PROCIDA CALCIO comunica che, in data odierna, si sono riuniti i vertici della associazione sportiva per esaminare l’ andamento dei risultati in base agli obiettivi prefissati. Ferma restando la fiducia nei riguardi dell’allenatore Franco Cibelli che resta responsabile tecnico del settore giovanile, per la sua comprovata competenza, si è deciso di affidare la guida tecnica della prima squadra all’allenatore Bruno Mandragora che ha chiesto un giorno per sciogliere la riserva. L’associazione ringrazia Cibelli per l’ottimo lavoro svolto considerandolo una risorsa umana e tecnica per tutte le squadre grazie alla sua poliedrica capacità e lo invita a continuare nella guida del settore giovanile che è strategico per la squadra  e garantisce una continuità del progetto del Procida Calcio.

FOTO ViViCentro – Il racconto in scatti di Juve Stabia vs Lecce

Pubblichiamo le foto di Juve Stabia vs Lecce del fotografo Giovanni Somma

Guarda le foto di Juve Stabia vs Lecce realizzate dal nostro fotografo Giovanni Somma che ci racconta così la sconfitta della Juve Stabia con i ragazzi di Mister Pasquale Padalino allo stadio “Romeo Menti” di Castellammare di Stabia.

Oltre alle azioni del match abbiamo fotografato il pubblico sugli spalti, cerca la tua foto e richiedici l’originale per e-mail:redazione.sportiva@vivicentro.it

La Juve Stabia cancella un ottimo primo tempo con una ripresa da film horror e regala la clamorosa rimonta al Lecce. I pugliesi espugnano il Menti per 2 – 3.

Prima della gara le squadre osservano un minuto di silenzio in memoria del papà di Federico Amenta, scomparso in settimana.

Juve Stabia 4 – 3 – 3: Russo, Cancellotti, Liotti, Atanasov, Morero, Izzillo, Capodaglio, Mastalli, Kanoute, Ripa, Sandomenico.

A disposizione di Fontana: Bacci, Amenta, Zibert, Del Sante, Marotta, Camigliano, Salvi, Petricciuolo, Esposito, Lisi, Rosafio, Montalto.

Lecce 4 – 3 – 3: Gomis, Vitofrancesco, Contessa, Mancosu, Cosenza, Torromino, Lepore, Pacilli, Giosa, Caturano, Fiordilino.

A disposizione di Padalino: Bleve, Chironi, Arrigoni, Vutov, Tsonev, Freddi, Drudi, Vinetot, Maimone, Ciancio, Doumbia, Persano.

Spettatori: 4574

Minuto 5: GOOOOOOOOOLLLL JUVE STABIA!!!!! Inizio di partita meraviglioso di Sandomenico che semina costantemente il panico sulla fascia sinistra. Proprio l’11 salta il suo avversario e mette in mezzo per il tap-in ravvicinato di Kanoute. 1 – 0 Juve Stabia.

Minuto 38: GOOOOOOOOLLLLL JUVE STABIA!!!!! Raddoppio dei gialloblù con il siluro dalla distanza di Izzillo che fulmina nell’angolino basso Gomis. 2 – 0 Juve Stabia.

Minuto 59: GOL LECCE. I giallorossi accorciano le distanze con Pacilli, che sfrutta con un gran destro il buco difensivo di Liotti. 2 – 1 Lecce.

Minuto 69: GOL LECCE. Pareggio del Lecce con Tsonev supera Russo con un destro angolato ed imprendibile.

Minuto 45: GOL LECCE. I pugliesi ribaltano incredibilmente la gara: destro da posizione angolata di Lepore su cui Russo si oppone; sulla ribattuta del portiere stabiese si avventa Caturano che porta in vantaggio gli ospiti. 2 – 3 Lecce.

Finisce qui. La Juve Stabia si lascia scappare dalle mani una vittoria che al termine del primo tempo sembrava ormai in tasca. Sconfitta pesante per le Vespe soprattutto dal punto di vista psicologico.

Sky – Ipotesi Muriel per il Napoli: ecco le cifre

La ricerca di un uomo in più per il reparto avanzato prosegue in casa Napoli. Gli azzurri continuano a riscontrare difficoltà nell’avere l’ok di Pavoletti, che piace comunque molto e resta una pista percorribile. Da un centravanti azzurro a un altro, si aspetta di capire anche l’evoluzione della possibile trattativa per Zaza. Ma un’ipotesi delle ultime ore, presa in considerazione dalla dirigenza, porta a Luis Muriel. La clausola dell’attaccante ammonta a 28 milioni di euro, ma la Sampdoria potrebbe anche valutare la fattibilità dell’affare con un’offerta attorno ai 25 milioni. Uno scenario da non escludere, nonostante le parole e la volontà di Ferrero di non cedere il colombiano a gennaio.

Sampdoria che nel caso di cessione, potrebbe pensare al prestito di Jovetic dall’Inter. Ieri l’agente del montenegrino era a Genova per Sampdoria-Sassuolo. Scambi di mercato sull’asse Napoli-Genova-Milano che si aprirebbero solamente in caso di via libera per la cessione dell’attacante doriano. Un futuro, quello di Muriel, legato al rinnovo di contratto, in scadenza a giugno 2019. La Sampdoria infatti non si opporrebbe ad una sua cessione (a cifre importanti) nel prossimo mercato, perchè in caso di permanenza sa bene che, entro giugno, dovrà sedersi attorno al tavolo e trattare il rinnovo a cifre importanti. Con il Chelsea di Conte alla finestra, a cui Muriel piace molto, i prossimi mesi saranno fondamentali per il futuro del colombiano.  Lo riferisce Gianluca Di Marzio, giornalista Sky ed esperto di calciomercato, tramite il proprio portale ufficiale.

 

Da gianlucadimarzio.com

Diawara, l’ex allenatore Tazzioli: “Complimenti a chi lo ha preso al Napoli”

Le sue parole

Fabrizio Tazzioli, ex allenatore di Amadou Diawara al San Marino in Lega Pro, è intervenuto ai microfoni di Radio Goal: “Dissi subito che sarebbe arrivato a giocare in Champions League. Ha una fisicità nettamente superiore alla media, dissi anche che a novembre sarebbe stato titolare e a quanto pare ci ho preso. Vedendolo tutti i giorni in allenamento dovevo addirittura calmarlo per la fisicità superiore, per la sua prorompensa. Ha ancora margini di miglioramento. Bravi quelli del Napoli che l’hanno preso, gli altri si mangeranno le mani. Sarri lo utilizza al centro ed è nato per quello. Potrebbe diventare anche un grandissimo centrale di difesa, ma sarebbe comunque adattato. Può diventare come Pogba”. 

Zaza o Pavoletti a gennaio? Uno dei due sicuro…

Zaza o Pavoletti a gennaio? Uno dei due sicuro…

Come riporta Il Mattino anche se De Laurentiis preferisce Zaza a Pavoletti, il Napoli è certo che alla fine uno dei due arriverà a vestire la maglia del Napoli a gennaio. Per Zaza quello dell’ingaggio (3,5 milioni) è un ostacolo, ma fino a un certo punto. La vera difficoltà a capire se il West Ham lo riscatterà dalla Juve oppure bisognerà procedere con un’altra formula. Per Pavoletti potrebbe essere più conveniente puntarci a giugno.

Venduti già 4.000 biglietti per Napoli-Sassuolo

Venduti già 4.000 biglietti per Napoli-Sassuolo

Complice i prezzi più che popolari, la vendita dei biglietti per il match di lunedì sera contro il Sassuolo procede abbastanza bene. Infatti, fino a ieri erano stati venduti 4.000 biglietti, ma molto dipenderà dal risultato che ci sarà contro la Dinamo Kiev. Curiosità: due anni fa sempre contro il Sassuolo, il Napoli applicò la strategia del biglietto a prezzo stracciato (costava 5 euro). In quell’occasione al San Paolo ci furono 46.000 spettatori.

Jorginho, l’agente: “Ho la sensazione che possa giocare contro la Dinamo”

Le sue parole

Joao Santos, agente di Jorginho, ha rilasciato alcune dichiarazioni a Radio Crc: “Il Napoli è completo a centrocampo dove ci sono tanti giocatori bravi. La squadra deve iniziare a recuperare punti perchè non merita il sesto posto in classifica. In questo momento Jorginho è in forma per giocare e dare il suo contributo. C’è la concorrenza perchè il Napoli è una grande squadra, il ragazzo aspetta di entrare in campo per dare il suo contributo come ha sempre fatto. Adesso è un momento delicato per campionato e Champions, la squadra deve pensare solo alla Dinamo ed al Sassuolo. Ho la sensazione che Jorginho giocherà contro la Dinamo perchè la forza del Napoli è l’avere in ogni ruolo due giocatori validi”.

Corbo: “Giaccherini finto nove, una nuova possibilità…”

Antonio Corbo su La Repubblica

La rincorsa è cominciata a Udine, alla fine del primo tempo. Quando Sarri e la squadra erano rimasti senza alibi. Li avevano spesi tutti. L’addio di Higuain, l’infortunio di Milik, le interferenze del presidente condivise però dal pubblico, la febbre di acquisti. Non si può far finta che non sia successo niente, mentre 4 pareggi e 4 sconfitte facevano calare il buio sul Napoli, crollato a 9 punti dalla Juve. Una frase di Sarri riporta azzurro, verità, prospettive. «I ragazzi mi seguono, provo gusto ad allenare questa squadra» . Ecco, era stato anche lui sfiorato da spifferi di sfiducia. Ritardare l’inserimento dei nuovi, ignorare la realtà, rinviare correttivi tattici lo avevano spinto ai confini del Napoli. Nessuno, neanche lui, poteva escludere una interruzione precoce del rapporto quadriennale. C’è un dato: il Napoli ha segnato solo un gol meno del Napoli di Higuain (24-23), ma me ha presi ben 9 in più: 14-23. Il guasto non era in attacco, ma nell’impianto difensivo.
Gli allenatori reagiscono appena scoprono di essere sul ciglio del burrone. Soprattutto i toscani ombrosi ed eccentrici come Mazzarri e Sarri, fratelli minori di Orrico. E Sarri ha reagito nell’intervallo di Udine, meno male. Ha chiarito ai suoi giocatori che il bel gioco non è l’ostinato possesso palla, che è inutile spostare in avanti il baricentro (a 55 metri) se non si creano sbocchi ma si ripassa la palla indietro, che il “falso nueve” non è attaccare come una vera punta centrale, senza esserlo. Con il solo effetto di consolidare l’ammucchiata difensiva dell’Udinese.
La chiave tattica è stata la correzione dei compiti di Mertens, tirato fuori dall’area. Mertens a sua volta ha attirato fuori zona Danilo. Si è aperto un varco, e si è visto l’assetto tattico prescritto dal modulo: il belga (arretrato) raccoglie da Allan, lancia Callejòn in profondità sulla destra, Callejòn pesca Insigne nel vuoto centrale. Basta rivedere il primo gol, il secondo, l’azione della trasversa e quella del tiro sbagliato, tutti dello stesso Insigne: diventa lui protagonista dopo un primo tempo da peggiore in campo e sette mesi senza reti. I correttivi tattici contano molto, e Sarri li ha indovinati nella ripresa. Altra novità: il gioco è stato prodotto a destra e non più a sinistra, perché il “vero 9” è diventato Insigne, spostatosi da sinistra a centro, dove c’era sempre e solo lo scapricciato fantasista di Frattamaggiore. Ma non se ne sono accorti né Sarri né Widmer che ha regalato il raddoppio.
La rimonta è cominciata, chiede conferma in almeno cinque punti.
1) Smuovere i tre attaccanti superleggeri nelle posizioni, tirandone sempre uno fuori area.
2) Per distribuire la fatica fra i tre esterni e sfruttare la frenesia sulla sinistra di Insigne e Mertens magari in staffetta, si può inventare un altro “finto 9”. Per duttilità tattica, discreta tecnica e caparbietà il candidato di riserva può essere Giaccherini.
3) Conservare la condizione atletica recuperata dopo qualche eccesso nei carichi di lavoro, documentati dai troppi infortuni muscolari e dai lentissimi recuperi. A che punto è Albiol?
4) Cercare soluzioni all’interno del gruppo (È fuggito Rog? È giusto emarginare Zielinski?) per dare respiro alla società. L’ansia di acquistare manda alle stelle il costo di Pavoletti.
5) Preparare le alternative al gigantesco Koulibaly e a Ghoulam attesi dalle rispettive nazionali africane. Maksimovic acquistato per oltre 25 milioni non rischia di arrugginire?

San Paolo, illustrato il piano lavori: restyling sottopassaggio, tribuna stampa e sediolini

San Paolo, illustrato il piano lavori: restyling sottopassaggio, tribuna stampa e sediolini

Arriva finalmente l’annuncio da parte del sindaco Luigi De Magistris e dell’assessore allo sport, Ciro Borriello, che intervengono dalla sala conferenze di Palazzo San Giacomo circa la ristrutturazione dello stadio San Paolo:

Interviene l’assessore allo Sport Ciro Borriello: “Renderemo la tribuna stampa di livello europeo e interverremo mediante opere di ristrutturazione per la sicurezza. Il primo intervento sarà di 1.4 milioni di euro. Abbiamo dedicato molto spazio alla ristrutturazione del San Paolo. Ancora oggi una parte dell’opposizione della città lo ritiene un intervento inutile, ma non è così. Perché il San Paolo continua a rappresentare una risorsa per questa città. Per 25 anni non è stato fatto un intervento di manutenzione ordinaria.

Ringraziamo il Calcio Napoli, ma questa struttura è nostra ed è giusto che quest’opera di ristrutturazione venga effettuata dal Comune. Il progetto di massima è completo. I lavori riguarderanno anche un gap da colmare riguardo all’accessibilità per i disabili. I sediolini non rispettano la normativa internazionale, abbiamo l’obbligo di metterli a posto. Stessa cosa per l’impiantistica elettrica. Non è mai stata fatta una verifica della gabbia che sostiene la copertura. I primi lavori dovranno terminare entro 90 giorni, mentre in toto i lavori termineranno per la primavera 2019.

La convenzione con la società Calcio Napoli è di 780 mila euro secondo l’ultima delibera con l’aumento degli oneri da parte della Napoli Servizi. Quella convenzione non è stata firmata, ma entro 15 giorni dovrebbe essere firmata. Canoni pubblicitari, sto approfondendo questo tema. Il presidente De Laurentiis ha fatto diversi versamenti nelle casse comunale, è oggetto che migliorando l’impianto l’oggetto della locazione non sarà più lo stesso. Vorremmo riscattare il canone per uno stadio che sarà migliore ed un contratto che sarà adeguato”.

L’ingegnere Davide Minieri, responsabile del progetto, ha poi dichiarato: “Lo stadio sarà oggetto di importanti opere sia infrastrutturali che impiantistici anche per rispettare normative europee dettate dalla Uefa. Cominceremo a fine anno con un’opera che avrà una durata di 90 giorni. Inizieremo da tutte le vie di esodo e gli impianti di rilevazione incendio. Alcune aree come il sottopasso che consente di accedere all’area tecnica, e soprattutto la tribuna stampa.

Cercheremo di fondere innovazione e tradizione. Il corridoio sarà ricco di storia dei 90 anni del Calcio Napoli. Da questo primo corriodio si accede all’area tecnica dove vengono effettuate delle rivisitazioni . Poi passando alla tribuna stampa sarà dotata di riparazioni dagli agenti atmosferici e saranno rimosse le barriere architettoniche. Sarà costruito anche un impianto fotovoltaico. Tipologie di trasformazioni relative a costruzione di ristoranti e cose varie non sono ancora previste.” 

Infine la parola al sindaco De Magistris: “Lo sforzo è stato completamente pubblico, non è stato facile. Tutto ciò di cui stiamo parlando non è in conflitto con la società. Con il Napoli abbiamo un dialogo costante. Siamo intervenuti perché non si poteva più attendere. Non era sufficiente intervenire con piccole opere, ma c’era bisogno di una ristrutturazione profondo. Lo stadio San Paolo è del popolo, della città. Non è lo stadio di qualcuno. Ci tengo a precisare questo. E’ un cronoprogramma serio che non va in conflitto con la stagione agonistica. Mentre andranno avanti i primi lavori si continuerà con la progettazione per i prossimi interventi.  Vogliamo ringraziare il CONI. In questa fase vogliamo coinvolgere questa città. Noi vogliamo costruire dei luoghi accoglienti, il degrado degli ultimi anni andrà eliminato. Le strutture dovranno essere più belle. Nella nostra città lo stadio ha davvero un valore speciale.

L’impegno di questa amministrazione per lo sport, ci tengo a dire che è massimo. Nonostante sia un momento economico per il Paese molto difficile. La sfida delle sfide saranno le Universiadi che daranno nuove risorse allo stadio San Paolo.  L’intervento sui sediolini comprenderà un aumento del confort totale, ci saranno interventi di manutenzione per 500 euro per ogni singolo posto.  Per la partita degli ottavi di finale di Champions, qualora dovesse il Napoli andare avanti, il cronoprogramma è certo, significa che certi lavori dovrebbero essere già ultimati.

Il dialogo con la società Calcio Napoli è stato sempre franco, ci sono stati anche momenti di tensione. Noi vogliamo che questo migliori anche con questo progetto di ristrutturazione. Ci siamo fatti carico di un intervento che magari in altre città sostengono altri. Voglio che l’accesso allo stadio San Paolo e alle Curve continui ad essere popolare”. 

Rai – Il Napoli spinge per Kessié, possibile uno sforzo già a gennaio

Ciro Venerato, giornalista di Rai Sport, ha parlato ai microfoni di Radio Crc dell’ interesse del Napoli per Frank Kessié, centrocampista ivoriano che sta facendo molto bene con l’ Atalanta:
“E’ un profilo che piace molto al Napoli, mi risulta che le due società stiano parlando per giugno. Sul centrocampista c’è anche la Juventus e se dovesse continuare così tante società, anche straniere, si farebbero avanti. Ecco perché il Napoli sta tentando di chiuderlo già a gennaio per evitare che il prezzo del suo cartellino aumenti. Attualmente ha una valutazione intorno ai 25 milioni di euro”.

Il Pungiglione Stabiese – La festa si ferma sul più bello!

Il Pungiglione Stabiese programma sportivo in onda su ViViradioWEB

Questa sera c’è il consueto appuntamento con ” Il Pungiglione Stabiese “, programma sportivo che parla di Juve Stabia a 360° gradi. Come sempre alla conduzione ci sarà Mario Vollono. Collegatevi oggi 21 novembre 2016 dalle ore 19:30 per avere notizie in esclusiva sul mondo gialloblè. Avrete due modi per seguire la puntata:

DIRETTA

DIFFERITA (dopo 2 ore dalla diretta)

In questa puntata in studio ci sarà  Mario Di Capua (Radio S.Anna) e Salvatore Sorrentino (ViViCentro).

Parleremo della sconfitta della Juve Stabia nel big match di giornata con il Lecce. Le Vespe vanificano con una prestazione imbarazzante nella ripresa, quello che di buono avevano fatto nel primo tempo che chiudevano con un vantaggio di 2 a 0. Nella ripresa tante occasioni sprecate per chiudere i giochi e il Lecce prima pareggiava e poi nei minuti finali assestava il colpo del K.O. Le Vespe si fanno raggiungere in testa alla classifica da Lecce e Foggia.

Questa sera avremo come ospite telefonico lo stabiese Gennaro Iezzo  della scuola calcio Academy Football Italy e dell’accademia per portieri numeri 1 con il quale parleremo del progetto Juve Stabia Branding e del campionato della Juve Stabia.

Altro ospite telefonico sarà l’ex capitano Roberto Amodio con il quale analizzeremo questo momento della Juve Stabia e il prossimo match con il Matera.

Ci collegheremo telefonicamente con il collega Giovanni Colucci di IamCalcioMatera con il quale presenteremo il  prossimo avversario delle Vespe che sarà il Matera di Auteri.

Ci collegheremo telefonicamente con Mimmo Panico allenatore della formazione Berretti della Juve Stabia.

Avvisiamo i radioascoltatori che è possibile intervenire in diretta telefonica chiamando il numero 081.048.73.45 oppure inviando un messaggio Whatsapp al 338.94.05.888.

Gli ascoltatori possono inoltre scrivere, nel corso del programma, sul profilo facebook “Pungiglione Stabiese” per lasciare i loro messaggi e le loro domande.

“Il pungiglione stabiese” è la vostra casa. Intervenite in tanti!

Vi ringraziamo per l’affetto e la stima che ci avete mostrato nel precedente campionato e speriamo di offrirvi una trasmissione sempre più bella e ricca di notizie.

Venerato: “La priorità resta Pavoletti. Destro? C’è stato un colloquio ma…”

Ciro Venerato, giornalista di Rai Sport, è intervenuto ai microfoni di Radio Crc per fare il punto sul mercato azzurro:

 
“Per quanto riguarda Pavoletti, il Napoli ha contatto lo staff medico del Genoa per saperne di più sulle sue condizioni. L’ attaccante è uscito malconcio dalla sfida contro la Lazio ma l’ infortunio sarebbe tale da non pregiudicare la trattativa. Affare che dovrà concludersi entro l’ 8 dicembre, la società azzurra non attenderà oltre questa data.
Destro? Pista molto difficile, per il momento le priorità sono altre. Giuntoli ha provato ad intavolare un discorso ma non credo che il Bologna voglia privarsi di un giocatore così importante”.

Di Marzio: “Destro? Affare complicato. Importante il ritorno al gol di Insigne”

A Radio Marte, nel corso di Marte Sport Live, è intervenuto Gianluca Di Marzio, giornalista Sky ed esperto di calciomercato. Ecco quanto evidenziato:

 
“Vincere ad Udine è sempre complicato, con tanti impegni è difficile rimanere sempre brillanti. Importante il ritorno al gol di Lorenzo Insigne dopo tanta astinenza.
Destro? Non credo sia una pista percorribile per il Napoli. Il Bologna difficilmente si priverà dell’ attaccante a gennaio.
Zaza e Pavoletti sono le piste che interessano maggiormente in questo momento. Alla fine credo che arriverà un solo attaccante, Milik sta recuperando molto in fretta dall’ infortunio.
Per quanto riguarda le voci di un possibile scambio Gabbiadini-Mario Gomez, credo che il tedesco non è il profilo giusto per il Napoli. Ha già giocata in Italia e non è stata un’ esperienza positiva.
Muriel? Sta facendo molto bene, ha una clausola rescissoria ma difficilmente la Samp lo lascerà partire. Ha bisogno di continuità, magari è una trattativa da intavolare nel mercato estivo”.