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Attività di base, Virtus Junior Napoli-Juve Stabia: data e ora del match

Attività di base, Virtus Junior Napoli-Juve Stabia: data e ora del match

Martedì 29 novembre alle ore 15:30 al campo comunale di Casola si giocherà una gara amichevole tra la Juve Stabia, attività di base, categoria 2005 e la Virtus Junior Napoli, società padrona di casa che, grazie ad una collaborazione con il settore giovanile delle Vespe, permette che molte gare vengano giocate proprio su quel terreno di gioco. Il via, forse, ad una sorta di collaborazione più intensa tra la scuola calcio e l’intero settore giovanile del presidente Andrea De Lucia e diretto dal direttore Alberico Turi.

Potrete vedere le interviste di rito e le immagini del match su Vivicentro.it.

a cura di Ciro Novellino

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Eccellenza- Real Forio ripresa degli allenamenti in vista del match con il Volla

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In quello che, forse, è il primo momento difficile della stagione, il Real Forio dopo la pesante sconfitta in trasferta contro l’Afragolese per 5-1, riprende gli allenamenti in vista del prossimo impegno casalingo col Volla presso una location speciale. Ad ospitare la prima seduta settimanale dei biancoverdi, è stata la spiaggia della Chiaia con il limitrofo lungomare. Agli ordini del prof. Michelangelo Di Maio e sotto la supervisione di mister Impagliazzo e di alcuni dirigenti in rappresentanza della società, la squadra ha svolto il consueto lavoro sulla forza oltre ad alcune partitine sulla sabbia della Chiaia, mentre sul lungomare si è lavorato in maniera particolare sulla velocità. Il Real Forio ha bisogno di cambiare aria dopo due sconfitte consecutive in campionato e prova a farlo respirando l’aria frizzantina delle splendide coste foriane portando a termine un allenamento duro ma al tempo stesso speciale. Un toccasana per il morale della squadra che, si spera, possa ritornare presto ad essere sereno.

Per i saggi del Cairo il velo non è islamico: è un costume culturale e sociale

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Il velo indossato dalle donne musulmane non è prescritto da nessun obbligo coranico, è un costume culturale e sociale. E’ questa la conclusione a cui è giunto un lungo dibattito animato dall’Università Al Azhar del Cairo, il più autorevole centro teologico sunnita in Egitto. Una tesi di laurea spiega che l’equivoco nasce dall’interpretazione di alcuni versi del testo sacro distaccati dal contesto storico.

Per i saggi del Cairo il velo non è islamico

Il velo, sempre più indossato dalle donne musulmane, anche in Occidente, non è prescritto da nessun obbligo coranico. Il velo non è islamico, si tratta di un costume culturale e sociale. A dirlo non è la solita femminista di origini musulmane, o uno scrittore progressista maghrebino che cerca, per l’ennesima volta, di riaprire la discussione su uno dei più controversi simboli delle società islamiche.

ma un dibattito animato da un precedente dell’Università Al Azhar, il più autorevole centro teologico sunnita, che riesplode sui media arabi, nei giorni in cui, nella tv canadese, ha fatto la sua comparsa la prima presentatrice velata.

La decostruzione dell’obbligatorietà del velo nell’islam è partita da uno Sheikh di Al Azhar – stranamente passata in sordina nel momento in cui fu annunciata – ed è tornata in questi giorni a scuotere l’opinione pubblica islamica proprio nel momento in cui più si assiste alla proliferazione dei veli. Proprio Al Azhar, la più prestigiosa istituzione islamica araba, aveva conferito con lode la tesi dello Sheikh Mustafa Mohammed Rashid sull’islamicità del velo o hijab, secondo la giurisprudenza.

La tesi dello Sheikh sottolinea che non è obbligatorio nell’Islam per una donna indossare il velo e ha dimostrato come l’interpretazione dei versi coranici distaccati dal contesto storico abbiano portato alla confusione e alla prevalenza di un equivoco sul velo. Quasi forzato, perché il Corano – ribadisce – non ha detto affatto che le donne debbano coprirsi il capo.

Certo, non tutte le donne musulmane portano il velo e non per questo si sentono meno musulmane, anche se devono combattere per questa loro scelta. Nella storia passata e recente, inoltre, lo Sheikh non è certo il pioniere di questi argomenti e non è il primo a scardinare alcune interpretazioni tutt’altro che sulla linea della parità di genere nell’Islam, ma c’è da dire che oggi l’esercito di teologi che iniziano a combattere una certa interpretazione letterale della teologia con la stessa arma della teologia, in chiave di Ijtihad (sforzo ndr), non sono più in ombra e le loro fatwa circolano velocemente nel web.

Tuttavia che il messaggio arrivi da Al Azhar ha un suo valore, e lo acquisisce ancor di più nella misura in cui viene letteralmente risuscitato fino a rimbombare nel web e nella stampa araba, in contemporanea allo sdoganamento dei veli nella moda, dove giovani musulmane, più modelle che modeste, truccate, si presentano con labbra gonfiate e occhi ammiccanti verso l’obiettivo ( la copertina di playboy con una modella velata è l’inizio), alla faccia del pudore, quello sì, consigliato a uomini e donne dal Corano.

La schizofrenia dei veli che stiamo vivendo oggi con il loro moltiplicarsi e perdersi, sia di modestia sia d’identità, nei Paesi musulmani o in Occidente, in realtà è il sintomo del suicidio stesso del velo. Inteso come un lontano simbolo, genuinamente portato con fede – intesa come fiducia – sul capo, nel significato più profondo di modestia e pudore da quelle antenate che si affidavano all’interpretazione maschile del verbo di Dio.

Il velo di oggi si perde tra la moda, l’identità e la politica, ma soprattutto perde la sua aspirazione, la sua genuinità, quella delle madri e delle nonne, cercando un compromesso con la modernità difficile da trovare. Oggi nel nostro Paese il capo coperto lo portano in tante ed è in aumento tra le seconde generazioni che in questi anni hanno ascoltato, nelle moschee o tra le mura di casa, la sola versione «dell’obbligo religioso» che ha indotto chi non lo porta a sentirsi in difetto. Si moltiplicano le storie di giovani musulmane nel nostro Paese che scelgono il capo coperto senza una piena e plurale consapevolezza del suo significato, ma ciò che più colpisce è che il deficit di consapevolezza investa anche le opinioni pubbliche. Non è accettabile continuare a pensare alla donna musulmana solo come una donna velata e dedicare i riflettori solo a essa. Non è accettabile raccontare i musulmani solo dietro il velo e l’Islam.

La battaglia sui diritti umani nelle società musulmane deve partire anche dal racconto della sua pluralità e dalla lotta per la loro emancipazione.

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lastampa/Per i saggi del Cairo il velo non è islamico KARIMA MOUAL

Trump nel fortino del New York Times

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Il tycoon si è recato in visita al “New York Times” dove ha parlato a ruota libera con i giornalisti che durante la campagna lo avevano aspramente criticato e annuncia le mosse dei primi cento giorni: subito l’abrogazione dell’accordo Trans Pacifico (Tpp) e il rilancio del carbone ma nessun riferimento al muro col Messico e all’abrogazione dell’Obamacare.

Donald nella tana del New York Times: “Sfortunatamente vi leggo tutti i giorni”

Il presidente eletto prima cancella l’incontro, poi si presenta in redazione: ed è uno show

 NEW YORK – Gli Stati Uniti non devono impegnarsi nella costruzione delle altre nazioni; la guerra in Siria va fermata, secondo una strategia che conosce solo lui e non intende spiegare; fosse per lui, sarebbe tranquillamente in grado di gestire il governo americano e le proprie aziende; Obama si è comportato molto bene, lo stima, e lo ha avvertito di un grande problema da risolvere, che però non può rivelare; legge sempre il «New York Times», suo malgrado, perché senza vivrebbe vent’anni di più.

La lite con le tv  

Eccovi alcuni estratti della prima intervista in live tweeting mai fatta da un presidente eletto degli Stati Uniti. Ieri mattina Trump aveva in programma un incontro con i vertici del «New York Times», dopo la lite del giorno prima con i capi delle grandi televisioni americane, a cui aveva rinfacciato di essere dei «bugiardi e disonesti», che non avevano capito nulla di cosa stava avvenendo nelle elezioni presidenziali, perché avevano gli occhi tappati dalla loro partigianeria a favore di Hillary Clinton.

Verso le sei del mattino il presidente eletto ha fatto sapere al mondo via Twitter che l’appuntamento era annullato: «Hanno cambiato le regole in corso, non sono stati gentili, non vado più». Il «Times» aveva risposto, altrettanto pubblicamente, che le regole erano sempre rimaste le stesse: incontro con i vertici, ma almeno in parte on the record, a differenza di quanto era accaduto con i capi delle televisioni. Quindi possibilità di riportare quello che diceva. Qualche ora dopo Trump ci ha ripensato, ed è entrato nei corridoi della «Grey Lady», la signora in grigio, il giornale di riferimento degli Stati Uniti. È passato davanti ai ritratti dei suoi predecessori e di altri grandi uomini del passato, per sedersi intorno a un tavolo con l’editore Arthur Sulzberger, il ceo Mark Thompson, il direttore Dean Baquet (un nero), Tom Friedman, Maureen Dowd, e tutti i reporter che hanno coperto la sua campagna e lo seguiranno alla Casa Bianca.

Siccome la storia mediatica del momento è che Trump usa i social per scavalcare i vecchi mezzi di comunicazione, e rivolgersi direttamente al popolo, il «Times» lo ha preso in parola e si è rivolto direttamente al popolo. Eric Lipton e Mike Grynbaum hanno rivelato la lista dei presenti e il tono. «Se vedete qualcosa che non funziona nella mia amministrazione, venite a dirmelo. Arthur può chiamarmi quando vuole», ha cominciato Donald.

La diretta su Internet

Poi Maggie Hamerman e Julie Davis hanno cominciato il diluvio dei tweet di cronaca. Sul conflitto di interessi: «Presumo che dovrei fare un blind trust, farò qualcosa. Però sarei perfettamente in grado di gestire contemporaneamente la Casa Bianca e le mie aziende». Su Steve Bannon, consigliere strategico accusato di razzismo: «Breitbart, il suo sito, è soltanto un mezzo di informazione. È conservatore, ma fa il vostro stesso lavoro. Quello che state dicendo su Bannon è totalmente ingiusto. Se avessi il minimo sospetto che fosse un razzista, non lo assumerei». Sui neonazisti che hanno gridato «Hail Trump» a Washington: «Li ripudio». Sul rapporto con l’establishment repubblicano: «Lo Speaker della Camera Paul Ryan e il leader del Senato Mitch McConnell mi amano. Anche il leader democratico, Charles Schumer, mi piace». Su Barack Obama: «Mi piace, ha detto cose belle di me, e io di lui. Mi ha spiegato qual è secondo lui il problema principale, ma adesso non posso dirvelo». Sul ruolo degli Stati Uniti nel mondo: «Non credo che dobbiamo fare i nation builder», i poliziotti del mondo e i costruttori delle democrazie, come all’epoca di George W. Bush e i neocon. Sulla Siria: «Dobbiamo risolvere il problema. Io ho un’idea diversa da quella di tutti gli altri». Sul Medio Oriente: «Amerei essere la persona che fa la pace tra israeliani e palestinesi».

Alle 2,15 del pomeriggio l’incontro finisce, e comincia una nuova era nella storia delle comunicazione e degli Stati Uniti.

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lastampa/Donald nella tana del New York Times: “Sfortunatamente vi leggo tutti i giorni” PAOLO MASTROLILLI – INVIATO A NEW YORK

Beppe Grillo ha attaccato Renzi sul suo Blog con un duro post

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Beppe Grillo alza i toni e insulta Renzi. Come spiega Ilario Lombardo su la Stampa, quella dei Cinque Stelle “sembra una strategia” per mobilitare giovani e disoccupati scongiurando l’astensione.

Grillo alza i toni dello scontro: “Il premier è una scrofa ferita”

Il M5S punta sugli insulti per mobilitare giovani e disoccupati

ROMA – È stata un’altra ordinaria giornata di insulti. Il che ha vanificato lo sforzo dell’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che appena l’altro ieri aveva definito «aberrante», per i toni, la sfida del referendum.

Il M5S ha pensato di rilanciare con un post di una violenza senza precedenti, dove Matteo Renzi è stato liquidato come «una scrofa ferita» che ha «una paura fottuta» di perdere, facendo passare quasi come una gentilezza il fatto che il giorno prima il premier fosse già stato etichettato da Beppe Grillo come un «serial killer della vita dei nostri figli tra 20 anni». Ed è proprio questo il tasto su cui il M5S vuole premere il più possibile negli ultimi giorni prima delle urne: i giovani, che assieme ai disoccupati rappresentano l’elettorato forte dei pentastellati. C’è del metodo insomma in questa aggressività, anche se forse è scivolata un po’ troppo in là, e lo dimostra il fastidio di molti parlamentari M5S nel leggere il paragone della scrofa. Sembra infatti, a sentire fonti interne, che il post sia sfuggito all’ultimo step di controllo prima della pubblicazione.

La strategia di queste ore è figlia di un’attenta analisi del disinteresse verso il referendum in quello che viene definito «lo zoccolo duro degli elettori del M5S». Ma non solo. In telefonate tra la Casaleggio Associati, che mette materialmente in pagina e spesso scrive i post, Grillo, che dà l’ok, e il M5S a Roma, è stato deciso di passare al contrattacco dopo il caso firme false di Palermo che ha scatenato l’artiglieria dei renziani contro il M5S. «Stanno giocando sporco, dobbiamo rispondere…», è stato l’input.

Ma l’escalation ha altri e più profondi motivi, frutto di una preoccupazione montante. Grillo ha fiutato l’aria: gli ultimi dieci giorni sono decisivi, e di solito premiano chi batte molto sulla stabilità. Tradotto: Renzi può recuperare e ripetere le performance a cui gli italiani erano abituati con Silvio Berlusconi, capace di rianimare una contesa ogni volta data per spacciata. I 5 Stelle leggono i sondaggi e hanno capito che gli indecisi sono tali perché tentati dal votare Sì. Chi ha già deciso per il No, difficilmente si schioda dalle sue convinzioni. Ma tra chi dichiara che voterebbe No – ed è questo il nodo della riflessione degli strateghi M5S – c’è tanta gente che a votare potrebbe non andarci proprio. Soprattutto al Sud dove la vittoria del No è prevista schiacciante, ma dove l’ astensionismo è altissimo.

«La nostra paura non è rivolta al Sì ma all’indifferenza», ha spiegato Grillo che è buon interprete della pancia degli italiani. Per questo, avverte, «dobbiamo scaldare il cuore alla nostra gente, giovani e disoccupati che se ne fregano della riforma». Sono loro che potrebbero non andare a votare, specialmente al Sud, trasformando ogni No dichiarato in un No perduto. Le modifiche alla Carta passano in secondo piano: non è tema che appassiona, secondo i grillini, come è stato per il divorzio, l’aborto, i soldi ai partiti. «Gli italiani sono preoccupati per la loro vita quotidiana». Il tutto per tutto si gioca sul lavoro e sul futuro dei giovani. Con il linguaggio della rabbia che ha in Rete, tra i militanti webettari, il suo sfogatoio e nel M5S il suo megafono. Che il voto sia sul Senato, interessa poco: deve polarizzare, o con Renzi o contro.

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Voto estero sul referendum, il No minaccia ricorso tra insulti e veleni

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Tra buste, copie e corrieri, le preferenze all’estero hanno sempre destato sospetti. Beppe Grillo alza i toni e insulta Renzi.

Buste, copie e corrieri: quelle preferenze sempre sospette

A dieci anni dall’introduzione della circoscrizione estero le falle nella procedura non sono mai state affrontate

ROMA – E così, al decimo anno si scopre che il voto degli italiani all’estero non è esattamente un modello di trasparenza. Era il 2006, infatti, quando per la prima volta votarono per il Parlamento anche i connazionali residenti fuori d’Italia sulla base della famosa legge Tremaglia che aveva concesso il voto anche a chi non risiede in patria, né vi paga le tasse, magari non ha mai messo piede nella terra degli avi, ma siccome è iscritto all’Aire (Anagrafe degli italiani residenti all’estero) partecipa alla formazione delle leggi.

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Da allora ci sono circa 4 milioni di italians che votano per posta sia alle Politiche, sia ai referendum, con qualche problema tecnico sempre in agguato. Le criticità sono note: le schede elettorali vengono fatte preparare da stamperie locali e capita (come è capitato a Buenos Aires nel 2008) che il tipografo possa stampare 120mila schede più del necessario. Che fine fanno le schede in eccesso? Boh. A recapitare le schede, poi, ci pensano i corrieri privati. E una volta che si è votato nel segreto della cucina di casa (ma in tanti casi ci si arrangia al patronato) la scheda viene imbustata, imbucata, e tramite posta ordinaria spedita al consolato più vicino. Nel caso del prossimo referendum costituzionale, saranno considerate valide soltanto le buste arrivate agli uffici consolari entro le ore 16, ora locale, di giovedì 1° dicembre. Le buste che arriveranno fuori tempo massimo saranno bruciate.

È questa inedita procedura a tappe che ha spesso dato adito a errori, sviste, fors’anche brogli. Si racconta che a un’elezione del 2008 arrivarono a Roma trentamila schede dalla Svizzera che erano di colore diverso da quello regolamentare, portavano tutte il voto per l’Udc e sembravano vergate dalla stessa mano. Furono annullate in blocco.

Non meraviglia, dunque, che l’ambasciatrice Cristina Ravaglia, direttore generale per Italiani all’estero e Politiche migratorie – come da scoop del Fatto Quotidiano – nel 2013 abbia scritto al Quirinale e al governo, denunciando che il sistema è «totalmente inadeguato, se non contrario ai fondamentali principi costituzionali che sanciscono che il voto sia personale, segreto e libero».

Appare abbastanza secondaria, insomma, la polemica su Matteo Renzi che ottiene gli indirizzari e fa recapitare una lettera personale ai 4 milioni di elettori residenti all’estero. Il Comitato per il No ne ha fatto una questione capitale, ma c’è da ricordare che nel 2008 fecero lo stesso sia Silvio Berlusconi, sia Walter Veltroni. L’uno invitava a votare contro la sinistra che «ha impoverito il Paese con una valanga di tasse»; l’altro chiedeva il suffragio «per una Italia nuova, più moderna, serena, veloce e giusta». Nel 2013 fu Pier Luigi Bersani, candidato premier, a scrivere la sua lettera agli italiani all’estero. Tutti ci provano, insomma, a solleticare quegli elettori che la lontananza rende distaccati. All’ultimo referendum, per dire, quello sulle trivelle dell’aprile 2016, a fronte di una media di votanti del 31%, votò soltanto il 19,82% dei residenti all’estero.

Il punto è che c’è un bacino di milioni di italians orgogliosi di questo nuovo diritto (erano 2 milioni 432 mila elettori nel 2006; 2 milioni 627mila nel 2008; 3 milioni 149mila nel 2013; 4 milioni 23 mila quest’anno), spesso ignorato, ma non quando c’è da votare. Rappresentano ormai l’8% del corpo elettorale, non bruscolini. Fa scuola il caso di Romano Prodi, che alle elezioni del 2006 – Berlusconi era il premier uscente – poté avere la maggioranza soltanto grazie a loro, i connazionali residenti fuori d’Italia. Alle 3 di notte, infatti, a schede nazionali scrutinate, si contrapponevano una maggioranza di centrosinistra alla Camera e una maggioranza di centrodestra al Senato, profilandosi l’ingovernabilità assoluta.

In quel 2006, il colpo di scena venne dal girone dantesco di Castelnuovo di Porto, il megacentro della Protezione civile dove si accalcano circa diecimila scrutatori per esaminare le schede dell’estero (che quella volta furono un milione). Gli eletti all’estero erano quasi tutti di centrosinistra e la situazione del Senato si ribaltò. Berlusconi poi fece di tutto per agganciare, ammaliare, corrompere quei senatori eletti all’estero, ma questa è tutta un’altra storia.

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lastampa/Buste, copie e corrieri: quelle preferenze sempre sospette FRANCESCO GRIGNETTI

Panico a Il Pungiglione: “Catania squadra importante, ma noi siamo in testa alla classifica!”

In esclusiva le dichiarazioni di Domenico Panico

Nel corso della trasmissione di ViViRadioWeb, Il Pungiglione Stabiese, abbiamo ascoltato Domenico Panico allenatore della Berretti della Juve Stabia.

Vittoria importante contro la Casertana, un po’ di sofferenza soprattutto nel primo tempo, la squadra ha saputo stringere i denti e soprattutto nel secondo tempo grazie agli aggiusti apportati la Juve Stabia è riuscita a vincere per 3-0, risultato forse troppo pesante per la Casertana: Si, è stata una partita molto dura come avviene del resto in tutti i derby. È stata una settimana sentita da parte di tutti, l’avevamo preparata bene, ad inizio gara loro sono stati più incisivi di noi, ben messi in campo e avevano più fame. Però comunque abbiamo retto, siamo andati negli spogliatoi e la squadra ha poi saputo reagire agli accorgimenti. Chi è entrato, si è fatto trovare pronti, l’abbiamo svoltata e nel secondo tempo abbiamo giocato per 45 minuti un calcio di ottima fattura.

Adesso settimana importante per la tua squadra, sabato arriva il Catania, accreditata come possibile capolista dagli addetti ai lavori, per blasone e per strutture, ed invece la Juve Stabia riesce a stare in testa alla classifica grazie al lavoro tuo e merito dell’impegno dei ragazzi: Sarà sicuramente una bella partita. È una squadra molto forte, l’anno scorso si è classificata quarta in tutta Italia, ha lo stesso organico dell’anno scorso e un tecnico esperto che ha fatto sempre campionati importanti. Sarà un bel test, probante per noi e di sicuro anche per loro visto che comunque siamo un’ottima squadra e li affronteremo in casa tra le mura amiche. Un appello ai tifosi? Spero che ci sia pubblico e magari possano accorrere al campo i tifosi perché veramente ci potrebbero dare una grossa mano.

La tua Juve Stabia gioca molto bene e soprattutto assomiglia tanto alla Juve Stabia di mister Fontana che comunque di tanto in tanto ti toglie qualche calciatore per portarlo in prima squadra: Siamo molto felici che il mister ci tolga qualche ragazzo, il nostro obiettivo primario è sempre quello. Abbiamo la fortuna e anche la bravura di stare entrambi in testa ai rispettivi campionati. Ci confrontiamo sempre ed è importante perché riusciamo a vedere gli allenamenti del mister, una persona molto preparata. Speriamo di continuare così entrambe anche se la prima squadra domenica contro il Lecce ha avuto una battuta d’arresto, ma sono convintissimo che già da domenica prossima risponderà presente: è un gruppo eccezionale guidato da un grande mister, un leader. Bisogna assolutamente elogiare tutto il lavoro svolto dalla società, passando dal mister ai ragazzi. Ci può anche stare una battuta d’arresto visto che comunque venivano da tantissimi risultati positivi. Abbiamo affrontato la squadra più tosta del girone, hanno calciatori di categoria superiore, una squadra che comunque per tutto il primo tempo e gran parte del secondo è stata messa sotto; sul 2-1 potevamo segnare il terzo gol, ma siamo stati sfortunati e alla fine è arrivata la beffa. Sono convintissimo che già da domenica la prima squadra disputerà una partita importante a Matera. Li vedo allenare, il gruppo è compatto e avranno sicuramente più rabbia.

Per quanto riguarda la Berretti, prossimo turno sfida contro il Catania che ha riposato a differenza della Juve Stabia, per loro potrebbe rivelarsi un vantaggio il fatto di aver preparato la gara per due settimane: Penso di no. Noi abbiamo entusiasmo, sappiamo che affrontiamo una squadra molto forte con il miglior attacco ed infatti anche il Catania ha dei numeri eccezionali, ha fatto solo un pareggio più di noi, è a cinque punti ma con una partita in meno. Sarà un big match, prepareremo comunque la partita nei minimi dettagli, sono convinto che i nostri ragazzi disputeranno una grande partita a prescindere dal risultato, ma quando si gioca al Menti e si indossa la casacca gialloblu, non per retorica, sicuramente cerchiamo di dare il massimo. Quest’anno sono fortunato, la società e il direttore Turi fanno di tutto per non farmi mancare niente; l’allenatore è tranquillo quando ha la squadra forte, fortunato si, ma se non hai il materiale umano puoi far ben poco.

Parlando di Alberico Turi che vi sta sempre vicini, lo sentiamo anche spesso urlare, infatti contro la Casertana urlava dando indicazioni agli attaccanti: Si, il direttore è il primo tifoso e poi comunque conosce benissimo la rosa, la squadra, incita tutti dall’ alto della sua esperienza. Lunedì alla ripresa degli allenamenti è venuto al campo, ha chiacchierato con la squadra facendo notare cosa non è andato, perché comunque il risultato non deve nascondere la non prestazione del primo tempo contro la Casertana, perché comunque siamo la capolista, non deve più succedere e non bisogna deludere i tifosi che vengono a vederci allo stadio.

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FOTO, L’Angolo di Samuelmania – No alla violenza sulle donne

L’Angolo di Samuelmania – No alla violenza sulle donne

Le donne, la violenza da condannare, è questo il punto fermo. Non deve accadere, non può esserci. L’idea di Samuele Esposito, conosciuto come Samuelmania, si basa proprio su questo aspetto. Lunedì 21 novembre alle ore 21, al centro Holly e Benji di Casalnuovo di Napoli si è giocata una gara amichevole mista tra uomini e donne per sensibilizzare tutti e condannare la violenza sulle donne. Nel segno dell’amicizia e senza alcun scopo di lucro, in quanto non è una onlus o un’associazione, ma amici che hanno un intento comune. Per l’occasione c’è stata anche la partecipazione straordinaria di Maria Lisa Torrisi che ha da poco scritto un libro proprio contro questo ‘male’ . La squadra maschile sarà composta da Vincenzo Raspolo, Gianluca Festa, Enzo il Cubano, Francesco Cozzolino, Samuele Esposito. La squadra femminile: Stefania Fina, Alessia Bartiromo, Francesca Festa, Ludovica Donnarumma, Ilaria Cescofra, Claudia Palermo. Clicca sulle foto per ingrandirle.

Zielinski costringe Jorginho in panchina

Zielinski costringe Jorginho in panchina

L’allenatore del Napoli Maurizio Sarri dovrà fare delle scelte di formazione che manderanno in panchina diversi calciatori: ad esempio Jorginho, perchè per dare equilibrio alla squadra potrebbe essere riconfermato Amadou Diawara al centro del centrocampo a maggior ragione se Sarri sceglierà di far giocare dall’inizio Piotr Zielinski al posto di Allan. Una scelta in difesa sarà effettuata tra il romeno Vlad Chiriches ed il recuperato Raul Albiol, che si contendono un posto al fianco di Kalidou Koulibaly, mentre resterà in panchina Manolo Gabbiadini che potrebbe entrare a partita in corso. Lo riporta la Gazzetta dello Sport.

Rissa sui voti all’estero

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La campagna elettorale sul referendum è incandescente. Il fronte del No teme irregolarità nei voti degli italiani all’estero e promette un ricorso se dovessero rivelarsi determinanti.

Rissa sui voti all’estero. Il No prepara i ricorsi e il Pd evoca elezioni

Berlusconi: «Mediaset per il Sì perché teme ritorsioni»

ROMA – Due giorni fa Grillo ha definito Renzi «un killer del futuro». Ieri, sempre i 5 Stelle sul blog del leader, hanno descritto il premier come «una scrofa ferita che attacca chiunque vede perch ha una paura fottuta del voto del 4 dicembre». Un altro pezzo del fronte del No, quello dei professori e dei costituzionalisti, invece minaccia ricorsi se vince il Sì di misura e con il voto decisivo degli italiani all’estero. Un ricorso, hanno spiegato il presidente e il vicepresidente del Comitato per il No Alessandro Pace e Alfiero Grandi, all’ufficio reclami del referendum che può sollevare una questione di costituzionalità. Ci sarebbe a loro avviso la violazione di alcuni principi fondamentali, a cominciare dalle segretezza. Non siamo ancora alla guerra delle carte bollate, ma poco ci manca. Di sicuro è che non c’è fiducia negli avversari, arrivando al punto di non accettare il responso delle urne. Da parte dei grillini e del centrodestra si è pure insinuato il dubbio di brogli elettorali nel voto degli italiani all’estero.

Renzi avverte un certo nervosismo nelle file del No e sostiene che i sondaggi sono sbagliati. E quindi confida di potercela fare. «Quando ci dicono scrofa ferita o serial killer noi dobbiamo tornare sul merito. Non ci danno una scheda con su scritto “scrofa ferita Sì o No’”. Noi faremo campagna referendaria con il sorriso sulle labbra. Non faremo ricorsi e contro-ricorsi. Loro ora tentano di buttarla in rissa, quindi calma e gesso». Poi il premier torna ad avvertire che se vince il No, e «se ritornano quelli di prima a contrattare inciuci», andrà via «con il sorriso, non mettendo il broncio». Cosa succederà dopo? Per il vicesegretario Pd Lorenzo Guerini si andrà presto ad elezioni, entro l’estate del 2017, con una nuova legge elettorale. Una dichiarazione contenuta in un’intervista a Bloomberg e poi ridimensionata. Le sue parole sarebbero state «forzate». «È del tutto evidente che l’indizione delle elezioni è prerogativa del Presidente della Repubblica». Forzature o meno, è questa l’intezione di Renzi che non a caso è tornato a polarizzare lo scontro mentre dall’altra parte della barricata viene aperto il fronte estero.

Oggi i comitati per il No incontreranno il ministro Paolo Gentiloni per capire come sono state definite le liste degli italiani residenti all’estero. In effetti una certa incertezza si è insinuata tra gli anti-renziani: forse perché temono che una forte percentuale di astensionismo possa tenere lontano dalle urne gli elettori orientati al No. Ma c’è chi non vuole mostrare dubbi, come fa Massimo D’Alema. L’ex premier considera sbagliato pensare a ricorsi. «Si fanno quando si perde e io non credo che il No perderà. Inoltre si fanno avendo delle ragioni. Ma in questo caso mi sembra un giudizio preventivo sul voto degli italiani all’estero».

C’è infine una questione tutta interna al centrodestra, quella del ruolo delle reti Mediaset che non si sono trasformate nel megafono del No. A spiegarlo è stato Silvio Berlusconi. «Hanno paura della possibile ritorsione di chi ha il potere. Ho avuto discussioni ed ho dovuto accettare questo fatto essendoci dentro le aziende i risparmiatori. Devo prendere atto che la dichiarazioni del presidente Mediaset sono attribuibili alla difesa di questi risparmiatori. Se il governo dovesse vincere ci sarebbero conseguenze negative per le nostre aziende». Berlusconi guarda pure al dopo referendum e dice cose indigeste per Salvini e Meloni: nuova legge elettorale proporzionale, con lo sbarramento al 5%, e «Grosse koalition» come in Germania.

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lastampa/Rissa sui voti all’estero. Il No prepara i ricorsi e il Pd evoca elezioni AMEDEO LA MATTINA

Mertens, non c’è competitività nel suo ruolo: è un inamovibile per Sarri

Mertens, non c’è competitività nel suo ruolo: è un inamovibile per Sarri

L’uomo della Champions League, secondo la Gazzetta dello Sport, ha i tratti facciali simili a quelli di Dries Mertens viste le tre reti e i tre assist messi a segno nelle prime quattro partite del suo ruolo. Come racconta il quotidiano “non c’è competitività nel suo ruolo” perchè nelle gerarchie di Maurizio Sarri l’esterno belga è tra gli inamovibili nel gruppetto che forma lo zoccolo duro del suo Napoli“. Ha scavalcato Lorenzo Insigne del quale è stato l’alternativa nella scorsa stagione. La situazione tuttavia è cambiata “a partire dal secondo tempo di Pescara, da quando cioè il suo ingresso in campo servì per riequilibrare il risultato ed evitare al Napoli la prima sconfitta stagionale“.

Vergogna in città, accoltellati senza motivo due tifosi della Dinamo

Vergogna in città, accoltellati senza motivo due tifosi della Dinamo

Notte di paura a Napoli, come racconta l’edizione online de Il Mattino: due tifosi ucraini della Dinamo Kiev sono finiti in ospedale accoltellati da “gentaglia che finge di mascherarsi da tifosi del Napoli”. Poco dopo le 20 alle centrali operative di polizia e carabinieri arrivano due allarmi distinti e separati: “Il primo si verifica al corso Umberto, dove un uomo biondo, alto, con una sciarpa della Dinamo Kiev – avversaria questa sera del Napoli in Champions League – viene affrontato da una banda di teppisti che senza motivo lo aggrediscono, accoltellandolo all’addome e a una coscia. Il secondo fatto si verifica non lontano dall’Università” con scena praticamente in fotocopia ma fortunatamente le ferite non sono gravi. Sugli episodi indagano polizia e carabinieri.

CONI, Malagò: “Atletica al Collana, al San Paolo niente pista: De Laurentiis lo sa…”

CONI, Malagò: “Atletica al Collana, al San Paolo niente pista: De Laurentiis lo sa…”

Il presidente del Coni Giovanni Malagò ha rilasciato alcune dichiarazioni in occasione della Giunta nazionale Coni e dell’inauguraizone della nuova sede della FIGC a Napoli: “L’idea nuova potrebbe essere quella di inserire la struttura del Vomero nel programma delle Universiadi 2019. In questo modo si potrebbero sfruttare i finanziamenti destinati alla manifestazione internazionale per riportare il Collana ai fasti del passato. E potrebbe essere anche l’occasione per abolire la pista di atletica al San Paolo. Secondo me si fa bingo, adesso spero che Comune, Regione, Cus e Calcio Napoli si mettano attorno a un tavolo per un confronto“. La Repubblica riporta che lo stesso Malagò ha confessato di avere anticipato questa idea al presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis: “Gli è piaciuta, la condivide e anche il sindaco è d’accordo. In questo modo la città di Napoli avrebbe anche una vera eredità dal lascito delle Universiadi rilanciando un impianto polivalente ma con la prevalenza dell’atletica“.

Idea Jorginho in casa Roma, primi contatti con l’agente

Idea Jorginho in casa Roma, primi contatti con l’agente

Gli occhi della Roma in casa Napoli, a sorpresa. Perché come riporta il Corriere dello Sport, la società capitolina cerca un centrocampista per gennaio e il nuovo nome è proprio il regista azzurro Jorginho. Finito ai margini a causa di Diawara proprio dopo un errore decisivo contro i giallorossi, il brasiliano in questo momento non è felice all’ombra del Vesuvio e cambierebbe volentieri aria. Il suo procuratore ne ha già parlato con i dirigenti giallorossi, tuttavia non sarà facile trattare considerando la volontà di non perdere il giocatore nella sessione invernale e la valutazione fissata attorno ai 10 milioni di euro dal presidente Aurelio De Laurentiis. I sondaggi ci sono stati anche da parte della Juventus e della Fiorentina.

Castellammare, mezzo venerdì senz’acqua: queste le zone colpite

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Castellammare, mezzo venerdì senz’acqua: queste le zone colpite

Sarà un venerdì senza acqua, almeno in parte, per alcune zone della città stabiese. Infatti la GORI comunica che per lavori programmati è programmata la sospensione dell’erogazione idrica dalle 09:00 alle 13:00 di venerdì 25 novembre 2016, nelle seguenti zone del comune di Castellammare di Stabia:

  • Via Pimonte, Vicolo Sant’Eustacchio, Via Privati, Vicolo Serracoppola, relative traverse

Punto Di Partenza: la Costituzione (Lo Piano Saintred)

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Come Punto di Partenza parliamo della nostra Costituzione. “Era” considerata come una delle migliori al Mondo. Il condizionale e’ d’obbligo  visto che i tanti politici che hanno guidato l’Italia in questi ultimi 50 anni non sono riusciti a tener cementati i Principi fondamentali dei padri fondatori.
 

I loro nomi non hanno bisogno di presentazione quando si parla di Einaudi, Croce, De Gasperi, Basile solo per citarne alcuni.

 
Oggi, quando si parla di Renzi, Boschi, Tamara, Moccia, Crepet, Cavani, sembrano personaggi in cerca d’autore: non hanno ne’ le basi culturali ne’ l’altezza politica per essere in grado di modificare la nostra Costituzione. Sembrano dilettanti allo sbaraglio, si stanno occupando di qualcosa piu’ grande di loro, sperano di poter rompere un gioiello di democrazia come fosse un giocattolo.
 
Uno fra i nostri migliori e preparati costituzionalisti, il Giudice Ferdinando Imposimato, Presidente Onorario aggiunto della Corte Costituzionale, in un’intervista rilasciata alla Stampa, parla di Renzi come di un incapace, di un burattino tenuto in piedi da occulti poteri forti, per cercare di destabilizzare la nostra Democrazia. 
 
Possibilmente manovrato dal Gruppo Bildemberg da anni “presente” in Italia, e
molto vicino al terrorismo internazionale. Il Giudice Imposimato, a distanza di 3 anni,eravamo nel 2013, sempre nella stessa intervista ha parlato di una lettera ricevuta dal suo collega Gerardo D’Ambrosio, in cui si potevano evincere seri dubbi sull’operato di questa”loggia massonica”. 
 
Il Giudice Imposimato parla ancora che secondo la teoria Renziana, si potrebbe superare il bicameralismo perfetto, il tutto a fronte di puerili motivazioni : “Con l’Italicum sapremo chi ha vinto le elezioni la sera stessa del voto”, o ancora, “con la Riforma avremo il superamento di quel Bicameralismo perfetto che attendevamo da decenni, oppure lo Stato risparmierebbe 60 milioni di euro…. tutte ridicole trovate per far scivolare il Paese verso un punto di non ritorno.
 
Gli “strateghi” del Si, continua Imposimato, non parlano certo di aver riproposto la figura dei designati dai “boss di partito”al posto degli eletti da parte dei Cittadini. L’Italia non ha bisogno di questa Riforma ma solo di classi di Governo “minimamente” decenti e capaci, non di “utili” contrappesi sul controllo delle Camere. 
 
Imposimato parla a ruota libera :
Questi cambiamenti costituzionali, non sono farina del sacco Renzi-Boschi, ma di una mente occulta che li “manovra”, se vincessero i Si, Renzi e Company avrebbero le porte spalancate per far scivolare il nostro Paese verso una sicura Dittatura.
 
Come se in Italia vi fosse un Potere occulto che mina giornalmente la nostra Democrazia, Renzi, definito da Imposimato, Premier venuto dal nulla, potrebbe essere collegato a questi poteri mondiali invisibili.
 
Se quest’ipotesi avesse un fondamento, Renzi con l’avvallo dei Si, potrebbe trascinare la nostra Repubblica Democratica in una Presidenziale come quella americana, dove un solo uomo puo’ decidere le sorti di 230 milioni di persone. 
 
Come accadde con il 43 esimo Presidente Gerorge W. Bush, che per suo volere trascino’ il suo Paese in 2 guerre sanguinose e disastrose (Iraq e Afghanistan), di cui ancora gli americani ne stanno pagando le conseguenze sia in termini di vite umane che economici.
 
Risparmio dei Costi :
 
Sul risparmio dei costi sull’accorciamento dei Senatori, Imposimato si e’ espresso in questi termini :
Altra balla colossale, cosa vuoi che siano 60 milioni di euro in confronto ai 23 miliardi spesi dalla partecipate?
 
Per finire il Magistrato ha parlato di Liberta’, Uguaglianza, Diritti dei Cittadini,  per Renzi e compagni di cordata saranno solo parole vuote e senza senso.

Dalla Spagna, Gabbiadini lontano da Napoli: c’è il Valencia di Prandelli

Dalla Spagna, Gabbiadini lontano da Napoli

Prandelli ha telefonato a Manolo Gabbiadini nei giorni scorsi: il ragazzo vorrebbe lasciare Napoli perché non sente fiducia in azzurro e l’ipotesi Valencia gli piace, ma l’affare resta complicato perché gli azzurri vogliono monetizzare la cessione, mentre il Valencia preferirebbe prendere l’ex doriano in prestito. L’ipotesi potrebbe realizzarsi solo a fine gennaio, nel caso in cui non i partenopei non fossero riusciti a piazzare il ragazzo prima. Il ds del Valencia, Suso Garcia Pitarch, ha passato tutta la scorsa settimana in Italia, lavorando sulla punta ma anche su altri profili della Serie A che al tecnico piacciono molto”, ha dichiarato il giornalista iberico Hector Gomez, ai microfoni di Radio Esport Valencia.

Rai- Pavoletti accetta il Napoli, super contratto per lui

Pavoletti accetta Napoli, super contratto per lui

Pavoletti ha sciolto le ultime riserve: l’attaccante del Genoa vuole solo e solo il Napoli. Il calciatore s’è finalmente deciso ad accettare una super proposta degli azzurri, che consentirà al ragazzo di percepire 2 milioni e 400 mila euro all’anno per cinque anni. Secondo la Rai, tuttavia, mancherebbe ancora l’accordo con il Genoa del presidente Preziosi.

Mediterraneo: 12 operazioni per salvare 1397 migranti. 8 salme (VIDEO)

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Sono 1397 i migranti tratti in salvo nella giornata di oggi nel Mediterraneo Centrale in 12 diverse operazioni di soccorso coordinate dalla Centrale Operativa della Guardia Costiera a Roma, del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Durante le operazioni di soccorso sono stati recuperati anche otto corpi privi di vita.

I migranti, che si trovavano a bordo di 5 gommoni un barcone e 6 barchini in legno, sono stati soccorsi da nave Diciotti della Guardia Costiera, da nave Navarra inserita nel dispositivo EUNAVFORMED e da unità appartenenti alle ONG Save the Children, Life Boat e MOAS.

Sono state inoltre necessarie 2 evacuazioni mediche in favore di migranti bisognosi di urgenti cure sanitarie. Una donna in arresto cardiaco è stata recuperata da Nave Diciotti con un elicottero AW139 del 2° Nucleo Aereo della Guardia Costiera di Catania con a bordo personale medico del CISOM, mentre due migranti in grave stato di ipotermia sono stati trasbordati su due motovedette CP312 e CP324 partite da Lampedusa.

Il trasporto di un migrante bisognoso di cure, effettuato da l’elicottero AW139 del 2° Nucleo Aereo della Guardia Costiera.

Yoko Village vs Juve Stabia (3-4), marcatori gialloblè e foto

Pubblichiamo le foto di Yoko Village vs Juve Stabia categoria 2005

Guarda le foto di Yoko Village vs Juve Stabia realizzate dal fotografo Coppola che ci racconta così la vittoria della Juve Stabia per 4 a 3 grazie alle reti firmate dalle vespette Cioffi, Delle Iacone, Di Nardo e Improta.

La partita si è disputata questo pomeriggio alle ore 15:30 al campo comunale di San Marcellino in provincia di Caserta.

Le Vespette sono state ospiti dell’amico Antonio De Lucia che gestisce la Yoko Village.

Cosi’ in campo:
Sacco, Coppola (Zaccariello), Simeone, Miele, Papa, Marcuccio (Granatello), Ferrara, Di Nardo (Cioffi), Iengo (Dello Iacono), Improta, Provvisiero (Natale)

a cura di Ciro Novellino, foto Coppola