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Berlusconi rompe gli indugi e ammette: pronto a ricandidarmi

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In un’intervista a Rai Parlamento Berlusconi ammette: «Sono in un’attesa spasmodica della sentenza della Corte europea di Strasburgo che purtroppo ci mette troppo tempo, tre anni, per esaminare un caso che non riguarda soltanto un singolo cittadino ma che riguarda un importante Paese europeo. Credo che questa sentenza dovrà arrivare e sono assolutamente sicuro che metterà in chiaro come non ci sia stata alcuna evasione da parte mia e quindi dovrei tornare nella possibilità di ricandidarmi. In quel caso il centrodestra non avrebbe la necessità di cercare altri leader».

L’annuncio di una possibile ricandidatura di Berlusconi, qualora la Corte di Strasburgo dovesse riabilitarlo, spiazza i leader degli altri partiti della coalizione. Non è un mistero, infatti, che sia Meloni sia Salvini sia Fitto facciano il tifo per le primarie; e che si vogliano presentare loro stessi come piloti di tutto il centrodestra. Ma sul tema il Cavaliere è stato chiaro: apertura ma soltanto a certe condizioni. Ossia che la contesa interna sia regolata per legge con regole chiare e certe perché «le primarie come quelle che fa il centrosinistra sono manipolabili e fasulle».

Nell’intervista a Rai Parlamento il Cavaliere torna anche a bocciare senz’appello le riforme costituzionali di Renzi:

«Il suo progetto non fa risparmiare ed è pericoloso. Con il combinato disposto della legge elettorale chi detiene una minoranza molto piccola potrebbe andare al potere ed essere padrone del proprio partito, della Camera, e di tutto il Paese» e sui toni troppo accesi in questa campagna elettorale spiega: «La colpa non è nostra ma di tutti quelli che fanno propaganda per il Sì. Dicono che se vince il No ci sarebbe il caos ma non è vero niente: resteremmo con la nostra Costituzione e si aprirebbe lo spazio per sedersi a un tavolo e fare sia una riforma condivisa sia una nuova legge elettorale» – ed aggiunge – «Se vince il Sì si continua con questa Italia che sappiamo non essere in buone condizioni: la ripresa stenta, la disoccupazione è aumentata all’11,4%, la disoccupazione giovanile è quasi al 40%, è aumentata la povertà, un quarto degli italiani si trova in una situazione di povertà assoluta (4 milioni e 600mila), e 10 milioni e 400mila sono in condizioni di povertà relativa».

Infine torna sulla battuta del «Renzi leader»: «Nella sinistra lui appare l’unico leader. Nel centrodestra il leader ero io, e sono stato reso incandidabile. Abbiamo però delle idee molto differenti, perché Renzi viene dalla Democrazia cristiana di sinistra, perciò ha dentro uno statalismo molto spinto, e di carattere è persona che vuole imporsi. Molto lontana da me che sono molto equilibrato».

Quella del Cavaliere è una dichiarazione dettata dal pragmatismo. Berlusconi è convinto (e i sondaggi glielo confermano) che se il centrodestra non torna a catturare i voti al centro dello schieramento di cui Fi era depositaria, l’unico vincitore sarà il M5s di Beppe Grillo. Una prospettiva che lo atterrisce e che lo costringe a giocare in difesa: ostacolando da un lato l’ascesa di Salvini a leader del centrodestra e manifestando dall’altro la disponibilità a sedersi attorno al «tavolo» del post referendum «per cambiare la legge elettorale e questa riforma costituzionale». Ovvero lo stesso tavolo (e con le stesse pietanze) apparecchiato all’indomani delle politiche del 2013, che portò alla grande coalizione Pd-Fi. Perché il progetto si realizzi serve anzitutto che il 4 dicembre prevalga il No e Matteo Renzi venga sconfitto. Ma deve essere una sconfitta di misura, che non consegni la vittoria al fronte opposto, ovvero a Grillo e Salvini. L’operazione per realizzarsi necessita però di un altro presupposto fondamentale: la tenuta di Fi, dei suoi gruppi parlamentari. Una vera conditio sine qua non che non è affatto scontata. La contrarietà di gran parte del gruppo dirigente all’esperimento Parisi, il consolidamento del legame con Salvini di alcuni big azzurri come il governatore della Liguria Giovanni Toti, la richiesta di primarie sono crepe visibili che potrebbero trasformarsi in vere e proprie falle, soprattutto se il progetto del Cavaliere non offrisse prospettive su un ritorno certo in Parlamento.

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ilgiornale/Francesco Cramer – ilsole24ore/Barbara Fiammeri

Sarri rivoluziona il Napoli: sei cambi contro il Sassuolo

Sarri rivoluziona il Napoli: sei cambi contro il Sassuolo

Una vera e propria rivoluzione quella pronosticata dal Corriere del Mezzogiorno. Il possibile reparto arretrato titolare contro il Sassuolo potrebbe essere costituito da Maggio, che sostuisce uno stanco Hysaj, Strinic, al posto di Ghoulam, e Nikola Maksimovic che al centro della difesa darebbe il cambio a Kalidou Koulibaly. Quest’ultimo le ha giocate praticamente tutte. Centrocampo composto da Jorginho, Allan ed Hamsik. Mentre in attacco si dovrebbe rivedere Manolo Gabbiadini con Insigne e Giaccherini titolare.

Napoli-Gabbiadini, tra rinnovo e addio: ad aspettarlo c’è il Valencia

Gabbiadini, c’è il Valencia

Gabbiadini-Napoli, tutto in un mese. Prima della sosta, l’attaccante dovrà dimostrare il suo valore, altrimenti la sua esperienza con la maglia azzurra finirà. Sul ragazzo ci sono tanti club interessati, in particolar modo il Valencia. Gabbiadini sarebbe ben felice di fare una esperienza all’estero, alla corte di Cesare Prandelli. A riportarlo, la Gazzetta dello Sport.

Tonelli ancora a secco di minuti in azzurro: domani finirà in tribuna?

Tonelli ancora a secco di minuti in azzurro: domani finirà in tribuna?

Mai utilizzato da Maurizio Sarri, il difensore centrale del Napoli Lorenzo Tonelli sta vivendo un inizio di stagione travagliato dopo infortuni e ricadute post-infortunio. Al momento il calciatore è il quinto centrale della rosa dopo Kalidou Koulibaly, Raul Albiol, Nikola Maksimovic e Vlad Chiriches. La Gazzetta dello Sport, infatti, riferisce che Tonelli sembra essere destinato alla tribuna. Tra formazione e panchina, Sarri ne deve scegliere ventitrè. La notizia non farà certamente piacere al patron azzurro Aurelio De Laurentiis che nell’estate scorsa ha investito quasi 10 mln di euro per strapparlo alla concorrenza.

Defrel nel mirino del Napoli, ma è una seconda scelta

Defrel nel mirino del Napoli, ma è una seconda scelta

Il Napoli è sempre vigile sul mercato degli attaccanti, perchè l’infortunio di Arkadiusz Milik terrà fuori dal campo il polacco fino al termine del mese di gennaio. Serve una punta, forse due se Manolo Gabbiadini dovesse andare via. Domani nel Sassuolo giocherà il francese Gregoire Defrel, che al Napoli tutto sommato piace: secondo la Gazzetta dello Sport l’ex Cesena è nel mirino del club azzurro per gennaio “seppur nettamente in subordine rispetto a Pavoletti“. Nella giornata di ieri Giampiero Pocetta, agente di Defrel, ha parlato a Radio Marte: “Defrel e Pellegrini? Hanno attirato su di loro le attenzioni di tanti club, ma il Sassuolo non se ne priverà a gennaio”.

VIDEO ViViCentro – Allievi regionali, Fontanella, Pistola e Scalera in coro: “Lavoriamo per crescere!”

Allievi regionali, Fontanella, Pistola e Scalera in coro: “Lavoriamo per crescere!”

Vince la squadra di mister Macone, lo fa contro la Bagnolese. Una Juve Stabia che porta a casa il risultato con il punteggio di 3-0 grazie alle reti messe a segno da Dario Pistola (9 gol in 9 partite), Antonio Marrone su respinta dopo un calcio di rigore fallito e Francesco Scalera. Al termine del match abbiamo ascoltato proprio alcuni dei protagonisti: Vincenzo Fontanella, Dario Pistola e Francesco Scalera.

a cura di Ciro Novellino

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Napoli innamorata di Belotti, ADL contro il Toro

Cds- Napoli innamorata di Belotti, ADL contro il Toro

Il Napoli vuole Belotti, contro ogni ostacolo. L’attaccante è in procinto di firmare il rinnovo con i granata, i quali blinderanno la loro punta con una clausola rescissoria valida solo per l’estero da 90 milioni di euro. Ma clausola o non clausola, Aurelio De Laurentiis proverà a strappare il ragazzo al Toro. Se non a gennaio, a giugno. Il gallo piace alla dirigenza azzurra, che non si fermerà davanti a nulla. A riportarlo, il Corriere dello Sport.

Gabbiadini titolare col Sassuolo, ma Sarri è perplesso

Gabbiadini titolare col Sassuolo, ma Sarri è perplesso

Ultima occasione per Manolo Gabbiadini. Secondo quanto riporta la Gazzetta dello Sport, sarà proprio il bergamasco a scendere in campo contro il Sassuolo. Panchina, invece, per Dries Mertens. Sarri si affida al suo unico vero attaccante, nonostante qualche perplessità. Da una parte il pubblico lo acclama, vedi contro la Dinamo Kiev, ma dall’altra c’è un allenatore che mai ha creduto in lui. Domani la parola andrà al diretto interessato.

Leandrinho col padre a Castelvolturno

Corriere dello Sport, Leandrinho a Castelvolturno

Inizia una nuova avventura per il giovane 18enne Leandrinho. Secondo quanto riporta il Corriere dello Sport, il brasiliano, nella giornata di ieri, avrebbe raggiunto Castelvolturno insieme  a suo padre. Il ragazzo è pronto a firmare un contratto che lo legherà al Napoli per cinque anni. Al Ponte Preta andranno 600 mila euro.

La Casa Bianca, non è finita: può ripartire dal riconteggio dei voti nel Wisconsin

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Quello che non sembrava possibile alla fine si è avverato: la campagna per il riconteggio dei voti, sotto l’hashtag #AuditTheVote, ha infatti trovato grande sostegno tra gli attivisti liberali, ancora sotto shock per la vittoria di Donald Trump al voto.

Jill Stein, candidata dei Verdi alle presidenziali americane, ha raccolto i milioni di dollari necessari e, insieme al collega del Partito Riformista, Rocky Roque De La Fuente, ha presentato la richiesta per il riconteggio dei voti in Wisconsin, uno dei tre Stati con Pennsylvania e Michigan su cui si concentrano i sospetti di brogli. La mozione apre la porta a un possibile terremoto, dopo l’inaspettata vittoria di Donald Trump e i sospetti di un intervento di hacker russi sul sistema elettronico elettorale per favorirlo.

Ma la campagna di Clinton non la appoggia e ritiene che un riconteggio non cambierebbe il risultato finale. In Wisconsin Stein deve attendere la certificazione dei risultati a opera della commissione elettorale lunedì prima di presentare il suo ricorso, mentre in Pennsylvania la scadenza per il ricorso è già passata, ma per la commissione elettorale i candidati hanno tempo fino a lunedì per rivolgersi direttamente a un tribunale. In un commento, Elias ha precisato che la campagna di Clinton non intende contestare i risultati, ma ha deciso di prendere parte allo sforzo per “garantire il voto che sia stato giusto da tutte le parti”.

Secondo qualche esperto informatico è possibile hackerare le macchine che in molti stati consentono di votare per via elettronica. Ma nella nota l’amministrazione afferma che di non aver rilevato “alcun aumento di cyberattività maligna mirata a turbare il processo elettorale durante l’Election Day. L’amministrazione dice di essere “fiduciosa nella complessiva integrità dell’infrastruttura elettorale”. E aggiunge “di conseguenza, riteniamo che le nostre elezioni siano state libere ed eque dal punto di vista della cybersicurezza”.

Commissione elettorale del Wisconsin, il riconteggio inizierà alla fine della prossima settimana

Dalla Commissione elettorale del Wisconsin è arrivata la conferma della notizia, con l’annuncio che sono in corso i preparativi “per il riconteggio in tutto lo Stato dei voti per il presidente degli Stati Uniti, come richiesto da questi candidati”. “Abbiamo messo insieme un team interno per dirigere le operazioni – ha dichiarato il responsabile Michael Haas – in stretta collaborazione con le contee”, 72 in tutto. “Abbiamo in programma di tenere una riunione in teleconferenza per gli impiegati della contea la prossima settimana e anticipiamo che il riconteggio inizierà verso la fine della prossima settimana dopo che la campagna della Stein avrà versato la somma necessaria per il riconteggio, che stiamo ancora calcolando”.

La scadenza del 13 dicembre

E’ una corsa contro il tempo, dal momento che il riconteggio in Wisconsin deve concludersi entro il 13 dicembre. Le operazioni, ha sottolineato Haas, rientrano in “un processo aperto, trasparente, in cui ciascuno dei candidati può avere rappresentanti presenti per sollevare obiezioni, e dove il pubblico può osservare”. Proprio per questo, la Stein su Facebook ha chiesto ai suoi sostenitori di offrirsi “volontari per aiutare”. Nel caso i candidati non fossero d’accordo con i risultati della verifica delle schede, avranno cinque giorni di tempo per fare appello in tribunale.

Secondo le cifre ufficiali fornite dalle autorità locali, dei 2.975.313 voti espressi nello Stato del Midwest, il candidato repubblicano Donald Trump se ne è aggiudicati 1.404.000, mentre la sfidante democratica Hillary Clinton si è fermata a 1.381.823, con uno scarto di 22.177 schede. Da parte sua, la Stein ha raccolto 31.006 preferenze, mentre De La Fuente solo 1.514.

Il Wisconsin, Stato dove è nato il Grand Old Party (Gop), non mandava un repubblicano alla Casa Bianca dal 1968 e a favore di Trump non ha certo lavorato Paul D. Ryan, speaker repubblicano al Congresso eletto qui, che con il magnate newyorkese non ha mai avuto rapporti facili e gli ha sempre negato l’endorsement. Nonostante i sondaggi che la davano vincente (5,7%), la Clinton è uscita sconfitta con il 46,9% contro il 47,9% del rivale.

I prossimi passi, Pennsylvania e Michigan

E’ solo l’inizio: nei prossimi giorni, infatti, scadranno i termini per presentare la richiesta di verifica dei voti anche negli altri due Stati, Pennsylvania e Michigan, rispettivamente lunedì e mercoledì.

agi/asca

Scalfari: le implicazioni del referendum di domenica prossima

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Il tema dell’editoriale di Scalfari di oggi è soltanto uno: il referendum di domenica prossima, del quale conosceremo l’esito il lunedì 5. Il tema ne contiene e ne implica molti altri, non soltanto italiani e non soltanto costituzionali, ma anche internazionali, politici, economici. Cominciamo ad esaminarli uno per uno.

L’ideologia dei 5 Stelle e la deriva dell’Uomo qualunque

Mercoledì scorso c’è stato un incontro al Quirinale durato a quanto si sa un’ora e mezza tra il presidente Sergio Mattarella e Renzi. Ufficialmente hanno trattato molti argomenti, il primo dei quali la riunione del giorno dopo del Consiglio supremo della Difesa. Ma nella realtà il tema principale è stato proprio il referendum. Mattarella ha raccomandato maggiore cautela nel linguaggio, ha ricordato che i referendum in genere e questo in particolare non comportano alcun obbligo di dimissioni del presidente del Consiglio quando la tesi da lui sostenuta fosse battuta dagli elettori (tra l’altro i referendum costituzionali non prevedono alcun quorum ed è possibile che il numero degli elettori che andranno al voto domenica sia inferiore al 51 per cento dei cittadini con diritto di voto). Infine Mattarella ha ricordato a Renzi che, subito dopo il referendum, c’è una quantità di problemi da affrontare con notevole urgenza, uno dei quali derivanti proprio dall’esito del referendum stesso che, in caso di vittoria del No, comporterebbe la riforma della legge elettorale poiché quella attualmente vigente riguarda un sistema monocamerale e il bicameralismo perfetto che tuttora c’è e c’è sempre stato. Quando fu fondato lo Stato italiano da Cavour nel 1861 il Senato era di nomina regia e tale durò durante la Monarchia. Il regio Senato aveva gli stessi poteri della Camera ma la nomina dei suoi membri era appunto diversa: non la faceva il popolo ma il Sovrano.

Con l’avvento della Repubblica entrambe le Camere furono elette dai cittadini sia pure con leggi elettorali diverse ma con identici poteri legislativi. Renzi, a quanto ci risulta, ha dato assicurazioni sul linguaggio e ha ricordato che è suo interesse pubblicamente annunciato di riformare profondamente la legge elettorale, sia che vincano i Sì sia che vincano i No, il che significa anche che non si dimetterà dalla carica di presidente del Consiglio almeno fino a quando queste e le altre questioni urgenti ricordate da Mattarella non siano state condotte a buon fine. Fin qui il colloquio assai importante, del quale i giornali hanno dato adeguato rilievo nei titoli ma assai scarsa informazione sui contenuti.

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Debbo dire che, strada facendo da quando fu indetto, il referendum costituzionale ha ampiamente cambiato il significato che gli attribuisce la gran parte dei cittadini che hanno deciso di votare, il che lascia anche supporre che l’afflusso alle urne sarà più elevato di quanto si prevedeva all’inizio. Per quanto risulta a noi, chi voterà Sì lo farà per rafforzare l’autorevolezza politica di Renzi; chi voterà No lo farà per mandarlo in soffitta; quel che avverrà dopo non lo sanno e non gli importa granché.

Ho avuto nei giorni scorsi un esempio assai chiaro di queste due posizioni in un confronto televisivo guidato da Bianca Berlinguer nella sua trasmissione pomeridiana a RaiTre, tra il governatore della Regione Piemonte, Chiamparino e il governatore della Puglia Michele Emiliano. Chiamparino ha esposto numerose motivazioni a favore della riforma costituzionale e altrettante contro, concludendo però che il suo voto sarebbe stato Sì. La motivazione di questo gesto – ha detto – è interamente politica: un No getterebbe il nostro Paese in una sorta di caos non solo politico ma anche economico, sociale e internazionale che coi tempi che corrono è da evitare assolutamente. La posizione di Emiliano è stata l’esatto contrario e ne ha indicato le ragioni, quelle che ha chiamato il merito del problema. La Berlinguer ha contrastato quel “merito” in tutti i suoi aspetti e alla fine Emiliano ha indicato la vera verità del suo No: “Ritengo dannosa la permanenza di Renzi al vertice della politica italiana”. Ecco il punto, cara gente: ormai il Sì è un “viva Renzi” e il No è “abbasso”. Salvo qualche eccezione motivata veramente dal merito, visto da angolazioni diverse. Mario Monti è un tecnico dell’amministrazione, vota No per dissensi sul merito; così pure Zagrebelsky e così anche Alessandro Pace. Ma il grosso dei No è di provenienze grilline e cioè: prima di tutto piazza pulita. Questo non ha niente a che vedere col merito ma coincide con l’ideologia. Sembra impossibile che il Movimento 5 Stelle si fondi su un’ideologia; noi siamo abituati a pensare che l’ideologia abbia una base culturale e spesso è così: il comunismo si basava su Marx ed Engels. Il liberalismo di Adam Smith e Ricardo coniugati con l’Illuminismo di Diderot, D’Alembert e Voltaire; il liberalismo moderato aveva come base il pensiero di Tocqueville. Ma il “piazza pulita” è uno slogan non un’ideologia. Uno slogan anarcoide come un tempo lo fu l’Uomo qualunque. Quelli che Ezio Mauro chiama “forgotten men”.

L’Uomo qualunque disprezza l’establishment, la classe dirigente di cui non fa parte. Ad essa attribuisce tutte le colpe (che in parte certamente ha). Ne vede una diversa, una nuova. Il più delle volte è storicamente accaduto che quella nuova sia la vecchia che ha cambiato abito e si è mascherata: pensate al fascismo che nasce dal socialista Benito Mussolini. Quel socialista fondò i fasci di combattimento, ispirato al sindacalismo rivoluzionario di Georges Sorel; poi diventò reazionario, distruggendo le Case del popolo del partito socialista, pur restando ancora repubblicano. Infine, nel primo congresso del partito nazionale fascista, dette un calcio alla Repubblica e accettò la Monarchia unificandosi con il partito nazionalista guidato da Federzoni. Vedete come vi si può ingannare, voi dell’Uomo qualunque che oggi vi chiamate 5 Stelle e volete la piazza pulita? Voi domani presumibilmente voterete No. E poi che cosa farete? Quale programma, quale politica estera, quale visione dell’Europa e della moneta comune?

L’Uomo qualunque non cambierà mai e c’è sempre stato. Non è il popolo sovrano che vorremmo fosse la base consapevole della democrazia. Sono piuttosto i Ciompi. Ricordate il tumulto dei Ciompi? Ricordate i Lazzari napoletani che appoggiarono la rivoluzione giacobina del 1799 promossa dalle famiglie nobili guidate dal principe Gennaro Serra di Cassano e da un gruppo di intellettuali? I Lazzari appoggiarono quella rivoluzione ma pochi mesi dopo, quando il Re tornò con la flotta di Nelson e le bande contadine di Ruffo di Calabria, i rivoluzionari furono tutti impiccati, molti morirono per strada e decapitati e le loro teste mozze vennero prese a calci dai Lazzari da quel momento chiamati lazzaroni. Che buie storie ha questo Paese!

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Caro Matteo Renzi, qualche errore in questa vicenda l’hai fatto anche tu. Il principale, che per l’ultima volta hai ribadito nel tuo dibattito con Gramellini sulla Stampa di venerdì, riguarda il tuo ritiro dalla vita politica se vinceranno i No. Penso che tu faccia volontariamente questo errore per aumentare il numero dei Sì. Può darsi, ma contemporaneamente e forse anche di più aumenterà il numero dei No. Forse è un voluto errore di tattica, ma qui ti sbagli, è un errore di strategia perché se vincono i No ti sarà difficile tornare a Palazzo Chigi e proseguire come lo stesso Mattarella ritiene perfettamente costituzionale oltreché praticamente opportuno.

La legge sulla riforma del Senato e l’abolizione del bicameralismo: questo è il nodo della questione. Dovresti insistere continuamente su questo punto e porre questa domanda: qual è il Paese europeo che abbia un Senato legislativo? Salvo qualcuno piccolo o piccolissimo nessuno dei ventisette ha un Senato di tal fatta. Tantomeno l’Inghilterra, ora uscita dall’Ue: lì c’è la Camera dei Comuni che ha tutto il potere legislativo e la Camera dei Lord che può solo formulare pareri ed è nominata dalla Corona, cioè dal primo ministro con la firma del Sovrano. Il referendum di domenica prossima è questo che stabilisce: monocamera anche in Italia. Ci sarà poi il tempo per assegnare ai senatori dei compiti meno confusi di quelli attualmente previsti, ma il tema centrale è quello: monocamerale. Attenzione però: No o Sì per mantenere o abolire il Senato, il resto non conta niente o quasi.

***

Ultime e marginali osservazioni, che contano tuttavia qualche cosa. Il presidente Mattarella ha pienamente ragione di raccomandare una polemica più forbita di quella attuale. Ma quando c’è stato quel forbitismo in Italia? Nella nostra prima consultazione elettorale la Dc aveva come slogan nei cartelloni di propaganda affissi sui muri di tutta Italia il ritratto di uno Stalin paffuto e torvo con una scritta che diceva: siete i complici di un assassino che paga in rubli la vostra complicità.

Il Pci a sua volta aveva altri cartelloni dove si vedeva un volto degasperiano con dietro alle spalle la testa di un prete e sotto una scritta cubitale stampata con la maggiore evidenza che diceva Forchettoni e una cascata di dollari in banconote come sottofondo. Lei, onorevole Presidente, a quell’epoca era appena nato. Io purtroppo no, ero già cittadino elettore e militavo nel Partito liberale aderendo alla corrente di sinistra guidata da Carandini, Pannunzio, Libonati e parecchi altri. L’Italia non è mai stata perfettamente sobria, ma forse non solo noi. L’Occidente non lo è e si visto tra Trump e Hillary Clinton.

Infine il governatore della Campania Vincenzo De Luca. Noi tutti, o almeno moltissimi di noi, l’hanno conosciuto quando era ancora sindaco di Salerno e faceva campagna elettorale per diventare governatore. E come l’abbiamo conosciuto? Ascoltando le trasmissioni di Crozza. Era fantastico Crozza nei panni di De Luca e lo faceva parlare esattamente come De Luca parla sempre. Anche allora la Bindi lo attaccò per linguaggio inqualificabile dietro al quale c’era probabilmente il reato di voto di scambio, ma non lo denunciò come anche oggi sta avvenendo.

Oggi parla come allora: gli occorrono dei Sì al referendum e lui promette merende, fritture, mance e tutto quello che lui può fare per favorirli nella pubblica amministrazione. Questo è il suo linguaggio e il suo personaggio. Il Pd deve dissociarsi ufficialmente da questa situazione. Perderà qualche migliaio di Sì ma ne perderebbe di più se non si dissociasse. Adesso ho finito. Debbo dire che nei giorni scorsi ho avuto qualche disturbo di salute che ora è finalmente passato. Lo dico non perché sia una notizia ma perché ho fatto un’esperienza interessante: come si vede la realtà che ci circonda, come si pensa a se stessi e al mondo esterno, come affronti ciò che nel frattempo e con enormi differenze qualitative e di genere hanno detto Donald Trump, Angela Merkel, Barack Obama, papa Francesco, Mario Draghi, Matteo Renzi e perfino (perfino) Vincenzo De Luca. E tu (io) come li vedi con una sorta di cannocchiale e con un cestino da viaggio a tracolla. Vi assicuro che è una bellissima esperienza.

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Repubblica/L’ideologia dei 5 Stelle e la deriva dell’Uomo qualunque EUGENIO SCALFARI

Auteri: “Le prime quattro sono tutte propositive, aspettiamo di confrontarci”

Le parole di Mister Gaetano Auteri alla vigilia del match Matera vs Juve Stabia

Alla conferenza stampa organizzata dal Matera alla vigilia del big match del girone C Matera vs Juve Stabia è intervenuto come di consuetudine Mister Gaetano Auteri.

Queste sono state le parole rilasciate al sito ufficiale della squadra lucana:

“Louzada e Sartore non ci sono. Davanti siamo un po’ contati, poi c’è la squalifica di De Rose. In questo momento a centrocampo e in avanti stiamo così.

Loro sono stati rimontati nelle ultime partite che hanno fatto, nell’ultima partita è stato un po’ particolare perché erano sul 2-0, spesso significa che quelle che sono davanti sono tutte ben attrezzate. Aspettiamo di confrontarci con loro.

Ognuno ha dei propri punti deboli e dei pregi, la Juve Stabia gioca  a calcio.

C’è una differenza sostanziale tra il campionato di quest’anno e o quello dello scorso anno: le prime quattro sono tutte propositive, cercano di fare bel gioco. C’è grande equilibrio, noi stiamo bene, a parte queste situazioni di infortuni e squalifiche. Ci siamo allenati bene, poi vedremo cosa riusciremo a fare.

Non so la disposizione tattica che useranno loro, dobbiamo pensare a noi stessi. Sappiamo che siamo competitivi, noi siamo a 26 punti e loro a 29, abbiamo punti in meno perché abbiamo sbagliato tanto.

Loro sono molto bravi a capitalizzare tutto, noi dobbiamo creare tantissimo per raccogliere poco. Quello che si lascia sicuramente non torna più, ora siamo lontani dal traguardo e ce ne saranno di ostacoli da superare, non ci sono situazioni definite adesso. Sono curioso di vedere questo confronto, lo ripeto, numericamente non siamo tantissimi ma stiamo bene. 

Posso dire che attualmente come espressione di squadra siamo migliori rispetto al mio Benevento dello scorso anno. 

La vittoria in Coppa?

Abbiamo fatto una partita come tante altre, molto buona. Al di là di alcuni episodi, non abbiamo spinto al massimo specie chi ha fatto due partite in tre giorni, dovevamo pensare al campionato”

VIDEO ESCLUSIVO – Allievi regionali, Juve Stabia-Bagnolese 3-0: i gol del match

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VIDEO ESCLUSIVO – Allievi regionali, Juve Stabia-Bagnolese 3-0: i gol del match

Vince la squadra di mister Macone, lo fa contro la Bagnolese. Una Juve Stabia che porta a casa il risultato con il punteggio di 3-0 grazie alle reti messe a segno da Dario Pistola (9 gol in 9 partite), Antonio Marrone su respinta dopo un calcio di rigore fallito e Francesco Scalera.

a cura di Ciro Novellino

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VIDEO ViViCentro – Allievi regionali, Macone: “Contento del periodo positivo”

Queste le parole di Mister Macone

Vince la squadra di mister Macone, lo fa contro la Bagnolese.

Gli allievi regionali della Juve Stabia portano a casa il risultato con il punteggio di 3-0 grazie alle reti messe a segno da Dario Pistola, Antonio Marrone su respinta dopo un calcio di rigore fallito e Francesco Scalera.

Al termine del match abbiamo ascoltato mister Giovanni Macone.

a cura di Ciro Novellino

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VIDEO ESCLUSIVO – Berretti, Juve Stabia-Catania 1-1: le immagini e i gol

VIDEO ESCLUSIVO – Berretti, Juve Stabia-Catania 1-1: le immagini e i gol

Un pareggio amaro quela della Berretti della Juve Stabia. Risultato finale di 1-1: apre Procida nel primo tempo, pareggia Graziano nella ripresa, ma è all’intervallo che succede di tutto. Infatti, Matosevic, estremo difensore del Catania, ha colpito Elefante, aiutato anche dal capitano Longo. Espulsi tutti e tre e match che riparte con 10 uomini per le Vespe e 9 per gli ospiti. Secondo tempo non positivo per i ragazzi di Domenico Panico il quale ha motivato dal primo all’ultimo i suoi. Bene nelle scelte, nei cambi e nello spirito dato ai suoi. Complice il pareggio dell Paganese, 1-1 contro il Catanzaro, le posizioni di testa rimangono invariate.

a cura di Ciro Novellino

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UPC Tavagnacco – Chieti Calcio Femminile 5-2: cinquina delle friulane

Chieti Calcio Femminile concede un intero tempo al Tavagnacco subendo quattro reti nella prima frazione di gioco. Nella ripresa tutta un’altra storia, ottima reazione della squadra che segna due gol, ma ne subisce una proprio nel suo momento migliore  e quindi partita che si conclude sul 5-2 per le padroni di casa.

Neroverdi in piena emergenza viste le tante assenze: Mister Di Camillo fa di necessità virtù e schiera dal primo minuto Mariani al centro dell’attacco e Colasante sulla fascia difensiva.

Sin dalle prime fasi della partita Tavagnacco costantemente in attacco.

Al 10′ doppia occasione per la squadra di casa: prima Vicenzi chiude su Brumana e poi è Tona a salvare in maniera provvidenziale sul tiro a porta vuota di Clelland.

La pressione delle friulane dà i suoi frutti al 24′: gran tiro da fuori area di Tuttino che si infila all’incrocio dei pali.

Le neroverdi reagiscono, Marinelli si invola e sfiora il palo al 26′.

Alla mezzora azione sulla fascia di Sardu che mette al centro un invitante pallone, interviene in scivolata Camporese che deposita in rete.

Al 39′ tris del Tavagnacco: azione dirompente sulla fascia di Brumana che scavalca Vicenzi con un lob, interviene Clelland a porta sguarnita e mette dentro.

Nel primo minuto di recupero Brumana sigla il poker per il Tavagnacco facendosi trovare pronta a segnare di nuovo a porta vuota su imbeccata di Zuliani.

Una grande Giada Di Camillo ad inizio ripresa salva due volte la sua porta, prima su Clelland e poi su Brumana, infine Sardu spara alto.

Il Tavagnacco insiste e sfiora la quinta rete al 4′ con il diagonale di Camporese che finisce largo di un soffio.

Al 9′ Marinelli mette al centro, Innerhuber non ci arriva per pochissimo.

Al 10′ le neroverdi accorciano le distanze con Stivaletta brava a colpire di testa su angolo di Mariani.

Al 13′ cross di un’instancabile Giada Di Camillo, si gira bene in area Marinelli che batte Ferroli e riapre la gara.

Al 21′ lancio in avanti per Camporese che impegna severamente Vicenzi brava a deviare il pallone in angolo.

Al 32′ si libera bene sul vertice sinistro dell’area neroverde Clelland che mette al centro per Brumana, traversa piena, la palla torna in campo ma Zuliani alza troppo la mira da buona posizione.

Il Tavagnacco chiude però i conti nel momento migliore del Chieti con un contropiede fulminante finalizzato da Sardu che batte Vicenzi in uscita al 42′.

Allo scadere Vicenzi chiude in uscita su Clelland.

Il match si chiude 5-2 per il Tavagnacco.

 

TABELLINO DELLA GARA:

 

UPC TAVAGNACCO – CHIETI CALCIO FEMMINILE 5-2

 

UPC Tavagnacco:  Ferroli, Martinelli, Frizza (39′ st Pochero), Sardu (46’st Dri), Tuttino, Clelland, Brumana (44′ st Del Stabile), Camporese, Cecotti, Zuliani, Filippozzi A disp.: Copetti, Cotrer

All.: Amedeo Cassia

Chieti: Vicenzi, Di Camillo Giada, Colasante (11′ st Perna), Di Bari, Tona, Vicchiarello, Marinelli, Stivaletta, Mariani (31′ st Benedetti), Copia, Innerhuber. A disp.: Falcoccia, Di Marco

All.: Lello Di Camillo

Arbitro: Renzullo di Torre del Greco

Assistenti:  Miniutti di Maniago e Cristiano di Pordenone

Marcatrici: 24′ pt Tuttino, 30′  Camporese, 39′ pt Clelland, 46′ pt Brumana, 10′ st Stivaletta, 13′ st Marinelli, 42′ st Sardu

Ammonite: Vicenzi, Stivaletta, Di Camillo Giada(Ch), Filippozzi (T)

Note: Recupero 1′ pt, 3′ st

 

Le dichiarazioni post partita di Mister Di Camillo:

 

“Questa partita mi ha un po’ deluso. Il primo tempo è stato fatto dal Tavagnacco, siamo stati messi sotto da loro, le assenze che avevamo non giustificano la prova negativa vista come detto nel primo tempo. Abbiamo preso due o tre reti scaturite da nostri errori di posizione e chiusura abbastanza clamorosi, senza nulla togliere alla supremazia delle nostre avversarie che hanno ben giocato. Ci sono state un paio di occasioni anche per noi, ma veramente troppo poco.

Nella parte iniziale del campionato ci siamo trovati di fronte tutte le migliori, da domenica prossima potrebbe iniziare un nuovo cammino, sono sempre stato fiducioso perché anche contro formazioni di rango abbiamo fatto alcune buone prestazioni e qualche punto è arrivato.

Sono deluso dall’atteggiamento della squadra che mi aveva fatto vedere buone cose nelle ultime due gare ed invece contro il Tavagnacco l’ho vista assente nella prima frazione e non è possibile una cosa del genere. C’è stata la reazione d’orgoglio nel secondo tempo, stavamo anche credendo in un possibile recupero, poi loro hanno chiuso i conti con il quinto gol.

Una squadra neopromossa non può permettersi di avere tante assenze importanti, ma comunque torno a ripetere che mi ha deluso l’atteggiamento in campo. Prenderò provvedimenti perché non è giusto questo: dovremo lavorare su questo aspetto, sono le calciatrici che dovranno invertire la rotta, io mi prendo le mie responsabilità, ma sono sempre chiaro e diretto nel dire che in campo si corre e si soffre e soprattutto si sta in silenzio, se non lo si fa l’allenatore può fare ben poco” .

 

 A cura dell’Addetto Stampa Chieti Calcio Femminile

Piero Vittoria  

VIDEO ViViCentro – Berretti, Juve Stabia-Catania 1-1: man of the match Mauro, la classifica e le sue parole

Berretti, Juve Stabia-Catania 1-1: man of the match Mauro, la classifica e le sue parole

Un pareggio amaro quela della Berretti della Juve Stabia. Risultato finale di 1-1: apre Procida nel primo tempo, pareggia Graziano nella ripresa, ma è all’intervallo che succede di tutto. Infatti, Matosevic, estremo difensore del Catania, ha colpito Elefante, aiutato anche dal capitano Longo. Espulsi tutti e tre e match che riparte con 10 uomini per le Vespe e 9 per gli ospiti. Secondo tempo non positivo per i ragazzi di Domenico Panico il quale ha motivato dal primo all’ultimo i suoi. Bene nelle scelte, nei cambi e nello spirito dato ai suoi. Complice il pareggio dell Paganese, 1-1 contro il Catanzaro, le posizioni di testa rimangono invariate. Al termine del match abbiamo ascoltato Simone Mauro che ha vinto il premio di giornata come migliore in campo, conquistando anche 3 punti. Secondo Piero Vecchione con 2 punti e terzo Emanuele Borrelli con 1 punto.

 

La classifica di giornata:

1 Simone Mauro 3 punti

2 Piero Vecchione 2 punti

3 Emanuele Borrelli 1 punto

 

La classifica:

1 Vecchione 10 punti

2 Mauro 9 punti

3 Procida 8 punti

4 Chirullo, Sorrentino F. 4 punti

5 Servillo, Matassa, Scognamiglio 3 punti

6 Del Prete, Elefante, Bisceglia, Strianese 2 punti

7 Contieri, Borrelli E.  1 punto

a cura di Ciro Novellino

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VIDEO ViViCentro – Berretti, Matarazzo: “Contento per l’esordio, meno per il pareggio”

Berretti, Matarazzo: “Contento per l’esordio, meno per il pareggio”

Un pareggio amaro quela della Berretti della Juve Stabia. Risultato finale di 1-1: apre Procida nel primo tempo, pareggia Graziano nella ripresa, ma è all’intervallo che succede di tutto. Infatti, Matosevic, estremo difensore del Catania, ha colpito Elefante, aiutato anche dal capitano Longo. Espulsi tutti e tre e match che riparte con 10 uomini per le Vespe e 9 per gli ospiti. Secondo tempo non positivo per i ragazzi di Domenico Panico il quale ha motivato dal primo all’ultimo i suoi. Bene nelle scelte, nei cambi e nello spirito dato ai suoi. Complice il pareggio dell Paganese, 1-1 contro il Catanzaro, le posizioni di testa rimangono invariate. Al termine del match abbiamo ascoltato Marco Matarazzo.

a cura di Ciro Novellino

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Roma, vertice in Campidoglio per il nuovo stadio e Grand Opening dell’AS Roma Store di Via del Corso FOTO, VIDEO

NOTIZIE AS ROMA – Nella mattinata di ieri si è tenuto un nuovo incontro tra i vertici della società giallorossa ed alcuni esponenti della giunta 5 stelle che governa la città. Presente il dg Baldissoni, che ha incontrato tra gli altri il vicesindaco Frongia, il capogruppo De Vito, oltre a Meleo. Vivicentro.it era presente all’evento ed ha raccolto le parole del dg romanista al termine del summit: “Incontro positivo. Stiamo valutando con la nuova amministrazione tutte le ipotesi per migliorare il progetto compatibilmente con la conferenza di servizi in corso”.

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Nel pomeriggio, in un’altra location, si è tenuto un altro evento legato ai colori giallorossi. Nel Roma Store di Via del Corso, infatti, è stata presentata la maglia che i calciatori indosseranno in occasione del derby del 5 dicembre, approfittando del Grand Opening della meravigliosa struttura di 3 piani aperta al pubblico nel mese di luglio. Presenti El Shaarawy, Salah e Juan Jesus che hanno firmato autografi ai tanti tifosi accorsi in centro per l’occasione. Il difensore brasiliano ha anche rilasciato alcune dichiarazioni:

Dopo la vittoria di ieri sera è tornato entusiasmo?
“Ci deve essere sempre, perché noi siamo fortunati perché abbiamo un lavoro che ci permette di fare il bene della Roma e sicuramente dopo una vittoria per 4-1 in casa abbiamo più fiducia”.

Cosa manca alla Roma per fronteggiare la Juve? La mentalità?

“Purtroppo ci sono questi cali ma stiamo già lavorando su questo. Con l’Atalanta era una partita difficile perché venivano da 6 vittorie di seguito. Abbiamo molto da fare, ma il campionato è ancora lungo e ci rialzeremo subito e proveremo a prendere più punti possibili”.

Dopo il Pescara ci sarà il derby. Totti e De Rossi ti hanno raccontato cosa significa questa partita?
“Io lo vedevo da prima perché anche se giocavo all’Inter vedevo questa partita. Sicuramente è una partita sentita perché sono due grandi squadre in due bei momenti. Quindi sarà una partita difficile, ma prima dobbiamo concentrarci sul Pescara, poi avremo tempo per preparare quella partita importante”.

Come vi siete spiegati il secondo tempo di Bergamo?
“Siamo delusi perché sappiamo delle nostre qualità e sapevamo che era una partita difficile. Abbiamo sbagliato nell’approccio e non dobbiamo più farlo, perché poi soffriamo”.

Che emozione è essere qui oggi, inaugurare questo store davanti a tutti questi tifosi?
“Per me è importante perché vuol dire che la società crede in me. Ho vissuto 5 anni all’Inter e adesso sono qui e penso che sarà una bella storia. Credo e so che potremo fare tante belle cose”.

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Dalla nostra inviata Claudia Demenica

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VIDEO ViViCentro – Berretti, Panico: “Primo tempo positivo, ma dobbiamo crescere ancora!”

VIDEO ViViCentro – Berretti, Panico: “Primo tempo positivo, ma dobbiamo crescere ancora!”

Un pareggio amaro quela della Berretti della Juve Stabia. Risultato finale di 1-1: apre Procida nel primo tempo, pareggia Graziano nella ripresa, ma è all’intervallo che succede di tutto. Infatti, Matosevic, estremo difensore del Catania, ha colpito Elefante, aiutato anche dal capitano Longo. Espulsi tutti e tre e match che riparte con 10 uomini per le Vespe e 9 per gli ospiti. Secondo tempo non positivo per i ragazzi di Domenico Panico il quale ha motivato dal primo all’ultimo i suoi. Bene nelle scelte, nei cambi e nello spirito dato ai suoi. Complice il pareggio dell Paganese, 1-1 contro il Catanzaro, le posizioni di testa rimangono invariate. Al temrine del match abbiamo ascoltato mister Domenico Panico.

a cura di Ciro Novellino

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