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Sky – Cresce l’ ottimismo per Pavoletti: il dottor De Nicola in viaggio verso Villa Stuart

Tabella di marcia ormai da rifare. Orari che cambiano, minuti che passano e visite mediche di Leonardo Pavoletti non ancora iniziate. Questione di un paio d’ore, però, perché i dettagli contrattuali con il Napoli sembra che siano stati limati. Il professor De Nicola è in viaggio verso Villa Stuart per assistere il giocatore nel suo iter medico. Aumentano dunque le possibilità che l’attaccante classe ’88 effettui oggi i test per poi attendere l’ufficialità dell’operazione che dovrebbe arrivare all’apertura del mercato. Lo riferisce Gianluca Di Marzio, esperto di mercato Sky, tramite il proprio sito ufficiale.

Da gianlucadimarzio.com

Maestra elementare morta a Roma: nessun allarme contagio di meningite

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Cessato allarme a Roma, dopo che la morte per meningite di una maestra elementare aveva spinto a una terapia antibiotica cautelativa su decine di persone – molti bambini – che avevano frequentato la scuola nel quartiere della Garbatella. L’allarme “non è giustificato in quanto probabilmente non si tratta di meningite da meningococco, per cui non sussiste il rischio di contagio”. Già il professor Gianni Rezza, direttore del dipartimento malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanità aveva gettato acqua sul fuoco. Poi anche la Regione ha confermato che “non si tratta di meningite meningococcica, ma di una forma dovuta al batterio escherichia coli senza rischio di trasmissione diretta da persona a persona”.

LEGGI ANCHE: Meningite: i sintomi, la cura e altre 3 cose da sapere

Sconvolte le mamme dei piccoli che frequentavano l’elementare di Garbatella a Roma, riporta Repubblica.it “Era la maestra di mio figlio – spiega Valentina F., uno dei genitori dei piccoli alunni della Cesare Battisti -. Un’insegnante fantastica. Ci dispiace da morire, è una grande perdita. La scuola ci ha mandato subito una mail e ci ha chiamati: famiglia per famiglia. L’insegnante era stata assente per malattia, la settimana prima della chiusura per le vacanze natalizie. Era rientrata il 19, ma quel giorno mio figlio è rimasto a casa perché malato: quindi noi faremo solo per prassi questa profilassi. La maggior parte dei bambini l’ha già cominciata. I genitori sono in costante contatto: sono tristi per la notizia e al tempo stesso preoccupatissimi”.

“La comunicazione del decesso ci è arrivata dalla Asl e da quel momento abbiamo contattato telefonicamente le famiglie dei 20 bambini interessati comunicando loro quale era tipo di profilassi consigliata – ha spiegato ieri Marina Campitelli, la dirigente dell’istituto a La Stampa – La maestra ha prestato servizio i giorni 20, 21 e 22 dicembre soltanto nelle sue classi e non ha svolto supplenze altrove. Agli alunni è stata consigliata la terapia farmacologica di copertura anche ai genitori che avevano partecipato a una tombolata in classe e al personale che aveva lavorato più a stretto contatto con la sfortunata maestra”.

Maestra morta di meningite, nessun allarme contagio a Roma/agi

Meningite: i sintomi, la cura e altre 3 cose da sapere

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Rientra l’allarme a Roma, ma dopo i casi in Toscana la meningite torna a far paura. Ecco come vaccinarsi

I sintomi e altre 4 cose da sapere sulla meningite

Roma – Rientra a Roma l’allarme meningite, ma l’incremento di nuovi casi nel 2015 e quest’anno, a partire dal focolaio che si è sviluppato in Toscana, ha riportato al centro dell’attenzione una patologia che nella percezione comune sembrava pressoché scomparsa. Ma che cos’è, come si previene e, nel caso, quali sono i sintomi?


Ecco quali sono le caratteristiche della meningite, come riportato dall’Istituto Superiore di Sanità:

  • è un’infiammazione delle membrane (le meningi) che avvolgono il cervello e il midollo spinale
  • E’ generalmente di origine infettiva e può essere virale, batterica o causata da funghi.
  • La forma virale, detta anche meningite asettica, è quella piu’ comune: di solito non ha conseguenze gravi e si risolve nell’arco di 7-10 giorni.
  • La forma batterica, quella tornata a colpire in questi mesi, è piu’ rara ma estremamente più seria, e può avere conseguenze fatali.

Il Neisseria meningitidis (meningococco) alberga nelle alte vie respiratorie (naso e gola), spesso di portatori sani e asintomatici (2-30% della popolazione). E’ stato identificato per la prima volta nel 1887, anche se la malattia era già stata descritta nel 1805 nel corso di un’epidemia a Ginevra. Si trasmette da persona a persona attraverso le secrezioni respiratorie. Il meningococco è un batterio che risente delle variazioni di temperatura e dell’essiccamento. Dunque, fuori dell’organismo sopravvive solo per pochi minuti.

Come si contagia

La principale causa di contagio è rappresentata dai portatori sani del batterio: solo nello 0,5% dei casi la malattia è trasmessa da persone affette dalla malattia. Esistono 13 diversi sierogruppi di meningococco, ma solo sei causano meningite e altre malattie gravi: più frequentemente A, B, C, Y e W135 e molto più raramente in Africa, X. In Italia e in Europa, i sierogruppi B e C sono i più frequenti. I sintomi non sono diversi da quelli delle altre meningiti batteriche, ma nel 10-20% dei casi la malattia è rapida e acuta, con un decorso fulminante che può portare al decesso in poche ore anche in presenza di una terapia adeguata. I malati di meningite o altre forme gravi sono considerati contagiosi per circa 24 ore dall’inizio della terapia antibiotica specifica. La contagiosità è comunque bassa, e i casi secondari sono rari.

Chi è a rischio

Il meningococco può tuttavia dare origine a focolai epidemici. Per limitare il rischio di casi secondari, è importante che i contatti stretti dei malati effettuino una profilassi con antibiotici.

Nella valutazione di contatto stretto (che deve essere fatta caso per caso) vengono tenuti in considerazione:

  1. i conviventi considerando anche l’ambiente di studio (la stessa classe) o di lavoro (la stessa stanza);
  2. chi ha dormito o mangiato spesso nella stessa casa del malato;
  3. le persone che nei sette giorni precedenti l’esordio hanno avuto contatti con la sua saliva (attraverso baci, stoviglie, spazzolini da denti, giocattoli);
  4. i sanitari che sono stati direttamente esposti alle secrezioni respiratorie del paziente (per esempio durante manovre di intubazione o respirazione bocca a bocca).

La sorveglianza dei contatti è importante per identificare chi dovesse presentare febbre, in modo da diagnosticare e trattare rapidamente eventuali ulteriori casi. Questa sorveglianza è prevista per 10 giorni dall’esordio dei sintomi del paziente. Il periodo di incubazione è generalmente 3-4 giorni (da 2 fino a 10 giorni). Inoltre, bisogna considerare che il meningococco può causare sepsi meningococcica (un quadro clinico, talvolta molto severo, per la presenza del meningococco nel sangue con febbre alta, ipotensione, petecchie, insufficienza da parte di uno o più organi fino anche ad un esito fatale) che può presentarsi da solo o coesistere con le manifestazioni cliniche della meningite.

Quali sono i sintomi

I sintomi della meningite sono indipendenti dal germe che causa la malattia. I sintomi più tipici includono:

  • Irrigidimento della parte posteriore del collo (rigidità nucale);
  • febbre alta; mal di testa;
  • vomito o nausea;
  • alterazione del livello di coscienza;
  • convulsioni.

Come si fa la diagnosi

L’identificazione del microrganismo responsabile viene effettuata su un campione di liquido cerebrospinale o di sangue.Nei neonati, alcuni di questi sintomi non sono evidenti. Si può però manifestare febbre, convulsioni, un pianto continuo, irritabilità, sonnolenza e scarso appetito.

Come vaccinarsi

Sul fronte della lotta al meningococco, sono attualmente disponibili vaccini polisaccaridici contro i sierogruppi A, C, Y e W 135, che per forniscono una protezione di breve durata ai soli soggetti di età maggiore di 2 anni, il vaccino coniugato contro il sierogruppo C (usato attualmente nei calendari vaccinali in Italia) e il vaccino coniugato contro i sierogruppi A, C, Y e W 135. E’ di recente introduzione (2014) sia nel mercato che nell’offerta vaccinale di alcune regioni un vaccino per prevenire le forme invasive da meningococco di sierogruppo B. In caso di focolai epidemici da meningococco C, le attuali raccomandazioni internazionali indicano l’opportunità di introduzione della vaccinazione su larga scala nell’area geografica interessata quando l’incidenza e’ superiore a 10 casi per 100.000 abitanti nell’arco di tre mesi.

Paolo Giorgi/agi

Juve Stabia, il programma delle Vespette: domani sarà una ricca giornata

Juve Stabia, il programma delle Vespette: domani sarà una ricca giornata

Sarà una giornata movimentata quella di domani per il settore giovanile della Juve Stabia. Ecco il programma:

Berretti, allenamento ore 15 campo S.Antonio

Under 17, allenamento ore 10 campo Eden

Under 16, torneo Paratina ore 12

Under 15, amichevole allo stadio Menti ore 11.30 contro la Gioventù Partenopea

2003, amichevole allo stadio Menti ore 10.30 contro la Gioventù Partenopea

Alle ore 17 ci sarà la presentazione dell’importante torneo delle festività natalizie che si giocherà ad Avellino, allo stadio Partenio, per i classe 2002 allenati da mister Alfonso Belmonte.

a cura di Ciro Novellino

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FOTO ViViCentro – Amichevole, Afragolese-Juve Stabia 0-9: il tabellino del match

FOTO ViViCentro – Amichevole, Afragolese-Juve Stabia 0-9: il tabellino del match

Amichevole per i classe 2004 della Juve Stabia sul campo di Afragola. Risultato di 9 a 0 per le Vespette. I gol sono stati messi a segno da Cavaliere 3, Diserio 2, Minasi 2, Ferrara 1 e Ventrone 1.

Così in campo:

Arrichiello, Miele, Ventrone, Marino, Noviello, Cavaliere (Orefice), Prisco, Ferrara, Lettera, Di Serio, Minasi.

a cura di Ciro Novellino, foto Minasi

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Pavoletti-Napoli, non è a rischio la trattativa: problemi legati ai diritti di immagine

Pavoletti-Napoli, non è a rischio la trattativa: problemi legati ai diritti di immagine

Ai microfoni di radio Crc, Ciro Venerato, giornalista Rai, ha commento così il ritardo delle visite mediche di Pavoletti: “Tutto nella norma quando si parla del Napoli, si sta limando l’aspetto burocratico-contrattuale, sono emerse nelle ultime ore delle voci che Chiavelli vuole definire meglio, legate all’immagine del calciatore, alle prestazioni extra sportive, dettagli già affrontati nei giorni scorsi e già risolti per gran parte, ora bisogna solo trascrivere, e fare in fretta perché Mariani dovrebbe lasciare Roma domani quindi il ragazzo dovrebbe fare le visite in giornata. Al di là di tutto sono beghe contrattuali che sono pane quotidiano nel calciomercato, l’operazione non salterà”.

Amichevole, Virtus Palma-Juve Stabia 2-4: il tabellino del match

Amichevole, Virtus Palma-Juve Stabia 2-4: il tabellino del match

Amichevole disputata dai classe 2003 della Juve Stabia contro la Virtus Palma. Il risultato finale è di 2 a 4, grazie ai gol messi a segno da Martino, Tosto, Romilli, Damiano.

Così in campo:

Spina (Tornincasa), Criscio, Minicozzi, Campagnuolo, Vinciguerra, Roma, Fabrizio, Damiano, Romilli, Tosto, Martino (Sannino)

a cura di Ciro Novellino

 

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Ass.Borriello: “Napoli-Real Madrid? Esagerato il costo dei biglietti”

Ass.Borriello: “Napoli-Real Madrid? Esagerato il costo dei biglietti”

Ai microfoni di Radio Crc, è intervenuto l’assessore allo sport del comune di Napoli, Ciro Borriello, il quale ha dichiarato: “Chi è appassionato del Napoli sarà disposto a sostenere una tale spesa per il Real. I grandi spettacoli si pagano. Ammetto però che ci sono delle esagerazioni nei settori popolari, sui quali abbiamo fatto una battaglia. I napoletani non troveranno alcuna modifica strutturale nell’impianto. I primi interventi riguarderanno la tribuna stampa e le parti interne del ‘San Paolo’. I tifosi saranno coinvolti dall’anno prossimo”.

Gabbiadini via, si valutano le condizioni di Milik e Pavoletti

Gabbiadini via, si valutano le condizioni di Milik e Pavoletti

Gabbiadini lascerà Napoli non prima del 20 gennaio. La Repubblica, infatti, spiega che il Napoli, prima di lasciar andare il bergamasco, dovrà accettarsi sulle condizioni di Arek Milik e Pavoletti. Sul numero 23 c’è il Wolfsburg, che ha offerto ad ADL una cifra intorno ai 16 milioni di euro( in estate l’offerta fu di 30 mln). Il presidente azzurro ne chiede 20, ma la distanza tra le parti non è di quelle insuperabili.

Arrivano conferme, slittano le visite mediche di Pavoletti: le ultime

 Arrivano conferme, slittano le visite mediche di Pavoletti: le ultime

Slittano le visite mediche di Leonardo Pavoletti. Di Marzio, attraverso il suo sito ufficiale, ha spiegato: “Leonardo Pavoletti era atteso alle 11 a Villa Stuart per effettuare le visite mediche con il Napoli. Appuntamento per il momento slittato al pomeriggio: si stanno risolvendo gli ultimi discorsi contrattuali legati ai diritti d’immagine, con gli avvocati all’opera. Si attende l’accordo totale su ogni voce del contratto per dare il via libera alle visite mediche,alla presenza del dottor De Nicola, responsabile dello staff sanitario azzurro che si trova ancora a Benevento, con Pavoletti che invece è già a Roma in attesa che si sblocchi la situazione. Tutto rinviato dunque al primo pomeriggio, per un primo assaggio di Pavoletti in maglia Napoli”.

Lippi: “La rivale scudetto della Juve è il Napoli, Sarri sfortunato”

Le sue parole…

Marcello Lippi ha rilasciato una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport:

La Juve avrà qualche problema, ma in campionato allunga perché le altre non sono continue. Qual è la vera rivale?

“Roma e Napoli sono sullo stesso piano per giocarsi il ruolo di antagonista. Ma tutte le inseguitrici, chi più chi meno, hanno avuto da tempo qualche problemino. In particolare il Napoli”.

Perché?

“Sarri è stato sfortunato. Ha perso sul mercato il miglior centravanti del mondo e, dopo aver trovato in Milik uno che segnava allo stesso ritmo, s’è ritrovato di nuovo senza. Però è stato bravo a inventarsi questo attacco senza 9, senza punto di riferimento centrale, ma con Insigne, Mertens e Callejon che si muovono e fanno tagli con e senza palla, mettendo in difficoltà chiunque”.

Mertens alla Maradona se l’aspettava?

“Mertens è un grandissimo giocatore che vede la porta come un 9. In area mi ricorda Paolo Rossi per le giocate rapide, i triangoli stretti, lo sprint”.

Quadriennale del Bayern per Ghoulam, offerto il triplo dell’ingaggio

Quadriennale del Bayern per Ghoulam, offerto il triplo dell’ingaggio

Il Corriere della Sera analizza la questione rinnovi in casa Napoli, citando i casi di Insigne e Mertens oltre a quello di Fouzi Ghoulam scontento proprio per lo stesso motivo. Il calciatore algerino sarebbe stato avvicinato dal Byern Monaco con una proposta di triennale, mentre in azzurro ha ancora un contratto di 900mila euro all’anno: “Oltre a Insigne e Mertens (in attesa di rinnovo), si è aggiunto Ghoulam alla lista degli scontenti. Il difensore che guadagna 900 mila euro è stato avvicinato dal Bayern Monaco che gli propone un quadriennale da 3 milioni a stagione”.

Maradona-De Laurentiis, rapporti tesi: difficile che Aurelio lo inviti per il Real

Maradona-De Laurentiis, rapporti tesi: difficile che Aurelio lo inviti per il Real

La Gazzetta dello Sport scrive sulle parole di Maradona rilasciate ieri a Sky: “Diego Maradona ha parlato a Dubai e a Napoli da ieri sera non si fa che discutere delle sue frasi ad effetto. Una in particolare, quella che il Pibe de oro ha dedicato al presidente De Laurentiis in relazione alla vicenda Higuain: «I 36 gol in campionato con la maglia azzurra sono un miracolo – ha detto il campione argentino a Sky –, ma De Laurentiis è disposto a vendere anche la moglie e ha sfruttato le necessità delle Juventus». Anche se in effetti i bianconeri hanno esercitato la clausola di rescissione prevista sul contratto, senza trattare col Napoli. Certo, però, che adesso è decisamente difficile immaginare un ruolo per Maradona nell’organigramma del Napoli nonostante nell’ultimo periodo ci fossero stati in tal senso dei segnali distensivi da parte di De Laurentiis e dello stesso Maradona. I rapporti tra le parti, evidentemente, restano tesi o semplicemente Maradona è abituato a dire sempre quel che pensa senza preoccuparsi più di tanto di quelle che sono le conseguenze. Pensare adesso ad un invito da parte di De Laurentiis per Napoli-Real, dopo le «carezze» ricevute, non è facile”.

Problemi per il rinnovo di Keita, la Lazio pensa ad un doppio colpo azzurro

Ecco di chi si tratta

I problemi per il rinnovo di Keita potrebbero portare la Lazio a pensare a due giocatori del Napoli per gennaio, come riporta la Gazzetta dello Sport: “La situazione di Keita è molto complessa. Affonda le radici nelle tensioni di questa estate, superate sul campo attraverso la cura Inzaghi che ha riportato l’attaccante a un ruolo da protagonista: 5 gol e 2 assist. In estate era entrato nel mirino del Monaco e del Valencia. Timidi approcci. Anche perché la richiesta di Lotito per farlo partire non scendeva sotto i 25 milioni. Cifra che in casa Lazio viene considerata ancora attuale. Intanto, però la scadenza del contratto è ormai all’orizzonte. La Lazio ha sempre ritenuto di poter arrivare al rinnovo: ora però lo scenario non è incoraggiante. Per prolungare il contatto fino al 2020 o 2021 si pensa a una pesante clausola rescissoria (attorno ai 30 milioni) a far da scudo agli interessi della Lazio. Keita intanto non ha mostrato segnali di avvicinamento. Vede il suo futuro lontano da Roma. Per sostituirlo, nel breve quanto nel lungo termine, è venuta fuori la pista Giaccherini del Napoli. Che ha in uscita pure un altro vecchio obiettivo del d.s. Tare per l’attacco, Gabbiadini. Ma prima di tutto la Lazio cercherà di procedere verso il rinnovo di Keita”

Rinnovo Mertens, spunta la data della firma con clausola a 40 milioni

Rinnovo Mertens, spunta la data della firma con clausola a 40 milioni

Secondo il Corriere dello Sport, il rinnovo di Dries Mertens sarebbe ormai solo questione di giorni. Il belga firmerà presumibilmente il nuovo contratto intorno all’Epifania, verso la gara contro la Sampdoria. La clausola rescissoria di cui si era parlato già in precedenza si aggirerà intorno ai 40 milioni (e non 50). Si legerà all’azzurro fino al 2020.

Ritardo per Pavoletti: visite mediche slittate ma resta la fiducia

Ritardo per Pavoletti: visite mediche slittate ma resta la fiducia

Era previsto per le 11 l’appuntamento di Leonardo Pavoletti presso Villa Stuart a Roma per sostenere le visite mediche. Tutto posticipato probabilmente nel pomeriggio, ma nulla è compromesso. Pavoletti arriverà solo più tardi, ma sosterrà comunque le visite mediche. Il collega di Sky, Francesco Modugno, dichiara: “Sembra ci sia stato un intoppo per la questione burocratica legata alla contrattualistica per un accordo che sembrava esserci tra le parti e sembrava fosse assoluto. Chiaramente qualcosa ancora deve essere formalizzato, le parti ne stanno parlando. Visite slittate almeno di qualche ora. I contratti del Napoli sono molto articolati, molto ampi, probabilmente (solo un’ipotesi) qualcosa legato anche ai diritti d’immagine. Resta comunque la fiducia da parte di entrambe le parti, anche fronte Genoa per l’evoluzione dell’affare”. 

Juve Stabia – Fabio Caserta: A Melfi sarà importante tenere alta la concentrazione. Puntiamo a chiudere bene l’anno

Per la tradizionale conferenza stampa pre gara è intervenuto al posto di Mister Fontana, febbricitante, Fabio Caserta. Il tecnico in seconda ha analizzato ai nostri microfoni le insidie della partita di Melfi.

Ecco le parole di Caserta:

La partita col Catania ha dimostrato che se giochiamo ai nostri ritmi e mettendo in campo le nostre idee di gioco possiamo mettere in difficoltà chiunque. Domani affrontiamo un Melfi che comunque è in grado di fare buone cose; noi dobbiamo accantonare quanto di buono fatto giovedì e pensare solo alla gara di domani.
Ringrazio di cuore tutta la squadra, il mister e la società per la vittoria dedicatami in seguito alla scomparsa di mio zio. Ancora una volta Castellammare mi ha dimostrato il suo affetto e ne sono fiero e felice.
Al di là dell’avversario di domani, conterà il nostro atteggiamento. Tante volte fuori casa non ci siamo espressi come al Menti; evidentemente dobbiamo crescere in personalità in trasferta per proseguire su questo ruolino di marcia, e sicuramente speriamo di crescere già da domani.
Salvezza matematica raggiunta? Ovviamente è un obiettivo, non il principale cui puntiamo. Il nostro fine principale era riportare entusiasmo ai tifosi e lo stiamo facendo. Per quanto riguarda obiettivi più importanti, vogliamo rimanere agganciati a corazzate che puntano alla vittoria di campionato. Proveremo a dare fastidio anche noi fino alla fine.
Mister Fontana è oggi assente causa febbre, ma sono sicuro che domani sarà in panchina pronto a guidare con me la squadra.
I ragazzi stanno bene, salvo qualche acciacco. Dobbiamo dare il massimo domani così da goderci al meglio la sosta e recuperare bene in vista della ripresa di gennaio.
L’abbraccio di ieri tra squadra e tifosi al Palazzetto del Mare è stato emozionante. E’ l’ennesima conferma di quanto questa Curva e questi tifosi tengano alla Juve Stabia. Quella di Castellammare è una tifoseria passionale e che dimostra vicinanza alla squadra e maturità anche nei momenti difficili, con la speranza ovviamente che ci possano essere solo momenti esaltanti e positivi.
Giocare il 22 e il 29 dicembre? Sinceramente avrei preferito trascorrere questo periodo natalizio in famiglia, ma ci adeguiamo a quanto deciso dalla Lega. Spero che questo tour de force non mini la concentrazione dei nostri calciatori.
Se ho sentito Lanzaro, Gammone e gli altri ex? No, ho già pagato dazio senza aver fatto nulla, ormai il cellulare lo uso pochissimo, soprattutto prima delle gare!

Raffaele Izzo

Stefano Lepri nel suo editoriale: ”L’Italia rischia di fare un tuffo nel passato”

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”Tenere insieme l’Europa non sarà facile” spiega Stefano Lepri nel suo editoriale. “L’Italia rischia di fare un tuffo nel passato”.

Evitiamo le trappole del passato

Tenere insieme l’Europa non sarà facile, nel 2017. Le istituzioni del nostro continente si trovano in un equilibrio precario, che si conserverà solo se non saranno troppo forti gli choc esterni a cui saremo sottoposti. L’Italia non rischia catastrofi, ma davvero è una sfida sempre più ardua sottrarla al lento declino che i giovani sperimentano per primi nella difficoltà di trovare un buon lavoro.

Il più potente choc esterno si avrebbe se Donald Trump mettesse in atto le misure protezionistiche promesse in campagna elettorale.

I mercati credono che resteranno chiacchiere, e sono ottimisti; si vedrà. Ma in ogni caso con il suo «America First» conservare un senso alla cooperazione internazionale sarà problematico, proprio nell’anno in cui l’Italia presiederà il G7.

In Europa, la fragilità viene innanzitutto da un divario che al momento non sembra poter essere colmato tra due concezioni diverse dell’unione monetaria. La soluzione proposta dalla Commissione europea – più investimenti nei Paesi con bilanci sani, per ottenere più crescita – viene respinta dalla Germania e dai suoi alleati.

In mancanza di un compromesso, il rischio è di continuare il ripetitivo teatrino in cui i Paesi deboli accusano i nordici di inutile rigore e la Germania accusa i mediterranei di irresponsabilità. Una speranza è che il nuovo presidente francese sappia dalla prossima estate, riformando il suo Paese, indicare una via accettabile da entrambe le parti; è dubbio che ne avrà la forza.

In Italia abbiamo un governo a termine quando i problemi irrisolti richiederebbero un impegno di ampio respiro, e i conti pubblici resteranno sotto costante critica europea. La crescita lenta, la scarsa innovazione, istituzioni poco funzionali, corporazioni attaccate alle loro fette di potere, sono mali di sempre che si sono aggravati negli anni, che ci svantaggiano sempre di più nel mondo come è oggi.

All’opposizione abbiamo una forma di populismo che è diversa e più insidiosa – perché capace di sfuggire alle tradizionali distinzioni tra destra e sinistra – di quelle presenti negli altri Paesi. Ma il prezzo che il Movimento 5 Stelle paga alla sua forza è di non saper indicare una sua idea di interesse generale dei cittadini contro la vecchia politica paralizzata da piccoli e grandi gruppi di potere.

La maniera in cui l’Italia vive la vicenda del Monte dei Paschi è appunto un chiaro esempio. Altrove, qualche opposizione si sarebbe levata contro il salvataggio di una banca con il denaro dei contribuenti. Qui no, ci si preoccupa soltanto di non danneggiare i gruppi di interesse capaci di farsi sentire, mentre se paga Pantalone il prezzo di impopolarità appare basso. E si scoprirà magari domani che molti dei piccoli risparmiatori truffati la perdita l’hanno già subita mesi fa vendendo i loro titoli a speculatori.

Nelle richieste anche di altri di interventi dello Stato in aziende si nasconde poi il pericolo di rassegnarsi a un ripiego dell’Italia su sé stessa, costoso in tasse quanto senza prospettive, utile solo a conservare assetti dati per paura di cambiare. Se degli stranieri si ha paura, se le riforme non si fanno perché politicamente non pagano e comunque nessuno le chiede, non resta che vivacchiare.

Un tuffo nel passato sono anche i referendum della Cgil che il governo Gentiloni dovrà cercare di disinnescare. Facile sarà rivedere i «voucher» perché si limitino a raggiungere lo scopo originario, far emergere lavoro nero. Ma scoraggia dover discutere su una estensione di tutele a chi lavora in una azienda tra 5 e 15 dipendenti quando l’ansia dei giovani oggi riguarda tutt’altro.

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lastampa/Evitiamo le trappole del passato STEFANO LEPRI

L’allarme di Calenda su Mediaset, rassicurazione su MPS

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Intervistato da Marco Zatterin il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda avverte che “Bollorè rischia di paralizzare Mediaset” riferendosi alla scalata del gruppo francese. Su Mps assicura che “l’intervento è in regola con l’Europa” ed a proposito del sistema bancario sottolinea il ruolo “cruciale di Intesa Sanpaolo”. Per il ministro il 2017 “sarà l’anno in cui dobbiamo sconfiggere i populismi e salvare le riforme”.

Calenda: “Il 2017 sarà decisivo per sconfiggere i populismi”

Il ministro dello Sviluppo: Bolloré rischia di paralizzare Mediaset. Su Mps c’è l’ok Ue, ruolo cruciale di Intesa nel sistema bancario

Carlo Calenda vede nel 2017 «l’anno in cui dobbiamo salvare i nostri Paesi dai populismi», perché in pericolo c’è l’Europa e il destino di chi ambisce a riformare per crescere. Poi ci sono i casi italiani del momento, Alitalia e Mps da salvare, e anche Mediaset da tutelare dall’offensiva di Bolloré: «C’è il rischio che si faccia questa operazione per paralizzare la governance di una azienda importante in un settore delicato». Al ministro dello Sviluppo economico confermato da Paolo Gentiloni pare anche il momento in cui sfidare le diseguaglianze e ridare abbrivio alla crescita con gli investimenti.

È una sfida globale, convinto com’è che i governi debbano superare «la paura della modernità» e battere chi predica «la fuga dalla realtà come Beppe Grillo».

Ministro Calenda, che Paese è quello in cui lo Stato salva una banca, le banche salvano la compagnia di bandiera e il colosso privato della tv rischia di diventare straniero?  

«Possono sembrare circostanze straordinarie, ma non lo sono. L’Italia interviene in una banca mentre altri Paesi, in epoche precedenti, sono intervenuti sull’intero sistema. Lo abbiamo fatto dopo esserci rivolti al mercato e perché si trattava del terzo istituto del Paese: non potevamo esporre clienti e risparmiatori al rischio di una risoluzione. Alla fine siamo stati quelli che più hanno aderito alla sostanza delle regole europee».

Un bene o un male?

«Si può discutere se sia bene o male. Ma non sul fatto che non si tratta di una anomalia».

Il governo ha stanziato 20 miliardi. Possono saltare i parametri sui conti pubblici negoziati con l’Europa?  

«La procedura che ha portato all’intervento pubblico è stata seguita passo-passo dalla Commissione. L’intervento principale è considerato fuori dal Patto di Stabilità. Ci saranno maggiori interessi, ma è una cifra contenuta. Oltretutto, è una “una tantum” che non pesa sulla dinamica del deficit strutturale».

La manovra di Vivendi su Mediaset vi dà dei pensieri.

«Dobbiamo rispettare le regole del mercato, accettare il caso spesso positivo e normale che uno straniero acquisti una azienda italiana. Ciò che non è normale, però, è come si sono verificati i fatti sinora. E’ stato tutto molto opaco e le intenzioni poco chiare».

Dunque non vi piace.  

«Il governo ha sui metodi di questa operazione un parere negativo, anche se questo non vuol dire che intendiamo stravolgere le regole del mercato. O che ci sarà un intervento pubblico».

Una mediazione pubblica c’è stata con Alitalia.  

«Il piano industriale non ha funzionato, gli azionisti hanno lavorato con le banche finanziatrici, e il governo ha dato una mano, ben consapevole che non era una azienda statale ma certamente fondamentale per un paese che vive di turismo e “made in Italy”. Abbiamo agito da facilitatori e continueremo a farlo».

A sentire lei, è tutta ordinaria amministrazione.

«Per nulla. Mps, Alitalia e Mediaset sono fattispecie differenti e straordinarie che, però, ritroviamo dappertutto. Il governo tedesco ha avuto una discussione accesa sui cinesi che hanno fatto shopping nel settore meccanico. Le difficoltà delle linee aeree sono all’ordine del giorno in molti paesi, per non parlare degli interventi sulle banche, massicci in tutta Europa. Parliamo della normalità di un momento anormale. Anormale, perché vengono al pettine nodi che la crisi ha esacerbato».

Intesa Sanpaolo e Unicredit sono molto attive nel backstage dei grandi affari. C’è un ritorno delle banche al timone dell’economia?

«No, i casi sono differenti. L’unico intervento di sistema delle banche è avvenuto con Atlante. Detto questo, non vedo banchieri italiani che abbiano velleità di playmaker, se non nel senso più positivo, assumendosi responsabilità in situazioni difficili. Non è una anomalia neanche questa. Penso a Banca Intesa che, in questo momento, ha un ruolo importante, essendo una delle banche più forti d’Europa, guidata da un management capace».

Intanto il paese non cresce.  

«Si tende a dimenticare che l’Italia è uscita dalla crisi, ma non ha recuperato neanche lontanamente quanto perso dal 2007 al 2014. E’ successo perché nei quindici anni precedenti il governo Renzi ci si è occupati di tutto meno che di economia. Nella Seconda Repubblica è stato un tema marginale. Ci siamo occupati di conti pubblici nei momenti di crisi, ma di crescita e politica industriale non se parlato. Questo ci ha indebolito».

Che fare?  

«La prima leva parte dal dato che ci preoccupa di più: gli investimenti. Sono crollati, In Italia, del 30% rispetto a prima della crisi. Nasce qui il piano di incentivi fiscali automatici, “Industria 4.0”, che punta sulle nuove tecnologie e la meccanica tradizionale. Il secondo elemento è la riforma del lavoro, il Jobs Act è stato produttivo. L’occupazione comincia a riprendersi. Non basta, ma è un segnale chiaro».

Ci sono talenti che volano e aziende bloccate. Come mai?

«Quando è cominciata la crisi, il sistema era già fratturato. L’Italia era già il paese in Europa con più divari: geografici, generazionali, imprenditoriali. Crisi, globalizzazione e innovazione tecnologica hanno ampliato il soldo fra vincitori e vinti, così che oggi non manca solo la crescita, ma si pone l’esigenza di rimettere in moto il paese. Le diseguaglianze sono aumentate, fra ricchi e poveri, piccoli e grandi, nord e sud, internazionalizzati e no. Abbiamo perso il 25 per cento di base industriale mentre l’export batte ogni record».

Che differenza c’è fra il governo Gentiloni e quello Renzi?  

«C’è continuità sostanziale di linea politica e di persone. Renzi e Gentiloni rappresentano la stessa cultura riformista. Molto è però cambiato dopo il referendum che avrebbe finalmente aperto la Terza Repubblica. Non è andata così. Il mondo nuovo è difficile da capire e certamente abbiamo commesso molti sbagli. Il punto è che non mi sembra una soluzione tornare alla prima repubblica, dobbiamo trovare un modo diverso per coinvolgere le persone su un’agenda che deve dare l’impressione di essere fatta non solo per le eccellenze per chi ce la può fare».

Tutti dicono che il governo non dura.  

«Non so se dura o no. Quello che conta è che sinché dura deve mantenere un’agenda ambiziosa. Dobbiamo vincere la paura della modernità governando il cambiamento e investendo. In tutto l’Occidente la politica è divisa in due campi: chi vuole affrontare il futuro e chi pensa di poterlo chiudere fuori della porta. Il riformismo accomuna Angela Merkel con Renzi e Gentiloni. L’alternativa è il populismo. O, nel caso italiano, la fuga dalla responsabilità e dalla realtà rappresentata da Beppe Grillo».

Non sarebbe ora di introdurre il salario minimo?  

«Se ne può discutere, ma è piuttosto ora che in Italia ci sia più salario legato alla produttività. Ed è anche ora di avviare un ragionamento serio sul rapporto tra apertura di mercato e tutele. Nel caso dei call center, che sono l’anello più debole della struttura produttiva, le delocalizzazioni spesso spinte dai grandi committenti alla ricerca di risparmi marginali è una piaga su cui siamo intervenuti duramente con la legge di Bilancio».

Fra economia e campagne elettorali, il 2017 si annuncia un anno da paura per l’Europa.  

«Sarà da paura davvero per l’Europa e l’Occidente che vivono la crisi più grave dagli anni Trenta, una crisi di fiducia che colpisce la classe dirigente e mina le relazioni globali. Vedo con preoccupazione il ritorno al protezionismo che è cosa ben diversa da una governance più equilibrata della globalizzazione. Difficile vedere progressi nella costruzione europea per il 2017, mentre sarà fondamentale dare spazio di manovra ai governi nazionali per poter vincere le sfide elettorali col fronte populista».

Roba da Rischiatutto.  

«È l’anno di un “Whatever it takes” che ridia forza alla componente europeista della società. Immigrazione, sicurezza e investimenti sono le priorità: la Commissione dovrà aiutare a affrontare questi temi invece che scegliere il galleggiamento tra i veti dei singoli stati. L’anno prossimo si deve lavorare perché col 2018 si possa ripartire. L’anno del rilancio. O l’anno in cui ci sarà solo il grande mercato unico. E poca Europa intorno».

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Cinque gli incontri in campionato tra Melfi e Juve Stabia. Tutti i precedenti

Mai pari in terra lucana tra Melfi e Juve Stabia

Melfi e Juve Stabia, si sono affrontate in terra lucana in gare di campionato cinque volte, una al vecchio Comunale e le altre quattro al nuovo stadio “Arturo Valerio”; mai gare col segno ics, il confronto vede tre vittorie per i potentini e due per le vespe, vediamo nei dettagli tutti i precedenti:

– 1967 / 1968 – Campionato di Serie D girone ‘ G‘

9° giornata d’andata: MELFI – JUVE STABIA 2 – 0.

Sandro AMBROSI

– 2004 / 2005 – Campionato Nazionale di Serie C2 girone ‘ C ‘

16 gennaio 2005 – 2° giornata di ritorno: MELFI – JUVE STABIA 0 – 1 (arbitro Paolo Bernardoni di Modena) per le vespe realizzò il gol della vittoria il bomber Sandro AMBROSI (foto) a metà ripresa.

– 2009 / 2010 – Campionato Nazionale di Seconda Divisione girone ‘ C ‘

25 aprile 2010 – 15° giornata di ritorno: MELFI – JUVE STABIA 1 – 2 (arbitro Giordano Bruno D’Alesio di Forlì) uno-due gialloblù nel primo tempo con gli attaccanti stabiesi doc Gianluca DE ANGELIS (foto) e Vincenzo VARRIALE; ad inizio ripresa accorciò per i gialloverde Arcamone.

Gianluca DE ANGELIS

– 2014 / 2015 – Campionato Nazionale di Lega Pro girone ‘ C ‘

25 aprile 2015 – 17° giornata di ritorno: MELFI – JUVE STABIA 2 – 1 (arbitro Andrea Mei di Pesaro) lucani in vantaggio sul finire del primo tempo con Dermaku, ad inizio ripresa dopo il calcio di rigore fallito da Samuel Di Carmine, i gialloverde raddoppiarono con Tortori e a meno di dieci dal termine Ciccio RIPA dimezzò le distanze.

– 2015 / 2016 – Campionato Nazionale di Lega Pro girone ‘ C ‘

6 settembre 2015 – 1° giornata d’andata: MELFI – JUVE STABIA 2 – 0 (arbitro Federico Dionisi di L’Aquila) i gialloverde asfaltarono i gialloblù con una doppietta di Cason nella seconda frazione di gioco.

Giovanni MATRONE