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Gli ARTIGLI di Meth (la potente droga di casa)

Pochi giorni addietro l’ennesima tragica morte di un’adolescente per avere fatto uso di droghe, nella fattispecie sembra di metanfetamina (chiamata anche “Meth”) …
M’imbattei nella lettura di Meth diversi anni addietro. Ed ebbi la netta percezione che era qualcosa di diverso da ciò che avevo appreso fino a quel momento sulle droghe. Ho cercato all’epoca di vedere se anche venisse citata sui media. Ed invece, pur seguendo dei servizi televisivi e tra l’altro fatti a tarda ora, non sentii mai parlare di MET, neanche nella sua versione estesa (metanfetamina).
COLLEGATA: 
Morire per una dose di Mdma

CRONACA • SALUTE E SCIENZE

Morire per una dose di Mdma: perché i ragazzi mettono a repentaglio la propria vita? Perché gli amici non intervengono?

Ennesima adolescente vittima delle droghe low cost: ieri notte a Genova ha perso la vita una ragazza dopo aver assunto una dose di Mdma mentre trascorreva il…

Ci sono pure altri nomi per individuare Meth, quali: tick, tina, crank, ice, glass, shaboo, shabu, hitler speed, ghiaccio, thai, crystal, all’ecstasy, mdma, ma più stringatamente è detta Meth, abbreviazione di ”methedrina” o metanfetamina oppure metilanfetamina.
È una droga chimico-sintetica (quindi riproducibile in cosiddetti laboratori) che è considerata molto più potente della cocaina. Una dose normale può dare effetti, o come abitualmente si dice, uno ”sballo”, che può durare anche sei, otto e persino dodici ore. Ma ciò che anche caratterizza MET, è che si può (quasi) produrre in casa, tanto da essere chiamata persino ”droga da cucina”. Quando al contrario la sua preparazione, per gli elementi chimici che si usano, può causare gravi intossicazioni ed altrettante ustioni, come anche esplosioni originate dalla mescolanza dei prodotti per la separazione del principio attivo.
Persino, come riportato [da repubblica-it/scuola/2012/05] alcuni studenti nel tentativo di essere più performanti nello studio e prima degli esami, si procurano questa sostanza eccitante. In un caso di qualche tempo fa, che appresi da un noto programma televisivo (Forum), uno studente cadde in uno stato pressoché psicotico, tanto da aggredire altri suoi amici e distruggere l’appartamento in cui viveva. E purtroppo non aiuta neanche la superficialità di certa Informazione, la quale per indicare questa droga, che ad un giovane aveva causato il coma, l’ha definita con sconcertante semplicismo un ”beverone”, mentre era stato chiaramente un micidiale “cocktail di metanfetamine” (Meth).
Senza dunque entrare nei particolari di queste e tante altre tragedie, basta pensare che Meth è considerata per i sintomi che provoca: l’insieme di cocaina e lsd simultaneamente. Ma ulteriormente moltiplicati per 6 8 volte. Pertanto il senso di onnipotenza fisica e psichica che induce, è chiaramente una delle principali sue caratteristiche, al punto che molte vittime, pur nelle temperature più polari, si avventurano al freddo senza neppure gli abiti adeguati, così morendo congelati.
Contemporaneamente determina anche stati illusori, insieme a visioni, che possono far credere di essere inseguiti o aggrediti da altre persone, e persino da insetti, mostri, spettri. Arrivando anche al punto di auto-provocarsi dei graffi e delle ferite, nel tentativo di liberarsi dalla presunta esistenza sul corpo di parassiti. Oppure di cagionarsi dei traumi, anche mortali, per fuggire dalle proprie alterate percezioni, senza neppure badare ad eventuali ostacoli, al percorso o all’equilibrio precario. O ancora, può fare aggredire, pure violentemente, anche affetti, conoscenti o amici, in quanto si può arrivare a convincersi, a causa dell’indotto delirio, pure paranoide, che chiunque è un potenziale nemico.
Inoltre Meth sta producendo conseguenze anche negli equilibri criminali. Infatti è risaputo che le mafie (cosa nostra, stidda, ndrangheta, camorra, nigeriana, albanese, russa, cinese, yakuza, ecc. ma quante sono ?) tenendo per sé l’intera filiera, dalla produzione al grande spaccio della cocaina, dell’hashish, dell’eroina, ecc., hanno notoriamente, così e da sempre, controllato anche la media criminalità organizzata e individuale, di paese, quartiere e condominio, alla quale è in genere demandato lo spaccio al dettaglio (poi, dissimulando, non ci si spiega certe locali opulenze).
Ma con Meth tutto questo è forse in corso di mutamento, poiché quest’ultima si può notoriamente produrre in loco. Pertanto, anche piccole bande potrebbero, ipoteticamente, assumere un certo ruolo. Ciò, forse, potrebbe anche spiegare in parte il perché, negli ultimi anni, di omicidi di pregiudicati e spacciatori di qualsiasi età, estrazione e colore, un po’ in tutte le località, alcune prima relativamente esenti e specialmente in alcune grandi città e luoghi di villeggiatura.
Peraltro è anche presumibile, che potendo le locali gang produrre Meth, senza dovere necessitare di materie prime trasportate da luoghi lontani di produzione, saranno state “economicamente” più stimolate ad “allargarsi”, così però entrando in conflitto con altre micro organizzazioni limitrofe. E questo sicuramente comporta, anche per la piccola delinquenza in espansione, ulteriori necessità di reclutamento e quindi di altri “finanziamenti e canali criminali”, come rapine, ecc. Ma chiaramente pure le grandi mafie avranno ultimamente alzato e con violenza, la pressione del controllo sullo spaccio, al fine di non vedersi deframmentare il mercato, come anche per non rischiare di essere spodestate sul locale territorio, oppure per imporre anche una sorta di ”autorizzazione con il pizzo” alle piccole bande, gang, ecc.
Insomma Meth è come un mostro che con i suoi artigli sta sempre più avvolgendo il mondo, specialmente occidentale, tanto che ormai la domanda da porsi è: CHI NON SI FA DAGLI SCRANNI PIÙ ALTI ALL’ULTIMO SCALINO DELLA SOCIETÀ ? E d’altronde, forse per questo (come anche per altro) non la si combatte come si dovrebbe, senza se e senza ma. Peraltro chi ha i soldi può contare sul prodotto teoricamente migliore, gli altri su quello che trovano e spesso immediatamente letale.
A sinistra nell’immagine, la raffigurazione di Meth, che con i suoi artigli sta avvolgendo il mondo.
L’altra immagine, a dx e tratta da wikipedia-org/wiki/Metanfetamina, fotografa cristalli di metanfetamina, che a volte sono anche colorati oppure con delle ammalianti faccine o persino sigle della banda che li spaccia, quasi un brand commerciale.
Addirittura alcuni delinquenti la offrono inizialmente gratis, sia per sperimentarne gli effetti, che per promuovere il proprio “prodotto”, come anche per “fidelizzare” i tanti, troppi consumatori, adolescenti, giovani, adulti e anziani.
A circa metà del 19° secolo, poche centinaia d’inglesi inebetirono socialmente con l’oppio milioni di cinesi, tanto da imporlo persino con una guerra.  E oggi si è in guerra contro la criminalità. Quella infatti non è stata un’altra storia, bensì: La Storia, che ciclicamente, nel tempo e nello spazio, pur cambiando gli attori e i luoghi, analogamente si ripete nel mondo dei primati-umani.
Adduso Sebastiano

La GdF di Pescara sequestra 4 kg di cocaina ad una coppia

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Nell’ambito dell’intensificazione estiva dei servizi di controllo del territorio e di contrasto ai traffici illeciti, disposta dal Comando Provinciale, i militari della Compagnia Guardia di Finanza di Pescara hanno arrestato, d’iniziativa, due coniugi italiani trovati in possesso di oltre 4 Kg. di cocaina. In particolare, i militari operanti hanno intercettato un’autovettura sospetta – per velocità sostenuta – in zona Pescara Nord, seguendola fino a bloccarne la marcia in località Brecciarola (CH), sulla quale è risultata viaggiare una coppia di coniugi con due figli minorenni. Nel corso del controllo, il conducente, a specifica richiesta, esibiva prontamente una modica quantità di hashish detenuta dal coniuge, nella speranza, evidentemente, di superare il controllo, ammettendo il mero possesso ai fini personali dei pochi grammi esibiti. Ma lo stratagemma non ha ingannato gli operanti, che, ancor più insospettiti, anche alla luce dei precedenti specifici nel contempo riscontrati a carico del conducente, hanno chiesto l’ausilio di due unità cinofile. Ed infatti, l’intervento delle unità specialistiche ha consentito il rinvenimento di n. 2 panetti di cocaina occultati all’interno del mezzo, in un vano appositamente creato nella struttura dell’abitacolo. All’esito del rinvenimento, le conseguenti ulteriori ricerche hanno consentito di rinvenire ulteriori 2 panetti di cocaina, per un peso complessivo di poco più di 4 Kg. I coniugi sono stati entrambi tradotti in carcere ed i figli sono stati affidati ai parenti.

Venezuela, arrestati dai servizi segreti due leader dell’opposizione

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Ancora repressioni in Venezuela. Dopo le elezioni dell’Assemblea Costituente, i due leader dell’opposizione Leopoldo Lopez e Antonio Ledezma sono stati arrestati dai servizi di intelligence (Sebin). Lo riferisce El Pais citando tweet di amici e parenti dei due.

LEADER ARRESTATI

Nei primi mesi del luglio scorso e dopo 40 mesi di prigione a Ramo Verde, Leopoldo Lopez, storico leader dell’opposizione, era agli arresti domiciliari dopo la condanna a 13 anni e 9 mesi perchè ritenuto l’organizzatore delle proteste nel paese che nel 2014 causarono 43 morti. Da tempo l’opposizione definiva Lopez un prigioniero politico e diversi leader mondiali, fra cui Donald Trump, Papa Francesco e l’Alto Commissariato dell’Onu, avevano fatto pressioni per il suo rilascio. Antonio Ledzema, anche lui storico oppositore di Maduro, era già stato arrestato nel 2015 e attualmente era sindaco di Caracas.

Intanto il presidente Maduro continua ad assicurare che nel paese “regna la calma” e nonostante la bassa affluenza ha definito le elezioni un “successo storico” del chavismo. Gli Stati Uniti impongono sanzioni al presidente Maduro, che si va ad aggiungere alla lunga lista di leader politici “sgraditi” al governo di Washington.

LE VITTIME DI MADURO

Sono 121 le persone morte negli ultimi scontri in piazza in Venezuela, e almeno 1.958 quelle rimaste ferite. I numeri provengono dal bilancio della procura venezuelana comunicato dalla procuratrice generale Luisa Ortega Diaz che – per la prima volta- attribuisce le responsabilità di queste morti: almeno il 25% delle vittime sono state uccise dalle forze dell’ordine e il 40% da gruppi di civili armati.

Cerveteri: Incidente al Luna Park, grave un ragazzo 14enne

Cerveteri 31 Luglio: Un ragazzo di 14 anni è stato soccorso in gravi condizioni dopo essere stato sbalzato da una giostra del Luna park.

E’ accaduto  ieri in un Luna park a Cerveteri, vicino Roma.

Sul posto sono intervenuti il 118 e i Carabinieri.

Il giovane è ricoverato in ospedale in prognosi riservata, ma non sarebbe in pericolo di vita.

Dalle prime indiscrezioni sembra che si trovasse sulla giostra Tagadà quando è stato sbalzato in aria.

Del caso si occupano i Carabinieri della stazione Campo di Mare.

vivicentro / centro / cronaca

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Oggi passaggio in Parlamento. Le navi italiane potrebbero vigilare sui volontari

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Il Parlamento si prepara a votare la missione navale dell’Italia sulle coste libiche. L’obiettivo è dimezzare i flussi.

Adesso il governo punta sulla missione in Libia per dimezzare gli sbarchi

ROMA – Deluso dall’esito della trattativa con le Ong, il governo oggi conta sul passo avanti decisivo di un’altra iniziativa: la missione in Libia. Annunciata solo mercoledì scorso, rinnegata dal capo del governo libico al-Sarraj e poi riconfermata nella forma non di «un’invincibile armata», come dice il premier Paolo Gentiloni, ma di «una missione di supporto all’azione delle autorità libiche di controllo del proprio confine marittimo», stamane sarà illustrata dai ministri Alfano e Pinotti, Esteri e Difesa, alle commissioni competenti di Camera e Senato perché la votino. Domani, poi, il passaggio in Aula a Montecitorio, che dovrebbe autorizzare con una maggioranza più ampia di quella di governo le nostre navi nelle acque libiche.

Operazione vissuta con grandi speranze nelle stanze di Palazzo Chigi, Farnesina, Viminale e Difesa: potrebbe persino, rivelano, dimezzare i flussi verso l’Italia. E intrecciarsi in qualche modo al fallimentare tentativo di dialogo con le Ong: interpretando in modo estensivo l’accordo con Tripoli, facendo leva sulla clausola secondo cui la Libia può chiedere ogni aiuto in caso di emergenza, potrebbero essere proprio le navi italiane – al momento relegate a fare da scorta a quelle libiche – a vigilare perché le Ong restino in acque internazionali e non entrino in quelle di Tripoli.

Dati alla mano, nei ministeri che si stanno occupando del dossier hanno notato una flessione negli arrivi. A inizio luglio erano circa il 20 per cento in più rispetto allo stesso periodo del 2016; una settimana fa, l’aumento si era ridotto al 5,7 per cento, sceso all’1,1 ieri. Una variazione che può essere legata a molti fattori, ma che dal governo non esitano ad attribuire in buona parte a interventi più incisivi della Guardia costiera libica, che agisce con quattro motovedette consegnate dall’Italia e che entro fine estate ne avrà altre sei: oltre a un’azione deterrente sulle partenze, sono tredicimila le persone che hanno riportato sulle proprie coste dopo averle intercettate in mare. Il mese di luglio fa registrare un dato sbalorditivo: 10.781 arrivi contro i 23.552 dell’anno scorso, la metà. Se questo è il risultato dell’azione dei soli libici, ragionano nel governo, l’affiancamento italiano potrebbe portare a stabilizzare la tendenza.

L’ultimo passaggio necessario prima della partenza della missione – entro pochi giorni – è il via libera delle Camere. A cui nel governo guardano con tranquillità: sanno che dentro Mdp, che sostiene l’esecutivo, c’è qualche maldipancia («ombre sulla missione: il governo ci rifletta», invita Arturo Scotto), e infatti oggi i parlamentari si riuniranno per discuterne, ma ai voti della maggioranza si aggiungerà con buone probabilità Forza Italia. La Lega vincola il suo sì a un mandato chiaro per «una politica di rinforzo ai respingimenti», come dice Giancarlo Giorgetti, mentre dal M5S Luigi Di Maio anticipa che «valuteremo tutte le proposte: se saranno l’ennesima presa in giro per gli italiani voteremo no».

L’obiettivo è quello dichiarato da Gentiloni al Tg5, «rendere più governabili e, se possibile, ridurre come è necessario i flussi organizzati dai trafficanti di esseri umani». Anche se chi se ne sta occupando ha già in mente i problemi successivi. A cominciare dalle garanzie necessarie sul trattamento delle persone riportate in Libia, su cui è importante coinvolgere l’Onu con l’Unhcr. E poi si sa bene che, chiusa una rotta, i trafficanti ne trovano un’altra: per questo, oltre che col governo di Tripoli, sarebbe utile, si dicono nel governo, stringere un accordo anche con il generale Haftar, l’uomo forte della Cirenaica. Nei giorni scorsi è intervenuto tramite portavoce con parole non concilianti, interpretando la nostra iniziativa come volta a fare «abortire» quella francese di pochi giorni prima. Contatti con lui ci sono, ma sottotraccia: non si è mai voluto dargli lo standing di interlocutore al pari del premier riconosciuto dall’Onu al-Sarraj. Ma l’invito di Macron a Parigi della settimana scorsa potrebbe aver cambiato la prospettiva.

vivicentro.it/politica
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Napoli-Atletico Madrid, la Gazzetta prova a svelare le formazioni: Milik e Ounas dal 1′

Napoli-Atletico Madrid è il match che inaugurerà l’Audi Cup 2017. L’edizione odierna della Gazzetta dello Sport prova ad anticipare le scelte di formazione di Maurizio Sarri e Diego Simeone. Solito 4-3-3 per il Napoli ma novità soprattutto in attacco. Ounas e Milik dovrebbero prendere il posto di Callejon e Mertens. Poche sorprese per Simeone che dovrebbe affidarsi all’once de gala.

 

Il Napoli non molla Chiesa: in caso di cessione De Laurentiis sarà avvisato per primo

De Laurentiis pazzo di Federico Chiesa, il patron azzurro è pronto a presentare la sua offerta alla Fiorentina. Difficile, dopo l’addio anche di Vecino, che il club viola possa mettere l’esterno classe’97 sul mercato. Della Valle, però, è a conoscenza del forte interesse del Napoli e in caso di cessione De Laurentiis sarà il primo a essere informato. Lo riporta l’edizione odierna de Il Mattino.

Ascoli – Juve Stabia: confermate data e ora. Ecco quando si giocherà…

Ascoli – Juve Stabia: gara prevista per sabato 5 agosto alle ore 18

Il Direttore Generale della Juve Stabia, Clemente Filippi lo aveva anticipato ai nostri microfoni al termine della gara contro il Bassano (CLICCA QUI); è ora arrivata la conferma ufficiale: la gara tra Ascoli e Juve Stabia, valevole per il secondo turno di Coppa Italia si giocherà sabato 5 agosto alle 18.

Come riportano infatti i colleghi di picenotime.it, la Lega ha accolto la richiesta della società marchigiana di anticipare la gara anhe in virtù dell’evento della Quintana in programma ad Ascoli nella giornata di domenica 6 agosto.

Stando a quanto riportano sempre i colleghi marchigiani, la società bianconerà ha predisposto prezzi popolare in fase di prevendita, così da poter contare su una tifoseria numerosa che spinga l’Ascoli al passaggio del turno.

Tonelli e Zapata hanno detto si al Torino: ADL può strappare un’opzione per due talenti granata

Tonelli e Zapata hanno detto si al trasferimento al Torino, è quanto si legge sull’edizione odierna di Tuttosport. Secondo quanto riporta il quotidiano, i due potrebbero essere inseriti in una doppia operazione tra Urbano Cairo e Aurelio De Laurentiis. Il patron azzurro, infatti, è interessato a Barreca e a Benassi ma l’intenzione è quella di strappare un’opzione per la prossima stagione. Il loro inserimento, infatti, sarebbe complicato in questo momento della stagione. Prima però le due società dovranno fissare un incontro per discuterne.

Il Napoli si è mosso per Simone Verdi ma il Bologna spara alto: servono 25 milioni

Simone Verdi resta nel mirino del Napoli che potrebbe definire l’affare in caso di passaggio del playoff di Champions. L’esterno del Bologna ha già lavorato con Sarri a Empoli e il tecnico toscano è rimasto stupito dalla sua duttilità. I suoi agenti sono già stati contattati dal Napoli ma la richiesta del Bologna non è alla portata degli azzurri. L’ex Bigon, infatti, chiede una cifra vicina ai 25 milioni di euro per la cessione. Lo riporta l’edizione odierna de Il Mattino.

Il Napoli prova a strappare Keita alla concorrenza: Koulibaly prova a convincerlo

Quello di Keita Baldé è sicuramente uno dei nomi caldi di questa sessione di calciomercato. Tutti vogliono l’esterno classe ’95 di proprietà della Lazio, dalla Juventus all’Inter. Anche il Napoli si è messo in fila con un’offerta di 22 milioni per strapparlo alla concorrenza. Stando a quanto si legge sull’edizione odierna del Corriere dello Sport, De Laurentiis tenterà il colpo last minute con la speranza di fare leva sulla Champions League. C’è poi Kalidou Koulibaly, compagno di nazionale di Keita, che gli ha già parlato di Napoli e del San Paolo.

Ghoulam-Napoli, rinnovo a un passo: accordo fino al 2022 senza clausola

Faouzi Ghoulam vicinissimo al rinnovo con il Napoli. Secondo quanto scrive l’edizione odierna de Il Mattino, l’algerino è a un passo dal prolungamento fino al 2022. Contatto, ieri, tra il fratello manager e il ds Cristiano Giuntoli per sistemare gli ultimi dettagli. La firma sul contratto potrebbe arrivare prima del preliminare di Champions League. Il calciatore guadagnerà circa 1,8 milioni di euro destinati ad aumentare fino a 2,2 con il raggiungimento di vari bonus. Novità importante: nessuna clausola rescissoria all’interno del nuovo contratto.

Codice di regolamento delle Ong: l’Italia alla sfida del fuoco amico

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Non passa il codice di regolamento delle Ong. Medici senza frontiere non firma: “No a polizia giudiziaria armata a bordo delle navi”. Il Viminale risponde minacciando di escludere dalle operazioni tutte le realtà che non accetteranno il piano. Per Stefano Stefanini quella in corso tra le Ong e il governo è “la sfida del fuoco amico che lascia l’Italia da sola ad affrontare l’emergenza”.

La sfida del fuoco amico

La geografia fa dell’Italia la prima linea dell’immigrazione dall’Africa. La miopia politica di amici e partner la lasciano da sola. La prima è inevitabile; la seconda è incresciosa.

Fra gli amici, il governo italiano contava, e conta, le Organizzazioni non governative (Ong). Così le ha sempre trattate. Salvano vite umane – e questo basta. Ieri però le Ong hanno varcato la soglia dell’inaccettabilità. Il Viminale era stato adamantino: l’obiettivo italiano non è d’impedire loro il soccorso in mare dei migranti. Il codice di condotta è solo una ragionevole disciplina della loro attività, non un ostacolo a svolgerla. Una delle più serie ed autorevoli, Save the Children, l’ha sottoscritto con ammirevole senso di responsabilità. Il rigetto delle altre non ha pertanto giustificazioni e rasenta l’irresponsabilità sotto il profilo della sicurezza.

Il governo Gentiloni cerca di affrontare l’emergenza costruttivamente, puntando sulla cooperazione, a monte con Tripoli e le tribù libiche, a valle con chi fa operazioni di soccorso, e sulla collaborazione del resto dell’Europa. L’approccio di Roma si è trovato alle prese con tensioni con la Francia, minacce austriache di chiusura dei confini e con un governo libico che prima accetta, poi rifiuta l’aiuto della Marina militare nelle proprie acque territoriali.

Senza collaborazione delle controparti l’Italia non avrà altra scelta che fare da sola. Cioè prendere misure di tutela dei propri interessi e prerogative, senza concordarle con gli interlocutori che rifiutano un approccio cooperativo. Il problema con Tripoli è politicamente e diplomaticamente complesso. Richiede tempo e pazienza. Quello con le Ong può essere invece risolto.

Il rigetto del codice di condotta è la goccia che fa traboccare il vaso. Le Ong si oppongono così ad esigenze di gestione di un flusso immigratorio che ha per unica destinazione l’Italia. Il salvataggio in mare è più che legittimo; è un obbligo. Il fenomeno immigrazione dall’Africa verso l’Europa, via Italia, ha però una dimensione geopolitica, economica e di sicurezza che travalica quella prevalentemente umanitaria, che è l’habitat delle Ong. Basta che fra le decine di migliaia che le loro navi scaricano ogni anno in Europa vi sia un solo terrorista, un solo jihadista in fuga dalla caduta del califfato, per colpevolizzare tutta loro attività. E’ una responsabilità che non può essere lasciata a professionisti umanitari che sono però dilettanti di sicurezza.

Con il codice di condotta l’Italia solleva le Ong da un «accountability» politica e di sicurezza che, da sole, non hanno né le capacità né l’esperienza di assumere. Chi lo rifiuta o si arrocca dietro il muro separatorio fra «governativo» e «volontario» che le circostanze non consentono più o, peggio, è in malafede nella consapevolezza di un’obiettiva convergenza con i trafficanti di esseri umani: più ne sono messi in mare, più se ne salvano. C’è solo da sperare che i secondi siano la rarissima eccezione. Non vi rientrano certo le due Ong (Médecins sans Frontières e Jugend Reptet) che, pur rifiutando il codice, hanno almeno partecipato all’incontro al Viminale; non hanno saputo superare il tabù. Qualche dubbio viene per quelle che hanno disertato l’incontro: «Ong» che rifiutano il dialogo?

A questo punto all’Italia non rimane che trarre le conseguenze dal gran rifiuto. Senza codice di condotta, diventa perfettamente legittimo negare l’accesso (e lo sbarco del loro carico di migranti) nei porti italiani alle navi delle Ong che battono bandiera straniera. Se battono bandiera italiana, Roma potrà prendere gli opportuni provvedimenti per impedir loro di operare. Sono misure drastiche ma anche conseguenza logica del comportamento tenuto dalle Ong in questione.

Attuarle o meno sarà solo una questione di volontà politica. D’altro canto il ministro Minniti e il governo si giocano credibilità interna e internazionale, dopo essersi mossi con chiarezza e coerenza in un campo minato. Meritano consenso interno e sostegno esterno, soprattutto in Europa. L’ultima cosa di cui ha bisogno è il fuoco amico a Roma o in Europa, dettato da calcolo elettorale o da velleità di concorrenza post-coloniale.

vivicentro.it/opinioni
vivicentro/Codice di regolamento delle Ong: l’Italia alla sfida del fuoco amico
lastampa/La sfida del fuoco amico STEFANO STEFANINI

Schiaffo delle Ong al governo

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“Medici senza Frontiere” guida la rivolta delle Ong contro le regole volute dal governo per riorganizzare i salvataggi di migranti nel Mediterraneo. Il Viminale risponde minacciando di escludere dalle operazioni tutte le realtà che non accetteranno il piano.

Migranti, le Ong boicottano il piano del Viminale

Alla riunione si presentano in 3 su 9. Solo due firmano il regolamento. Il governo: chi non lo accetta è fuori dal sistema

ROMA – È rottura tra le Ong e il Viminale, fallisce il piano del governo per imbrigliare le associazioni di volontari in un codice di condotta. Contrarie all’obbligo della presenza della polizia giudiziaria a bordo e al divieto di trasbordo dalle navi. Ma soprattutto contrarie all’idea di fare parte di un «sistema» organizzato di salvataggio.

Sono nove le Ong che operano nel Mediterraneo. Ieri erano tutte convocate al Viminale per firmare il regolamento di condotta. La riunione è stata disertata da sei di loro. Delle tre presenti, solo «Save the children» ha accettato di apporre la propria firma al codice ministeriale. Le altre, la tedesca «Jugend Rettet» e «Medici senza frontiere» non ne hanno voluto sapere. La piccola «Moas» di Malta, pure lei non presente, aveva dato la propria adesione via email nei giorni scorsi, mentre la spagnola «Proactiva open arms» ha annunciato l’intenzione di firmare ma a un patto: nel documento, deve essere evidenziato il rispetto dei diritti umani dei migranti costretti a ritornare in Libia.

La sorpresa maggiore, per il ministero dell’Interno, è arrivata dal colosso delle Ong «Medici senza frontiere». Il suo diniego, trapela dal Viminale, va inquadrato nell’interesse della Ong a imporsi come leader, come faro, a livello internazionale, nel suo mondo di riferimento. Prevedibile, invece, era l’opposizione delle più piccole realtà che si configurano come una sorta di “Leoncavallo del mare”.

Ong: i 13 vincoli del codice di condotta

ANSA

In ogni caso chi si è opposto «resta fuori dal sistema». Per il Viminale infatti «l’aver rifiutato l’accettazione del Codice di condotta pone quelle organizzazioni non governative fuori dal sistema organizzato per il salvataggio in mare, con tutte le conseguenze del caso concreto che potranno determinarsi a partire dalla sicurezza delle imbarcazioni stesse».

Non passa il codice di regolamento delle Ong. Medici senza frontiere non firma:
“No a polizia giudiziaria armata a bordo delle navi”

È probabile, dunque, una seria attività di monitoraggio e controllo da parte della guardia costiera italiana e delle navi della Marina militare inviate nella missione di supporto ai libici sulle loro coste. Le Ong che non hanno aderito al codice di condotta, insomma, sono avvisate: dovranno avere tutte le carte in regola in materia di certificazione (a partire da quella sull’idoneità tecnica al quella sul numero di presenze a bordo) se non vogliono incorrere nel rischio di sequestro della nave.

Per nulla scontata, inoltre, la possibilità che possano attraccare dove ipotizzano per ragioni di comodità. In altre parole, potranno continuare il loro impegno ma verranno considerate alla stregua di tutti gli altri mezzi, tipo i mercantili, che salvano i migranti nel Mediterraneo centrale. Tutto, va da sé, «nel rispetto della vigente legislazione internazionale e nazionale, nell’interesse pubblico di salvare vite umane, garantendo nel contempo un’accoglienza condivisa e sostenibile dei flussi migratori».

All’incontro di ieri pomeriggio al Viminale, presieduto da Mario Morcone, capo di gabinetto del ministro Marco Minniti, hanno partecipato «Save the children», «Msf» e la tedesca «Jugend Rettet». Il rappresentante di quest’ultima Titus Molkenbur spiega: «Noi possiamo firmare soltanto nel caso in cui le nuove norme rendessero più efficiente il nostro lavoro e aumentassero la sicurezza dei nostri volontari: oggi non è così». Mentre il fondatore di «Moas», Christopher Catrambone sottolinea di aver accettato perché «la nostra missione è da sempre quella di salvare più vite possibili». Tra i 13 punti del codice il divieto di entrare nelle acque libiche e quello di spegnere i transponder. Viene chiesto alle Ong di avere a bordo «capacità di conservazione di eventuali cadaveri». Importante anche cooperare con il Centro di coordinamento marittimo eseguendo le sue istruzioni.

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Villa Arianna in restauro: l’Accademia delle Belle Arti di Versavia nuovamente sul sito

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All’estremità ovest della collina di Varano nell’area archeologica degli scavi dell’antica Stabiae, fu costruita nel II sec. Quella che oggi è denominata Villa Arianna. Alla villa fu dato tale nome per la presenza di una pittura a tema mitologico che raffigura Arianna abbandonata da Teseo.

La villa, per la sua complessità strutturale e decorativa rappresenta uno dei maggiori ed eccelsi esempi di ville romane nella zona campana.

Fino a giorno 4 Agosto 2017, la più prestigiosa e antica Accademia di restauro in Polonia: l’Accademia delle Belle Arti di Varsavia; impiegherà i suoi specialisti nel restauro di alcune applicazioni decorative della Villa Arianna.

L’intervento in corso prevede il restauro e il consolidamento del cubicolo 45, con decorazione in II stile iniziale e dell’ambiente 7 con decorazioni parietali tipiche del IV stile.

L’opera di restauro è condotta da cinque studenti della Facoltà di Conservazione e Restauro dell’Accademia polacca, coordinati dal vice preside prof. Krzysztof Chmielewski e dalla professoressa Julia Burdajewicz.

Il progetto, sotto la direzione scientifica del Parco Archeologico di Pompei e il coordinamento della Fondazione RAS, trait d’union tra le due Istituzioni, è supportato economicamente anche dal Ministero della Cultura e del Patrimonio Nazionale della Repubblica di Polonia.

Il restauro è già stato avviato da ben 4 settimane e questo è il Terzo anno consecutivo che la prestigiosa accademia si occupa di riportare all’antico splendore la villa romana.

 I Due restauratori dichiarano:

“Nella parte inferiore del muro sud, che si trova entrando a destra, al momento della rimozione delle stuccature deteriorate, risalenti agli anni ’50 e ’60, e realizzate in occasione degli interventi promossi da Libero D’Orsi, abbiamo documentato una profonda lacuna. All’interno di quest’ultima, con nostro gran stupore, abbiamo rinvenuto alcuni frammenti di intonaco dipinto. Evidentemente queste porzioni furono trovate a terra e, anziché essere ricollocate nella loro posizione originaria sulla parete, sono state impiegate come materiale di riempimento per colmare la profonda cavità. Siamo riusciti a trovare il loro esatto posizionamento e fissarle. Un fatto singolare ed emozionante se si considera che non capita spesso che dopo il restauro ci si ritrovi ad avere una superficie dipinta maggiore di quella di partenza”.

La speranza del prof. Krzysztof Chmielewski e dalla professoressa Julia Burdajewicz, è riuscire a dare vita a un programma a lungo termine che possa coinvolgere un numero sempre maggiore di studenti per rivalutare il sito archeologico.

Ci auguriamo che questo sia un passo continuo e duraturo verso la riqualificazione di un’area archeologica che sin dai primi ritrovamenti appare come una fra le zone più interessanti della Campania archeologica.

31 Luglio: giornata dell’orgasmo! Le altre 10 ‘giornate’ più bizzarre

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Giornata dell’orgasmo: ecco l’elenco aggiornato delle 11 ricorrenze più strane in Italia e nel mondo

agi/Lo sapevate che oggi è la giornata dell’orgasmo? Le altre 10 ‘giornate’ più bizzarre

Paestum: ritrovata Fattoria di Epoca Romana

Paestum: ritrovata Fattoria di Epoca Romana

Dopo pochi giorni dell’annuncio del ritrovamento della prestigiosa tomba a Pompei, la Campania non smette di stupirci a livello archeologico.

Questa volta è da Paestum (l’antica Poseidonia greca) che arriva la notizia di un rilevante ritrovamento.

Infatti, “ilMattino”, ha pubblicato la notizia del rinvenimento di una fattoria romana nell’area del Tempio di Hera Argiva a Paestum (Secondo Strabone il Tempio era distante alla città 50 stadi, circa 9 km).

La fattoria occuperebbe un’area di 300 metri quadrati e sarebbe rimasta attiva per circa quattro secoli.

Il merito del ritrovamento spetta al team dell’Università Federico II di Napoli coordinato da Bianca Ferrara.

Gli studiosi datano il ritrovamento tra il II e il I a.C., dato confermato da un ambiente già scavato quest’anno e datato quasi con sicurezza al II a.C.

Gli studiosi pensano quindi che l’area del tempio, oltre ad avere un importante ruolo religioso in epoca greca era un punto importante a livello produttivo ed economico.

Inoltre, si ipotizza che la struttura oltre che a produrre prodotti agricoli, commerciava in loco i prodotti agricoli. Oltre a questo tipo di produzione, si ipotizza che si coltivassero erbe aromatiche, medicinali e prodotti per la cosmesi.

AmalfiNotizie riporta:

«Per adesso possiamo solo dire con certezza che le indagini fatte su quanto contenuto in alcuni recipienti o frammenti ceramici, e che poi sono diventate elementi di base per lo sviluppo di una tesi di laurea, hanno rivelato tracce di unguenti e cosmetici, oltre a granaglie, nei vasi più grandi – ha rivelato Bianca Ferrara, ricercatrice in Archeologia classica all’Università di Napoli-. Faremo altre indagini e altre analisi. I loro risultati saranno valutati scientificamente e, in un senso a nell’altro, avranno contribuito a svelarci altri aspetti di questa città che ancora conserva tanti segreti».

Aspettiamo nuove notizie che sicuramente non tarderanno ad arrivare.

EDITORIALE – Juve Stabia, gioventù al potere

La bella e convincente vittoria conquistata dalla Juve Stabia contro il Bassano rappresenta un importante quanto solido punto di partenza su cui costruire quella che dovrà essere una stagione difficile ma anche elettrizzante. Per quelle che erano le premesse, non certo facili, di inizio stagione, il sonoro 3 – 1 rifilato al Bassano deve certamente essere visto con equilibro ma non possono essere trascurate le sensazioni positive ereditate dal match di ieri.

Inevitabile che la copertina se la prendano i “baby”, i giovanissimi scelti dalle Vespe in sede di calciomercato e subito decisivi nella prima uscita stagionale: Berardi, Strefezza ma non solo.
Il giovanissimo sanmarinese ha mostrato lampi di indiscussa classe ed un sinistro raffinato e preciso; la rete che ha sbloccato il match ha tutto quello che deve essere nel repertorio di un grande esterno: surplace su difensore avversario, rientro rapidissimo sul mancino (piede preferito) e morbidissima conclusione a giro che fulmina il portiere ospite.

Discorso analogo per il gemello diverso di Berardi, quel Gabriel Strefezza promessa dell’importante settore giovanile della Spal. Nel brasiliano si intravedono, almeno al momento, caratteristiche diverse rispetto a quelle di Berardi; maggiore robustezza e resistenza, la giusta malizia nell’andare in contrasto con gli avversari e, sotto porta, il senso del gol di una seconda punta.
Guardando indietro è facile notare come le Juve Stabia di Manniello abbiano sempre potuto contare su grandi esterni: Rastelli, Capparella, Tarantino, Raimondi, Albadoro, Erpen, Acosty, Zito, Nicastro, Lisi, Kanoute ecc. Anzi, forse tanti tifosi stabiesi, guardando la rete di Berardi, saranno volati con la mente alla stessa finta, per anni marchio di fabbrica di Tarantino. Solo il tempo ci dirà se la lunga tradizione di ottimi esterni stabiesi si stia arricchendo di altri due elementi di valore.

Dicevamo non solo Berardi e Strefezza, perché anche nelle altre zone di campo la linea verde ha lasciato ottime impressioni. Dentice e Nava, infatti, si sono resi protagonisti di una gara di sostanza, condita nel caso di Nava, da un gol da cineteca. Dentice, nuovo terzino sinistro delle Vespe, è stato il classico soldatino tutto corsa, capace di macinare kilometri sulla fascia; diverso profilo per Nava, terzino dal fisico da centrale difensivo (191 cm) e dall’ottima tecnica individuale. Così Nava ha regalato a Strefezza l’assist per la rete del sorpasso al Bassano e si è regalato la perla del 3 – 1 con un missile dalla distanza.

A dirigere i più giovani, gli ottimi Atanasov, Matute, Morero dalla panchina e Viola (prestazione maiuscola la sua) con Mastalli, giovane ma dalla testa di un 30enne, autentico jolly nel caso in cui il mercato non lo porti lontano da Castellammare.

Sarebbe ora sbagliato lasciarsi cullare dalle gioie della serata di Caserta; si tratta sempre di calcio d’agosto, anzi di fine luglio, le cui indicazioni non vanno prese per oro colato. La gara di Ascoli, contro un avversario di caratura e categoria superiore, sarà un banco di prova importante per questi ragazzi, a prescindere dal risultato e dal passaggio del turno.

Fermo restando quanto detto sopra, è chiaro che nella nuova Juve Stabia, dallo staff tecnico ai calciatori, la gioventù, senza tralasciare un pizzico di fantasia, è al potere.

Raffaele Izzo

Le FIAMME di LUCIFERO sull’Italia: 43° a Ferrara, 42° a Bologna, 40° a Roma. Ecco come ripararsi dall’ondata di calore

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L’ondata di calore durerà almeno fino a domenica. I piani dei Comuni per i più deboli e gli anziani

Arriva  Lucifero e ci farà sudare. Parecchio. I meteorologo e di lunga durata: temperature oltre i 40 gradi almeno dino a domenica, ma potrebbe durare di più. E’ previsto un afflusso di aria calda con una corrente che nasce direttamente dal centro del Sahara, dove la temperatura massima arriva a superare i 50 gradi. Qui è spiegato bene il meccanismo che porterà aria rovente sulla penisola.

L’anticiclone africano LUCIFERO convoglierà imponenti masse d’aria africane verso quasi tutta l’Italia. Con questo articolo vedremo le temperature che si potranno raggiungere con questa nuova invasione di aria sahariana, attesa dai primi giorni di Agosto.

NORD fino a 43° – Regioni settentrionali caldissime, soprattutto sui settori della pianura centro-orientale dove i valori massimi potrebbero superare i 40/42°. Altrove 35/38° diffusi. Naturalmente più ci si alza di altitudine e più la temperature diminuirà, anche se in montagna il caldo si farà sentire.

CENTRO, Roma a 40° – Caldo eccezionale anche sulle regioni centrali. Sul Lazio i valori potranno superare facilmente i 40°, come a Roma e Firenze, ma nelle zone interne questo valore potrebbe essere superato.

SUD, un po’ meno caldo – Una stranezza forse, ma la bolla calda africana sembra dirigersi più al Centro-Nord. Le regioni meridionali verranno colpite più duramente nel primo weekend di Agosto. I valori comunque si assesteranno attorno ai 34/37°, con punte di 40/41° in Puglia.

SARDEGNA e SICILIA da RECORD – Valori altissimi previsti in Sardegna, colpita direttamente dal caldo intenso. Nelle sue zone interne si potranno registrare anche 46°, sulla Sicilia invece 42, specie sull’Agrigentino°.

Come difendersi

Le raccomandazioni sono contenute in un decalogo che è fortemente raccomandato per anziani, malati e bambini piccoli, ma che è meglio sia tenuto presente da tutti

  • Non uscire di casa dalle ore 12 alle 17
  • bere almeno un litro e mezzo d’acqua
  • evitare alcolici e bevande zuccherate
  • consumare pasti leggeri, frutta e verdura
  • arieggiare gli ambienti
  • tenere il capo riparato dal sole
  • indossare abiti leggeri di colore chiaro
  • non esporsi al sole in modo prolungato
  • non restare all’interno di automobili parcheggiate al sole
  • non interrompere le terapie mediche

Sul sito del Ministero della Salute i bollettini delle ondate di calore

A Milano non da soli

A Milano per tutto il mese di agosto i servizi di assistenza per gli anziani e per le persone con disabilità, potenzati nel periodo estivo, saranno presenti e attivi per prendersi cura dei soggetti più fragili e soli.

Da qualche giorno è scattata la fase due del Piano messo a punto dall’assessorato alle Politiche sociali, con l’entrata in funzione della centrale operativa unica, che riunisce operatori e assistenti sociali, in via San Marco. E’ partita la prima allerta per il mese di agosto, per fronteggiare la nuova ondata di calore che coinvolgerà anche Milano nei prossimi giorni.

Il numero verde gratuito 800.777.888 sarà attivo tutti i giorni dalle ore 8 alle ore 19. A questo numero si possono chiedere interventi di assistenza domiciliare tra cui pasti a domicilio, accompagnamento per visite mediche, spesa e altre piccole commissioni, aiuto domestico, igiene personale e della casa. Molti anziani chiedono anche di poter vedere qualcuno per non rimenare soli. Fino ad oggi sono stati effettuati circa 3.500 interventi, un migliaio i pasti consegnati a domicilio.

Il piano anziani a Roma

Nella capitale per gli anziani sono disponibili, municipio per municipio, vari servizi attivati grazie al trasferimento dei fondi dall’assessorato. Si tratta di assistenza domiciliare leggera oppure di soggiorni diurni in località balneari, termali o, ancora, nei parchi.

Nel I Municipio, accanto a questi servizi, funziona anche “Viva gli anziani”, progetto dedicato, a chi vive fra Testaccio e Trastevere, dalla Comunità di S.Egidio con personale messo a disposizione dal Comune di Roma. Coinvolti almeno cinquemila anziani di quei quartieri nel tentativo di intercettare nuovi bisogni trasversali generati dall’isolamento sociale.

Per i senza fissa dimora ci sono i centri di sollievo organizzati dal Comune di Roma destinati a persone che hanno difficoltà a intraprendere percorsi di inclusione con i servizi, target di grande vulnerabilità e marginalità estrema con servizi leggeri di facile accesso.

redazione – meteo.it/agi

Audi Cup, Simeone: “Contro il Napoli sarà un test importante. Squadra fantastica, abbiamo una grande possibilità”

Diego Pablo Simeone, allenatore dell’Atletico Madrid, ha parlato in conferenza stampa in vista dell’impegno contro il Napoli in Audi Cup:

“Giocare contro il Napoli sarà importante per noi. Loro forse sono un passo avanti nella preparazione, vedremo cosa possiamo fare. Siamo contenti di essere qui e vogliamo fare bene. Il Napoli è una squadra fantastica che gioca molto bene in difesa e tra le linee. Per noi un test importante, abbiamo una grande possibilità”.