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Sconcerti: “Il Napoli ha un Milik in più ma anche due problemi da risolvere”

Il suo pensiero

Scrive Mario Sconcerti sul Corriere della Sera:

“La forza e i dubbi. La Juventus è ancora la squadra più forte, sia negli undici sia aprendo tutta la rosa titolari. Restano però alcuni dubbi: perché lo scorso anno vinse di pochissimi punti perdendo cinque partite; perché per farlo fu costretta a metà campionato a cambiare completamente modulo di gioco; quanto può pesare l’assenza di Bonucci e la mancanza di acquisti in mezzo al campo? È molto difficile che Khedira e Pjanic reggano per cinquanta partite e che Douglas Costa faccia il tornante puro alla Cuadrado. Può farlo Bernardeschi, non Douglas Costa che è soprattutto un grande fantasista muscolare. L’assenza di Bonucci toglierà alla Juve una decina di metri di campo nel ripartire, questo costringerà Khedira a rimanere più vicino alla difesa e allungherà la squadra. In sostanza, la profondità che questo modulo toglie e che è stata cercata in Douglas Costa e Bernardeschi, rimarrà in sospeso per i maggiori vuoti che si creeranno tra la difesa, Khedira e Pjanic.
Napoli, c’è un Milik in più. Dietro la Juve c’è il Napoli. Rispetto allo scorso anno ha uno schema in più, Milik. E si ritrova Mertens centravanti ormai capito. Si è un po’ fermata la crescita di Zielinski, ma credo riprenderà presto. Il Napoli ha due problemi: 1) l’ambiente che lo contagia, l’entusiasmo senza misura, una sfiducia abbastanza totale nelle istituzioni del calcio, per cui alla fine non ha mai una colpa, una responsabilità; 2) la velocità di gioco: è talmente alta che a volte prende in contropiede la squadra stessa. In sostanza, quando perde palla a metà campo la squadra è spesso scoperta. È quella mancanza di fase difensiva che riguarda tutti e sette gli addetti al recupero del pallone a far subire al Napoli troppi gol e non lo ha ancora reso buono per uno scudetto. Ma non c’è dubbio che giochi meglio di chiunque in Italia.
Inter, Emre Mor è la svolta. C’è qualcosa di forte che nasce nell’Inter. Gagliardini e Vecino sono centrocampisti importanti. Precisi, verticali. Borja è soprattutto un riferimento umano. Ottimo con il pallone, meno quando il pallone è all’avversario. Però è un capo, cosa che all’Inter mancava.
Milan Bravi, non ancora bravissimi. Conti e Kessie sono due giovani forti, con pochi paragoni in Italia. Biglia è un vecchio signore del mestiere, gli altri ho bisogno di vederli di più. Bonucci dà senso all’importanza della nuova corsa.
Roma, ruota intorno a De Rossi, ormai intorno ai 35 anni. Il suo sostituto, Gonalons, è un giocatore preciso, pulito, meno forte fisicamente di De Rossi, meno geniale, più regista puro. L’acquisto migliore mi sembra Defrel. Sostituto di Dzeko, ma anche un piccolo vice Totti. Non ho ancora visto Cenciz Under, l’altro turco di cui tutti parlano bene. Altro esterno dribblatore, sostituirà Salah”.

EDITORIALE – Juve Stabia, a testa alta e con la giusta mentalità…

La gara di sabato tra Ascoli e Juve Stabia può essere considerata un altro piccolo, ma deciso, passo in avanti per le Vespe. L’eliminazione dalla Tim Cup è infatti solo l’epilogo ufficiale di una competizione che non può che essere un obiettivo secondario e che è, invece, a tutti gli effetti strumento per sperimentare soluzioni e conoscere i nuovi calciatori. I ragazzi di Ferrara e Caserta hanno tenuto bene il campo contro un avversario di categoria superiore, ormai realtà concreta del campionato cadetto, e che può contare su elementi di assoluta qualità. Anche guardando gli aspetti negativi, ossia i gol subiti, si può notare come ci sia poco da rimproverare ai tecnici ed in generale alla squadra. Le reti dell’Ascoli sono state tutte conseguenza di errori dei singoli gialloblù: Bachini nella prima occasione ha causato il penalty che ha aperto le danze; la rete del 2-1 marchigiano è un regalo di Nava, mentre la terza nasce solo da una disattenzione di Cancellotti.

Le note positive tra la Juve Stabia certamente non mancano. Partendo dalle retrovie Bacci comincia finalmente a mostrare sicurezza ed interventi importanti, fattori importanti per il portiere designato quale titolare nel ruolo. Spicca, inoltre, la prestazione di Atanasov, concentratissimo ed indemoniato in campo nonostante le voci di mercato che lo vorrebbero protagonista. Ancora, va sottolineata la prestazione di Cancellotti; al netto dell’errore che ha innescato la terza rete dell’ Ascoli, il terzino umbro è inevitabilmente un elemento capace di spostare gli equilibri. Nonostante le gambe ancora pesanti, Cancellotti mette il turbo e si fa perdonare l’errore sfornando l’assist per la seconda rete di Paponi. A proposito di turbo, considerazioni simili vanno fatte per Francesco Lisi. A Caserta l’esterno romano era ufficialmente infortunato; sabato il 23 è tornato disponibile mostrando il solito strapotere fisico unito a quel senso del gol tipico di un centravanti. Lisi solo per pochi centimetri non ha trovato la rete, giocando con cuore e determinazione. Qualità sempre presenti nelle prestazioni di Luigi Viola; l’ex Vibonese mette in campo un’altra prestazione di valore, avendo già conquistato i gradi di leader del centrocampo. Inevitabile, poi, parlando di note positive, citare Daniele Paponi.

L’area di derby, per lui anconetano doc, galvanizza il centravanti, autore della gara più bella da quando veste la maglia della Juve Stabia. Nella prestazione di Paponi c’è tutto quello che in passato è mancato: cattiveria agonistica, grinta, caparbietà e voglia di vincere. La prima rete della punta è l’emblema di tutto questo: Paponi salta il portiere, si allunga la palla, riesce ad evitare che esca e da posizione defilata spara una fucilata in rete. Anche l’egoismo nel non cercare il passaggio al compagno meglio posizionato, volendo invece la rete personale può essere la scintilla capace di infiammare la stagione dell’ex Latina. Solo il tempo ci dirà se questa gara segnerà (in tutti i sensi) la nuova vita di Paponi alle Vespe.

Nell’attesa che si chiariscono le dinamiche di mercato, si può dire che la Juve Stabia costruita da Caserta e Ferrara è una squadra che ha certamente punti deboli, ma che da questi non si fa condizionare, sfruttando sempre al massimo ogni occasione per far male all’avversario.

Se la forma fisica è giustamente ancora non giudicabile, la mentalità è quella giusta e ricorda a tratti quella della prima Juve Stabia di Braglia. Una squadra che si ritrova nel “vendere cara la pelle” nel “non avere paura di nessuno”. Il giorno della sua presentazione Caserta disse di aver tratto qualcosa da ogni allenatore incrociato a Castellammare: forse la gara con l’Ascoli ha mostrato cosa c’è di Braglia nella Juve Stabia di Caserta.

Raffaele Izzo

Venezuela, repressa sollevazione militare contro Maduro: due morti

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CARACAS- Ancora tensioni in Venezuela. Ieri si è verificato un tentativo di rivolta nella base militare di Fuerte Paramacay , limitato alla sola città di Valencia. L’insurrezione è stata troncata sul nascere dalle forze armate “bolivariane”. Nell’azione uno dei ribelli è stato ucciso e un altro è rimasto gravemente ferito. Ucciso anche Ramon Rivas, dirigente della formazione d’opposizione Avanzada Progresista (AP), durante una manifestazione a sostegno dei militari ribellatisi a Maduro.

“Una settimana fa abbiamo vinto con i voti, oggi è stato necessario vincere il terrorismo con le pallottole” è stato il commento del presidente del Venezuela.

LA DINAMICA DELL’INSURREZIONE

I militari, subito definiti “terroristi” da Diosdado Cabello (numero due del chavismo), hanno preso d’attacco la base militare di Fuerte Paramacay, nello stato di Carabobo. Durante gli scontri un militare è morto, sette sono rimasti feriti e otto sono stati arrestati. La dinamica dell’azione è ancora poco chiara, ciò che si conosce con certezza è il nome di chi ha guidato i militari: il capitano Juan Caguaripano, che già nel 2014 aveva tentato un’azione simile.

Nelle ore successive gruppi di manifestanti sono scesi in piazza in sostegno ai militari, subito respinti con il lancio di gas lacrimogeni dalle forze di Caracas.

 

 

 

Zielinski: “Non possiamo sbagliare certe occasioni, così rischiamo”

Zielinski: “Non possiamo sbagliare certe occasioni, così rischiamo”

Piotr Zielinski, da quando entrato (alla meta’ del secondo tempo nella gara giocato ieri contro il Bournemouth) e’ stato decisivo nelle successive due reti del match. In quella del Bournemouth, perche’ e’ lui a perdere palla e aprire la porta all’incursione di Francis, cosi’ come e’ lui a realizzare chirurgicamente il gol del definitivo 2-2. Un colpo da biliardo, con il pallone che resta praticamente sempre raso terra senza mai sollevarsi troppo e tenendo una velocita’ tale da rendere impossibile la parata da parte di Boruc. «Per fortuna abbiamo pareggiato», ha commentato a Sky Sport. «Nizza? In partite cosi’ importanti non possiamo sbagliare certe occasioni perche’ altrimenti poi possiamo pagare dazio. Queste sono le partite giuste per crescere in vista delle gare decisive che ci aspettano per l’inizio della stagione».

Il Bournemouth ci ha provato per Jorginho: offerta da 20 mln

Il Bournemouth ci ha provato per Jorginho: offerta da 20 mln

Con il Bournemouth, il Napoli ci ha giocato nella giornata di ieri in amichevole. Ma la squadra inglese si era fatta sentire dal Napoli anche per un altro motivo: il mercato. Infatti, aveva fatto un’offerta di 20 milioni al Napoli per Jorginho, ma nonostante l’amicizia che lega Giuntoli al direttore sportivo dei Cherries (i due sono anche andati insieme sabato sera ad assistere al match a Londra tra Juventus e Tottenham), la risposta da parte del dirigente azzurro e’ stato un secco no, grazie: il regista italo-brasiliano resta a disposizione di Sarri. Lo riporta l’edizione odierna de Il Mattino.

Partenza vicina per Pavoletti, si lavora al prestito

Partenza vicina per Pavoletti, si lavora al prestito

Come riporta La Gazzetta dello Sport, la partenza di Leonardo Pavoletti potrebbe essere davvero molto vicina: “Sul fronte delle uscite va seguita la parabola di Pavoletti, l’attaccante arrivato al Napoli nella sessione di gennaio che non ha avuto grande spazio. Col rientro a pieno regime di Milik, si profila una partenza in prestito. Più di un sondaggio di Benevento e Spal, con Sassuolo e Udinese ora defilate. In uscita anche Duvan Zapata, per il quale nelle ultime ore si è fatta sotto con decisione la Fiorentina”.

Ancelotti: “La mano di Sarri sul Napoli si vede eccome!”

Le sue parole

Carlo Ancelotti, allenatore del Byaern Monaco, ha rilasciato un’intervista alla Gazzetta dello Sport:

Le va di fare un salto in Italia? Proviamo a vedere come sarà la lotta per lo scudetto in Serie A.

“La Juve ha vinto sei titoli consecutivi, ovvio che sia ancora la favorita”.

Anche se ha perso un uomo come Bonucci?

“Sì, la squadra di Allegri ha una mentalità vincente e con questa mentalità può sopperire a qualsiasi partenza. E poi il mercato non è mica finito, qualcuno lo prenderanno. Intanto è arrivato Douglas Costa, che avevo io: bel giocatore, rapido, fantasioso, in Italia farà bene. L’importante è che i bianconeri trovino solidità in difesa, che è stato il reparto decisivo in questa lunga striscia di vittorie. Allegri sa il fatto suo, vedrete che sistemerà tutto alla perfezione”.

Lei ha affrontato il Napoli la settimana scorsa, che impressione le ha fatto?

“Squadra rodata, giocano assieme da anni, si conoscono, e questo è fondamentale. Sarri ha fatto un grandissimo lavoro, la sua mano si vede, eccome… Sono rapidi, si trovano a occhi chiusi, e poi Insigne, Mertens e Callejon non danno mai punti di riferimento: difficile marcarli. Però devono migliorare quando vanno in difficoltà: in una partita ci sono sempre momenti bui e loro devono imparare a sopportarli e a sopportare la pressione degli avversari”.

Zinchenko si è promesso al Napoli: ha rifiutato altre tre proposte

Zinchenko si è promesso al Napoli: ha rifiutato altre tre proposte

La Gazzetta dello Sport scrive sulla trattativa tra Napoli e Man City per Zinchenko: “Finestra di mercato senza frenesie quella del Napoli a ridosso del preliminare di Champions. Il d.s. Giuntoli lavora a fari spenti per regalare a Sarri una valida alternativa a Callejon. Il nome più caldo è quello dell’ala Oleksandr Zinchenko, 20enne ucraino del Manchester City. Tutto resta legato però alla eventuale partenza di Giaccherini che piace molto al Genoa ma senza intesa con gli azzurri. Zinchenko, giova ricordarlo, si è promesso al Napoli, ha rifiutato altre tre destinazioni e intende aspettare gli azzurri. Contatti continui tra Giuntoli e il City: si lavora a un prestito oneroso con obbligo di riscatto fissato a 5-6 milioni”.

“Un incubo”, parla la modella rapita a Milano ma … Cosa c’è che ancora non sappiamo?

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In un’intervista rilasciata al Tg1 Chloe Aylingla modella inglese di 20 anni attratta con un’offerta di un servizio fotografico a Milano e poi sequestrata da un uomo polacco che avrebbe voluto metterla in vendita nel deep web, l’area sommersa, oscura, e illegale della rete, ha detto:

“Sono infinitamente grata alla polizia italiana e a quella britannica per avermi salvato e liberato dall’incubo. Ho temuto per la mia vita”.

“Sono appena arrivata a casa dopo quattro settimane”

ha aggiunto la ragazza, ancora sotto choc, raggiunta dal Tg1 a Londra.

“Mi devo riprendere, non posso dire altro finché non sarò interrogata qui in patria”.

Dagli interrogatori, come rivela sempre il Tg1, emergono anche altri dettagli. Chloe ha raccontato che tutte le ragazze vendute come schiave sessuali dall’organizzazione ‘Black death group’ sul deep web sarebbero destinate ai Paesi arabi. MA cosa c’è che ancora non sappiamo del rapimento della modella inglese? Repubblica ricostruisce la sua storia.

Chloe Ayling dal suo profilo Instagram
(dal profilo Instagram di Chloe Ayling)

Il sequestro c’è stato. Il tentativo di venderla sul deep web, pure. L’anestetico per stordirla è stato usato. Però ci sono alcuni elementi che non tornano nella storia della modella inglese rapita a Milano da un polacco che l’ha poi messa all’asta. E ora che la vittima ha anche un nome – Chloe Ayling, 20 anni – e che ha raccontato la sua storia al Tg1 e Repubblicaha fatto una ricostruzione degli avvenimenti, possiamo provare a mettere in fila quello che sappiamo e quello che ancora è da chiarire. Primo fra tutti se si tratti veramente di uno squarcio su quel mondo di tenebre che sono i traffici su internet o piuttosto di una ragazza ingenua attirata in una trappola da un maniaco imbranato.

Cosa gli inquirenti danno per certo

  • Il sequestratore è Lukasz Pawel Herba, polacco, nato a Szczecin 30 anni fa. Per la squadra mobile di Milano è una persona “pericolosa con tracce di mitomania”. Viveva a Birmingham, in Inghilterra, dove ha lavorato saltuariamente per conto di un’agenzia interinale.
  • Chloe è stata drogata con la Ketamina, infilata in un borsone da viaggio, ammanettata e con i piedi legati con nastro adesivo.
  • Da un finto studio fotografico a Milano, dove Herba ha teso la trappola, la ragazza è stata portata nascosta nel bagagliaio di una station wagon fino a Borgial, una frazione di Lemie, sulle montagne piemontesi, dove è stata in ostaggio per una settimana.
  • Herba, che si spaccia per membro di ‘Black Death’ un fantomatico gruppo dedito ai traffici di ogni genere nel deep web, ha tentato prima di mettere al’asta per 300mila dollari la ragazza, ma quando nessuno ha risposto all’offerta, si è rivolto all’agente di Chloe che ha avvertito la polizia inglese.
  • Gli agenti inglesi hanno fatto irruzione nella casa di Birmingham di Herba, ma ovviamente non lo hanno trovato. E hanno avvertito i colleghi italiani.
  • Fallito il tentativo di venderla, Herba ha accompagnato Chloe al consolato britannico a Milano, dove è stato arrestato.

Cosa ha raccontato Chloe

  • “Herba non mi ha mai molestata sessualmente”
  • Uno dei sequestratori è un “quarantenne magro, capelli castani, con caratteristiche che potevano essere polacche”
  • “Non dovevo esser presa perché il capo aveva visto sul mio profilo Istagram alcune foto da cui era evidente che sono una mamma con un bambino piccolo e questo era contro le regole”
  • Herba dice di aver guadagnato negli ultimi cinque anni oltre 15 milioni di dollari.
  • Le ragazze rapite sono destinate ai Paesi Arabi. Almeno tre alla settimana sono vendute e, quando l’acquirente si è stancato della ragazza, la cede ad altre persone. E quando non è più d’interesse viene data in pasto alle tigri
  • La Brack Death si avvale di oltre 10mila affiliati in Europa.

Le cose che non tornano

  • Chloe è andata a comprare un paio di scarpe con il suo rapitore
  • Racconta di almeno cinque sequestratori, ma agli inquirenti risultano solo Herba e il fratello
  • I sequestratori le fanno “un’iniezione nell’avambraccio destro”, nonostante lei indossasse “un giubbino a maniche lunghe, tipo chiodo, di colore rosa”
  • Herba le dà un biglietto da visita con indicato un indirizzo email da contattare per avere informazioni e che avrebbe dovuto veicolare ai mass media per fare pubblicità a Black Death

redazione/adnkronos/agi

Grandi Roberto, Riflessioni (Lo Piano -Saint Red)

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Kim, il piccolo dittatore della Corea del Nord con i suoi continui lanci di missili potrebbe scatenare un conflitto dalle conseguenze inimmaginabili.
Grandi Roberto, nostro lettore, ha voluto scrivere qualcosa in merito alla vicenda, ponendosi delle domande e affiancandole a delle risposte:
 
Chi ha fornito la tecnologia nucleare alla Corea del Nord? non dovrebbe essere tanto difficile scoprirlo, visto che si contano fra le dita di una mano le Nazioni in grado di possedere armamenti nucleari.
 
Possibile che Kim sia potuto arrivare a costruire un missile intercontinentale senza che nessuna intelligence al Mondo si rendesse conto che andava fermato prima? Chi ha fornito il materiale e le apparecchiature per la sua costruzione?
Quanti scienziati hanno contribuito alla riuscita di questa impresa? la CIA e tutte le altre agenzie segrete sparse nel mondo possibile che non si siano accorte di nulla? o hanno solo preso tempo?
 
Perché in Iraq si e’ intervenuti contro Saddam solo nell’eventualita’ che potesse nascondere nel suo territorio armi nucleari… a distanza di anni, guarda caso, si e’ avuta la certezza che il dittatore non le aveva mai ne’ nascoste ne’ costruite. 
 
Stessa sorte e’ toccata a Gheddafi, averlo deposto con le armi, ha gettato la Libia in un inferno ancora peggiore, giornalmente se ne vedono le conseguenze. L’immenso territorio ha 2 governi uno riconosciuto dall’UE, l’altro no’, poi vi sono centinaia di tribu’ perennemente in guerra fra loro. Anche in questo caso sarebbe stato meglio che Gheddafi continuasse a governare un territorio cosi’ vasto e difficile da tenere a freno.
 
La stessa cosa non si puo’ dire di Kim, lui rappresenta un vero pericolo, e’ una mina vagante nel Mar del Giappone, e’ pericoloso per se e per gli altri Stati vicini.
 
Il Presidente degli Stati Uniti Trump, vorrebbe “intervenire” in tempi brevi, dare una sonora lezione preventiva, prima che Kim possa compiere danni irreparabili. La Russia almeno per il momento sembra stare alla finestra aspettando gli eventi, stessa cosa dicasi per il Giappone e tutte le altre Nazioni che sono nel “perimetro di lancio” di Kim.
La Corea del Nord e’ una piccola Nazione, molto povera, ma i militari che sono al potere mostrano i muscoli, neppure loro sanno quali rischi stanno facendo correre al loro popolo. Qualora la Corea del Nord venisse ristretta sia militarmente che economicamente nel proprio territorio, Kim si potrebbe sentire come un animale in gabbia, quello che spaventa saranno le sue future mosse.
Dalle immagini trasmesse dalle televisioni di Stato, Kim sembra essere un dio in terra, un deus ex machina, un piccolo Hitler, in grado di trascinare la Corea del Nord, in una guerra dove potrebbero trovare la morte non solo i suoi fidi comandanti in capo, ma anche un intero popolo che per il momento vive di stenti.
PS: 
Il Giornale Vivicentro e’ da sempre vicino ai propri lettori, quando riceve dei commenti, dei testi, delle riflessioni su argomenti d’interesse generale, li pubblica con piacere, ognuno e’ libero di esprimere i propri giudizi su vicende che interessano tutti noi.
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Il Podio Gialloblù di Ascoli – Juve Stabia 3 – 2 (Coppa Italia)

Una ottima Juve Stabia esce sconfitta ma non ridimensionata dal confronto in Tim Cup con l’Ascoli. I padroni di casa vincono per 3 – 2

PODIO

Medaglia d’oro: a Daniele Paponi, versione Bomber. La palma del migliore in campo va senza dubbio all’ex attaccante del Latina che capitalizza al massimo i pochissimi palloni giocabili, e pericolosi, avuti. Da attaccante vero e cattivo è la prima realizzazione, mentre di giustezza è il colpo di testa che tiene le Vespe nel match fino all’ultimo. Che la Juve Stabia abbia già in casa la punta che cerca?

Medaglia d’argento: ad Alessandro Bacci, che ha dato sicurezza al reparto. La sua nomination potrebbe apparire strana alla luce dei tre gol subiti, ma tutte le marcature dell’Ascoli non sono imputabili ai riflessi di Bacci, preciso per tutta la gara. Da applausi è la risposta dell’estremo difensore stabiese alla girata volante di Favilli. Se domenica scorsa la sua prestazione era stata da S.V (senza voto), quella di ieri merita sicuramente un voto alto.

Medaglia di bronzo: a Luigi Viola, già punto fermo del centrocampo. L’ex Vibonese ha sofferto all’inizio la alte temperature, venendo poi fuori alla distanza. Non solo tanta quantità ma anche qualità per il neo centrocampista gialloblù, bravo ad alternare sciabola e fioretto. Dai suoi piedi nascono le occasoni più pericolose, ed anche il tiro che a 10 minuti dal termine Lanni quasi deposita nella propria porta. Un autentico leone, così come la sua chioma suggerisce.

CONTROPODIO

Medaglia d’oro: a Valerio Nava, purtroppo non in giornata positiva. Passo indietro del terzino destro rispetto alla super prestazione contro il Bassano. Nava spinge poco in avanti ed allo stesso tempo in fase di copertura è un po’ confusionario e poco preciso; da alcune disattenzioni del terzino si innescano i tentativi più efficaci e pericolosi dell’Ascoli.

Medaglia d’argento: a Matteo Bachini, un po’ troppo ingenuo in campo. Da evidenziare che proprio un’ingenuità del centrale difensivo gialloblù determina il calcio di rigore con cui l’Ascoli apre la gara; penalty a parte Bachini è spesso in ritardo nelle chiusure, non riuscendo ad assistere bene Atanasov. Proprio il bulgaro è costretto ad un doppio lavoro per mantenere in partita la Juve Stabia.

Medaglia di bronzo: a Giacomo Calò, quasi assente ai nostri occhi. Le qualità non mancano di certo al centrocampista, che però si vede davvero poco, sbagliando la misura di troppi appoggi in fase di costruzione. Elemento penalizzante nella gara di Calò anche l’aspetto fisico, con gli avversari marchigiani dominanti sul piano fisico rispetto al giovane centrocampista scuola Sampdoria. Necessaria una crescità anche in personalità.

Corte dei Conti: Troppa concentrazione di personale degli enti territoriali nelle Regioni del Sud e in Sicilia

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“Generalmente, si evidenzia una distribuzione non uniforme del personale sul territorio nazionale, con punte di maggiore concentrazione nelle Regioni del Sud e in Sicilia”.
È un passaggio contenuto nel “Testo della delibera n. 21/SEZAUT/2017/FRG” riportato nel comunicato stampa – Sezione delle Autonomie-Referto su “La spesa per il personale degli enti territoriali” della Corte dei Conti del 3 agosto 2017.
“Nel referto si analizza l’andamento della spesa per il personale delle Regioni a statuto ordinario e speciale, comprese le Province autonome, e degli Enti locali (Province, Città metropolitane e Comuni), nel triennio 2013-2015”.
Corte dei Conti, Troppa concentrazione di personaleSe nel 2015 nelle Regioni a statuto ordinario l’incidenza è stata pari a 17,88, il che significa che un dirigente coordina in media circa 18 dipendenti, in Sicilia la cifra è stata 9,08. Il rapporto sottolinea quindi “una forte polarizzazione”. Basti pensare che si va da un tasso tra “non dirigenti e dirigenti di 9 a 1 in Sicilia al 51 a 1 del Trentino-Alto Adige. Ciò significa che un dirigente coordina 9 dipendenti in Sicilia e 51 in Trentino-Alto Adige”.
Anche per questo non ci sono (stra)tasse e sacrifici dei siciliani produttivi, lavoratori, privati e operosi che possano mai bastare.
La Regione Siciliana e tutti i suoi rampolli e figliastri, quali Enti, Provincie, Città metropolitane, Partecipate, Consorzi, Unione, Comuni e tanti altri, alcuni pure sconosciuti o impensabili, costituiscono la decennale assoggettante voragine della Sicilia che trascina ogni giorno sempre più a fondo l’Isola e con essa i siciliani onesti e laboriosi.
Eppure In Sicilia li abbiamo (civilmente) provati tutti, dal centro (ondivaghi), alla destra (gonfiati) fino alla sinistra (cantastorie), mancano ormai solo i pentastellati per chi ci vorrà tentare alle imminenti elezioni di novembre 2017.
Subiamo infatti da decenni i siciliani, un’evidente trasversale dittatura costituzionale (almeno per chi può e vuole vedere), attraverso decennali leggi, sentenze e regolamentazioni (fatte per Loro e solo per Loro) che coercizza in modo forzoso la gente industriosa, dinamica, fruttifera e proprietaria onesta, la quale è civilmente pressoché impotente, poiché il sistema “assoggettante” è legale ed è formato da autocratiche pletore di corporazioni a “cupola” fatte di Presidenti, Parlamentari, Istituzionali, Giudici, Burocrati, Professionisti, ecc. che, nel caso della Sicilia, si giovano anche di uno “Statuto autonomo” esistente solo per Loro.
A questo si unisca lo strapotere condizionante dei (Loro) rispettivi innumerevoli eserciti nel sistema pubblico, di clientelari, stipendiati, incaricati, nominati, precari ricattati, avvocati, ecc. per il consenso elettorale e sindacale, con cui si controlla pure il voto.
E quando in una (pseudo)democrazia si veicola il voto, si domina pure la società, l’economia, la cultura, l’esistenza, ecc. i restanti cittadini comuni siciliani, per quanto di buona volontà, non possiamo civilmente fare quasi nulla contro questo conclamato sistema politico-giuridico-burocratico, deontologicamente ipocrita, corrotto e “asservente”. A questo si aggiunga che ci tengono sotto scarpa con l’arretratezza infrastrutturale, viaria, ferroviaria, sottosviluppo, disoccupazione, conseguentemente con il favoritismo, scambio di voto, ecc.
Se poi a tutto questo si assomma la (guarda caso) parallela criminalità sparsa e organizzata, la domanda è solo: COME, CIVILMENTE, CI SI PUÒ “OPPORRE” ?
Il nostro Presidente della Repubblica, che è Siciliano e anche un Giudice, almeno lui, ci dia una qualche risposta di speranza pragmatica.
Adduso Sebastiano

Stalking: d’ora in poi il reato si potrà estinguere pagando

A prescindere dalla volontà della vittima, per le fattispecie in cui la querela è revocabile, il reato ex art. 612-bis del codice penale potrà essere cancellato con la mera riparazione del danno

Pagando un risarcimento e col placet del giudice (quello della vittima non serve) se l’offerta è congrua gli stalker potranno veder decadere il reato. Questo è previsto, nei casi senza ‘aggravanti’, dopo la riforma del processo penale appena entrata in vigore che introduce, tra l’altro, la possibilità di estinguere i reati, nelle fattispecie soggette a remissione della querela, in seguito alla riparazione del danno.

La riparazione nella riforma del processo penale

Si amplia con la riforma del processo penale la portata delle condotte riparatorie: in cambio della restituzione, del risarcimento del danno o dell’eliminazione delle conseguenze dannose o pericolose di un reato, il giudice ha ora il potere di dichiarare quest’ultimo estinto.

E inoltre la norma non subordina l’efficacia della condotta riparatoria all’accettazione dell’offerta da parte della vittima: basta anche la sola offerta reale di una somma che, aldilà di ciò che pensa la persona offesa dal reato, è dal giudice reputata congrua.

In ogni caso la riparazione integrale (anche mediante risarcimento del danno in seguito a offerta reale) deve avvenire entro il termine massimo della dichiarazione di apertura del dibattimento di primo grado. Il giudice potrà fissare un ulteriore termine per il pagamento di quanto dovuto a titolo di risarcimento, anche in forma rateale, comunque non superiore a sei mesi: se l’imputato dimostri di non aver potuto adempiere nel termine ordinario per fatto a lui non addebitabile. In questo caso, il processo è sospeso, come è sospesa la prescrizione e l’udienza successiva è fissata alla scadenza del nuovo termine stabilito e, comunque, non oltre novanta giorni dalla stessa.

Levata di scudi contro la riparazione del reato di stalking

Contro questa conseguenza, una volta sollevato il problema, è stato lo stesso ministro della giustizia Orlando a promettere modifiche della norma, probabilmente facendo leva sulla procedibilità a querela.

Risposte che certamente non hanno allentato la presa dei sindacati e delle associazioni che cercano di arginare violenze nei confronti delle donne. La richiesta è da più parti che venga eliminata proprio la norma dalla riforma del processo penale che fa sì che i cosiddetti reati a querela remissibile (tra cui appunto le forme “meno gravi” di stalking) possano essere estinti tramite un risarcimento e senza il consenso delle vittime. I rappresentanti della Triplice, una volta sollevato l’allarme, avevano chiesto un incontro al ministro della giustizia che in più occasioni ha dichiarato il proprio impegno per evitare le possibili conseguenze della riforma.

Ma, intanto la stessa è entrata in vigore e ad oggi purtroppo, dichiarano le dirigenti sindacali della Cgil, Cisl e Uil, Taddei, Ocmin e Menelao, in una nota “non ci sono riscontri positivi di nessun tipo”.

Ciò significa, scrivono le sindacaliste, che “dal prossimo settembre, alla ripresa dei processi, per molti stalker si aprirà la possibilità di estinguere il reato pagando una congrua cifrra”, cioè un risarcimento, “anche in comode rate e senza interpellare la persona offesa”.

E’ chiara dunque l’urgenza di “un intervento chiarificatore sull’articolo 162-ter affinchè nessuna denuncia per il reato di stalking possa in alcun modo rientrare in una sanzione riparatoria” concludono le tre sindacaliste.

In ogni caso, per qualsiasi intervento su questo fronte, si dovrà attendere ormai settembre.

di Gabriella Lax 

Juve Stabia, dopo Russo anche un altro ex gialloblù si accasa al Venezia

L’ex Juve Stabia Sergiu Suciu è un nuovo calciatore del Venezia

Aumenta la colonia di ex gialloblù nella rosa del Venezia di Filippo Inzaghi. Dopo Danilo Russo, che ha lasciato la Juve Stabia dopo solo una stagione, anche Sergiu Suciu è passato ai veneti. Per il centrocampista rumeno ritorno in Serie B dopo l’ottima stagione tra le fila del Pordenone, in Lega Pro, conclusasi con l’eliminazione ai play off per mano del Parma.

Per Suciu un anno e mezzo alla Juve Stabia in Serie B, dal gennaio 2013 al 2014, con 36 presenze e 3 reti. Il centrocampista al Venezia avrà la maglia numero 18, mentre Danilo Russo quella numero 22.

Questo il comunicato del Pordenone:

 Il Pordenone Calcio comunica di aver ceduto a titolo definitivo le prestazioni del centrocampista Sergiu Suciu al Venezia (serie B). Suciu lascia Pordenone dopo aver disputato 34 gare nel campionato 2016/2017. La società ringrazia il giocatore e gli augura le migliori fortune per il prosieguo della carriera.

Foto: Tuttomercatoweb

La fotogallery di Ascoli Picchio – Juve Stabia (3-2) TIM CUP

Guarda le foto di Ascoli vs Juve Stabia realizzate dal nostro fotografo Giovanni Donnarumma che ci racconta così della sconfitta delle Vespe allenate dal duo Caserta – Ferrara con i i ragazzi di Mister Fiorin allo stadio Cino e Lillo Del Duca.

La Juve Stabia dopo aver battuto il Bassano Virtus nel primo match eliminatorio di Tim Cup cerca il passaggio del turno contro il più quotato Ascoli Picchio che l’anno prossimo disputerà il campionato di Serie B. Il duo Caserta – Ferrara impostano la propria squadra con un modulo ancora a trazione anteriore per ottenere una vittoria che sarebbe prestigiosa. Tra le fila della Juve Stabia ci sono gli ex bianconeri Capace e Nava.

La Juve Stabia che esce a testa altissima dalla competizione nazionale perchè a dispetto della differenza di categoria in favore dei marchigiani le vespe sono state eliminate dalla Tim Cup, ma con il minimo scarto, rifilando in trasferta due reti, firmate Paponi, ai padroni di casa.

Le foto:

Ascoli (4-2-3-1): 1 Lanni; 14 Mogos, 8 Carpani, 13 Gigliotti, 33 Mignanelli; 19 Addae, 20 Buzzegoli; 10 Lores Varela, 28 D’Urso, 29 Baldini; 30 Favilli. A disposizione: 12 Venditti, 32 Ragni, 4 De Santis, 7 Santini, 11 De Feo, 18 Parlati, 23 Cinaglia, 25 Florio, 26 Jallow. All. Fiorin.

Juve Stabia (4-3-3): 1 Bacci; 2 Nava, 5 Atanasov, 19 Bachini, 14 Crialese; 15 Viola, 18 Calò, 24 Mastalli; 19 Berardi, 13 Paponi, 20 Strefezza. A disposizione: 22 Polverino, 3 Dentice, 4 Allievi, 6 Redolfi, 7 Costantini, 8 Capece, 10 Rosafio, 11 Cancellotti, 17 Matute, 20 Osei, 23 Lisi. All. Caserta-Ferrara.

L’arbitro dell’incontro è stato Niccolò Baroni di Firenze, assistito da Giuseppe Opromolla di Salerno, Orlando Bagnotta di Nocera Inferiore e dal quarto uomo Luca Massimi di Termoli

A cura di Giovanni Donnarumma

© RIPRODUZIONE DEL TESTO, TOTALE O PARZIALE, CONSENTITA ESCLUSIVAMENTE CITANDO LA FONTE– Qualunque violazione del diritto di copyright sarà perseguita a norma di legge.

 

L’emergenza lavoro non va in vacanza, migliaia di esuberi ad agosto

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Lavoro. Da Sky a Tuodì, da Ericsson a Ferrioli: estate drammatica per migliaia di lavoratori

L’ emergenza lavoro non va in vacanza, non chiude per ferie. A chiudere sono le fabbriche e le aziende, anche in questi ultimi e torridi giorni. Costringendo migliaia di operai e lavoratori a rinunciare alle vacanze, spesso programmate da mesi. A non poter pagare mutui, a far rinunciare i propri figli ad andare all’università.

Il giro d’Italia delle vertenze aperte non risparmia quasi nessuna regione. Da Nord a Sud, da Est a Ovest lungo lo stivale il lavoro continua ad essere un miraggio e perderlo – specie a una certa età – diventa una vera tragedia per tutta la famiglia. E se fino a qualche anno fa era l’industria ad essere maggiormente colpita dalla crisi, ora i settori sono vari senza risparmiare commercio, servizi e perfino benzinai.

SKY A giorni dovrebbero arrivare le lettere di licenziamento per 124 tecnici. Saranno i più colpiti dalla decisione di Murdoch di spostare le trasmissioni quasi completamente a Milano lasciando a Roma solo un piccolo presidio. Se i giornalisti del monopolista della televisione satellitare a pagamento hanno contrattato incentivi e buone uscite riuscendo – al netto delle tantissime cause di lavoro – a trovare un accordo sindacale, sul piano dei tecnici la lunga trattativa dopo l’avvio della procedura di licenziamento collettivo non ha avuto buon esito, nonostante la no stop di giovedì. «L’azienda non ha voluto superare i licenziamenti nonostante i risultati economici e le molte proposte alternative presentate dalle organizzazioni sindacali. Sky ha voluto affermare la licenziabilità e la gestione del personale senza vincoli sociali», accusano Slc Cgil, Uilcom Uil e Ugl Telecomunicazioni. «La vertenza – ricordano – è durata 7 mesi e ha interessato 571 posizioni lavorative tra trasferimenti di attività a Milano ed esuberi di personale, e ha prodotto un ridimensionamento di 374 posizioni per la sede di Roma. A nulla è servita la proposta sindacale di riduzione a part time per 28 lavoratori, la proposta di lavoro in Smart working, l’esodo per la pensione per coloro che hanno raggiunto i requisiti di legge».

ERICSSON ITALIA Sempre nel settore comunicazioni, qui la situazione è ancor più grave. Il 24 luglio la multinazionale svedese ha inviato le prime 181 lettere di licenziamento – senza alcun preavviso – per la 14esiama procedura aperta in pochi anni che prevede 315 esuberi in Italia. Rifiutando addirittura la via degli ammortizzatori sociali. La protesta dei lavoratori è molto forte soprattutto a Genova dove i licenziati sono già 55. Una campagna social è partita coinvolgendo politici e personaggi famosi che si ritraggono con un cartello con l’hashtag #ericssonritirailicenziamenti.

TUODÌ Dal primo agosto invece la maggior parte dei 400 supermercati del marchio discount sono chiusi. La procedura di concordato preventivo chiesta dalla proprietà della famiglia romana Faranda ha portato alla nomina di un commissario che però si è presentato al tavolo ministeriale coi sindacati assolutamente sprovvisto di numeri precisi e – soprattutto – garanzie per i dipendenti. I 2 mila diretti e gli altri 2mila che fanno parte di cooperative proprietarie di supermercati con lo stesso marchio sono al momento senza stipendio e senza ammortizzatori sociali. La stragrande maggioranza dei supermercati in tutta Italia (presenti soprattutto a Roma e nel Lazio, in Toscana e in Veneto) ha deciso di chiudere nel mese di agosto lasciando una comunicazione ai clienti – si stima siano già calati del 90 per cento in questi mesi di scaffali vuoti – in attesa di riuscire a cambiare i contratti con i fornitori. La cassa integrazione dunque è semplicemente promessa così come il recupero degli stipendi precedenti al commissariamento, visto che la legislazione non consente ai commissari di farsi carico dei periodi precedenti all’intervento del tribunale.

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AFERPI Spostandoci al settore industria a soffrire maggiormente è ancora la siderurgia. Nonostante le rassicurazioni e i tanti tavoli al ministero, la situazione dei lavoratori delle acciaierie di Piombino è sempre grave. Dopo almeno 5 anni di false soluzioni, l’attuale proprietà di Aferpi dell’algerino Rebrab continua ad avere problemi di liquidità e a rimandare il ritorno alla produzione. «Alla luce di quanto sta accadendo Aferpi sta dimostrando di non essere in grado di riprendere l’attività produttiva per il mese di agosto, non ha acquistato semiprodotti e dunque rimarrà chiusa almeno fino al 21», ha denunciato qualche giorno fa la Fiom. A inizio luglio sembra fosse arrivata una schiarita al tavolo al ministero dello Sviluppo grazie alle pressioni del ministro Carlo Calenda e del presidente della Toscana Enrico Rossi. Era stato sottoscritto il cosiddetto Addendum e il decreto relativo alla concessione del trattamento di cassa integrazione straordinaria per il periodo luglio 2017 – dicembre 2018. Ma tutto sembra in bilico senza ripartenza della produzione. E un’intera città non ne può più dei continui ritardi.

FERROLI Sempre nel settore metalmeccanico continua il presidio dei lavoratori della storica azienda di caldaie del veronese. Giovedì però l’azienda si è finalmente seduta al tavolo del confronto. E questo ha portato a interrompere lo sciopero ad oltranza che andava avanti da settimane per protestare contro gli esuberi programmati dall’azienda e quantificati in circa 400 unità, di cui 300 a San Bonifacio.

CEME Non va meglio in Lombardia dove il tema delle delocalizzazioni continua a mietere posti di lavoro, dopo il caso di inizio anno della K-Flex di Roncello (Monza). Questa volta tocca alla Ceme di Carugate (Milano) che produce valvole e pompe. A giugno sono stati licenziati ben 97 lavoratori. Lunedì scorso è saltato il tavolo in Assolombarda perché i sindacati si sono opposti alle condizioni dell’azienda: «Abbiamo un mandato preciso, non possiamo mettere la nostra firma sotto a un patto che bolla come esuberi le maestranze di Carugate, solo perché sono in forza a quello stabilimento, che la società ha deciso di chiudere per fare più profitto».

PIAGGIO AEROSPACE Tornando in Liguria molto grave è la situazione del gruppo aeronautico.  il piano industriale dell’azienda, ora di proprietà araba, prevede lo scorporo della parte motoristica su Villanova d’Albenga e della manutenzione velivoli su Sestri Ponente. Lo stabilimento savonese era uno dei fiori all’occhiello del governo Renzi che lo inaugurò in pompa magna il 7 novembre 2014. Ora si punta ad avere almeno un decreto che autorizza ulteriori 10 mesi di cassa integrazione straordinaria per 122 lavoratori.

NATUZZI In Puglia sembra invece non aver fine la crisi del gruppo dell’arredamento. La lunga ristrutturazione dei salotti di qualità è tornata in alto mare dopo il “ricatto” della proprietà contro i tanti che hanno vinto cause di lavoro.

PERUGINA In Umbria la storica fabbrica dei Baci di San Sisto a Perugia è a rischio esuberi – il 26 luglio uno sciopero di 8 ore ha bloccato lo stabilimento Nestlè.

ISPRA Nel settore pubblico continua la lotta dei precari dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale.

ESSO Ma anche i «padroncini» non se la passano bene. Martedì si terrà la serrata degli impianti di 135 impianti di carburante passati dal marchio Esso a Petrolifera Adriatica che però impone «il dimezzamento del margine economico per i gestori degli impianti, mettendo così a rischio il futuro di circa 400 famiglie».

/ilmanifesto

TIM CUP Ascoli – Juve Stabia, la sintesi della partita (VIDEO)

La Juve Stabia nella giornata di ieri è stata protagonista della gara con l’Ascoli, si, perchè a dispetto della differenza di categoria in favore dei marchigiani le vespe sono state eliminate dalla Tim Cup, ma con il minimo scarto, rifilando in trasferta due reti, firmate Paponi, ai padroni di casa.

Queste sono le formazioni:

Ascoli (4-2-3-1): 1 Lanni; 14 Mogos, 8 Carpani, 13 Gigliotti, 33 Mignanelli; 19 Addae, 20 Buzzegoli; 10 Lores Varela, 28 D’Urso, 29 Baldini; 30 Favilli. A disposizione: 12 Venditti, 32 Ragni, 4 De Santis, 7 Santini, 11 De Feo, 18 Parlati, 23 Cinaglia, 25 Florio, 26 Jallow. All. Fiorin.

Juve Stabia (4-3-3): 1 Bacci; 2 Nava, 5 Atanasov, 19 Bachini, 14 Crialese; 15 Viola, 18 Calò, 24 Mastalli; 19 Berardi, 13 Paponi, 20 Strefezza. A disposizione: 22 Polverino, 3 Dentice, 4 Allievi, 6 Redolfi, 7 Costantini, 8 Capece, 10 Rosafio, 11 Cancellotti, 17 Matute, 20 Osei, 23 Lisi. All. Caserta-Ferrara.

L’arbitro dell’incontro è stato Niccolò Baroni di Firenze, assistito da Giuseppe Opromolla di Salerno, Orlando Bagnotta di Nocera Inferiore e dal quarto uomo Luca Massimi di Termoli

Le azioni dei gol:

27′ Rigore per l’Ascoli, Bachini atterra Lores Varela in piena aera di rigore.

28′ GOAL ASCOLI: Andrea Favilli porta in vantaggio l’Ascoli, spiazzando Bacci su calcio di rigore.

33′ GOAL JUVE STABIA: Paponi scappa via in contropiede supera Lanni in uscita, tiene palla in campo si accentra e segna il goal dell’1-1.

40′ GOAL ASCOLI: Cross di Mogos dalla destra, clamorosa indecisione di Nava e Viola e che regalano a Favilli la facile occasione per la doppietta, che il giovane di scuola Juve non si lascia sfuggire per il nuovo vantaggio marchigiano.

75′ GOAL ASCOLI: Cancellotti perde palla sulla trequarti difensiva, D’Urso supera facilmente Atanasov e regala l’assist per il facile 3-1 al nuovo entrato De Feo.

78′ GOAL JUVE STABIA: Cancellotti scappa sulla destra e crossa al centro, Paponi zittisce nuovamente il Del Duca con perfetto goal di testa all’angolino per il 2-3

96′ L’arbitro Baroni fischia la fine del match e sancisce l’eliminazione delle Vespe dalla Tim Cup. Juve Stabia che esce a testa altissima dalla competizione nazionale

© RIPRODUZIONE DEL TESTO, TOTALE O PARZIALE, CONSENTITA ESCLUSIVAMENTE CITANDO LA FONTE– Qualunque violazione del diritto di copyright sarà perseguita a norma di legge.

Brexit, la Gran Bretagna pronta a pagare 40 miliardi per saldare il conto all’Ue

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La Gran Bretagna sarebbe disposta a pagare fino a 40 miliardi di euro all’Unione Europea per regolare il suo divorzio dalla Ue. E’ quanto rivela il Sunday Telegraph, citando funzionari di Whitehall. Il saldo del conto per la Brexit avverrebbe però solo se Bruxelles accetterà di negoziare l’accordo economico nel contesto di un’intesa sulle relazioni future che comprenda anche un accordo sul commercio. Fonti di Whitehall a conoscenza del dossier, citate dal Telegraph, confermerebbero la notizia.

Il Sunday Telegraph, citando tre fonti anonime vicine ai negoziati sul divorzio dall’Unione Europea, ricorda che Bruxelles ha ipotizzato un cifra intorno ai 60 miliardi di euro quale ‘prezzò per la Brexit. Londra, finora, non ha mai fornito una stima sulla cifra che sarebbe disposta a pagare e non ci sono conferme ufficiali a quanto scrive il Sunday Telegraph.

Secondo quanto riporta il giornale, i funzionari inglesi avrebbero comunque riferito di una possibile offerta intorno ai 30 miliardi di euro in tre anni, a patto però l’intesa sia accompagnata da un accordo commerciale. Una cifra che però potrebbe arrivare fino a 40 miliardi nel corso di una negoziazione su cui comunque – riporta il Sunday Telegraph citando le sue fonti – ancora non c’è un accordo unanime tra gli addetti ai lavori.

“Entrambi abbiamo riconosciuto che ci sono obblighi finanziari” ma “per arrivare a una soluzione” sul ‘contò da pagare all’Ue “serve flessibilità reciproca”, aveva affermato qualche settimana fa il ministro britannico per la Brexit David Davis dopo il secondo round di negoziati dove – aveva assicurato – ci sono state “discussioni consistenti e costruttive”.

redazione/repubblica/adnkronos

Brexit: Regno Unito disposto a pagare 40 miliardi per saldare il conto

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Il Regno Unito sarebbe disposto a pagare fino a 40 miliardi di euro all’Ue per saldare il (salato) conto della Brexit, ma a patto che Bruxelles accetti di negoziare l’accordo economico nel contesto di un’intesa sulle relazioni future, in particolar modo un accordo sul commercio. Lo rivela il Sunday Telegraph citando funzionari del governo inglese vicini ai negoziati.

IL PREZZO DELLA BREXIT

Bruxelles ha ipotizzato una cifra intorno ai 60 miliardi di euro per rendere definitivo il divorzio dall’Ue. Secondo quanto riporta il giornale, i funzionari inglesi avrebbero comunque riferito una possibile offerta di 30 miliardi di euro dilazionati in tre anni, a patto però che l’intesa sia accompagnata da un accordo commerciale. Una cifra che potrebbe arrivare fino a 40 miliardi. Ma un accordo unanime non è stato ancora raggiunto, secondo quanto riporta il Sunday Telegraph citando le sue fonti.

Il dipartimento governativo del Regno Unito responsabile dei colloqui per la Brexit  non ha voluto commentare la notizia. Ad oggi la Gran Bretagna non ha ancora rivelato la cifra che sarebbe disposta a pagare per il divorzio dall’Ue, programmato per marzo 2019.

LE PAROLE DEL MINISTRO DAVIS: FLESSIBILITA’ RECIPROCA

“Entrambi abbiamo riconosciuto che ci sono obblighi finanziari, ma per arrivare a una soluzione sul conto da pagare all’Ue serve flessibilità reciproca”, aveva affermato qualche settimana fa il ministro britannico per la Brexit David Davis dopo un secondo incontro per i negoziati definito ricco di “discussioni consistenti e costruttive”.

 

EMERGENZA INCENDI A CASTELLAMMARE – Gli elicotteri si riforniscono a pochi metri dai bagnanti (FOTO-VIDEO)

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EMERGENZA INCENDI: Non c’è pace per il verde delle zone stabiesi e limitrofe. Da giorni ormai le vette del Faito e dei Monti Lattari bruciano senza sosta; ultimi episodi i roghi a Monte Coppola e Monte Pendolo.

Inevitabile il super lavoro di Vigili del Fuoco, Protezione Civile ed Autorità.

Castellammare di Stabia -  Emergenza incendi. Elicottero pompieriElicotteri e Canadair sfrecciano nei cieli per tentare di arginare le fiamme. Proprio gli elicotteri, questa mattina, stanno rifornendosi di acqua a pochi metri dai bagnanti. Le foto che vedete sono state scattate in questi istanti al lido stabiese La Corderia, nelle cui acque gli elicotteri attingono acqua da lanciare poi nelle zone in preda alle fiamme.

 Emergenza incendi.

Raffaele IZZO

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