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Il Pungiglione Stabiese – 2 partite al termine del girone d’andata

Il Pungiglione Stabiese programma sportivo in onda su ViViradioWEB

Questa sera c’è il consueto appuntamento con ” Il Pungiglione Stabiese “, programma sportivo che parla di Juve Stabia a 360° gradi. Come sempre alla conduzione ci sarà Mario Vollono. Collegatevi oggi 12 dicembre 2016 dalle ore 19:30 per avere notizie in esclusiva sul mondo gialloblè. Avrete due modi per seguire la puntata:

DIRETTA

DIFFERITA (dopo 2 ore dalla diretta)

In questa puntata in studio ci sarà  Salvatore Sorrentino e Giuseppe Del Gaudio (ViViCentro).

Parleremo della “continuazione” della partita sospesa per nebbia tra la Juve Stabia e il Matera, gara iniziata il 27 novembre e rinviata al 37 del primo tempo sul risultato di 1 a 1.

Per sapere qualcosa di più su questa partita, e soprattutto della stato di forma del Matera, ci collegheremo telefonicamente con il collega Giovanni Colucci di IamCalcioMatera. 

Presenteremo la prossima trasferta, ultima gara del girone d’andata, con il Taranto.

Avremo in collegamento telefonico il collega Francesco Friuli di Studio 100 TV per conoscere qualcosa di più degli “amici” tarantini.

Ci collegheremo telefonicamente con Enzo Esposito segretario del settore giovanile della Juve Stabia .

Avvisiamo i radioascoltatori che è possibile intervenire in diretta telefonica chiamando il numero 081.048.73.45 oppure inviando un messaggio Whatsapp al 338.94.05.888.

Gli ascoltatori possono inoltre scrivere, nel corso del programma, sul profilo facebook “Pungiglione Stabiese” per lasciare i loro messaggi e le loro domande.

“Il pungiglione stabiese” è la vostra casa. Intervenite in tanti!

Vi ringraziamo per l’affetto e la stima che ci avete mostrato nel precedente campionato e speriamo di offrirvi una trasmissione sempre più bella e ricca di notizie.

Matera vs Juve Stabia: I convocati di Mister Gaetano Fontana

Matera vs Juve Stabia continua dal 37′ del primo tempo

Matera vs Juve Stabia, di domani 13 dicembre alle ore 14:30, rappresenta la continuazione della gara sospesa per nebbia il 27 novembre scorso.

Considerata la difficoltà delle due società di arrivare ad un accordo sulla possibile data per continuare la gara, la Lega Pro ha stabilito che la stessa venisse completata in un periodo già fitto di impegni.

La Lega non ha preso in considerazione una data antecedente il 21 gennaio, giorno in cui il campionato riprenderà dopo la lunga sosta (29 dicembre – 21 gennaio), ma ha voluto salvaguardare la regola che lo spostamento non potesse superare i 15 gg.

Per questo “spezzone” di gara, si riprenderà dal 37 minuto del primo tempo.

Detto della risoluzione del contratto con Amenta, Mister Fontana ha verificato gli arruolabili: resta fermo ai box il solo Liviero.

Pubblichiamo il comunicato stampa della società stabiese:

Al termine dell’allen­amento di rifinitura, svolto questa mattina presso lo Stadio “Romeo Menti”, il tecnico Gaetano Fontana ha reso not­a la lista dei nr.23 calciatori convocati per il match Matera-Juve Stabia,  valevole per il recupero della 15^ giornata del campionato di Lega Pro Unica Girone C, in programma domani, martedì 13 dicembre 2016, con inizio alle ore 14,30 presso lo Stadio “ XXI Settembre-Franco Salerno “di Matera

Portieri: Bacci, Borrelli e Russo.

Difensori:  Atanasov, Camigliano, Cancellotti, Liotti, Morero e Petricciuolo.

Centrocampisti: Capodaglio, Esposito, Izzillo, Mastalli, Salvi e Zibert.

Attaccanti: Del Sante, Kanoute’, Lisi, Marotta,Montalto, Ripa, Rosafio e Sandomenico.

Indisponibili : Liviero
S.S. Juve Stabia

Juve Stabia: Ciao Amenta; risoluzione con il difensore

Fine del rapporto tra Amenta e la Juve Stabia

Che i rapporti tra Juve Stabia e Federico Amenta fossero ai minimi termini era chiaro da settimane; l’ultima conferma è arrivata sabato, con i cori duri ad indirizzo del difensore ex Lanciano da parte della Curva Sud. Arriva oggi l’ufficialità della chiusura del rapporto tra le parti. Non resta che scoprire se la Juve Stabia attenderà il mercato di gennaio per la sostituzione del difensore o procederà in tempi brevi al tesseramento di Fabiano Santacroce, dalla scorsa estate aggregato al gruppo di Fontana.

Di seguito il comunicato della Juve Stabia

S.S. Juve Stabia rende noto che è stato risolto consensualmente il contratto, in scadenza il 30 Giugno 2017, con il calciatore Federico Amenta. Al difensore va l’augurio di un futuro ricco di soddisfazioni personali e professionali.
S.S Juve Stabia

FONTE FOTO SS JUVE STABIA

Marianella: “Sorteggio favorevole per la Juve. Napoli? Peggiore avversario possibile”

Il telecronista Massimo Marianella ha commentato il sorteggio delle italiane in Champions League nel corso di Sky Sport 24. Ecco quanto evidenziato:

 
“La Juventus ha pescato il migliore avversario che le potesse capitare. Al Napoli è toccato il Real Madrid che era il peggior avversario possibile. Chiaramente sarà il campo a parlare”.

Koulibaly, l’ agente: “Salterà la prossima partita ma l’ infortunio non è preoccupante”

Bruno Satin, agente di Kalidou Koulibaly, è intervenuto ai microfoni di Radio Kiss Kiss Napoli nel corso di ‘Radio Gol’. Ecco quanto evidenziato:

 
“Sorteggio? Il Napoli può giocarsela con tutti, chiaramente il Real Madrid parte favorito ma gli azzurri possono fare bene. Kalidou dopo la partita non mi sembrava molto preoccupato per l’infortunio. Salterà la prossima partita contro il Torino e poi vedremo. Sarri ha molta fiducia nel ragazzo, lo schiera sempre e lui è contento di questo”.

Butragueño: “Ricordo quella sfida al San Paolo. Dobbiamo fare bene all’ andata”

Emilio Butragueño, ex calciatore ed attuale dirigente del Real Madrid, ha parlato ai microfoni di Premium Sport dell’ accoppiamento con il Napoli agli ottavi:

 
“Sarà una sfida equilibrata,dobbiamo fare bene nel primo confronto al Bernabéu. Precedente al San Paolo? Ricordo tutto, in campo c’ era Maradona è fu una partita molto dura. Il Napoli andò subito in vantaggio con Francini, ma fortunatamente riuscimmo a segnare prima dell’ intervallo. Servirà fare il risultato in casa, al San Paolo gli azzurri avranno grandi motivazioni. Il Napoli gioca bene e ha un grande allenatore oltre a dei calciatori molto forti”.

Eccellenza-Barano che peccato! Il San Giorgio vince 3-1

San Giorgio a Cremano. Gli aquilotti di mister Billone Monti non riescono a portare a casa punti preziosi a fini della salvezza. I bianconeri dopo la vittoria casalinga contro la Mariglianese,escono sconfitti sul campo del quotato San Giorgio,che dopo il pareggio contro il Mondragone ritorna alla vittoria tra le mura amiche. Una sconfitta che fino a 10′ dal termine il Barano stava evitando,grazie alla rete del pareggio di Sogliuzzo che ha sfruttato un errore del portiere Capece. La partita.  I bianconeri scesi in campo con la solita formazione,ormai ridotta all’osso (in attesa della società che dovrà intervenire sul mercato). La prima vera occasione del match è del Barano al 18´ Sogliuzzo vince un contrasto con Aliperta sulla destra da  fuori area e lascia partire un tiro in  diagonale che termina di poco a lato. Al 22′ Signorelli, si libera di un difensore ospite e dal limite dell´area tenta un tiro che chiama alla parata l’estremo difensore Palmiero. I padroni di casa con lo scorrere dei minuti aumentano il proprio baricentro ed infatti concretizzano una pregevole triangolazione Signorelli-De Biase-Signorelli sul versante di destra, con un colpo di testa che sfiora il palo di Palmiero. Alla mezz’ora di gioco, Auriemma conquista palla a centrocampo, arriva sul fondo cross al centro dell´area per De Biase che da posizione defilata non trova lo specchio della porta. Al 37´si sblocca il punteggio,in favore dei padroni di casa: calcio d’angolo battuto da Signorelli,sfera al centro dell’area con  la difesa ribatte bianconera che allontana,il pallone arriva a Parisi, che rimette al centro per il tap-in vincente di Porcaro,che vale l’1-0. Il San Giorgio due minuti dopo, ha l’occasione per raddoppiare con Corace, a tu per tu con Palmiero che è bravo ad anticipare il giocatore nel tentativo di concludere a rete. La prima frazione di gioco termina sul risultato di 1-0.  Nella ripresa il Barano sembra crederci, grazie alla grinta di mister Billone. Al 2′ infatti va vicino al pareggio: azione in area, rimpallo sul petto di un difensore e Capece  anticipa Savio prima della sua conclusione a rete.  Al 5´ De Biase sfiora il raddoppio con un gran tiro dalla distanza. All’8 arriva il pareggio per aquilotti,bravi a sfruttare un errore difensivo: retropassaggio di Capece nel tentativo di evitare un avversario,ma inceppa sulla palla con la sfera che arriva a Sogliuzzo che da fuori area insacca nella porta completamente libera,che vale l’1-1 e ristabilisce il punteggio in parità. I padroni di casa non ci stanno al pareggio, e al 26′ mister Sarnataro effettua un cambio:fuori Porcaro e dentro Perna, con il neo entrato che chiama alla parata in corner il portiere della squadra bianconera. Al 34′ il San Giorgio trova il gol del nuovo vantaggio: punizione battuta dai 20 metri da parte di Vitagliano,che cerca l’angolino basso alla sinistra della porta,il pallone arriva nell’area piccola e su un batti e ribatti la palla arriva a Corace che non deve far altro che depositare in rete. A 2′ dal termine del match i padroni di casa chiudono definitivamente il match: D’Andrea da poco entrato in campo, riceve palla da Cassandro dove lascia partire una conclusione che viene leggermente deviata da un difensore prima di terminare in rete. La partita termina sul risultato di 3-1 per il San Giorgio che continua a volare in classifica.La squadra di mister Billone Monti sabato prossimo al “Don Luigi” chiuderà il girone di andata dove ospiterà l’Hermes Casagiove,fanalino di coda.

Di Simone Vicidomini

SAN GIORGIO – BARANO 3 – 1
SAN GIORGIO: Capece, Parisi, Cefariello, Cassandro, Alipeta, Vitagliano, Signorelli, Porcato (21´st Perna), De Biase (28´st D´Andrea), Corace (37´st Puccinelli), Auriemma. Allenatore Sarnataro
BARANO: Palmiero, Sirabella, Accurso, Ferrari, Monti (45´st Trani), De Simone (40´st Arcamone), Cantelli, Eposito C., Savio, Sogliuzzo, Lombardi (1´st Farina). Allenatore Monti
ARBITRO: Luongo di Napoli;assistenti Carmen De Angelis di Nocera Inferiore e Scarfati di Castellammare
RETI: 37´pt Porcaro, 8´st Sogliuzzo, 34´st Corace, 43´st D´Andrea
NOTE: spettatori circa 250; ammoniti De Biase, Monti, Esposito C.; angoli 12-2; recupero 1´pt, 4´st

 

De Laurentiis: “Il Real Madrid è una grande squadra ma il Napoli può giocarsela con chiunque. Milik? Come Rog”

Le sue parole

In occasione della presentazione del film “Natale a Londra – Dio salvi la Regina”, tenuta all’Hotel Vesuvio, il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis ha rilasciato alcune dichiarazioni riportate da Il Napolista: “Il Real Madrid è una grande squadra ma il Napoli può giocarsela con chiunque. Grazie a Sarri, abbiamo un gioco che non si vede in nessun’altra squadra. Affronteremo questa partita con determinazione. È un’altra tappa del processo di crescita di questo Napoli.

Uno stadio così per Cristiano Ronaldo e Bale? Dovrò chiedere (scherza) ai miei calciatori di cedere al Real lo spogliatoio. Perché quello degli ospiti non l’abbiamo ristrutturato. Purtroppo io l’avevo detto all’amministrazione comunale. Al sindaco e all’assessore Borriello. C’era il rischio di fare brutte figure a livello internazionale. Io avevo presentato un progetto disegnato dall’architetto dello Juventus Stadium. Me lo hanno bocciato. I miei 35 milioni valevano 50 del credito sportivo. Ovviamente avremmo dovuto siglare una convenzione per tot numero di anni. Non è avvenuto. Ora aspettiamo l’inizio dei lavori. Avevano detto a dicembre, poi a gennaio. Napoli è la città del botta e risposta. Oltre non si va. Non si passa mai ai fatti.

Milik? Dal 15 gennaio giocherà come Rog. Per febbraio potrebbe essere pronto, non siamo così stupidi da bruciare un giocatore. Anche per l’attaccante, dobbiamo prendere una prima punta per poi tenerla in panchina? Del resto, abbiamo un punto in meno rispetto allo scorso anno e quattro gol in più. Il Napoli sta crescendo e crescerà ancora”.

Champions, Napoli-Real Madrid: le date dei match

Le date delle gare

Champions League, comunicate anche le date delle sfide valide per gli ottavi della fase ad eliminazione diretta della competizione, con il Napoli che affronterà il Real Madrid prima al Santiago Bernabeu fuori casa a febbraio, poi il ritorno al San Paolo a marzo. Ecco le date della doppia sfida agli spagnoli, dall’inviata di Premium Sport a Nyon, Francesca Benvenuti: mercoledì 15 febbraio 2017 Real Madrid-Napoli, martedì 7 marzo 2017 Napoli-Real Madrid.

La SSC Napoli commenta il sorteggio col Real Madrid: “Una sfida fantastica!”

La SSC Napoli commenta il sorteggio col Real Madrid: “Una sfida fantastica!”

La SSC Napoli commenta così, su Twitter, il sorteggio degli ottavi di finale di Champions League che vedrà gli azzurri giocare contro il Real Madrid: “Una sfida fantastica! Felici di batterci contro una leggenda”.

UFFICIALE – Infortunio Koulibaly, la Ssc Napoli: “Elongazione del legamento collaterale del ginocchio”

Questo il comunicato ufficiale della Ssc Napoli in merito alle condizioni di Kalidou Koulibaly:
“Kalidou Koulibaly ha effettuato questa mattina gli esami clinici dopo l`infortunio che l`ha costretto ad uscire durante il match contro il Cagliari.

Gli esami hanno evidenziato una elongazione del legamento collaterale esterno del ginocchio sinistro.

Il difensore azzurro nei prossimi giorni sosterrà` lavoro di riabilitazione”.

 

Da sscnapoli.it

FOTO ViViCentro – Under 17, Paganese-Juve Stabia 2-3: il racconto in scatti del match

Il racconto in scatti del match

Vittoria doveva essere e vittoria è stata per l’Under 17 di mister Nunzio Di Somma. Un successo arrivato nonostante diverse ingenuità difensive che potevano costare ancora una volta caro. Ci pensano De Luca con un doppietta e bomber Del prete a fissare il risultato sul 3-2 finale. I gol dei padroni di casa sono stati messi a segno da Salvati e Catalano. Il racconto in scatti del match

dai nostri inviati a Volla, Ciro Novellino, Mario Vollono e Gennaro Novellino

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SSC Napoli, il dott. De Nicola: “Koulibaly salterà il Torino, prognosi di 15 giorni”

Le sue parole

Il dottor Alfonso De Nicola, responsabile staff sanitario della Ssc Napoli, ha dichiarato a radio Kiss Kiss Napoli; “Koulibaly ha subito una elongazione del legamento collaterale esterno del ginocchio sinistro. La mia prognosi per questo infortunio è di 15 giorni, di conseguenza il difensore azzurro salterà la sfida col Torino. Stamane abbiamo fatto una risonanza magnetica e domani a Castelvolturno faremo ulteriori controlli per poi dare inizio ad uno specifico lavoro di riabilitazione con il calciatore”.

Il nodo delle banche

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Le banche italiane sono una priorità anche per il nuovo esecutivo: per Monte dei Paschi si studia un intervento pubblico. Unicredit sta invece per avviare un aumento di capitale da 13 miliardi di euro che possiamo anticipare.

Unicredit vende Pioneer, parte il piano di Mustier

Domani nuove strategie e aumento da 13 miliardi. Poi avanti da soli

MILANO – L’attesa è finita. Unicredit è pronta a confrontarsi con il mercato sulla nuova strategia che porta la firma di Jean Pierre Mustier, l’amministratore delegato che, dal 12 luglio a oggi, ha messo mano al «motore» di una macchina – quella dell’unica banca sistemica italiana – che scarseggiava in patrimonio e aveva qualche credito deteriorato di troppo. L’«officina» di Mustier ha lavorato senza sosta: in serata una riunione del consiglio di amministrazione darà il via libera al nuovo piano industriale, che domani sarà presentato ad analisti e investitori a Londra. Ma la «macchina», col motore rimesso a nuovo, andrà avanti da sola, senza fusioni di sorta. La parte finanziaria è chiusa: ieri (ma l’annuncio verrà dato oggi) Amundi – assistita da Mediobanca – ha firmato per acquisire Pioneer, il colosso dei fondi. I francesi pagheranno 3,5 miliardi, per una valutazione – inclusa la liquidità – pari a 4 miliardi. C’è un accordo vincolante anche per un portafoglio di crediti deteriorati di prossima dismissione.

L’aumento «monstre»  

L’annuncio più atteso sarà però quello relativo all’aumento di capitale che chiuderà il rafforzamento finanziario della banca. «Più si riesce a raccogliere, meglio è», è stato il mantra di Mustier in queste ultime settimane. Così il 13 dicembre sarà annunciato un aumento da 13 miliardi. «Un numero fortunato», ama ricordare ai suoi interlocutori l’ad francese. L’operazione sarà lanciata entro il primo trimestre 2017.

Fiducia nell’Italia  

Come si vede il terremoto politico in Italia con il No al referendum renziano non ha cambiato di una virgola i piani di Mustier, del tutto tranquillo che il salvataggio del Monte dei Paschi non avrà alcun impatto sull’operazione di Unicredit. Da un lato perché quando quest’ultimo sarà lanciato Siena sarà già stata messa in sicurezza in un modo o nell’altro, dall’altro perché in Piazza Gae Aulenti si considera la diversa proposizione di valore che sta dietro alle due operazioni. Per il resto «il lunedì mattina non è stato diverso dal sabato sera», ha confessato a un imprenditore Mustier all’indomani del No referendario. Secondo lui «troppe persone hanno una visione negativa sull’Italia, a cominciare dagli italiani stessi. Invece è un Paese che ha le caratteristiche giuste per questo periodo storico: ha l’imprenditorialità, la creatività e l’innovazione».

Nessuna fusione francese

L’irritazione maggiore in questi giorni ai piani alti di Unicredit è giunta dalle voci su una futuribile aggregazione con Société Générale, da cui arriva Mustier. Nessuna fusione è in vista. Se per il management non è stato facile negoziare le operazioni su Pekao o Pioneer, la sfida maggiore sarà ora trasformare il modello operativo. Cambiare la qualità del servizio al cliente, modificare i processi verso una sempre maggior digitalizzazione: ci vorranno due anni per trasformare il tutto. Il prezzo sarà anche una nuova ondata di esuberi, che coinvolgeranno tutto il gruppo, Italia inclusa.

Il ruolo di Fineco  

Si riparte da un gruppo più snello, senza la polacca Pekao (il cui 32,8% è stato venduto per 2,4 miliardi alle assicurazioni di Pzu e al fondo Pfr) e senza i 220 miliardi di masse gestite da Pioneer. In questi mesi tutte le singole divisioni del gruppo sono state vagliate. In Fineco, per dire, Unicredit manterrà il 35% e utilizzerà la partecipata come laboratorio di gruppo per innovazioni – come il cyborg-advisor – da replicare ed espandere a tutta la rete. Da sfruttare per le sinergie. Anche la quota in Mediobanca, l’8,7%, non sarà toccata. Ai livelli attuali – al di sotto dei prezzi di carico, una cessione non avrebbe senso, è stato osservato in cda.

La svolta «sociale»

Ma Mustier, convinto che «per fare bene devi fare del bene» vuole dare anche una svolta «sociale» alla banca, affiancando le fondazioni azioniste nel sostegno ai territori. Nei prossimi mesi conta di introdurre mutui sociali per progetti curati da enti no profit, dall’educazione all’ambiente. Non solo. Vuole lanciare il microcredito anche in Italia dopo aver sperimentato a Londra il successo della formula che Muhammad Yunus aveva ideato per i Paesi in via di sviluppo.

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Sorteggio Champions, il Napoli sfiderà il Real Madrid!

Sorteggio Champions, il Napoli sfiderà il Real Madrid!

In occasione della presentazione del film “Natale a Londra – Dio salvi la Regina”, tenuta all’Hotel Vesuvio, il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis ha rilasciato alcune dichiarazioni: “Sorteggio? Spero di incontrare la squadra meno in forma, anche perchè sono sicuro che a gennaio completerò il mosaico Napoli con il mercato e potremo puntare in alto per chiudere bene la stagione“.

Questo il sorteggio integrale:

Bayern Monaco (GER) – Arsenal (ING)

Benfica (POR) – Borussia Dortmund (GER)

Bayer Leverkusen (GER) – Atletico Madrid (SPA)

Manchester City (ENG) – Monaco (FRA)

Paris Saint-Germain (FRA) – Barcellona (SPA)

Porto (POR) – Juventus (ITA)

Real Madrid (ESP) – Napoli (ITA)

Siviglia (ESP) – Leicester (ING)

L’Angolo di Samuelmania – A Cagliari un Napoli stratosferico!

L’Angolo di Samuelmania – A Cagliari un Napoli stratosferico!

Cagliari-Napoli, che dire! Una partita stratosferica il Napoli con il suo tiki taka ha stravinto con un grandissimo Mertens che nelle vesti di attaccante sta proseguendo la sua crescita. Altro grande goal di Zielinski, alla Careca, con una bomba impressionante e poi il goal del capitano Marek Hamsik è stato grandissimo. Siamo pronti a volare in alto, oggi aspettiamo i sorteggi per la Champions dopo la qualificazione al primo posto del girone. Domenica c’è il Torino con il ritorno a Napoli di un grande ex come Mirko Valdifiori, una persona eccezionale e un grande calciatore che a Torino sta facendo molto bene. Forza Napoli e domenica tutti allo stadio.

a cura di Samuele Esposito

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FOTO ViViCentro – Under 15, Paganese-Juve stabia: il racconto in scatti del match

FOTO ViViCentro – Under 15, Paganese-Juve stabia: il racconto in scatti del match

Pareggio a reti inviolate quello tra la Paganese e la Juve Stabia Under 15 allenata da mister Alfonso Belmonte. Un pari, però, condizionato anche dal calcio di rigore fallito da Mariano Guarracino nel corse della ripresa che poteva regalare i 3 punti alle Vespette, viste anche le tante assenze alle quali ha dovuto trovare soluzione il mister. Questo il racconto in foto del match.

dai nostri inviati a Volla, Ciro Novellino, Mario Vollono e Gennaro Novellino

 

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L’inevitabile percorso delle riforme

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L’editorialista Mario Deaglio descrive “ l’inevitabile percorso delle riforme ” che il governo dovrà affrontare, perché “l’Italia non può continuare a ripiegarsi su se stessa come se il mondo finisse alle Alpi e alle rive del Mediterraneo”.

L’inevitabile percorso delle riforme

L’incarico di formare il nuovo governo, conferito a Paolo Gentiloni, chiude la parentesi del referendum sulla quale si è spasmodicamente concentrata l’attenzione degli italiani e della loro classe politica negli ultimi sei mesi. L’interrogativo è ora se sarà possibile riprendere il cammino di riforma iniziato dal governo Renzi.

L’Italia non può continuare a ripiegarsi su se stessa come se il mondo finisse alle Alpi e alle rive del Mediterraneo. A Nord delle Alpi dobbiamo rispettare, magari cercando di rinegoziarli, una serie di accordi sottoscritti che ci garantiscono la partecipazione al grande mercato globale sul quale si fonda il nostro benessere. Dalle rive del Mediterraneo arrivano migranti, il che richiede urgentemente politiche chiare, ben oltre l’emergenza (gli attentati di ieri a Istanbul e al Cairo sono, di fatto, avvenuti sulla nostra porta di casa) con intese rapide non solo con gli altri paesi europei ma anche con quelli della riva Sud e dell’Africa Subsahariana.

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Alla chiusura della parentesi referendaria constatiamo duramente gli effetti dell’assenza di una qualsiasi politica bancaria: abbiamo affidato tutto a scatola chiusa alla Banca Centrale Europa senza che alcuna forza politica si domandasse concretamente di che tipo di banche il paese ha bisogno e come deve esserne strutturata la proprietà.

Il sistema bancario italiano ha suscitato l’attenzione pubblica solo quando si è trattato di salvare i superstiti dei naufragi finanziari, senza porsi il problema di come si sarebbero potuti evitare questi naufragi. Per questo, il nuovo governo potrebbe trovarsi, addirittura al suo primo Consiglio dei ministri, la patata bollente dell’eventuale ruolo pubblico nel salvataggio del Monte Paschi, che non avrebbe certo conseguenze leggere sulle finanze dello Stato. E, pur essendo il sistema bancario italiano sostanzialmente solido, tale solidità dovrà essere salvaguardata con linee guida per interventi successivi che si sperano non necessari.

Passando dal brevissimo al lungo periodo, il nuovo governo si trova di fronte un paese, una società e un’economia spaccate, caratterizzate da diseguaglianze rapidamente crescenti e una ripresa ancora troppo debole. Si tratta dei divari tra redditi alti e bassi, tra generazioni giovani e generazioni anziane, tra settori produttivi e aree geografiche. Anche se la sua vita sarà breve, il nuovo esecutivo può indicare una strada per uscire dal clima della «politica da bar», ossia dal semplicismo delle ricette e delle soluzioni. Potrebbe, a esempio, proporre chiaramente al paese un tasso di crescita da raggiungere e mantenere, facendone uno dei criteri base per la politica economica.

Entro quest’ampio arco di problemi si collocano scadenze e appuntamenti normalmente trascurati. Da gennaio, per 12 mesi, ossia in un momento molto delicato dei rapporti tra Stati Uniti e Russia, l’Italia avrà la presidenza del G7, la cui riunione più importante dovrebbe svolgersi a Taormina a fine maggio. Questa presidenza italiana non deve essere solo un’occasione per ospitare con sfarzo i grandi della terra, ma piuttosto un’opportunità – rara per un paese medio-piccolo – di influenzare l’assetto economico del pianeta. Si pensi, tanto per indicare un solo problema, alle sanzioni europee e americane contro la Russia per la questione dell’Ucraina per le quali l’economia italiana sta pagando un prezzo molto pesante.

Le rapidissime trasformazioni globali delle economie e delle società indicano che il mondo non aspetta e non ci aspetterà: per questo è necessario un governo di alto profilo. Paolo Gentiloni ha davanti a sé un impegno duro e il paese un’opportunità da non sciupare.

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lastampa/MARIO DEAGLIO

Gentiloni lavora alla squadra di governo

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Paolo Gentiloni lavora alla squadra di governo e sarà il ventottesimo presidente del Consiglio dell’Italia: oggi tornerà al Quirinale per sciogliere la riserva e accettare l’incarico di formare il nuovo governo. Al suo posto alla Farnesina potrebbe andare Carlo Calenda e in entrata c’è anche l’ex sindaco di Torino Piero Fassino.

Lotti garante della continuità, Calenda o Alfano agli Esteri

I l risiko dei ministri: Boschi potrebbe restare. Possibili gli ingressi di Fassino e Finocchiaro. Bellanova al posto di Poletti. Cuperlo dice no

ROMA – Quotazioni che salgono e altre che scendono. Nomi che si fanno insistenti per mezzo pomeriggio, salvo tramontare prima che faccia buio. Le discussioni per mettere a punto la squadra del nuovo governo guidato da Paolo Gentiloni sono andate avanti ieri tutta la giornata e ancora si prevedevano trattative nella notte per trovare finalmente un equilibrio tra correnti, ambizioni personali, tentativi di blitz e preferenze del presidente incaricato: oggi pomeriggio, terminate le ultime consultazioni, si presenterà al Quirinale con la lista dei ministri.

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Il primo posto da riempire è naturalmente la Farnesina, lasciato libero proprio da Gentiloni. Data per quasi improponibile l’idea che si tenga l’interim (possibile solo se le trattative dovessero incartarsi al punto da non trovare una soluzione), resta in corsa l’ambasciatrice Elisabetta Belloni, segretario generale del ministero molto stimata dall’ex capo della diplomazia promosso premier. Ma ieri il borsino di giornata dava in salita le possibilità di Carlo Calenda, già ambasciatore a Bruxelles per un breve periodo, tenuto in grande considerazione da Renzi, che Gentiloni ha incontrato. E poi ancora girava un’altra ipotesi, un trasloco di Angelino Alfano dal Viminale: gli permetterebbe di prendere le distanze dalla gestione della crisi migratoria, che da anni lo espone a critiche e collasso di voti. Non a caso, vari centristi gli hanno consigliato di provare a spostarsi alla Farnesina. L’operazione avrebbe anche un altro risvolto, svelato ieri dall’Huffington Post: trasferire al ministero dell’Interno il sottosegretario Marco Minniti, lasciando le deleghe di cui si è occupato finora, ai servizi segreti, al renzianissimo Luca Lotti, che da sempre ha una passione per questi argomenti.

Viene infatti confermato che Lotti, l’uomo in assoluto più vicino a Renzi, resterà a Palazzo Chigi anche col governo Gentiloni. Anche l’altra fedelissima, Maria Elena Boschi, è quasi sicuramente in squadra, ma non alle riforme, ministero destinato probabilmente a sparire. Forse ai Rapporti col Parlamento, altra sua delega, o in un ruolo tutto nuovo. In alternativa, potrebbe uscire dal governo per assumere il ruolo di capogruppo alla Camera, scambiandosi di posto col franceschiniano Ettore Rosato. L’ultima parola è sua. Se dovesse abbandonare i Rapporti col Parlamento, in quella casella potrebbe andare la presidente della commissione Affari costituzionali del Senato, Anna Finocchiaro: in quel ruolo, potrebbe seguire, con discrezione, i lavori delle Camere sulla legge elettorale.

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Matteo Renzi avrebbe preferito cambiassero pochissime facce in questo nuovo governo, per evitare che possa venire percepito come un nuovo inizio, una partenza destinata quindi a durare a lungo. E infatti alcuni ministri con deleghe pesanti non sembra siano mai stati in discussione: Pier Carlo Padoan all’Economia, Roberta Pinotti alla Difesa, Andrea Orlando alla Giustizia, Dario Franceschini alla Cultura, Graziano Delrio alle Infrastrutture. Alfano all’Interno, se non ci fosse uno spostamento agli Esteri. Possibile ma non sicura la riconferma di Beatrice Lorenzin alla Salute. Risalgono anche le quotazioni del ministro dell’Ambiente, il casiniano Gianluca Galletti, che resterà al suo posto: tramontata l’ipotesi che Ermete Realacci, ex presidente di Legambiente e antico amico di Gentiloni, possa prenderne il posto. Delle vecchie frequentazioni del neo premier, del giro di «rutelliani», uno di certo gli resterà accanto: è il portavoce di Renzi, Filippo Sensi, che dovrebbe rimanere a Palazzo Chigi a lavorare con lui.

Mentre Maurizio Martina resterà all’Agricoltura se non dovesse andare in porto l’operazione per diventare vicesegretario unico del Pd, chi è data in uscita è la ministra dell’Istruzione Stefania Giannini: al suo posto, Gentiloni avrebbe voluto mettere Gianni Cuperlo, l’unico dei leader della minoranza Pd che, a fronte dell’impegno a cambiare la legge elettorale, s’è schierato per il Sì al referendum. Ma ha declinato l’offerta, volendo evitare che si considerasse il ministero come una «ricompensa» per la sua decisione. Al posto della Giannini, Verdini avrebbe messo volentieri Marcello Pera o Giuliano Urbani. Oppure, vorrebbe una promozione del viceministro Zanetti a qualche altro ministero (non l’Economia), ma sembra che Gentiloni sia orientato piuttosto a concedere qualche sottosegretario.

Dovrebbe lasciare anche il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti: in pole position per sostituirlo, l’attuale viceministra allo Sviluppo Teresa Bellanova o, più distanziato, il sottosegretario a Palazzo Chigi Tommaso Nannicini. Mentre se Calenda dovesse trasferirsi agli Esteri, al posto suo a capo del ministero allo Sviluppo ci sarebbe pronto il sottosegretario Claudio De Vincenti. Che, a sua volta, potrebbe essere sostituito dall’attuale vicesegretario del Pd Lorenzo Guerini. Una posizione in bilico è anche quella della ministra Marianna Madia: possibile arrivi alla Pubblica amministrazione l’ex sindaco di Torino Piero Fassino. Un sudoku di incastri a cui si lavorava ancora nella notte. Per arrivare oggi con la lista pronta. E gli equilibri intatti.

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Il governo Gentiloni e le cinque sfide da affrontare

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In sintesi le cinque sfide del nuovo esecutivo sono il post terremoto, le banche, la legge elettorale, i rapporti internazionali e le emergenze sociali, come ci ricorda il primo di una serie di approfondimenti sulle disuguaglianze firmato da Linda Laura Sabbadini.

Con la crisi non basta più il lavoro di uno solo in famiglia

Il modello del padre che mantiene moglie e figli non è sostenibile. Dal 2005 al 2015 triplicata l’incidenza di povertà assoluta tra gli operai

La crisi sociale è più lunga della crisi economica. Uscire dalla recessione non vuol dire che la crisi sia finita. Quanta disoccupazione è stata riassorbita? Quanto dell’aumento della povertà assoluta, dei più poveri tra i poveri, si è recuperata? Partiamo dalla disoccupazione. Dopo essere cresciuta ininterrottamente dal 2007, da circa 1 milione e mezzo, la disoccupazione ha raggiunto il picco nel quarto trimestre del 2014 di 3 milioni 267 mila persone, per poi diminuire. Siamo, comunque, a 2 milioni 987 mila nel terzo trimestre del 2016. La disoccupazione di lunga durata, da 12 mesi in su, pur essendo diminuita, coinvolge 1 milione 600 mila persone, più del 50% dei disoccupati. Elemento, questo, che va considerato con attenzione, perché più a lungo si protrae lo stato di disoccupazione, più è difficile uscirne e rimettersi in gioco sul mercato del lavoro.

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I disoccupati sono molti tra i giovani, ma non dobbiamo dimenticarci di quelli adulti o ultracinquantenni, che , seppure di meno, hanno maggiori difficoltà, a causa dell’età, a rientrare nel mercato del lavoro e che spesso vivono in famiglie in cui solo loro percepivano un reddito. Certo, gli occupati sono cresciuti di 570 mila unità dall’inizio del 2014, ma ancora non abbastanza per riassorbire una parte importante della disoccupazione, anche perché una parte della crescita è imputabile alla maggiore permanenza degli ultracinquantenni nel mondo del lavoro. E comunque la crescita dell’occupazione non è stata sufficiente in questi anni a far diminuire la povertà assoluta , o perché trattasi comunque di occupati a basso reddito in famiglie con bisogni più alti, o perché una parte dell’occupazione è cresciuta per persone che vivono in famiglie non povere, aumentando così la polarizzazione.

Lento recupero  

Se il peggioramento delle condizioni di vita è stato intenso e veloce, il recupero comunque, è ancora lento rispetto alle necessità. D’altro canto non possiamo meravigliarci visto che già da prima della crisi il nostro Paese non aveva conosciuto ritmi di crescita rilevanti. La povertà assoluta, dopo essere raddoppiata non è ancora diminuita. Sono 1 milione 582 mila le famiglie in povertà assoluta e 4 milioni 598 mila le persone. La mancanza di lavoro continua a connotare la povertà, le famiglie con a capo un disoccupato sono quelle più in povertà assoluta delle altre e sono aumentate nel tempo. Tra queste erano povere assolute il 12,8% nel 2005, salite al 14,5%nel 2009 fino a raggiungere il 19,8% nel 2015. Pur essendo un valore alto è importante sottolineare la sua diminuzione rispetto al 2013. Ancora più che in passato la crisi ha evidenziato quanto il lavoro di una persona sola in famiglia non basti più a proteggere dalla povertà. Chiara Saraceno ci scrisse un libro, «Il lavoro non basta», era il titolo, ed è stato così.

Il modello breadwinner  

Ebbene quello che voglio sottolineare è che il modello del maschio «breadwinner», che lavora e mantiene la sua famiglia con figli, con la donna che si occupa della casa e della cura tanto decantato come modello negli anni ’50 e ancora ampiamente diffuso nel Sud, e al Nord tra le famiglie di immigrati marocchini e albanesi, non è più sostenibile socialmente, ha aumentato la vulnerabilità di queste famiglie, soprattutto quelle operaie, ma non solo.

Secondo la Banca d’Italia le famiglie operaie nel 45,9% dei casi hanno solo un percettore di reddito in famiglia e quasi la metà non ha una abitazione in proprietà. Il lavoro femminile è fondamentale come elemento di protezione dalla povertà, ma continua ad essere ancora su percentuali troppo basse. Sono in particolare le famiglie operaie a pagare il prezzo più alto. La povertà assoluta per loro aveva cominciato a crescere già prima della crisi. E poi è esplosa passando dal 4,4% del 2005 al 6,9% del 2009 fino a raggiungere l’11,8% nel 2013 e rimanendo tale nel 2015.

Operai più poveri  

Dal 2005 al 2015 l’incidenza di povertà assoluta tra le famiglie operaie è triplicata. D’altro canto non possiamo meravigliarci, visto che la crisi ha colpito in primo luogo l’industria e le costruzioni . Anche i lavoratori in proprio hanno subito una crescita della povertà’ assoluta, ma questa li ha raggiunti più tardi degli operai e si è subito ridotta attestandosi al 5,5%. Inoltre il collettivo degli indipendenti si è ridimensionato nel tempo ed ha conosciuto un processo di ricomposizione interna, perché coloro che sono stati fortemente colpiti dalla crisi, soprattutto nel caso di piccole imprese si sono trasformati in disoccupati o sono usciti dal mercato del lavoro e quindi, non fanno più parte di famiglie di lavoratori indipendenti. Il disagio raggiunge gli operai con più figli, ma non risparmia anche quelli senza figli e che vivono soli a causa dei redditi bassi. Insomma, la crisi ha provocato un incremento sia delle famiglie povere assolute con a capo un disoccupato, sia delle famiglie di lavoratori poveri specie operai,siano essi lavoratori a basso salario o poveri perché con reddito non sufficiente ai bisogni familiari.Avere un lavoro non permette necessariamente di proteggersi dalla povertà o di uscirne. Non è cosa solo di oggi, ma bisogna ricordarselo per le politiche, soprattutto in questa fase.Servono politiche di vario tipo per affrontare questa emergenza, politiche attive del lavoro, di conciliazione dei tempi di vita per sviluppare occupazione femminile, di sostegno al costo dei figli e strumenti specifici di lotta alla povertà. Una serie di politiche miranti alla redistribuzione del reddito. Non possiamo rassegnarci a stabilizzare livelli di povertà assoluta così alti. La prima sfida di qualsiasi governo dovrà essere ridurre consistentemente le disuguaglianze, ed evitare che la persistenza della povertà cresca e si consolidi.

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